Dipartimento di Scienze Ambientali Informatica e Statistica Corso di Laurea in Scienze Ambientali Tesi di Laurea Analoghi carbonati delle ipriti: effetto del gruppo uscente e reazioni one-pot Relatore: Prof. Pietro Tundo Correlatore: Prof. Fabio Arico’ Laureanda: Carraro Giulia Matricola: 815596 Anno Accademico 2015 - 2016 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 INDICE 1. INTRODUZIONE .................................................................................................................. 2 1.1. I principi della Green Chemistry ........................................................................................... 2 1.2. Le ipriti: storia, impiego come armi chimiche e impatto ambientale ............................... 3 1.3. Le ipriti: Reattività................................................................................................................... 7 1.4. Dimetilcarbonato: sintesi e proprietà ................................................................................... 9 1.5. Reattività del dimetilcarbonato ........................................................................................... 11 1.6 Analoghi carbonati delle ipriti .............................................................................................. 13 1.6.1. Reazioni in autoclave ................................................................................................................ 13 1.6.2 Sintesi di Azacorona impiegando le mostarde carbonate all’azoto..................................... 21 1.6.3. Reazioni in neat ......................................................................................................................... 23 2. SCOPO, METODOLOGIE E RISULTATI ......................................................................... 27 3. RISULTATI E DISCUSSIONE........................................................................................... 29 3.1 Sintesi delle ipriti carbonate allo zolfo ................................................................................ 29 3.2 Reazioni degli analoghi carbonati delle ipriti con il fenolo in autoclave ........................ 30 3.3 Reazioni degli analoghi carbonati delle ipriti con il fenolo in neat ................................. 33 3.3.1 Reazione del 2-(metitio)etil etil carbonato 2 con diversi nucleofili in neat ......................... 36 3.4 Reazioni in neat con il metodo one-pot .............................................................................. 38 3.4.1 Reazioni one-pot in neat: effetto del tipo di alcol sulla carbossimetilazione ...................... 42 3.4.2 Reazioni one-pot in neat impiegando diversi nucleofili ......................................................... 45 4. CONCLUSIONI .................................................................................................................. 47 5 PARTE SPERIMENTALE .................................................................................................. 49 5.1 Strumentazione, reagenti e solventi .................................................................................... 49 5.2 Sintesi dei 2-(metiltio)etil alchil carbonati .......................................................................... 49 5.3 Reazioni degli analoghi carbonati delle ipriti in autoclave con fenolo ........................... 52 5.4 Reazioni degli analoghi carbonati delle ipriti in neat con fenolo..................................... 53 5.4.1. Reazioni dell’ analogo carbonato dell’ iprite 2 in neat con diversi nucleofili ..................... 53 5.5 Reazioni degli analoghi carbonati delle ipriti con il metodo one-pot in neat ................. 56 5.5.1 Reazioni con il metodo one-pot in neat: sintesi del prodotto alchilato 8 impiegando diversi catalizzatori ............................................................................................................................... 57 5.6 Reazioni con il metodo one-pot in neat impiegando diversi alcol................................... 57 5.7 Reazioni con il metodo one-pot in neat impiegando diversi nucleofili ........................... 59 6 APPENDICE ....................................................................................................................... 62 1 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1. INTRODUZIONE 1.1. I principi della Green Chemistry La Green Chemistry è un approccio non solo scientifico, ma anche etico della chimica che prevede la riduzione dell’uso di reagenti, prodotti o solventi pericolosi per la salute umana e la sicurezza ambientale.1 I prodotti della chimica verde quindi hanno un potenziale rischio ambientale basso o nullo. Nel 1996 Paul Anastas e John Warner identificarono le linee guida sulle quali sono stati definiti i 12 principi della Green Chemistry i quali prevedono: di evitare la produzione dei reflui; ridurre lo spreco dei materiali utilizzati nei processi chimici, le sostanze prodotte ed utilizzate devono essere poco o per nulla tossiche per l’uomo o per l’ambiente; ridurre o eliminare l’uso di sostanze ausiliarie, minimizzare il fabbisogno energetico dei metodi utilizzati, privilegiare i reagenti con azione catalitica se possibile, progettare prodotti che una volta a contatto con l’ambiente si degradano e non permangano, lo sviluppo di metodiche di analisi che consentano il monitoraggio in tempo reale dei processi con la possibilità di controllo degli stessi.2 L’applicazione dei principi della Chimica Verde è stato quindi oggetto di un Convegno dell’Organizzazione internazionale per la Cooperazione e lo Sviluppo eEonomico (OCSE) tenutosi a Venezia 1998. Durante questo convegno, alla presenza di rappresentanti dei governi, delle industrie e dell’università di 22 Paesi sono state individuate sette aree per lo sviluppo della Green Chemistry: l’uso di feedstock alternativi, l’uso di reagenti innocui, l’utilizzo di processi naturali, l’uso di solventi alternativi, la progettazione di sostanze chimiche più sicure, lo sviluppo di condizioni di reazione alternative e la riduzione del consumo energetico.3 Queste aree di ricerca sono ad oggi attualissime e alcune di queste, in particolare la progettazione di sostanze chimiche più sicure, sono il focus di questo studio di tesi. 1 A. Loupy, A. Petit, J. Hamelin, F. Texier-Bollet, P. Jacquault, D. Mathè, Syntesis, 1998, 9, 1213. P. Anastas, J. Warner, Green Chemistry: Theory and Practise, Oxford University Press, Oxford, 1998. 3 P. Tundo, Introduzione alla Chimica Verde, INCA Press, P. Tundo, 2005. 2 2 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1.2. Le ipriti: storia, impiego come armi chimiche e impatto ambientale Il bis(ß-cloroetil)solfuro detto anche gas mostarda, appartiene ad una famiglia di sostanze organiche clorurate tristemente note per essere state usate come armi chimiche. Questo composto fu sintetizzato per la prima volta nel 1822 dal chimico e fisico francese Despretz e venne così chiamato a causa dell’odore di rafano che emanano alcuni dei suoi sottoprodotti. Successivamente, nel 1886 Meyer riportò la sintesi di mostarde allo zolfo con un alto grado di purezza. Tali prodotti erano economici, facili da produrre, stoccare e distribuire.4 Figura 1. Struttura chimica delle (half)mostarde allo zolfo e dei loro analoghi all’azoto e all’ossigeno. Il gas mostarda allo zolfo fu impiegato militarmente per la prima volta durante la Prima Guerra Mondiale nella notte tra il 12 ed il 13 luglio 1917 in un’offensiva tedesca contro le truppe franco-britanniche nei pressi di Ypres in Belgio e da questa località prenderà il nome di iprite.3 Il bis(ß-cloroetil)solfuro fu successivamente utilizzato durante la conquista dell’Etiopia tra il 1935 e 1936 da parte dell’Italia. Durante la Seconda Guerra mondiale le ipriti furono impiegate dai Giapponesi in Cina a Ichang. 4 C.Bismuth, Réanim. Urg. 1993, 625. 3 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 In Italia, il 2 dicembre 1943, la nave americana John Harvey che trasportava 100 tonnellate di gas mostarda fu colpita durante un bombardamento tedesco al porto di Bari esponendo lo popolazione ai vapori tossici.6 Tra il 1963 ed 1967 l’Egitto utilizzò le ipriti nella guerra contro lo Yemen. Nel corso degli anni ’80 nel conflitto Iran-Iraq sono state riscontrate prove del loro impiego: oltre 100.000 Iraniani sono stati colpiti dalle mostarde solforate ed un terzo sta ancora soffrendo per i loro effetti a lungo termine. Nel 1990-91 i gas mostarda hanno lasciato il segno anche nella Guerra del Golfo. Il 13 gennaio 1993 a Parigi la Chemical Weapons Convention (CWC) proibì la fabbricazione, lo stoccaggio, il trasporto e l’impiego dei gas mostarda come arma chimica. Venne dato il permesso di preparare questi composti solo in piccola scala ai fini della ricerca medica e farmaceutica. Attualmente è legata a questi composti la paura di possibili utilizzi per scopi terroristici.5 Oltre al gas mostarda allo zolfo sono note anche ipriti all’azoto, all’ossigeno (Figura 1) e le half-mostarde, analoghi derivati monoclorurati detti anche ipriti asimmetriche.6 Nonostante il nome col quale sono conosciute, le gas mostarde si presentano come liquidi inodori, oleosi e di colore giallo. Come già riportato, le ipriti allo zolfo a causa della presenza di sottoprodotti di sintesi hanno un odore simile a quello dell’aglio o del rafano mentre quelle all’azoto esalano un olezzo simile al pesce. Le caratteristiche chimicofisiche dell’iprite allo zolfo sono riportate in Tabella 1. Tabella 1. Proprietà chimiche e fisiche delle ipriti allo zolfo.7 Proprietà bis(ß-cloroetil)solfuro Peso molecolare 159.08 Densità 1.27 Solubilità Molto idrofobico Punti di congelamento 14.45 °C (HD) Punto di ebollizione 215-217 °C Volatilità (mg/m3, 20 °C) 610 Persistenza Alta (giorni-settimane) 5 a) S. Mérat, J.P. Perez , M. Rüttimann , E. Bordier ,A. Lienhard , B. Lenoir , B. Pats. Annales Françaises d’Anesthésie et de Réanimation 2003, 22, 108; b) J. S. Graham , B. A. Schoneboom. Chem. Biol. Interact. 2013, 206, 512. 6 Q. Wang, R. A. Begum, V. W. Day and K. Bowman-James, Org. Biomol. Chem., 2012, 10, 8786. 7 B.Papirmeister, A. J Feister, S. I. Robinson, R.D. Ford, Medical Defense Against Mustard Gas: Toxic Mechanisms and Pharmacological Implications, Boca Raton, FL: CRC Press, USA, 1991, pp 2. 4 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Le ipriti sono composti estremamente tossici per l’uomo con effetti immediati e a lungo termine. Nello specifico: Gli effetti immediati sono dovuti al rilascio di acido cloridrico a contatto con la pelle che porta alla formazione di vesciche.8 Inoltre possono colpire anche gli occhi e per inalazione il tratto respiratorio e i polmoni che sono i primi organi ad essere esposti. La reazione tra l’iprite e l’acqua intrappolata nei polmoni porta alla formazione di acido cloridrico e conseguentemente alla morte per soffocamento. La quantità minima di iprite sufficiente a provocare lesioni cutanee negli esseri umani è circa 20 mg cm2.9 A lungo termine tali composti possono provocare danni permanenti agli occhi e alla pelle, problemi al tratto respiratorio, alla riproduzione, effetti gastrointestinali, effetti ematologici e cancerogeni. Il meccanismo di tossicità non è ancora del tutto chiaro. La teoria più credibile è l’alchilazione dei costituenti cellulari; principalmente gli acidi nucleici, le proteine di membrana e le membrane lipidiche. Tali reazioni danneggiano e uccidono la cellula (Figura 2).10 Figura 2. Effetti delle ipriti sulla cellula e conseguenze sulle funzioni dell’organismo. Anche se molto sottovalutato, l’uso militare ed industriale delle ipriti ha provocato molti danni ambientali a causa della contaminazione del suolo con cui sono venute a contatto. 8 P. Tundo, F. Aricò, M. Chiurato, J. Peltier. Eur. J.Org. Chem. 2012, 3223. R. P. Chilcott, J. Jenner, W. Carrick, S. A. M. Hotchkiss, P. Rice. J. Appl. Toxicol., 2000, 20, 349. 10 K. Kehe, L. Szinicz. Toxicol. Appl. Pharmacol. 2005, 214, 198. 9 5 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Le ricerche condotte fin ora sono però state effettuate semplificando le condizioni di contaminazione cioè considerando le ipriti distillate pure in soluzioni acquose semplici, questo per cercare di spiegare con dei modelli il loro comportamento nella più complessa matrice ambientale.11 L’effetto immediato è una riduzione del pH di 3 unità rispetto al suolo incontaminato dovuto alla produzione di acido cloridrico. Nel caso dell’iprite allo zolfo, contemporaneamente all’acido si forma per idrolisi il tiodiglicole (TDG) in rapporto molare TDG:HCl 1:2.12 Quest’ultimo può rimanere nel suolo per oltre 60 anni ed è classificato come inquinante persistente a bassa tossicità. Il TDG inoltre essendo miscibile in acqua costituisce un rischio per le falde acquifere e le acque costiere. In presenza di acido cloridrico, il TDG può riconvertirsi in gas mostarda o in altri pericolosi prodotti clorurati.13 Recentemente negli Stati Uniti è stata sperimentata con successo la biodegradazione del TDG usando diversi ceppi batterici selezionati su terreni contaminati con gas mostarda.14 Altro aspetto da non sottovalutare è il fatto che i le ipriti contengono diverse sostanze impurità e additivi oltre ad avere delle conseguenze una volta liberate nell’ambiente possono influenzare la reattività delle ipriti stesse. Fin ora gli sforzi per decontaminare le aree inquinate da gas mostarda si sono concentrati sulla valutazione e la gestione basate su più livelli, del rischio per la salute umana: 1. Livello 1: Risk Screening and Prioritisation che si basa sulla raccolta di informazioni generali riguardo agli usi precedenti del sito investigato. 2. Livello 2: Generic Quantitative Risk Assessment (GQRA) il quale avanza delle ipotesi riguardo alla situazione del sito basandosi sulle le proprietà chimiche e fisiche del contaminante per produrre i Generic Assessment Criteria (GAC) questo per individuare i livelli di concentrazioni accettabili nel suolo per il sito specifico. 3. Livello 3: Detailed Quantitative Risk Assessment (DQRA) nel quale si raccolgono dati scientifici specifici sul sito investigato passando quindi ad una fase molto più realistica e specifica. Per quanto riguarda la gestione del rischio, la soluzione più consigliata per il trattamento delle zone contaminate da ipriti è l’incenerimento, ma tale pratica è molto onerosa sia dal 11 M. H. Ashmore, C. P. Nathanail. Environment International, 2008, 34, 1192. R. C. Malhotra, K. Ganesan, K. Sugendran, R. V. Swamy. Def Sci J, 1999, 49,97. 13 S. P. Harvey, L. L. Szafraniec, W. T. Beaudry, Bioremediat J , 1998,3,191. 14 H. Li, R. Muir, N. R. McFarlane, R. J. Soilleux, X. Yu, I. P. Thompson, S. A. Jackman. Biodegradation 2013, 24,125. 