L’
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici presenta dal 25 al 29 marzo 2015 la sesta edizione
del festival Controtempo. Ormai riconosciuto a livello
internazionale, Controtempo esplora le tendenze recenti
della creazione musicale, privilegiando i compositori più
originali e gli interpreti più prestigiosi della scena contemporanea.
L’edizione di quest’anno rende omaggio al compositore greco Georges Aperghis. Stabilitosi a Parigi nel
1963, Aperghis si è avvicinato al serialismo e alla musica
concreta per poi dar vita a una forma artistica profondamente originale. Il suo approccio alla composizione,
che si esprime tanto nella scrittura strumentale quanto in
quella vocale, così come nel teatro musicale e nell’opera,
fa parte di un gesto artistico molto ampio che abbraccia
teatralità e riflessione politica, esplorazione del linguaggio e aspirazione al burlesco. Secondo Aperghis, il lavoro
del compositore consiste nel “far di tutto musica”. Ed è
questa esigenza, la cui fecondità ha ispirato generazioni
di compositori e condotto l’autore a un’incessante sperimentazione, che rende la sua musica così necessaria
oggi.
Ognuno dei cinque concerti proposti da Controtempo
sotto la direzione artistica di Yann Robin, ex borsista
dell’Accademia di Francia a Roma, inserisce il compositore greco in un contesto programmatico diverso,
mettendo in luce un nuovo aspetto della sua personalità
artistica e rivelando il posto che occupa nella scena contemporanea. Il pubblico avrà modo di ascoltare alcuni dei
suoi interpreti più fedeli – la soprano Donatienne MichelDansac, l’Ensemble Accroche Note, la violista Geneviève
Strosser – e di scoprire la versione italiana di Tourbillons
su un testo dello scrittore Olivier Cadiot.
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L’edizione di quest’anno ci riserva inoltre la prima esecuzione italiana dei lavori di tre ex borsisti dell’Accademia di
Francia a Roma (Jérôme Combier, Mauro Lanza, Sebastian Rivas) nonché di Marco Momi.
Controtempo rinnova la collaborazione con l’Accademia
Filarmonica Romana e avvia un nuovo partenariato con il
Teatro di Roma per una serata di teatro musicale. Il festival si è associato al Festival d’Aix-en-Provence e all’Ensemble Accroche Note per i lavori commissionati rispettivamente a Sebastian Rivas e a Mauro Lanza.
Controtempo riceve il sostegno della Ernst von Siemens
Music Foundation, della fondazione Nuovi Mecenati e
dell’Institut français Italia, nonché dell’impegno di tutto
lo staff dell’Accademia di Francia a Roma, al quale va il
nostro caloroso ringraziamento.
Vi invitiamo dunque a partecipare a questa nuova edizione di Controtempo, per il piacere dell’intelletto e di tutti
i sensi.
Éric de Chassey
direttore dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
Yann Robin
direttore artistico del festival Controtempo
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calendario
MERCOLEDÌ 25 MARZO
TEATRO INDIA
Ore 21.00: Tourbillons
Georges Aperghis
con Donatienne Michel-Dansac
GIOVEDÌ 26 MARZO
ACCADEMIA DI FRANCIA A ROMA – VILLA MEDICI
Ore 14.30: incontro con Georges Aperghis
ACCADEMIA FILARMONICA ROMANA
Ore 20.30: Georges Aperghis / Mauro Lanza /
Marco Momi / Marc Monnet
con Ensemble Accroche Note
VENERDÌ 27 MARZO
ACCADEMIA DI FRANCIA A ROMA – VILLA MEDICI
Ore 14.30: concerto didattico La musica senza martello
con Quartetto Béla
Ore 20.30: Georges Aperghis /
Johann Sebastian Bach / Luciano Berio /
Helmut Lachenmann / Giacinto Scelsi
SABATO 28 MARZO
ACCADEMIA DI FRANCIA A ROMA – VILLA MEDICI
Ore 19.00: Ondřej Adámek, performance con Airmachine
Ore 19.45: incontro con Jérôme Combier e
Sebastian Rivas
Ore 20.30: Georges Aperghis / Luciano Berio /
Jérôme Combier / Sebastian Rivas
con Quartetto Béla e Florentin Ginot
DOMENICA 29 MARZO
ACCADEMIA DI FRANCIA A ROMA – VILLA MEDICI
Ore 19.00: Georges Aperghis / Gérard Grisey /
Clara Ianotta / Martin Matalon / Alberto Posadas
con Trio K/D/M
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programma
Donatienne Michel-Dansac / ©Jean-Marie Legros
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015
Teatro India
Ore 21.00: spettacolo, sala B
TOURBILLONS
Durata dello spettacolo: 60 minuti
GEORGES APERGHIS, musica e messa in scena OLIVIER CADIOT, testo
GIOIA COSTA, traduzione italiana DANIEL LÉVY, luci e allestimento scenico
DONATIENNE MICHEL-DANSAC, soprano
ANTOINE SEIGNEUR-GUERRINI, referente tecnico
In collaborazione con il Teatro di Roma
Prima esecuzione assoluta della versione italiana
13
Q
uesto concerto di apertura ci porta immediatamente
al cuore del percorso di Georges Aperghis. Tourbillons è un’opera particolarmente emblematica rispetto al
suo immaginario musicale. In primis per il lavoro sul testo:
Georges Aperghis (mal)tratta il linguaggio come pochi
artisti – e pochissimi compositori. Ciò è forse dovuto al
fatto che il francese non è la sua lingua madre, il che gli
permette, come è già accaduto ad altri (per esempio a
Samuel Beckett, che Aperghis ammira molto), di mantenere una certa distanza nei confronti della parola. In
secondo luogo, Tourbillons possiede una dimensione
teatrale: dagli anni Settanta, Georges Aperghis è infatti
una delle punte di diamante del teatro musicale, genere
che ha contribuito a nobilitare. Infine, il pezzo è eseguito
dalla soprano Donatienne Michel-Dansac, che oltre a
essere una delle sue più fedeli interpreti è anche, dopo
l’incontro con il compositore avvenuto una ventina d’anni
fa, una delle sue muse ispiratrici.
