INTERVALLI 1) primo concetto: trovare il numero giusto! ( 3° maggiore - 5° giusta) Per leggere con facilità gli intervalli si parte sempre dalle note senza alterazioni: DO RE MI FA SOL LA SI DO Gli intervalli vengono identificati con dei numeri cosidetti “ordinali”, che identificano l’ordine delle note (senza alterazioni), ovvero la posizione della “seconda” nota rispetto alla “prima”. Un po’ come se stilassimo una classifica di arrivo di una gara o posizione di partenza di F1, oppure contassimo una fila di alunni o leggessimo la posizione in classifica della nostra squadra del cuore, insomma scegliete voi il paragone che vi è più familiare. In poche parole è più semplice di quanto si possa immaginare, si tratta semplicemente di contare fino a 10! Trattandosi di note (termine femminile), non avremo “primo-secondo-terzo…..intervallo”, ma “intervallo di prima-seconda-terza….nota dopo la prima” Ad esempio, se devo individuare l’intervallo tra il SI e il La (SI-LA), mi devo chiedere in quale posizione si trova il LA rispetto al SI, ovvero non faccio altro che contare le note di una scala ascendente di note naturali partendo dal SI: PARTENZA…………………………………………………………………………..ARRIVO! SI 1 1°(nota) DO 2 2°(nota) RE 3 3°(nota) MI 4 4°(nota) FA 5 5°(nota) SOL 6 6°(nota) LA 7 7°(nota) Ho contato 7 note quindi posso dire che è un “intervallo di 7°” che equivale a dire che il LA è la 7° nota dopo il SI ovvero che è un “intervallo di 7°” nota successiva al SI IMPORTANTE E’ CAPIRE CHE SI TRATTA SEMPLICEMENTE DI INDIVIDUARE LA POSIZIONE, ALL’INTERNO DI UNA CATENA ORDINATA (e sempre uguale) DI NOTE do - re - mi - fa - sol - la - si - do - re - mi - fa - sol - la - si - do - re - mi - fa - sol - la - si - do - re - mi - fa re------4°-----sol mi---3°--sol si---------------7°------------la 1) secondo concetto: trovare la parola giusta da aggiungere al numero! ( 3° maggiore - 5° giusta) Oltre a stabilire la distanza, in termini di posizioni rispetto alle note presenti tra la seconda e la prima nota dell’intervallo, ora dobbiamo stabilire quanti “Toni e/o semitoni” distano tra loro queste due note. Sempre usando una metafora, è come se dopo aver stabilito l’ordine di arrivo dei corridori al traguardo (primo, secondo e terzo) ora dovessimo indicare i tempi di arrivo, ovvero quanto ritardo ha il terzo (o secondo o settimo) arrivato rispetto al primo. 1°------distanza-------4° 1°---------------distanza------------4° come si può capire uno può essere 4° a 10 secondi dal primo, ma anche a 40 minuti! La distanza in termini assoluti tra una nota e l’altra (unità di misura musicale), nel sistema tonale, è il Semitono (mezzo Tono). Prendiamo ancora la sequenza di note della scala naturale (senza alterazioni) e vediamo che tra una nota e quella successiva c’è sempre un Tono ad eccezione di MI-FA e SI-DO, dove c’è un Semitono. Nella scala di Do Maggiore (scala modale ionica) abbiamo la sequenza T-T-S-T-T-T-S Nella scala di LA minore (scala modale eolica) abbiamo la sequenza T-S-TT-S-TT Avremo quindi tra le note senza alterazioni queste possibilità intervallo 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° Alcuni a distanza di 1S 3S 5S 6S (unico caso SI-FA) 8S 10s 12S Altri a distanza di 0S 2S 4S 6S (unico caso FA-SI) 7S 9S 11s Col temperamento equabile, si sono conservati solo 4 intervalli che hanno un “giusto” rapporto di frequenza tra le due note interessate, sono l’unisono, la quarta, la quinta e l’ottava. Per tale ragione questi intervalli “consonanti” vengono appunto detti GIUSTI. Le 2°, 3°, 6° e le 7° sono state “aggiustate” per rendere il semitono sempre uguale a se stesso e farne appunto l’unità di misura del