12 6 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 punto di vista energetico che da un punto di vista economico soprattutto se il sito si trova a lunga distanza dagli impianti dedicati. Ovviamente una maggior comprensione delle proprietà chimiche e fisiche delle ipriti porterebbe a migliorare i criteri di valutazione dei siti contaminati e individuare azioni correttive più specifiche e meno onerose in-situ. Una possibile alternativa all’incenerimento infatti può essere il metodo dell’Attenuazione Naturale Monitorata (MNA) nel quale i processi naturali portano alla decontaminazione purché sia dimostrato in un range di tempo che deve essere accettabile. 1.3. Le ipriti: Reattività Dal punto di vista chimico, le ipriti allo zolfo e all’azoto ed i loro analoghi monosostituiti (half-mostarde) sono degli ottimi elettrofili. Questi composti eliminano spontaneamente lo ione cloruro attraverso una sostituzione nucleofila intramolecolare promossa dall’effetto anchimerico dell’atomo di zolfo (o azoto) centrale per formare un intermedio ionico ciclico a tre termini detto rispettivamente episolfonico nel caso dello zolfo ed aziridinico nel caso dell’azoto. Questo intermedio è altamente reattivo anche in presenza di nucleofili (Nu) blandi. Schema 1. Meccanismo di reazione delle ipriti allo zolfo e all’azoto con un generico nucleofilo (Nu). In particolare il meccanismo di reazione di una generica iprite avviene in 2 steps (Schema 1). 1. Nello stadio più lento della reazione si forma l’anello a tre membri grazie all’effetto anchimerico dello zolfo e dell’azoto liberando l’anione cloruro. 2. Il nucleofilo attacca l’intermedio ciclico formando il prodotto alchilato. L’intermedio ciclico a tre termini essendo molto reattivo ed instabile può anche polimerizzare o idrolizzarsi (Schema 2) attaccando per esempio le molecole biologiche.15 15 Y. C. Yang, L. L. Szafraniec, W. T. Beaudry and J. R. Ward, J. Org. Chem., 1988, 53, 3293. 7 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Il meccanismo del processo di idrolisi delle ipriti allo zolfo prevede: 1. la formazione all’equilibrio del catione episolfonico II (Schema 2); 2. il catione si idrolizza per formare il relativo alcol III (Schema 2) tramite un altro processo di equilibrio; 3. oppure, reagisce con altri nucleofili circostanti per dare prodotti dimerizzati IV e V (Schema. 2).6 Schema 2. Reazioni di idrolisi e polimerizzazione delle ipriti allo zolfo. Gli analoghi all’ossigeno sono meno reattivi e meno tossici in quanto privi di effetto anchimerico. Le ipriti essendo buoni elettrofili sono largamente impiegate sia in sintesi organiche che inorganiche ed in preparazioni di intermedi farmaceutici.16 Sono anche utilizzate come intermedi per altri impieghi come tinture tessili, inchiostri, solventi per stampe.17 16 a) M. C. S. Barnes, H. J. Dennison, S. S. Flack, J. A. Lumley, P. S. Pang, K. C. Spencer, WO2011/27156, 2011; b) S.A. Laufer, S. Margutti, J. Med. Chem. 2008, 51, 2580; c) D. M. Goldstein, M. Rueth, US2007/219195A1, 2007; d) A. M. Birch, I. Simpson, A. Stocker, P. R. O. Whittamore, WO2005/20987, 2005; e) G. Ahn, A. Couture, P. Grandclaudon, A. Ryckebusch, N. Schifano Faux, J. F. Goossens, B. Baldeyrou, A. Lansiaux, Med. Chem. Lett. 2011, 21, 2259; f) C. B. Phippen, C. S. P. McErlean, Tetrahedron Lett., 2011, 52, 1490. 17 Toups M, Wubbeler JH, Steinbuchel A Biodegradation, 2010, 21,309. 8 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1.4. Dimetilcarbonato: sintesi e proprietà Il dimetilcarbonato (DMC) sta acquistando un ruolo sempre più importante nell’industria chimica principalmente per la sua versatilità come solvente e reagente e per la sua nontossicità verso l’uomo e l’ambiente.18 Nello specifico la Tabella 2 riporta le caratteristiche chimico-fisiche principali del DMC. Tabella 2. Proprietà chimico-fisiche del DMC.19 Temp. di fusione (°C) 4.6 Temp. di evaporazione (°C) 90.3 Densità 1.07 Azeotropo Acqua, alcoli Solubilità in acqua (g\100g) 13.9 Costante dielettrica (ε) 3.087 Momento dipolare (μ, D) 0.91 Il DMC è considerato un reagente “green” in quanto è biodegradabile ed ha un basso tasso di bioaccumulo e persistenza. Inoltre questo composto è 1000 volte meno tossico del fosgene20 del quale è considerato il più valido sostituto nelle reazioni di metossicarbonilazione.21 Il fosgene è un composto estremamente tossico impiegato per diversi anni come arma chimica. Gli usi principali del fosgene riguardano la produzione di isocianati (usati come materia prima per poliuretani e prodotti farmaceutici) e policarbonati. A causa dell’elevata pericolosità il suo impiego è sempre più ristretto da misure di sicurezza da adottare durante i processi produzione, trasporto e stoccaggio. Inoltre lo smaltimento dei rifiuti comporta costi sempre più elevati. Altro motivo per rimpiazzare il fosgene è la produzione di grandi quantità di sottoprodotti alogenati anch’essi pericolosi e tossici i quali spesso si trovano in reflui acquosi difficili da smaltire. Inoltre, le reazioni che coinvolgono il fosgene spesso 18 a) F. Rivetti, U. Romano, D. Delledonne in Dimethyl carbonate and its production technology, Green Chemistry, P. T. Anastas and T. C. Williamson Eds., ACS Symposium Series Vol. 626, 1996, pp. 70; b) F. Rivetti, P.T. Anastas, P. Tundo in Challenging Pespectives, Green Chemistry, Casa Ed. Oxford University Press, Oxford, 2001, pp. 201. 19 P. Tundo, M. Selva, Acc. Chem. Res., 2002,35,9, 706. 20 N. Keller, G. Rebmann, V. Keller J. Mol. Catal. A: Chem., 2010, 1, 317 21 P. Tundo, L. Rossi, A. Loriz. J. Org. Chem. 2005, 70, 2219 9 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 richiedono l'uso di solventi alogenati, come CH2Cl2, cloro e diclorobenzene, che rischiano di aumentare i problemi ambientali.22 In questo contesto la sostituzione del fosgene con il DMC in reazioni di carbossimetilazione è particolarmente auspicabile. Inizialmente il DMC veniva sintetizzato utilizzando come reagenti fosgene e metanolo in presenza di idrossido di sodio come base o di un’ammina terziaria (Schema 3). Questo processo è rischioso in quando prevede l’utilizzo del fosgene che, come già accennato in precedenza, è una sostanza fortemente tossicità e irritante. Schema 3. Uso del fosgene per la sintesi del DMC. Dal 1984 la sintesi del DMC è stata resa più “Green” in quanto si iniziarono ad utilizzare processi innovativi che non prevedevano l’uso del fosgene (Schema 4). Nel 1983 Enichem ha sviluppato la sintesi del DMC operando attraverso la carbonilazione ossidativa del metanolo in presenza catalitica di sali di rame (eq. 1, Schema 4). I reagenti impiegati sono economici e inoltre viene aumentata la capacità produttiva rispetto alla reazione con il fosgene.23 Nel 1993, in Giappone, il DMC ha cominciato ad essere sintetizzato attraverso il processo UBE (eq. 2, Schema 4) che prevede due steps ovvero formazione del metilnitrito e successivamente reazione con il monossido di carbonio impiegando catalizzatori metallici. La formazione di monossido di azoto non è un problema in quando viene riciclato essendo esso stesso un reagente. Successivamente la sintesi del DMC è stata condotta con l’utilizzo di metanolo e biossido di carbonio in condizioni supercritiche ad una temperatura di 50-70 °C (eq. 3, Schema 4). In questo processo si impiegano membrane idrolitiche che catturano l’acqua formatasi nella reazione di equilibrio per permettere di incrementare la resa del DMC. L’equazione 4 dello Schema 4 illustra un’altra via sintetica, brevettata dalla Asahi Kasei Chemicals Corporation in Cina, la quale utilizza gli epossidi come precursori del DMC. Gli epossidi vengono fatti reagire con il biossido di carbonio utilizzando MgO come catalizzatore per la preparazione di un carbonato ciclico. Questo poi viene transesterificato 22 F. Rivetti C. R. Acad. Sci. Paris, Se´rie IIc, Chimie / Chemistry 3, 2000, 497,503. U. Romano, F. Vimercate, S. Rivetti, P. Nicola Di Muzio, Appl. Catal., A, 2001,221, 241. 23 10 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 con metanolo (o un qualsiasi alcol di interesse) impiegando come catalizzatori le zeoliti per produrre DMC.24 In questo processo non si forma l’azeotropo metanolo\DMC che è difficile da separare ed è per questo che risulta molto più economico rispetto ai precedenti.25 Schema 4. Sintesi alternative per il DMC. Le applicazioni industriali del DMC coprono molti campi; i suoi impieghi principali sono : come additivo nei carburanti e nelle vernici; nella sintesi di policarbonati aromatici; agente metilante e metossicarbonilante; solvente. 1.5. Reattività del dimetilcarbonato Il dimetilcarbonato ha tre centri reattivi che possono interagire con i nucleofili: uno sul carbonio carbonilico (Figura 3); due sui carboni alchilici (Figura 3). Tali centri possono essere classificati secondo il principio della teoria Hard-Soft Acid-Base di Pearson la quale afferma che un acido hard reagisce preferibilmente con una base hard mentre un acido soft reagisce preferibilmente con una base soft.26 La distinzione tra composti hard e soft non è netta, esistono infatti anche sostanze “borderline”, nella Tabella 3 sono riportate le caratteristiche che in genere distinguono le due categorie. 24 Asahi Kasei Chemicals Corporation Patent, WO2007/34669 A1, 2007. F. Wang, N. Zhao, F. Xiao, W. Wei, Y. Sun., Ind. Eng. Chem. Res., 2007, 46 (26), 8975. 26 R. G. Pearson. J. Am. Chem. Soc. 1963, 85, 3533. 25 11 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Tabella 3. Caratteristiche generali dei composti Hard e Soft. HARD SOFT Bassa polarizzabilità Alta polarizzabilità Piccole dimensioni Grandi dimensioni Alto stato di ossidazione Basso stato ossidazione Carica più concentrata Poca carica positiva dispersa Specie solvatabile Poco solvatabile Figura 3. Struttura del DMC Il gruppo carbonilico, quindi è un sito elettrofilo hard come conseguenza della sua carica positiva polarizzata e dell’ibridazione dell’orbitale sp2. I due gruppi metilici invece, sono due centri soft, per via degli orbitali ibridati sp3 e i loro atomi di carbonio saturi hanno una carica positiva meno concentrata e un basso grado di polarizzazione.27 Nella doppia reattività del DMC la temperatura gioca un ruolo discriminante (Figura 3). Infatti, a temperatura di reflusso (T = 90 °C), il DMC agisce come agente metossicarbonilante nei confronti di un nucleofilo hard attraverso un meccanismo di 27 P. Tundo, L. Rossi, A. Loris, J. Org. Chem., 2005, 70, 2219. 12 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 reazione BAc2. Questa reazione è di equilibrio e come sottoprodotto si forma solo una molecola di metanolo (eq.1, Schema 5). A temperature maggiori di 150 °C il DMC agisce da agente metilante (sostituto di metil ioduro o dimetilsolfato) con un nucleofilo soft attraverso un meccanismo di reazione BAl2. In questo caso si formano come sottoprodotti metanolo e biossido di carbonio in una reazione irreversibile in quanto sotto controllo cinetico (eq.2, Schema 5) Schema 5. Meccanismo di reazione BAc2 e BAl2 del DMC. 1.6 Analoghi carbonati delle ipriti I gas mostarda, malgrado la loro tossicità, sono ancora molto utilizzati sia in sintesi organiche che inorganiche a causa della loro reattività come elettrofili. Recentemente il gruppo di ricerca del Prof. Tundo ha sintetizzato una nuova classe di composti analoghi carbonati delle ipriti. In questi composti, gli atomi di cloro delle mostarde sono stati sostituiti con delle unità di tipo alchil carbonato. Le ipriti quindi vengono rese sostanze innocue grazie al chimismo del DAC. La sintesi e conseguentemente la reattività di questa nuova famiglia di composti è stata inoltre studiata per determinare se l’effetto anchimerico tipico di questi composti, fosse preservato eliminando contemporaneamente la tossicità degli analoghi clorurati.28 1.6.1. Reazioni in autoclave In studi precedenti a questo lavoro di tesi sono stati sintetizzati analoghi carbonati asimmetrici delle ipriti sia allo zolfo che all’azoto attraverso meccanismo BAc2. In una tipica reazione l’alcol o il diolo precursori dell’iprite è stato fatto reagire con il corrispondente dialchil carbonato (DAC) in presenza di una quantità catalitica di carbonato di potassio 28 F. Aricò,M. Chiurato, J. Peltier, P. Tundo. Eur. J. Org. Chem. 2012, 3223. 13 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 (Schema 6). Impiegando questo metodo sintetico è stata preparata una libreria di analoghi carbonati delle ipriti all’ossigeno (1), allo zolfo (2-5) e all’azoto (6-7) (Figura 4). Schema 6. Meccanismo di sintesi delle ipriti carbonate. Questi composti sono stati successivamente purificati attraverso distillazione sotto vuoto o mediante colonna cromatografica. Figura 4. Struttura degli analoghi carbonati asimmetrici delle ipriti Le sostanze così ottenute (Figura 4) sono risultate stabili, inodori, non vescicanti e maneggiabili senza particolari precauzioni. Per studiare le loro proprietà di elettrofili le mostarde carbonate all’azoto e allo zolfo sono state fatte reagire in autoclave con un generico nucleofilo (il fenolo) a una temperatura di 180 °C usando come solvente l’acetonitrile e senza l’ausilio di catalizzatori o basi. Inizialmente è stata condotta una reazione tra il fenolo ed il dietilcarbonato (DEC) usato sia come reagente sia come solvente (# 1, Tabella 4) ottenendo come unico prodotto etossibenzene 13, tuttavia la conversione del fenolo è risultata modesta (33%). Ripetendo la reazione in presenza di base K2CO3 (# 1 nota c, Tabella 4) il fenolo viene invece quantitativamente convertito in etossibenbene. 