Tourbillons è nato come una semplice raccolta di sei
miniature per voce femminile composta nel 1989. Nel
2004, il compositore e la soprano decidono di farne uno
spettacolo. Aggiungono così altre miniature già scritte, le
Cinq Calmes plats (1992), e chiedono a un altro virtuoso
della parola, lo scrittore Olivier Cadiot, delle Prières d’insérer destinate a scandire il discorso.
“Olivier Cadiot mi ha mandato dei testi”, dice Aperghis.
“I sei Tourbillons già esistenti erano disseminati di parole
francesi che lui ha scandagliato per elaborare il suo
scritto. Il risultato è un monologo sfaccettato di una donna
fuori di sé.” Vista l’importanza della parola nelle opere di
Aperghis, per Controtempo il testo di Tourbil­lons è stato
tradotto in italiano per renderlo accessibile al pubblico. Si
tratta del suo primo lavoro rappresentato in lingua italiana.
Basato su un’esplosione irrefrenabile di giochi vocali spiritosi e criptici, questo affascinante ritratto-spettacolo si
addentra, con un virtuosismo strabiliante, nel cuore dei
nostri monologhi interiori e delle nostre angosce esistenziali, dandoci en passant qualche buon consiglio per mitigarne temporaneamente il peso oppressivo: “respirare,
guardare un bel paesaggio, flessione…”.
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DONATIENNE MICHEL-DANSAC
Donatienne Michel-Dansac inizia a studiare violino e
pianoforte a 7 anni al Conservatorio di Nantes e a 10
entra alla cantoria dell’Opéra. Ottiene il Premio di canto
al Conservatoire national supérieur de musique di Parigi.
A 21 anni interpreta Laborintus II di Luciano Berio sotto
la direzione di Pierre Boulez. In seguito a questa esperienza scopre la passione per il repertorio contemporaneo ed esegue molte opere inedite (Philippe Leroux, Philippe Manoury, Franck Bedrossian, Mauro Lanza, Fausto
Romitelli, Aureliano Cattaneo…). Dal 1993 lavora con
Georges Aperghis. Canta musica classica e barocca e si
esibisce in recital con Vincent Leterme. Ha girato alcuni
film e documentari ed è invitata da musei e fondazioni per
reading o performance. Nel 2015, diretta da FrançoisXavier Roth, interpreta Le Marteau Sans Maître di Pierre
Boulez a Baden-Baden per i novant’anni del compositore. È Chevalier des Arts et des Lettres. Insegna in Francia e all’estero.
OLIVIER CADIOT
Poeta, scrittore e drammaturgo, Olivier Cadiot collabora
con diversi musicisti, primo tra tutti il compositore Pascal
Dusapin con il quale crea l’opera Roméo & Juliette, di cui
firma il libretto. Lavora anche con Rodolphe Burger, Alain
Bashung e Georges Aperghis, che incontra nel 1995.
In ambito teatrale, i suoi testi sono regolarmente messi
in scena da Ludovic Lagarde: Le Colonel des Zouaves,
Retour définitif et durable de l’être aimé, Fairy Queen. Ha
pubblicato per l’editore P.O.L. i volumi Futur, ancien, fugitif e Un nid pour quoi faire. Nel 2010 è stato autore associato del festival di Avignone. Negli anni Novanta fonda
con Pierre Alferi la “Revue de Littérature Générale”. Partecipa a reading, spettacoli e registrazioni (in collaborazione
con Rodolphe Burger).
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GIOVEDÌ 26 MARZO 2015
Accademia Filarmonica Romana
Ore 20.30: concerto, sala Casella
Durata del concerto: 65 minuti
GEORGES APERGHIS [2’]
Monomanie I – Per voce (1991)
MARCO MOMI [15’]
Almost Requiem – Per voce, clarinetto, pianoforte,
percussione, viola, violoncello, contrabbasso,
(2013-2014) / Commissionato dallo Stato francese
Prima esecuzione italiana
GEORGES APERGHIS [17’]
Pièces fébriles – Per pianoforte e marimba (1995)
GEORGES APERGHIS [2’]
Récitation VI – Per voce (1978)
MARC MONNET [17’]
Chansons imprévues – Per voce, clarinetto,
contrabbasso (1992)
Oui - Décapeur - Bibilolobabitotomamimanino
MAURO LANZA [8’] Nouvelle pièce – Per flauto, clari­netto, percussioni,
pianoforte, viola, violoncello (2015)
Commissionato da Accroche Note
Prima esecuzione assoluta
GEORGES APERGHIS [1’]
Monomanie VIII – Per voce (1991)
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ENSEMBLE ACCROCHE NOTE,
direzione ARMAND ANGSTER
Con:
FRANÇOISE KUBLER, soprano
ANNE-CÉCILE CUNIOT, flauto
ARMAND ANGSTER, clarinetto
LAURENT CAMATTE, viola
CHRISTOPHE BEAU, violoncello
JEAN-DANIEL HÉGÉ, contrabbasso
MICHÈLE RENOUL, piano
EMMANUEL SÉJOURNÉ, percussioni
In coproduzione con l’Ensemble Accroche Note e l’Accademia Filarmonica Romana
L
e sillabe prorompono, grezze e cristalline, la voce
risuona, acquista volume, esclama. Qui si coglie
un frammento di parola, lì un fonema familiare. La sensazione dominante quando si ascolta l’opera vocale di
Georges Aperghis è quella di un gioco a nascondino
riflesso nel programma interpretato dall’ensemble Accroche Note, collaboratore e amico del compositore da più
di trent’anni.
Tre brani per voce e le Pièces fébriles di Aperghis ritmano
il concerto come un sottile filo rosso. Nelle Récitations
per sola voce femminile, il gioco verbale non è sottoposto ad alcun vincolo se non quello musicale. Non si tratta
più che di sillabe libere, combinate secondo una meccanica semplice, dalla cui concatenazione scaturiscono
una ritmica interna e una tensione musicale incredibili. In
Monomanies, invece, Aperghis si ispira a poesie francesi
del Cinquecento. E se le Pièces fébriles sono affidate al
piano e alla marimba, ciò non impedisce al compositore
di giocare con i loro attacchi e le loro risonanze allo stesso
modo in cui si beffa del linguaggio.
