Radiazioni Ottiche Artificiali: cosa sono, dove sono presenti nei luoghi di lavoro Dr. Riccardo Di Liberto Struttura Complessa di Fisica Sanitaria Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo -Pavia AGENTI DI RISCHIO FISICO CHE INTERAGISCONO IN VARI MODI CON L’ORGANISMO UMANO • RUMORE (presenza di apparecchiature rumorose durante il ciclo operativo e di funzionamento)con propagazione dell’energia sonora nell’ambiente di lavoro; • VIBRAZIONI (presenza di apparecchiature e strumenti vibranti) con propagazione delle vibrazioni a trasmissione diretta o indiretta; • ULTRASUONI e INFRASUONI Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia AGENTI DI RISCHIO FISICO CHE INTERAGISCONO IN VARI MODI CON L’ORGANISMO UMANO • MICROCLIMA(carenze nella climatizzazione dell’ambiente di lavoro in relazione a temperatura, umidità relativa, ventilazione, calore radiante, condizionamento; • ILLUMINAZIONE (carenze nei livelli di illuminamento ambientale e dei posti di lavoro in relazione alla tipologia della lavorazione; illumino• VIDEOTERMINALI(posizionamento, tecnica, postura, microclima). Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia AGENTI DI RISCHIO FISICO CHE INTERAGISCONO IN VARI MODI CON L’ORGANISMO UMANO • RADIAZIONI IONIZZANTI (raggi X, alfa beta, gamma, neutroni) • RADIAZIONI NON IONIZZANTI (radiofrequenze, microonde, radiazioni infrarosse, radiazioni visibili, radiazioni ultraviolette, radiazioni LASER, campi magnetici statici e variabili, campi elettrici, campi elettromagnetici) Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Per RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI si intendono le radiazioni elettromagnetiche di lunghezza d’onda compresa tra 100 nm e 1 mm generate da sorgenti non naturali Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Radiazioni ottiche Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA) L' ottica è la parte della fisica che descrive il comportamento e le proprietà della luce e l'interazione della luce con la materia. L'ottica affronta quelli che sono chiamati i fenomeni ottici, da un lato per spiegarli e dall'altro per ottenere risultati sperimentali che le consentano di crescere come disciplina fenomenologica e modellistica. Cyclopaedia: or, A Universal Dictionary of Arts and Sciences , London, 1728 Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA) L'ottica di solito studia il comportamento delle radiazioni con le frequenze del visibile, dell'infrarosso e dell'ultravioletto; tuttavia si incontrano fenomeni analoghi nelle frequenze dei raggi X, delle delle onde radio microonde, (o radiofrequenze) e di altre gamme della radiazione elettromagnetica. L'ottica può quindi essere considerata come una parte dell'elettromagnetismo. Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA) Le radiazioni ottiche sono caratterizzate dalla loro lunghezza d’onda (nm). Sono divise in radiazioni infrarosse, visibili e ultraviolette. Possono essere emesse in modo “coerente” o “incoerente” e continuo o pulsato. Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA) Sono “coerenti” le radiazioni ottiche emesse da una sorgente LASER Sono “incoerenti” le radiazioni ottiche emesse dal sole o dalle lampadine a incandescenza o a scarica di gas o da una saldatrice ad arco elettrico. Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA) La “coerenza” è una caratteristica delle radiazioni elettromagnetiche legate alla “fase” dell’onda durante la propagazione. In particolare nelle sorgenti coerenti gli atomi si diseccitano tutti in fase tra loro. Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA) Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Esempi di sorgenti di radiazioni ottiche artificiali COERENTI • qualsiasi tipo di LASER NON COERENTI • lampade o L.E.D. per fototerapia • lampade scialitiche e per usi diagnostici/terapeutici • lampade per luce pulsata, abbronzatura, polimerizzazione di materiali, “curing” industriale, termorestringimento, sterilizzazione, fotoincisione • saldatrici ad arco voltaico • riscaldatori radianti • fornaci e corpi incandescenti Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Esempi di sorgenti ROA non coerenti Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Esempi di sorgenti ROA non coerenti Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Esempi di sorgenti ROA non coerenti Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Esempi di sorgenti ROA non coerenti Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Esempi di sorgenti ROA coerenti (LASER) Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Esempi di sorgenti ROA coerenti (LASER) Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Caratteristiche della radiazione laser • Monocromaticità: i fotoni vengono emessi con la stessa λ (lunghezza d’onda) ovvero la stessa frequenza. • Unidirezionalità: il fascio di luce laser non diverge. Questo