Specie protette dalla Direttiva Uccelli GALLO CEDRONE Specie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli NOME SCIENTIFICO: Tetrao urogallus Gallo cedrone, di M. Bonora Gallo cedrone, di M. Bonora Gallo cedrone, di Arch. LIPU Ordine: Galliformes Famiglia: Tetraonidae Lungo quasi un metro e pesante fino a 5 kg, il Gallo cedrone è certamente il più grande Galliforme presente sulle nostre Alpi, probabilmente anche il più famoso, insieme alla candida Pernice bianca. I canti d’amore dei maschi iniziano a primavera, per protrarsi fino alla fine di maggio. Tendenzialmente poligami, i maschi danno il meglio di sé durante la stagione degli amori, anche se è la femmina la più “agguerrita” quando si tratta di difendere le uova dai predatori, mettendo in atto complicate tecniche di fuga – spesso la femmina si finge ferita – per creare un diversivo e allontanare così il predatore dal nido. In Italia, il Gallo cedrone è presente esclusivamente su Alpi e Prealpi, dalla provincia di Como a quella di Udine, con densità inferiori nella porzione occidentale dell’areale. Oltre all’Italia, la sottospecie abita gran parte dell’Europa, fino alla Siberia nord-occidentale. Particolari sottospecie abitano i Carpazi e la Russia meridionale, mentre una sottospecie è presente anche sui Pirenei e nella Spagna nord occidentale. Tendenzialmente sedentario, il Gallo cedrone prepara il sito in cui costruire il nido con diversi mesi di anticipo. Già sul finire dell’inverno, quando la neve occupa ancora gran parte dei terreni, i maschi scelgono con cura i siti in cui nidificare, conquistando il territorio ideale – di solito piccole radure o praterie – in cui andare a eseguire la “danza amorosa” di primavera. Inconfondibile nel piumaggio, il maschio si presenta grigio scuro, con abbondanza di sfumature bruno-rossastre sul dorso, mentre la coda è punteggiata da rade macchie bianche. Difficile non notare l’occhio arcigno, su cui campeggia un sopracciglio rosso fuoco. Il Gallo cedrone trascorre la maggior parte del proprio tempo a terra, alla ricerca di bacche – durante gli inverni più rigidi può ingoiare e digerire anche aghi di Abete e Pino, un fatto sorprendente che gli consente di sopravvivere anche in aree particolarmente inospitali – mentre per l’allevamento dei giovani sono necessari anche alimenti più “sostanziosi” quali insetti e altri piccoli invertebrati. Prospettive Ben monitorata soprattutto nella porzione orientale dell’areale di nidificazione, la specie mostra una distribuzione nettamente inferiore rispetto al passato, e un trend negativo in termini di popolazione che perdura da diversi decenni. La situazione attuale permane critica, con la specie che risulta molto al di sotto dei livelli di qualche decennio fa, sia in termini di consistenza assoluta sia rispetto all’areale distributivo. Incoraggianti segnali di miglioramento a livello locale sono legati a una maggiore attenzione nello svolgimento delle attività di gestione forestale. Va detto però che solo dopo 20-40 anni da un taglio a raso – per esempio – un’area viene in parte ricolonizzata dalle femmine del Gallo cedrone e da qualche sparuto maschio adulto. Occorrono invece non meno di 60-70 anni per una ricostituzione integrale di un habitat idoneo per una specie dalle esigenze ecologiche particolarmente complesse e, allo stato delle cose, non soddisfatte nella maggior parte dei siti. 1/3 In termini di Valore di Riferimento Favorevole (FRV), si possono individuare alcuni valori di densità auspicabile, pur essendo la specie prossima al limite di 2.500 coppie e di cui, in linea di principio, si potrebbe quindi proporre anche un FRV in termini assoluti [LINK METODO]. Trattandosi di popolazioni nella maggior parte dei casi frammentate o isolate, un valore di densità risulta più utile per arrivare a predisporre azioni concrete per la tutela della specie. Considerando una densità media su area vasta pari a 0,93 maschi in primavera e a 3-4 individui a fine estate, si può dedurre una densità media su base annua pari a 2-3 adulti ogni 100 ettari, che nelle aree più favorevoli arriva a 3-4 adulti, fino allo scenario migliore censito che contempla 6,3 individui per 100 ettari. Si possono quindi proporre due distinti valori, 4 individui per 100 ettari su scala di comprensorio, 6 individui per 100 ettari su scala locale. Secondo altre stime, una singola popolazione di Gallo cedrone deve essere composta da almeno 200 individui – 100 maschi e 100 femmine – per sopravvivere nel lungo periodo, mentre l’areale distributivo dovrebbe raggiungere almeno i 10-20mila ettari per dare alla specie buone possibilità di persistenza nell’area alpina. Minacce Tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta la popolazione di Gallo cedrone ha conosciuto una progressiva rarefazione nell’intero areale distributivo. Nelle sole Alpi Carniche tra il 1955 e il 1980 il decremento registrato è stato pari a oltre il 75%. Nonostante una successiva breve fase di stabilità, e la sospensione della caccia nella maggior parte delle province in cui la specie è presente, la fase di declino non appare al momento del tutto esaurita. Tra i fattori che spiegano questo decremento, da sottolineare certamente l’interferenza da parte dell’uomo, la predazione ai nidi, le precipitazioni o le temperature anomale, che interferiscono in modo particolare sulla sopravivenza dei giovani. Altre minacce più generali sono dovute alla frammentazione e alla riduzione dell’habitat, all’impatto delle attività di gestione forestale, al disturbo da parte dell’uomo specialmente durante la primavera. Altri fattori di grave minaccia sono costituiti dal bracconaggio e in alcune aree dal frequente impatto contro i cavi elettrici. Il Gallo cedrone è una specie forestale, legata a boschi ben strutturati con piccole radure e ricco sottobosco. Determinante per l’alimentazione e la difesa dai predatori è la presenza di un sottobosco diversificato, con “rinnovazioni” di faggio, mirtilli, salici, ontano, sorbo degli uccellatori. Generalmente il Gallo cedrone predilige la fascia altimetrica compresa tra i 1.100 e i 1.500 m, mentre è stata osservata una correlazione evidente tra le caratteristiche climatiche dei siti – anche in termini di piovosità annua – e la scelta da parte dei maschi delle opportune radure in cui effettuare, a primavera, l’attività riproduttiva. Non stupisce che oltre alla persecuzione diretta e al degrado dell’habitat siano i mutamenti del clima – con frequenti eventi meteorologici eccezionali e “fuori stagione” – ad aver contribuito in modo determinante alla contrazione delle popolazioni di Gallo cedrone. Da rilevare come l’idoneità dei siti in cui costruire il nido è legata anche a fattori apparentemente secondari quali la presenza di formicai con cui nutrire i giovani e di bacche di mirtillo nero con cui nutrire adulti e pulcini. Per questo anche le attività di gestione forestale intensiva – su tutte il taglio a raso di porzioni di bosco – hanno un impatto localmente molto negativo sulla specie, con la conseguenza inevitabile dell’abbandono da parte dei maschi delle consuete “arene di canto”. Stato di salute Purtroppo, questo magnifico Galliforme risulta in largo declino nell’intera Unione Europea, con una popolazione stimata che non supera attualmente le 300-430mila coppie. Più favorevole la situazione su scala continentale, in cui la popolazione complessiva di Gallo cedrone potrebbe raggiungere anche il milione di coppie complessive. In Italia, la popolazione italiana è quantificabile in 2-2.500 coppie, in recente decremento e pari, in assoluto, a meno dell’1% della popolazione complessiva dell’Unione Europea. Considerata vulnerabile dalla Lista Rossa Nazionale, la specie è anche protetta dalla Direttiva Uccelli, mentre non è ancora stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale per la sua tutela. Prendendo a riferimento gli ultimi vent’anni, la popolazione di Gallo cedrone appare per lo più stabile o fluttuante, anche se non mancano esempi di declino anche marcato a livello locale. A metà degli anni Ottanta, infatti, la popolazione censita raggiungeva i 6.500-9.000 individui, poi cresciuti a 7-10mila a inizio anni Novanta, per tornare a 6-8mila alla fine 2/3 del secolo scorso. Uno stato di salute non certo ottimale, anche considerando che il Gallo cedrone ha via via abbandonato aree estese anche negli habitat più adatti delle Alpi e delle Prealpi, specialmente nella porzione occidentale dell’areale di nidificazione. In termini assoluti, su 21 siti alpini monitorati, la distribuzione della specie risulta in declino, negli ultimi trent’anni, nel 60% dei siti, stabile nel 30%, in ripresa in un solo caso su dieci. Certamente presente all’inizio del Novecento, il Gallo cedrone si è fatto vedere sulle Alpi Occidentali (Val d’Ossola) solo fino agli anni Ottanta, per poi abbandonare del tutto la porzione di Alpi ad est del lago di Como. Semaforo Molto ridotta, in valore assoluto, rispetto al passato, la popolazione italiana di Gallo cedrone è attualmente in una situazione di grande criticità, anche considerando che ambienti in linea di principio idonei ad ospitarla – le Prealpi e in generale la porzione più occidentale dell’areale di nidificazione – sono stati progressivamente abbandonati. Una gestione forestale più in linea con le esigenze ecologiche della specie e l’annullamento del prelievo venatorio sono condizioni essenziali per la salvaguardia delle popolazioni residue. In termini più generali, è auspicabile anche una decisa azione di contrasto ai mutamenti climatici, visto che anche una pluviometria anomala può causare il totale abbandono dei siti riproduttivi da parte dei maschi adulti. Abbondantemente al di sotto, in quasi tutti i siti monitorati, del valore di densità ideale per garantire la sopravvivenza a lungo termine delle popolazioni, il Gallo cedrone nel nostro Paese si trova attualmente in uno stato di conservazione ampiamente insoddisfacente. Fattore Stato di salute Stato di conservazione Range* molto ridotto rispetto al passato cattivo Popolazione molto ridotta rispetto al passato cattivo Habitat della specie verosimilmente stabile inadeguato Complessivo cattivo *Variazione della popolazione negli anni Canto Il momento migliore per udirlo è naturalmente la stagione degli amori. Più misurato e lieve nella femmina, il canto del Gallo cedrone risulta particolarmente forte ed impattante nel maschio, specialmente quando abbinato alla rituale “danza amorosa” durante la quale il Gallo cedrone drizza le piume del petto e del capo. Un susseguirsi incessante di fischi accompagnati da movimenti della coda, delle ali e del corpo, che non lasciano dubbi sulla presenza di un maschio nelle vicinanze… 3/3