I FONDAMENTI BIBLICI DELL’ASCOLTO Mc, 12-29-31 Il più antico dei Vangeli riporta l’insegnamento di Pietro: lo scriba chiede a Gesù quale sia il comandamento principale di tutta la torah e Gesù risponde: il primo è “ascolta Israele…..tu dunque amerai (Dt. 6, 6-9) e il secondo è Amerai il prossimo tuo come te stesso. SHEMA’ ISRAEL Parole iniziali della preghiera che il fedele israelita recitava, alla mattina e alla sera, già prima dell’arrivo di Gesù. E’ praticamente l’ascolto, una dimensione che attraversa tutto l’AT e fa sì che Israele sia il popolo dell’ascolto. Occorre porre molta attenzione al binomio ASCOLTA- AMERAI. Infatti solo dall’ascolto Israele si apre all’accoglienza, alla sequela, al dono della legge. La qualità del popolo di Israele dipende dall’ascolto della Parola di Dio: o Israele ascolta, quindi è il popolo prediletto, oppure non ascolta e non è neppure popolo. Lo shemà contiene in sintesi tutta la torah: è l’essenza della legge, il suo cuore pulsante. Dt. 28,1-ss Il tema della fraternità e dell’attenzione all’altro è caratteristico di tutto il Dt. Ascoltare per la Bibbia è conoscere, comprendere, accogliere: dalla conoscenza nasce l’amore di Dio e del prossimo che per il credente è risposta che coinvolge tutto il suo essere perché nasce dall’esperienza e dalla consapevolezza di essere stati conosciuti e amati da Dio. L’ascolto delle Scritture diventa luogo privilegiato che dà la dimensione di apertura all’amore per Dio e per gli uomini. E’ soprattutto amando Dio e i fratelli nella vita che si fa esegesi della Scrittura. I PROFETI Isaia 40, 4-5 servo di Jahvè è colui che compie la sua missione in forza della Parola che ha ascoltato. La libertà e la autorità profetica nascono dall’ascolto della parola che prende forma nel cuore delle città e delle culture. 1 Sam. 3,9 Vocazione di Samuele Ger.13,15 Il luogo privilegiato che Dio ha per parlarci è il grido dei poveri, degli oppressi, degli esclusi. MARIA Lo shemà trova pieno compimento nell’itinerario di fede di Maria. In lei immagine della CHIesa, madre di tutti i credenti, si compie per la prima volta, in pienezza e senza riserve, il comando dello shemà: ascolta-amerai. L’ascolto autentico, nello Spirito, produce in Maria obbedienza gioiosa: Avvenga in me quello che hai detto. Difatti dopo il suo FIAT, Maria va a far visita alla cugina Elisabetta, in fretta ci dice il vangelo di Luca, per la fretta di farsi prossimo. LC1, 39-45. Dall’ascolto alla diakonia, all’accoglienza reciproca, al servizio, alla condivisione, alla fecondità, alla gioia di Giovanni che sussulta nel grembo di Elisabetta. Maria serva della Parola e donna del servizio: principio operativo che segna tutta la sua esistenza. GESU’ Nell’incarnazione di Gesù, evento centrale della storia umana, si realizza il massimo svelamento della Parola (il verbo si fece carne) e la massima profondità dell’ascolto dell’uomo: tutta la sua realtà, tutta la sua vita viene assunta da dIo. Il comportamento stesso di Gesù nella sua vita quotidiana indica la strada per un atteggiamento autentico di ascolto. L’ascolto nella vita di Gesù è atteggiamento costante ad abituale, tracciando un cammino di riflessione per il cristiano ed insieme un impegno di esempio nella vita. E’ uno stile fortemente sottolineato nella pedagogia di Gesù. Tante sue azioni, le parabole, le predicazioni e i discorsi, persino il testamento – lavanda dei piedi- si riassumono nel comandamento dell’amore e dell’attenzione: Gv. 15, 12-13. Egli ha sempre un atteggiamento di attenzione, rispetto, comprensione, dialogo, fiducia, valorizzazione. Lc. 19, 3-5 Gesù è attento al gesto di Zaccheo: sale su una pianta per cercare di vedere gesù perché sa che deve passare da lì. Zaccheo da strozzino così diventa credente