sistema tonale. Questi intervalli possono essere maggiori o minori dell’intervallo giusto che si aveva in origine, per tale ragione vengono appunto detti MAGGIORI O MINORI. Possiamo fare un riepilogo: 1° (unisono) giusta 2° (2S) maggiore o (1S) minore 3° (4S) maggiore o (3S) minore 4° (5S) giusta 5° (7S) giusta 6° (9S) maggiore o (8S) minore 7° (11S) maggiore o (10S) minore 8° (12S) giusta L’unico caso FA-SI e SI-FA, dove abbiamo una 4° aumentata e una 5° diminuita va memorizzato. Questo intervallo di 3 toni, nasce con l’introduzione della scala sul si (scala modale locria), che viene inserita per completezza ma che presenta diverse inconvenienti. tale intervallo è chiamato TRITONO (3 toni), spezza esattamente a metà l’ottava (6 toni), rende la tonalità indefinibile e porta nella scala di FA maggiore all’introduzione del sib e nella scala di SOL maggiore all’introduzione del fa#. Gli intervalli possono andare oltre queste distanze con l’inserimento di # o b, in tal caso si dovrà scegliere tra queste definizioni: + 1S = aumentato + 2S = eccedente + 3S = più che eccedente - 1S = diminuito - 2S = più che diminuito - 3S = deficiente ad esempio: reb - sol# = (re-sol=4°giusta) + 2S = 4° eccedente re# - solb = (re-sol=4°giusta) - 2S = 4° più che diminuita possiamo trovare, a partire da ciascuna delle sei note (escluso il si), queste scale che rispecchiano le sequenze di alternanza tra toni e semitoni, viste per il do maggiore e la minore. DO > DO MAGGIORE RE > re minore (sib) MI > mi minore (fa#) FA > FA MAGGIORE (sib) SOL > SOL MAGGIORE (fa#) LA > la minore quando si parte dalle note DO-FA-SOL, abbiamo una sequenza di intervalli di questo tipo: 2°-3°-6°-7° = MAGGIORI 4°-5° = GIUSTE fa eccezione SOL-FA = 7° minore fa eccezione FA-SI = 4° aumentata quando si parte dalle note RE-MI-LA, abbiamo una sequenza di intervalli di questo tipo: 2° = MAGGIORI 3°-6°-7° = minori 4°-5° = GIUSTE fa eccezione MI-FA = 2° minore fa eccezione RE-SI = 6° MAGGIORE Intervallo > Nota di partenza v DO RE MI FA SOL LA SI 2° 3° MAGG MAGG Min (fa) MAGG MAGG MAGG Min (do) MAGG Min Min MAGG MAGG Min Min 4° 5° GIUSTA GIUSTA GIUSTA GIUSTA GIUSTA GIUSTA AUMEN (si) GIUSTA GIUSTA GIUSTA GIUSTA GIUSTA GIUSTA DIMINUI(fa) 6° 7° MAGG MAGG (si) Min MAGG MAGG Min Min MAGG Min Min MAGG Min (fa) Min Min Questo prospetto riporta gli intervalli senza le correzioni che vengono introdotte con fa# e sib nelle relative tonalità. il si risulta essere il si minore con fa# e do# in chiave, tonalità relativa minore di RE MAGGIORE SCALE Abbiamo già avuto modo di vedere che partendo da ognuna delle 7 note naturali troviamo solo due tipi di scale, quella maggiore e quella minore, corrispondenti alle scale modali ionica ed eolia. Queste sono caratterizzate “armonicamente”, in termini di triadi o accordi dall’intervallo di 3° che in un caso è maggiore (4 Semitoni o T+T) e nell’altro è minore (3Semitoni o T+S). scala maggiore > T-T-S-T-T-T-S scala minore > T-S-T-T-S-T-T ovviamente per le scale che partono da RE e FA serve l’introduzione del sib, per quelle che partono da MI e SOL l’introduzione del fa# e per la scala che parte dal SI l’introduzione del fa# e del do#. possiamo anche identificare questi due tipi di scale con gli intervalli caratteristici: scala maggiore > 1°-4°-5°-8° GIUSTA - 2°-3°-6°-7° MAGGIORE scala minore > 1°-4°-5°-8° GIUSTA - 2° MAGGIORE - 3°-6°-7° minore TONALITA’ Torniamo ora alle note DO-FA-SOL Consideriamo la scala che nasce dal DO (maggiore) quella di partenza e spostandoci di una quinta sopra constatiamo che la stessa scala (maggiore) la troviamo sul SOL con l’aggiunta del già citato fa# in chiave. Se scendiamo di una quinta sotto al