Domenica V di Pasqua - Ordine della Madre di Dio

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Domenica V di Pasqua
Omelia del P. Generale in occasione del nuovo affidamento del Santuario della Stella ai
Chierici Regolari della Madre di Dio
Migliano-Fosciandora 6 maggio 2012
Cari fratelli e sorelle, la pagina evangelica è stupenda. Lo Spirito Santo aiuti me a spiegarvela nel
modo dovuto, e conceda a voi un ascolto attento e docile.
Di che cosa parla?
Dell’unione del Signore risorto con i suoi discepoli. Piacque, infatti, a Dio, nella sua bontà e
sapienza, che il suo Figlio Unigenito venisse a condividere la nostra natura e condizione umana,
perché ciascuno di noi condividesse la sua natura e condizione divina. L’Unigenito si fece
Primogenito. È di questo progetto divino, che si sta realizzando dentro la storia, che la pagina
evangelica parla.
Come ne parla?
Usando un’immagine molto frequente nella Sacra Scrittura per indicare il popolo di Dio, il popolo
di Israele. Israele era la “vigna del Signore”, «il ceppo che la sua mano ha piantato». Ma Gesù in
questa tradizione biblica introduce una novità sconvolgente, dicendo: «Io sono la vera vite». Il
Figlio di Dio fattosi uomo si identifica colla vite: è “entrato nella vite”. Che cosa vuol dire? In
Gesù, Dio non si prende solo cura di noi. Diventa uno di noi; diventa uno con noi; diventa noi.
Cari fratelli e sorelle, senza dirvelo ho parlato della Chiesa.
Essa è l’unione inscindibile di Gesù con i suoi che con Lui e per mezzo di Lui formano una sola
cosa. S. Paolo parlerà di Corpo di Cristo, esprimendo la stessa realtà: Gesù è unito inseparabilmente
a noi suoi discepoli; noi siamo una cosa sola con lui ed in Lui. Ma, come avviene sempre, il dono
che ci è stato fatto di questa nuova condizione, pone anche una esigenza per la nostra libertà.
Esigenza di che cosa?
L’insieme delle conseguenze pratiche del nostro essere Chiesa è indicato nella pagina evangelica
dalle seguenti parole: purificarsi, portare frutto, rimanere. Vediamo brevemente che cosa
significano. Non si può essere uniti con Gesù se si pensa di essere autosufficienti; se la nostra mente
non è continuamente purificata dai suoi pregiudizi mediante l’ascolto della parola di Gesù predicata
dalla Chiesa. La nostra appartenenza alla Chiesa e quindi la nostra unione con Gesù non è
compatibile con qualsiasi modo di pensare.
Quale frutto deve portare chi rimane in Gesù? Il frutto che Gesù si aspetta dai suoi discepoli è la
carità reciproca; è la disposizione permanente a servire i fratelli, all’auto – donazione; e pertanto il
vero frutto è la giustizia secondo la legge santa di Dio, in attesa del suo Regno.
Ma purificazione e fruttificazione sono condizionate dal “rimanere in Gesù”.
Cari fedeli, tutti i Padri della Chiesa hanno sottolineato la decisiva importanza del rimanere, cioè
del perseverare nella professione cristiana, del pazientare contro tutte le difficoltà che il mondo fa al
nostro essere cristiani.
2. Cari fedeli, abbiamo ascoltato la parola evangelica raccolti attorno alla venerabile immagine della
Madonna della stella. L’immagine ci porta subito col pensiero alla Santa Casa, dove «il Verbo si
fece carne e venne ad abitare fra noi».
La presenza del nostro Ordine di Chierici Regolari della Madre di Dio nel santuario della
Madonna della stella in Migliano con il collegio annesso rimonta agli inizi del secolo XIX e dura
praticamente fino alla fine degli anni ottanta, assumendo lungo questo periodo un particolare rilievo
spirituale, formativo e storico che ha segnato quasi tutti i religiosi in Italia.
Furono i nostri Padri di san Giovanni Leonardi, con un lavoro intenso e profondo, accompagnato
da un forte vincolo con le popolazioni della Valle del Serchio, ad estendere e vivacizzare il culto e
la devozione alla Madonna della Stella, fino a renderlo un polo di attrazione spirituale che,
nonostante il nostro ritiro nel 1989 non ha cessato di esercitare il suo richiamo sugli abitanti della
Garfagnana che, soprattutto nel mese di maggio, vi accorrono ancora numerosi. Memorabili eventi
di fede e di cultura resero questo luogo assai conosciuto e caro a molti pellegrini e devoti.
