Nella chiesa di San Benedetto di Casoria. Un dipinto del pittore grumese Santolo Cirillo Il 23 ottobre 1748, come si legge nel giornale copia polizze dell’antico Banco dei Poveri di Napoli contrassegnato con il numero di matricola 1389 e attualmente conservato presso l’Archivio Storico del Banco di Napoli, Santolo Cirillo «professore della pittura» riceveva da tale Angelo de Stefano 50 ducati « .... in conto di d. 300 intero prezzo fra di loro convenuto di tre quarti in grande da dipingersi da detto Santolo per uso e servizio della Parrocchiale di S. Benedetto di Casoria». Dei tre dipinti citati nella polizza, l’uno « ... coll’effigie di Benedetto in atto da ascendere alla gloria beata nel cielo ( .... ), l’altro rappresentante la B. a Vergine del Carmine, S. Giacomo Apostolo, S. Rocco et l’anime dei Purgatorio, il 3° la B. a Vergine del Rosario, S. Domenico, S. Caterina di Siena, S. Tommaso d’Aquino e S. Vincenzo» è attualmente dato vedere in questa chiesa il solo dipinto con la Gloria di san Benedetto, posto sull’altare maggiore. Mentre per gli altri due dipinti è ipotizzabile la dispersione in uno dei tanti lavori di restauro che hanno interessato la chiesa nel corso dei secoli; dovendosi escludere a priori una discordanza con gli impegni contrattuali alla luce di quanto si legge in altra parte della polizza - dove il Cirillo s’impegna, in ogni caso «… sebbene il valore delle pitture di suddetti quadri ( .... ) ascendesse a prezzo maggiore de suddetti d. 300 contenuti» a soprassedere sul prezzo per «...divotione et anche per fare cosa grada all`Arcivescovo di Napoli D. Giuseppe Spinelli protettore di detta Parrocchia».Questa ritrovata opera va ad inserirsi, per il solenne impianto compositivo di chiara ascendenza solimenesca, e per la plasticità delle figure e degli effetti di luce, tra le opere più significative del catalogo del Cirillo - oggetto di una mia specifica ricerca, tuttora in corso - delle cui vicende biografiche e artistiche mi limiterò a riportare, in questa sede, solo pochi cenni, data l’esiguità dello spazio a disposizione. Nato a Grumo Nevano nel 1689, dopo un breve periodo di apprendistato nel paese natio presso lo studio di un oscuro pittore locale, tale Raffaele Aurisicchio, fu avviato alla famosa scuola - collegio di Francesco Solimena, frequentata da numerosi allievi, cui «l’abate Ciccio» imponeva, come in una sorta di seminario, l’abito talare, non meno che delle durissime regole di disciplina. Il suo primo dipinto noto, firmato e datato 1730 - e dove per altro si autoritrasse tra gli astanti - è la Predica di San Vincenzo de’ Paoli che si conserva nella Pinacoteca comunale di Fermo, in provincia di Ascoli Piceno. Seguono in rapida successione gli affreschi di Santa Caterina a Formiello, i dipinti per le chiese di Santa Maria di Donnaregina Nuova e di San Giuseppe dei Vecchi a Napoli, i quadri bislunghi realizzati per la chiesa di Santa Restituta attigua alla cattedrale della stessa città e il celebre soprapporta di San Paolo Maggiore, sempre a Napoli, raffigurante la Dedicazione del Tempio di Salomone giudicato dal Celano «un dipinto di grandissimo effetto».Un altro affresco soprapporta raffigurante Mose che fa scaturire l’acqua dalle rupe, e numerosi altri dipinti li realizzò per la chiesa di San Tammaro del suo paese natale, unitamente a due tele per la chiesa dell’Assunta a Castel di Sangro in Abruzzo, e diverse altre tele variamente sparse nelle chiese di Napoli e della Campania. Morì a Napoli nel 1755, ricevendo sepoltura nella tomba di famiglia Casoria, Chiesa di S. Benedetto, S. Cirillo, La gloria di san Benedetto che si era fatta costruire, fin dal 1743, nella prima cappella a destra di chi entra nella chiesa di San Tammaro a Grumo. Franco Pezzella