14 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Schema 7. Reazioni dei carbonati in autoclave. Analogamente, in assenza di base, il fenolo non è in grado di reagire con la mostarda carbonata all’ossigeno etil 2-metossietil carbonato 1 (# 2, Tabella 4). La stessa reazione condotta in presenza di carbonato di potassio porta principalmente alla formazione di etossibenzene 13 insieme a piccole quantità di (2-metossietossi) benzene 8 (# 3, Tabella 4). Questo dimostra che l’effetto anchimerico nelle ipriti all’ossigeno è quasi assente e che, sebbene la base aumenti la reattività del nucleofilo, quest’ultimo reagisce preferibilmente con il gruppo alchilico meno ingombrato (il metile) attraverso un meccanismo di reazione BAl2. Successivamente il fenolo è stato fatto reagire in autoclave con gli analoghi carbonati delle half-mostarde allo zolfo 2 e 3 in assenza di base nelle stesse condizioni di temperatura e diluzione. In questo caso si è osservata la formazione quantitativa del metil 2-fenossietil solfato 9, il prodotto alchilato promosso dall’effetto anchimerico (# 4-5, Tabella 4). La reazione del fenolo con l’etil 2-(metiltio)etil carbonato 3 è stata ripetuta in presenza di base risultando nella formazione di una discreta quantità di etossibenzene 13 (41%) (# 6, Tabella 4). Questo dimostra che l’effetto anchimerico, in queste condizioni di reazione, non necessita della presenza della base che anzi si rivela controproducente, in quanto aumenta la reattività del nucleofilo, ma diminuisce la selettività della reazione verso il prodotto alchilato per effetto anchimerico. La reazione dell’iprite carbonata 3 è stata studiata con diversi solventi quali il cicloesano, la N,N-dimetilformamide (DMF), il dimetilsolfossido, il tetraidrofurano ed il toluene, tuttavia l’acetonitrile è risultato in ogni caso il migliore solvente per la reazione. Anche gli alchil 2-(feniltio)etil carbonati 4 e 5 sono stati fatti reagire con il fenolo (# 7-8, Tabella 4), ma in questo caso è stata osservata una conversione minore del carbonato di partenza (36-50%) ed una modesta selettività verso il prodotto alchilato 15 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 tramite l’effetto anchimerico dello zolfo (16-45%). Tale risultato può essere spiegato dalla presenza del gruppo fenilico che diminuisce la nucleofilicità dello zolfo. Infine è stata testata la reattività degli analoghi carbonati all’azoto alchil 2(dimetilamino)etil carbonati 6-7 (# 9, Tabella 4) con il fenolo. In queste reazioni si è osservato come unico prodotto la dimetil(2-fenossietil)ammina 11 formatasi in resa quantitativa in un tempo di reazione di sole 5 ore. Questi risultati dimostrano che l’azoto ha un effetto anchimerico maggiore rispetto allo zolfo. In conclusione, nelle reazioni condotte in autoclave, le ipriti carbonate 2-7 zolfo hanno dimostrato di mantenere l’effetto anchimerico delle ipriti clorurate. L’ordine di reattività osservato negli esperimenti eseguiti per le ipriti carbonate è N>S>>O. Tabella 4. Reazioni degli analoghi carbonati in autoclave con il fenolo.a a Tempo Conv.b Prodotto [h] [%] resa[%] # Carbonato Solvente 1c DEC DEC 24 33 13(100) 2 1 CH3CN 24 0 8(0) 3c 1 CH3CN 24 97 13(72) 8(28) 4 2 CH3CN 24 100 9(100) 5 3 CH3CN 24 81 9(100) 6d 3 CH3CN 24 100 9(58) 7 4 CH3CN 24 36 10(45) 8 5 CH3CN 24 50 10(16) 9 6 CH3CN 5 100 11(100) b Carbonato (1.0 mol. eq.) e fenolo (3.0 mol. eq.) in acetonitrile (100 ml) a 180 °C in autoclave. Calcolato c tramite analisi GC-MS usando p-xylene come standard interno. La reazione avviene in presenza di 1.0 mol. d eq. di K2CO3, producendo una conversione del 100% verso l’etossibenzene (13) dopo 2 h. La reazione è svolta in presenza di 1.0 mol. eq. di K2CO3. L’analisi GC-MS della miscela di reazione mostra la presenza di etossibenzene (41%). L’etil 2-(dimetilamino)-etil carbonato 7 è stato inoltre fatto reagire con diversi nucleofili quali composti organici CH2-acidi, sali, acidi carbossilici ed ammine. In Tabella 5 sono riportati i risultati ottenuti conducendo la reazione in autoclave con acetonitrile a 180 °C senza base. Le reazioni sono state monitorate fino alla completa conversione del carbonato di partenza 7 (usato in difetto) mostrando la formazione del prodotto alchilato con una piccola quantità di sottoprodotti. Un caso particolare è la dimetil[2-(Nmetilanilino)etil]ammina 17 che si forma con una resa modesta probabilmente a causa 16 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 della bassa solubilità del cianuro di potassio nella miscela di reazione. Tabella 5. Reazione del carbonato 7 con diversi nucleofili in assenza di base.a # Nucleofilo 1 Tempo Prodotto GC-MS [h] [%] Resa isolata [%] 7 81 14 2 KCN 4 40 15 3 CH3COOH 4 28 16 4 CH3COOK 3 40 16 5 3 30 17 a Nucleofilo:Carbonato = 3:1 in acetonitrile a 180 °C in autoclave. La conversione del carbonato 7 è stata 29 monitorata con GC-MS usando come standard interno il p-xylene. In seguito è stata studiata anche la reattività di analoghi carbonati delle ipriti asimmetrici che incorporano diversi gruppi alchilici 18-21 (Schema 8) e di mostarde carbonate simmetriche 22-24 (Schema 9). Le mostarde carbonate simmetriche 22-24 e asimmetriche 18-21 sono state sintetizzate con una buona resa (54-75%) facendo reagire l’alcol precursore con il DMC in presenza di potassio carbonato come catalizzatore. I prodotti ottenuti sono stati purificati attraverso distillazione sotto vuoto o colonna cromatografica. 29 F. Aricò, M. Chiurato, J. Peltier, P. Tundo. Eur. J. Org. Chem. 2012, 3223. 17 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Schema 8. Sintesi di ipriti carbonate asimmetriche. Schema 9. Sintesi di ipriti carbonate simmetriche. La reattività delle mostarde carbonate 18-24 è stata investigata in autoclave a 180 °C usando acetonitrile come solvente in assenza di base e impiegando il fenolo come nucleofilo. Come riportato nella Tabella 6 il 3-(metiltio)propil metil carbonato 19 non reagisce con il fenolo anche dopo 24 ore (# 1, Tabella 6). Il 4-(metiltio)butil metil carbonato 21 invece ha portato al prodotto alchilato con una buona resa (90%) (# 2, Tabella 6). Il 3(N,N-dimetilamino)propil metil carbonato 18 ha mostrato un’ottima reattività con il fenolo formando il prodotto alchilato 27 con una selettività quasi quantitativa (94%) (# 3, Tabella). I composti 22 e 23 essendo bidentati subiscono una doppia alchilazione con una conversione quantitativa e un’alta resa isolata (90%) (# 4-5,Tabella 6). Invece il bis(metilcarbonato)etil solfato 24 non reagisce con il nucleofilo neanche quando la reazione viene condotta a 200 °C; questa mancanza di reattività è probabilmente dovuta al maggiore ingombro sterico dell’atomo di zolfo. La diversa reattività di questi composti è imputabile alla formazione più o meno facile dei relativi intermedi ciclici ad opera dell’effetto anchimerico dello zolfo e dell’azoto (Schema 10). 18 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Tabella 6. Reazioni del fenolo con le ipriti carbonate allo zolfo e all’azoto. # 1a Carbonato 19 2a Tempo Conv.b Prodotto (h) (%) GC-MS %b 24 0 25(85) 8 90 21 3a 26(85)b 6 80 18 4c 22 5c 27(94) 5 100 28(90) 6 100 28(90) 23 6c 24 24 0 29(0) a Condizioni di reazione: Nucleofilo:carbonato = 1:1 in acetonitrile a 180 °C GC-MS le analisi mostrano il 13% di anisolo; c Condizioni di reazione: Nucleofilo:carbonato 2:1 in acetonitrile a 180°C b In particolare, i composti 18 e 19 si forma un intermedio ciclico a quattro termini; tuttavia nel caso della mostarda carbonata allo zolfo 19 questo è talmente instabile che la reazione non procede. Al contrario l’iprite carbonata all’azoto 18 porta alla formazione del composto alchilato 27. Nel caso dell’iprite carbonata 20 si forma come prodotto l’intermedio ciclico a cinque termini e la reazione di alchilazione non procede. Questo prova la forte stabilità dell’intermedio (Schema 10) che può essere isolato come prodotto stabile in quanto sale di ammonio quaternario. 19 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Schema 10. Meccanismo di reazione delle half-mostarde 6 e 18-21 con un generico nucleofilo. Tabella 7. Reattività delle mostarde carbonate con diversi nucleofili.a # 1 Nucleofilo Iprite Tempo Conv. carb. (h) (%) 20 5 45 Sel. GC-MS (R. isolata %) 30(Tracce)b 2 21 8 100 31(60) 3 22 7 100 32(60)c a b Condizioni di reazione. Nucleofilo:carbonato = 1:1 in acetonitrile a 180 °C. La GC-MS mostra diversi c sottoprodotti non identificabili. La GC-MS mostra 35% del prodotto monometilato e diversi sottoprodotti non identificati. 20 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Anche le ipriti carbonate 18-24 sono state fatte reagire con diversi nucleofili per testare la reattività degli analoghi carbonati delle ipriti Alcuni esempi sono riportati in Tabella 7. Utilizzando un nucleofilo debole come la N-metilanilina con l’iprite carbonata 20 si ottiene una conversione mediocre verso il prodotto alchilato 30 (# 1, Tabella 7). Mentre il 4(metiltio)butil metil carbonato 21 reagendo con il fenilsulfonil acetonitrile dimostra una buona conversione e selettività (# 2, Tabella 7). 30 Per quanto riguarda le ipriti carbonate simmetriche è interessante il risultato della reazione tra il composto 22 il fenilsulfonil acetonitrile a 180 °C in autoclave. Come si può osservare nella Tabella 7 (#3) si forma come unico prodotto la piperidina sostituita 32 attraverso una ciclizzazione intramolecolare con una conversione del 100% ed una selettività del 60% al posto del prodotto bis-alchilato.27 1.6.2 Sintesi di Azacorona impiegando le mostarde carbonate all’azoto Una nuova serie di macrocicli del tipo azacorona è stata preparata tramite una reazione di policondensazione tra la mostarda carbonata all’azoto 22 con dioli aromatici operando in condizioni di diluizione come riportato nello Schema 11. Precedentemente a questo studio, gli azacorona venivano sintetizzati esclusivamente usando le ipriti clorurate (i gas mostarda), dei composti estremamente tossici e per questo motivo di difficile manipolazione.31 In questa nuova metodologia sintetica, l’iprite carbonata 22 è stata fatta reagire con il bifenil-2,2’-diolo in presenza di nitrato di potassio (usato come templante) in autoclave a 180 °C per 24 ore (Schema 11). La miscela degli azocorona così ottenuta è stata purificata via colonna cromatografica. Si sono così isolati due composti: i macrocicli 33 e 34 con il 17% ed il 23% di resa. Per il composto 34 è stato possibile anche ottenere la relativa struttura cristallografica tramite raggi X. Impiegando una simile metodologia sono stati ottenuti anche i macrocicli 35 e 36 per reazione di una miscela racemica di 1,1’-bis-2-naftolo con l’iprite carbonata 22 (Schema 11). Il macrociclo 35 è stato isolato con una resa del 19% tramite colonna cromatografica,e i cristalli ottenuti tramite lenta evaporazione di una soluzione diclorometano/esano analizzati via raggi X. Sono stati isolati cromatograficamente due composti addizionali dalla miscela di reazione, uno cristallino (resa 5%) e un olio (resa 17%). Analisi tramite spettrometria di massa ad alta risoluzione e spettroscopia NMR 30 31 F.Arico’, S. Evaristo, P. Tundo, ACS Sustainable Chem. Eng., 2013, 1, 1319. F.Aricò, I. Udrea, M. Crisma, P. Tundo, ChemplusChem, 2015, 80, 471. 21 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 hanno mostrato in entrambi i casi spettri compatibili con la formula chimica dell’azocorona 36 (Schema 11). Determinazione della struttura molecolare del composto cristallino via raggi X ha dimostrato che i due composti erano infatti due stereoisomeri, uno (R,S) cristallino ed uno (R,R) non cristallino (forma meso). Schema 11. Sintesi degli azacorona. La sintesi di azacorona con ipriti carbonate è stata investigata anche con altri dioli aromatici (caltecolo, resorcinolo e idrochinone) portando alla formazione di diversi macrocicli, quali 18-, 20- e 22- diazocorona-6 37-39 (Schema 12). Questi macrocicli sono stati ottenuti e isolati via colonna cromatografica in una resa del 18%, 12% e 12% rispettivamente. La struttura cristallografica di questi composti è stata ottenuta tramite analisi a raggi X. Schema 12. Sintesi di azocorona in reazioni one-pot. 22 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1.6.3. Reazioni in neat Studi sulla reattività delle mostarde carbonate sono stati condotti anche impiegando condizioni neat e a pressione atmosferica, in assenza di solvente e in presenza di una quantità catalitica di base.32 In questo caso sono stati studiati solo mostarde carbonate allo zolfo in quanto meno reattive e più stabili di quelli all’azoto in queste condizioni di reazione. Per confermare la presenza della predominanza dell’effetto anchimerico anche in queste condizioni di reazione è stata inizialmente condotta una reazione tra il fenolo ed il 2-(metossi)etil metil carbonato 1 prima in assenza e successivamente in presenza di base (K2CO3). I risultati ottenuti sono stati quindi confrontati con quelli ottenuti impiegando il 2(metiltio)etil metil carbonato 2 (Schema 13, #1-4 Tabella 8). Per quanto riguarda il carbonato 1 in assenza del catalizzatore non si osserva alcun prodotto di reazione, ma solo i composti di partenza (# 1, Tabella 8), mentre in presenza di K2CO3 si forma principalmente l’anisolo 12 e solo in piccola parte il prodotto alchilato 8 (# 2, Tabella 8), Probabilmente a causa dell’assenza di effetto anchimerico nel carbonato 1, il nucleofilo attacca preferibilmente il gruppo sterico meno ingombrato.33 Invece nel caso del composto allo zolfo 2 la reazione con il fenolo già in assenza di base produce una discreta conversione del nucleofilo (56%) (# 3, Tabella 8) e una selettività quasi quantitativa verso il prodotto alchilato. Inoltre in presenza di K2CO3 si osserva una conversione completa della mostarda 2 e una selettività quasi quantitativa (90%) verso il prodotto alchilato 9 (# 4, tabelle 8) a conferma della presenza dell’effetto anchimerico nell’iprite allo zolfo 2. Schema 13. Reazione del fenolo con le ipriti carbonate 1 e 2. 32 F. Arico, S. Evaristo, P. Tundo. RSC Adv.,2014, 4, 31071. A. Perosa, M. Selva, P. Tundo and F. Zordan.Synlett, 2000, 1, 272. 33 23 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Al fine di ottimizzare le condizioni di reazione in neat il carbonato 2 è stato fatto reagire con diverse basi (Tabella 8). Oltre al carbonato di potassio (# 4) sono state usate delle basi forti quali il metossido di sodio (# 6) ed il tert-butossido di potassio (#5), l’ammina 1,5diazobiciclo[5.4.0]undec-5-ene (#7), l’allumina basica (#8), l’idrotalcite (#9) e dei catalizzatori metallici omogenei (# 10 e 11). Si è osservato che per tutte le basi oltre alla buone conversione del fenolo la selettività della reazione è in ogni caso molto alta verso il prodotto alchilato 9, l’anisolo compare solo in piccole quantità. Tuttavia i risultati dimostrano che il carbonato di potassio è il miglior catalizzatore (#4, Tabella 8) con una conversione quantitativa ed una resa del 90%. E’ interessante notare che catalizzatori acidi di Lewis (# 11, Tabella 8) o composti anfoteri (# 9, Tabella 8) che presentano siti acidi hanno portato ad una conversione solo modesta del substrato. Questi dati confermano che il catione intermedio episolfonico è la chiave della reazione. Infatti la presenza di siti acidi sfavoriscono la formazione dell’intermedio episolfonico. Tabella 8. Reazioni con il fenolo dei carbonati 1 e 2 con diversi catalizzatori in neata # Cataliz. Carb. 1 None 2 Selettività (% GC-MS) (%) PhO(CH2)2XCH3 PhOCH3 1 0 0 0 K2CO3 1 100 19 81 3 None 2 56b 86 6 4 K2CO3 2 100b 90 0 b 79 7 5 t-BuOK 2 100 6 NaOMe 2 80b 87 2 7 DBUc 2 75 92 6 8 Al2O3 2 66b 85 3 9 KW2000d 2 64b 86 4 10 Zn(Ac)2 2 83 97 0 2 b 87 11 a Conv. Sn(OBu)2 61 1 b Condizioni di reazione:fenolo:carbonato:base = 1:2:0.2, neat a 150 °C per 5 ore. Alcuni prodotti non c d identificati nella miscela di reazione. 