LA POPOLAZIONE IERI, OGGI E DOMANI
Trieste novembre 2012
Riproduzioni e stampe dovranno riportare in modo visibile la fonte e la proprietà dell’informazione.
Inoltre, su richiesta al Servizio Statistica del Comune di Trieste, si potranno avere i dati in formato aperto (excel).
Ufficio Statistica
TRIESTE E LA POPOLAZIONE
IERI, OGGI E DOMANI
Il recente Censimento Generale della Popolazione e, soprattutto, le novità che il
Legislatore ha previsto per la crescita del Paese e che danno un ruolo rilevante alla statistica
ufficiale nell’aumento dell’efficienza e della qualità dei servizi da rendere al sistema economico e
sociale, hanno indotto l’Ufficio Comunale di Statistica di Trieste a realizzare uno studio
sull’andamento demografico della popolazione cittadina negli ultimi 15 anni per sviluppare delle
ipotesi di evoluzione futura della popolazione residente.
Il lavoro svolto dall’Ufficio di Statistica ha prodotto uno strumento per ricavare delle
previsioni sull’andamento della popolazione cittadina nei prossimi 15 anni, dal 2012 al 2026, sulla
base di tre scenari demografici ipotetici ai quali viene assegnato un determinato grado di
probabilità di verificarsi.
Lo strumento verrà aggiornato, con cadenza periodica dall’Ufficio di Statistica, che
provvederà a rivedere le ipotesi formulate, adattandole dinamicamente alle tendenze che si
manifesteranno nei prossimi anni. Il primo, doveroso aggiornamento verrà fatto dopo la revisione
dell’Anagrafe Comunale, in seguito ai risultati del 15° Censimento Generale della Popolazione e
delle Abitazioni.
I dati ricavati dallo strumento di previsione sono pubblicati ed utilizzabili da chiunque sia
interessato sul sito della rete civica del Comune di Trieste (www.retecivica.trieste.it) L’obiettivo
principale della pubblicazione è quello di sollecitare l’attenzione della collettività locale sulla futura
evoluzione demografica della popolazione e sulle sue ricadute in termini economici e sociali.
Molteplici sono i soggetti interessati: da una parte le Istituzioni Pubbliche alle quali lo studio
offre la possibilità di programmare al meglio l’erogazione dei servizi alla persona (in particolare nel
campo dell’istruzione e dell’assistenza sociale) sulla base delle tendenze evolutive della
popolazione, dall’altro i soggetti privati che operano nel campo dell’imprenditoria come banche,
assicurazioni, esercizi commerciali, insediamenti industriali, ecc. le cui politiche di sviluppo sono
strettamente legate all’andamento della popolazione insediata sul territorio.
L’ASSESSORE
Emiliano Edera
2
Ufficio Statistica
Indice
1.
2.
3.
LE TENDENZE DEMOGRAFICHE…………………………………………….4
GLI SCENARI DEMOGRAFICI………………………………………………...8
CONCLUSIONI………………………………………………………………18
3
Ufficio Statistica
LA POPOLAZIONE IERI, OGGI E DOMANI
1. Le tendenze demografiche
I dati più recenti, evidenziano l’affermarsi di un nuovo ciclo demografico, la cui variabile
chiave è data dai flussi migratori. La straordinaria crescita di questi ultimi, in particolare quelli
provenienti dall’estero, ha mutato la foto che rappresentava da più di venticinque anni Trieste, ma
è alquanto scontato che questo possa cambiare in periodi di crisi economica, quale quello attuale.
Dal 1978 al 2005 la collettività triestina era infatti in netto declino demografico (una perdita
in poco meno di trent’anni di quasi 56.000 persone), con una popolazione complessiva stagnante
ed in progressivo invecchiamento. Ma tra il 2005 ed il 2008 la popolazione residente si è
stabilizzata, registrando nel 2009 e 2010 persino un leggero incremento. Purtroppo già nel 2011 si
è assistito ad una inversione di tendenza.
