Guerre giuste e guerre ingiuste Giulia Arnold Valeria Franzini Sofia Mottola Emma Pinter Giulia Tobaldi STORIA-IRC A.S. 2012-2013 Etiche della responsabilità Le Crociate Le crociate furono una serie di guerre, combattute tra l'XI e il XIII secolo fra eserciti di regni cristiani europei ed eserciti musulmani prevalentemente sul terreno dell'Asia minore e nel Mediterraneo orientale (ma anche in Europa, in Egitto e in Tunisia) che avevano come concreto obiettivo il controllo della Terra Santa e la sconfitta dei musulmani del posto. LE OTTO CROCIATE • • • • • Nel 1095 il Papa Urbano II (1088-1099) indisse la prima crociata durante il concilio di Clermont (1095); questa iniziativa era in realtà vista come un pellegrinaggio armato nei luoghi santi della Cristianità, ma coincise con la richiesta di aiuto inviato dall'imperatore bizantino Alessio I Comneno al Conte di Fiandra per far fronte alla pressione dell'Impero Ottomano. Nel 1099 Goffredo di Buglione conquistò Gerusalemme e la Palestina Nel 1144 i Turchi conquistarono Edessa e una seconda crociata per difendere Gerusalemme venne proclamata dal Papa Eugenio III tra il 1147 ed il 1149, guidata da Corrado III e Luigi VII: la crociata non ebbe successo ed il Saladino conquistò Gerusalemme nel 1187 Una terza crociata venne organizzata dal Papa Gregorio VIII tra il 1189 ed il 1192, guidata da Filippo II di Francia, Riccardo I d'Inghilterra e Federico I del Sacro Romano Impero, ma anche questa crociata fu senza successo Il significato religioso delle prime crociate venne progressivamente abbandonato, diventando essenzialmente azioni militari contro l'Impero Bizantino e quello Ottomano. La quarta crociata venne organizzata tra il 1202 ed il 1204 dal Papa Innocenzo III con l'intenzione di entrare in Terra Santa dall'Egitto, ma i Veneziani presero il controllo di questa spedizione e la dirottarono su Zara e Costantinopoli per difendere il controllo degli scambi commerciali con l'Oriente. In Grecia e Tracia venne fondato l'Impero Latino, che venne poi sconfitto nel 1261 dall'Imperatore Bizantino Michele VIII Altre crociate furono organizzate fine al 1254 (nel 1213 dal Papa Innocenzo III, nel 1228 da Federico II, da Luigi IX di Francia nel 1248 e nel 1270, mentre da Eduardo I d'Inghilterra nel 1271), senza riuscire a prendere il controllo di Gerusalemme, ma con conseguenze importanti dal punto di vista militare e commerciale. Alle crociate legate alla liberazione della Terra Santa si aggiunsero quelle con motivazioni religiose diverse, come quella Albigense contro i Catari della Francia Meridionale INTERPRETAZIONI • Non solo guerra ideologica ma guerra di conquista: «le crociate furono guerre dettate da una visione intollerante del fatto religioso oppure aggressioni coloniali determinate da motivi economici rispetto ai quali i movimenti religiosi erano solo un alibi» • Hanno costituito sicuramente un momento di rapporto, positivo o negativo che sia, di due civiltà diverse ma vicine e confrontabili: «E’ storia di scontro, raffronto, attacco e difesa, domanda e risposta» • Frutto di un puro entusiasmo religioso e delle volontà di trasportate in Oriente la civiltà cristiana e il messaggio della cultura occidentale. Funzione sincretistica fondere due elementi (Oriente e Occidente), stabilendo una corrispondenza biunivoca tra essi (Romanticismo ottocentesco) • Fenomeno di espansione commerciale, culturale e politica della cristianità e momento della plurisecolare pratica del pellegrinaggio DUE DEFINIZIONI DI «CROCIATA» • Positiva: riferimento ad attività di carattere necessario che debbono essere poste in ordine al conseguimento di un risultato di larga positività, al soddisfacimento di un’esigenza comune e generalizzata • Negativa: battaglia nei confronti di un nemico sbagliato; provvedimento a tal punto inutile da risultare dannoso Le guerre di religione francesi Le guerre di religione francesi sono una serie di otto conflitti che, opponendo cattolici e ugonotti, devastarono il regno di Francia nella seconda metà del XVI secolo. • Segnarono un periodo di declino politico della Francia • Vi è in esse un intrecciarsi di cause politiche, sociali e culturali in un contesto europeo di forti tensioni GUERRA POLITICA O RELIGIOSA? • Carattere feudale delle prese d’armi: approfittando della debolezza del potere centrale e dei disordini, i grandi signori cercano di crearsi dei veri e propri principati indipendenti • • Torture, comportamenti rituali, violenza, profanazione dei corpi • • Modo per ricongiungersi a Dio nella violenza che egli aveva profetizzato di dover compiere sui corpi dei nemici Rappresentazione apocalisse, messa in scena del Giudizio Divino e delle sue conseguenze Violenze degli ugonotti: riproposizione sarcastica e denigratoria dei comportamenti rituali dei cattolici durante la celebrazione dei sacramenti e delle pratiche legate al passaggio nell’aldilà La guerra d’indipendenza americana • • • • • Fino al 1760-1765 le tredici colonie britanniche del Nord America avevano sempre goduto di un buon livello di autonomia Conflitti fra le colonie e la madrepatria iniziarono con la questione della tassazione Le colonie, nella loro autonomia, rifiutarono di pagare queste tasse Nel 1774 tredici colonie si riunirono in un Congresso continentale a Philadelphia ed affermarono solennemente il principio di «non tassazione senza rappresentanza». Nessuna delle due parti in causa, le colonie e la Gran Bretagna, cedette, e nel 1775 le ostilità ebbero inizio a Lexington Il conflitto terminò solo dopo il 4 Luglio del 1776, cioè dopo che il Congresso ebbe permesso la Dichiarazione d'Indipendenza, con la quale erano nati ufficialmente gli Stati Uniti d’America. Nel 1783 il governo inglese firmò il Trattato di Versailles, che finalmente riconosceva l'indipendenza delle 13 colonie americane GUERRA GIUSTA O INGIUSTA? La guerra d’indipendenza Americana è stata ritenuta una guerra giusta per i seguenti motivi: •giusta lotta dei popoli che aspiravano alla libertà , alla giustizia e all’indipendenza •perché mirava al diritto individuale all'autodifesa: come è giusto che una persona difenda sé o altri da una violenza, così è lecito che uno Stato muova guerra per difendere sé o un altro Stato aggredito •è giusta perché le colonie inglesi avevano una loro economia e non volevano più dipendere dalla madrepatria, il cui predominio, ai loro occhi, appariva un sopruso RESPONSABILITA’ I coloni si sono presi la responsabilità di scatenare una guerra pur di rendersi indipendenti dall’Inghilterra. È anche vero che la responsabilità può essere degli Inglesi, in quanto hanno imposto leggi e tasse che i coloni non accettavano. Il Risorgimento italiano • • • • • • • • • • 1848: Prima guerra d’indipendenza 1849: Controffensiva dell’impero asburgico, assedio e resa di Roma e Venezia 1858: Accordi di Plombières, alleanza tra Cavour, primo ministro del regno di Sardegna e Napoleone III 1860: Spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi in Sicilia per liberare il Sud Italia. A novembre anche Marche e Umbria sono annesse al Regno di Sardegna 17 marzo 1861: Vittorio Emanuele II è proclamato Re d’Italia 1866: Il regno d’Italia conquista Veneto e Friuli 1870: Approfittando della disfatta di Napoleone III, protettore dello Stato Pontificio, il regno d’Italia conquista Roma, che diventa così capitale 1859 la Lombardia viene data al Regno di Sardegna 1915: Un anno dopo l’inizio della prima guerra mondiale l’Italia entra in guerra 1918: L’Italia conquista il Trentino-Alto Adige, la Venezia Giulia, l’Istria e la città di Trieste GUERRA GIUSTA O INGIUSTA? • • • È dal tempo del Risorgimento che il popolo italiano non fa più una guerra «giusta», nel senso giusnaturalistico del termine, una guerra intesa come una guerra di liberazione nazionale o come guerra di difesa contro un'aggressione manifesta La questione delle guerre d’Italia si definisce, non senza un’ombra ingombrante di retorica, come l’insieme delle operazioni militari che vennero intraprese per l’unificazione e la liberazione dallo straniero guerre per l’Indipendenza Non sono guerre di aggressione con lo scopo di conquistare territori,ma sono guerre di liberazione RESPONSABILITA’ La responsabilità è attribuita al tutti coloro che hanno partecipato a questa guerra per l’unificazione Italiana (Cavour,Vittorio Emanuele II…) Le guerre di liberazione dall’impero austro-ungarico • Il regno Lombardo-Veneto era uno stato dipendente dall’impero Austriaco • Nel 1859 il regno Lombardo-Veneto perse quasi tutta la Lombardia, quando questa venne annessa allo