La Didattica Mentalista nell`apprendimento musicale

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La Didattica Mentalista
nell’apprendimento
musicale
Carla Barbara Coppi
Insegnante presso la Direzione Didattica Massa 2 (MS), musicista, scrittrice e formatrice.
Molti soggetti presentano difficoltà nell'intonazione corretta dei suoni.
Come superarle? Quale posto ricopre l'educazione dell'orecchio nel sistema
scolastico italiano? In questo articolo si cerca di rispondere a tali domande
attraverso l'applicazione metacognitiva della Didattica Mentalista. Tale
approccio, partendo dalla dimensione mentale del soggetto consapevole
delle proprie risorse intellettive ed attivo costruttore del processo di
insegnamento/apprendimento, esplora le cause e propone efficaci
procedure educativo/didattiche.
Introduzione
identificazione
Negli Annali della Pubblica Istruzione il
Ministero scriveva: «la musica, componente
fondamentale
e
universale
dell’esperienza
umana, offre uno spazio simbolico e relazionale
propizio
all’attivazione
di
processi
di
cooperazione e socializzazione, all’acquisizione di
strumenti di conoscenza, alla valorizzazione
della creatività e della partecipazione, allo
sviluppo del senso di appartenenza a una
comunità, nonché all’interazione fra culture
diverse» . 1 Anche le Indicazioni Nazionali
per il Curricolo riconoscono alla musica un
elevato
12
valore
formativo,
che
trova
però
solo
nelle
scuole
secondarie ad indirizzo specifico e negli
Atenei, dove è valorizzata l’attività musicale
attraverso cori ed orchestre giovanili.
Nelle scuole del primo ciclo, invece, la
musica resta una “cenerentola” all’interno
dell’attività didattica, sebbene molti studi
depongano a favore di un suo impiego fin
dal primo periodo di vita.
La musica come esperienza senso
motoria precoce
Il musicista francese François Delalande
descrive la musica come esperienza sensomotoria, in senso piagetiano, e definisce
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“condotte musicali” i gesti di ripetizione e
una
variazione del suono e del gesto che lo
implicitamente
produce. Tutto ciò si sviluppa in modo
inconsapevoli e automatici.
naturale, sin dal momento post-natale. Per
fare musica bisogna
pedagogia
Il
fisiologo
che
tra
li
i
fa
rientrare
comportamenti
della
musica
Eckart
Altenmuller, afferma che il nostro sistema
uditivo
essere sensibili ai suoni, trovarvi un significato
e godere della loro organizzazione. (…)
Trasmettere un sapere o sviluppare una
sensibilità sono due obiettivi completamente
diversi. Se si mette nelle mani dei bambini, in
un’età compresa fra i cinque e i sette anni un
qualsiasi strumento, succede immediatamente
qualche cosa, sono attirati, hanno delle idee, ciò
che fanno è musicale: si dice che sono dotati 2.
è
in
grado
di
imparare,
è
modellabile. È necessario un allenamento
musicale sin dai primi anni di vita. Il
percorso che l’individuo deve compiere per
raggiungere un grado di comprensione del
linguaggio musicale tale da poterne fruire
appieno avviene sin dai primi istanti di vita,
addirittura sin dal grembo materno.
Inoltre
la
percezione
musicale
non
Secondo Delalande l'educazione musicale
avviene soltanto sotto forma auditiva del
dei bambini avviene attraverso il "risveglio"
suono e l'ascoltatore, nell'assistere ad un
di quell'attività ludica che è già presente in
concerto, attiva anche quella visiva e tattile.
loro.
dal
Il musicista a sua volta percepisce la musica
potenziamento del desiderio dei bambini
in modo psicomotorio come sequenza di
piccoli
diteggiature e crea una rappresentazione
È
di
importante
far
musica
partire
attraverso
la
valorizzazione di giochi sonori spontanei e il
mentale dello spartito di tipo simbolico.
piacere innato del gesto che li produce,
Questa prospettiva apre spazi ad un
passando agilmente ad acquisizioni tecniche
intervento di insegnamento-apprendimento
più specifiche nei successivi gradi scolatici.3
di tipo metacognitivo con la valorizzazione
Se traduciamo queste indicazioni in un
del potenziale mentale del singolo soggetto.
