Opuscolo divulgativo con itinerari di visita

Villa DORIA PAMPHILI
IL PATRIMONIO BOTANICO
Itinerari di visita storico-botanici
Assessore alle Politiche Ambientali e del Verde Urbano di Roma Capitale
MARCO VISCONTI
Direttore Dipartimento Tutela Ambiente e del Verde - Protezione Civile
TOMMASO PROFETA
Direttore U.O. Verde Pubblico e Decoro Urbano (Servizio Giardini)
FABIO TANCREDI
Responsabile Visite guidate
SALVATORE RULLO
Testi
SALVATORE RULLO, VINCENZO LIPOLI
Collaboratori
TONINO CANNAVACCIUOLO, PIETRO FEROLA
Fotografie e coordinamento editoriale
LUCIANO ROSSETTI
Testo storico-artistico
CARLA BENOCCI - Ufficio Ville e Parchi Storici della Sovrintendenza Comunale
Si ringrazia per la collaborazione
Ufficio Censimento del Verde - Responsabile Romeo Bartoccini
Ufficio Operativo Villa Pamphilj - Responsabile Claudio Turella
Referente Isidoro Comito - Ex Referente Dino Casadio
© 2012
Roma Capitale
Progettazione grafica e stampa
A&C - Advertising & Communication
via Nomentana, 126 - 00161 Roma
Tel. +390688817147 - fax +390688817148
[email protected] - www.chartaroma.it
Villa Doria Pamphilj
CENNI STORICI
Con i suoi 184 ettari è il più grande Parco
della città di Roma.
All’interno del Parco sono presenti importanti siti archeologici di età romana e
medioevale, come l’Acquedotto TraianoPaolo, situato al confine settentrionale
lungo la Via Aurelia Antica, mentre
presso il Casino del Bel Respiro e il Casale di Giovio, si trovano considerevoli
strutture funerarie, sempre di età romana.
Tenuta di campagna della famiglia Doria
Pamphilj, nobili romani. Risale al 1630 il
primo documento che attesta la proprietà
dei Pamphilj nella zona, un atto di compravendita in cui un tal Giacomo Rotolo
cedette una vigna di quaranta “pezze” al
principe Pamphiljo Pamphilj.
Bisogna attendere sino al 1644 – anno in
cui il cardinale Giovanni Battista Pamphilji
diventa papa con il nome di Innocenzo X
– perché l’area inizi a configurarsi come
residenza nobiliare di campagna.
I lavori furono seguiti direttamente dal
cardinale Camillo Pamphilj, nipote del
papa e figlio di Donna Olimpia Pamphilji
Maidalchini, influenzando almeno in
parte l’opera di Alessandro Algardi, architetto incaricato dei lavori.
Venne edificato il Casino del Bel Respiro
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Villa DORIA
CENNI STORICI
PAMPHILJ
con gli annessi giardini, concepito come
Museo per ospitare la sterminata collezione di statue antiche e moderne della
famiglia Pamphilj.
Inoltre, per esigenze abitative, fu ristrutturata la Villa Vecchia già esistente nel
1630 e realizzate alcune delle principali
fontane del Parco.
Nel Settecento la Villa venne ancora ampliata con alcune importanti annessioni
di terreni limitrofi da parte della famiglia
Pamphilj, continuando ad edificare fontane e portali per sottolineare l’importanza del proprio lignaggio.
Nell’Ottocento, per la difesa della Repubblica Romana, divenne teatro di furiosi combattimenti tra Garibaldini ed
esercito francese. A seguito dei bombardamenti francesi, venne rasa al
suolo la vicina Villa Corsini conosciuta
come Villa dei Quattro Venti per via
della sua posizione elevata.
Le rovine della Villa Corsini e i terreni circostanti furono comprati alla fine della
guerra dai Doria Pamphilj i quali, al posto
della preesistente Villa eressero l’Arco dei
Quattro Venti, diventando così l’ingresso
monumentale del Parco.
L’acquisizione di Villa Corsini nel 1856 ad
opera del principe Filippo Andrea Doria
Pamphilj fu l’ultimo grande ampliamento
della Villa.
Tra le opere realizzate in questo momento
storico, vanno ricordate la ristrutturazione
della Palazzina Corsini, le Serre antistanti
la Villa Vecchia, il Monumento ai Caduti
Francesi, e la nuova configurazione del
Giardino del Teatro, non più secondo il
gusto del giardino all’italiana, ma – per volere di Lady Mary Talbot moglie del principe Filippo Andrea – con le caratteristiche
di un giardino paesistico all’inglese.
Ultima importante costruzione fu la Cappella Funeraria, edificata tra il 1896 e il
1902 da Odoardo Collamarini nel Giardino
del Teatro, rimasta di proprietà della famiglia Pamphilj.
Dal 1939, il Comune di Roma, ha iniziato
ad espropriare il territorio della Villa.
A seguito delle Olimpiadi del 1960 il Parco
ha subito la divisione in due settori con la
creazione della Via Leone XIII (anche nota
come Via Olimpica). Nel 1965 è stata
aperta alla cittadinanza la parte occidentale
del Parco e il 22 maggio del 1971 anche
quella orientale.
Solo il Casino del Bel Respiro con gli annessi edifici e il Giardino Segreto, acquisito nel 1967 dal Demanio dello Stato,
oggi sede di Rappresentanza della Presidenza del Consiglio, rimane fuori dalla proprietà e gestione del Comune di Roma.