Accanto ad Aperghis troviamo un altro compositore, della
stessa generazione e ugualmente interessato alla teatra18
lità e a un rapporto quasi carnale con la parola: Marc
Monnet, già borsista dell’Accademia di Francia a Roma e
tra i fondatori del festival Romaeuropa. Benché destinate
al concerto, le Chansons imprévues possiedono un’indubbia dimensione teatrale. Il compositore si cimenta
persino con la scrittura del testo per prendersi gioco del
linguaggio, dando pari dignità al senso e al nonsenso.
Due italiani completano il programma: ex borsista di Villa
Medici, Mauro Lanza intrattiene anch’egli un rapporto
ludico e distaccato con il testo e la rappresentazione,
mentre Marco Momi propone un approccio al suono
e alla musica ricco di sottigliezze e sensibilità. In collaborazione con il poeta Filippo Farinelli, Momi rinnova la
forma canonica del Requiem cercando “di restituire l’impressione fuggevole di un ricordo che è stato e riappare
all’improvviso, quel ricordo inconsapevole dell’assenza
che verrà”.
ENSEMBLE ACCROCHE NOTE
Ensemble di solisti formatosi attorno a Françoise Kubler
e Armand Angster, Accroche Note affronta in maniera
poliedrica il repertorio della musica contemporanea. Il suo
organico flessibile – dal solo alla formazione da camera
– gli permette di cimentarsi con le pagine storiche, la letteratura strumentale e vocale del XX e XXI secolo come
con le musiche improvvisate. L’ensemble commissiona
diverse opere e collabora strettamente con i compositori:
in particolare, ha interpretato per la prima volta brani di
Pierre Jodlowski, Luis Naon, Luca Francesconi, Salvatore
Sciarrino, Philippe Manoury, Ivan Fedele e Bruno Mantovani. Accroche Note è regolarmente invitato a festival
quali Musica a Strasburgo, Présences Radio France,
Aspect, Biennale di Venezia, Traiettorie a Parma e Kara
Karaev a Baku. Ha inciso numerosi dischi dedicati a
ritratti monografici (Dillon, Dusapin, Manoury, Feldman,
Aperghis, Fedele). Il disco Récital 1, omaggio a Harvey,
Guerrero, Pesson e Pauset, inaugura una collezione
pensata per riproporre momenti eccezionali registrati nel
corso degli anni dai solisti dell’ensemble.
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VENERDÌ 27 MARZO
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
Ore 20.30: concerto, Grand Salon
Durata del concerto: 60 minuti
LUCIANO BERIO [10’]
Sequenza VI per viola (1967)
HELMUT LACHENMANN [5’]
Toccatina (1986)
GEORGES APERGHIS [10’]
Uhrwerk (2013)
Brano dedicato a Geneviève Strosser
Prima esecuzione italiana
JOHANN SEBASTIAN BACH [16’]
Suite per violoncello n. 1, trascritta per viola (1720)
GIACINTO SCELSI [14’]
Manto (1957)
GENEVIÈVE STROSSER, viola
21
N
el corso di questo programma, Geneviève Strosser
mette in prospettiva la scrittura di Georges Aperghis
per viola – una scrittura che conosce molto bene, dato
che la esegue da oltre vent’anni. Strosser è anche l’interprete originale delle opere del compositore per viola sola,
a lei dedicate. L’ultima collaborazione tra i due, Un temps
bis (Samuel Beckett) del 2014, non è né una lettura né un
concerto, ma una rappresentazione scenica della lingua
di Beckett e di brani per viola, resa attraverso il corpo
della violista.
Qui ritroviamo appunto lo spirito di Un temps bis, a partire
da Uhrwerk dello stesso Aperghis. Uhrwerk: letteralmente
“movimento di orologeria”, una di quelle meccaniche ticchettanti per cui Aperghis va pazzo, che si spezzano o
vanno in tilt. Una meccanica regolata con la massima
precisione, come quella di quei trenini elettrici che si lanciano sui binari aspettando con ansia il prossimo incrocio.
La viola incarna quei convogli che circolano a tutta velocità, come altrettanti personaggi sfavillanti di un teatro
immaginario.
Già in Un temps bis, Uhrwerk rispondeva alla Toccatina
di Helmut Lachenmann: un’opera originariamente destinata al violino che torna alle fonti etimologiche del termine
“toccata”. Questa Toccatina sonda un universo sonoro
diverso (prodotto con lo strumento, ma secondo prospettive solitamente trascurate) pur rivisitando il carattere
“improvvisato” della toccata barocca.
Il barocco, del resto, fa la sua comparsa attraverso le
note di Johann Sebastian Bach e delle sue Suites per
violoncello trascritte per viola. Che lo si voglia o no, Bach
è un riferimento imprescindibile per i compositori che si
lanciano nella scrittura per solo, compreso Luciano Berio:
ne sono prova le sue Sequenze, frutto di un duo strumentista/compositore. Concentrandosi sulla tecnica del tremolo e producendo un’energia irresistibile, la Sequenza
VI è introdotta da due versi di Edoardo Sanguineti: “il mio
capriccioso furore fu già la tua livida calma: la mia canzone sarà il tuo silenzio lentissimo.”
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GENEVIÈVE STROSSER
Geneviève Strosser studia con Serge Collot e Jean Sulem
al Conservatoire national supérieur de musique di Parigi.
Collabora con i più prestigiosi ensemble di musica contemporanea, tra cui l’Ensemble Modern Francfort e la
Chamber Orchestra of Europe, sotto la direzione di Claudio Abbado, Nikolaus Harnoncourt e Carlo Maria Giulini;
nell’ambito della musica da camera suona con Gordan
Nikolitch, Jean-Guihen Queyras e Muriel Cantoreggi, e
per un periodo fa parte del quartetto Vellinger. Si esibisce nelle grandi sale e nei festival europei, da solista
con le orchestre della SWR Stuttgart, della Bayerische
Rundfunk, della Radio de Francfort e della SWR Fribourg.