EVOLUZIONE RESIDENTI NEL COMUNE DI TRIESTE
al 31 dicembre 1991-2011
240.000
235.000
230.000
225.000
220.000
215.000
210.000
205.000
200.000
195.000
190.000
185.000
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
180.000
4
Ufficio Statistica
Gli anziani continuano a crescere (in particolare quelli di età superiore ai 79 anni), grazie
anche ad un ulteriore allungamento della durata media della vita. Le nascite invece non sono
caratterizzate da un trend preciso. Si è registrato un picco di crescita tra il 2002 ed il 2004, che si
è più o meno stabilizzato attorno alle 1.570 unità all’anno dopo il 2006 (lo si può notare dal
quoziente generico di natalità che dal 2006 ha un valore attorno al 7,5 per mille). Anche per i nati
il dato è in calo dal 2011.
I saldi migratori presentano valori positivi in grado di compensare il deficit del saldo
naturale, che ha ormai carattere strutturale, sino al 2010. I decessi sono infatti ancora più
numerosi delle nascite, ma negli ultimi anni la distanza si è ridotta per effetto della crescita della
natalità.
Il trend demografico sopra analizzato riceve un evidente contributo dall’immigrazione
straniera, ma anche dal nuovo atteggiamento delle coppie formate da cittadini triestini di
nazionalità italiana che, rispetto al passato, propendono a fare figli anche ad età più avanzate.
EVOLUZIONE RESIDENTI STRANIERI NEL COMUNE DI TRIESTE
al 31 dicembre 2000-2011
25.000
23.000
21.000
19.000
17.000
15.000
13.000
11.000
9.000
7.000
5.000
3.000
1.000
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Vediamo solo in sintesi alcuni dati che permettono di comprendere gli aspetti demografici
osservati negli ultimi anni. Prendendo in considerazione l’ultimo triennio, nel 2009 si sono
registrati 1.557 nati e 3.043 decessi, con un saldo naturale negativo di –1.486 unità, compensato da
un saldo migratorio eccezionalmente positivo pari a +1.668 ( risultato dalla differenza tra le 4.332
iscrizioni e le 2.664 cancellazioni anagrafiche). Nel 2010 si sono registrati 1.586 nati e 3.004
decessi, con un saldo naturale negativo di –1.418 unità, compensato da un saldo migratorio
positivo
5
Ufficio Statistica
positivo pari a +1.430 ( risultato dalla differenza tra le 4.182 iscrizioni e le 2.752 cancellazioni
anagrafiche). Nel 2011 si sono registrati 1.513 nati e 2.994 decessi, con un saldo naturale negativo
di –1.481 unità, non più compensato da un saldo migratorio, comunque positivo, pari a +1.140 (
risultato dalla differenza tra le 3.823 iscrizioni e le 2.683 cancellazioni anagrafiche).
EVOLUZIONE NATI RESIDENTI NEL COMUNE DI TRIESTE
Anni 2000-2011
1.640
1.620
1.600
1.580
1.560
1.540
1.520
1.500
1.480
1.460
1.440
1.420
1.400
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
6
Ufficio Statistica
Movimento della popolazione residente nel Comune di Trieste 20002011
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
2000
1500
1000
500
0
-500
-1000
-1500
-2000
-2500
saldo naturale
saldo migratorio complessivo
Saldo complessivo
Movimento della popolazione residente straniera nel Comune di
Trieste 2000-2011
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
1800
1700
1600
1500
1400
1300
1200
1100
1000
900
800
700
600
500
400
300
200
100
0
saldo naturale
saldo migratorio complessivo
Saldo complessivo
7
Ufficio Statistica
Per quanto concerne la popolazione residente di cittadinanza straniera, questa passa dal
rappresentare il 3,81% della popolazione totale nel 2000, ad essere il 9,21% della popolazione
residente complessiva alla fine del 2011. Rispetto alla popolazione italiana è più giovane e
caratterizzata da diverse nazionalità dell’europa dell’est e da quella cinese.
Movimento e calcolo della popolazione residente
(*)
dal 1993 al 2011
Anni
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Nati vivi
In complesso
per
1000
abit.
