Pedelombarda scarl CORSO DI FORMAZIONE RISCHIO ELETTRICO (d.lgs 81/08 Capo III) MODULO 1 Docente : dott.ing. Paolo Beghelli 1. SOMMARIO 1. SOMMARIO 2 2. OBIETTIVI DEL CORSO 3 3. NORMATIVA ELETTRICA 4 4. PERICOLOSITÀ DELLA CORRENTE ELETTRICA 6 4.1 PREMESSE 6 4.2 PERCEZIONE DELLA CORRENTE ELETTRICA 6 4.3 EFFETTI FISIOPATOLOGICI 6 4.4 LIMITI DI PERICOLOSITA’ DELLA CORRENTE 8 4.5 RESISTENZA ELETTRICA DEL CORPO UMANO 8 4.6 LIMITI DI PERICOLOSITA’ DELLA TENSIONE 9 5. INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO IN CASO DI SCOSSA ELETTRICA 11 6. L’IMPIANTO ELETTRICO IN CASO DI INCENDIO 12 6.1 L’impianto elettrico come causa di incendio 12 6.2 L’impianto elettrico in caso di incendio 12 6.3 Comportamenti in caso di incendio che coinvolga l’impianto elettrico 12 7. SISTEMI DI PROTEZIONE ( NORME CEI 64-8 ) 13 7.1 CONTATTI DIRETTI ED INDIRETTI – DEFINIZIONI 13 7.2 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI 13 7.3 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI (SISTEMI DI CAT. I) 16 7.3.1 7.3.2 7.3.3 7.4 8. UTILIZZO DI APPARECCHI DI CLASSE II (a doppio isolamento) INTERRUZIONE AUTOMATICA DEL CIRCUITO PROTEZIONE PER SEPARAZIONE ELETTRICA PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI (SISTEMI DI CAT.II) MANTENIMENTO DELL’IMPIANTO ELETTRICO IN EFFICIENZA ST03R01A Corso su Rischio elettrico 16 17 21 22 28 pag.2 di 28 2. OBIETTIVI DEL CORSO Il corso si rivolge a lavoratori non addetti a lavori “elettrici” , ma che utilizzano macchinario o apparecchiature elettriche oppure operano in presenza di impianti elettrici anche complessi di categoria 0,I,II ( = 30.000 V) nei cantieri del consorzio di Imprese Pedelombarda scarl . Scopo del corso è quello di formare gli operatori sia dal punto di vista teorico che pratico affinché possano essere definiti dal datore di lavoro come • persone istruite • Persone idonee ad utilizzare macchinario e attrezzature elettriche ed a eseguire lavori non elettrici in presenza di impianti elettrici con tensioni fino a 30.000 V . Docente : dott.ing. Beghelli Paolo Curriculum docente : Iscritto ordine ingegneri della Prov. di Milano Iscritto elenco verificatori legge 46/90 Iscritto elenco collaudatori Reg. Lombardia per gli impianti tecnologici Iscritto elenco professionisti abilitati alla prevenzione incendi legge 818/ Docente di ruolo in tecnologie disegno e progettazione presso ITIS –Marconi- Gorgonzola Partecipazione corsi di aggiornamento Corsi di formazione / aggiornamento per RSPP presso Fondazione ordine ingg. Prov.-Milano e presso Inarsind – sindacato ingegneri e architetti , Macrosettori Ateco 4,6,7,8,9 . Corso di perfezionamento presso CESI – Milano - Tuttonormel – Luoghi con pericolo di esplosione Corso di formazione presso UNI – Nuova direttiva ATEX ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.3 di 28 3. NORMATIVA ELETTRICA La normativa in campo elettrico cui far riferimento ai fini della sicurezza durante i lavori o l’esercizio di impianti elettrici nei cantieri di costruzione è la seguente : d.lgs. 81/08 testo unico sulla sicurezza D.P.R. 164/1956 norme per al prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni D.P.R. 320/1956 lavori in sotterraneo Norme CEI 11-27 lavori su impianti elettrici Norme CEI EN 50110-1 l’esercizio degli impianti elettrici d.LGS.81/08 ( ex d.lgs 626/1994 ) Il d.lgs. 81/08 tratta tutta la materia inerente la sicurezza nei luoghi di lavoro con caratteristiche di legge quadro su tutte le situazioni che possono presentare rischi per I lavoratori . Essa da delle indicazioni generali rimandando poi a leggi o decreti specifici per l’attuazione . Gli aspetti salienti dell’ 81/08 possono essere così riassunti : i soggetti coinvolti sono : • datore di lavoro • lavoratori • responsabile del servizio di prevenzione protezione • rappresentante dei lavoratori per la sicurezza • medico competente le azioni importanti riportate nel decreto e a cura del datore di lavoro sono : • valutazione dei rischi • sicurezza ed ergonomia dei luoghi di lavoro • sicurezza ed ergonomia delle macchine e delle attrezzature • formazione/informazione dei lavoratori • redazione di procedure per determinate lavorazioni • fornitura di DPI ai singoli lavoratori e formazione sul loro utilizzo Per la