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Società Italiana di Chirurgia Colo-Rettale
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ECOGRAFIA DEL PAVIMENTO PELVICO
A cura del Dr Vittorio Piloni ([email protected])
COS’È?
E’ lo studio delle strutture anatomiche muscolari del pavimento pelvico, dei recessi grassosi e
degli organi pelvici (vescica, genitali interni, ano-retto) mediante apparecchiature che utilizzano
ultrasuoni (onde sonore non udibili dall’orecchio umano), con sonde applicate a contatto del
piano perineale o introdotte in cavità naturali (vagina o ano-retto).
In campo proctologico, la valutazione ecografica dell’ano-retto è stata tradizionalmente affidata
all’esame con sonde endorettali e endoanali e le indicazioni sono rappresentate dalla
incontinenza fecale, la stadiazione dei tumori e la diagnosi dei processi infiammatori e delle
fistole.
A CHI SI ESEGUE
A tutti i pazienti, specie di sesso femminile sia in età fertile che in menopausa, affetti da difetti
della continenza urinaria e fecale, da alterazioni della statica pelvica legati a difetti della fascia
endopelvica, da patologia ascessuale, fistolosa o neoplastica della regione ano-perineale.
QUANDO SI ESEGUE
Ogni volta che si ritiene opportuno completare l’esame clinico, per confermare una impressione
diagnostica, nei casi equivoci, prima di un intervento chirurgico elettivo sulla regione pelviperineale o in casi complessi di difficile interpretazione. L’esame non è doloroso né fastidioso
(un moderato disagio viene avvertito solo all’inserimento della sonda nell’ano) e non è
necessario seguire regimi o prescrizioni particolari ad eccezione di una pulizia intestinale
limitata all’ampolla rettale. Occorre raggiungere la sala diagnostica con la vescica semipiena:
questo si ottiene semplicemente evitando la minzione per almeno 1-2 ore prima dell’esame.
COME SI ESEGUE
L’ecografia del pavimento pelvico è stata proposta con diverse metodiche: le tecniche
endocavitarie, transvaginale e transrettale, e le tecniche esterne, transperineale ed introitale.
Nella tecnica endocavitaria le sonde possono essere applicate all’interno della vagina (tecnica
transvaginale) e all’interno del canale rettale (tecnica transrettale). In alcuni casi particolari, a
discrezione dell’operatore, si utilizza un mezzo di contrasto sia per distendere il retto sia per
migliorare la visibilità di eventuali tramiti fistolosi.
La paziente viene fatta accomodare in posizione ginecologica sul lettino ecografico ricoperto di
carta monouso. In mancanza di lettino ginecologico, il bacino viene mantenuto leggermente
sollevato in appoggio su un supporto di gomma; le cosce rimangono flesse sulle anche, le
ginocchia piegate di circa 30° e la pianta dei piedi appoggiata completamente sulla piano del
letto ad una distanza l’una dall’altra corrispondente a quella delle spalle.
L’operatore indossa guanti di lattice monouso per tutta la durata dell’esame e siede alla destra
del paziente su una sedia girevole, tenendo la sonda esplorante nella mano destra, in modo da
disporre liberamente della sinistra per le abituali operazioni alla tastiera.
COSA SI VEDE E COSA SI MISURA
Fornisce informazioni anatomiche in tempo reale, in condizioni statiche o dinamiche durante le
manovre cosiddette provocative (contrazione della muscolatura, tosse, sforzo) e risponde
all’esigenza di valutazione sia del segmento anteriore che di quello posteriore, proponendosi
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come indagine in grado di studiare buona parte delle alterazioni anatomiche di ordine uroginecologico o colon-proctologico.
Con il supporto del calcolatore di cui è dotato l’ecografo vengono rilevate le seguenti
misurazioni, la cui adozione aiuta ad ottenere dati confrontabili fra i vari centri oltre a consentire
la verifica dell’effetto di eventuali interventi correttivi
Mobilità del collo e della base vescicale
Angolo uretrovescicale (posteriore)
Sfintere uretrale.
Asse di inclinazione uretrale
Parete vescicale
Canale anale
Sfintere anale interno ed esterno
Muscolo puborettale
Bibliografia
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