1.440
1.404
1.334
1.381
1.452
1.420
1.430
1.526
1.476
1.448
1.495
1.607
1.507
1.571
1.567
1.583
1.557
1.586
1.513
6,3
6,2
5,9
6,2
6,6
6,5
6,6
7,1
6,9
6,8
7,0
7,6
7,2
7,5
7,5
7,6
7,5
7,6
7,3
Morti
Morti
di cui nel 1°
in complesso
anno di vita
In comper
In comper
ples1000
ples1000
so
abit.
so n. vivi
3.804
3.588
3.623
3.552
3.569
3.468
3.355
3.351
3.223
3.338
3.361
3.124
3.035
2.995
2.966
3.185
3.043
3.004
2.994
16,7
15,9
16,1
16,0
16,2
15,9
15,4
15,5
15,0
15,6
15,8
14,8
14,5
14,3
14,2
15,3
14,6
14,4
14,4
7
4
3
8
5
1
0
5
2
2
2
1
4
7
5
1
4
5
4
4,9
2,8
2,2
5,8
3,4
0,7
0,0
3,3
1,4
1,4
1,3
0,6
2,7
4,5
3,2
0,6
2,6
3,2
2,6
Iscritti
Cancellati
In complesso
per
1000
abit.
In complesso
per
1000
abit.
3.699
4.170
3.140
2.645
2.904
2.823
3.186
3.259
3.570
3.612
3.711
3.755
3.358
3.648
4.210
4.533
4.332
4.182
3.823
16,3
18,4
14,0
11,9
13,2
12,9
14,7
15,1
16,6
16,9
17,5
17,8
16,0
17,5
20,2
21,7
20,8
20,0
18,3
3.026
3.155
2.778
2.534
2.623
2.625
2.667
2.797
2.799
3.047
3.093
3.478
2.827
2.913
2.817
2.946
2.664
2.752
2.683
13,3
14,0
12,4
11,4
11,9
12,0
12,3
13,0
13,0
14,3
14,6
16,5
13,5
13,9
13,5
14,1
12,8
13,2
12,9
Popolazione
a fine
anno
226.707
225.538
223.611
221.551
219.715
217.865
216.459
215.096
214.120
212.795
211.547
210.307
209.310
208.621
208.614
208.599
208.781
208.793
208.452 (**)
Anni
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
(*) I quozienti di natalità, mortalità, iscrizione e cancellazione anagrafica sono calcolati sulla popolazione media
ovvero (Pop(1° gen) + Pop(31 dic))/2
I quozienti di nati-mortalità sono calcolati su 1000 nati vivi residenti dell’anno considerato.
(**) La popolazione dell’anno 2011 è da considerarsi provvisoria, in quanto non sono ancora disponibili i risultati definitivi
del 15° Censimento Generale della Popolazione. Dall’anno 2011, per le iscrizioni e cancellazioni anagrafiche si fa riferimento
provvisoriamente ai soli movimenti anagrafici, ovvero alle sole variazioni dell’archivio anagrafico della popolazione.
8
Ufficio Statistica
2. Gli scenari demografici
L’analisi delle principali tendenze demografiche che hanno recentemente caratterizzato la
realtà cittadina sono la base fondamentale per poter sviluppare le ipotesi di evoluzione futura della
popolazione residente.
Quando si parla di popolazione futura si possono fare delle previsioni o delle proiezioni.
In entrambe i casi si tratta del risultato di calcoli formali che forniscono la rappresentazione di un
assetto futuro di popolazione, ma mentre nel primo caso si parla di ipotesi e di scenari, nel
secondo caso i calcoli sono indipendenti dalla verosimiglianza dei presupposti iniziali, ovvero gli
operatori sono interessati a valutare l’impatto di una specifica ipotesi, che può essere formulata
anche senza aver analizzato i trend passati di mortalità, fecondità e migratorietà.
Costruire scenari demografici simulando ipotesi alternative (bassa, intermedia, alta) di
evoluzione della fecondità, della mortalità e della dinamica migratoria consente di analizzare
quanto cambierebbe il quadro futuro se si modificassero le ipotesi iniziali.
Il crescente interesse verso le previsioni segna il passaggio da un uso strumentale ad un
utilizzo di tipo strategico delle conoscenze demografiche.