parte relativa all’impiantistica ed alle macchine ed attrezzature l’osservanza delle leggi specifiche assolve in gran parte l’osservanza delle prescrizioni . Per l’impiantistica elettrica seguire le prescrizioni del DM 37/08 ( ex legge 46/90 ) ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.4 di 28 Per le macchine ed attrezzature utilizzare solo quelle munite di marchio CE Da parte dei lavoratori sussiste l’obbligo all’osservanza delle disposizioni e procedure impartite dal datore di lavoro e all’utilizzo e conservazione in modo consono delle macchine , attrezzature e DPI loro affidati . Nello specifico della sicurezza elettrica La valutazione dei rischi va fatta tenendo conto di tutti i pericoli connessi all’utilizzo delle corrente elettrica per cui per danni diretti e indiretti .Per esempio : incendio , esplosione , caduta del lavoratore , danni causati dalla mancanza di elettricità ( vedi ospedali) , ecc. ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.5 di 28 4. PERICOLOSITÀ DELLA CORRENTE ELETTRICA 4.1 PREMESSE Inizia con questo capitolo l’esame dei metodi di protezione dalle fulminazioni elettriche, metodi aventi lo scopo di aumentare il livello di sicurezza delle attività che comportano l’uso dell’elettricità. L’obiettivo dei metodi di protezione non è quello di realizzare la sicurezza assoluta, quanto piuttosto un accettabile livello di sicurezza, in relazione all’attività svolta, alle persone coinvolte, all’entità di danno probabile che si avrebbe al verificarsi di un evento sfavorevole. Il richiamo alle persone coinvolte è importante : le stesse norme fanno riferimento a personale addestrato e non; è evidente, per esempio, che predisporre sistemi che impediscano il contatto con parti chiaramente in tensione è più importante in un’abitazione che in una centrale elettrica, appunto per il diverso livello di conoscenza del pericolo delle persone interessate. Apprestare sistemi per la protezione dai pericoli della corrente elettrica presuppone la conoscenza di tale pericolosità ed è questo l’obiettivo del presente capitolo. 4.2 PERCEZIONE DELLA CORRENTE ELETTRICA Gli organismi viventi sono molto sensibili alle correnti elettriche, com’è noto sin dai tempi degli esperimenti di Galvani e Volta. Nel caso di contatto tra mano e filo di rame sono stati rilevati i seguenti valori come soglia di percezione. corrente continua 5 mA (uomini) 3,5 mA (donne) corrente alternata a 60 Hz 1,1 mA (uomini) 0,7 mA (donne) E’ da notare che la parte del corpo umano più sensibile alla corrente è la lingua, con soglia di percezione di circa 50µA . Sui valori precedenti ha notevole influenza la frequenza : la corrente continua e le ad alta frequenza sono meno avvertite di quelle a frequenza industriale.: 4.3 EFFETTI FISIOPATOLOGICI Il passaggio di corrente elettrica attraverso il corpo umano può produrre vari effetti, consistenti generalmente in alterazioni delle varie funzioni vitali (controllo dei movimenti, respirazione, battito cardiaco) e lesioni al sistema nervoso, ai vasi sanguigni, all’apparato visivo e uditivo, all’epidermide, ecc-. Tra i vari fenomeni alcuni sono particolarmente frequenti e pericolosi; l’indagine sperimentale, condotta sia su persone che su animali, ha permesso di stabilire dei valori statistici medi della corrente per la quale si ha l’insorgenza di tali fenomeni. ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.6 di 28 Tetanizzazione dei muscoli Consiste nella contrazione involontaria dei muscoli interessati al passaggio della corrente, non più comandati dagli impulsi elettrici fisiologici. Nella forma più grave non consente all’interessato di staccarsi dalla parte in tensione, prolungando quindi il contatto e producendo effetti ancor più dannosi. Il fenomeno della tetanizzazione non si verifica per correnti di elevata intensità, conseguenti a contatto con parti in alta tensione: è possibile in questo caso, data la violenta contrazione del muscolo, che il contatto sia brevissimo e non comporti gravi conseguenze. Difficoltà e arresto della respirazione Correnti di durata maggiore anche di valori non elevati, possono provocare difficoltà e arresto della respirazione, con effetti sempre più gravi all’aumentare dell’intensità della corrente