e condivide con gli altri i suoi averi. Lc. 23, 42-43 Gesù sulla croce è attento al buon ladrone: oggi sarai con me in Paradiso. Mc. 4, 26-29 Gesù è attento alla vita quotidiana: tiene conto dei tempi di maturazione degli uomini. Gesù non impone condizioni per seguirlo, sono solo proposte e l’uomo rimane libero di accettarle o meno. Il giovane ricco, dopo la decisione di gesù di coinvolgersi fino in fondo fino alla morte di croce-, se ne va sconcertato. Gesù, anche di fronte alla risposta negativa, non cessa di ascoltare e amare la persona che gli rimane di fronte. La pedagogia di gesù è quindi quella del DIALOGO: con Nicodemo conduce il dialogo fino a portarlo su strade impensate, mettendolo poi di fronte alla sua incredulità; con la samaritana il colloquio è tutto un gioco che mette in evidenza l’incomprensione della donna di fronte al mistero di Dio e la pazienza di Dio, che non solo soddisfa le attesa dell’uomo, ma prima ancora le suscita. Gesù ha fiducia nelle persone e dà loro responsabilità: manda i dodici nel mondo a continuare la sua opera; ha fiducia che la persona, se aiutata nelle difficoltà, possa superare il momento difficile e continuare su una buona strada. Agisce con disinteresse e non cerca l’approvazione della gente: spesso dopo un miracolo gesù impone il silenzio. Valorizza le persone e i piccoli gesti di bontà: ammirato dalla fede e dall’insistenza del centurione pagano guarisce il servo in Mt. 8, 5-13. Gesù si dona e si comunica a tutto l’uomo: è talmente coinvolto dall’umanità da appartenervi. Dio in gesù si fa prossimo ad ogni uomo. Tuttavia in tanti moneti, l’uomo nuovo, si ritira in solitudine dove sia possibile tendere l’orecchio ad ascoltare e percepire la voce del Padre e quella degli uomini: così diventa il dIO per noi e il dIo con noi. Da tutto questo deriva l’assoluta necessità della Chiesa stessa di porsi in un atteggiamento di ascolto. Rahner, Uditori della parola: l’uomo è sempre in ascolto di una possibile rivelazione di Dio. Se l’ascolto è il mezzo privilegiato perché dIo incontri l’uomo e gli si manifesti nella Parola, allora la religione biblica è una religione centrata sull’ascolto. L’uomo cristiano è colui che si mette in ascolto. ALLE ORIGINI DELLA CHIESA Atti 2, 42: i primi cristiani di Gerusalemme erano unti nell’ascolto della Parola, nell’insegnamento degli apostoli. Luca sottolinea come la Chiesa si fortifichi nell’ascolto della Parola che è in funzione del fare, della prassi. L’ascolto deve diventare una lampada che illumina la vita: questo è ciò che definisce l’ecclesìa, come convocazione dei perseveranti nell’ascolto della Parola, ma anche di quelli che, in comunione fraterna si ascoltano tra loro perché diventino un cuor solo e un’anima sola. VATICANO II LG1: la Chiesa è un popolo adunato nell’unità del padre, del fIglio e dello spirito santo. Secondo capitolo è sul popolo di Dio: si deve partire dal popolo di Dio, ascoltarlo, camminare col popolo dei fedeli. Il popolo di Dio, come una conchiglia fa eco del mare, fa eco della Parola divina. Quindi il primo servizio al fratello, soprattutto al fratello in difficoltà è quello di ascoltarlo. La comprensione della parola di Dio passa attraverso l’ascolto della Parola che viene dai semplici fedeli. Gregorio Magno. L’ascolto dei poveri deve diventare quindi per i cristiani uno stile di vita: un servizio reso dalla comunità cristiana perché non si disprezzi nessuno e non si rifiuti nessuno. Il signore ha rivelato ai piccoli le sue ricchezze. E’ per amore che Dio non solo ci ha dato la sua Parola, ma ci porge continuamente anche il suo orecchio. Altrettanto è per opera di Dio se siamo capaci di ascoltare i fratelli per metterci in relazione d’amore con loro e far così scoprire l’umanità di cristo.