Villa DORIA PAMPHILJ
CENNI STORICI
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terzo
PERCORSO
da via Aurelia Antica 327
sino a Casale di Giovio e ritorno
Villa DORIA PAMPHILJ
secondo
PERCORSO
da Via Aurelia Antica 183,
sino al Lago e ritorno
primo
PERCORSO
da Porta San Pancrazio
sino al Giardino delTeatro
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Villa DORIA
PERCORSI
Villa DORIA PAMPHILJ
PAMPHILJ
PERCORSI
© A&C - Advertising & Communication
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ITINERARI PER VISITE GUIDATE
TRA STORIA E PATRIMONIO BOTANICO
E VEGETAZIONALE
Per le visite guidate rivolte sia alle scuole di ogni livello che ai cittadini, sono
stati predisposti tre diversi percorsi.
La suddivisione è fondamentale per la vastità della Villa e dei siti da visitare.
Ogni percorso della durata di circa 4 ore, inizia e finisce da un ingresso della Villa.
primo PERCORSO
Ingresso da Largo 3 Giugno 1849 (Porta San Pancrazio) sino al Giardino del Teatro.
Lungo il percorso si possono vedere:
Chalet Svizzero, Arco dei Quattro Venti, Villino Corsini, Legnara, Valle dei Daini, passeggiata lungo l’Acquedotto Traiano-Paolo, Giardino del Teatro, Casino del Bel Respiro
(Villa Algardi) con veduta sul Giardino Segreto.
INFORMAZIONI UTILI
prenotazioni: Ufficio Informazioni e Visita presso l’ingresso di largo 3 Giugno 1849 (Porta San Pancrazio)
tel: +39 065817727
orario: da lunedì a venerdì ORE 9.00-13.00; giovedì e venerdi anche 14.30-16.30
secondo PERCORSO
Ingresso da Via Aurelia Antica 183,
Villa Vecchia sino al Lago del Giglio.
Lungo il percorso si possono vedere:
Villa Vecchia con Giardino, Casale e Giardino dei Cedrati, Serre ottocentesche
con Giardino delle Palme, Monumento ai
Caduti Francesi, Fontane della Lumaca,
del Giglio, della Palomba e del Tevere,
Canale del Lago con cascate, Lago, Pineta storica, Lecceta storica, Casino del
Bel Respiro (Villa Algardi) con veduta sul
Giardino Segreto.
Canale del Lago
terzo PERCORSO
Ingresso da Via Aurelia Antica 327 (parte occidentale di Villa Pamphilj).
Lungo il percorso si possono vedere:
Collezione Botanica, Laghetto, Casale di Giovio, Fosso di fondovalle.
Casino del Bel Respiro e Giardino Segreto
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Villa DORIA
GLI ITINERARI
PAMPHILJ
Laghetto
Villa DORIA PAMPHILJ
GLI ITINERARI
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primo PERCORSO
da Porta San Pancrazio sino
al Giardino del Teatro
CHALET SVIZZERO
Edificio storico del ’700 all’ingresso di Villa
Pamphilj in Via San Pancrazio 10, trasformato a fine ’800 in abitazione del custode
del parco.
ARCO DEI QUATTRO VENTI
Ingresso monumentale della Villa. Edificato su progetto di Andrea Busiri Vici,
sulle rovine del Casino dei Quattro Venti
distrutto durante i combattimenti della
Repubblica Romana del 1849 dai bombardamenti dell’esercito francese. Le
quattro statue sulla sommità raffigurano
i quattro venti corrispondenti ai rispettivi
punti cardinali.
Di notevole interesse botanico riveste la
presenza di due esemplari di Cedrus Atlantica posti ai lati del viale di accesso.
VILLINO CORSINI E SCUDERIE
La palazzina è un edificio settecentesco
della Villa Corsini, ultima acquisizione nel
1856 ad opera del principe Filippo Andrea
Doria Pamphilj. Ristrutturata ed ampliata
con le annesse scuderie ad opera dell’architetto Busiri Vici nel 1874-76, oggi è sede
della Casa dei Teatri.
LEGNARA
Edificio settecentesco facente parte originariamente della Villa Corsini, ultimamente
ristrutturato.
VALLE DEI DAINI
Giardino del Teatro
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Villa DORIA PAMPHILJ
PRIMO PERCORSO
Area di 60.000 mq, annessa con il resto
della Villa Corsini nel 1856, sistemata in origine come giardino di stile toscano con le
pendici rivolte a sud coltivate a vigneto. La
valle inizia dall’Acquedotto Traiano-Paolo,
degradando lungo un canale d’acqua verso
Via Vitellia.
La valle verso la metà dell’Ottocento venne
arricchita da essenze arboree di varie specie (querce, pini, olmi, pioppi, salici) le
stesse essenze che servirono a scrivere su
un fianco della vallata in onore di Lady Mary
Talbot, sposa del principe Filippo Andrea
Casino del Bel Respiro
Doria Pamphilj il nome “MARY”.
Successivamente fu trasformata in una riserva di caccia ad uso privato, con daini ed
altri animali selvatici.
ACQUEDOTTO TRAIANO-PAOLO
Costruito dall’imperatore Traiano e ristrutturato da papa Paolo V, venne utilizzato per
convogliare le acque nella zona di Trastevere provenienti da una sorgente nei
pressi del lago di Bracciano. Grazie alla presenza di questo acquedotto fu possibile
realizzare le numerose fontane che arricchiscono il Parco. Delimita il confine settentrionale della Villa.