e della durata del contatto. La causa va ricercata nella contrazione dei muscoli addetti alla respirazione e nella paralisi dei centri nervosi da cui dipende questa funzione. Il fenomeno è reversibile solo se si interviene entro pochi minuti dall’infortunio. Fibrillazione ventricolare E’ l’effetto più pericoloso prodotto dal passaggio di corrente nel corpo umano ed è quello che provoca il maggior numero di decessi per folgorazione elettrica. La fibrillazione ventricolare è uno stato di asincronismo completo delle fibre miocardiche ventricolari, durante il quale ciascuna fibra sviluppa una contrazione propria e indipendente. La presenza di correnti esterne fa perdere l’ordine di azionamento ritmico, generando una contrazione scoordinata e caotica che impedisce al cuore di svolgere la sua funzione e che porta alla morte per arresto cardiaco e della circolazione sanguigna. La fibrillazione si automantiene, per cui, una volta innescata, continua anche se cessa la causa che l’ha provocata. La morte del soggetto può essere impedita solo con la defibrillazione, mediante un apposito apparecchio defibrillatore da usarsi entro pochi minuti. Questo tempo può essere prolungato con il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Un caso particolare, estremamente pericoloso, è quello del contatto interno che si verifica, per esempio, in pazienti ricoverati in unità coronariche e aventi cateteri in prossimità del cuore. In questo caso la corrente può fluire attraverso il catetere, andando tutta a interessare il muscolo cardiaco, raccogliendosi sulla piccola superficie a contatto con l’elettrodo. In questa zona la densità di corrente può diventare tale da provocare fibrillazione, anche se la corrente totale immessa nel corpo ha valori molto più piccoli che nel caso di contatto esterno. Altro fattore da considerare è lo stato di salute generale dell’infortunato : la debolezza fisica conseguente a malattia o ad altro fa diminuire la soglia di fibrillazione, rendendo più probabile il suo innesco. Per questa ragione gli impianti elettrici per ospedali e locali medici sono soggetti a norme di prevenzione degli infortuni più severe rispetto a quelle per ambienti normali. Ustioni Le ustioni sono prodotte dal calore sviluppato per effetto Joule dalla corrente che fluisce attraverso il corpo. La pelle è il tessuto più esposto alle ustioni. Densità di corrente di qualche mA/mm2 provocano già ustioni per durate dell’ordine del secondo, mentre densità di circa 50 mA/mm2 provocano, in pochi secondi, la carbonizzazione della pelle. ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.7 di 28 Siccome la corrente elettrica passa preferibilmente all’interno del corpo umano, può causare gravi lesioni interne. 4.4 LIMITI DI PERICOLOSITA’ DELLA CORRENTE Nel caso, generalmente più frequente, di contatto esterno con corrente alternata a frequenza industriale, i limiti di pericolosità si possono così riassumere: - per correnti fino a un valore convenzionale di 0,5 mA (soglia di percezione) il passaggio di corrente non provoca alcuna reazione, qualunque sia la sua durata; - per correnti fino a 10mA (limite di rilascio), di durata qualsiasi, non si hanno in genere effetti fisiopatologici pericolosi e il soggetto è sempre in grado di staccarsi dal contatto; tale valore si può considerare come il limite di pericolosità convenzionale; - valori di corrente superiori a 10mA non producono ancora effetti fisiopatologici pericolosi e si è in grado di staccarsi dal contatto, a patto che la durata sia contenuta entro limiti decrescenti all’aumentare della corrente, per esempio con corrente di 100mA è ammissibile un contatto di durata non superiore a 0,1s; - correnti maggiori producono effetti sempre più gravi, quali difficoltà di respirazione, asfissia, blocco respiratorio, fibrillazione ventricolare con probabilità di innesco sempre maggiore; all’aumentare della durata del contatto la pericolosità aumenta, nel senso che diminuisce la corrente necessaria a produrre i vari effetti. 