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Scheletro assile:
cranio
colonna vertebrale
gabbia toracica (coste e sterno)
Scheletro appendicolare:
arti superiori
arti inferiori
Cintura scapolare:
clavicola
scapola
Cintura pelvica:
coxali
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CINTURA SCAPOLARE
Elemento di raccordo tra lo scheletro assile e quello appendicolare
superiore
La clavicola è un osso lungo a forma di S.
Si articola con la scapola (a livello
dell’acromion) e con lo sterno.
Scapola e clavicola concorrono ai movimenti articolari della spalla: di
abduzione, cioè di allontanamento del braccio dall’asse del corpo, e di
elevazione dello stesso al di sopra del capo
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SCAPOLA: è un osso piatto triangolare, formato soprattutto da tessuto osseo
Compatto. Si articola con l’omero a livello della cavità glenoidea e con la clavicola a
livello della faccia acromiale.
Legamento conoide: si collega al
processo coracoide della scapola
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L’estremità sternale
della clavicola è una delle
ultime a saldarsi, tra 20 e
25 anni, ed è utile per la
determinazione dell’età
alla morte
E’ l’osso più grosso dell’arto
superiore.
La diafisi ha sezione più o
meno cilindrica , l’epifisi
prossimale ha forma sferica
e si articola con la cavità
glenoidea della scapola.
L’epifisi distale è irregolare e
si articola con il radio e
l’ulna.
Sulla superficie laterale della diafisi (a
metà circa) si trova la tuberosità
deltoidea, area d’inserzione del deltoide
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Il condilo si articola con la
testa del radio, mentre la
troclea si articola con l’ulna.
La fossa olecranica alloggia
l’olecrano dell’ulna e ne
permette l’articolazione
durante l’estensione
dll’avambraccio. Talvolta
può essere perforata
(apertura del setto).
E’ l’osso più corto del braccio.
La diafisi è in parte appiattita
con una lieve concavità
mediale ed anteriore.
L’epifisi superiore del radio è
costituita dalla testa o capitello
che si articola con il condilo
omerale.
Sotto la testa si trova il collo
seguito dalla tuberosità del
radio che rappresenta il punto
di inserzione del bicipite.
è costituito da due ossa lunghe
disposte parallelamente: uno laterale,
il radio ed uno mediale, l’ulna.
Radio e ulna sono collegati dalla
membrana interossea.
L’epifisi distale ha forma
triangolare ed è
caratterizzata da un
processo stiloideo e dalla
faccia articolare carpale
per l’articolazione con le
ossa della mano (scafoide
e semilunare).
L’incisura ulnare è la
superficie articolare con la
testa (epifisi distale)
dell’ulna.
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L’estremità superiore è
formata da due processi:
Olecrano : è il più grande e si
articola con la corrispondente
fossa olecranica dell’omero.
Processo coronoideo : si
articola con la fossa
coronoidea localizzata
sull’epifisi distale dell’omero.
L’incisura radiale è la
superficie articolare per la
testa del radio
L’incisura trocleare o
semilunare è la superficie
articolare anteriore
dell’olecrano che si articola
con la troclea dell’omero
l’estremità inferiore dell’ulna è
caratterizzata da un’estremità
rigonfia ed allargata detta testa
che si articola con l’incisura
ulnare del radio e d un processo
conico‐cilindrico detto processo
stiloideo.
Omero, radio ed
ulna in un bambino
di 1 anno ed in uno
di 6 anni
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GOMITO
Articolazione tra omero radio
e ulna
Le ossa che compongono la mano sono
divise in: carpo, metacarpo e falangi.
Le ossa del carpo sono 8, disposte in
due linee parallele e corrispondono
all’articolazione del polso.