L’arco storico che congiunge l’acquedotto,
passando sopra la Via Aurelia Antica è
anche detto Arco Tiradiavoli in quanto la
leggenda riferita a Donna Olimpia Pamphilj
Maidalchini moglie e vedova di Pamphiljo
Pamphilj, la vuole amante del cognato cardinale Giovanbattista per cui, anche a
causa del suo carattere la sua avidità e la
sua taccagneria fece sorgere nel popolo la
convinzione che fosse stata punita con
l’eterna dannazione. Infatti si racconta che
nelle notti di tempesta «si vedeva una nera
carrozza guidata dal diavolo in persona e
trascinata da cavalli impazziti, al suo interno
Donna Olimpia che gridava, invocando
pietà e implorando che la folle corsa
avesse termine. Ma le sue invocazioni restavano vane, lasciando dietro di se una
lunga fiammata».
GIARDINO DEL TEATRO
Realizzato tra il 1644 e il 1652 sotto il pontificato di Innocenzo X, ha un’estensione
di ettari 3,3 e prende il nome da una
grande esedra semicircolare in muratura
destinata ad ospitare rappresentazioni teatrali e musicali all’aperto; al centro della
stessa fu realizzata da Francesco Nicoletti
nel 1758 la Stanza dell’Organo modificando un ambiente preesistente arricchito
con notevoli partiture architettoniche e di
stucchi su temi araldici e strumenti musicali. La stanza ospitava una scultura raffigurante Pan ed un organo ad acqua andato
distrutto nel 1849. Al centro dell’area antistante sono presenti una corona di Taxus
baccata (tassi).
L’area venne radicalmente ristrutturata a
metà dell’Ottocento dall’architetto Andrea
Busiri Vici dopo i danneggiamenti dovuti
agli scontri tra garibaldini e francesi, ed asVilla DORIA PAMPHILJ
PRIMO PERCORSO
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secondo PERCORSO
sunse le caratteristiche di un giardino paesistico di tipo inglese, arricchito da una notevole varietà di piante rare ed esotiche
(vedi pp. 16-31) e da vialetti sinuosi. Nel
giardino sono presenti alcune fontane di
notevole interesse artistico:
• Fontana di Venere, realizzata nel 1646
dall’architetto Alessandro Algardi, situata
lungo il lato meridionale del Giardino Segreto è adorna di decorazioni con ghiaie
dorate, conchiglie madreperle e stucchi,
arricchita da medaglioni “a mezzo fresco” raffiguranti scene mitologiche legate al tema virgiliano dell’Amore
vincitore.
• Ninfeo dei Tritoni (o del Fauno), realizzato a metà del XVII secolo dagli architetti Alessandro Algardi e Giovan
Francesco Grimaldi. Venne ristrutturato
nell’Ottocento da Andrea Busiri Vici eliminando il laghetto antistante e creando
i due bacini a terra con la collocazione
della statua del Fauno sul basamento
centrale.
• Fontana del Putto, realizzata nella seconda metà dell’Ottocento dall’architetto Andrea Busiri Vici riutilizzando
materiali di epoche e provenienze diverse è situata al centro del Giardino del
Teatro. Il putto, posto a coronamento del
basamento centrale, da cui la fontana ha
preso il nome, è stato trafugato poco
dopo l’apertura della Villa al pubblico.
Nel Giardino del Teatro si trova anche la
Cappella funeraria Doria Pamphilj, costruita
10
Villa DORIA PAMPHILJ
PRIMO PERCORSO
tra il 1896 ed il 1902 su progetto di Edoardo Collamarini in stile neomedioevale
con notevoli decorazioni a mosaico. Tuttora
è di proprietà della famiglia Doria Pamphilj.
CASINO DEL BEL RESPIRO
(Villa Algardi)
Realizzato tra il 1645 ed il 1652 sotto la direzione di Alessandro Algardi, su commissione del nipote di Innocenzo X Camillo
Pamphilj, destinato ad ospitare la ricca collezione di sculture antiche e moderne, di
quadri, e avere quindi una funzione di rappresentanza.
All’interno del Palazzo in una delle stanze
fu sistemato per volere di papa Innocenzo X un suo busto, che nel giorno del
suo compleanno veniva illuminato dal sole
che entrava dalle finestre.
Oggi, il Palazzo e l’annesso Giardino Segreto, sono di pertinenza della Presidenza
del Consiglio.
• Il Giardino Segreto, così chiamato essendo nascosto alla visuale poiché
posto su un terrazzamento al lato meridionale del Casino del Bel Respiro, è
stato progettato secondo i caratteri tipici
del “giardino all’italiana”, mantiene tuttora degli splendidi parterres di bosso
modellati a formare il giglio araldico
pamphiljano con una fontana in bronzo
al centro e due ampie vasche d’acqua
ai lati: in una di queste è presente un
esemplare notevole di Taxodium disticum (Cipresso calvo).
da Via Aurelia Antica 183
sino al Lago e ritorno
VILLA VECCHIA CON GIARDINO
Edificio del ’600 addossato all’Acquedotto
Traiano-Paolo, ha avuto fin dall’inizio funzione residenziale. È arricchito da un cortile
interno e da un giardino. Successivamente
nel 1748 l’architetto Francesco Nicoletti ha
realizzato internamente uno scalone
d’onore con raffinati stucchi, quadri, stoffe
alle pareti e pitture sui soffitti. Nel 1868
l’architetto Andrea Busiri Vici ha fatto demolire due ali del manufatto per allargare
la strada antistante ed ha trasformato il
giardino secondo lo stile paesistico. Oggi
ospita il Museo della Villa con numerose
sculture, rilievi e varie opere d’arte.
