Viscoelasticità dei tessuti soffici Assunta Borzacchiello, Luigi Nicolais tessuti soffici (quali corpo vitreo, tessuti mucosi, derma, liquido sinoviale) sono materiali multicomponenti organizzati in una struttura ordinata gerarchicamente dalla scala nanometrica a quella macrometrica, che sovrintende alle proprietà e di conseguenza alle molteplici funzioni a cui essi assolvono. Essi possono essere schematizzati come sistemi di fibrille insolubili (proteine collageniche) e polimeri solubili (proteoglicani e glicosamminoglicani) che svolgono funzioni strutturali e meccaniche primarie quali quelle di assorbire gli shock meccanici e quindi di proteggere i tessuti circostanti da traumi e di mantenere la forma degli organi [1]. I tessuti soffici sono in grado di svolgere queste importanti funzioni grazie a specifiche proprietà reologiche ovvero grazie alle loro proprietà viscoelastiche. Le proprietà viscoelastiche del muco regolano, ad esempio, l’efficienza del meccanismo di eliminazione muco-ciliare. Nella maggior parte delle malattie ostruttive che coinvolgono l’apparato respiratorio, infatti, vi è un una drastica modificazione ovvero un aumento delle proprietà viscoelastiche dei muchi e molte strategie terapeutiche mirano alla riduzione e quindi ad un ripristino delle proprietà viscoelastiche del muco in condizioni fisiologiche. Anche il liquido sinoviale che riempie le cavità diartoidali dell’uomo e dei mammiferi è capace di svolgere le sue funzioni biomeccaniche di trasmissione dei carichi, lubrificazione e protezione I della cartilagine articolare grazie al suo comportamento viscoelastico. Quando l’articolazione si flette lentamente, e cioè a basse velocità di deformazione (condizione di riposo o passeggiata) il liquido sinoviale si comporta come un fluido viscoso ossia come un lubrificante. Al contrario, ad alte velocità di deformazione, ad esempio durante una corsa, si comporta come un solido elastico in grado quindi di assorbire gli shock meccanici e trasferire i carichi. In condizioni patologiche, il liquido sinoviale perde queste proprietà viscoelastiche, si comporta sempre come un fluido viscoso e non è più in grado, quindi, di proteggere i tessuti articolari da danni meccanici durante i movimenti veloci. Per modulare e specializzare le funzioni biomeccaniche e conseguentemente le proprietà viscoelastiche dei tessuti soffici la natura regola ed ottimizza la loro struttura, ad esempio attraverso la modulazione delle proprietà biochimiche della loro componente macromolecolare. Attraverso lo studio delle proprietà reologiche è quindi possibile stabilire una relazione tra struttura-funzione-proprietà dei tessuti soffici. La comprensione di questa relazione può essere di ausilio nell’ingegnerizzazione di sostituti capaci di coadiuvare o di sostituire le funzioni dei tessuti soffici. [2] In questo articolo saranno discusse le proprietà viscoelastiche del corpo vitreo animale ed in particolare l’effetto della specie e del genere, con lo scopo di analizzare l’influenza della strutc ~ ´ παντα ρει Maggio - Agosto 2006 5 Assunta Borzacchiello, Luigi Nicolais tura sulle proprietà viscoelastiche di questo tessuto. Il corpo vitreo Il corpo vitreo, vitreo o umore vitreo, è un tessuto connettivo trasparente che riempie la cavità posteriore degli occhi dei vertebrati; è situato tra il cristallino e la retina ed occupa un volume di circa 4 ml, che è pari ai 3/4 dell’intero occhio (figura1). Il vitreo è costituito quasi interamente da acqua (circa 97%) e da tre componenti macromolecolari principali: collagene, acido ialuronico (HA) e proteoglicani (PG). Dal punto di vista strutturale il corpo vitreo può considerarsi come un composito naturale formato da una matrice viscoelastica di macromolecole di acido ialuronico altamente idratate rinforzata rigide fibrille di collagene (con un diametro di 10 nm) (figura 2) [3, 4]. Questa struttura consente al corpo vitreo di essere trasparente e di mantenere la forma del globo oculare. Da un Fig. 1 – Bulbo oculare. 