1,5-diazobiciclo[5.4.0]undec-5-ene. Idrotalcite 0.2% in peso. 24 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Un altro aspetto interessante di queste reazione è l’assenza di solvente che influenza l’esito della reazione (Figura 5). Infatti, nelle reazioni in neat dove non si impiega alcun mezzo di reazione, lo ione episolfonico è intrappolato un una gabbia molecolare sotto forma di coppia ionica intima (I).34 Lo ione episolfonico I è in equilibrio con il carbonato di partenza 2 in accordo con la costante k-1 (eq. 1, Figura 5). Una volta che l’intermedio si libera dalla gabbia del solvente (II secondo la costante k2) può reagire con il nucleofilo o, in assenza di nucleofili ed anione CH3OCOO- si può decomporre in altri prodotti (secondo kd; eq. 3, Figura 5). In presenza di base il nucleofilo viene deprotonato (eq 2, Figura 5) e può reagire con l’intermedio. Tuttavia il catione episolfonico può anche reagire in assenza di base con un nucleofilo neutro con la formazione del prodotto alchilato protonato (eq. 5, Figura 5). Questa reazione è simile alla sostituzione acido catalizzata degli epossidi (eq. 6, Figura 5). Figura 5. Possibile meccanismo di reazione per l’alchilazione promossa dalla base del 2-(metiltio)etil metil carbonato 2. La reattività del 2-(metiltio)etil metil carbonato è stata studiata con vari nucleofili con diversa acidità: alcol aromatici, dioli aromatici e composti –CH2 acidi. Tutti hanno una buona conversione e presentano una selettività maggiore verso il prodotto alchilato. 34 a) S. Winstein, E. Clippinger, A. H. Fainberg, R. Heck, G. C. Robison. J. Am. Chem. Soc., 1956, 78, 328. b) H. Kessler, M. Feigel. Acc. Chem. Res., 1982, 15, 2. c) J. L. Fry, C. J. Lancelot, L. K. M. Lam, J. M. Harris, R. C. Bingham, D. J. Raber, R. E. Hall, P. V. R. Schleyer. J. Am. Chem. Soc., 1970, 92, 2538. 25 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Il risultato più interessante si è ottenuto con il p-cianofenolo (successivamente fatto reagire in condizioni neat anche con diverse half-mostarde carbonate come si può osservare nello Schema 14), il quale è molto reattivo a causa dell’effetto eletronattrattore del gruppo ciano e reagisce efficientemente anche in assenza di base. I risultati degli studi fin ora condotti dimostrano che seguendo i principi della Green Chemistry si possono detossificare sostanze pericolose ed inquinanti come le ipriti. Infatti gli loro analoghi carbonante conservano la reattività di questi composti senza però avere la tossicità dei relativi composti clorurati. Schema 14. Reazione del p-cianofenolo con diverse mostarde carbonate allo zolfo in neat 26 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 2. SCOPO, METODOLOGIE E RISULTATI SCOPO: questo lavoro di tesi, diviso in due parti, prevede l’applicazione dei principi della green chemistry perché rende sicuri per l’operatore composti molto tossici e pericolosi come i gas mostarda sostituendo i clori con dei gruppi carbonati: 1. Un primo obiettivo è stato quello di studiare per la prima volta l’influenza del gruppo uscente delle ipriti allo zolfo sull’effetto anchimerico sia in autoclave che in condizioni neat. 2. Nella seconda parte di questa tesi, partendo dai risultati migliori ottenuti nel punto 1 si è studiata per la prima volta la reattività delle ipriti carbonate mediante il metodo one-pot. In questa metodologia l’iprite carbonata viene sintetizzata in situ e fatta reagire direttamente con il nucleofilo selezionato. Il vantaggio di questa metodologia sintetica consiste nell’impiegare solo quantità stechiometriche di reagenti evitando sia eccessi di solventi/reagenti che la purificazione degli intermedi. METODOLOGIE: il primo scopo è stato raggiunto sintetizzando gli analoghi carbonati delle ipriti allo zolfo (CH3SCH2CH2OCOOR) che incorporano diversi gruppi uscenti (R = Me; Et, Ph, i-Pro, sec-But e tert-But) attraverso reazioni di alcossicarbonilazione del relativo alcol con un dialchilcarbonato in presenza di una quantità catalitica di base. Dopo opportuna purificazione gli analoghi carbonati così ottenuti, sono stati fatti reagire con un classico nucleofilo: il fenolo, sia in autoclave a 180 °C con acetonitrile sotto pressione sia in neat a 150 °C con quantità catalitica di base. In entrambi i casi le reazioni sono state eseguite per 8 e 24 ore. I risultati migliori ottenuti ci hanno permesso di proseguire gli studi per raggiungere il secondo obiettivo investigando la reazione di alchilazione favorita dall’effetto anchimerico in one-pot. Una miscela di dietilcarbonato e di alcol precursore dell’iprite è stata messa a reagire in neat a 120 °C fino alla conversione quantitativa dell’alcol nella mostarda carbonata. Successivamente, nello stesso vessel di reazione, è stato aggiunto il nucleofilo e la temperatura alzata a 150 °C e monitorata fino a completa conversione del carbonato nel relativo composto alchilato. RISULTATI: Nella prima parte del lavoro di tesi i risultati hanno permesso di stilare una scala di reattività degli analoghi carbonati delle ipriti che è stata poi confermata eseguendo tramite reazioni di competizione. 27 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 I risultati hanno mostrato che il 2-(metiltio)etil metil carbonato è l’iprite carbonata più reattiva in condizioni di autoclave mentre in reazioni neat il 2-(metiltio)etil etil carbonato è risultato il composto più reattivo. La generale applicabilità della metodologia sintetica in neat è stata studiata facendo reagire l’iprite etil carbonata con diversi nucleofili con buoni risultati di conversione del nucleofilo e selettività verso il prodotto alchilato per effetto anchimerico. Nella seconda parte del lavoro di tesi è stato impiegato nelle reazioni one-pot il 2(metiltio)etil etil carbonato, il quale si è dimostrato il composto più reattivo negli studi precedenti in neat. La reazione di alchilazione è stata eseguita in un unico step facendo reagire l’acol 2-(metiltio)etanolo il dietilcarbonato ed il nucleofilo nello stesso vessel di reazione in presenza di una quantità catalitica di base. Si sono quindi ottimizzate le condizioni di reazione e si è studiata l’applicabilità generale di questo metodo sintetico impiegando sia diversi alcol precursori delle ipriti carbonate sia diversi nucleofili. Questo ci ha permesso di ottenere il prodotto alchilato per effetto anchimerico con una buona resa minimizzando l’eccesso di reagenti e solventi e per semplice estrazione, senza impiegare ulteriori tecniche di purificazione quali la colonna cromatografica. Il metodo one-pot rispetto a quello in due steps ha permesso quindi di impiegare quantità minori di solventi in quanto effettuato in neat e di risparmiare anche da un punto di vista energetico seppur ottenendo delle rese leggermente inferiori. Per investigare fino in fondo l’efficienza del metodo sarebbe opportuno studiarne le relative green metrics per questa sintesi. 28 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 3. RISULTATI E DISCUSSIONE 3.1 Sintesi delle ipriti carbonate allo zolfo Lo Schema 15 riporta la sintesi dei diversi analoghi carbonati delle ipriti allo zolfo 1-7 impiegati in questo studio di tesi. I carbonati 1-7 incorporano gruppi alchilici diversamente ingombrati e sono stati sintetizzati dalla per reazione tra il 2-(metiltio)etanolo con diversi dialchilcarbonati opportunamente scelti. Schema 15. Sintesi degli analoghi carbonati della mostarde allo zolfo. Nello specifico, le mostarde carbonate 1-7 sono state sintetizzate per reazione di alcossicarbonilazione attraverso un meccanismo BAc2 dell’alcol precursore 2- (metiltio)etanolo (disponibile in commercio) con diversi dialchilcarbonati sia simmetrici che asimmetrici in presenza di una quantità catalitica di base (K2CO3). Gli analoghi carbonati 1-7 delle ipriti sono stati tutti ottenuti come composti puri con rese variabili tra il 17 ed il 93% (Tabella 9). Per la sintesi degli analoghi carbonati delle ipriti 1 e 2 sono stati utilizzati rispettivamente il dimetilcarbonato (DMC) ed il dietilcarbonato (DEC) i quali sono reperibili in commercio. Gli altri dialchilcarbonati quali il DBC (dibenzilcarbonato), il DOC (diottilcarbonato), l’i-PMC (isopropilmetilcarbonato), l’i-BMC (isobutilmetilcarbonato) e il tBMC (tertbutilcarbonato) sono stati ottenuti tramite transesterificazione del DMC con il rispettivo alcol (Sezione 5). L’iprite carbonata 2 è stata ottenuta come pura semplicemente per evaporazione del solvente in eccesso. I composti 1, 3-7, invece, sono stati purificati tramite colonna cromatografica su gel di silice. I carbonati 1-7 ottenuti attraverso questa metodologia sintetica, sono liquidi, inodore e trasparenti. La loro struttura è stata confermata tramite analisi via Gas-Massa e spettroscopia NMR. 29 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Tabella 9. Ipriti carbonate allo zolfo.a a Carbonato Temp. Tempo Iprite carbonata (mol. eq) (°C) (h) (resa%) DMC (20) 90 45 1 (93) DEC (20) 130 22 2 (88) DBC (2) 100 2 3 (46) DOC (2) 100 21 4 (44) i-PMC (5) 120 10 5 (37) i-BMC (5) 100 24 6 (17) t-BMC (3) 100 51 7 (37) Condizioni di reazione: 2-(metiltio)etanolo : DAC = 1 : 2-20, 3.2 Reazioni degli analoghi carbonati delle ipriti con il fenolo in autoclave La reattività delle ipriti carbonate allo zolfo è stato studiata in autoclave in presenza di fenolo ad una temperatura di 180 °C utilizzando come solvente l’acetonitrile (Schema 16). La conversione del fenolo e la selettività verso il prodotto alchilato (2-(fenossi)etil metil solfuro 8 è stata analizzata via GC-MS. La resa del prodotto alchilato 8 è stata calcolata tramite una retta di taratura via HPLC (Appendice). Schema 16. Reazione in autoclave degli analoghi carbonati delle ipriti con il fenolo. In queste condizioni di reazione, l’efficienza dell’effetto anchimerico, come dimostrano i risultati in Tabella 10, dipende dall‘ingombro sterico del gruppo uscente dell’analogo 30 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 carbonato. Infatti, la reazione tra fenolo e l’iprite carbonata 1, che incorpora il gruppo metile, è risultata nella formazione del prodotto alchilato metil (2-fenossietil) solfuro 8 con resa più alta. Mentre il l’iprite carbonata tert-butilata 7 più ingombrata stericamente non reagisce con il nucleofilo. Dai risultati ottenuti nelle reazioni in autoclave degli analoghi carbonati delle ipriti promosse dall’effetto anchimerico dello zolfo si può stilare la seguente scala di reattività. -CH3 >>-C2H5 ~ -CH2C6H5 >> -C8H17 >-i-C3H7 >> -i-C4H9 > -t-C4H9 Tabella 10. Reazione delle ipriti carbonate con il fenolo in autoclave. Selett.% Iprite carbonata Conv.a metil (2-fenossietil) solfuro Resa % (8)b (HPLC) 8 CH3S(CH2)2OCOOR % % % 1 R1= CH3 100 77 77 2 R1= C2H5 86 75 44 3 R1= CH2C6H5 100 52c 46 4 R1= C8H17 68 78d 36 5 R1= i-C3H7 74 78 40 6 R1= i-C4H8 73 49 13 7 R1= t-C4H9 0 0 0 a Condizioni di reazione : fenolo:analogo carbonato ipriti (3:1), Temp. 180 °C, p = 10 bar, Tempo di reazione b c d 24 h; Analisi con GC-MS; Analisi con GC-MS mostrano la presenza di dibenzil carbonato (12 %); Analisi GC-MS mostrano la presenza di diottil carbonato (4%). 31 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 È stato inoltre studiato l’effetto della concentrazione del fenolo sulla selettività della reazione di alchilazione promossa dall’effetto anchimerico delle ipriti carbonate allo zolfo. La mostarda carbonata 1 è stata fatta reagire con il fenolo in diversi rapporti molari (Tabella 11). Incrementando la concentrazione del nucleofilo da 1 a 3 equivalenti molari rispetto al carbonato 1 la resa del prodotto 8 aumenta dal 23% al 77% (# 1-3 Tabella 11). Tuttavia, continuando ad incrementare la quantità di fenolo non si osserva alcun aumento della resa del prodotto 8 (# 4 Tabella 11). Successivamente è stata studiata l’influenza della diluizione dell’acetonitrile sull’effetto anchimerico. In questo set di reazioni è stato impiegata una miscela di fenolo e analogo carbonato 2-(metitio)etil metil carbonato 1 in un rapporto molare di 3:1. La reazione è stata ripetuta utilizzando tre diverse quantità di acetonitrile: 100 mL, 50 mL e 25 mL (# 3, 5 e 6, Tabella 11). Nelle reazioni dove si è impiegata una minore quantità di acetonitrile (# 5 e 6, Tabella 11) il prodotto 8 è stato ottenuto in rese del 45% e del 48%. Da questi risultati è evidente che il solvente gioca un ruolo importante sull’effetto anchimerico delle ipriti carbonate. Probabilmente la solvatazione del carbonato favorisce la formazione dell’intermedio ciclico carico positivamente. Tabella 11. Reazioni con diversi rapporti molari del fenolo e di acetonitrile con le ipriti carbonate.a 8 Resa Fenolo: Iprite Carb. 1 Acetonitrile # (HPLC) (mol. ratio) (ml) %b a 1 1:1 100 23 2 2:1 100 57 3 3:1 100 77 (78)c 4 4:1 100 77 (71)c 5 3:1 50 45 6 3:1 25 48 b c Condizioni di reazione: 180 °C, 10 bar per 24 h; Calcolata retta di taratura ( vedi Appendice); Resa isolata ottenuta dall’estrazione con il 4% di NaOH/CH2Cl2 . 32 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 3.3 Reazioni degli analoghi carbonati delle ipriti con il fenolo in neat Lo studio dell’influenza del gruppo uscente sull’effetto anchimerico è stato condotto anche in condizioni neat, ovvero in assenza di solvente in presenza di una quantità catalitica di base K2CO3. Studi precedenti condotti in questo gruppo di ricerca hanno dimostrato che gli analoghi carbonati delle ipriti tendono a decomporsi in presenza della base. Per ovviare a questo problema, le mostarde carbonate 1-7 sono state impiegate in eccesso rispetto al fenolo (2 eq. molari). I risultati riportati nella Tabella 12 mostrano che le reazioni portano tutte alla formazione del prodotto 8 con una buona selettività. Tabella 12. Reazioni in neat tra fenolo e mostarde carbonate. a Selettività GC-MS %b Iprite carbonate # a Conv. Resa % Prodotto (8) % (HPLC) metil (2-fenossietil) solfuro C6H5OR 8 1 1 (R = CH3) 100 76 24 77 2 2 (R = C2H5) 100 91 9 99 3 3 (R = CH2C6H5) 100 53 47 62 4 4 (R = C8H17) 77 85 15 74 5 5 (R = i-C3H7) 82 95 5 83 6 6 (R = i-C4H8) 100 100 0 90 7c 7 (R = t-C4H9) 54 58 28 35 b Condizioni di reazione: Fenolo : iprite carbonata : K2CO3 = (1 : 2 : 0.2), 150 °C per 7 h; Calcolato con GCc MS; GC-MS: sottoprodotti non identificabili. Sorprendentemente la reazione che utilizza come reagente l’iprite carbonata 2 (#2, Tabella 12) è risultata la più efficiente; infatti in questa reazione il prodotto alchilato via effetto anchimerico si è formato con una resa quasi quantitativa (91%). Una ragione plausibile potrebbe essere che l’intermedio episolfonico sia intrappolato in una gabbia molecolare sotto forma di coppia ionica intima (Schema 14). Conseguentemente 33 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 l’intermedio ciclico potrà interagire con il nucleofilo (o eventualmente decomporsi) solo una volta uscito dalla gabbia molecolare grazie all’ausilio del solvente. Dal momento che nelle reazioni neat, gli analoghi carbonati delle ipriti hanno il ruolo sia di elettrofilo che di solvente, probabilmente il 2-(metiltio)etil etil carbonato 2 è il miglior mezzo di reazione per la solvatazione della coppia ionica (Schema 17). Schema 17. Meccanismo di formazione della coppia ionica intima nella gabbia molecolare. Analisi via GC-MS dimostrano chiaramente, che le ipriti carbonate 4-7 che incorporano i gruppi alchilici