SERRE OTTOCENTESCHE CON
GIARDINO DELLE PALME
Realizzate nel 1846 in stile neogotico da
Giovanni Gui per la coltivazione di frutti
esotici e in particolare degli ananas. Il
complesso era formato in origine da una
serra calda e una temperata, realizzate in
ghisa e vetro. Successivamente ampliate
e migliorate nel 1867-68 da Andrea Busiri
Vici. Nel 1882 è stata costruita un’altra
serra calda ed è stato impiantato, nel terreno antistante, uno splendido giardino di
palme.
MONUMENTO AI CADUTI FRANCESI
Fontana del Giglio
Per commemorare i caduti dell’esercito
francese a causa dei combattimenti del
1849 per la Repubblica Romana, voluto
dal principe Filippo Andrea Doria Pamphilj
fu realizzato un tempietto marmoreo da
Andrea Busiri Vici, raffigurante una Madonnina.
Villa DORIA PAMPHILJ
SECONDO PERCORSO
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CASINO DEL BEL RESPIRO CON
GIARDINO SEGRETO E GIARDINO
DEL TEATRO (vedi p.10 )
FONTANA DEL GIGLIO, CANALE DEL
LAGO E LAGO DEL GIGLIO
La fontana fu progettata dagli architetti
Alessandro Algardi e Giovanni Francesco
Grimaldi nella metà del Seicento.
Nel 1785 Francesco Bettini, oltre a ristrutturarla, la sposta all’inizio del Canale del
Lago per valorizzare la prospettiva del Canale, sostituendo il giglio secentesco che
la sormonta, simbolo araldico dei Pamphilj, con un altro di dimensioni più grandi.
Le acque fuoriuscendo percorrono un canale rettilineo, anticamente alimentato
dall’Acquedotto Traiano-Paolo, ricco di cascatelle e zampilli e confluente in un lago
di forma ellittica con un isolotto al centro.
Il Lago di origine naturale, nel corso dei
lavori sugli impianti idrici del 1852 eseguiti dall’architetto Busiri Vici, è stato
modificato e ampliato.
Il Lago è popolato in alcuni periodi dell’anno da uccelli migratori che svernano
nel nostro paese. Lo specchio d’acqua è
ricco di pesci e anfibi.
FONTANA DELLA LUMACA
(o della REGINA)
Realizzata a metà del ’600 poco distante
da Villa Vecchia, opportunamente disposta come fondale di un viale, per
espresso volere di papa Innocenzo X che
«la voleva ammirare anche dalla finestra
della sua camera da letto» è nota per la
scultura con delfini e conchiglia posta alla
sommità del balaustro centrale, opera di
Gian Lorenzo Bernini.
Nel secolo XIX l’originale è stato sostituito da una copia.
FONTANA DELLA PALOMBA
Progettata a metà del Seicento da Alessandro Algardi e Giovan Francesco Grimaldi vicino al Giardino dei Cedrati, nel
corso dell’Ottocento la fontana ha subito notevoli rimaneggiamenti.
Pineta storica
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Villa DORIA PAMPHILJ
SECONDO PERCORSO
Cascate del Canale del Lago
CASALE E GIARDINO DEI CEDRATI
PATRIMONIO VEGETAZIONALE
In prossimità di Villa Vecchia e situato
sulle strutture dell’Acquedotto TraianoPaolo, nella metà del ’600 era utilizzato
come stalla. Successivamente, nel
’700, divenne residenza di servizio
quando Gabriele Valvassori eseguì la ristrutturazione dello stesso trasformando il giardino in uno spazio
destinato alla coltivazione degli agrumi
(cedri, bergamotti, chinotti, limoni,
aranci e varietà amare come i melangoli), al tempo utilizzati sia per scopi ornamentali che per le loro proprietà
terapeutiche e cosmetiche. Inoltre, realizzò anche un portale marmoreo con
vialetti e fontane, le mura perimetrali
decorate da inferriate in ferro battuto,
utilizzato per magnifici “rinfreschi”.
Nel giardino posto dietro le Serre ottocentesche, sono presenti oltre a piante
da frutto (nocciole, noci, pere, melograni)
anche palme (Jubea e Washingtonia).
Di fronte al Monumento ai Caduti francesi, si trova una magnifica Lecceta storica con un notevole numero di esemplari
di Quercus ilex risalenti alle piantumazioni
della famiglia Pamphilj.
Di seguito, troviamo una Pineta storica
(Pinus pinea) che arriva sino alle sponde
del Canale del Lago, ne fanno parte circa
500 esemplari, negli ultimi anni sono diventate dimora di una folta colonia di pappagalli tropicali.
Sull’isolotto del Lago del belvedere troviamo un esemplare di Taxodium disticum, mentre sulle sue sponde si nota la
presenza di un Pioppo nero di dimensioni
monumentali.