6 punto di vista biomeccanico il vitreo mostra un comportamento viscoelastico che gli consente di resistere a improvvisi sforzi di compressione e sollecitazioni meccaniche (vibrazioni, traumi diretti ed indiretti, movimenti oculari rotatori) in maniera tale da proteggere la retina e i tessuti circostanti [5]. Si ritiene che tra i suoi costituenti sia il reticolo di acido ialuronico ad essere responsabile delle proprietà viscoelastiche del vitreo. Ciò è supportato dal fatto che alcune importanti malattie oftalmiche, come la retinopatia diabetica proliferativa e il distacco della retina, sono strettamente collegate ad alterazioni dell’HA [6, 7]. Per definire meglio, quindi, il ruolo dell’HA nel controllo delle proprietà viscoelastiche del corpo vitreo e per capire come queste proprietà possono essere correlate con la composizione macromolecolare, in questo lavoro è stato effettuato uno studio reologico e Fig. 2 – Organizzazione del vitreo: 1) acido ialuronico, 2) fibrilla di collagene, 3) fibre di collagene, 4) acqua. c ~ ´ παντα ρει Maggio - Agosto 2006 Viscoelasticità dei tessuti soffici biochimico di vitrei animali. In particolare, il comportamento reologico è stato studiato in funzione del genere e della specie dell’animale (maiale, pecora, capra e coniglio). Questi risultati sono stati correlati ai cambiamenti della composizione del vitreo dovuti alle variazioni di concentrazione e peso molecolare dell’ HA. Materiali e metodi I vitrei delle diverse specie animali sono stati ottenute dal macello: maiale (età: 45 mesi), pecora (età: 1-2 mesi), capra (età: 5 mesi) e coniglio (età: 5 mesi). Subito dopo essere stati macellati, gli occhi degli animali sono stati espiantati, immersi in soluzione Ringer ed conservati a 4°C per un massimo di 2 giorni. Le prove sono state completate in 30 minuti dopo aver separato accuratamente sclera, cornea e retina dall’umor vitreo. Le proprietà reologiche del vitreo sono state valutate con un reometro rotazionale Bohlin VOR (Bohlin Reologi A B, Lund, Svezia). L’acido ialuronico è stato estratto dall’umor vitreo degli animali usando il metodo di Bishop [8]. Il peso molecolare medio viscosimetrico e la concentrazione media dei campioni estratti di HA sono stati misurati indirettamente usando elettroforesi su gel di agarosio [9]. L’elettroforesi ha fornito la distribuzione del peso molecolare (comportamento gaussiano) dei campioni di HA. L’indice di polidispersione (ID) è stato determinato valutando la metà dell’altezza/larghezza delle curve di distribuzione (gaussiane). Risultati e discussione In figura 3 vengono riportati gli spettri della risposta in frequenza dei moduli G’ e G’’ del corpo vitreo di coniglio, pecora e maiale. In figura 4 sono invece riportate le medesime grandezze dei vitrei caprini maschio e femmina. Dalle figure si evince che nell’intervallo di frequenze analizzate (0.05 – 10 Hz), il modulo elastico G’ è sempre maggiore del modulo dissipativo G’’; non si notano variazioni significative dei moduli con la frequenza. Inoltre, il fattore di perdita (tanδ) per tutte le specie animali studiate, alla frequenza di 1Hz, ha valori compresi tra Fig. 3 – Spettro meccanico del corpo vitreo di diverse specie animali: coniglio, maiale, pecora. c ~ ´ παντα ρει Maggio - Agosto 2006 7 Assunta Borzacchiello, Luigi Nicolais Fig. 4 – Spettro meccanico del corpo vitreo caprino maschio e femmina. 0.15 e 0.5. Da questi risultati si evince che il vitreo ha un comportamento reologico tipico di un gel debole. Il valore dei moduli dipende in maniera significativa dalla specie, in particolare il modulo elastico assume valore 3.7 Pa nel caso di coniglio, mentre è 130 Pa per il maschio di capra. In generale il vitreo di capra maschio ha proprietà che sono di circa un ordine di grandezza superiori a quelle delle altre specie animali ed inoltre sono dipendenti dal genere. Per coniglio e maiale, non si osserva tale dipendenza dal genere. Giacché la più importante funzione biologica del vitreo consta nell’essere capace di assorbire gli shock meccanici, i dati succitati possono essere interpretati ipotizzando che il vitreo è sottoposto a differenti stati tensionali per le varie specie animali. Si ritiene che sia l’HA il componente che maggiormente regola le proprietà reologiche del corpo vitreo. L’HA è, infatti, una macromolecola altamente idrofila che possiede un elevato volume escluso, il che si riflette in un alto valore del coefficiente d’attrito e di conseguenza in una 8 c ~ elevata viscosità e modulo del vitreo. Inoltre le molecole di HA ad alto peso molecolare, così come i proteoglicani, possono formare aggregati macromolecolari con