Vanno fatte però delle considerazioni particolari quando le previsioni vengono fatte su scala
locale:
- Minore è il dettaglio territoriale, maggiormente i dati risultano sensibili e volatili, i
risultati conseguentemente perdono di significatività;
-
E’ fondamentale disporre di una base informativa di buona qualità;
-
La scelta di un orizzonte temporale di breve o medio periodo aumenta la probabilità di
previsioni di qualità;
-
Ricordare che la componente più difficile da prevedere è la migratorietà, che è anche
quella che più influisce sulle previsioni;
-
I maggiori esperti di previsioni demografiche le rivedono circa ogni tre anni, alla luce
del dato reale aggiornato (è importante capire che il previsore fornisce solo degli
scenari entro i quali è probabile che ci si avvicini alla realtà, per cui il dato non va
interpretato puntualmente, in particolare dopo il primo quinquennio di previsione, ma
all’interno della forbice data dagli scenari).
Attraverso diversi procedimenti metodologici si perviene alla formulazione di ipotesi
denominate bassa, intermedia, alta, ma per fare ciò bisogna disporre di alcuni dati di base quali
una popolazione iniziale (nel nostro caso quella al 1° gennaio 2012), classificata per sesso ed età,
una tavola di mortalità relativa alla popolazione in oggetto (si è partiti dalla tavola di mortalità
provinciale Istat 2009 e si è riadattata per ricavare la mortalità registrata nel corso del 2011), una
struttura di fecondità per età della madre (in realtà si è partiti dalla media dei tassi specifici di
fecondità degli ultimi tre anni, al fine di eliminare gli effetti di volatilità del dato) ed una struttura di
9
Ufficio Statistica
migratorietà per sesso ed età. Inoltre, per rispettare quanto sopra evidenziato, si è scelto un
orizzonte temporale di quindici anni e come dettaglio territoriale l’intero comune.
Vediamo ora nello specifico le tre ipotesi alla base degli scenari di questa pubblicazione:
ipotesi intermedia o “centrale”
è quella che il previsore ritiene la più probabile.
Si è ragionato in termini di continui e graduali miglioramenti della fecondità, ipotizzando una
crescita alla fine dei quindici anni pari al 7,5% in più rispetto ai valori raggiunti negli ultimi anni dei
singoli tassi specifici di fecondità.
Per quanto riguarda la mortalità si è ragionato in termini di speranza di vita alla nascita:
considerato che nell’ultimo decennio questa è stata in crescita, con un incremento medio annuo
pari a +0,31 anni per i maschi e +0,27 anni per le femmine, si è ipotizzato un incremento nella
speranza di vita alla nascita a fine periodo di +4,65 anni per i maschi e di +4,05 anni per le
femmine, ricavandone così per ogni anno la struttura per sesso ed età dei tassi di mortalità.
Inoltre, avendo a disposizione già i dati dei primi nove mesi del 2012, i tassi di mortalità relativi a
quest’anno sono stati rivisti in modo da tener conto dell’eccezionale mortalità (infatti si è assistito
ad un inverno particolarmente freddo ed un estate particolarmente calda).
Infine si è applicato un lieve e graduale calo dei saldi migratori positivi, ipotizzando che questo
trend iniziato già nel 2011 continui per tutto il periodo della previsione (scelta operata in base ai
dati analizzati ma anche supportata dalla nota informativa Istat del 19 giugno 2008 che
accompagnava la diffusione delle previsioni sulla popolazione italiana fino al 2051 e che ipotizzava
dopo il 2007, anno caratterizzato da uno shock migratorio importante, un rallentamento del
fenomeno; tendenza comunque prevista anche da altre ricerche e numerosi articoli tecnici).
ipotesi bassa o “pessimistica”
è quella che ci fornisce lo scenario più negativo, ovvero con un maggior calo futuro della
popolazione.
Si è ipotizzato una stazionarietà nei valori specifici di fecondità per tutti gli anni della previsione.
Si è leggermente calata la speranza di vita alla nascita alla fine dei quindici anni (0,5 anni in meno
rispetto all’ipotesi centrale sia per i maschi che per le femmine), ipotizzando comunque dei
continui miglioramenti dei valori relativi per singolo anno, sempre ad eccezione del 2012 per cui
vale il discorso dell’ipotesi centrale.
La negatività dell’ipotesi pesa maggiormente sulla progressiva e marcata riduzione dei saldi attivi
dei bilanci migratori, che raggiungono le 500 unità circa a fine periodo.