Nella parte terminale del Viale del Casino
Algardi troviamo un magnifico viale di
Aeusculus hippocastanum (Ippocastano)
Il Giardino dei Cedrati così chiamato per
la presenza storica al suo interno di una
collezione di agrumi (cedri, bergamotti,
chinotti, limoni, aranci e melangoli), attualmente non esiste più.
FONTANA DEL TEVERE
La fontana si trova sul piazzale antistante Villa Vecchia realizzata da Alessandro Algardi e Francesco Grimaldi a
metà del ’600. Inserita successivamente – dai lavori di ristrutturazione del
Giardino dei Cedrati eseguiti da Gabriele Valvassori – nel perimetro retrostante dello stesso.
Villa DORIA PAMPHILJ
SECONDO PERCORSO
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terzo PERCORSO
da via Aurelia Antica 327
sino al Casale di Giovio e ritorno
Parte occidentale di Villa Pamphilj aperta
al pubblico nel 1965, aveva un uso prevalentemente agricolo non molto ricca di testimonianze storiche.
Tutta l’area fu realizzata in economia dal
Servizio Giardini (che allora aveva un organico di circa 100 giardinieri dentro la
sola Villa Pamphilj) dal 1951 sino all’apertura al pubblico.
Prima fu bonificata l’area che presentava ambienti acquitrinosi, poi furono
realizzati sia il laghetto e relativa sistemazione del fosso preesistente, che
una collezione botanica all’interno dell’area, che da allora viene storicamente
chiamata “VALLE”.
LAGHETTO
Creato dal personale del Servizio Giardini
del Comune di Roma nel 1965, utilizzando
le acque dell’Acquedotto Traiano-Paolo
che, fuoriuscendo creano un piccolo ruscello che raggiunge Via della Nocetta, ha
un’estensione di circa mq 300, con un piccolo isolotto abbellito da un ponte pedonale in legno.
COLLEZIONE BOTANICA
La collezione botanica storica come già
detto fu realizzata dal 1951 al 1966.
La forte riduzione del personale avvenuta in particolare nell’ultimo decennio
e la mancata ristrutturazione dell’impianto di irrigazione ha reso impossibile
il mantenimento della parte erbacea
della collezione.
È in corso il reintegro della parte arboreo-arbustivo che nel tempo era venuta
meno (per le specie particolari e rare
vedi pp. 20-23).
Collezione botanica
CASALE DI GIOVIO
Si trova in un area archeologica destinata
probabilmente a villa suburbana di età romana, con un tempietto ancora parzialmente esistente al piano terreno
dell’edificio.
Su queste strutture è stato edificata e
trasformata una Torre medioevale, inglobata nell’edificio secentesco.
Appartenuto alla Famiglia Giovio nel 1847
l’edificio con i terreni circostanti sono
stati acquistati dal Principe Filippo Andrea
Doria Pamphilj annettendoli alla sua Villa
ed utilizzandoli per attività agricole.
Laghetto e ponte pedonale
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Villa DORIA PAMPHILJ
TERZO PERCORSO
Casale di Giovio
Parco
Villa DORIA PAMPHILJ
TERZO PERCORSO
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Botanica del Parco
di Villa Doria Pamphilj
Queste sono solo alcune delle piante rilevate nel Parco della Villa. L’area verde è
ricca di specie vegetali arboree, arbustive ed erbacee. La selezione effettuata è
basata o in termini di presenza numerica o di particolarità e rarità. Viene presentato
anche un elenco di singoli alberi monumentali o comunque notevoli.
inomirtaP li
SPECIE PIÙ ooDIFFUSE
cinatoB
ocirotS
oinomirtaP li
ocinatoB
ocirotS
Le specie più adiffuse
sono tali perché
presenti con almeno 500 alberi.
moR id enumoC led
amoR id enumoC led
Cupressus sempervirens (Cipresso)
Famiglia: Cupressaceae (Conifera)
Origine geografica: regioni mediterranee
(Grecia, Creta, Cipro), successiva diffusione
in Europa
Da noi è stato introdotto in epoca antichissima, probabilmente dai Fenici.
Pianta sempreverde a portamento tipicamente colonnare con chioma a forma conica, con foglie squamiformi di colore verde
scuro, ricche di un olio con proprietà balsamiche. I coni sono piccoli e rotondeggianti
detti galbuli. Molto diffusa nei nostri ambienti a scopo ornamentale e anche per formare barriere frangivento.
Associato sin dall’antichità al culto dei
morti, probabilmente sia per la sua longevità (vive centinaia di anni), sia per la robustezza del suo legno, profumato e
inattaccabile dai parassiti. Per gli stessi motivi è stato adottato dalla simbologia cristiana ed è ornamento nei cimiteri, perché
rappresentava la speranza della continuità
della vita dopo la morte.
16
Villa DORIA PAMPHILJ
IL PATRIMONIO BOTANICO
Laurus nobilis (Alloro, Lauro)
Famiglia: Lauraceae
Origine geografica: regioni mediterranee
Pianta sempreverde con numerosi fusti arborescenti, può assumere portamento sia a
ceppaia che cespuglioso.
Pianta ornamentale, molto usata anche per
siepi, con foglie profumate di colore verde
scuro, (costituiscono uno degli aromi base
della cucina mediterranea), dioica (i fiori
sono maschili e femminili e non si trovano
sulla stessa pianta). I fiori sono piccoli, profumati e giallastri e in autunno danno piccoli
frutti, simili ad olive. Simbolo dai tempi dell’antica Roma di poesia e scienza. Pianta solare, era il simbolo della vittoria e del trionfo
dei generali e degli imperatori dell’antica
Roma che la indossavano a forma di corona
di foglie. Albero sacro al dio Apollo.