consente di indirizzarlo con estrema precisione. • Coerenza: le onde e.m. viaggiano in fase nella stessa direzione. Ciò consente una elevata efficienza nel processo di amplificazione. • Brillanza: per brillanza si intende la potenza (in watt o in joule al secondo) emessa per unità di superficie e per unità di angolo solido. (L'enorme brillanza del fascio Laser permette di raggiungere una densità di energia tale da sublimare o fondere i metalli più duri o i materiali refrattari. Per avere un’idea del fenomeno basti pensare che il rapporto tra brillanza del Laser focalizzato e brillanza del sole allo Zenit è di circa 6.104 ). Principali mezzi attivi dei laser : CO2 – Nd:YAG – Er:YAG – Ho:YAG Argon – Diodo – Eccimeri -Fibra Tipi di mezzi attivi a stato solido: il materiale attivo è un cristallo o vetro (es: Nd:YAG, Yb:YAG, Ho:YAG, Er:YAG). a semiconduttore: la radiazione è dovuta alla stimolazione conseguente alla ricombinazione di elettroni (es: laser a diodi). a fibra: il materiale attivo è la stessa fibra ottica (opportunamente drogata) che veicola il fascio e stimolata da diodi LASER a colorante: utilizzano soluzioni di opportuni coloranti organici (ad es. cumarine) in vari solventi come alcool o acqua a gas atomici neutri: il mezzo attivo è una miscela gassosa eccitata da una scarica elettrica (He-Ne). a gas ionizzati: il mezzo attivo è una miscela gassosa eccitata da una scarica elettrica intensa (es:ARGON). a gas molecolare: il mezzo attivo è una miscela gassosa eccitata da scarica elettrica o ottica (es: CO2). a eccimeri: il mezzo attivo è costituito da molecole instabili che si formano durante la scarica di eccitazione. Principali applicazioni mediche • Uso chirurgico (generale, otorinolaringoiatria, ginecologia, urologia, dermatologia, estetica, ortopedia, oculistica): CO2 + DIODO +Nd:Yag + Ho:Yag + Argon + Eccimeri • Vaporizzazione (otorinolaringoiatria, urologia, estetica, dermatologia, ginecologia): CO2 + Er:Yag • Fotocoagulazione (angiologia, dermatologia, ginecologia, estetica): DIODO + Alessandrite + Nd:Yag • Traumatologia dello +Nd:YAG+DIODI) sport e fisioterapia (CO2 • Diagnostica oncologica e funzionale (LIAF, LIF, NIRS, OCT) Principali applicazioni LASER industriali e civili • • • • • • • • • Taglio Saldatura Marcatura Foratura Abrasione Telecomunicazioni Telemetria Spettacolo Commercio Principali applicazioni LASER nella ricerca • Restauro e pulitura di opere d’arte • Generazione di plasmi • Spettrometria Classificazione dei laser IEC 60825-1 • La pericolosità degli apparecchi LASER è definita attraverso delle “classi” crescenti in funzione dei rischi che generano: classe 1 - 1M classe 2 - 2M classe 3R – 3B* classe 4 * Le variazioni di classificazione dei LASER dalla norma IEC 60825-1:1993 alla norma IEC 60825-1:2001 CLASSE SIGNIFICATO Vecchia classificazione Nuova classificazione Classe 1 Normalmente sicura 1 1 1M 1M - sorgente divergente/a bassa potenza che può essere pericolosa se focalizzata Classe 2 Occhi protetti dal riflesso palpebrale (solo visibile) 2 2 2M 2M – sorgente divergente/a bassa potenza che può essere pericolosa se focalizzata Classe 3 Rischio oculare 3A & 3B* 3R Rischio oculare moderato, eliminata la restrizione per la densità di potenza 3B** 3B Nessuna variazione 4 4 Nessuna variazione Classe 4 Rischio oculare e per la pelle Variazione Fonte: AURPO 2007 Lo spettro delle emissioni laser Sistemi di trasmissione ed utilizzo del fascio laser in ambito sanitario • Trasmissione diretta I laser di posizionamento del paziente sono un esempio. L’energia laser viene trasmessa direttamente dall’apertura di emissione al tessuto (con o senza lenti di focalizzazione). Sistemi di trasmissione ed utilizzo del fascio laser in ambito sanitario • Braccio articolato Poiché il fascio generato da un laser a CO2 viene assorbito dal materiale delle fibre ottiche per la trasmissione si utilizza un braccio articolato dotato al suo interno di un sistema di specchi riflettenti. Sistemi di trasmissione ed utilizzo del fascio laser in ambito sanitario • Guida d’onda cava Grazie allo sviluppo di questa tecnologia si sono potuti superare molti limiti del braccio articolato. Questi dispositivi consistono di una piccola cannula con un rivestimento riflettente interno attraverso cui il fascio laser può essere trasmesso ed eventualmente deviato con un piccolo specchio in punta. Sistemi di trasmissione ed utilizzo del fascio laser in ambito sanitario • Fibra ottica L’energia del fascio laser viene focalizzata con una lente ed accoppiata ad una fibra ottica. Il fascio all’estremità distale potrà divergere, convergere o diffondersi sfericamente a seconda della forma della punta • Fibra ottica Manipoli e applicatori • Applicatori con lenti di focalizzazione Il fascio laser viene focalizzato con una lente ed accoppiato ad una fibra ottica a sua volta collegata ad un applicatore con