4.5 RESISTENZA ELETTRICA DEL CORPO UMANO Si detto nel paragrafo precedente che, nel caso di corrente alternata a frequenza industriale, si può assumere pari a 10mA il limite di pericolosità convenzionale. Ai fini pratici interessa però maggiormente quale valore di tensione è in grado di far circolare attraverso il corpo una determinata corrente. Indicando con Ip la corrente che fluisce attraverso la persona e con Rc la resistenza del corpo tra i punti di contatto, il prodotto Rc Ip = Vc è la tensione di contatto a cui è soggetto il corpo umano. Dalle considerazioni fatte risulta evidente l’importanza di definire con una buona approssimazione i valori che assume la resistenza del corpo umano tra i punti di contatto. Indicativamente si può considerare una resistenza pari a circa 2000/3000 ohm . In condizioni di pelle bagnata con acqua il valore di Rc si riduce del 25% rispetto ai valori normali Nel caso di mani sudate (soluzione conduttrice) la riduzione è anche del 50%. Nel caso che il contatto avvenga mediante l’interposizione di strati isolanti (guanti, calzature, pedane ecc.), alla resistenza Rc occorre aggiungere quella degli altri elementi; la resistenza complessiva può raggiungere in questo caso valori molto alti, rendendo tollerabili, a parità di corrente fluente nel corpo, tensioni dell’ordine delle migliaia di volt. ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.8 di 28 4.6 LIMITI DI PERICOLOSITA’ DELLA TENSIONE Si è visto nel paragrafo precedente che il prodotto : Vc = Rc Ip dà la tensione di contatto a cui è soggetto il corpo umano durante il passaggio della corrente Ip. Valori della tensione di contatto inferiori a 50V in alternata e 120V in continua si considerano sopportabili per un tempo teoricamente infinito, aumentando la tensione si riduce il tempo massimo di sopportabilità, in accordo con quanto detto sugli effetti della corrente. La normativa CEI fa riferimento al tempo di 5 s; la tensione corrispondente Vt = 50V è detta tensione di contatto limite ed è il valore della tensione di contatto a vuoto sopportabile in condizione di sicurezza per un tempo massimo di 5 s. Per ambienti di particolare pericolosità, come cantieri e locali medici, il valore limite è stato ridotto a 25V. Nei locali adibiti ad uso medico sono necessari anche alcuni interventi addizionali come la messa a terra delle masse e masse estranee La ragione di tale riduzione sta nel minor valore di resistenza complessiva (Rc + Rtp) che è possibile presentare in tali luoghi. CURVA DI PERICOLOSITA’ TEMPO /CORRENTE ( IN C.A.) ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.9 di 28 ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.10 di 28 5. INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO IN CASO DI SCOSSA ELETTRICA In caso di persona colpita da scossa elettrica i primi interventi , in attesa del medico , consistono in : Togliere tensione al circuito , aprendo l’interruttore generale ,prima di avvicinarsi alla persona colpita Se la persona non respira procedere con la respirazione artificiale con un metodo conosciuto Se la persona ha il cuore in fibrillazione utilizzare un apparecchio defibrillatore nel più breve tempo possibile ( pochi minuti ). Eventualmente cercare di guadagnare tempo con massaggio cardiaco e respirazione artificiale . In caso di ustioni procedere con le cure del caso Accertarsi di eventuali lesioni interne dovute ad ustioni causate dal passaggio delle corrente elettrica. ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.11 di 28 6. L’IMPIANTO ELETTRICO IN CASO DI INCENDIO 6.1 L’impianto elettrico come causa di incendio Un impianto elettrico progettato , realizzato e mantenuto a regola d’arte è assai difficile che possa essere causa primaria di incendio . La protezione degli impianti contro i rischi di incendio è infatti prescritta dalle norme CEI . Più spesso quando si da in prima battuta la colpa all’impianto elettrico si tratta o di impianti obsoleti o comunque non a regola d0’arte o che pur eseguiti correttamente hanno visto nel tempo mutare l’ambiente circostante . Ad esempio un impianto elettrico eseguito a regola d’arte per un negozio di salumiere può essere non adatto se l’attività diventa vendita di vernici e solventi oppure tessuti sintetici .Oppure più spesso vengono utilizzate apparecchiature elettriche in modo non conforme alle norme o alle istruzioni del fabbricante ( fornello elettrico appoggiato a moquette , faretti alogeni vicino a strutture in legno , salviette ad asciugare sopra stufette elettriche , ecc. ecc…. ). Quindi l’uso improprio dell’impianto o di apparecchiature elettriche può senz’altro essere causa di incendio . 