Con il patrocinio di: Comunicato stampa 7 Settembre 2016 TORTONA CITTÀ DELLA MUSICA Don Lorenzo Perosi: Pregare in musica di Roberto Iovino, Direttore Consevatorio N.Paganini di Genova facebook.com/perosi60 www.lorenzoperosi.net e www.vivitortona.it. Quel poco che io sono capace di fare mi viene tutto dalla ispirazione che mi dà la religione. La mia fede è la mia vita. Quando contemplo la bellezza e la grandezza, me ne esalto ed ho bisogno di esprimere questa esaltazione col linguaggio che mi è naturale, cioè con le note musicali. Scriveva così Don Lorenzo Perosi da Tortona (1872-1956), figura unica nel contesto musicale italiano fra XIX e XX secolo. In vita fu celebrato a livello internazionale: il suo epistolario testimonia rapporti non solo con alte figure del mondo ecclesiastico, ma anche con musicisti e studiosi di varie nazionalità, da Puccini a Mascagni, da Bossi a Martucci, da Romain Rolland a André Mocquereau da Edward Edgar a Vincent d’Indy. In seguito, subì lo stesso trattamento riservato a molti suoi colleghi condannati per decenni all’oblio: un atteggiamento frutto non tanto di una seria valutazione critica quanto di un’aprioristica bocciatura di un’intera stagione musicale. Solo in questi ultimi anni qualcosa è cambiato negli studi musicologici con l’avvio di un’indagine più attenta, della quale certamente potrà giovarsi anche il Perosi. Conosciuto soprattutto per i suoi oratori (si citano La Passione di N.S. Gesù secondo San Marco, 1897, La risurrezione di Cristo, 1898, Il Natale del Redentore, 1899), il compositore tortonese vanta una produzione ampia che, accanto all’imponente settore sacro, propone anche pagine strumentali, sinfoniche e cameristiche. Fu il padre Giuseppe, organista nel Duomo di Tortona ad avviare il figlio Lorenzo alla musica. La professione del padre influì anche sugli altri figli: Marziano divenne anch’egli musicista, mentre il maggiore Carlo si dedicò alla carriera ecclesiastica. Lorenzo bruciò le tappe, ad appena 18 anni era assunto come maestro dei novizi e organista all’Abbazia benedettina di Montecassino. Ma oltre agli studi, furono i viaggi e gli incontri a guidare le scelte di Perosi in un momento in cui in Europa si stava avviando una revisione della musica sacra, con l’auspicato ritorno alla purezza del gregoriano e della polifonia cinquecentesca di ispirazione palestriniana. Con il patrocinio di: Perosi svolse in questo campo un ruolo fondamentale. Nel 1893 si recò a Ratisbona che era uno dei centri più autorevoli del Cecilianesimo: lì conobbe Franz Haver Haberl (1840-1910) che aveva riproposto il canto gregoriano dell’Editio Medicea del XVII secolo. L’anno successivo, Perosi visitò invece l’Abbazia di Solesmes dove ebbe contatti con dom Mocquereau che avrebbe fatto parte della commissione incaricata da Pio X di provvedere alla Editio Vaticana. Ancora nel 1894 Perosi fu nominato maestro di cappella in San Marco a Venezia assumendo un ruolo che era stato dei Gabrieli e di Monteverdi. Ordinato sacerdote nel 1895, tre anni dopo fu chiamato a Roma dal papa Leone XIII come direttore perpetuo della Cappella Sistina; prima a fianco del direttore già in carica, Domenico Mustafà, poi, dal 1902 (anno in cui con ordinanza del papa, vivamente auspicata da Perosi, veniva abolito l’utilizzo degli evirati nelle cappelle pontificie) da solo. Nel 1903 il papa Pio X firmò il “Motu proprio” Inter sollicitudines sulla riforma della musica sacra concepita proprio con l’assistenza del musicista tortonese. Intanto nel 1900 a Milano era stato inaugurato il Salone Perosi, nato dalla volontà del compositore di cercare per i propri oratori un luogo di esecuzione diverso tanto dalla Chiesa quanto dal Teatro, prendendo, dunque, le distanze dalla musica sacra che si sentiva normalmente in concerto. E l’ascolto dei suoi oratori, in effetti, evidenzia questa differenza di “tono”: uno stile che appare come il frutto di più influenze rilette e fatte proprie da una personalità genuinamente e profondamente religiosa: l’innegabile culto per Johann Sebastian Bach, naturalmente, ma anche gli studi su Palestrina; e poi lo studio della musica sacra francese di Franck e Massenet e, non ultimo, l’approfondimento di un altro compositore appartato e originale, l’austriaco Bruckner. Esperienze diverse che Perosi seppe sintetizzare in una scrittura solida, costruita con mestiere di contrappuntista, ma tesa a preservare un melodismo tipicamente italiano. Una figura, insomma, affascinante e controversa, non priva di conflitti interiori (le frequenti crisi depressive), animata dalla inesauribile aspirazione alla glorificazione dell’Altissimo, alla quale concorrevano, in egual misura, il sacerdote e il musicista. Ufficio stampa Gruppo Areté tel.02 33004397 Con il patrocinio di: mob. 3494330142 email [email protected]