DO (maggiore) troviamo la stessa scala (maggiore) sul FA con l’aggiunta del sib. Salendo (#) e scendendo (b) per salti di quinta, possiamo costruire tutte le scale maggiori aggiungendo di volta in volta un # o un bemolle. Le scale minori le possiamo “legare” alle relative maggiori avendo le stesse alterazioni in chiave, oppure costruirle con la medesima procedura partendo dal LA (minore), salendo di una quinta sul MI (minore con fa# in chiave) e scendendo di una quinta sul RE (minore con sib in chiave). Nasce così il “giro delle quinte” illustrato con uno schema all’inizio di tutti i testi didattici di teoria musicale. Il mio (fantasiosamente legato al classico orologio analogico) è questo: Non ho riportato le rispettive scale (poco utilizzate) enarmonicamente equivalenti che hanno più di 6 # o bemolli. Queste tornano utili solo se si devono eseguire delle analisi armoniche, ma nella comune pratica musicale diventano una complicazione inutile. Possiamo fare un riepilogo legato alla successione diatonica e cromatica delle note (cosa che non viene mai fatta) al posto della successione per quinte Scale maggiori sulle note naturali Alterazioni DO RE MI FA SOL LA SI Fa# do# Fa# do# Sol# re# Sib Fa# Fa# do# sol# Fa# do# sol# re# la# le note diatoniche della scala sono 7, per formare la scala cromatica è necessario aggiungere i 5 semitoni che si posizionano a metà tra le note distanti un Tono intero. Sappiamo che le note distanti 1 Semitono sono MIFA e SI-DO, mentre tra le altre c’è il famoso “tasto nero del pianoforte” che identifica il semitono cromatico mancante. Questi 5 semitoni non hanno un nome proprio, ma prendono il nome della nota successiva o precedente, con l’aggiunta del bemolle o # a seconda che il semitono sia sotto o sopra tale nota (enarmonia). Se consideriamo vantaggioso il numero inferiore di alterazioni in chiave presenti in una delle due opzioni di scelta del nome da dare alla nota, troviamo questo schema. Scale maggiori sui 5 semitoni cromatici REb Mib FA# LAb SIb Sib Mib Lab Fa# do# sol# re# la# mi# (6) Sib Mib Lab Reb (4) Sib Mib Alterazioni Sib Mib Lab Reb Solb (5) (3) (2) Sotto riporta lo schema delle tonalità enarmoniche che presentano un numero maggiore di alterazioni, e quindi da considerare tanalità “scomode” da usare. Scale maggiori sui 5 semitoni cromatici (alternativa) DO# RE# SOLb SOL# LA# 7# (7) 7# + 2## (9) 6b (unico caso equivalente) 7# + 1## (8) 7# + 3## (10) Alterazioni Da notare che se sommo le alterazioni di due tonalità enarmoniche il risultato è sempre 12, questo perché le note naturali (7) + i semitoni cromatici (5) danno appunto questo totale. Mancano all’appello queste ultime 4 possibilità, che indico per completezza e curiosità, ma che non vengono quasi mai prese in considerazione: DOb > 7b SI# > 7# + 5## FAb > 7b + 1bb MI# > 7# + 4## (7) (12) (8) (11) (SI-5) (DO-0) (MI-4) (FA-1) Ricapitolando possiamo affermare che le tonalità maggiori possono essere 7 sulle note naturali, 7 su quelle stesse note alterate col # e 7 su quelle stesse note alterate col b, per un totale di 21 tonalità. Di queste possibili tonalità se ne usano 7 costruite sulle relative note naturali (senza alterazioni) e 5 costruite sui semitoni aggiunti per costruire la scala cromatica, per un totale di 12 tonalità maggiori. Le 5 tonalità costruite sui semitoni cromatici più usate sono quelle che presentano meno alterazioni in chiave. La scala cromatica che ne deriva, con i nomi delle 12 tonalità più usate è la seguente. DO REb RE Mib MI FA FA# SOL LAb LA SIb SI A queste si collegano le 12 tonalità relative minori, che hanno le stesse alterazioni la sib si do do# re re# mi fa fa# sol sol#