10
Ufficio Statistica
ipotesi alta o “ottimistica”
è quella che ci fornisce lo scenario più positivo, ovvero quello con un maggior incremento futuro
della popolazione.
Si è ipotizzato un miglioramento della fecondità rispetto all’ipotesi intermedia (incremento
progressivo dei quozienti specifici di fecondità sino a raggiungere a fine periodo il 15% in più
rispetto al valore raggiunto negli ultimi anni).
Si è leggermente aumentata la speranza di vita alla nascita alla fine dei quindici anni (0,5 anni in più
rispetto all’ipotesi centrale sia per i maschi che per le femmine), ipotizzando dei continui
miglioramenti dei valori relativi per singolo anno, sempre ad eccezione del 2012 per cui vale il
discorso dell’ipotesi centrale.
La tendenza evolutiva dei saldi migratori positivi in questa ipotesi è più marcata rispetto a quella
intermedia, giungendo ad un saldo dopo quindici anni pari alle mille e cinquecento unità.
Per quanto riguarda il movimento naturale, in tutte e tre le ipotesi si prevedono dei valori
dei saldi deficitari, con un miglioramento più o meno marcato rispetto alla situazione attuale (la
forbice va da –1.166 unità di saldo naturale nell’ipotesi bassa alle –690 unità di quella alta). I
miglioramenti dei valori relativi di fecondità e mortalità (diversamente accentuati nelle tre ipotesi)
non compensano infatti pienamente nel medio periodo gli effetti negativi sull’evoluzione delle
nascite e dei decessi connessi alle dinamiche previste per le donne in età feconda e per la
popolazione anziana.
Relativamente al bilancio migratorio appare evidente come le tre ipotesi richiamino scenari
differenziati di evoluzione della situazione economica e di qualità di vita cittadina: solo in quella alta
si prevede che il sistema delle attività economiche esprima una domanda di lavoro che trova in
sede locale risposte qualitativamente e quantitativamente adeguate ed una buona qualità di vita nel
territorio oggetto di studio. Nell’ipotesi bassa in modo più marcato, ma anche in quella intermedia
che, ricordiamolo ancora una volta, è quella che il previsore suppone si avvicini maggiormente alla
realtà futura, si ipotizza che l’intensità assoluta dei flussi migratori risulti in calo, ma permanga
positiva.
Ragionare di popolazione significa quindi interrogarsi sulla futura evoluzione economica e
sociale del nostro territorio: questa consapevolezza aiuterà a valutare correttamente alcune
tendenze evidenziate dalle simulazioni ed ad inserirle proficuamente nel processo di definizione
delle politiche pubbliche locali.
Gli scenari demografici che sono stati elaborati prospettano variazioni della popolazione di
diversa intensità assoluta e diverso segno: al 1° gennaio 2027 si ipotizza un numero di abitanti
compreso tra 198.563 (ipotesi bassa) e 210.084 (ipotesi alta), con un ipotesi intermedia di 202.573
abitanti.
11
Ufficio Statistica
EVOLUZIONE RESIDENTI NEL COMUNE DI TRIESTE
Anni 2012-2027 (dati previsti al 1° gennaio)
IPOTESI A - BASSA
220.000
IPOTESI B - INTERMEDIA
216.000
IPOTESI C - ALTA
212.000
208.000
204.000
200.000
196.000
192.000
188.000
184.000
180.000
2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027
Va però ben evidenziato che tutto lo studio si basa sul dato anagrafico non ancora rivisto alla
luce di quello definitivo del 15° Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni. Quindi, se da
un lato l’analisi delle tendenze demografiche recenti ha prodotto la scelta di alcune ipotesi sui
trend futuri in maniera scientifica, dall’altro si deve tener conto del fatto che il dato iniziale riporta
all’incirca 6.000 unità in più rispetto al dato censuario. Per questa ragione le previsioni formulate
nel presente studio andranno riviste, adattandole al dato anagrafico pulito e allineato con quello
dell’ultimo censimento effettuato.
Passando ora ad esaminare l’articolazione per età della popolazione, appare evidente che
alcuni sviluppi delineano scenari evolutivi delle utenze potenziali di rilevanti servizi alla persona che
è opportuno valutare con attenzione.