ottil, isopropil, iso e tert-butil reagiscono con un tempo di reazione più lungo (#4-7), infatti dopo 7 ore la conversione del nucleofilo non è ancora completa. Questo risultato è imputabile al fatto che gli analoghi carbonati delle ipriti 4-7 incorporano gruppi alchilici molto ingombrati e quindi la formazione dell’intermedio ciclico può risultare più lenta. A conferma di questa ipotesi, il carbonato 2-(metiltio)etil tert-butil carbonato 7, il più ingombrato stericamente, porta ad una conversione del substrato e una selettività verso il prodotto alchilato per effetto anchimerico solo modeste. In conclusione, anche per le reazioni in neat si può stilare una scala di reattività nella quale l’ordine di reattività delle ipriti carbonate si discosta da quello ottenuto in autoclave. C2H5 > i-C4H9 > i-C3H7 > CH3 > C8H17 > CH2C6H5 > t-C4H9 Per confermare questi risultati è stata condotta una reazione di competizione facendo reagire contemporaneamente le ipriti carbonate 2 e 7 con il fenolo in presenza di K2CO3 (Schema 18). Come previsto il 2-(metitio)etil etil carbonato 2 si è dimostrato più efficiente nel reagire con il fenolo rispetto all’analogo carbonato 7 (dati ottenuti via GCMS). La Figura 6 riporta la conversione dei carbonati 2 e 7 durante la reazione di competizione 34 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 e mostra infatti che il 2-(metiltio)etil etilcarbonato è più reattivo in quanto si converte più rapidamente. Figura 6. Cinetica della reazione di competizione tra iprite carbonata 2 e 7. Schema 18. reazione di competizione tra gli analoghi carbonati delle ipriti 2 e 7. Al fine di ottimizzare le condizioni di reazione è stato studiato anche l’effetto della quantità della base nella reazione di alchilazione. Il 2-(metiltio)etil etil carbonato 2 ed il fenolo sono stati quindi fatti reagire anche con diverse quantità di K2CO3 (Tabella 13). Come riportato nella Tabella 13, è possibile diminuire la quantità di base fino al 5% molare senza intaccare la selettività verso il composto alchilato 8 o la conversione del substrato (# 1-3, Tabella 13). Al fine di confermare i dati ottenuti, la reazione tra l’analogo carbonato 2 ed il fenolo è stata eseguita in larga scala. Il prodotto 8 è stato isolato via colonna cromatografica 35 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 ottenendo una resa del 90% (#3, Tabella 13). La reazione è stata quindi ripetuta per confronto in assenza di base, ottenendo una conversione bassa dopo 24 ore (#4, Tabella 13). L’analogo 2-(metitio)etil etil carbonato 2 è stato anche fatto reagire con un eccesso di fenolo (3 eq. mol.) in quanto nelle reazioni in autoclave l’aumento della quantità di nucleofilo ha avuto un effetto positivo sulla resa della reazione. In questo caso si è ottenuta una conversione quantitativa dell’iprite carbonata 2 (#5, Tabella 13). Successivamente la reazione è stata condotta su larga scala in presenza di carbonato di potassio in 5% molare (#6, Tabella 13) osservando come unico prodotto il composto metil (2-fenossietil) solfuro 8, il quale puro risulta facilmente isolabile attraverso semplice estrazione liquido/liquido. Tabella 13. Reazione dell’iprite carbonata 2 con fenolo variando la quantità di K2CO3 in neat.a Selettività % # K2CO3 Conv. Prodotto 8 % (mol.eq.) % metil (2-fenossietil) Resa % C2H5OC6H5 solfuro (HPLC) % 1 0.2 100 91 9 99 2 0.1 100 91 9 90 3 0.05 100 91 9 99 (90)c 4 0 100 0 23 (37)d 5b 0 100 74 0 75 6c 0.05 100 100 0 91 (86)e 37 d (57) a b Condizioni di reazione: fenolo : analogo carbonato 2 =1:2, a 150 °C per 7 ore; Condizioni di reazione: c fenolo : analogo carbonato 2 =3:1, a 150 °C per 7 ore; Prodotto isolato attraverso colonna cromatografica; d e 24 ore; Prodotto isolato attraverso estrazione. 3.3.1 Reazione del 2-(metitio)etil etil carbonato 2 con diversi nucleofili in neat Per studiare la generalità di questa metodologia sintetica, una serie di nucleofili sono stati fatti reagire in condizioni neat con l’analogo carbonato 2 (Schema 19) alla temperatura di 150 °C in presenza di carbonato di potassio come base in quantità di 5-10% molare. Nello Schema 19 sono riportati i fenoli e bisfenoli selezionati per questo studio insieme ai relativi prodotti di alchilazione: nel caso dei bisfenoli lo Schema 19 riporta solo i prodotti di alchilazione osservati via GC-MS e non tutti quelli possibili. 36 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Impiegando le condizioni di reazioni in neat è stata ottenuta una buona resa per i prodotti Metil 2-[4-(bromo)fenossietil] solfossido 9, Metil 2-[4-(metossi)fenossietil] solfossido 10, Metil 2-(naftalen-2-ossi)etil solfossido 13, 1,4-bis-[2-(metiltio)etossi]benzene 15, 2,2’[(metiltio)etossi]bifenile 17 e 4,4’-[(metiltio)etossi]bifenile 20 alchilati (# 1-6 Tabella 14). Osservando i dati della Tabella 14 si può notare che i nucleofili p-bromofenolo (#1, Tabella 14), ß-naftolo (#3, Tabella 14), idrochinone (#4, Tabella 14) e bifenil-2,2-diolo (#5, Tabella 14) hanno portato alla formazione in resa quantitativa del relativo prodotto. Anche per il p-metossifenolo (#2, Tabella 14) ed il bifenil-4-4’-diolo (#6, Tabella 14) si è osservata una selettività molto alta verso l’alchilazione. Schema 19. Utilizzo di diversi nucleofili con l’iprite carbonata 2 in neat. In tutte le reazioni l’etossi-benzene si forma con una resa molto bassa (10-13%). I prodotti alchilati 9, 10, 13, 15, 17,e 20 sono stati isolati come puri via colonna cromatografica e la loro struttura molecolare è stata confermata attraverso la spettroscopia NMR e GC-MS. 37 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Tabella 14. Utilizzo di diversi nucleofili con l’analogo carbonato 2.a # Nucleofilo Conv. % Selet. % PhO(CH2)2SCH3 PhOCH2CH3 PhO(CH2)2SCH335 1b 100 9 90 (91)c 11 10 9 57 2b,d 100 10 85 (76)c 12 10 / 3b 100 13 90 (70)c 14 10 13 55 4 100 15 88 (55)c 16 12 15 63 c 5d 100 17 72 (69) 18 11 19 13 17 62 6d 100 20 84 (77)c 21 10 / a b Condizioni di reazione: nucleofilo : analogo carbonato 2 : K2CO3 = 1:4:0.1; Condizioni di reazione: c d nucleofilo : analogo carbonato 2 : K2CO3 = 1:2:0.05; Resa isolata; Le analisi GC-MS rivelano la presenza di prodotti non identificati nella miscela di reazione (3-6%). 3.4 Reazioni in neat con il metodo one-pot Nello studio sulla reattività degli analoghi carbonati delle ipriti fin ora discusso le reazioni sono state eseguite in due step: sintesi dell’iprite carbonata a reflusso (inclusa eventuale purificazione) e reazione con il nucleofilo selezionato in autoclave o in condizioni neat. In questo lavoro di tesi si è anche investigata la possibilità di eseguire la reazione di alchilazione in one-pot tramite la sintesi dell’iprite carbonata in situ e successiva reazione con il nucleofilo nello stesso vessel di reazione. Dal momento che il 2-(metiltio)etil etil carbonato 2 è risultato l’analogo carbonato delle ipriti più reattivo in queste condizioni, questo studio preliminare è stato condotto impiegando come reagenti il 2-metiltioetanolo, il dietilcarbonato e un nucleofilo. In una tipica reazione il 2-metiltioetanolo ed il DEC sono stati fatti reagire in quantità stechiometriche in presenza di una quantità catalitica di K2CO3 ad una temperatura di 120°C sotto agitazione magnetica (Schema 20). La conversione dell’alcool è stata seguita via GC-MS fino a scomparsa del reagente. Quindi un generico nucleofilo, in questo caso il fenolo, è stato aggiunto alla miscela e la temperatura di reazione è stata portata a 150 °C (Schema 20). Questo metodo one-pot non impiega solventi, eccesso di DEC o di potassio carbonato ed è un classico esempio in cui gli scarti di reazioni vengono minimizzati (waste minimization). 35 Dati da ref. 27 38 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Schema 20. Reazione one-pot in neat di sintesi degli analoghi carbonati delle ipriti e studio della loro reattività con fenolo. In un primo set di esperimenti si è cercato di ottimizzare le condizioni di reazione variando la quantità di carbonato di potassio impiegato nella reazione come catalizzatore (Tabella 15). Il rapporto molare della base rispetto all’alcol è stato variato senza tuttavia arrivare mai ad impiegarne una quantità stechiometrica (0.1-0.4 mol). Dai risultati ottenuti si può notare come le reazioni condotte impiegando 0.4 e 0.2 eq. mol. di K2CO3 (#1-2, Tabella 15) siano risultate in una completa conversione dell’alcol nel relativo carbonato e una buona resa finale del prodotto alchilato 8. Quest’ultimo è stato facilmente isolato come pure attraverso una estrazione liquido/liquido usando etere etilico e acqua. La resa migliore maggiore del prodotto alchilato 8 si è ottenuta impiegando 0.2 eq. mol. di K2CO3 (65%) (#2, Tabella 15). Diminuendo ulteriormente gli equivalenti molari a 0.1 mol. sia la conversione del fenolo che la resa sono invece diminuite (#3, Tabella 15). Per confermare che i risultati ottenuti siano dovuti alla presenza dell’effetto anchimerico, la reazione è stata ripetuta impiegando l’alcol 2-metossietanolo (Schema 21). In questo caso la selettività verso il prodotto alchilato 22 osservata via GC-MS è risultata più bassa rispetto all’analogo allo zolfo (50%) (#4, Tabella 15). Schema 21. Reazione del 2-metossietanolo con il DEC ed il fenolo. 39 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Tabella 15. Effetto della concentrazione della base usata come catalizzatore per la carbossimetilazione.a Selettiv.% (GS-MS) K2CO3 tempob Conv.% PhOH Prodotto Eq. mol. (h) (GC-MS) alchilato 1 0.4 4 100 90 (8) 10 2 0.2 6 100 100 (8) 0 3 0.1 2 70 100 (8) 0 4 0.2 2 95 50 (22) 50 # a Condizioni di reazione: 2-metiltio-etanolo : DEC = 1:1 a 120 °C per un tempo variabile e successiva b aggiunta di PhOH : 2-metiltio-etanolo = 1:1 per 18 ore a 150 °C; Tempo relativo alla reazione di carbossimetilazione. Per ottimizzare ulteriormente le condizioni di reazione si è inoltre studiato l’effetto della concentrazione relativa dei reagenti (Alcol + DEC/nucleofilo) sulla formazione del composto alchilato per effetto anchimerico (Tabella 16). In particolare, impiegando 1.5 e 1 eq. mol. di fenolo rispetto al 2-metiltioetanolo, la resa verso prodotto alchilato metil (2fenossietil) solfuro 8 è risultata solo discreta (52 e 65%) (#1-2, Tabella 16). Tuttavia, diminuendo la concentrazione del nucleofilo a 0.8 eq. mol. rispetto al 2-metiltioetanolo, la resa del prodotto 8 aumenta notevolmente arrivando all’86% (#8, Tabella 16). Infine, analisi tramite HPLC hanno dimostrato che utilizzando 0.7 eq. mol. di fenolo il prodotto alchilato si forma con una resa quantitativa (95%) (#4, Tabella 16). Infine diminuendo ulteriormente gli equivalenti molari di nucleofilo a 0.5 la resa si riduce al 70% (#5,Tabella 16). E’ da notare che la discrepanza tra selettività osservata alla GC-MS e resa isolata può essere dovuta alla volatilità dell’etossibenzene che in alcuni casi può aver falsato le analisi condotte alla GC-MS. 40 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Tabella 16. Effetto della concentrazione del fenolo sull’alchilazione promossa dall’effetto anchimerico.a Conv.% Selettiv.% Conv.% Resa % PhOH (GC-MS) (GS-MS) # (GC-MS) isolata Eq. mol. fenolo 8 8 1 1.5 100b 67 100 0 52 2 1 100 100 100 0 65 3 0.8 100 100 90 19 86 4 0.7 100 100 88 12 95 5 0.5 82 100 80 20 70c a Condizioni di reazione : 2 metiltio-etanolo : DEC : K2CO3 1 : 1 : 0.2 a 120 °C per 6 h e successiva aggiunta b c di PhOH in quantità variabile per 18 ore a 150 °C. Conversione degli intermedi di reazione Resa ottenuta con retta di taratura via HPLC. Oltre al carbonato di potassio sono stati testati diversi tipi di catalizzatori. In queste reazioni si è mantenuto costante il rapporto molare 2-metiltioetanolo:DEC:fenolo (1:1:0.7), utilizzando 0.2 eq. mol. di diverse basi. Nello specifico, quando è stata impiegata come base il carbonato di cesio (Cs2CO3) si è osservata una resa minore del prodotto 8 (20%) rispetto al K2CO3.(#1-2, Tabella 17). Sono state inoltre studiate delle basi forti quali il metossido di sodio ed il tert-butossido di potassio. Nel primo caso dopo l’estrazione in etere è stata ottenuta una buona resa del solfuro 8 (#3, Tabella 17). Sono state studiate anche quattro basi azotate: il triazobiciclodecene (TBD), il diazobicicloundecene (DBU), la dimetil-aminopiridina (DMAP) e il diazo-biciclottano DABCO (#4-5-6-7, Tabella 17). Per quanto riguarda le prime tre il fenolo non si è convertito totalmente e le rese, calcolate via NMR, dopo l’estrazione in etere sono state rispettivamente del 45%, 34% e 30%. Mentre quando si è impiegato il DABCO come catalizzatore, la resa isolata ottenuta per il prodotto alchilato per effetto anchimerico è stata molto bassa (13%) (#7, Tabella 17). Figura 7. Basi azotate. 41 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Usando invece l’idrotalcite, un catalizzatore anfotero, la resa isolata del prodotto desiderato 8 è stata del 56% (#8, Tabella 17). Infine impiegando un catalizzatore acido come l’amberlite (#9) non si sono osservate ne la conversione dell’alcol, ne la formazione del prodotto. Questo può essere imputato all’acidità del catalizzatore che interferisce con la formazione dell’intermedio ciclico anch’esso carico positivamente. Tabella 17. Effetto del tipo di base usata come catalizzatore per la carbossimetilazione e la successiva alchilazione promossa dall’effetto anchimerico.a Selettiv.% Conv.% Conv.% Resa% (GS-MS) (GC-MS) # Cataliz. (GC-MS) isolata Fenolo 8 1 K2CO3 100 100 88 12 95 2 Cs2CO3 100 45 83 17 20b 3 MeONa 100 100 100 0 79b 4 TBD 100 74 93 7 45b 5 DBU 100 84 75 25 34b 6 DMAP 100 80 83 17 30b 7 DABCO 80 100 100 0 13 8 KW2000 100 100 93 7c 56b 9 Amberlite 0 0 0 0 0 a Condizioni di reazione: 2 metiltio-etanolo : DEC : Base 1 : 1 : 0.2 a 120 °C per 6 h e successiva aggiunta di b c PhOH in quantità variabile per 18 ore a 150 °C. Resa isolata via NMR. Prodotti non identificati. 3.4.1 Reazioni one-pot in neat: effetto del tipo di alcol sulla carbossimetilazione Per testare l’efficienza e la generalità del metodo one-pot si è deciso di studiare anche la reattività di diversi alcol precursori di ipriti carbonate impiegando le migliori condizioni di reazione in neat (Schema 22). 42 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Schema 22. Reazioni one-pot utilizzando diversi alcol. Come si può osservare nella Tabella 18 e nello schema 22, gli alcol selezionati per questo studio sono stati: il 3-metiltiopropanolo, il 2-feniltioetanolo, il ditioetanolo ed il dimetil(amino)etanolo. Nel caso del 3-metiltiopropanolo e del 2-feniltioetanolo le rese isolate dei prodotti alchilati sono state mediocri (15% e 26 % rispettivamente) sebbene analisi via GC-MS abbiano mostrato un’ottima selettività (#2-3, Tabella 18). Nel caso del 3-metiltiopropanolo questo probabilmente è dovuto alla maggiore stabilità dell’intermedio ciclico a tre termini rispetto al ciclo a quattro termini. La reattività del 2-(feniltio)etil etil carbonato è invece probabilmente inibita dalla presenza del fenile che rende lo zolfo un nucleofilo meno efficiente oltre che stericamente ingombrato intaccando l’efficienza dell’effetto anchimerico. Infine per quanto riguarda il ditioetanolo (#4) ed il dimetil(amino)etanolo (#5) non si è osservato la formazione di alcun prodotto di reazione. Infatti nel primo caso l’alta concentrazione dell’alcol porta ad una probabile reazione di polimerazione mentre nel secondo caso l’ammino alcol è molto reattivo ed è possibile che si formino dei sali di ammonio quaternari o dei prodotti di decomposizione che non fanno procedere la reazione. La formazione dei prodotti alchilati 23 e 24 è stata inoltre confermata tramite spettroscopia NMR. 43 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Tabella 18. Effetto del tipo di alcol usato nella carbossimetilazione e la successiva alchilazione promossa dall’effetto anchimerico.a Selettiv.% Conv.% Conv.% (GS-MS) # Alcol (GC-MS) (GC-MS) Prodotto Alcol Fenolo alchilato 1 100 100 8 88 12 2 89 100 23 100 0 3 50 100 24 100 0 4 0 0 25 0 0 5 0 0 26 0 0 a Condizioni di reazione: Alcol: DEC : Base 1 : 1 : 0.2 a 120 °C per 6 h e successiva aggiunta di PhOH in quantità variabile per 18 ore a 150 °C. 44 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 3.4.2 Reazioni one-pot in neat impiegando diversi nucleofili Gli studi sull’efficienza del metodo one-pot sono proseguiti impiegando diversi nucleofili al posto del fenolo nelle migliori condizioni in neat. Come si può osservare nello Schema 23 abbiamo utilizzato sia nucleofili aromatici monofunzionali (il p-metossifenolo, il ß-naftolo, il p-cianofenolo e la fenilmetilanilina) sia bifunzionali (l’idrochinone, 2-2’-diidrossibifenile ed il bis-fenolo a) (Schema 23). Nel caso dei dioli aromatici si è osservato tramite analisi alla GC-MS la formazione di diversi prodotti oltre a quello alchilato grazie all’assistenza anchimerica. Schema 23. Utilizzo di diversi nucleofili nelle reazioni one-pot. I dati ottenuti impiegando le migliori condizioni di reazione sono riportati nella Tabella 19. Per quanto riguarda gli alcoli aromatici monofunzionali si può osservare che il pmetossifenolo (#1, Tabella 19) ed il ß-naftolo (#2, Tabella 19) hanno reagito efficacemente formando i prodotti alchilati 10 e 13 con alte rese isolate (80% e 62%) ( analogamente a quanto osservato nelle reazioni in neat a due step vedi sezione 3.3.4). 45 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Al contrario il p-cianofenolo e la metilanilina hanno dato una selettività più bassa verso il relativo prodotto alchilato 28. Nel caso del p-cianofenolo il risultato osservato può essere dovuto alla sua elevata acidità che in presenza della base è ulteriormente aumentata a discapito della selettività. Invece nel caso della metilanilinia la scarsa nucleofilicità del substrato ha portato alla formazione del prodotto alchilato 29 solo in tracce. Tutti i prodotti alchilati 10, 13, 27 e 29 sono stati isolati come puri e la loro struttura è stata confermata tramite spettroscopia NMR e GC-MS. Tabella 19. Effetto del tipo di nucleofilo usato nella carbossimetilazione e la successiva alchilazione promossa dall’effetto anchimerico.a Selettiv.% Conv.% (GS-MS) # Nucleofilo (GC-MS) Nu Nu-(CH2)2SCH3 Nu-CH2CH3 1c 100 10 80 (80)d 12 20 2b 100 13 93 (62)d 14 7 3b 62 27 40 (25)d 28 60 4b 53 5c 100 6c 83 17 26 18 49 31 25 7c 96 32 60 (13)d 33 40 (tracce)d -- 29 11 (Tracce)d 15 82 16 13 30 5 --- a Condizioni di reazione: 2 metiltio-etanolo : DEC : K2CO3 = 1 : 1 : 0.2 : a 120 °C per 7 h e successiva b c aggiunta di Nu a 0.7 eq. mol. per 18 ore a 150 °C. Conversione 2(metiltio)etanolo = 93%. Conversione d 2(metiltio)etanolo = 90%. Resa isolata. Per quanto riguarda i dioli aromatici, l’idrochinone (#5, Tabella 19) e il 2-2’-diidrossibifenile (#6, Tabella 19) si è osservata per entrambi un’alta percentuale di alchilazione promossa dall’effetto anchimerico (91% e 50%). Il bis-fenolo A (#7, Tabella 19) in particolare ha mostrato una discreta selettività verso il prodotto bi-alchilato 32, il quale è stato isolato puro e la sua struttura è stata isolata tramite GC-MS e spettroscopia NMR. 46 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 4. CONCLUSIONI Nella prima parte di questo lavoro di tesi è stata studiata l’influenza del gruppo uscente sull’effetto anchimerico per gli analoghi carbonati delle ipriti allo zolfo 1-7. Sono quindi state sintetizzate le ipriti carbonate allo zolfo che incorporano diversi gruppi alchilici quali il metile 1, l’etile 2, il benzile 3, l’ottile 4, l’isopropile 5, l’isobutile 6 e il tert-butile 7. Di questi composti ne è stata studiata la reattività sia in autoclave sia in neat con un nucleofilo. L’effetto dell’ingombro sterico dovuto al gruppo uscente influenza l’andamento della reazione in autoclave. L’alchilazione assistita dall’effetto anchimerico è favorita dai gruppi uscenti stericamente meno ingombrati. Questo ci ha permesso di stilare la seguente scala di reattività verso il prodotto alchilato 8: -CH3 >>-C2H5 ~ -CH2C6H5 >> -C8H17 >-i-C3H7 >> -i-C4H9 > -t-C4H9 In queste condizioni di reazione la formazione del prodotto alchilato metil (2-fenossietil) solfuro 8 viene promossa impiegando un eccesso di nucleofilo. Aumentando invece la concentrazione di reagenti si influenza in modo negativo la selettività verso il prodotto desiderato. Questo presumibilmente è dovuto ad una scarsa solvatazione dell’intermedio episolfonico. Successivamente gli analoghi carbonati delle ipriti 1-7 sono stati studiati anche in condizioni neat. In assenza di solvente ed in presenza di base il meccanismo di reazione è più complicato anche per via della formazione di sottoprodotti e delle reazioni di transesterificazione. Da questa serie di reazioni sono stati ottenuti i risultati più interessanti si sono ottenuti con il 2-(metiltio)etil etil carbonato 2 come riportato nella scala di reattività: -C2H5 > -i-C4H9 > -i-C3H7 > -CH3 > -C8H17 > -CH2C6H5 > -t-C4H9 L’alta selettività dell’analogo carbonato 2 potrebbe essere dovuta alla sua maggiore efficienza sia come solvente che come reagente. Questo potrebbe influire sulla facilità con cui l’intermedio ciclico riesce a liberarsi dalla gabbia molecolare e reagire di conseguenza con il nucleofilo. Si è provato sperimentalmente che riducendo la quantità di base 47 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 (carbonato di potassio) fino al 5% la selettività non cambia. Alla fine è stata fatta una serie di reazioni in neat facendo reagire diversi nucleofili con l’analogo carbonato 2 in presenza di quantità catalitica di base. In tutta questa serie di esperimenti la reazione di alchilazione assistita dall’effetto anchimerico è favorita rispetto alla reazioni SN2. Questo evidenzia l’importanza dell’effetto anchimerico negli analoghi carbonati delle ipriti, quale facilita le reazioni di alchilazione, confermando la versatilità di tali composti che, assieme alla loro non tossicità ne fa dei composti con numerose possibilità di applicazione. Nella seconda parte di questo lavoro di tesi si sono utilizzati i risultati ottenuti per investigare la reazione di alchilazione favorita dall’effetto anchimerico con il metodo onepot. In questo caso la sintesi dell’analogo carbonato delle ipriti e la sua reazione con il nucleofilo avvengono in un unico stept. Per iniziare sono state perfezionate le condizioni di reazione individuando la concentrazione più efficiente sia di base catalizzatrice (carbonato di potassio), sia di nucleofilo (fenolo). Mantenendo le condizioni di reazione così migliorate sono state testati vari catalizzatori con proprietà diverse: il carbonato di cesio (Cs 2CO3), due basi forti quali il metossido di sodio ed il tert-butossido di potassio, delle basi azotate cioè il triazobiciclodecene (TBD), il diazobicicloundecene (DBU), la dimetil-aminopiridina (DMAP) e il diazo-biciclottano DABCO, l’amberlite che è acido e l’idrotalcite che ha proprietà anfotere. Tra tutte il carbonato di potassio si è confermata la base migliore. Per testare l’efficienza e la generalità del metodo sono stati testati sia diversi alcol precursori delle ipriti sia diversi nucleofili. Tra gli alcoli testati il 2-metiltio etanolo si è dimostrato il più reattivo. Per quanto riguarda i nucleofili, in genere i fenoli e i bisfenoli sono risultati i più reattivi formando il prodotto (di)alchilato grazie ad assistenza anchimerica con resa a volte quasi quantitativa. E’ importante notare che con questo nuovo metodo sintetico si applicano i principi fondamentali della Green Chemistry promossi anche dall’OECD. In particolare la detossificazione delle ipriti clorurate attraverso la chimica del dimetilcarbonato è un lampante esempio di progettazione di sostanze chimiche più sicure. Inoltre la metodologia sintetica one-pot è una reazione modello per lo sviluppo di condizioni di reazione alternative e la riduzione del consumo energetico. 48 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 5 PARTE SPERIMENTALE 5.1 Strumentazione, reagenti e solventi I solventi e reagenti per le reazioni sono stati forniti dall’azienda Sigma-Aldrich senza poi essere stati ulteriormente purificati. Gli strumenti impiegati per il monitoraggio durante le reazioni ed l’analisi dei prodotti sono stati: un GC-MS Agilent Technologies (GC System 6890N; Agilent Technologies Mass Selective Detector 5973) che usa una colonna di silice (HP-5MS). Per iniettare i composti è stata utilizzata una micro siringa Hamilton (10 μL). un HPLC Shimadzu modello LC20A, software LCSOLUTION, pompe 2LC-10AT, detector SPD-20A, colonna a fase inversa C18. Come sistema eluente/carrier è stata usata una miscela di acetonitrile e acqua (0.1% di acido trifluoroacetico). I campioni sono stati iniettati tramite una micro siringa Hamilton da100 μL. uno spettrometro Bruker 300 MHz in CDCl3 è stato impiegato per registrare gli spettri NMR. Per condurre le reazioni ad alta pressione è stata adoperata un’autoclave di acciaio inossidabile della capacità di 220 mL con termocoppia e termostato e riscaldata attraverso un fornetto coibentato sotto agitazione magnetica. 5.2 Sintesi dei 2-(metiltio)etil alchil carbonati Gli analoghi carbonati delle ipriti sono stati sintetizzati partendo sia da carbonati simmetrici che carbonati asimmetrici. Per le iprite carbonate 1, 2, 3 e 5 le quali incorporano rispettivamente il gruppo –metil, -etil, -benzil e –isopropil sono stati impiegati i carbonati simmetrici: DMC (dimetilcarbonato), DEC (dietilcarbonato), diisopropilcarbonato e dibenzilcarbonato. Mentre le ipriti carbonate 6 e 7 con il gruppo -isobutil e -tert-butil isobutil derivano dai carbonati asimmetrici metil tert-butil carbonato e metil isobutil carbonato. L’analogo carbonato 4 è stato ottenuto attraverso due vie di sintesi: prima con il carbonato simmetrico diottilcarbonato, poi con il carbonato asimmetrico metil ottil carbonato. In una tipica reazione vengono miscelati il 2-(metiltio)etanolo (1 eq. mol.) ed il carbonato di potassio K2CO3 (1.2 equivalenti molari) in una soluzione nel rispettivo DAC (1.5-20 eq. mol.). Durante la reazione è stata mantenuta le temperatura di reflusso tra 90100 °C. Per allontanare l’alcol che si è formato come sottoprodotto della 49 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 transesterificazione dall’ambiente di reazione è stato utilizzato l’apparato Dean Stark, facendo eccezione per l’iprite carbonata 4 ovvero il 2-(metiltio)etil ottil carbonato e l’iprite carbonata 3 il 2-(metiltio)etil benzil carbonato. La reazione è stata monitorata attraverso analisi GC-MS fino al raggiungimento dell’equilibrio. Successivamente dopo esser stata raffreddata a temperatura ambiente la miscela è stata filtrata per rimuovere il carbonato di potassio in eccesso. Il filtrato è stato concentrato al rotavapor. La purificazione del grezzo di reazione è stata eseguita con colonna cromatografica per tutti i carbonati (1 e 3-7) tranne per il 2-(metiltio)etil etil carbonato (2) che si è ottenuto puro per semplice evaporazione del carbonato in eccesso. 2-(metitio)etil metil carbonato: è stato ottenuto purificando il grezzo di reazione attraverso colonna cromatografica su gel di silice. Il sistema eluente impiegato è stato esano:etilacetato (1:1). La resa del prodotto isolata è del 95% m/z GC-MS (M+): calcolato 150.19 trovato 150.10 1 H-NMR (300 MHz , CDCl3): δ = 2.0.1 (s, 3H), 2.61 (t, 2H), 3.63 (s. 3H), 4.14 (t, 2H) ppm 13 C-NMR (75 MHz, CDCl3): δ = 15.59, 32.22, 54.59, 66.26, 155.43 ppm 2-(metitio)etil etil carbonato: è stato ottenuto puro con una resa isolata pari all’88% attraverso la distillazione del DEC via rotavapor. m/z GC-MS (M+): calcolato 164.22 trovato 164.10 1 H-NMR (300 MHz , CDCl3): δ = 1.30 (t, 2H), 2.14 (s,3H), 2.74 (t, 2H), 4.23 (m, 4H) ppm 13 C-NMR (75 MHz, CDCl3): δ = 14.56,16.09, 30.71, 64.42, 66.47, 155.31 ppm 2-(metiltio)etil benzil carbonato: è stato purificato tramite purificazione con colonna cromatografica su gel di silice. È stato utilizzato come sistema eluente esano:etilacetato (9:1). La resa di prodotto puro è stata del 46%. 