approccio didattico di tipo metacognitivo,
Questo tipo di approccio può essere efficace
non possiamo trascurare ciò che in genere
con discenti di qualsiasi età: non ci sono
viene dato per scontato: la dimensione
limiti
mentale del soggetto che apprende. La
all’apprendimento della musica, anche se
funzione del momento evocativo, cioè della
indubbiamente più avanza l’età maggiore è
capacità di attingere le informazioni sonore,
la fatica di apprendere.
anagrafici
di
ostacolo
auditive, verbali, visive, analogiche e tattili
dalla memoria a lungo termine definita
dalla psicologia anche di “ripescaggio o di
richiamo”, è condizione indispensabile per
l’apprendimento. Questi processi spesso
non vengono sufficientemente valorizzati da
Lo sviluppo dell’intonazione
Edgard Willems, nel manuale L’orecchio
musicale, espone la sua pratica metodologica
basata sull’idea che ritmo, melodia ed
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13
13
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armonia
natura
rappresentino
fisiologica,
grazie al maggior grado di consapevolezza con
cui sono riusciti a gestire la propria voce. Il
processo, e non solo il risultato finale di
ognuno, è stato dunque elemento di attenzione
prioritario.5
rispettivamente
affettiva
e
mentale
dell’uomo. Willem propone un vero e
proprio percorso dello sviluppo auditivo
che
parte
dall’ascolto
musicale,
proseguendo con una seconda fase di
esercizi su diversi parametri musicali, per
La Gestione Mentale di A. de La
Garanderie
poi prendere in esame il canto secondo una
Attraverso lo studio delle abitudini e dei
graduale, crescente difficoltà. Alla fine si
comportamenti
approda
migliori, il pedagogista francese Antoine de
all’improvvisazione,
ritenuta
mentali
degli
fondamento dello sviluppo dell’orecchio
La
armonico.4
prevalenti stili di apprendimento: quello
Garanderie
ha
individuato
due
Recenti studi condotti a Buenos Aires
visivo, che evoca le conoscenze attraverso le
hanno messo in evidenza i fattori che
immagini mentali impresse su un “taccuino
possono
visuo-spaziale”, e quello auditivo che ricorre
essere
intonazione,
cognitivo
causa
individuati
che
di
problemi
sia
fisiologico:
a
di
livello
a
processazioni
logico-proposizionali
mancanza
mediante discorsi interiori e suoni. Le due
d’esperienza, di attenzione, di memoria,
modalità interfacciano il mondo reale con
scorretta emissione vocale e difetti nella
quello
respirazione.
strutturano e si stabilizzano nel processo
Le tecniche utilizzate per condurre gli
evolutivo
interiore
di
dell’individuo,
crescita
del
si
soggetto
studi, durati due anni su tre tipologie di
acquisendo la forma di vere e proprie
soggetti di età pre-adolescenziale, sono
“abitudini mentali”.
affini alla metodologia di Williems. Anche
I due stili di apprendimento, definiti da
in questo caso l’importanza del momento
A. de La Garanderie “lingue naturali o
dell’evocazione auditiva e visiva da parte
pedagogiche”, possono essere utilizzate su
dei soggetti coinvolti è presente, ma di fatto
quattro parametri di complessità crescente,
non è prevista una pratica metodologica che
dal parametro 1 (P1) al 4 (P4) nel seguente
consenta di attingere agli evocati attraverso
modo:
la gestione consapevole del proprio stile

P1 visivo – evocazione di oggetti
d’apprendimento. A conclusione di queste

P1 auditivo – evocazione di suoni
ricerche è emerso che tutti i partecipanti
prodotti da oggetti
hanno raggiunto un grado accettabile di

P2 visivo – evocazione di parole scritte
intonazione. Rilevante è anche il fatto che

P2 auditivo – evocazione di suoni relativi
alle parole scritte o melodie
tutti i soggetti che hanno partecipato hanno
sviluppato una maggior sicurezza nel cantare
14
studenti
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


Il P3 è il parametro delle operazioni
Il grande pedagogista francese dedica il
logiche complesse:
saggio I profili pedagogici «a tutti coloro che,
P3 visivo – evocazione di schemi e di
giovani e vecchi, ritengono di essere lontani
mappe concettuali
dall’aver esaminato le risorse mentali di cui
P3 auditivo – evocazione di frasi per
potrebbero normalmente disporre se le
fornire spiegazioni verbali articolate e
conoscessero» 7 .