Pinus pinea (Pino domestico)
Famiglia: Pinaceae (Conifera)
Origine geografica: zone costiere regioni mediterranee e Asia Minore diffuso in quasi tutta
l’Europa centro-meridionale
Introdotto probabilmente dagli Etruschi fu
diffuso sulle coste italiane dai Romani.
Fusto eretto con chioma espansa ad ombrello, con foglie persistenti aghiformi
(sempreverde), il cono è detto pigna. È
una pianta ornamentale, utilizzata anche
per rimboschimenti (pinete) e per il suo
seme (pinoli). I pinoli sono largamente
utilizzati in cucina ed hanno un alto contenuto proteico (30%).
Villa DORIA PAMPHILJ
IL PATRIMONIO BOTANICO
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Quercus ilex (Leccio)
Quercus robur, Pubescens, Cerris, Frainetto (Farnia, Roverella, Cerro, Farnetto)
Famiglia: Fagaceae
Origine geografica: Europa meridionale e Nord Africa
Pianta mediterranea sempreverde. Portamento arboreo a chioma globosa, raggiunge altezze fino a 20 metri.
Foglie a margine intero, con lamina coriacea (sclerofille) tipica dell’adattamento al clima
mediterraneo. I frutti sono le caratteristiche ghiande, cibo prelibato dagli animali selvatici.
I fiori sono piccoli, giallastri e penduli (amenti). Sono unisessuali (maschili e femminili) e si
trovano sulla stessa pianta (monoica). Specie rustica a lenta crescita e longeva (può vivere
fino a 800 anni), tipica della macchia mediterranea dell’Italia viene utilizzata a scopo ornamentale.
Si ritiene che costituisse i boschi sacri dei Romani e delle altre popolazioni italiche.
Famiglia: Fagaceae
Origine geografica: differenziata (Europa, Balcani, Asia Minore)
Le querce spoglianti hanno gli stessi frutti di quelle sempreverdi (le ghiande) ma le foglie
sono completamente diverse, con diverse lobature a seconda delle specie.
Il termine quercia è comunemente utilizzato dalle persone per indicare le querce spoglianti. Il legno di quercia è stato usato storicamente in maniera massiccia come materiale
di costruzione per le navi, per le botti, ecc.
Miti e tradizioni dell’antichità associano la quercia all’idea di robustezza invincibile.
Probabilmente dovuta alla maestosità del portamento, alla straordinaria longevità e alla
eccezionale durezza del legno, Greci e Romani consideravano la quercia pianta sacra: simbolo di Zeus-Giove, pare che in origine il colle romano del Campidoglio fosse ricoperto di
querce. Anche i boschi sacri dei Galli in Francia erano querceti, dove i loro sacerdoti (i
Druidi) si riunivano.
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IL PATRIMONIO
BOTANICO
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il Patrimonio
il Patrimonio
Botanico
Botanico
Storico
Storico
Patrimonio
il ilPatrimonio
Botanico
Botanico
Storico
Storico
Villa DORIA PAMPHILJ
Comune
Roma
deldelComune
didiRoma
IL PATRIMONIO
BOTANICO
del Comune
di Roma
del Comune
di Roma
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Ulmus minor (Olmo campestre)
Beaucarnea longifolia (Nolina)
Famiglia: Ulmaceae
Origine geografica: Europea (diffusione in Italia
nei boschi misti di latifoglie)
Specie spogliante a portamento arboreo,
raggiunge i 20 metri di altezza, longeva (può
vivere fino a 500 anni). Foglie a margine seghettato, fiori piccoli e giallastri, i frutti bianchi sono detti “Samare” con un solo seme
al centro e con un’espansione alare per essere trasportati dal vento. Usato in parchi,
giardini e per la formazione di alberate stradali. Da qualche decennio è stato colpito da
una devastante malattia, la grafiosi dell’olmo, causata da un fungo microscopico,
provocando la morte di oltre 5 milioni di esemplari. L’olmo campestre è una pianta amata
fin dai tempi antichi: i Greci pensavano che le ninfe piantassero olmi in onore degli eroi
caduti, mentre i Romani lo dedicarono a Mercurio dio dei mercanti e dei viaggiatori. Nel
passato foglie e corteccia venivano utilizzati per scopi medicinali.
Famiglia: Agavacee
Origine geografica: Messico e America Centrale
Pianta sempreverde. Il fusto presenta un rigonfiamento alla base che serve per immagazzinare
acqua. Più è grande il rigonfiamento alla base più la
pianta costa. Le foglie sono sottili e ricurvate verso
il basso. Le piante sono dioiche, cioè “maschili“ e
“femminili”. Le Beaucarnea sono note come
“piante mangiafumo”, poiché assorbono i gas ed i
fumi nocivi senza subirne le conseguenze. In Messico sono piante protette.
Cycas revoluta (Cicas)
Araucaria bidwillii
Famiglia: Cycadaceae
Origine geografica: Asia orientale, in particolare delle regioni meridionali del Giappone
Genere di gimnosperme primitive sempreverdi, che conservano caratteristiche
delle felci, simile nell’aspetto alle palme,
raggiunge i 3 metri di altezza. Piante
molto antiche, sono considerate (come
specie) dei “fossili viventi”. Sono piante
dioiche. Le infiorescenze maschili e femminili sono presenti sulle foglie interne. Diffusa a scopo ornamentale, a crescita e
sviluppo estremamente lento viene coltivata in vaso o a terra in microclimi caldi perché mal sopporta le basse temperature.