Lavora a stretto contatto con i compositori George Benjamin, Helmut Lachenmann, Stefano Gervasoni. È prima
interprete assoluta di diverse opere di Georges Aperghis (tra cui Commentaires e Machinations). Insegna in
diverse città europee. Il disco-recital uscito nel 2011 con
l’etichetta Aeon è stato preceduto dalle registrazioni di
Viola, Viola di George Benjamin nonché dalle opere per
viola sola di Georges Aperghis.
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SABATO 28 MARZO 2015
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
Ore 19.00: Ondřej Adámek,
performance con Airmachine, Atelier del Bosco
Ore 19.45: incontro con Jérôme Combier e
Sebastian Rivas, Salon de musique
Ore 20.30: concerto, Grand Salon
Durata del concerto: 60 minuti
GEORGES APERGHIS [7’]
Quartett mouvement (2008)
SEBASTIAN RIVAS [10’]
Stains in the Carpet – Quintetto con contrabbasso (2014)
Commissionato dall’Accademia di Francia a Roma – Villa
Medici e dal Festival d’Aix-en-Provence
Prima esecuzione italiana
JÉRÔME COMBIER [24’]
Parler longuement de fantômes (2014)
Commissionato da musique nouvelle en liberté – Ville de
Paris
Prima esecuzione italiana
LUCIANO BERIO [13’]
Sequenza XIVb (2002-2003)
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QUATUOR BÉLA
JULIEN DIEUDEGARD e FRÉDÉRIC AURIER, violini I e II
JULIAN BOUTIN, viola
LUC DEDREUIL, violoncello
FLORENTIN GINOT, contrabbasso
C
ome padroneggiare il quartetto d’archi? Oggi la
domanda si pone in maniera ancor più urgente a
tutti i compositori chiamati a confrontarsi con questo
straordinario laboratorio musicale e con la sua storia.
“Per me il quartetto resta un enigma”, confessa Georges Aperghis, che ne ha composti soltanto due. “Non
ho ancora trovato la porta d’accesso per penetrare realmente questo universo. Eppure in questi quattro musicisti sulla scena c’è una componente di teatro, un teatro
che però non riesco a dominare. Forse perché, quando
ascolto i classici, questo teatro intimo è di una tale precisione! Sono molto intimidito dalla storia del quartetto e da
tutti i suoi capolavori.”
Ed è forse per alleggerire questo carico che Jérôme Combier, già borsista dell’Accademia di Francia a Roma, si è
messo in testa di Parler longuement de fantômes (parlare
a lungo di fantasmi)? Nel suo primo tentativo di quartetto,
Combier dialoga appunto con la storia della musica e con
i fantasmi dei suoi avi.
Questo appuntamento quartettistico permette di riascoltare il Quartetto Béla, già invitato lo scorso anno,
che vanta collaborazioni con un poeta-cantore maliano,
musicisti palestinesi e cantanti rock. I suoi componenti
non hanno quindi indietreggiato di fronte al riferimento
al gruppo The Cure presente nel quintetto con contrabbasso di Sebastian Rivas, borsista a Villa Medici fino a
febbraio 2015, che conosce a fondo l’opera di Aperghis
e ne ha seguito gli insegnamenti sul teatro musicale. A far
nascere questo quintetto, imperniato sull’idea di perforazione, è stata infatti una strofa del brano Disintegration
della band inglese, da cui è tratto anche il titolo Stains in
the Carpet. 26
La presenza del contrabbassista Florentin Ginot permette di ascoltare la Sequenza XIVb, trascrizione della
Sequenza XIV per violoncello, che è stata scritta con
Rohan de Saram. D’origine srilankese, il violoncellista è
anche un virtuoso del tamburo Kandyan. Berio non ha
potuto resistere alla tentazione di sfruttare questo talento.
QUARTETTO BÉLA
Il Quartetto Béla nasce nel 2006 per iniziativa di quattro musicisti usciti dai Conservatori superiori nazionali di
musica con la voglia di difendere il repertorio del Novecento e la creazione musicale. Si esibisce in Francia e
all’estero in luoghi quali la Cité de la Musique a Parigi,
il Festival d’Aix-en-Provence, Les Musiques a Marsiglia.
Interpreta opere di Francesco Filidei, Philippe Leroux,
Frédéric Pattar, Christopher Trapani e altri. Attratto dalla
diversità delle correnti della creazione musicale, collabora
con figure artistiche emblematiche: l’improvvisatore e
performer Jean-François Vrod, il poliedrico cantante rock
Albert Marcœur, il potente trio di jazz Jean Louis. Nel
2013 incide due dischi, uno dedicato a Ligeti, l’altro intitolato Plier/Déplier, opera firmata da Thierry Blondeau e
Daniel D’Adamo.
FLORENTIN GINOT
Diplomato al Conservatoire national supérieur de musique di Parigi, riceve nel 2009 il premio della fondazione
Raynaud-Zurfluh. Suona regolarmente con gli ensemble
MusikFabrik, Modern e Aleph, e collabora con l’Ircam e
l’Ensemble Intercontemporain. Si esibisce con l’Ensemble Nigella, la compagnia di danza di Alban Richard o
con il pianista Paolo Rigutto. Lavora con Helmut Lachenmann, Martin Matalon, Kaija Saariaho. Si avvicina ad altre
arti quali la danza, il teatro e il circo. Ha inciso per l’etichetta Col Legno un disco monografico di Luis Codera
Puzo con l’Ensemble Modern e l’ensemble Crossing
Lines. Insegna al CRR di Aubervilliers-La Courneuve.
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DOMENICA 29 MARZO 2015
Ore 19.00: concerto, Grand Salon
Durata del concerto: 55 minuti
GÉRARD GRISEY [7’]
Stèle – Per due grancasse (1995)
GEORGES APERGHIS [6’]
Corps à corps – Per zarb solo (1978)
CLARA IANNOTTA [11’] 3 sur 5 – Per due percussionisti e fisarmonica (2013)
ALBERTO POSADAS [9’]
Snefru – Per fisarmonica elettronica (2002)
MARTIN MATALON [15’]
K/D/M Fragments – Per fisarmonica, due percussionisti
ed elettronica (2011)
TRIO K/D/M
GILLES DUROT, percussione
ANTHONY MILLET, fisarmonica
VICTOR HANNA, percussione
CHARLES BASCOU e JÉROME DECQUE – GMEM,
realizzazione informatica musicale
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I
l trio K/D/M fa parte di quella nuova generazione di
interpreti che non si accontentano di suonare o creare
pezzi di repertorio, ma aspirano a inventare nuovi formati.