capacità di analizzare temi musicali e
Gestione Mentale, muove proprio dalla
confrontare melodie
convinzione che il successo nello studio
Il P4 è il parametro che va oltre la
riproduzione
evocativa
e
consente
di
immaginare ed essere creativi. I soggetti
dipenda
dalla
Il metodo, definito della
scoperta
delle
proprie
abitudini mentali e dalla acquisizione delle
capacità di padroneggiarle.8
visivi, come nel caso dei pittori e degli
La Gestione Mentale valorizza il soggetto
scultori, sono capaci di evocare la realtà in
come agente attivo di conoscenza e lo
modo personale. I soggetti auditivi, come i
conduce alla consapevolezza del proprio
grandi musicisti, sono capaci, da un piccolo
“stile
tema, di creare motivi musicali e sinfonie.
funzionamento di specifici “gesti mentali”
di
apprendimento”
e
del
che rappresentano la struttura del pensiero
De la Garanderie, invertendo una tradizionale
impostazione della ricerca, non ha esaminato i
soggetti con problemi di apprendimento, al
contrario, ha puntigliosamente analizzato gli
alunni scolasticamente più brillanti e le
procedure mentali da loro adottate nella
risoluzione di un compito. (…) E’ dovere
primario dell’insegnante avere ben chiari i
procedimenti mentali attivati nello studio
dall’alunno che deve essere guidato a prendere
consapevolezza del proprio modo di pensare e
di
procedere
nell’apprendimento.
(…)
L’insegnante può entrare in comunicazione
autentica con gli alunni e capirne le modalità
di elaborazione delle conoscenze per
trasmettere i gesti mentali funzionali
all’apprendimento
(attenzione,
memoria,
comprensione, riflessione, immaginazione
creatrice) e promuovere la consapevolezza nello
studio. (…) Il metodo adottato dal soggetto
non tende generalmente a cambiare nel corso
della vita diventando, di fatto, una sorta di
“abito mentale” che viene interiorizzato in
modo spontaneo e adoperato meccanicamente.6
umano.
Ne consegue che il successo scolastico
non
sia
da
attribuire
al
quoziente
intellettivo, quanto alla capacità del soggetto
in apprendimento di far ricorso ai propri
gesti
mentali
in
modo
consapevole,
padroneggiandoli al momento opportuno.
Dunque si deve partire dalla coscienza del
“chi siamo” per approdare successivamente
alla conoscenza del mondo circostante.
Procedere
in
modo
inverso
significa
continuare a perpetrare il fallimento e
l’insuccesso scolastico.9
L’evocazione mentale consapevole
François Delalande, nella sua pedagogia
delle condotte musicali, dà per scontato il
gesto mentale intorno al quale de La
Garanderie
incentra
il
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metodo
della
15
15
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Gestione
Mentale:
Riflessione, cioè
la
il
gesto
della
Anche
capacità di evocare
sottolinea
Antoine
de
l’importanza
La
del
Garanderie
risveglio
mentalmente ciò che si è percepito in
dell’intelligenza e lo definisce il frutto di
assenza
evocazioni guidate:
dell’oggetto
stesso con
la
consapevolezza di doverlo restituire. Tali
evocazioni si possono suddividere in tre
categorie: quelle non guidate o vaganti (cioè
non legate a uno scopo preciso), quelle
spontanee sollecitate da input sensoriali
esterni o interni al soggetto (dipendenti
dall’inconscio, come capita spesso per le
evocazioni musicali), quelle volontarie o
guidate cioè prodotte da un atto di
intenzionalità. Sono soltanto queste ultime
ad aprire “le porte” all’apprendimento e ad
assolvere a una funzione di “ponte” tra la
dimensione della realtà circostante e la
mente. Sta all’insegnante spiegare all’alunno
come
rendere
efficace
l’apprendimento
utilizzando consapevolmente le evocazioni
volontarie.
Delalande
centra
la
sua
didattica
musicale sull’utilizzo predominante del
Noi pensiamo che l’apprendimento della
creatività nel campo dei suoni dipenda da una
pedagogia generale concernente ciò che si offre
all’udito: la pioggia, il vento, il frangersi delle
onde del mare, il temporale, il canto degli
uccelli, il ronzio degli insetti, le grida, le voci,
le campane ecc… Ritroviamo qui, come
sempre, la nostra legge: ascoltare con il
progetto di riascoltare nella testa ciò che si sarà
percepito.