50 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 m/z GC-MS (M+): calcolato 226.29 trovato 226.12 1 H-NMR (300 MHz , CDCl3): δ = 2.17 (s, 3H), 2.77 (t, 2H), 4.32 (t, 2H), 5.19 (s, 3H), 7.40 (s, 3H) ppm 13 C-NMR (75 MHz, CDCl3): δ = 16.15, 32.70, 68.85, 70.08, 128.68, 128.92, 128.95, 135.51, 155.33 ppm 2-(metiltio)etil ottil carbonato: è stato sintetizzato attraverso due diverse vie. Nella prima impiegando il diottilcarbonato si è ottenuta una resa del 44%. Nella seconda si è usato il metil ottil carbonato che è asimmetrico ottenendo una resa isolata del 5%. Il prodotto è stato isolato attraverso colonna cromatografica su gel di silice con sistema di eluizione esano: etil acetato (95:5). m/z GC-MS (M+): calcolato 248.38 trovato 248.00 1 H-NMR (300 MHz , CDCl3): δ = 0.88 (t, 3H), 1.19 (s, 10H), 1.60 (t, 2H), 2.17 (s, 3H), 2.76 (t, 2H), 4.14 (t, 2H), 4.29 (t, 2H) ppm 13 C-NMR (75 MHz, CDCl3): δ = 14.40,16.11, 22.95, 26.01, 28.97, 29.47, 29.49, 32.08, 32.73, 66.49, 68.67, 155.47 ppm 2-(metiltio)etil isopropil carbonato: per ottenere il diisopropilcarbonato necessario per questa sintesi è stato trans esterificato il metil isopropilcarbonato in eccesso di isopropanolo e in presenza di K2CO3 come base. Successivamente il carbonato è stato isolato via distillazione frazionata. L’iprite carbonata è stata sintetizzata attraverso la procedura generale, successivamente poi purificata su colonna cromatografica su gel di silice con sistema di eluizione esano:etilacetato (9:1). La resa isolata è stata del 37%. m/z GC-MS (M+): calcolato 178.25 trovato 178.10 1 H-NMR (300 MHz , CDCl3): δ = 1.32 (d, 6H), 2.18 (s, 3H), 2.77 (t, 2H), 4.29 (t, 2H), 4.90 (m, H) ppm 13 C-NMR (75 MHz, CDCl3): δ = 15.73, 21.72, 32.37, 65.92, 72.06, 154.47 ppm. 51 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 2-(metiltio)etil isobutil carbonato: il prodotto è stato ottenuto puro via colonna cromatografica su gel di silice utilizzando come sistema di eluizione esano:diclorometano (1:1) con una resa del 17%. m/z GC-MS (M+): calcolato 192.28 trovato 192.08 1 H-NMR (300 MHz , CDCl3): δ = 0.97 (d, 6H), 2.02, m 1H), 2.08 (s, 3H), 2.79 (t, 2H), 3.95 (d, 2H), 4.31 (t, 2H) ppm 13 C-NMR (75 MHz, CDCl3): δ = 15.88, 19.09, 27.99, 31.01, 32.59, 66.30, 74.43, 155.38 ppm. 2-(metiltio)etil tert-butil carbonato: per isolare il prodotto è stata impiegata la tecnica della colonna cromatografica su gel di silice utilizzando come sistema di eluizione esano:diclorometano (1:1). Il prodotto è stato isoalto con una resa del 37%. m/z GC-MS (M+): calcolato 192.08 trovato 192.10 1 H-NMR (300 MHz , CDCl3): δ = 1.51 (s, 9H), 2.17 (s, 3H), 2.76 (t, 2H), 4.24 (s, 2H) ppm 13 C-NMR (75 MHz, CDCl3): δ = 15.95, 27.96, 32.62, 65.56, 82.48, 153.48 ppm 5.3 Reazioni degli analoghi carbonati delle ipriti in autoclave con fenolo Per sintetizzare il metil (2-fenossietil) solfuro le ipriti carbonate sono state fatte reagire con il fenolo in eccesso. In una tipica reazione l’etil 2-(metiltio)etil carbonato (0.3 g, 18 mmol) e il fenolo (0.50 g, 53 mmol) sono stati fatti reagire in in 100 mL di CH3CN in un’autoclave. Attraverso un flusso di azoto viene resa inerte l’atmosfera, in seguito la temperatura viene portata a 180 °C attraverso un mantello riscaldante munito di termostato. La reazione si è svolta per un tempo di 8 e 24 ore. Alla fine la miscela di reazione è stata trasferita in un matraccio ed è stata iniettata alla GC-MS per il controllo. Per determinare la resa all’HPLC è stata preparata una soluzione con concentrazione inferiore a 1 mg/ml. Per il controllo 52 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 della resa è stata costruita una retta di taratura (costruzione riportata in Appendice). La reazione tra metil 2-(metiltio)etil carbonato e fenolo è stata ripetuta variando le quantità di acetonitrile impiegando: 1. 50 ml di CH3CN ad una temperatura di 150 °C; 2. 25 ml di CH3CN ad una temperatura di 150 °C; 3. 100 ml di CH3CN ad una temperatura di 180 °C. Le condizioni di reazione, la conversione e la selettività del metil (2-fenossietil)solfuro sono specificate nella Tabella 10 sezione 3.2. Il prodotto purificato è stato caratterizzato: m/z GC-MS (M+): calcolato 168.06 trovato 168.10 Le analisi NMR del campione sono in accordo con quelle riportate in letteratura.3637 5.4 Reazioni degli analoghi carbonati delle ipriti in neat con fenolo In condizioni neat gli analoghi carbonati delle ipriti ed il fenolo sono stati fatti reagire usando come base K2CO3 in difetto di fenolo ad una temperatura di 150 °C. Attraverso queste reazioni si è sintetizzato il metil (2-fenossietil) solfuro 8. Un esempio di sintesi del metil (2-fenossietil) solfuro è riportato inseguito utilizzando il 2(metiltio)etil carbonato. Il 2-(metiltio)etil carbonato (0.26 g 1.77 mmol), il fenolo (0.8 g 0.9 mmol) sono stati messi in un vessel di reazione munito di ancoretta magnetica in presenza di K 2CO3 (0.024 g 0.2 mmol). La miscela di reazione è stata posta in un bagno a sabbia alla temperatura portata a 150 °C grazie all’uso di una piastra riscaldante. Anche in questo caso la reazione è stata condotta sia a 8 che a 24 ore. A reazione terminata la miscela è stata filtrata. Di seguito usando l’acetonitrile come solvente è stata preparata una soluzione madre per poi essere iniettata alla GC-MS. Per il calcolo della resa la soluzione madre è stata diluita in un’altra soluzione di concentrazione inferiore a 1 mg/ml per essere iniettata all’HPLC. Il metodo della retta di taratura ha permesso il controllo della resa (Appendice). 5.4.1. Reazioni dell’ analogo carbonato dell’ iprite 2 in neat con diversi nucleofili È stata preparata una soluzione di analogo carbonato 2 (1.77mmol) e nucleofilo (0.85 mmol) in presenza di carbonato di potassio come base (0.044 mmol) in un vessel in una tipica reazione in neat. Questa viene eseguita ad un temperatura di 150 °C sotto 36 F. Aricò, M. Chiutato, J. Perltier, P. Tundo Eur. J. Org. Chem. 2012, 3223. N.E.Shevchenko, V.G. Nenajdenko, E.S. Balenkova, Synthesys, 2003, 8,1191. 37 53 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 agitazione magnetica ed è stata monitorata via GC-MS. Quando il nucleofilo èscomparso la reazione è stata fermata e portata a temperatura ambiente. Dopo filtrazione la miscela di reazione viene filtrata e concentrata al rotavapor. Il prodotto grezzo è stato purificato attraverso colonna cromatografica su supporto di gel di silice. Metil 2-[4-(bromo)fenossietil] solfossido: Dopo 9 ore di reazione, il grezzo è stato purificato attraverso colonna cromatografica su supporto di gel di silice in cui il sistema eluente utilizzato è stato esano:etilacetato (9:1). Il composto è stato ottenuto puro come liquido incolore con una resa del 91% (0,21 g). 1 H-NMR (300 MHz , CDCl3): δ = 2.23 (s, 3H), 2.89 (t, 2H), 4.14 (t, 2H), 6.81 (dd, 2H), 7.40 (dd,2H) ppm. 13 C-NMR : dati di letteratura.32 Metil 2-[4-(metossi)fenossietil] solfossido: La reazione ha avuto una durata di 27 ore. Il prodotto grezzo è stato cromatografica impiegando purificato su mediante supporto come di gel sistema colonna di silice eluente esano:etilacetato (9:1) ed ha la consistenza di un liquido incolore con una resa del 76 % (0.14 g). m/z GC-MS (M+): calcolato 198.3 trovato 198. 1 H-NMR (300 MHz , CDCl3): δ = 2.22 (s, 3H), 2.87 (t, 2H), 3.79 (s, 3H), 4.13 (t, 2H), 6.79- 6.94(m,4H) ppm 13 C-NMR (75 MHz, CDCl3): δ = 16.51, 33.50, 56.08, 68.39, 114.91, 115.90, 152.86, 154.34 ppm 54 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 Metil 2-(naftalen-2-ossi)etil solfossido: La reazione è avvenuta in 8 ore, al termina delle quali il grezzo è stato purificato attraverso colonna cromatografica su gel di silice in cui il sistema di eluizione impiegato è stato esano:etilacetato (7 : 3). Si è ottenuto così dei cristallio di colore bianco con una resa pari al 70% (0.134 g). 1 H-NMR (300 MHz , CDCl3): δ = 2.27 (s, 3H), 2.98 (t, 2H), 4.31 (t, 2H), 7.11-7.24 (m, 2H), 7.32-7.42 (m, 1H), 7.42-7.54 (m, 1H), 7.69-7.87 (m, 3H) ppm. 13 C-NMR : dati di letteratura.31 1,4-bis-[2-(metiltio)etossi]benzene: La reazione è avvenuta in un tempo di 32 ore. Il grezzo di reazione è stato purificato tramite colonna cromatografica su supporto in gel di silice con sistema di eluizione esano : etilacetato (9 : 1). La resa ottenuta è del 55 % (0.13 g). 1 H-NMR (300 MHz , CDCl3): δ = 4.37 (s, 6H), 2.88 (t, 4H), 4.13 (t, 4H), 6.84-6.89 (m, 4H) ppm. 13 C-NMR : dati di letteratura.32 2,2’-[(metiltio)etossi]bifenile: La reazione è avvenuta in un tempo di 41 ore. Il prodotto è stato purificato attraverso colonna cromatografica su supporto di silice impiegando come sistema di eluizione diclorometano:esano (6: 4). Il prodotto ottenuto puro si presente come un olio trasparente isolato con una resa del 69% (0,21 g). 1 H-NMR (300 MHz , CDCl3): δ = 1.98 (s, 6H), 2.72 (t, 4H), 4.13 (t, 4H), 6.92-7.08 (m, 4H), 7.23-7.37 (m,4H) ppm 13 C-NMR : dati di letteratura.31 55 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 4,4’-[(metiltio)etossi]bifenile: La reazione è terminata in 54 ore. Il prodotto è stato purificato attraverso colonna cromatografica su supporto di gel di silice in cui si è utilizzato come sistema di eluizione diclorometano:esano (6 : 4). Il prodotto puro è stato ottenuto con una resa del 77% (0.23 g). m/z GC-MS (M+): calcolato 334.5 trovato 334.1 1 H-NMR (300 MHz , CDCl3): δ = 2.24 (s, 6H), 2.93 (t, 4H), 4.22 (t, 4H), 6.98 (dd, 4H), 7.49 (dd,4H) ppm 13 C-NMR (75 MHz, CDCl3): δ = 16.43, 33.55, 67.88, 115.21, 127.93, 133.92, 158.06 ppm. 5.5 Reazioni degli analoghi carbonati delle ipriti con il metodo one-pot in neat Attraverso questa reazione si è sintetizzato il metil(2-fenossietil)solfuro 8. In una tipica reazione il 2-(metiltio)etanolo ed il DEC sono stati messi a reagire in presenza di una quantità catalitica di base (K2CO3) alla temperatura di 120 °C. Una volta raggiunta la conversione quantitativa dell’alcol monitorata via GC-MS è stato aggiunto nello stesso vessel di reazione un classico nucleofilo: il fenolo aumentando la temperatura a 150 °C per 18 ore. Al fine di migliorare la condizioni di reazione è stata eseguita una serie di reazioni variando la quantità di base e in seguito un’altra serie di reazioni cambiando la quantità di nucleofilo. Si riporta di seguito la procedura sperimentale di sintesi del metil (2- fenossietil)solfuro. In un vessel munito di ancoretta magnetica, viene preparata una soluzione di 2(metiltio)etanolo (1.00g 10.85mmol) e DEC (1.28g 10.85mmol) in presenza di K 2CO3 (0.15g 1.09mmol). Il vessel viene immerso in un bagno ad olio portato a 120 °C mediante l’impiego di una piastra riscaldante. Una volta avvenuta la conversione quantitativa dell’alcol monitorata via GC-MS viene aggiunto il fenolo senza cambiare sito di reazione e la temperatura alzata a 150 °C per un tempo di 18 ore. Una volta terminata la reazione il metil(2-fenossietil)solfuro è stato estratto con dietiletere (50ml) e acqua (3 aliquote da 50ml) in imbuto separatore. L’acqua in eccesso viene eliminata dall’etere con solfato di sodio anidro (Na2SO4) poi rimosso mediante filtrazione. Tramite iniezione GC-MS abbiamo 56 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 verificato la presenza di fenolo e in caso affermativo lo si estrae con tre aliquote da 50ml di una soluzione acquosa di NaOH (5%). Successivamente è stata rimossa nuovamente l’acqua con Na2SO4 che poi viene nuovamente filtrato. Il solvente e gli eventuali sottoprodotti volatili sono stati allontanati al rotavapor. Specifiche su condizioni di reazione, conversione e selettività del metil (2- fenossietil)solfuro sono riportate nella Tabella 15 (Sezione 3). Successivamente il metil(2-fenossietil)solfuro è stato sintetizzato seguendo la stessa procedura delle reazioni precedenti ma tenendo costante la quantità di base K 2CO3 (0,3g 2.17mmol) e cambiando la quantità di fenolo cioè utilizzando 0.51g (5.43mmol), 0.71g (7.6mmol), 0.82g (8.68mmol), 1.021g (10.85mmol) e 1.53g (16.28mmol). Specifiche su condizioni di reazione, conversione e selettività del metil (2fenossietil)solfuro sono riportate nella Tabella 16 (Sezione 3). 5.5.1 Reazioni con il metodo one-pot in neat: sintesi del prodotto alchilato 8 impiegando diversi catalizzatori Le reazioni con il 2-(metiltio)etanolo ed il il DEC per la sintesi del metil(2-fenossietil)solfuro sono state ripetute mantenendo fissa anche la quantità di fenolo a 0.71g (7.6mmol). In questo caso però impiegando diversi catalizzatori cioè: il tert-butossido di Potassio (KtBuO, 0.24g 2.2mmol), l’Amberlite (0.20g, 20% p/p), il metossido di Sodio (MeONa, 0.12g, 2.2mmol), il triazobiciclodecene (TBD) (0,30g, 2.2mmol), il diazobicicloundecene (DBU) (0.33g, 2.2mmol), il diaziobiciclottano (DABCO) (0.24g, 2.2mmol), la dimetilamminopiridina (DMAP) (0.26g, 2.2mmol), l’idrotalcite (0.20g, 20% p/p) ed il Cs2O3 (0.71g, 2.2mmol). Specifiche su condizioni di reazione, conversione e selettività del metil (2-fenossietil)solfuro sono riportate nella Tabella 17 sezione (Sezione 3). 5.6 Reazioni con il metodo one-pot in neat impiegando diversi alcol In una tipica reazione in neat, in un vessel munito di ancoretta magnetica, viene preparata una soluzione di un alcol precursore delle ipriti carbonate (10.85mmol) e il DEC (1.28g 10.85mmol) in presenza di una quantità catalitica di base K2CO3 (0,3g 2.17mmol). Il vessel viene immerso in un bagno ad olio portato a 120 °C mediante l’impiego di una piastra riscaldante. Una volta avvenuta la conversione quantitativa dell’alcol monitorata via GC-MS si aggiunge il fenolo (7.71g 7.6mmol) senza cambiare sito di 57 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 reazione e la temperatura alzata a 150 °C per 18 ore. Una volta terminata la reazione la miscela è stata filtrata su gel di silice o carta da filtro e lavata con diclorometano successivamente rimosso via rotavapor. Il prodotto così ottenuto è stato purificato attraverso colonna cromatografica su gel di silice. metil (3-fenossi)propil solfuro: il grezzo di reazione dopo filtrazione su carta da filtro è stato purificato attraverso colonna cromatografica su gel di silice, utilizzando come sistema di eluizione esano:diclorometano (6:4). Il prodotto puro si presenta con una resa del 15% (0.20g). Il prodotto puro è caratterizzato: m/z GC-MS (M+): calcolato 182.08 trovato 182.10 1 H-NMR (300 MHz , CDCl3): δ = 2.15 (s, 3H), 2.72 (t, 2H), 4.10 (t 2H), 6.92-6.98 (m, 3H), 7.28-7.33 (m, 2H) ppm 13 C-NMR (75 MHz, CDCl3): δ = 15.61, 30.90, 66.12, 114.52, 120.72, 129.46, 158.88 ppm. 2-(fenossi)etil fenil solfuro: dopo la filtrazione del grezzo di reazione su gel di silice, il prodotto è stato purificato impiegando come sistema eluente esano:diclorometano (6:4) e si è ottenuta una resa del 26% (0.28g). m/z GC-MS (M+): calcolato 230.08 trovato 230.10 1 H-NMR (300 MHz , CDCl3): δ = 3.22 (t, 2H), 4.06 (t, 2H), 6.79(d, 1H), 6.87 (t, 1H), 7.35 (d, 1H) ppm 13 C-NMR (75 MHz, CDCl3): δ = 30.75, 32.99, 53.42, 66.19, 76.70, 77.02, 77.33, 114.63, 121.10, 126.62, 129.52 ppm. 58 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 5.7 Reazioni con il metodo one-pot in neat impiegando diversi nucleofili In una tipica reazione in neat, in un vessel munito di ancoretta magnetica, viene preparata una soluzione di 2-(metiltio)etanolo (1.00g 10.85mmol) e DEC (1.28g 10.85mmol) in presenza di quantità catalitica di base K2CO3 (0.15g 1.09mmol; 0,30g 2.17mmol). La miscela viene posta in un bagno ad olio portato a 120 °C mediante l’impiego di una piastra riscaldante. Una volta avvenuta la conversione quantitativa dell’alcol monitorata via GC-MS viene aggiunto il nucleofilo (7.6mmol) senza cambiare sito di reazione e la temperatura alzata a 150 °C per i 18 ore. Una volta terminata la reazione la miscela è stata filtrata su gel di silice e lavata con etere dietilico o diclorometano successivamente rimosso via rotavapor. Se il prodotto non è stato ottenuto puro il grezzo di reazione è stato purificato via colonna cromatografica su gel di silice. Metil 2-[4-(metossi)fenossietil] solfossido: il prodotto è stato ottenuto puro semplicemente dopo aver fatto evaporare al rotavapor il diclorometano usato per la filtrazione. La resa del prodotto isolata ottenuta è dell’80% (1.23g). Metil 2-(naftalen-2-ossi)etil solfossido: il grezzo di reazione è stato purificato attraverso colonna cromatografica su gel di silice, utilizzando come sistema di eluizione esano:diclorometano (6:4). Il prodotto puro si presenta in forma di cristallo bianco con una resa del 62% (1.07g). 