Per effetto delle tendenze della natalità (in calo nel primo quinquennio di previsione e poi
in ripresa) si dovrebbe rilevare un calo nelle potenziali utenze dei servizi destinati alla primissima
infanzia (asili nido età 0-2 anni) mediamente per sei o sette anni e poi una graduale ricrescita, al
contrario una crescita in tutte e tre gli scenari per i primi due anni (grazie alle nascite dell’ultimo
triennio) e poi un costante calo è la tendenza che probabilmente si registrerà per l’utenza delle
scuole d’infanzia (età 3-5 anni). Analizzando la fascia d’età dei servizi scolastici dell’obbligo (scuole
primarie
12
Ufficio Statistica
primarie e secondarie inferiori), appare molto probabile in tutte le ipotesi una crescita nel primo
quinquennio per la fascia d’età 6-10 anni e di 10 anni in quella 11-13 anni, che però sarà più spinta
dopo i primi tre anni. Si nota un incremento anche nell’utenza potenziale delle scuole secondarie
superiori (14-18 anni) però molto più graduale rispetto alle altre fasce d’età scolastiche. Gli effetti
compensativi di tutte queste fasce d’età, cui si aggiunge la classe 19-24 anni, dovrebbero far
risultare i giovani residenti da 0 a 24 anni in crescita nel primo triennio in ciascun scenario, ma poi
in calo nell’ipotesi intermedia ed in quella bassa, raggiungendo il 1° gennaio 2027 una consistenza
assoluta compresa tra 37.500 unità circa (ipotesi bassa) e 41.500 (ipotesi alta), con variazioni
assolute diversificate in segno ed entità nelle tre ipotesi (quasi 1.900 in più rispetto al 1° gennaio
2012 in quella alta e più di 2.000 in meno in quella bassa).
EVOLUZIONE RESIDENTI IN ETA' 0-24 ANNI NEL COMUNE DI TRIESTE
Anni 2012-2027 (dati previsti al 1° gennaio)
45.000
IPOTESI A - BASSA
44.000
IPOTESI B - INTERMEDIA
43.000
IPOTESI C - ALTA
42.000
41.000
40.000
39.000
38.000
37.000
36.000
35.000
34.000
33.000
32.000
2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027
13
Ufficio Statistica
Comune di Trieste
Popolazione residente in età 0-2 anni
Anni 2012-2027 (dati previsti al 1° gennaio)
7.000
6.000
5.000
4.000
IPOTESI A - BASSA
3.000
2.000
IPOTESI B - INTERMEDIA
IPOTESI C - ALTA
1.000
2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027
Comune di Trieste
Popolazione residente in età 3-5 anni
Anni 2012-2027 (dati previsti al 1° gennaio)
7.000
6.000
5.000
4.000
3.000
IPOTESI A - BASSA
IPOTESI B - INTERMEDIA
2.000
IPOTESI C - ALTA
1.000
2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027
14
Ufficio Statistica
Diversa risulterebbe essere la tendenza della popolazione in età superiore ai 64 anni (ed in
particolare nella fascia più anziana, con una età di 80 anni e oltre).
Al 1° gennaio 2027 il numero degli anziani residenti nel comune di Trieste dovrebbe infatti essere
compreso fra un minimo di circa 60.600 ed un massimo di circa 62.600 unità, con un incremento
assoluto rispetto al 1° gennaio 2012 compreso tra le quasi 3.200 e le 5.200 persone.
EVOLUZIONE RESIDENTI IN ETA' 65 ANNI e PIU' NEL COMUNE DI TRIESTE
Anni 2012-2027 (dati previsti al 1° gennaio)
65.000
IPOTESI A - BASSA
64.000
IPOTESI B - INTERMEDIA
63.000
IPOTESI C - ALTA
62.000
61.000
60.000
59.000
58.000
57.000
56.000
55.000
54.000
53.000
2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027
Il processo di crescita della fascia di età più avanzata (80 anni e oltre), che dovrebbe raggiungere al
1° gennaio 2027 una consistenza compresa fra poco più di 23.000 e 24.500 unità circa (rispetto
alle 18.447 del 1° gennaio 2012), risulterebbe quindi più accentuato, con variazioni assolute e
relative di impatto sulla rete dei servizi sociali, assistenziali (residenziali e non) e sanitari.