K/D/M ha quindi dato un nuovo impulso a tutta la scena
contemporanea, stimolando la creazione di partiture scritte
apposta per la sua formazione ibrida, composta da due
percussionisti e un fisarmonicista.
Il trio ha ispirato il franco-argentino Martin Matalon, che
finora ha realizzato per loro tre pezzi. In K/D/M Fragments, egli estende il trio con un’elettronica che ne catalizza l’alchimia. Tutto il materiale dei cinque movimenti
ruota attorno al movimento centrale, in cui il gioco strumentale è messo a nudo in uno sviluppo vigoroso.
Trois sur Cinq, il titolo del pezzo di Clara Iannotta, è un’allusione tanto al numero di musicisti del trio K/D/M e ai
movimenti del brano (vincolo specifico imposto dal programma radiofonico Alla Breve di France Musique cui il
pezzo è destinato) quanto allo slancio ritmico che la musicista infonde alla sua musica. Aperghis è uno dei compositori preferiti da Iannotta, che ne riprende la teatralità e
la dimensione carnale, ossia spettacolare, divertendosi a
sovvertire il gioco strumentale.
Carnale e spettacolare è, per l’appunto, Corps à Corps di
Aperghis. Scritto per l’amico percussionista Jean-Pierre
Drouet, il pezzo costituisce una storia epica, di cui il musicista è al tempo stesso narratore e protagonista.
Gérard Grisey, dal canto suo, ci fa compiere un viaggio nel
tempo: per far “emergere il mito della durata”, evoca l’immagine “di archeologi che scoprono una stele e la liberano
dalla polvere fino a svelare un’iscrizione funeraria.”
Il pezzo per fisarmonica ed elettronica di Alberto Posadas è costruito invece sulle dimensioni della piramide
del faraone Snefru. Affascinato dai modelli matematici e
architettonici, Posadas ama trasporli nella composizione:
il modello è infatti capace di generare la forma musicale
globale, determinare altezze e talvolta persino contribuire
alla strumentazione.
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TRIO K/D/M
L’ensemble di solisti Trio K/D/M si dedica al repertorio della musica contemporanea. Il suo organico flessibile – dal solo al trio – gli permette di affrontare le pagine
storiche e la letteratura strumentale del XX e XXI secolo.
L’ensemble lavora in stretta collaborazione con compositori di tendenze diverse. Di recente ha interpretato opere
di autori quali François Bousch, Régis Campo, JeanPierre Drouet, Lucas Fagin, Tomás Gubitsch, Clara Iannotta, Bachar Khalifé, Martin Matalon, Luis Naón, François
Narboni e Francesca Verunelli. Presente sulle scene francesi come all’estero, il trio è stato invitato dalla Qatar Philharmonic Orchestra, dall’Arsenal di Metz, dall’Opéra di
Bordeaux e di Metz e, per la stagione 2014-2015, dalla
Philharmonie di Berlino, dai festival Musica a Strasburgo,
Archipel a Ginevra e ManiFeste 2015 a Parigi. Il primo
CD del Trio K/D/M, con una prefazione di Pierre Boulez,
è uscito alla fine del 2010 nella collezione Jeunes solistes
della Fondation Meyer. Un disco dedicato a François Narboni è stato pubblicato nel 2014.
GMEM – CNCM – MARSEILLE
Il Gmem, fondato nel 1972 a Marsiglia dal compositore
Georges Bœuf e dal 1997 qualificato come Centre national de création musicale, è diretto da Christian Sebille
dal 2011. Il Gmem è finalizzato alla produzione, alla diffusione, alla trasmissione e alla ricerca musicale. Sostiene
la scrittura di opere nuove e ne accompagna la realizzazione. Un’unità di produzione si incarica di considerare
ciascun progetto secondo gli obiettivi, valutandone le
esigenze tecniche e amministrative come le prospettive
di diffusione.
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MASTER CLASS
GIOVEDÌ 26 MARZO 2015
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
La musicista Geneviève Strosser tiene una master class
dedicata alla viola, per musicisti e studenti di
conservatorio.
CONCERTO PER LE SCUOLE
VENERDÌ 27 MARZO 2015
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
LA MUSICA SENZA MARTELLO
Ore 14.30: Controtempo va incontro ai più giovani
attraverso un concerto del Quartetto Béla rivolto alle
scuole primarie e secondarie.
INCONTRI E PERFORMANCE
VENERDÌ 27 MARZO 2015
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
Salon de musique
Ore 14.30: incontro con Georges Aperghis
SABATO 28 MARZO 2015
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici,
Atelier del Bosco
Ore 19.00: performance con Airmachine di Ondřej
Adámek, compositore in residenza a Villa Medici
Salon des pensionnaires
Ore 19.45: incontro con i compositori Jérôme Combier
e Sebastian Rivas
Incontro in francese con traduzione consecutiva
in italiano. Ingresso libero
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PORTE APERTE A VILLA MEDICI
DOMENICA 29 MARZO 2015
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
Dalle ore 10.00 alle ore 18.30
Dopo il successo dello scorso anno, l’Accademia di Francia a Roma organizza domenica 29 marzo 2015 una giornata in cui il pubblico è invitato a scoprire Villa Medici, le
sue attività culturali e i progetti degli artisti in residenza.
Un’occasione per conoscere le diverse proposte di visite
guidate alla villa e ai suoi giardini che si svolgono tutto
l’anno. L’ingresso è gratuito. La giornata si conclude con
il concerto di Controtempo alle ore 19.00. I biglietti sono
disponibili fino ad esaurimento posti alla biglietteria di Villa
Medici a partire dalle ore 18.00 del 29 marzo.
compositori
Georges Aperghis / ©Suzanne Doppelt
GEORGES APERGHIS (1945)
Compositore greco nato nel 1945, Georges Aperghis vive a Parigi dal 1963. Nel 1971 compone La
Tragique histoire du nécromancien Hiéronimo et de
son miroir, il suo primo lavoro di teatro musicale,
genere che debutta in Francia al Festival di Avignone.