4-(2-(metiltio)etossi)benzonitrile: Il prodotto è stato estratto con una soluzione da 200ml di idrossido di Sodio (NaOH 5%) in acqua deionizzata e 150ml di diclorometano. Quest’ultimo è stato raccolta in una beuta dove è stato aggiunto solfato di Sodio per eliminare l’acqua in eccesso. Successivamente il diclorometano è stato allontanato tramite rotavapor. Il prodotto puro si presenta come un grosso cristallo rombico trasparente è stato ottenuto con una resa del 25% (0.58g). 59 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 m/z GC-MS (M+): calcolato 193.06 trovato 193.10 1 H-NMR (300 MHz , CDCl3): δ = 2.15 (s 3H), 2.83 (t 2H),.4.13 (t 2H), 6.88 (d 2H), 7.52 (d 2H). 13 C-NMR : dati di letteratura.32 N-metil-N-(2-(metiltio)etil)anilina: attraverso analisi GC-MS del grezzo di reazione si è rivelata la presenza in tracce del prodotto. m/z GC-MS (M+): calcolato 181.09 trovato 181.10 13 C-NMR (75 MHz, CDCl3): δ = letteratura. 13 C-NMR : dati di 8 1,4-bis-[2-(metiltio)etossi]benzene: il grezzo di reazione è stato analizzato tramite GC-MS che ha mostrato una selettività verso il prodotto bialchilato grazie all’assistenza anchimerica 15 dell’82%. 2,2’-[(metiltio)etossi]bifenile: il grezzo di reazione dopo microfiltrazione è stato analizzato tramite GC-MS che ha mostrato una una selettività verso il prodotto bialchilato grazie all’assistenza anchimerica 17 del 26%. 2,2 del bis(metil-bis(fenossietil)solfuro)etano: il grezzo di reazione è stato purificato tramite colonna cromatografica su gel di silice usando come sistema eluente esano:tetraidrofurano (9:1) Il prodotto bisostituito si presenta come un solido cristallino bianco con una resa del 13% (0.37g). 60 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 m/z GC-MS (M+): calcolato 376.15 trovato 376.20. 1 H-NMR (300 MHz , CDCl3): δ = 1.53 (s 6H), 2.06 (s 6H), 2.74 (t 4H), 4.02 (t 4H), 6.70 (d 4H), 7.03 (d 4H). 13 C-NMR (75 MHz, CDCl3): δ = 16.25, 31.13, 33.19, 41.76, 67.47, 114.01, 127.82, 143.42, 156.41. 61 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 6 APPENDICE 6.1 Spettri NMR e analisi GC-MS 6.2 Retta di taratura 62 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 6.1 Spettri NMR e analisi GC-MS 1 H-NMR spettro del 2-(metiltio)etil metil carbonato 13 C-NMR spettro del 2-(metiltio)etil metil carbonato 63 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 GC-MS analisi del 2-(metiltio)etil metil carbonato 64 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1 H-NMR del 2-(metitio)etil etil carbonato 65 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 GC-MS del 2-(metitio)etil etil carbonato Abundance 5000000 4500000 4000000 3500000 3000000 2500000 2000000 1500000 1000000 500000 Time--> 4.00 6.00 8.00 10.00 12.00 14.00 16.00 18.00 20.00 22.00 24.00 74 Abundance 2800000 2600000 2400000 2200000 2000000 1800000 1600000 1400000 1200000 1000000 800000 61 600000 400000 200000 m/z--> 91 105 120 136 0 60 80 100 120 140 164 160 191 207 180 200 267 281 220 240 260 280 355 300 320 340 66 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1 H-NMR del 2-(metiltio)etil benzil carbonato 13 C-NMR del 2-(metiltio)etil benzil carbonato 67 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 GC-MS del 2-(metiltio)etil benzil carbonato Abundance 2.2e+07 2.1e+07 2e+07 1.9e+07 1.8e+07 1.7e+07 1.6e+07 1.5e+07 1.4e+07 1.3e+07 1.2e+07 1.1e+07 1e+07 9000000 8000000 7000000 6000000 5000000 4000000 3000000 2000000 1000000 6.00 4.00 8.00 10.00 12.00 14.00 16.00 Time--> Abundance 74 6500000 6000000 5500000 5000000 4500000 4000000 91 3500000 3000000 2500000 2000000 1500000 1000000 500000 47 108 0 40 60 80 100 120 135 140 207 226 164 182 251 160 180 200 220 240 260 281 280 300 355 327 320 340 360 380 401 400 420 446 440 m/z--> 68 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1 H-NMR del 2-(metiltio)etil ottil carbonato 13 C-NMR del 2-(metiltio)etil ottil carbonato 69 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 GC-MS del 2-(metiltio)etil ottil carbonato Abundance 2.8e+07 2.6e+07 2.4e+07 2.2e+07 2e+07 1.8e+07 1.6e+07 1.4e+07 1.2e+07 1e+07 8000000 6000000 4000000 2000000 5.00 10.00 15.00 20.00 25.00 30.00 Time--> Abundance 74 8000000 7000000 6000000 5000000 4000000 3000000 2000000 1000000 47 113 135 0 50 100 150 175 204 200 248 250 281 327 355 300 350 413 400 446 450 503 500 535 m/z--> 70 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1 H-NMR del 2-(metiltio)etil isopropil carbonato 13 C-NMR del 2-(metiltio)etil isopropil carbonato 71 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 GC-MS del 2-(metiltio)etil isopropil carbonato Abundance 1.2e+07 1.15e+07 1.1e+07 1.05e+07 1e+07 9500000 9000000 8500000 8000000 7500000 7000000 6500000 6000000 5500000 5000000 4500000 4000000 3500000 3000000 2500000 2000000 1500000 1000000 500000 10.00 5.00 15.00 20.00 25.00 30.00 Time--> Abundance 74 6000000 5500000 5000000 4500000 4000000 3500000 3000000 2500000 2000000 1500000 1000000 47 500000 91 119 136 0 40 m/z--> 60 80 100 120 140 178 160 180 207 200 249 220 240 260 281 280 355 300 320 340 360 446 380 400 420 440 72 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1 H-NMR del 2-(metiltio)etil isobutil carbonato 13 C-NMR del 2-(metiltio)etil isobutil carbonato 73 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 GC-MS del 2-(metiltio)etil isobutil carbonato Abundance 5000000 4500000 4000000 3500000 3000000 2500000 2000000 1500000 1000000 500000 4.00 6.00 8.00 10.00 12.00 14.00 16.00 18.00 20.00 22.00 24.00 Time--> Abundance 74 2600000 2400000 2200000 2000000 1800000 1600000 1400000 1200000 1000000 800000 600000 400000 57 200000 92 0 119 148 207 281 341 429 40 60 80 100 120 140 160 180 200 220 240 260 280 300 320 340 360 380 400 420 m/z--> 74 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1 H-NMR del 2-(metiltio)etil tertbutil carbonato 13 C-NMR del 2-(metiltio)etil tertbutil carbonato 75 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 GC-MS del 2-(metiltio)etil tertbutil carbonato Abundance 2.5e+07 2e+07 1.5e+07 1e+07 5000000 4.00 6.00 8.00 10.00 12.00 14.00 16.00 18.00 20.00 22.00 24.00 26.00 28.00 Time--> Abundance 74 7500000 7000000 6500000 6000000 5500000 5000000 4500000 4000000 3500000 3000000 2500000 2000000 1500000 1000000 47 500000 94 119 0 50 100 148 177 207 251 281 311 341 150 250 200 300 350 415 446 400 450 503 500 m/z--> 76 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1 H-NMR del Metil (2-fenossietil)solfuro 1 H-NMR del Metil 2-[4-(bromo)fenossietil] solfossido 77 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 GC-MS Metil 2-[4-(bromo)fenossietil] solfossido Abundance 6500000 6000000 5500000 5000000 4500000 4000000 3500000 3000000 2500000 2000000 1500000 1000000 500000 4.00 6.00 8.00 10.00 12.00 14.00 16.00 18.00 20.00 22.00 24.00 26.00 Time--> Abundance 75 3200000 3000000 2800000 2600000 2400000 2200000 2000000 1800000 1600000 1400000 1200000 1000000 800000 600000 400000 200000 61 92 0 40 60 80 119 143 157 172 185 248 198 217 232 281 341 355 100 120 140 160 180 200 220 240 260 280 300 320 340 m/z--> 78 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1 H-NMR del Metil 2-[4-(metossi)fenossietil] solfossido 13 C-NMR del Metil 2-[4-(metossi)fenossietil] solfossido 79 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 GC-MS del Metil 2-[4-(metossi)fenossietil] solfossido Abundance 5500000 5000000 4500000 4000000 3500000 3000000 2500000 2000000 1500000 1000000 500000 5.00 10.00 15.00 20.00 25.00 30.00 35.00 Time--> Abundance 75 2800000 2600000 2400000 2200000 2000000 1800000 1600000 1400000 1200000 1000000 800000 600000 198 400000 123 200000 95 59 139 155 0 40 60 80 182 221 281 327 355 401 100 120 140 160 180 200 220 240 260 280 300 320 340 360 380 400 m/z--> 80 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1 H-NMR del metil 2-(naftalen-2-ossi)etil solfossido 81 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 GC-MS del metil 2-(naftalen-2-ossi)etil solfossido Abundance 5500000 5000000 4500000 4000000 3500000 3000000 2500000 2000000 1500000 1000000 500000 5.00 10.00 15.00 20.00 25.00 30.00 35.00 Time--> Abundance 75 550000 500000 450000 400000 350000 300000 250000 200000 115 150000 218 100000 50000 144 51 40 170 98 0 60 80 100 120 140 160 281 191 180 200 220 240 260 280 355 327 300 320 340 360 429 380 400 420 m/z--> 82 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1 H-NMR del 1,4-bis-[2-(metiltio)etossi] benzene 83 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 GC-MS del 1,4-bis-[2-(metiltio)etossi] benzene Abundance 5200000 5000000 4800000 4600000 4400000 4200000 4000000 3800000 3600000 3400000 3200000 3000000 2800000 2600000 2400000 2200000 2000000 1800000 1600000 1400000 1200000 1000000 800000 600000 400000 200000 4.00 6.00 8.00 10.00 12.00 14.00 16.00 18.00 20.00 22.00 24.00 26.00 28.00 30.00 32.00 Time--> Abundance 3000000 75 2800000 2600000 2400000 2200000 2000000 1800000 1600000 1400000 1200000 1000000 800000 600000 258 400000 200000 0 54 40 60 92 109 80 100 135 153 281 184 207 230 355 429 446 327 120 140 160 180 200 220 240 260 280 300 320 340 360 380 400 420 440 m/z--> 84 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1 H-NMR del 2,2’-[(metiltio)etossi]bifenile 85 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 GC-MS del 2,2’-[(metiltio)etossi]bifenile Abundance 6000000 5500000 5000000 4500000 4000000 3500000 3000000 2500000 2000000 1500000 1000000 500000 5.00 10.00 15.00 20.00 25.00 30.00 35.00 Time--> Abundance 75 2800000 2600000 2400000 2200000 2000000 1800000 1600000 1400000 1200000 1000000 800000 334 600000 400000 200000 139 51 0 40 92 60 80 100 115 120 212 168 185 140 160 180 260 229 200 220 240 260 286 280 306 300 355 320 340 360 429 380 400 420 446 440 m/z--> 86 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1 H-NMR del 4,4’-[(metiltio)etossi]bifenile 13 C-NMR del 4,4’-[(metiltio)etossi]bifenile 87 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 GC-MS del 4,4’-[(metiltio)etossi]bifenile Abundance 1300000 1200000 1100000 1000000 900000 800000 700000 600000 500000 400000 300000 200000 100000 5.00 10.00 15.00 20.00 25.00 30.00 35.00 40.00 45.00 Time--> 75 Abundance 500000 450000 400000 350000 300000 250000 200000 334 150000 100000 50000 0 m/z--> 51 102119 139 157 186 207 238 260 281 306 355 429446 40 60 80 100 120 140 160 180 200 220 240 260 280 300 320 340 360 380 400 420 440 88 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1 H-NMR del metil(3-fenossipropil)solfuro 13 C-NMR del metil(3-fenossipropil)solfuro 89 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 GC-MS del metil(3-fenossipropil)solfuro Abundance T IC : A M 4 1 .4 .D \ d a ta .m s 6000000 5500000 5000000 4500000 4000000 3500000 3000000 2500000 2000000 1500000 1000000 500000 4 .0 0 6 .0 0 8 .0 0 1 0 .0 0 1 2 .0 0 1 4 .0 0 1 6 .0 0 1 8 .0 0 2 0 .0 0 2 2 .0 0 2 4 .0 0 2 6 .0 0 T im e - - > Abundance S c a n 2 1 7 2 ( 1 4 . 5 0 9 m in ) : A M 4 1 . 4 . D \ d a t a . m s 89 1700000 1600000 1500000 1400000 1300000 1200000 1100000 1000000 61 900000 800000 700000 182 600000 500000 400000 300000 200000 100000 107 133 166 0 40 60 80 207 281 325 341 415 100 120 140 160 180 200 220 240 260 280 300 320 340 360 380 400 420 m / z --> 90 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1 H NMR del 2-fenossietil(fenil)solfuro 13 C NMR del 2-fenossietil(fenil)solfuro 91 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 GC-MS del 2-fenossietil(fenil)solfuro A b u n d a n c e T IC : A M 5 8 .2 .D \ d a ta .m s 8 5 0 0 0 0 0 8 0 0 0 0 0 0 7 5 0 0 0 0 0 7 0 0 0 0 0 0 6 5 0 0 0 0 0 6 0 0 0 0 0 0 5 5 0 0 0 0 0 5 0 0 0 0 0 0 4 5 0 0 0 0 0 4 0 0 0 0 0 0 3 5 0 0 0 0 0 3 0 0 0 0 0 0 2 5 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 1 5 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 5 0 0 0 0 0 4 .0 0 6 .0 0 8 .0 0 1 0 .0 0 1 2 .0 0 1 4 .0 0 1 6 .0 0 1 8 .0 0 2 0 .0 0 2 2 .0 0 2 4 .0 0 2 6 .0 0 2 8 .0 0 3 0 .0 0 T im e - - > A b u n d a n c e S c a n 3 0 2 5 ( 1 9 . 3 9 0 m in ) : A M 5 8 . 2 . D \ d a t a . m s 1 3 7 6 0 0 0 0 0 5 5 0 0 0 0 5 0 0 0 0 0 4 5 0 0 0 0 4 0 0 0 0 0 3 5 0 0 0 0 1 0 9 3 0 0 0 0 0 2 5 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 1 5 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 6 5 2 3 0 5 0 0 0 0 8 9 0 5 0 1 0 0 1 7 3 1 5 0 2 0 7 2 0 0 2 5 1 2 5 0 2 8 1 3 2 7 3 0 0 3 5 5 3 5 0 4 0 1 4 0 0 4 2 9 5 0 3 4 5 0 5 0 0 m / z --> 92 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1 H NMR del 4-(2-(metiltio)etossi)benzonitrile GC-MS del 4-(2-(metiltio)etossi)benzonitrile A b u n d a n c e S c a n 2 7 2 9 (1 7 .6 9 6 m in ) : A M 5 3 . 3 . D \ d a t a . m s 7 5 2 6 0 0 0 0 0 2 4 0 0 0 0 0 2 2 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 1 8 0 0 0 0 0 1 6 0 0 0 0 0 1 4 0 0 0 0 0 1 2 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 8 0 0 0 0 0 6 0 0 0 0 0 4 0 0 0 0 0 1 0 2 2 0 0 0 0 0 5 1 1 3 2 0 5 0 1 0 0 1 9 3 1 6 2 1 5 0 2 2 1 2 0 0 2 5 1 2 5 0 2 8 1 3 2 7 3 0 0 3 5 5 3 5 0 3 8 4 4 2 9 4 0 0 5 0 3 4 5 0 5 0 0 m / z --> 93 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 GC-MS del N-metil-N-(2-(metiltio)etil)anilina Abundanc e T IC: AM 54.2.D \ data.ms 8000000 7000000 6000000 5000000 4000000 3000000 15.197 2000000 1000000 4.00 6.00 8.00 10.00 12.00 14.00 16.00 18.00 20.00 22.00 24.00 26.00 28.00 T ime--> A b u n d a n c e S c a n 2 2 9 8 ( 1 5 . 2 3 0 m in ) : A M 5 4 . 2 . D \ d a t a . m s 1 2 0 6 5 0 0 0 0 6 0 0 0 0 0 5 5 0 0 0 0 5 0 0 0 0 0 4 5 0 0 0 0 4 0 0 0 0 0 3 5 0 0 0 0 3 0 0 0 0 0 2 5 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 1 5 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 7 7 1 8 1 5 0 0 0 0 5 1 9 7 0 5 0 1 0 0 1 4 7 1 5 0 2 0 7 2 0 0 2 4 9 2 5 0 2 8 1 3 4 1 3 0 0 3 5 0 3 9 9 4 0 0 4 2 9 5 0 3 4 5 0 5 0 0 m / z --> 94 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 1 H NMR del 2,2-bis-[p-(2-metiltioetil)fenossi]propano 13 C del 2,2 del bis(metil-bis(fenossietil)solfuro)etano 95 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 GC-MS 2,2 del bis(metil-bis(fenossietil)solfuro)etano A b u n d a n c e S c a n 7 1 6 9 (4 4 .1 0 2 m in ) : A M 6 8 . 4 . D \ d a t a . m s 7 5 3 2 0 0 0 0 0 3 0 0 0 0 0 0 2 8 0 0 0 0 0 2 6 0 0 0 0 0 2 4 0 0 0 0 0 2 2 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 1 8 0 0 0 0 0 1 6 0 0 0 0 0 1 4 0 0 0 0 0 1 2 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 8 0 0 0 0 0 6 0 0 0 0 0 3 0 2 4 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 1 0 7 1 3 5 1 6 9 5 1 5 0 2 1 2 1 9 1 0 1 0 0 1 5 0 2 0 0 2 3 9 2 5 9 2 5 0 2 8 1 3 2 7 3 0 0 3 5 5 3 5 0 4 0 1 4 0 0 4 2 9 5 0 3 4 5 0 5 0 0 m / z --> 96 Laureanda: Giulia Carraro Matr. 815596 6.2 Retta di taratura La retta di taratura utilizzata per il metil (2-fenossietil)solfuro 8 è stata costruita via HPLC utilizzando come standard esterno il p-xilene. La resa del prodotto 8 è stata calcolata seguendo l’equazione: m8 = 1.532 ∙ mp-xilene ∙ A8 /A p-xIlene dove m8 e mp-xilene indicano rispettivamente la massa in grammi del prodotto 8 e la massa dello standard, p-xilene appunto, aggiunto. A8 e Ap-xilene indicano invece rispettivamente le aree dei picchi del prodotto 8 e dello standard registrati via HPLC. 97