La comunità religiosa con l’annesso collegio da cui sono uscite generazioni di confratelli, divenne il
cuore dell’Ordine e si conquistò l’affetto e la stima di tutto il territorio di questa splendida porzione
della Toscana. Durante gli anni tragici della seconda guerra mondiale, il santuario e il collegio, posti
proprio al confine della linea gotica, vissero tutto il dramma di questi orrori bellici insieme alla
popolazione locale, per la quale divenne un punto di riferimento e di sostegno spirituale e umano
per cicatrizzare le ferite di un così lacerante conflitto.
Gli anni del post Concilio, con il generale declino delle vocazioni, portarono a un progressivo
ridimensionamento della comunità e della sua funzione formativa. Il ritiro dei Padri avvenne con
decisione del Consiglio Generale del 5 luglio 1988.
Ringraziamo il Vicario Generale dell’’arcidiocesi di Lucca, Mons. Michelangelo Giannotti, il
parroco di Migliano di aver pianamente provveduto alla cura pastorale del santuario, dal non fare
mancare la presenza sacramentale e spirituale. Grazie
Nel corso dell’anno giubilare leonardino del IV centenario della morte di san Giovanni Leonardi
nel 2009, il richiamo della memoria storica e il convincimento sorto dall’esperienza delle
celebrazioni ci portarono con entusiasmo nei luoghi fondativi della nostra spiritualità: Lucca,
Diecimo e Santuario della Madonna della Stella. Si sperimentò in queste circostanze non una
emotiva nostalgia di fasti passati, ma il convincimento di una rigenerazione possibile della nostra
identità rivitalizzando tali luoghi e traendone da essi un richiamo più concreto.
Il carisma si nutre di una memoria che è nella storia, soprattutto quando questa è entrata a far parte
dei cromosomi della nostra identità. La loro dimenticanza tronca in modo grave quel continuo
ritorno di ogni leonardino, nello spirito e nel corpo, ai luoghi e alle esperienze che lo hanno
generato. Come per ogni pio israelita che considerava Gerusalemme la sua patria, anche ciascuno di
noi può ripetere: “Là costui è nato. E danzando canteranno: sono in te tutte le mie sorgenti”.
(Salmo 86,6-7)
L’arcivescovo di Lucca Mons. Italo Castellani, ha dimostrato piena disponibilità e gioia per questa
scelta e io, a nome dei miei confratelli, abbiamo detto alla Madonna: Qui siamo accanato a te, siamo
qui per servire il popolo che segue la tua via per l’incontro con Cristo.
Quali sono le ragioni di fondo che sostentano una ragionevole e prudente messa in opera di un
così esigente progetto?
Innanzitutto va sgomberato il campo da nostalgici ritorni ad un passato glorioso ma inesistente. Se
affrontiamo la ristrutturazione e, gradualmente, avviamo una nostra presenza, questa deve essere
ordinata ad una crescita della nostro patrimonio carismatico e un rilancio della dimensione mariana.
L’intento di dare un definitivo assetto pastorale al santuario e di farne un nuovo progetto, più
adeguato alle esigenze della pietà mariana della Valle del Serchio e dei pellegrini in genere, ci
spinge ad intraprendere una sfida di grande importanza
Il santuario della Stella si colloca, come si dice sopra, in un ideale triangolo carismatico che
comprende Lucca, Diecimo e, appunto Fosciandora. Si tratta quindi, in una strategia di ampio
respiro, di riappropriarci in termini spirituali dei luoghi fondativi e di lasciarci rivitalizzare da essi
e, a nostra volta, di ridare vita mediante una fedeltà creativa, a questi spazi in cui la Provvidenza ha
disposto che nascesse e si sviluppasse il nostro carisma.
Al santuario Mariano della Stella, vi dobbiamo ritornare per ritrovare quella dimensione mariana
che ci portiamo nel nome e nell’anima e che non può ridursi ad epiteta ornantia. Abbiamo bisogno
di sviluppare una “forma mariana” che caratterizzò così fortemente san Giovanni Leonardi, da
esserne suo speciale distintivo. La nostra rinascita deve ritrovare quest’anima mariana, elaborarla in
percorsi teologici, formativi, culturali ed apostolici. La dimensione mariana non è un elemento
aggiuntivo della spiritualità cristiana, ma sostantivo e provvidenziale, come lo è nel nostro carisma.
La nostra presenza in questo santuario mariano deve costituire una sorta di polo trainante per tutto il
resto dell’Ordine che vive un momento di dinamismo e di crescita internazionale che ha più che mai
bisogno di queste radici.