Con l’Atelier Théâtre et Musique (ATEM), che fonda nel
1976, inventa una nuova forma artistica ispirata alla vita
quotidiana e a fatti sociali trasposti in un mondo poetico,
assurdo e satirico, in cui si incontrano musicisti, cantanti,
attori e artisti plastici (La bouteille à la mer [1976], Sextuor
[1993], Commentaires [1996]).
Nel 1997 lascia l’ATEM ma continua a comporre per il
teatro musicale (Machinations [2000], Le petit chaperon
rouge [2003], Luna park [2011]). Scrive un’ampia serie
di brani per strumenti o voci soliste (tra cui Récitations
[1978]) in cui introduce aspetti teatrali, talvolta puramente
gestuali. Nella musica da camera o per orchestra, non
abbandona mai il gusto per l’esperimento e una certa
volontà di provocazione, ma nulla risponde a una vocazione propriamente scenica e tutto è determinato dalla
scrittura.
Aperghis compone sette opere liriche, in cui attua una
sintesi tra teatro musicale e musica da concerto. Tra queste, Tristes tropiques di Lévi-Strauss (1996) e Les Boulingrin di Georges Courteline (2010).
Dall’inizio degli anni 2000, la separazione del suo lavoro
in tre ambiti distinti è resa difficile dalla natura stessa delle
sue creazioni. La libertà con cui si prende gioco delle
classificazioni e dei generi è rivelata nell’oratorio Die Hamletmaschine (2001) e nell’opera Avis de tempête (2004).
Compositore prolifico, Aperghis costruisce un corpus di
opere serie e pervase di umorismo, legate alla tradizione
e libere da vincoli istituzionali. Riconcilia sapientemente
l’aspetto sonoro e quello visivo, facendo propri temi
inscritti nella dimensione tragica o ironica della sua epoca.
Aperghis ha ottenuto il premio Mauricio Kagel nel 2011.
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Brani di un’intervista a Georges Aper­ghis realizzata da
Jérémie Szpirglas nel gennaio 2015, pubblicata integralmente su www.villamedici.it.
Io tratto il teatro (e il testo) come fosse musica. Anche
sulla scena cerco di ricreare questo teatro mentale che la
musica fa nascere in me.
Il 1968 non era lontano e noi eravamo pieni di ideali. Avevamo in mente questa utopia di un contatto diretto tra gli
artisti e il pubblico, senza intermediari. Utopia associata
a una problematica sociale: come arrivare a un pubblico
che non è mai stato a teatro o a un concerto, e che ha
come unico punto di riferimento la televisione? Avevamo
di fronte un pubblico che non conosceva i codici, che non
possedeva la chiave di accesso del linguaggio utilizzato –
cosa che per certi versi trovavamo stimolante. Era come
salire una scala a cui mancano dei gradini.
Conoscere bene i propri interpreti può tuttavia causare
dei problemi: a conoscerli troppo, a frequentarli troppo, si
tende a rappresentarseli sempre con gli stessi tratti, nello
stesso colore. L’immagine che se ne ha può cristallizzarsi.
Viceversa, non è privo di interesse ignorare quell’immagine e portarli su territori che non corrispondono al carattere che attribuiamo loro.
In linea generale, detesto convincere. È qualcosa di molto
lontano da me. Se un’idea non funziona, la dimentico e
faccio diversamente. Non voglio perdere il mio tempo in
spiegazioni: bisogna andare avanti. Si trovano altre soluzioni. Non ne esiste una sola possibile.
Amo molto suonare. E voglio passare la mia vita a suonare. È un privilegio incredibile.
Quando facevo pezzi di teatro musicale, si rideva molto.
Ne andavo molto orgoglioso: il riso è un’arma incredibile.
Permette di raccontare tanto. Molto più dei lamenti.
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LUCIANO BERIO (1925-2003)
Luciano Berio studia composizione e direzione d’orchestra al Conservatorio di Milano. Nel 1945 scopre la Scuola
di Vienna dalla quale è profondamente segnato. Nel 1950
sposa la cantante Cathy Berberian, per la quale compone
la maggior parte delle sue opere vocali. Nel 1953 conosce a Darmstadt Pierre Boulez, John Cage, Karlheinz
Stockhausen e Bruno Maderna, con cui fonda lo Studio
di Fonologia della RAI, che dirige fino al 1961. Insegna
negli Stati Uniti, a Darmstadt e a Colonia, e dirige il dipartimento elettroacustico dell’Ircam dal 1973 al 1980. Tra le
sue opere, citiamo Outis, “azione musicale in cinque cicli”
presentata alla Scala di Milano nel 1996, Coro, composta nel 1975, e il ciclo delle Sequenze. Berio si interessa
alla letteratura (Joyce, Cummings, Calvino, Lévi-Strauss)
e alla linguistica, da cui trarrà spunti preziosi per il suo
pensiero musicale. Ottiene il Leone d’oro alla Biennale di
Venezia (1995) e il Praemium Imperiale (Giappone).
JÉRÔME COMBIER (1971)
Jérôme Combier studia musicologia e composizione con
Hacène Larbi ed Emmanuel Nunes. Vincitore del Prix
de la vocation (Fondation Bleustein-Blanchet) e del Prix
Pierre Cardin, segue il Cursus di composizione e informatica musicala all’Ircam nel 2001-2002. Borsista a Villa
Medici nel 2005, conosce Raphaël Thierry che crea le
installazioni visive del ciclo Vies silencieuses. Insieme a
Pierre Nouvel realizza l’installazione Noir gris per la mostra
su Beckett al Centre Georges Pompidou. Scrive per gli
ensemble Recherche e Intercontemporain nell’ambito del
Festival d’Automne a Parigi. Partecipa al ciclo Le Louvre
invite Pierre Boulez su invito dello stesso Boulez. La sua
opera Austerlitz è presentata per la prima volta al Festival
d’Aix-en-Provence nel 2011, Terre et cendres all’Opéra di
Lione nel 2012. Combier fonda e dirige l’ensemble Cairn.
La sua musica è pubblicata da Lemoine e incisa dalle
etichette Motus e Aeon.