Sono: scafoide, semilunare,
piramidale, pisiforme, trapezio,
trapezoide, grand’osso (o capitato) e
uncinato
Metacarpo: 5 ossa (I‐V)
Falangi ‐ Sono tre per dito:
I ‐Prossimali
II ‐ Intermedie e
III –Distali
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Il pollice ne ha solo 2
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Metacarpo:
5 ossa (I‐V)
Falangi
Sono tre per dito:
Prossimali
Intermedie
Distali
Scheletro assile:
cranio
colonna vertebrale
gabbia toracica (coste e sterno)
Scheletro appendicolare:
arti superiori
arti inferiori
Cintura scapolare:
clavicola
scapola
Cintura pelvica:
coxali
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La cintura pelvica è la struttura di
connessione tra scheletro assile ed
arti inferiori.
Le due ossa coxali connettono l’’osso
sacro ai femori
Il bacino o pelvi è formato dalle due
ossa dell’anca e dal sacro e il coccige.
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L’osso dell’anca è
composto da tre
porzioni (che
corrispondono a quelli
che si saldano durante
l’accrescimento) che
sono ileo, ischio e
pube.
L’ileo è costituito da un’ampia porzione di
osso piatto denominata ala e da un corpo il
quale contribuisce alla costituzione
dell’acetabolo, cavità articolare per il femore.
L’ischio è formato da un ramo e da un corpo. Il
ramo ischiatico delimita, insieme ad
un’analoga struttura del pube, il foro otturato.
Il pube, infine, è anch’esso composto da un
corpo e due rami, superiore ed inferiore
delimitanti il foro otturato.
La confluenza dei due rami va a costituire una
superficie chiamata sinfisi pubica attraverso la
quale le due ossa coxali si articolano tra loro e
la cui valutazione morfologica è importante
per la stima dell’età alla morte.
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La fusione delle 3 ossa dell’anca
(ileo, ischio e pube) si completa
entro i 13‐15 anni
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La valutazione della
morfologia del bacino è
importante per la
diagnosi di sesso degli
individui adulti
La valutazione dello stato di
saldatura delle ossa
dell’anca consente una stima
dell’età alla morte nei
soggetti subadulti
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Muscoli estensori
della coscia
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Il femore è l’osso più lungo, grande e
pesante dello scheletro. Supporta il peso
del corpo quando è in piedi e durante il
movimento
L’epifisi prossimale è formata da
una testa che si articola con il
bacino tramite l’acetabolo.
La testa del femore è più sferica
di quella dell’omero ed ha la
fovea.
La fovea è il punto d’inserzione
del legamento rotondo che
unisce la testa all’acetabolo
grande trocantere: area di
inserzione muscolare del piccolo
e grande gluteo (abduzione
coscia e stabilizzatore anca)
Importanti per la locomozione.
piccolo trocantere: inserzione
iliopsoas e psoas flessori della
coscia
ABDUZIONE: allontanamento dal corpo
ADDUZIONE: avvicinamento al corpo
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L’epifisi distale è formata dai due
condili (mediale e laterale) intervallati
da una fossa detta intercondiloidea.
I condili si articolano con la patella e la
tibia, attraverso l’articolazione più
complessa del corpo, quella del
ginocchio
Lungo la diafisi, in norma
posteriore, è visibile un rilievo
ispessito e talvolta ossificato
noto come linea aspra, si tratta
di un’area di inserzione
muscolare per i muscoli
adduttori.
La diafisi del femore, in sezione
trasversale, è la più robusta,
larga e spessa di ogni altro osso
del corpo ed è anche più
rotondeggiante, con una sola
protuberanza, rappresentata
dalla linea aspra
La rotula (o patella) è un osso pari che
si trova inserito nello spessore del tendine del
quadricipite femorale, il più grosso muscolo
della coscia ed il primario estensore del
ginocchio.
La patella protegge l’articolazione del
ginocchio
E’ di forma triangolare con apice verso il
basso.
La patella protegge l’articolazione del
ginocchio
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Lo scheletro della parte
inferiore della gamba è
costituito da due ossa
lunghe disposte
parallelamente. La tibia, in
posizione mediale e la
fibula o perone, in
posizione laterale.
Posteriormente presenta due superfici
articolari con i condili del femore (la
superficie mediale è la più piccola).
