UNI EN ISO 9001:2008, UNI EN ISO 13485:2004 IDENTIFICATIONE DELLA MUTAZIONE TP53 (Analisi con sequanziamento del gene) AMPLI-TP53 somatic mutations Cat. n.1.435seq TP53 è il gene mutato più comunemente associato al cancro come il glioblastoma, il carcinoma renale a cellule chiare, il cancro a cellule squamose della testa e del collo, il grave carcinoma ovarico, il cancro polmonare a cellule non piccole, il cancro gastrico, il carcinoma epatocellulare, il colangiocarcinoma, il cancro del seno e della prostata (mediamente 25-60%). Nelle neoplasie ematopoietiche le mutazioni TP53 sono meno frequenti (10-15%) ma sono comunque tra i 10 geni mutati più significativamente presenti. I primi studi sulle mutazioni TP53 si sono concentrati sui tumori con delezioni alleliche al sito TP53 (17p13.1) ed hanno mostrato che le mutazioni risultanti in sostituzioni di un singolo aminoacido erano frequenti sull’allele rimasto intatto. Inoltre è stato notato che i tumori aventi entrambi gli alleli parentali mostrano frequentemente mutazioni puntiformi su un allele suggerendo una sorta di effetto dominante della mutazione. Di tutte le mutazioni puntiformi del gene TP53 solo 12 mutazioni sono altamente ricorrenti. Queste mutazioni rappresentano i così detti “hotspots” del DNA mutazionale. Fino ad ora la raccomandazione accettata per l’analisi molecolare del TP53 è suggerita per la leucemia linfatica cronica (CLL) in cui la mutazione somatica TP53 è predittiva di una scarsa risposta alle terapie convenzionali. Le mutazioni rappresentano la forma più comune del TP53 inattivato nel CLL e sono frequentemente accompagnate (70% dei casi) dalla perdita del secondo allele a causa della delezione 17p13. L’implicazione di queste osservazioni molecolari è raccomandare lo studio sia della presenza sia della delezione 17p13, grazie alla tecnica FISH, e della mutazione TP53, grazie al sequenziamento del gene. L’importanza clinica delle anormalità del TP53 nel CLL è strettamente correlata alla prognosi infausta, dovuta a questa lesione genetica, e alla sua associazione con la chemioresistenza (chemioterapia e immunochemioterapia) e dunque con la resistenza sia alle terapie convenzionali che alle nuove terapie mirate. Il kit per le mutazioni somatiche del TP53 segue le amplificazioni degli esoni 2,3,4,5,6,7,8,9 del gene TP53 a ulteriori analisi eseguite tramite sequenziamento del DNA. Principio del metodo: A) estrazione del DNA genomico B) amplificazione C) rilevazione su gel di agarosio D) sequenziamento del DNA REAGENTI E CONSERVAZIONE AMPLIFICATION Mix PCR EX 2-3 Mix PCR EX 4 Mix PCR EX 5-6 Mix PCR EX 7 Mix PCR EX 8-9 Sterile H2O Taq Polymerase (5U/µl) Applicabilità: su DNA genomico purificato da campione di sangue intero o tessuto Tests:40 Stabilità: fino a 18 mesi se correttamente conservato (gel di agarosio, se protetto dalla luce, può essere conservato un anno a temperatura ambiente) Attrezzatura necessaria: tubi da 1.5ml con tappo a vite; tubi da 15ml in polipropilene; vassoio per tubi raffreddato; punte sterili (barriera areosol); vetro Pasteur; tubi no-oil. Reagenti non inclusi nel kit: acqua sterile bidistillata , cloroformio, etanolo 70%, etanolo 100%, reagenti per sequenziamento. Strumentazione richiesta: microcentrifuga con rotore fisso per tubi da 2ml (13-15.000g); pipette pre-PCR e post-PCR; (0.5 – 20 µl, 10 – 100 µl, 20 – 200 µl, 200 – 1000 µl); termociclatore programmabile, cappa Class II Bio Hazard Biological Safety, sistema per elettroforesi con alimentazione, transilluminatore UV, sistema fotodocumentale, sequenziatore DNA Tutti i materiali devono essere sterili, DNase e RNase free e monouso. ANALISI DEI RISULTATI Exon 2-3 Exon 4 Exon 5-6 Exon 7 Exon 8-9 344 bp 413 bp 467 bp 237 bp 445 bp L’analisi della sequenza rivela la presenza o l’assenza delle mutazioni. BIBLIOGRAFIA Stilgenbauer S et al. Blood 123 : 3247-3254. Rossi D et al. (2009) Clin Cancer Res 15 : 995-1004. Pospisilova S et al (2012) Leukemia 26 : 1458-1461.