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GÉRARD GRISEY (1946-1998)
Gérard Grisey si forma al Conservatorio di Trossingen, in
Germania, e al Conservatoire national supérieur de musique di Parigi, dove segue in particolare i corsi di composizione tenuti da Olivier Messiaen. Parallelamente studia
con Henri Dutilleux e partecipa ai seminari di Karlheinz
Stockhausen, György Ligeti e Iannis Xenakis a Darmstadt.
Borsista di Villa Medici a Roma dal 1972 al 1974, partecipa alla creazione dell’ensemble Itinéraire. Ha tenuto
seminari di composizione a Darmstadt, Friburgo, all’Ircam, alla Scuola Civica di Milano e in diverse università
americane, tra cui Berkeley. Ha insegnato composizione
al Conservatoire national supérieur de musique di Parigi.
Le sue opere, commissionategli da numerose istituzioni
internazionali, sono presenti nei programmi dei festival,
delle radio e delle più famose formazioni strumentali, in
Europa e negli Stati Uniti.
CLARA IANNOTTA (1983)
Clara Iannotta studia flauto e composizione al Conservatorio di Santa Cecilia, al Conservatorio di Milano e poi
al Conservatoire national supérieur de musique di Parigi
nella classe di Frédéric Durieux. Partecipa a uno stage
all’Ircam nel 2010-2011. Fortemente segnata dall’incontro con Franck Bedrossian e Yan Maresz, ottiene diversi
premi a concorsi e festival internazionali. Le sono state
commissionate varie opere dal Ministero della Cultura e
della Comunicazione francese, Radio France, Résonance
Contemporaine, Maggio Musicale Fiorentino e dal Festival Pontino. Ha ottenuto borse di studio da Movin’Up
2010, dagli Amis de Royaumont, dalla Fondation BergerLevrault e dal Centre international Nadia et Lili Boulanger.
Nel 2013 è stata invitata a partecipare al programma culturale musicale del DAAD di Berlino, nell’ambito del quale
ha suonato in concerto con il Kammerensemble Neue
Musik Berlin.
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HELMUT LACHENMANN (1935)
Figura illustre della musica tedesca del Novecento e di
oggi, Helmut Lachenmann si è formato con Luigi Nono,
dal quale sarà profondamente influenzato. Intitolata
“Klang Komposition”, la sua musica deriva al contempo
da un’epurazione estetica e da un netto rifiuto di qualsiasi
forma di ordine prestabilito. Fatta di stridori, sfregamenti
e scricchiolii, essa porta a una riflessione sul suono e il
rumore. Lachenmann esplora le possibilità del passaggio dal suono al rumorismo, dal tono alla tonalità, pur restando fortemente legato a un contesto strumentale (al
contrario degli approcci elettronici dei suoi contemporanei). Insegna alla Musikhochschule di Stoccarda e ai conservatori di Hannover e Stoccarda. È invitato a numerosi
seminari di composizione, in particolare a Darmstadt, al
Centre Acanthes e alla Juilliard School. È inoltre membro
delle accademie di belle arti di diverse città in Germania
e in Belgio.
MAURO LANZA (1975)
Mauro Lanza studia pianoforte al Conservatorio di Venezia e composizione con Brian Ferneyhough, Salvatore
Sciarrino e Gérard Grisey. Segue il corso di composizione
e informatica musicale all’Ircam. È borsista alla Fondazione Civitella Ranieri, poi all’Accademia di Francia a
Roma nel 2007-2008. Le sue opere sono il risultato di
collaborazioni con ensemble e interpreti, tra cui Klangforum, MusikFabrik, Divertimento, Quartetto Arditti, Les
Cris de Paris, Donatienne Michel-Dansac. Ha una forte
inclinazione per la pluridisciplinarità: collabora con il coreografo Angelin Preljočaj per l’Opéra di Parigi, o ancora
con l’artista plastico Jean-Michel Othoniel. La sua scrittura mette insieme strumenti tradizionali, elettroacustica
e una serie di giocattoli e di altre macchine sorprendenti.
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MARTIN MATALON (1958)
Martin Matalon studia alla Juilliard School di New York.
Riceve il premio della fondazione John Simon Guggenheim di New York, il premio F. Schmitt dell’Institut de
France Académie des Beaux-Arts e altri riconoscimenti.
Fonda e dirige Music Mobile, ensemble di New York
dedito al repertorio contemporaneo. L’Ircam gli commissiona una partitura per Metropolis di Fritz Lang; successivamente scrive le musiche per Un Chien andalou, L’Age
d’or e Las Hurdes (Terra senza pane) di Luis Buñuel. Il
suo lavoro abbraccia un’ampia gamma di generi: teatro
musicale, musica mista, racconti musicali, musica vocale,
installazioni, hörspiele, opere coreografiche, opera. Dal
2010 è docente di composizione al CRR di AubervilliersLa Courneuve. Come direttore d’orchestra, ha lavorato
con l’Ensemble Modern, MusikFabrik e Les percussions
de Strasbourg. È stato compositore in residenza all’Arsenal di Metz e all’Orchestre National de Lorraine, a La
Muse en Circuit e al Festival les Arcs (2014).
MARCO MOMI (1978)
Marco Momi studia pianoforte e segue i corsi di composizione di Fabio Cifariello Ciardi e Ivan Fedele. Dal 2007
al 2010 lavora e studia all’Ircam. Le sue opere sono eseguite in numerosi festival – Musica Strasbourg, Agora
Paris, ManiFeste Paris, Warsaw Autumn, Music Today
Seoul, IMD Darmstadt, Bang on a Can New York – da
interpreti di spicco quali l’Ensemble Intercontemporain,
Neue Vocalsolisten Stuttgart, Accroche Note, Ensemble
Modern, Algoritmo, David Brutti, Mario Caroli, Marino
Formenti. Vincitore dei premi Gaudeamus Music, Impuls
– Klangforum Wien, Reading Panel Ircam-Eic e Kranichsteiner Music di Darmstadt, Momi è stato compositore in
residenza all’Accademia delle arti di Berlino, alla Fondazione Banna Spinola per l’Arte di Torino e presso il Divertimento Ensemble di Milano nel 2013. Dal 2008 insegna
composizione in diversi conservatori italiani.