La ripresa di una pastorale di santuario, nella scia di quanto la Chiesa ha sviluppato nel corso del
post-concilio, ha ampiamente dimostrato che questi luoghi possono definirsi vere cliniche dello
spirito e che nello svuotamento spirituale e umano che sperimentano le generazioni di questo
periodo post-moderno, la loro funzione di oasi di esperienza di vita cristiana e di bellezza sono
quanto mai richieste ed opportune. La stessa tradizione mariana ininterrotta che persiste nella valle
del Serchio, pur nel deserto del relativismo rampante, ci parla di bisogno profondo di memoria
cristiana e di speranza. La nostra sfida principale è quella di promuovere lo sviluppo spirituale,
nello spirito di Maria stella della Nuova Evangelizzazione proponendo la figura della Vergine nel
mistero di Cristo e della Chiesa e il suo significato per il mondo contemporaneo. Realizzeremo
questo attraverso ritiri, conferenze, giornate di preghiera e varie sessioni di spiritualità mariana. Si
dovranno organizzare incontri di spiritualità biblica e di formazione mariana.
Nella tradizione occidentale il nome "Maria" è stato tradotto con "Stella del Mare". In ciò si esprime
proprio questa esperienza: quante volte la storia in cui viviamo appare come un mare buio che
colpisce minacciosamente con le sue onde la navicella della nostra vita.
Talvolta la notte sembra impenetrabile. Spesso può crearsi l’impressione che solo il male abbia
potere e Dio sia infinitamente lontano. Spesso intravvediamo solo da lontano la grande Luce, Gesù
Cristo che ha vinto la morte e il male. Ma allora vediamo molto vicina la luce che si accese, quando
Maria disse: "Ecco, sono la serva del Signore". Vediamo la chiara luce della bontà che emana da
Lei, stella della giustizia. Nella bontà con cui Ella ha accolto e sempre di nuovo viene incontro alle
grandi e alle piccole aspirazioni di molti uomini, riconosciamo in maniera molto umana la bontà di
Dio stesso. Con la sua bontà porta sempre nuovamente Gesù Cristo, e così la grande Luce di Dio,
nel mondo. Egli ci ha dato la sua Madre come Madre nostra, affinché impariamo da Lei a
pronunciare il "sì" che ci fa diventare buoni.
Addentrandoci in questo simbolismo, pensiamo alla notte di un navigante in alto mare. Le
ore passano e, allo stesso tempo, la lancetta dell'orologio sembra non muoversi. Il canto delle
onde, poetico durante il giorno, si trasforma in un rumore spaventoso. Il cielo si riveste di un nero
manto che avvolge la nave nell'incertezza. In queste circostanze, nulla può incoraggiare di più il
marinaio della Stella del Mattino, l'astro annunciatore è opera del caso ma, nella mente dell'aurora,
segno del giorno che sta per arrivare, che dissipa le infide tenebre.
La nostra vita assomiglia a una grande notte, piena di spine e amarezze, che attende la luce
dell'eternità. In mezzo alle onde e alle tempeste, è a Maria, la Stella del Mattino, a cui dobbiamo
affidarci. Con la sola sua presenza fa sbocciare nei cuori dei giusti un'imponderabile fiducia.
Dinanzi a Lei gli angeli si riempiono di gaudio, mentre il demonio e i suoi seguaci, sempre pronti a
ordire trappole per perdere le anime, si spaventano e fuggono per i canali dell'inferno...
Sempre disposta a soccorrere i naufraghi durante la notte, la Vergine Santissima è il faro che ci
guida verso la grande aurora del giorno perenne e senza dolore, la stella che, immune alle procelle
del peccato, non smette mai di rifulgere. Con l'Incarnazione del Verbo, Ella ha fatto nascere tra noi
il Sole di Giustizia. Tuttavia, il Padre ha voluto che, a precedere l'unica e vera Luce, sorgesse prima
nel mondo un altro chiarore: la Madre di Dio. Come la Stella del Mattino, Maria segnala la fine
delle tenebre del peccato e preannuncia l'era della grazia. La sua luce soave, filtrata e attraente,
prepara gradualmente la vista degli uomini al fulgore dell'Astro
Dato che lo stesso Cristo L'ha eletta come Madre e L'ha amata sopra ogni altra creatura, cresciamo
sempre più in devozione a Lei. ChiediamoLe di guidarci sempre e indicarci il cammino per il Cielo,
soprattutto quando ci troviamo nelle più minacciose burrasche.
Chiediamo alla Vergine Santissima di essere trasformati in veri tralci della vera vite, Gesù il
benedetto frutto del suo ventre: perché portiamo frutti di giustizia e di carità.
Che Maria vi doni la purezza del cuore, perché possiate vedere la bellezza dell’amore e restarne
rapiti.
Amen
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