L’epifisi prossimale presenta una
larga area articolare (piatto tibiale)
suddivisa in due condili, mediale e
laterale, ciascuno dei quali alloggia
un condilo femorale,
tra i condili femorali e tibiali, si
trovano, in vita, due cuscinetti
cartilaginei che funzionano da
ammortizzatori ed evitano gli
attriti: i menischi.
L’epifisi prossimale presenta anteriormente una
marcata tuberosità tibiale sede del legamento patellare
del muscolo quadricipite femorale (maggiore estensore
della gamba al ginocchio) e sul lato posteriore una
rugosità più o meno accentuata detta linea del soleo o
poplitea sede di inserzione del muscolo soleo.
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L’epifisi distale ha un processo
posto medialmente detto
Malleolo, questo e la superficie
articolare distale si articolano con
l’astragalo.
Distalmente è visibile
un incisura peroneale per
l’articolazione con la fibula.
Il perone (o fibula) è un osso lungo e sottile, la
diafisi è irregolare con margini acuti.
L’epifisi prossimale ha una testa che si articola
con la tibia, mentre quella distale ha
un malleolo laterale che si articola con tibia ed
astragalo, formando il bordo laterale
dell’articolazione della caviglia.
Le ossa che compongono il
piede sono circa 27, divise
in tarso, metatarso e
falangi.
Le ossa del tarso
sono 7, disposte in due
linee parallele e
corrispondono
all’articolazione della
caviglia. Tra queste le più
importanti sono calcagno e
l’astragalo
Metatarso (I‐V)
Falangi (I‐V):
Prossimali
Intermedie
Distali (I‐IV)
Esistono nel piede ossa in
sovrannumero dette
sesamoidi
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Le ossa tarsali sono 7, di cui le più voluminose
sono il calcagno e l’astragalo che si articola
con la tibia e la fibula a livello della caviglia.
Le ossa del tarso si articolano con le cinque
ossa lunghe metatarsali, caratterizzate da una
testa ed una base, che vanno dall’arco
plantare alle dita del piede.
Come nella mano, vi sono tre falangi per
ciascun dito: una prossimale, una intermedia
ed una distale. L’alluce possiede solo due
falangi.
Le altre, che concorrono a formare l’arco plantare, sono chiamate:
scafoide, cuboide, primo cuneiforme, secondo cuneiforme e terzo
cuneiforme.
LINEA ASPRA MEDIALE: vi si inseriscono diversi
muscoli (Lungo, Breve e Grande Adduttore,
Vasto, ecc.), il cui grado di espressione influenza
la prominenza della linea aspra. Adduzione,
flessione e rotazione della coscia.
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Calcolo della statura
Uno degli indicatori più utilizzati per definire le
dimensioni corporee delle popolazioni umane attuali e del
passato è la statura.
La statura può essere influenzata da vari fattori –
ambientali, genetici, sociali, geografici – e a livello di
popolazione può fornire indicazioni su condizioni di
adattamento all’ambiente.
Secondo la Regola di Cope, l’incremento della mole
corporea, esprimibile nel caso degli ominidi anche come
incremento della statura, è indizio di successo evolutivo.
Secondo la Regola di Bergmann, si osserva un
incremento della mole corporea al crescere della
latitudine, in quanto la diminuzione del rapporto tra
superficie corporea e volume è vantaggiosa in condizioni
di clima freddo.
Calcolo della statura
Stime della statura da resti scheletrici si possono
ottenere se si ha a disposizione lo scheletro completo e
ben conservato, sommando le altezze di tutti i distretti
scheletrici e aggiungendo coefficienti che sostituiscono le
parti molli e le curvature della colonna vertebrale.
Ma visto che i resti scheletrici sono solitamente
frammentari, vengono usate delle equazioni di
regressione che permettono di ottenere la statura a
partire dalle misure di lunghezza delle ossa degli arti.
• Trotter e Gleser (1952, 1958, 1977)
• Olivieret al. (1978)
• Manuvrier (1893)
• Sjøvold (1990)
La statura inoltre può essere considerato come un
indicatore di stress, in quanto una bassa statura
nell’adulto può essere legata a situazioni di malnutrizione
infantile e giovanile cronica.
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