Famiglia: Araucariaceae (Conifera)
Origine geografica: Australia orientale
Jubaea chilensis (Iubea)
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SPECIE PARTICOLARI
E RARE
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Sono evidenziate
nei 2 luoghi botanici principali
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GIARDINO DEL TEATRO
Araucaria excelsa
Famiglia: Araucariaceae (Conifera)
Origine geografica: isola di Norfolk (Oceania)
Piante sempreverdi dall’aspetto decisamente particolare, di notevole effetto
estetico e decorativo, sono coltivate
principalmente a scopo ornamentale.
Piante dioiche, foglie a squame, rigide e
triangolari.
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IL PATRIMONIO
BOTANICO
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Famiglia: Palmae
Origine geografica: vallate costiere Cilene
Genere di palme dalle foglie pennate. Albero con
fusto cilindrico a lenta crescita, può arrivare ai 15
metri di altezza.
Adatta ai climi mediterranei con temperature che
non scendono al di sotto dei 10°C. Nei climi di origine trasudano, dal tronco tagliato di fresco, un liquido zuccherino, poi usato per usi domestici o
fermentato, come bevanda alcolica.
il Patrimonio
il Patrimonio
Botanico
Botanico
Storico
Storico
Patrimonio
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Botanico
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Storico
Storico
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IL PATRIMONIO
BOTANICO
del Comune
di Roma
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Livistona chinensis (Livistona)
Famiglia: Palmae
Origine geografica: Cina meridionale
Genere di palme a foglia palmata. Pianta
a lenta crescita, con fusto cilindrico può
raggiungere i 15-20 metri di altezza.
Frutti piccoli di colore giallo, portamento
elegante. Vive all’aperto nelle regioni
temperate meridionali italiane.
Persea gratissima (Avocado)
Famiglia: Lauraceae
Origine geografica: Messico meridionale
Albero sempreverde, può raggiungere i
15 metri di altezza. Coltivato nei giardini
a scopo ornamentale, teme il gelo. Conosciuto soprattutto per i frutti dal sapore dolciastro e ricco di grassi, trova
nelle regioni tropicali e subtropicali il suo
habitat naturale nelle foreste che si affacciano sui corsi d’acqua e i litorali marini.
Pianta cara agli Aztechi, golosi dei suoi
frutti.
Sequoia sempervirens (Sequoia)
Famiglia: Taxodiaceae (Conifera)
Origine geografica: California, Oregon
L’albero più alto al mondo è una sequoia e si trova nel
Redwood National Park in California, supera 112 metri
di altezza (il doppio della torre di Pisa) e 10 metri di diametro. Conifera sempreverde molto longeva e a rapido accrescimento, alcuni esemplari hanno raggiunto
i 2500 anni di vita. A dispetto del nome è la sequoia
comune che raggiunge le dimensioni maggiori. Il fusto
è di colore rossastro. Il parco citato è stato costituito
per evitare l’estinzione alla fine dell’Ottocento, visto il
grande uso per il legname. In Europa e in Italia raggiungono i 40 metri di altezza.
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IL PATRIMONIO
BOTANICO
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Sequoiadendron giganteum
(Sequoia gigante, Wellingtonia)
Famiglia: Taxodiaceae (Conifera)
Origine geografica: monti California (Sierra
Nevada)
Introdotta in Europa, nel 1852, dal Duca
di Wellington, questa conifera dalle dimensioni imponenti ha raggiunto in
Sierra Nevada, in California, 80-100 metri
di altezza. Le esigenze di tutela hanno
fatto creare nella Sierra Nevada il Sequoia
National Park e lo Yosemite National Park.
Il fusto è brunastro con sfumature rossastre.
Le sequoie devono il loro nome in onore
ad un meticcio indiano cherokee di nome
Sequoyah che aveva inventato per il suo
popolo un alfabeto di 85 caratteri.
Washingtonia robusta e Washingtonia filifera (Palma americana)
Famiglia: Palmae
Origine geografica: California-Arizona
Palme con chioma alta e stretta, con foglie a forma di ventaglio (palmate) di colore grigio verde, può raggiungere i 20
metri di altezza. Contrariamente a quanto
può sembrare dal nome la Washingtonia
filifera rispetto alla robusta ha un fusto
più corto e tozzo.
Deve il suo nome agli sfilacciamenti bianchi delle foglie. Il nome è un omaggio a
George Washington, primo Presidente
degli Stati Uniti d’America
il Patrimonio
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IL PATRIMONIO
BOTANICO
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COLLEZIONE BOTANICA AREA “VALLE”
Aesculus hippocastanum in varietà
(Ippocastano)
Famiglia: Hippocastanaceae
Origine geografica: Penisola Balcanica
Pianta spogliante, può arrivare a 25 metri di altezza. Le foglie sono composte e a
forma palmata. Infiorescenze bianche in vistose pannocchie erette. I frutti sono le
note “false castagne”. Pianta introdotta in Italia alla fine del XVI secolo. Il nome italiano significa “castagno dei cavalli” e deriva dall’usanza, diffusa un tempo in Turchia,
di curare con i frutti (le castagne d’India) macinati i cavalli con difficoltà respiratorie.