comportamento da gel [10, 11]. Tuttavia, non è da trascurare il ruolo delle fibre di collagene nelle proprietà meccaniche dei tessuti soffici, ruolo ampiamente descritto in letteratura [1]. Dai dati presentati sul comportamento reologico di vitrei naturali, non risulta possibile scindere il contributo dell’HA da quello del collagene, giacché entrambi i biopolimeri mostrano qualitativamente lo stesso comportamento in vitro. Al fine di comprendere più in dettaglio il ruolo dell’HA nel corpo vitreo, sono stati determinati concentrazione, peso molecolare e distribuzione del peso molecolare dell’HA nel vitreo di capra (maschio, femmina adulti, e giovani) e di coniglio, attraverso elettroforesi in gel di agarosio. I risultati sono sintetizzati in tabella 1. Le proprietà macromolecolari del vitreo di animali adulti sono piuttosto simili. Il peso molecolare per capra femmina adulta è 412 kDa mentre per coni- ´ παντα ρει Maggio - Agosto 2006 Viscoelasticità dei tessuti soffici Tab. 1 – Peso molecolare (Mv), indice di polidispersività (ID) e concentrazione dell’acido ialuronico contenuto nei vitrei animali. glio è 590 kDa. La concentrazione per capra maschio e femmina è 0.7 e 0.5 mg/ml rispettivamente, mentre è 0.05 mg/ml per il coniglio. Le proprietà reologiche dell’acido ialuronico sono state ampiamente studiate [8]. Soluzioni di HA aventi peso molecolare e concentrazione paragonabili a quelle trovate nei corpi vitrei si comportano come soluzioni viscose (G’’>G’). Questi risultati portano a concludere che il comportamento viscoelastico del corpo vitreo non può essere ascritto al solo acido ialuronico. Inoltre, le differenze tra peso molecolare, distribuzione del peso molecolare e concentrazioni non possono da sole giustificare le differenze che si riscontrano tra le proprietà reologiche di vitreo di capra maschio e quelle delle altre specie animali. Questo è confortato dall’osservazione che il vitreo di capra giovane, pur possedendo acido ialuronico di minor peso molecolare e più bassa concentrazione, ha proprietà meccaniche paragonabili a quelle di vitreo capra femmina adulta. In conclusione il comportamento viscoelastico del corpo vitreo non può essere attribuito alla sola matrice di HA ma piuttosto alle complesse interazioni tra acido ialuronico e fibre di collagene. Conclusioni In questo lavoro è stato studiato il comportamento reologico del corpo vitreo di diverse specie animali in funzione del genere. Il vitreo animale possiede un comportamento reologico tipico di un gel debole. I moduli elastici dipendono dalla specie, variando tra 3,7 Pa (coniglio) e 130 Pa (maschio della capra); il genere, tranne che per la capra, non ha influenza sulle proprietà viscoelastiche. Lo studio delle proprietà reologiche dei vitrei animali insieme all’analisi biochimica di questi ultimi, ha permesso di concludere che il comportamento reologico del vitreo non può essere attribuito alla sola componente macromolecolare di acido ialuronico ma più probabilmente all’interazione fra l’acido ialuronico e il network di collagene. Infatti, soluzioni di HA di peso molecolare e concentrazione paragonabili a quelle presenti nel corpo c ~ ´ παντα ρει Maggio - Agosto 2006 9 Assunta Borzacchiello, Luigi Nicolais vitreo si comportano come liquido viscoso e non come gel debole. L’analisi reologica è quindi un valido strumento nello studio delle relazione esistente tra il comportamento meccanico e la struttura dei tessuti soffici quali il corpo vitreo, fornendo molte informazioni necessarie per la progettazione di sostituti ottimali di tali tessuti. Bibliografia 1. Scott J.E., Biochem. J., 252, 313-323, 1988 2. Borzacchiello A., Ambrosio L., Netti P.A., Nicolais L.,“Rheology of biological fluids and their substitute”. In Tissue Engineering and Novel Drug Delivery Systems, (M.J. Yaszemski, D.J. Trantolo, K.U. Lewandroski, V. Hasirci, D.E. Altobelli, D.L. Wise, Editors), Marcel Dekker Inc, 2004 New York, 265-280. ISBN: 0-8247-4786-0 3. J.E. Scott, Eye, 6, 553-55, 1992. 4. E.A. Balazs and J.L. Denlinger in “The Eye, Vol. Ia, Vegetative Physiology and Biochemistry” edited by H. Davson, 3d edition (Academic Press, New York,1984). 5. F.A. Bettelheim and T.J.Y. Wang, Exp. Eye Res., 23, 435-411, 1976. 6. J.Sebag and E.A. Balazs, Trans. Ophthalmol. Soc. 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