Stato piemontese, al termine della seconda guerra d’indipendenza • Nel 1886 anche il Veneto viene annesso al Regno d’Italia questo segna la fine dell’impero Austriaco GUERRA GIUSTA O INGIUSTA? Questa guerra può essere considerata una guerra giusta, in quanto è stata mossa da alcune entità territoriali italiane per ottenere l’indipendenza e l’autonomia da un popolo straniero che le opprimeva. RESPONSABILITA’ In questo caso la responsabilità della guerra può essere attribuita al regno Lombardo-Veneto, che voleva liberarsi degli Austriaci per agire e decidere autonomamente, ma anche all’impero Austriaco, in quanto questo ha imposto leggi e tradizioni estranee alle regioni sottomesse, le quali non le accettavano. La realtà morale della guerra DUE GENERI DI GIUDIZIO Giudizi che gli Stati adducono per combattere IUS AD BELLUM La guerra è giusta o ingiusta? Aggressione o autodifesa? Giudizi sui mezzi da essi adottati IUS IN BELLO La guerra viene combattuta in modo giusto o ingiusto? Osservanza o violazione delle norme di combattimento? Questi due generi di giudizio sono fra di loro indipendenti: è possibile combattere una guerra giusta in modo iniquo e una guerra ingiusta in stretto accordo con le norme Comprensione del comportamento degli Stati e dei soldati (protagonisti della guerra) e del combattimento (sua principale manifestazione): sanciscono la natura immorale o morale della guerra «La guerra non è un crimine quando i soldati combattono liberamente, scelgono il nemico e decidono quali sono le loro battaglie» Michael Walzer Si è mai verificato un caso del genere? Se la vita è un valore assoluto, come si può dire «giusta» una guerra quando in ogni caso anche la più giusta delle guerre comporta un prezzo in termini di vite umane, siano queste di soldati o di civili? La logica della guerra Perché dare inizio ad una guerra è sbagliato? •Perché degli uomini vengono uccisi la guerra è un inferno •La guerra non riconosce alcun limite in entrambe le direzioni: si uccide ricorrendo ad ogni concepibile brutalità, e senza operare alcuna distinzione di età, sesso o condizione morale L'ARGOMENTO DI KARL VON CLAUSEWITZ • «La guerra è un atto di forza, all'impegno della quale non esistono limiti» • L'idea di guerra implica quindi l'idea di assoluto, poiché la condotta militare non conosce limiti intrinseci, né è possibile raffinare le nostre idee di guerra in modo da adattarle a quei codici morali • «Mai si potrà introdurre un principio moderatore nell'essenza stessa della guerra, senza commettere una vera assurdità» • La logica della guerra, è tale che i belligeranti si impongono leggi mutualmente azione reciproca, della quale nessuno dei due contendenti, neanche chi ha agito per primo, può essere ritenuto responsabile, dal momento che ogni atto è considerato un atto preventivo • Le guerre subiscono spesso un progressivo inasprimento, ma è altrettanto vero che mantengono livelli relativamente costanti di violenza e brutalità Von Clausewitz lo ammette dicendo che: «la guerra può essere più o meno guerra, essa ammette vari gradi di intensità» CONCLUSIONE • Non serve descrivere la guerra come atto di forza se si introduce una qualche specificazione circa il contesto in cui essa si svolge e che ne determina il significato • Le condizioni storiche-sociali che «modificano la guerra» non vanno considerate accidentali o esterne alla guerra stessa, dal momento che la guerra è essa stessa una creazione della società Il limite del consenso «Contesa armata» o «Guerra creativa» • Torneo con assenza di arbitro, simile a un «gioco affascinante» • Diffusa in Africa, Giappone, Grecia Antica e nell’Europa feudale • Scelta libera di partecipazione non sanguinosa JOHN RUSKIN • «La guerra creativa è quella nella quale la naturale irrequietezza e l’amore per la contesa risultano circoscritte entro i confini, consensualmente definiti, di un gioco affascinante-anche se talvolta fatale» • «Per quei giovani che volontariamente ne hanno fatto la propria professione (la guerra) si è sempre dimostrata un grosso svantaggio…» CARATTERISTICHE DELLA «GUERRA CREATIVA» • Partecipazione volontaria o Libertà di ritirata brevi battaglie e pochi feriti • Destino degli uomini mai ingiusto • Causata da assenza di disciplina politica I mercenari = individui