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MARC MONNET (1949)
Mai stanco di rimettere in discussione ciò che sembra
ormai acquisito, Marc Monnet compone con una creatività che si rinnova continuamente. Ogni sua opera
propone un materiale e dei dispositivi sonori propri, una
teatralità nuova e un rapporto particolare tanto con gli
interpreti quanto con il pubblico. Austera o esuberante,
tragica o ironica, la musica di Monnet è intrisa di poesia o di umorismo, come indicano i titoli dei suoi lavori:
Épaule cousue, bouche ouverte, cœur fendu (2009-10),
o Sans mouvement, sans monde. Formatosi con Mauricio Kagel, Monnet fonda nel 1986 la compagnia di teatro
Caput Mortuum spinto dall’esigenza di ripensare il teatro
musicale (Inventions, 1986; Pan, 2005). Il suo catalogo
dedica un ampio spazio alla musica solista e da camera:
una serie di Fantasias (1980-1989), sette quartetti d’archi, pezzi per pianoforte. Dal 2003 Monnet è direttore
artistico del Printemps des Arts di Montecarlo.
ALBERTO POSADAS (1967)
Nato in Spagna, Alberto Posadas studia composizione
con Francisco Guerrero. È compositore residente all’Ircam dal 2006 al 2009 e poi nel 2012-2013, dove lavora
su opere multimediali che uniscono musica, danza e video. La sua musica viene suonata in prestigiosi festival,
come Musica a Strasburgo, il Festival d’Automne, Agora
e ManiFeste a Parigi, Ars Musica a Bruxelles, Donaueschinger Musiktage a Donaueschingen, in Germania. Nel
2011 riceve il Premio Nacional de Música dal Ministero
della Cultura spagnolo. Il suo lavoro è influenzato dai modelli matematici, dalla pittura e dall’architettura. Esplora
inoltre i fenomeni acustici degli strumenti musicali a livello
microscopico. Da qualche anno sviluppa la dimensione letteraria della sua musica scrivendo per la voce, ad
esempio Tenebrae nel 2013.
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SEBASTIAN RIVAS
D’origine franco-argentina, Sebastian Rivas si dedica
dapprima al jazz, al rock e all’improvvisazione, per poi
immergersi nella composizione, che studia con Sergio
Ortega e Ivan Fedele. Le sue opere sono eseguite da
numerosi ensemble e solisti d’eccellenza. Premiato dalla
Società internazionale di musica contemporanea nel
2004, è stato Tremplin dell’Ensemble intercontemporain
nel 2008 e Prix Italia 2012 per l’opera radiofonica La Nuit
Hallucinée. È autore dell’opera Aliados presentata per la
prima volta nel 2014 al Théâtre de Gennevilliers nell’ambito del festival ManiFeste dell’Ircam. Borsista all’Accademia di Francia a Roma nel 2013-2015, Rivas esplora
le possibilità di nuove forme sceniche: dopo aver lavorato
con la danza, il teatro e il cinema, inaugura un percorso
meno codificato in cui lo spazio scenografico e sonoro
come il rapporto con il senso e il corpo sono elementi
compositivi a tutti gli effetti.
GIACINTO SCELSI (1905-1988)
Di famiglia aristocratica, Giacinto Scelsi studia composizione a Roma con Giacinto Sallustio. Lavora a Ginevra
con un discepolo di Scriabine e nel 1935 è a Vienna con
Walter Klein, allievo di Schoenberg. Compie numerosi
viaggi in Oriente, in India, in Cina e in Africa, e soggiorna
in Francia e in Svizzera. Il suo stato mentale lo costringe
a diversi anni di ricovero, al termine dei quali rinnova la
propria tecnica che ricentra sulla tessitura del suono.
Non si definisce più compositore, ma messaggero tra
due mondi. Stabilitosi a Roma, si unisce al gruppo Nuova
Consonanza, a cui aderiscono compositori d’avanguardia. Le sue opere visionarie sono poco conosciute
ed eseguite di rado. I cosiddetti “compositori spettrali”
francesi lo celebrano negli anni Settanta, e nel 1982 i
Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt consacrano
finalmente il suo lavoro. Ha anche scritto saggi di estatica
e poesie. La maggior parte delle sue opere sono pubblicate da Salabert.
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informazioni
Per lo spettacolo del 25 marzo 2015
Teatro India
Biglietti: 18 € (intero) – 16 € (ridotto) – 14 € (studenti)
Prevendita su Vivaticket (www.vivaticket.it)
La biglietteria apre un’ora prima dell’inizio dello spettacolo
Teatro India
Lungotevere Vittorio Gassman, 1 – 00146 Roma
www.teatrodiroma.net
Per il concerto del 26 marzo 2015
Accademia Filarmonica Romana
Biglietti: 10 € (intero) – 5 € (ridotto)
Prevendita su Vivaticket (www.vivaticket.it)
Accademia Filarmonica Romana
Via Flaminia, 118 – 00196 Roma
Tel. 06 3201752
www.filarmonicaromana.org
Per i concerti del 27, 28 e 29 marzo 2015
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
27 e 28 marzo: biglietti: 10 € (intero) – 5 € (ridotto) – 3 €
(studenti)
Prevendita su Box Office Lazio (www.boxofficelazio.it) e
presso Villa Medici negli orari di apertura della biglietteria
29 marzo: ingresso libero; biglietti disponibili fino a
esaurimento posti a partire dalle ore 18.00 del giorno del
concerto
Nei giorni dei concerti la biglietteria apre un’ora prima
dell’inizio dello spettacolo
Eventi prima dei concerti: ingresso libero
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
Viale Trinità dei Monti, 1 – 00187 Roma
Tel. 06 67611
www.villamedici.it
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Responsabile delle attività musicali
dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici:
Anouck Avisse
Redazione dei testi del programma:
Jérémie Szpirglas e Anouck Avisse
Prossimo appuntamento musicale:
4-6 giugno 2015, festival Villa Aperta
Grazie al sostegno di:
In collaborazione con:
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
Viale Trinità dei Monti, 1
00187 Roma
www.villamedici.it