6.2 L’impianto elettrico in caso di incendio In caso di incendio comunque l’impianto elettrico può contribuire ad alimentarlo o ad aggravarne le conseguenze .Soprattutto i cavi elettrici in grande quantità possono costituire un pericolo sia come combustibili veri e propri sia come sorgenti di emissione di fumi e gas tossici .Attualmente i cavi utilizzati negli impianti ( diciamo da una decina d’anni ) sono tutti di tipo non propagante l’incendio , mentre in alcuni ambienti , sia per motivi legati all’aerazione che alle difficoltà di sfollamento in caso di incendio ,vengono prescritti anche di tipo “ a basso sviluppo di fumi e gas tossici “ ( per esempio nei luoghi di ritrovo e spettacolo ). I cavi , specialmente quelli isolati in PVC possono infatti sprigionare in caso di incendio oltre a fumi e gas ricchi di alogenuri ( cloruri ) . 6.3 Comportamenti in caso di incendio che coinvolga l’impianto elettrico In caso di principio di incendio causato dall’impianto , per esempio con scariche o scintille , spesso basta aprire l’interruttore generale per eliminare sia causa che effetto , in quanto come già detto ormai i cavi e le apparecchiature elettriche hanno buone proprietà “ autoestinguenti” . Nel caso generale di incendio occorre comunque seguire le direttive del piano di sicurezza aziendale ricordando che : - prima di procedere a operazioni di spegnimento occorre sezionare l’impianto elettrico agendo sull’interruttore generale - in caso di interventi di spegnimento su impianti elettrici utilizzare esclusivamente estintori di tipo B o C (a polvere o CO2). - in caso di incendio che coinvolga quantità sensibili di cavi elettrici aerare il più possibile per evacuare fumi e gas ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.12 di 28 7. SISTEMI DI PROTEZIONE ( norme CEI 64-8 ) 7.1 CONTATTI DIRETTI ED INDIRETTI – DEFINIZIONI Norme CEI 64-8 /2 PARTI ATTIVE : CONTATTO DIRETTO : contatto con una parte dell’impianto elettrico in tensione , che si trova normalmente in tensione CONTATTO INDIRETTO : contatto con una parte dell’impianto elettrico in tensione , normalmente non in tensione ma che può andare in tensione a causa di un cedimento dell’isolamento principale . MASSA : parte metallica di un impianto che può andare in tensione in caso di cedimento dell’isolamento principale 7.2 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI OSTACOLI : protezione parziale , la protezione non impedisce l’accesso intenzionale o accidentale a parti in tensione . E’ idoneo in luoghi ove hanno accesso persone addestrate BARRIERE : protezione contro il contatto con parti in tensione nelle direzioni di normale accesso ( protezione parziale o totale . INVOLUCRI : protezione contro i contatti diretti tramite isolamento conforme alla tensione nominale e grado di protezione IP adatto all’ambiente ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.13 di 28 ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.14 di 28 ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.15 di 28 BASSISSIMA TENSIONE DI SICUREZZA Circuiti SELV : tensione fino a 25 Volt , trasformatore di sicurezza , nessun punto a terra Circuiti PELV : come circuito SELV ma con secondario a terra Circuiti FELV : non hanno tutte le caratteristiche dei circuiti SELV e PELV per cui non sono idonei da soli alla protezione contro i contatti diretti ( aggiungere ad esempio involucri ) L’utilizzo di apparecchi a bassissima tensione di sicurezza permette di lavorare in assoluta tranquillità, in quanto tensioni = 24V non sono ritenute pericolose. Tali apparecchi sono alimentati tramite un trasformatore 230/24/12 Volt che però deve essere marcato “di sicurezza “ e con marchio CE. Se il trasformatore non è di sicurezza, possono crearsi situazioni di pericolo in caso di guasti in quanto il trasformatore deve costituire una barriera sicura tra impianto a tensione normale (230V) e l’apparecchio. 