Studi ALBERTO SARTORI* Umberto Galimberti: l’uomo nell’età della tecnica L’articolo presenta i tratti essenziali della riflessione di Umberto Galimberti sul tema della tecnica e sulle sue conseguenze per l’antropologia. La tecnica, intesa come il più alto livello di razionalità raggiunto e quindi vertice evolutivo di tutto, è ormai diventata il fine: tutto viene fatto per la sua replicazione e il suo sviluppo, anche l’etica, la religione e la cultura sono al suo servizio. Di fronte a tale condizione, per Galimberti, non resta che prendere atto di ciò, consapevoli, come ci hanno insegnato i greci, del destino di mortalità dell’uomo e di non senso della sua vita. The purpose of the article is to present the essential features of Umberto Galimberti’s thought on technology and its consequences on anthropology. Technology, considered as the highest level of rationality reached has therefore become the peak of evolution transformingitself from a means to an aim; everything is done for its replication and its development, and ethics, religion and culture are also at technology’s service. Facing such conditions, according to Galimberti, nothing is left but the awareness, as the Greeks taught us,of man’s destiny of death and the lack of meaning. G li esiti della fine della modernità e dell’irrompere di un mondo nuovo chiedono di riflettere su una antropologia capace di essere adeguata ai tempi. Questo assume ormai i tratti di una sfida per la filosofia, ma anche per la teologia, in quanto lo scenario che si è aperto sembra oggi mettere in discussione tanti presupposti, per lungo tempo ritenuti imprescindibili. In questo senso il contributo di Umberto Galimberti, già docente ordinario di Filosofia della storia presso l’università Ca’ Foscari di Venezia e filosofo tra i più noti in Italia, si propone come una chiave di lettura tra le più interessanti e provocatorie. L’epoca che viviamo, la si consideri * Docente di Storia della filosofia, Filosofia teoretica, Teologia fondamentale presso ISSR Treviso-Vittorio Veneto - [email protected] Rassegna di Teologia 55 (2014) 587-618 587