che a scopo di lucro compiono azioni di natura militare per conto di un soggetto privato o anche di ente (una società o di uno stato), secondo un contratto prestabilito ed accettato contestualmente. • • • • Firmavano contratti a termine Non condizionavano le scelte dei comandanti Battaglia diventa un “gioco al massacro” Offrono i propri servizi al miglior offerente SOLDATI CON IMPEGNO FINALIZZATO ALLA PATRIA • Impegno finalizzato alla difesa del proprio paese • Il loro impiego è un dovere e non una scelta • Combattono solo di fronte a minacce evidenti verso la propria patria SOLDATI PROFESSIONISTI • Amano la contesa armata • Spesso corrispondono agli aristocratici • Guidati dalla brama della vittoria piuttosto che da ideali patriottici • Muoiono per libera scelta La guerra diventa un inferno ogni volta che gli uomini vengono costretti a combattere, ogni volta in cui si oltrepassa il limite del consenso, il che vuol dire che è un inferno nella maggior parte dei casi. LA GUERRA IN ETA’ MODERNA • Costi più economici per mantenimento dei soldati • Battaglie vengono cercate • Perdite rapidamente compensate • Mancanza di consenso morale perdita autodeterminazione La tirannia della guerra • La guerra si rivela spesso come tirannia • Le organizzazioni militari dimostrano interesse per individui che non desiderano combattere orrore della guerra • Se quando diciamo che la guerra è un inferno pensiamo alle vittime del combattimento, la guerra dovrebbe essere l’opposto dell’inferno inteso teologicamente • Il termine innocenti si è solito riferirlo soltanto agli spettatori della battaglia • La guerra può essere un inferno persino quando le regole vengono rispettate e le vittime si contano soltanto tra i militari e non tra i civili • Il giudizio fondamentale non dipende dalla distinzione tra combattenti e spettatori casuali in quanto anche i soldati partecipanti al conflitto, se potessero scegliere, preferirebbero starne al di fuori • La tirannia della guerra viene spesso descritta come se la guerra stessa fosse il tiranno • In battaglia la tirannia è una relazione tra persone • La tirannia della guerra appare come relazione complessa in quanto la coercizione viene esercitata da entrambe le parti • Le guerre il più delle volte assomigliano ad un incendio doloso in quanto hanno degli agenti umani • Questi agenti vengono considerati veri e propri criminali in quanto responsabili delle disgrazie di coloro che hanno partecipato alla guerra contro il loro volere • Nel diritto internazionale contemporaneo questo delitto è stato catalogato come aggressione ma è anche possibile catalogarlo come esercizio di potere tirannico • Quando i soldati credono di combattere per difendersi da un’aggressione, la guerra diventa un crimine contro cui è legittimo opporsi • L’esperienza della guerra come inferno porta a voler sconfiggere il nemico • La coercizione che la vittoria sia moralmente determinante porta ad affermare che il carattere infernale della guerra conduca ad ignorare qualsiasi forma di controllo pur di vincere • La vera tirannia è il fatto che chi resiste ad un’aggressione è costretto ad emulare o superare la brutalità del proprio assalitore IL GENERALE SHERMAN E L’INCENDIO DI ATLANTA • • • • • • • Il generale Sherman aveva affermato che la guerra era un inferno Secondo lui, la guerra è un crimine i cui soli responsabili sono coloro che l’hanno iniziata L’affermazione del generale fornisce un tentativo di auto-giustificarsi Infatti, dopo aver obiettato che la guerra è tragica, dice che solo chi ha deciso per la guerra (e non lui stesso) merita rimproveri L’argomento di Sherman esprime la rabbia contro chi, iniziando la guerra, ci ha costretto a subirne la tirannia La tirannia della guerra non può essere più assoluta di quella politica e deve essere possibile individuare e condannare specifici atti compiuti durante la guerra Dopo aver risposto alla domanda su chi abbia iniziato la guerra rimane da assegnare la responsabilità per le disgrazie accadute ai soldati Bonhoeffer e le guerre • Bonhoeffer è un teologo protestante e si pone nei confronti della guerra da cristiano • Da quanto traspare dalle sue scelte, capiamo che Bonhoeffer ritiene una guerra legittima quando è combattuta contro il tiranno in difesa del prossimo