7.3 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI (SISTEMI DI CAT. I) Tenere presente il concetto di “ doppia barriera “ 7.3.1 UTILIZZO DI APPARECCHI DI CLASSE II (a doppio isolamento) Esistono in commercio apparecchi di classe II, noti come “ a doppio isolamento”. Questo tipo di protezione è prescritta per gli apparecchi portatili ( per es. asciugacapelli, trapani, ecc.), In essi non è presente (anzi è proibito) il polo di terra e la sicurezza è garantita da un doppio strato di isolamento rispetto al normale. Occorre fare attenzione nel sostituire le spine di tali apparecchi solo con cordoni già predisposti a 2 poli. ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.16 di 28 7.3.2 INTERRUZIONE AUTOMATICA DEL CIRCUITO Tale modalità prevede l’intervento di un dispositivo di protezione in caso di difetto dell’isolamento principale con possibile contatto a massa . Le modalità di protezione dipendono dalla configurazione del sistema elettrico . SISTEMA TT Collegamento a terra di tutte le masse Interruzione automatica del circuito di alimentazione secondo la relazione : Ra ≤ 50 / Id Ra = resistenza dell’ impianto di terra nel punto di guasto 50 V tensione limite ( per i cantieri la tensione limite è 25 Volt) Id = corrente di intervento del dispositivo di protezione entro 5 sec. ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.17 di 28 ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.18 di 28 SISTEMA TN Collegamento a terra di tutte le masse Interruzione automatica del circuito di alimentazione secondo la relazione Zs x Ia ≤ Uo dove Zs = impedenza dell’anello di guasto Ia = corrente di intervento del dispositivo di interruzione entro 5 sec oppure entro i valori riportati in tabella Uo = tensione nominale in valore efficace verso terra ST03R01A Uo (V) TEMPO INTERRUZIONE (sec) 120 0,8 230 0,4 400 0,2 >400 0,1 Corso su Rischio elettrico pag.19 di 28 SISTEMA IT Collegamento di tutte le masse a terra Deve essere soddisfatta la seguente relazione RtxId ≤ 50 V Ra = resistenza dell’ impianto di terra 50 V tensione limite Id = corrente di guasto per primo guasto a terra . Si deve prevedere un dispositivo di controllo di isolamento che rilevi il primo guasto a terra . Non è necessario interrompere il circuito per primo guasto a terra . Il secondo guasto a terra evolve in corto circuito per cui interviene il dispositivo di massima corrente ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.20 di 28 7.3.3 PROTEZIONE PER SEPARAZIONE ELETTRICA Tale modalità prevede l’installazione di un trasformatore di isolamento senza punti del secondario a terra . Le masse devono essere collegate tra di loro ma non a terra . Può essere installato un controllo di isolamento . L’impianto non deve essere molto esteso per limitare le correnti di dispersione capacitive . ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.21 di 28 7.4 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI (SISTEMI DI CAT.II) Nel nostro caso , essendo la fornitura in MT , occorre soddisfare anche le prescrizioni previste dalle norme 111. Le norme prevedono la connessione tra l’impianto di terra di MT con quello di bt per cui la tensione ammissibile di contatto deve soddisfare le condizioni sottoriportate . ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.22 di 28 ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.23 di 28 Nel caso i cui la resistenza di terra non soddisfi alle condizioni poste dalla norma , occorre procedere alla misura delle tensioni di passo e contatto . Importante per ottenere la massima sicurezza è la realizzazione di una maglia equipotenziale , facendo attenzione alle situazioni che potrebbero crearsi ai bordi delle stessa , ove il gradiente di tensione è sempre più elevato . ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.24 di 28 8. LUOGHI CONDUTTORI RISTRETTI ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.25 di 28 9. LAVORI SU IMPIANTI ELETTRICI 9.1 Normativa La normativa di riferimento per i lavori su impianti elettrici e per il loro esercizio , è costituita i particolare da Norme CEI 11-27 lavori su impianti elettrici Norme CEI EN 50110-1 l’esercizio degli impianti elettrici Nel settore dei lavori in galleria si applicano anche le prescrizioni del DPR 320 /1956 9.2 Definizioni Vengono riportate alcune definizioni elencate nelle norme CEI 11-27 e CEI EN 50110 Per le altre definizioni si