Eseguire
questo
progetto
riascoltando per evocazione ciò che si sarà
inteso. In seguito, mettersi di nuovo all’ascolto
dell’oggetto di percezione con il progetto,
questa volta, di confrontare questo oggetto con
ciò che si è evocato e che ora è presente nella
sua coscienza. Si pratica allora un gioco di
andirivieni fra la percezione e l’evocazione, sia
con lo scopo di assicurarsi attraverso
un’evocazione fedele la riproduzione del
percepito, sia con un’altra finalità: quella di
sviluppare il percepito per sviluppare delle
evocazioni originali.10
canale auditivo sul parametro P4. Partendo
Le evocazioni si possono suddividere in
dall’oggetto sonoro “esplorato” e conosciuto
tre categorie: quelle non guidate o vaganti
(per il quale il soggetto ha già creato
(cioè non legate a uno scopo preciso), quelle
un’immagine mentale nel parametro P1) egli
spontanee sollecitate da input sensoriali
porta il bambino ad andare oltre, ad essere
esterni o interni al soggetto (dipendenti
creativo, ad immaginare. L’introduzione del
dall’inconscio, come capita spesso per le
gesto
cioè
evocazioni musicali), quelle volontarie o
dell’evocazione consapevole, è senza dubbio
guidate cioè prodotte da un atto di
una pratica che può facilitare l’intero
intenzionalità. Sono soltanto queste ultime
processo di insegnamento-apprendimento
ad aprire “le porte” all’apprendimento e ad
poiché svolge un ruolo intermedio tra la
assolvere a una funzione di “ponte” tra la
percezione e la conoscenza.
dimensione della realtà circostante e la
mentale
della
Riflessione,
mente.
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Sta all’insegnante spiegare all’alunno
come
rendere
efficace
consapevolezza della propria madrelingua
l’apprendimento
pedagogica, visiva o auditiva, fino alla
utilizzando consapevolmente le evocazioni
capacità di compiere (in modo volontario)
volontarie. Se il docente non assolve a
evocazioni guidate dall’interno per un
questa fondamentale funzione pedagogica si
sapere gestibile e spendibile in qualunque
rende responsabile dell’insuccesso e del
momento11.
fallimento dei suoi studenti in quanto
Generalmente, nei soggetti adulti, le
rinuncia al ruolo cruciale di mediatore
lingue pedagogiche sono entrambe presenti,
culturale e di guida formativa nel senso più
facilitando i processi di apprendimento. E’
alto del termine. Dopo la presa di coscienza
qui che la Didattica Mentalista può entrare
del proprio stile di apprendimento, il
in gioco nella individuazione di un più
soggetto può ricorrere alle evocazioni che si
efficace metodo di studio per gli studenti
realizzano
universitari,
dall’interno
con
un
gesto
intenzionale e consapevole.
anche
in
riferimento
alla
musica. Offrire ai discenti il doppio canale
di apprendimento è davvero importante, in
La Didattica Mentalista e l’approccio
alla musica
particolare qualora ci si riferisca a soggetti
con prevalenza visiva in ambito musicale.
Da alcuni anni a Massa (prov. di Massa-
Il M° Fosco Corti
12
individua tra le
Carrara) un gruppo di ricerca, composto da
difficoltà principali prodotte dalla natura
docenti di ogni ordine e grado scolastico e
amatoriale
coordinato dal pedagogista Pietro Sacchelli,
universitari e scolastici la possibile presenza
applica
“Didattica
di voci con marcati difetti d'intonazione: ciò
Mentalista” mutuata dal metodo della
può dipendere tanto da cattive abitudini
“Gestione Mentale” di Antoine de La
nell’emissione vocale, quanto da mancata
Garanderie.
educazione
con
successo
la
di
un
coro
dell'orecchio
come
sonoro.