lente di focalizzazione. La dimensione del fascio applicato può variare a seconda della focalizzazione. ¾Punte a contatto di zaffiro, metalliche o ceramiche Micromanipolatori Diffusori e sonde per terapia fotodinamica Scanner (dispositivi a scansione) Gli scanner utilizzano specchi mobili per deflettere il fascio lungo un’area pre-definita in modo controllato. Tali sistemi in genere fanno uso di motori passo-passo gestiti da apposite interfacce elettroniche programmabili dall’operatore. La verifica della loro funzionalità è quindi molto importante. Scanner a diodi LASER a Nd:YAG LASER a DIODI LASER a CO2 LASER ad eccimeri Principali impieghi laser in campo industriale e civile • Taglio • Saldatura • Marcatura • Foratura • Abrasione • Telecomunicazioni • Telemetria • Spettacolo • Commercio Esempi di sorgenti laser in campo industriale LASER a disco Lavorazione tessile Incisione su metalli Taglio e foratura metalli Esempi di applicazioni industriali: metalli Esempi di applicazioni industriali: materie plastiche Esempi di applicazioni industriali: tessuti Esempi di applicazioni industriali: vetro Esempi di applicazioni industriali: legno Esempi di applicazioni industriali: cuoio Esempi di applicazioni industriali: ceramiche e pietre dure Tipiche potenze emesse da sorgenti LASER Medicali: da 10-3 Watt a 102 Watt Industriali: fino a 104 Watt Ricerca: da 10-3 Watt a 104 Watt Le sorgenti di ROA fin qui trattate devono essere valutate dal punto di vista dei rischi che possono generare per i lavoratori. Tuttavia, esistono sorgenti che non presentano rischi particolari legati alla emissione di radiazioni ottiche nelle normali condizioni di installazione e di utilizzo. Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Effetti sulla salute e sulla sicurezza La pericolosità delle sorgenti ROA è relativa all’energia emessa dalla sorgente e/o ricevuta dal lavoratore, alla lunghezza d’onda, alla modalità di impiego, al tempo di esposizione. Organi a rischio Il razionale dei limiti di esposizione (ICNIRP 1997) Gli occhi e la pelle sono gli organi più suscettibili di un danneggiamento da radiazioni ottiche. Il tipo di effetto, le soglie di danno ed i meccanismi di danneggiamento variano in funzione della lunghezza d’onda della radiazione. Il razionale dei limiti di esposizione (ICNIRP 1997) Poiché la pelle è meno sensibile al danno da radiazione visibile ed infrarossa, i limiti per l’esposizione degli occhi sono molto più restrittivi di quelli per la pelle. Spettro CIE per l’eritema della pelle Ocular injury action spectra: Guidelines on limits of exposure to UV radiation, 2004 Regione spettrale Ultravioletto C (da 100 nm a 280 nm) Ultravioletto B (da 280 nm a 315 nm) Occhio Fotocheratite Fotocongiuntivite Ultravioletto A (da 315 nm a 400 nm) Cataratta fotochimica Visibile (da 400 nm a 780 nm) Lesione fotochimica e termica della retina Cataratta bruciatura della retina Infrarosso A (da 780 nm a 1400 nm) Infrarosso B (da 1400 nm a 3000 nm) Cataratta, bruciatura della cornea Infrarosso C (da 3000 nm a 1 mm) Bruciatura della cornea Pelle Eritema (scottatura della pelle) Tumori cutanei Processo accelerato di invecchiamento della pelle Reazione di fotosensibilità Bruciatura della pelle Effetti biologici Possono essere ultraviolette: essenzialmente 2 per le radiazioni 1. Danno fotochimico o termico per l’occhio (fotocongiuntivite, fotocheratite, cataratta) (180-400 nm). 2. Eritema, invecchiamento precoce, tumore per la pelle (180-400 nm) Effetti biologici Possono essere essenzialmente 5 per le radiazioni visibili e infrarosse: 1. Danno termico della retina (380-1400 nm). 2. Danno fotochimico della retina per esposizione a “luce blu”(380-550 nm e 300-550 per gli afachici) 3. Danno termico al cristallino (800-3000 nm-IR vicino) 4. Danno termico (ustione) della pelle (380-1 mm) e della cornea (1400 nm- 1 mm) 5. Danno da fotosensibilizzazione della pelle (315-780 nm) Andamento della penetrazione in funzione della lunghezza d’onda (occhio) retina 315-400 nm (UV A) cristallino cornea Andamento della penetrazione in funzione della lunghezza d’onda (occhio) 350 -550 nm (luce blù) retina 400 -780 nm (visibile) 780-1400 nm (IR A) cornea Andamento della penetrazione in funzione della lunghezza d’onda (occhio) 200-315 nm (UV B+C) retina 1400 nm – 1 mm (IR B+C) cornea cornea Andamento della penetrazione in funzione della lunghezza d’onda (occhio) Particolare attenzione va posta agli effetti “indiretti” delle radiazioni ottiche. Sorgenti molto intense causare abbagliamento, incendi o esplosioni. possono infatti disorientamento, L’esposizione a ROA può essere determinante per indurre reazioni di fotosensibilità. La valutazione del rischio deve tenere conto dei soggetti “particolarmente sensibili”. Grazie per la vostra attenzione ! [email protected] Dr. R. Di Liberto –Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia