Per ingegneria genetica intendiamo studio delle tecniche di modificazione del DNA. Con l’ingegneria dei tessuti si ha l’obiettivo di creare cellule che aiutano organi malati a guarire o creano addirittura un intero organo. Ad esempio se una persona ha un muscolo parzialmente “distrutto”, possiamo creare un tessuto ingegnerizzato. Quindi tramite la collaborazione del biotecnologo e dell’ingegnere possiamo creare un tessuto in cui il biologo dice che cellule bisogna mettere, come tenerle in coltura e come crescere; mentre l’ingengere è capace di capire su quale matrice, quale scruffold innestare queste cellule per poi impiantarle nel tessuto danneggiato. In realtà possiamo pensare anche un altro tipo di lavoro dell’ingegneria tessutale, cioè andare ad impiantare delle cellule sane su uno scruffold che poi vengono messe su un tessuto malato (ad esempio un paziente che ha una distrofia muscolare). Quindi possiamo prendere le cellule del paziente, modificarle geneticamente mettendo le copie corrette dei geni (ad esempio nel caso della distrofia al fine di produrre le proteine sane che a causa della malattia non vengono prodotte bene) e infine le re inietto nel paziente. Il biotecnologo ha bisogno dell’ingegnere per capire su quale tipo di scruffold innestare le cellule. Poiché stiamo parlando della modifica del DNA, facciamo una RIPETIZIONE sul DNA: Il DNA è il materiale ereditario che si trasmette da una generazione ad un’altra ed è fondamentale perché serve ad una cellula per far capire quali proteine produrre e quindi, assicurarsi il corretto funzionamento di quella cellula. Quindi se la cellula funziona correttamente ha tutto un assetto di proteine corretto (come ad esempio la cellula muscolare assicurerà la corretta funzionalità anche del muscolo). Il DNA ha una struttura a doppio filamento, ogni filamento si avvolge l’uno sull’altro, ed è formato da monomeri (che sono le unità fondamentali). Ogni monomero è costituito da: uno zucchero, una base azotata ed un gruppo fosfato. Tali “unità” si uniscono l’uno all’altro mediante il gruppo fosfato. Innazitutto lo zucchero nel DNA è uno zucchero a 5 atomi di carbonio chiamato deossiribosio, che è diverso dall’RNA che ha il ribosio. Quindi nel DNA abbiamo il deossiribosio perché presenta un H anziché un OH (gruppo ossidrilico). Di solito sono 5 atomi di carbonio, quindi si numerano a partire da 1,2,3,4,5 e in corrispondenza del 5° atomo di carbonio c’è un legame con l’azoto che si definisce “fosfodiestereo” che unisce il fosfato al 1° zucchero, dopodicchè questo fosfato è unito al secondo zucchero in posizione 3 e di nuovo il 2° fosfato ha una posizione al carbonio 5 un altro fosfato che sarà unito al 3° in posizione 3 e così via (vedi fig.). Allora c’è una polarità in cui 3’ ha l’OH e il 5’finisce con un fosfato. Ciò permette di creare dei legami covalenti tra i diversi nucleotidi perché c’è questo continuo legame zucchero-fosfato che mantiene uniti i nucleotidi lungo l’elica. Questi legami sono legami covalenti. Però il DNA è costituito da 2 eliche che hanno un orientamento opposto: in corrispondenza dell’OH c’è il fosfato ed in corrispondenza del fosfato c’è l’OH, quindi ho il cosidetto orientamento antiparallelo (5’3’-3’5’). Le due eliche si avvolgono l’una sull’altra perché ci sono dei legami tra le basi azotate corrispondenti. Queste ultime non combaciano tra loro in maniera casuale ma sappiamo che nel DNA: π‘πππππ − πππππππ { πππ‘ππ πππ − ππ’πππππ Questi legami sono legami deboli e quindi possono essere facilmente rotti a differenza degli altri che sono legami covalenti e quindi difficili da rompere perché c’ bisogno di un’energia maggiore. Il DNA nelle cellule eucariotiche (nostre cellule, che hanno un nucleo e organelli e sono molto più complesse rispetto a quelle dei batteri che sono cellule procariotiche) è compattato perché si avvolge su se stesso. La doppia elica infatti si avvolge intorno a delle proteine dette “istoniche” 1.3 volte per guadagnare spazio e formando la struttura nucleosoma (DNA+proteine istoniche). I diversi nucleosomi si dispongono l’uno accanto all’altro per creare una fibra che ha un diametro di 30 nanometri. Questa si avvolge a sua volta su un’altra proteina (scaffold) e quest’ultima si avvolgerà ancora su se stessa a formare il cromosoma. Tutto questo avviene perché una cellula è molto piccola (ordine del micron), invece il DNA può arrivare a 2 metri, quindi tale sistema di riorganizzazione del DNA è di fondamentale importanza. Noi abbiamo 23 coppie di cromosomi mentre il cromosoma batterico è un’unica molecola di DNA circolare chiusa (ovviamente ci sono sempre le due eliche. Anche esso è compattato).Però per i batteri abbiamo anche i plasmidi che sono altre molecole di DNA presenti nei batteri molto più piccole. Se vogliamo duplicare una cellula, occorre duplicare tutto di essa (i mitocondri, tutti gli organelli, oltre il DNA). Come avviene la replicazione del DNA? Ci sono 2 eliche che possono separarsi (perché non ci sono legami forti ma deboli) e vi è un’enzima che si chiama la “DNA-polimerasi”, che seguendo la complementarietà delle basi azotate (A-T, C-G), riesce a sintetizzare un nuovo filamento che è proprio uguale al primo. Da un filamento riusciamo ad ottenerne 2 e le cellule riescono così a separarsi e duplicarsi perché hanno due copie uguali del DNA. Ogni volta che parlaremo di enzimi sono delle proteine che hanno un’attività enzimatica ossia riescono a fare una reazione enzimatica, cioè riescono a trasformare un substrato in un prodotto (ad esempio quest’enzima riesce a prendere i singolo monomeri (zucchero, fosfato con la base azotata) a metterli in corrispondenza con la basse corrispondente e a unirli con un altro successivo per formare la catena completa unita tra di loro con tutti legami covalenti). Quando parliamo di enzimi sentiremo spesso polimerasi, fosfatasi, chinasi, ecc. Sono enzimi che fanno qualcosa. Una chinasi ad esempio è un enzima che mette un fosfato, una ligasi è un enzima che unisce, la polimerasi unisce nucleotidi e forma un nuovo filamento, però non sa farlo da sola ma ha bisogno di essere guidata sul punto dove deve aggiungere i nucleotidi e lo fa perché ci sono delle piccole sequenze che vengono messe sul DNA, che vengono chiamate “primer”, quindi la DNA polimerasi in corrispondenza dei primer si attacca al filamento separato e inizia a sintetizzare il secondo filamento. Una volta avvenuta la duplicazione c’è bisogno di produrre le proteine necessarie per il suo corretto funzionamento (ad esempio supponiamo che sia una cellula muscolare, essa è caratterizzata da alcune proteine quali miosina e actina che sono proteine che si mettono una intercalata all’altra e quando c’è il segnale di contrarre il muscolo scivolano uno verso l’altra e accorciano il muscolo e si tira l’osso e si alza il braccio. Per cui la cellula muscolare ha bisogna di produrre queste proteine e quest’informazione viene appunto dal DNA), quindi ci sono delle regioni chiamate geni (sequenze di circa 3-4000 basi) e bisogna passare l’informazione dal nucleo al citoplasma, e come si fa? C’è un processo chiamato trascrizione, cioè l’informazione del gene viene copiata in una molecola di mRNA che è molto simile al DNA eccetto per: -Ha un singolo filamento; - Si appaia sempre in base alla complementarietà ma al posto della timina c’è l’uracile. -Ribosio anziché deossiribosio Tale molecola di mRNA viene trasportata nel citoplasma e da informazioni per sintetizzare la proteina di interesse. Perché? Si appaia a piccole molecole di DNA chiamate tnRa, che sono caratterizzate da 2 zone: una zona dove ci sono tre basi che possono essere riconosciute per complementarietà sulla sequenza dell’mnRA e un’altra zona che lega l’amminoacido, che è l’unita fondamentale della proteina. Quindi se ad esempio la tripletta A-G-G viene riconosciuta per complementarietà T-C-C e questo tnRA trasporta un amminoacido la lanina significa che in questa posizione deve stare la lanina, dopo la meteonina, la lanina di nuovo dopo ad esempio, e in questo modo si crea una catena fatta da amminoacidi che è la proteina e in questo modo si sintetizza correttamente la proteina del muscolo. Siccome noi dobbiamo parlare di ingegneria genetica, vuol dire che andiamo a modificare il DNA e con l’ingegneria genetica alteriamo volontariamente il materiale genetico di un organismo. Lo si fa tramite delle tecniche che prendono il nome di “DNA ricombinante”. Per definizione è la produzione di una molecola attraverso l’unione di due o più frammenti di DNA che non sono normalmente associati e possono derivare da diverse sorgenti biologiche. Si può prelevare l’informazione voluta da un qualsiasi organismo, isolarla ed associarla ad un plasmide, creando un’unica molecola chiamata “DNA ricombinante”e produrre grazie ad essa la proteina di interesse. La tecnologia del DNA ricombinante ha reso possibile clonare geni. Possiamo prendere il gene che produce l’informazione del colore rosso degli occhi della mosca, ad esempio, (quindi dal suo genoma isolare solo quella porzione di quel gene) e associarla ad un plasmide (quei piccoli elementi di DNA che si trovano nei batteri insieme ai cromosomi); quindi unire i geni della mosca ai plasmidi, creare un’unica molecola chiamata DNA ricombinante e produrre grazie ad essa la proteina di interesse. Che significa clonare i geni? Vuol dire isolare un tratto di DNA e amplificare questo tratto tante volte (fino ad ottenere una popolazione di DNA identica alla molecola di partenza). Per isolare il gene ci sono diverse tecniche. Esistono degli enzimi, detti di restrizione che tagliano il DNA di interesse e quindi in corrispondenza di specifiche sequenze definite “palindromi” (nomi che letti da destra a sinistra o da sinistra a destra sono uguali, ad es. Anna). Quando riconosce tali sequenza l’enzima rompe i legami fosfodiesterici e taglia, esso però non taglia in maniera netta ma solamente in maniera spezzettata quindi avrò un filamento più lungo rispetto ad un altro e se quindi taglio un secondo DNA che ha un origine differente (come per esempio il plasmide) con lo stesso enzima di restrizione produrrà allora le stesse sequenze sfalsate che si possono appaiare a quelle tagliate in precedenza seguendo la redola della complementarietà e si forma così una nuova molecola ricombinante (molecola circolare chiusa). Esiste un ulteriore enzima che unisce successivamente le rotture sullo scheletro del DNA che è la LIGASI (crea legami covalenti tra gli zuccheri ed il fosfato).