15
Ufficio Statistica
EVOLUZIONE RESIDENTI IN ETA' 80 ANNI e PIU' NEL COMUNE DI TRIESTE
Anni 2012-2027 (dati previsti al 1° gennaio)
27.000
IPOTESI A - BASSA
26.000
IPOTESI B - INTERMEDIA
25.000
IPOTESI C - ALTA
24.000
23.000
22.000
21.000
20.000
19.000
18.000
17.000
16.000
15.000
2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027
Intuibili gli effetti di questa evoluzione (riduzione dei giovani e incremento degli anziani) sui
più significativi indicatori di struttura della popolazione. Si dovrebbero registrare variazioni in
sensibile aumento dell’indice di vecchiaia (numero di anziani oltre i 64 anni per ogni 100 bambini
fino ai 14 anni), che passerebbero dal valore attuale di 246 ad averne uno compreso tra 268 e 297
a fine periodo.
Contemporaneamente l’indice di dipendenza (che esprime sostanzialmente il rapporto fra
popolazione giovane ed anziana, ossia inattiva, e le persone potenzialmente attive) registrerebbe
un incremento e salirebbe dall’attuale valore pari a 63,20 ad un valore attorno alle 69 unità.
Anche l’età media si innalzerebbe, passando da quella attuale pari a 47,64 anni ad un
valore attorno ai 49 anni.
16
Ufficio Statistica
EVOLUZIONE INDICE DI VECCHIAIA NEL COMUNE DI TRIESTE
Anni 2012-2027 (dati previsti al 1° gennaio)
350,00
340,00
330,00
320,00
310,00
IPOTESI A - BASSA
300,00
IPOTESI B - INTERMEDIA
290,00
IPOTESI C - ALTA
280,00
270,00
260,00
250,00
240,00
230,00
220,00
210,00
200,00
2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027
EVOLUZIONE INDICE DI DIPENDENZA NEL COMUNE DI TRIESTE
Anni 2012-2027 (dati previsti al 1° gennaio)
73,00
72,00
71,00
70,00
69,00
68,00
IPOTESI A - BASSA
IPOTESI B - INTERMEDIA
IPOTESI C - ALTA
67,00
66,00
65,00
64,00
63,00
62,00
61,00
60,00
2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027
17
Ufficio Statistica
Gli scenari delineati permettono anche di ragionare sulla futura evoluzione di altri
importanti segmenti demografici (in primo luogo la popolazione in età lavorativa e quella femminile
in età feconda).
EVOLUZIONE RESIDENTI IN ETA' 15-64 ANNI NEL COMUNE DI TRIESTE
Anni 2012-2027 (dati previsti al 1° gennaio)
IPOTESI A - BASSA
135.000
132.500
IPOTESI B - INTERMEDIA
IPOTESI C - ALTA
130.000
127.500
125.000
122.500
120.000
117.500
115.000
112.500
110.000
2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027
Le persone attive (15-64 anni) al 1° gennaio 2012 erano oltre 127.700; gli scenari
demografici al 1° gennaio 2027 ipotizzano per questo aggregato una consistenza compresa fra le
circa 117.600 (ipotesi bassa) e le 124.100 unità circa (ipotesi alta).
Il contributo dei movimenti migratori in fascia attiva non riesce a rallentare il peggioramento
dell’indice di dipendenza esaminato in precedenza.
Per quanto riguarda la popolazione femminile in età feconda nel comune di Trieste, al 1° gennaio
2012 risultavano residenti 42.134 donne di età compresa tra i 15 ed i 49 anni; le previsioni al 1°
gennaio 2027 ipotizzano per tale aggregato un calo (da oltre 35.000 donne nell’ipotesi bassa a
quasi 38.000 nell’ipotesi alta).