quelli
Corti
di
afferma al riguardo che il recupero di queste
interiorizzare l'oggetto di apprendimento
voci richiede un lavoro personalizzato e
attraverso i gesti mentali dell'Attenzione e
tanto
della Riflessione, attivati attraverso uno
affrontare la problematica nel gruppo il
specifico
didattico
Maestro raccomanda di dedicare un periodo
dell'insegnante fino all'acquisizione da parte
propedeutico alla tecnica di base del canto
dello
che
come alla lettura cantata. È a questo punto
rappresentano un vero e proprio metodo di
che il ricorso alla metacognizione può essere
studio.
determinante
La Didattica Mentalista consente
studente
intervento
di
consuetudini
Il Dialogo Pedagogico è il mezzo attraverso
lungo
da scoraggiare.
perché
Su come
consente
di
personalizzare l’insegnamento all’interno
il quale l’insegnante porta il discente alla
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17
17
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del gruppo ottimizzando tempi, strategie e
direttamente sul piano auditivo saltando il
risultati.
passaggio intermedio delle immagini.
Nell’insegnamento musicale non possono
La consapevolezza del proprio stile di
essere trascurati alcuni elementi di fondo: il
apprendimento
linguaggio musicale si articola su strutture
un’importanza
complesse
procedono
compiere i “gesti mentali” che offrono
contemporaneamente in senso orizzontale
all’individuo la possibilità di ricevere dal
(melodia), verticale (armonia) e secondo
mondo quelle acquisizioni che, fino a quel
un’impalcatura
momento, considerava inaccessibili.
che
ritmica,
soggetta
a
assume
fondamentale
dunque
per
poter
variazioni.
Ecco come la Didattica Mentalista spiega
lo
sviluppo
soggetti
percettivo-auditivo:
auditivi
il
passaggio
per
i
dalla
Pietro Sacchelli spiega perché i soggetti
con
difetti
d'intonazione
non
percezione all’evocazione corrispondente
necessariamente sono privi di attitudine. La
avviene in modo diretto (dall’ascoltato al
mancata riproduzione corretta di un suono
risentito) e in linea con l’utilizzo della
attraverso il canto è generalmente presente
propria madrelingua pedagogica.
nei soggetti visivi. Tuttavia esistono auditivi
Generalmente i soggetti auditivi sono in
poco intonati che non riescono ad evocare in
grado di cogliere anche aspetti secondari dei
terza persona andando dal modello a sé e
fenomeni sonori percepiti, che riescono a
prendendo quindi la fonte percettiva come
riprodurre fedelmente in modo spontaneo.
punto di riferimento. Essi cantano in prima
Al contrario i soggetti auditivi “deboli”
persona, cioè vanno da sé al modello, quindi
incontrano difficoltà nel riascoltare nella
partono dalla propria voce per adattarla in
mente gli stimoli sonori ricevuti: in tal caso
modo
essi si trovano ad operare mentalmente
prescelto. Naturalmente è auspicabile che il
comparazioni tra evocati prima di poter
maestro di musica sappia individuare la
restituire fedelmente l’oggetto percepito.
madrelingua pedagogica dei propri alunni
personale
al
modello
sonoro
Ancora più complesso è il processo
e, dopo averli resi consapevoli delle corrette
mentale che si attiva nei soggetti visivi: essi
dinamiche mentali, li avvii ad un costante
devono decodificare il linguaggio auditivo
esercizio, spostando la loro azione evocativa
traducendolo in immagini (dall’ascoltato al
primaria da sé al modello, favorendo il
rivisto). Successivamente potranno associare
passaggio dalla prima alla terza persona. 13
immagini mentali e suoni (dal rivisto al
18
Orecchio musicale ma non solo
In
musica
le
evocazioni
mentali
risentito) col progetto di ricercarli nella
spontanee accadono spesso contro la nostra
mente e riascoltarli. Soltanto un costante
volontà: quante volte siamo tormentati da
esercizio
un
consentirà
loro
di
evocare
motivetto
che
improvvisamente
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ci
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ingombra la testa e non riusciamo a
Conclusioni
liberarcene. Anche durante il sonno certi
La svolta metodologica proposta dalla
dati musicali vengono elaborati dalla nostra
Gestione Mentale e ripresa dalla Didattica
mente e riaffiorano inaspettatamente, con
Mentalista si identifica nella ricerca della
un tipo di evocazione "non guidata". Il
consapevolezza da parte del soggetto che
ricorso
apprende delle proprie modalità mentali nel
alle
intenzionale
evocazioni
acquista
come
gesto
un’importanza
rapporto con la realtà.