rimanda al testo delle norme Lavoro sotto tensione : Ogni attività in cui l’operatore entra deliberatamente nell zona di lavoro sotto tensione con qualsiasi parte del corpo o con attrezzi /utensili , apparecchi o dispositivi da lui maneggiati Lavoro fuori tensione : ogni attività su impianti elettrici dopo che è stata sezionata l’alimentazione emesse in atto tutte le procedure di sicurezza previste Persona esperta PES : Persona con istruzione, conoscenza ed esperienza rilevanti tali da consentirle di analizzare i rischi e di evitare i pericoli che l’elettricità può creare Persona Avvertita PAV : Persona adeguatamente avvisata da persone sperte per metterla in grado di evitare i pericoli che l’elettriità può creare Persona Comune PEC : persona né esperta né avvertita Persona idonea : persona esperta , che per le sue capacità professionali e attitudini e competenze personali è autorizzata ad eseguire lavori sotto tensione Responsabile dell’impianto : persona designata alla più altra responsabilità nelle conduzione dell’impianto elettrico Preposto ai lavori : persona designata alla più altra responsabilità della conduzione del lavoro ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.26 di 28 Distanza limite DL : distanza regolamentata che varia al variare della tensione di esercizio dell’impianto Distanza di prossimità Dp: distanza regolamentata che si ottiene aggiungendo alla DL una quantità pari a 0,50 metri in bt e 1 metro in A.T. ( sino a 110 kV) 9.3 PIANO DI LAVORO Sia per lavori fuori tensione che sotto tensione è indispensabile predisporre un piano di lavoro Il piano di lavoro deve essere scritto nel caso di impianti complessi Nel caso di lavoro elettrico fuori tensione la procedura può essere riassunta nei seguenti punti essenziali : Nome CEI 11-27 – lavori su impianti elettrici Art. 11 il lavoro fuori tensione (bt e AT) individuare la zona di lavoro sezionare completamente la parte d’impianto interessata dal lavoro prendere provvedimenti contro la richiusura intempestiva dei dispositivi di sezionamento verificare che l’impianto sia fuori tensione eseguire la messa a terra e in corto circuito delle parti attive sezionate realizzare le misure di protezione verso le eventuali altre parti attive adiacenti Nel caso di lavoro elettrico sotto tensione devono essere predisposti i necessari DPI per l’operatore . Vale la regola della doppia barriera ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.27 di 28 10. MANTENIMENTO DELL’IMPIANTO ELETTRICO IN EFFICIENZA L’impianto deve essere anche mantenuto efficiente nel tempo per non abbassare il livello di sicurezza . Periodicamente ( almeno ogni 6 mesi ) è opportuno eseguire una verifica generale degli impianti secondo i seguenti criteri : Esame a vista Esaminare le modalità di installazione dei materiali e delle apparecchiature per verificare la rispondenza alla normativa vigente e che non siano stati modificati i gradi di protezione certificati dai costruttori. Verificare le modalità di posa dei conduttori all’interno delle condutture. Prove di funzionalità Con l’impianto in tensione provare i circuiti di alimentazione e di accensione delle lampade e di alimentazione delle varie utenze. In particolare verificare il corretto intervento dell’illuminazione di sicurezza . Prove intervento interruttori differenziali Con strumento specifico verificare i tempi d’intervento degli interruttori differenziali a protezione delle linee d’alimentazione dei circuiti. Collegamenti equipotenziali e continuità conduttori di protezione Con strumento specifico verificare i collegamenti equipotenziali sulle masse e sulle masse estranee dell’impianto e la continuità dei conduttori di protezione . VERIFICHE ISPETTIVE PERIODICHE Ai sensi del DPR 462/01 , periodicamente gli impianti devono essere sottoposti a verifica da parte degli organi ispettivi ( ISPESL , ASL) oppure da organismi qualificati autorizzati dal Min. Interni . Per i cantieri la verifica è prevista ogni due anni . Ovviamente trovare esistente in cantiere da parte di questi organismi , un programma efficiente di verifiche semestrali o almeno annuali è sicuramente un aspetto qualificante . giugno 2013 Dott.ing. Paolo Beghelli ST03R01A Corso su Rischio elettrico pag.28 di 28