18
Ufficio Statistica
EVOLUZIONE RESIDENTI femmine IN ETA' FECONDA 15-49 ANNI NEL COMUNE
DI TRIESTE
Anni 2012-2027 (dati previsti al 1° gennaio)
IPOTESI A - BASSA
50.000
IPOTESI B - INTERMEDIA
IPOTESI C - ALTA
47.500
45.000
42.500
40.000
37.500
35.000
32.500
30.000
2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027
Questo calo, nonostante la fecondità sia stata ipotizzata stazionaria(ipotesi bassa) o crescente
(ipotesi alta e centrale), inciderebbe però sul numero assoluto dei nati rispetto ai valori attuali che
solo nell’ipotesi alta salirebbe (1.694 nati nel corso del 2026 rispetto agli attuali 1.513).
19
Ufficio Statistica
3. Conclusioni
Costruire scenari demografici permette di ipotizzare nell’ambito di un modello formalizzato
ed empirico alcune trasformazioni della popolazione, alle quali si assegna un determinato grado di
probabilità: il confronto sistematico fra le previsioni formulate e la reale evoluzione delle principali
variabili (fecondità, mortalità, movimenti migratori) consente di rivedere criticamente il modello,
adattandolo alle nuove tendenze in atto.
Si è quindi in presenza di uno strumento di lavoro flessibile, che verrà aggiornato dal Servizio
Statistica del Comune con cadenza triennale, per rivedere tempestivamente le ipotesi formulate ed
eventualmente adeguarle alle tendenze che si manifesteranno nei prossimi anni.
In particolare il prossimo aggiornamento del modello verrà effettuato dopo la revisione
dell’anagrafe comunale, alla luce della pubblicazione da parte dell’Istat dei dati definitivi del 15°
Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni.
Si ribadisce che l’ipotesi dello studio che va considerata come la più probabile è quella
centrale e che il grado di attendibilità delle previsioni è più elevato per il breve periodo
(approssimativamente sino al 2018) e tende ad attenuarsi negli anni successivi, qualora le variabili
chiave (in particolare le migrazioni) dovessero seguire comportamenti sostanzialmente divergenti
da quelli ipotizzati.
Altrettanto intuitivo è che il grado di incertezza delle previsioni è più alto per i contingenti
di popolazione che risentono maggiormente nel breve e medio periodo di variazioni significative
nei livelli di fecondità e nei flussi migratori (i bambini sino ai 14 anni ed i giovani in età compresa
fra i 15 ed i 34 anni); per altri segmenti (in particolare le classi più avanzate della popolazione in età
lavorativa e gli anziani) la futura evoluzione è già in gran parte determinata dalle vicende
demografiche registrate in un passato recente.
L’obiettivo principe di questa pubblicazione è quello di sollecitare l’attenzione della
collettività locale sulla futura evoluzione demografica e sulle possibili conseguenze economiche e
sociali. Naturalmente i soggetti interessati a confrontarsi con queste tendenze sono molteplici ed
operano sia nel settore pubblico che in quello privato.
Le principali istituzioni pubbliche hanno infatti come “mission” principale quella di fornire servizi di
diversa natura alle popolazioni residenti nell’ambito territoriale di loro competenza; anche molte
organizzazioni no-profit private identificano il loro mercato potenziale con gruppi di popolazione
in funzione di alcune caratteristiche (es.:età, sesso, condizione socio-economica, ecc.).
Le politiche pubbliche locali di erogazione dei servizi rivolti alla persona sono quindi estremamente
sensibili alle variazioni attese di alcune fasce di cittadini (in primo luogo giovani ed anziani). Evidenti
sono anche le relazioni fra le tendenze demografiche e le decisioni che i poteri pubblici debbono
assumere in campo urbanistico o nelle pianificazioni delle reti di trasporto. Molte decisioni di
carattere imprenditoriale (relative ad esempio alla consistenza delle reti dei servizi commerciali,
bancari, assicurativi e finanziari) debbono infine confrontarsi con le tendenze evolutive della
popolazione.
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Ufficio Statistica
Ringraziamenti
Si ringrazia vivamente per la disponibilità il Settore Statistica del Comune di Bologna, in particolare
il Dottor Franco Chiarini.
Autori
Questo studio è stato realizzato da un funzionario del Servizio Statistica del Comune di Trieste,
dott.ssa Antonella Primi, nell’ambito delle attività di studio dell’ufficio. In qualità di statistico ne ha
curato l’acquisizione, l’elaborazione e la successiva verifica delle informazioni statistiche e lo
sviluppo del modello di previsione demografico.
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