centrale per l'acquisizione di intere strutture
Ciò si realizza attraverso un intervento
musicali diventando un vero e proprio
didattico che accompagni lo studente a
"addestramento
conoscere
mentale"
che
porta
all'acquisizione di un metodo di studio.
e
riflettere
sulla
personale
madrelingua pedagogica, con il proposito di
A tale proposito sono particolarmente
restituire l’evocato grazie alla padronanza
significativi i consigli che Robert Schumann,
dei gesti mentali di Attenzione, Riflessione,
nel suo libro “Regole di vita per il
Comprensione,
musicista”,
Memorizzazione,
esprime
rivolgendosi
Ragionamento,
fino
alla
capacità
di
direttamente agli alunni, esortandoli a porre
andare oltre con Immaginazione Creatrice.
attenzione ai fenomeni sonori, a compararli,
Tutto questo consente di sfruttare appieno le
ad
poterli
proprie capacità adattandole alle esigenze
restituire nella loro pienezza in modo
del momento, in un’autonoma gestione delle
consapevole:
soggettive potenzialità mentali.
evocarli
mentalmente
per
L’educazione dell’orecchio è la cosa più
importante. Esercitati per tempo nel cercar di
riconoscere le note e le tonalità. Prova ad
individuare quali suoni producono le campane,
i vetri delle finestre, il cuculo. (…) Devi
conoscere i tuoi brani non solo con le dita, ma
anche saperli canticchiare senza l’aiuto del
Pianoforte. Potenzia così la tua forza di
immaginazione, cosicché tu sia in grado di
fissare nella memoria non solo la melodia di
una composizione, ma anche la sua relativa
armonia.14
Portare l'alunno a mettere in relazione gli
evocati musicali in terza persona, con
l’obiettivo di una loro restituzione fedele in
assenza
dell’oggetto
possibile
la
intonazione
percepito,
correzione
dei
ed
le
apre
rende
difetti
porte
di
alla
comprensione del linguaggio musicale a
tutti gli studenti, indipendentemente dalla
madrelingua pedagogica di appartenenza.
Note
1
2
Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, 2012, Annali della Pubblica istruzione, numero speciale, Le Monnier, pag. 58
Delalande F. (2011), La musica è un gioco da bambini, Milano, Ed. Franco Angeli, pagg. 24-26
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19
19
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3
Delalande F., (2011) op.cit.
Willems E. (1990), L'orecchio musicale, Padova, Ed. Zanibon
5
Leopardo C.E. (giugno 2010), Lo sviluppo dell’intonazione: uno studio a Buenos Aires”, dalla rivista Musica Domani, Torino, EDT, pag. 35
6
Sacchelli P. (2001), Il metodo metacognitivo della Gestione Mentale. Il pensiero di A. de la Garanderie, Bologna, Ed. Pendragon, 2001, pag.
17-18
Sacchelli, P. (2005), Prevenire e risolvere le difficoltà ortografiche, Roma, Ed. Anicia
Coppi C.B. (2014), Didattica Mentalista Applicata e Musica, Roma, Gruppo Editoriale L'Espresso
Scarantino C., Antonietti A. (gennatio-febbraio 2012), Creatività e metacognizione, in “Psicologia e scuola”, pag. 24
7
De la Garanderie A. (1991), I profili pedagogici. Scoprire le attitudini scolastiche, Firenze, La nuova Italia, pag. 1
De La Garanderie A. (2013), Critica della ragione pedagogica, Verona, Ed. QuiEdit
De La Garanderie A. (2003), I mezzi dell’apprendimento e il dialogo con l’alunno, Trento, Ed. Erikson
AA.VV. (1996), La pratica pedagogia della Gestione Mentale, Tirrenia (PI), Ed. Del Cerro
8
De La Garanderie A. (1991) op. cit. pag.1
9
De la Garanderie A. (1991), op. cit.
10
idem, pag. 134
11
Sacchelli P. (2005) op. cit.
4
12
13
14
20
Corti F. (gennaio--aprile2006), Vocalità corale: Bilancio prospettivo di un direttore di coro, dalla rivista Diapason,
anno XIX n.62, pag. 8
Sacchelli P. (2001), op. cit., pag. 135
Schumann R. (1992), Regole di vita per il musicista, Firenze, Ed. Pizzicato, pagg. 5, 7
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