Gli ippocastani vengono spesso piantati come ornamentali lungo i viali e nei parchi.
Purtroppo è un albero sensibile all’inquinamento atmosferico delle città, che ne provoca spesso il precoce ingiallimento delle foglie. Viene usato sia come mangime per
animali (i frutti) che a scopo officinale (anche nei fiori di Bach).
Acer palmatum in varietà
(Acero palmato)
Famiglia: Aceraceae
Origine geografica: Giappone-Corea-Cina
Piante spoglianti, che a differenza degli altri aceri,
hanno un portamento contenuto, ad alberello irregolare o arbustivo. Sono numerosissime le varietà di cultivar di acero palmato. Le foglie sono dai cinque ai
sette lobi molto marcati e i colori variano dal verde al
purpureo, al giallo, al rosso fino al bianco. I frutti sono le classiche samare, con i semi
con espansione alare. Questo albero,proprio per le sue caratteristiche, è tra i preferiti
fra i giapponesi come essenza per “bonsai“ , dove vengono incrociati e selezionati
da più di 300 anni ed è molto presente sia nei giardini giapponesi che nei templi.
Cocculuslaurifolius (Lauro trinervio)
Famiglia: Menispermaceae
Origine geografica: regione himalayana, Giappone
Pianta sempreverde arborescente. Il nome deriva dal greco
kokkos= bacca, dal frutto globoso, una drupa carnosa nera a
maturità. Le foglie sono verde scuro, lucide, dalla caratteristica
nervatura trinervia. I fiori sono piccoli, giallognoli, unisessuali,
primaverili. I rami verdi recisi vengono usati per confezionare
addobbi freschi. In Asia è utilizzata a scopo officinale.
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IL PATRIMONIO
BOTANICO
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Brugmansia (Datura) arborea
Famiglia: Solanaceae
Origine geografica: Ecuador-Cile
Pianta spogliante a portamento arborescente. Enormi fiori bianco-panna penduli a
tromba, molto profumati, detti volgarmente “tromboni d’angelo”. Un tempo le Brugmansie (6 specie tutte originarie del Sud America) venivano classificate come Dature.Viene chiamata “tromba dei
morti” perché tossica. La maggior
parte della pianta contiene atropina
e scopolamine. Nel corso della storia sono state usate dagli Aztechi
come allucinogeni, in altri casi
come narcotici e antispasmodici
nella cura dell’asma.
In alcune aree, tutt’oggi, popolazioni indios ricavano dai semi e dalle
foglie una potente droga allucinogena, di cui ne fanno anche uso.
Cinnamonum camphora (Canfora)
Famiglia: Lauraceae
Origine geografica: Cina-foreste umide montane
Albero della canfora sempreverde che può raggiungere i 30 metri di altezza. Da questo albero (le foglie) si estrae l’olio di canfora molto usato in erboristeria e per allontanare insetti. Questo olio si trova in tutte le parti della pianta ed è tossico per l’uomo
se ingerito in grandi quantità. Le foglie verdi-lucide se stropicciate
emettono un gradevole profumo.
Appena spuntate sono soffuse di
un bel rosso vivace.
I fiori piccoli biancastri in autunno
producono bacche violacee. Già
Marco Polo riferisce nel Milione di
aver visto alberi di canfora nelle foreste della Cina.
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IL PATRIMONIO
BOTANICO
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Ginkgo biloba (Gingko)
Homalocladium platycladium
Famiglia: Ginkgoaceae
Origine geografica: Cina orientale
Fossili di questo albero spogliante, una gimnosperma primitiva, sono stati trovati in giacimenti
di carbone fossile formatisi 200 milioni di anni
fa. Unico superstite della sua famiglia (considerato quindi dai botanici un fossile vivente) è
stato coltivato attraverso i secoli nei giardini dei
templi nell’ antica Cina. Può raggiungere i 40
metri di altezza, le foglie sono molto caratteristiche a forma di ventaglio verde-oro. La pianta
è dioica e i frutti sono semi con una polpa carnosa maleodorante. Introdotto in Europa nel
XVIII secolo questo albero ornamentale è
adatto per le alberature stradali e per i parchi, perché resistente al vento, all’inquinamento e pressoché immune agli attacchi parassitari. Ha proprietà officinali e i semi
torrefatti vengono mangiati in Oriente. Il Ginkgo biloba è il simbolo della città di Tokyo,
capitale del Giappone ed un esemplare ancora esistente è sopravvissuto alle radiazioni prodotte dalla bomba atomica caduta sulla città di Hiroshima.
Famiglia: Polygonaceae
Origine geografica: Isole di Salomone.
Arbusto sempreverde eretto con steli nastriformi e
piccoli frutti rossi
Gymnocladus dioica (Albero dei cervi)
Famiglia: Fabaceae
Origine geografica: settore centrorientale del
Nord America
Albero spogliante può raggiungere i 30
metri di altezza. Specie dioica, foglie
composte, fiori profumati in racemi,
frutti a forma di baccelli nero-bluastri
sino a 25 cm. Ornamentale, nota anche
come caffè del Kentucky, le popolazioni
indigene e i primi coloni americani usavano i semi tostati per produrne una bevanda simile al caffè. È nota come
albero dei cervi perché i baccelli sono
mangiati dalla fauna selvatica tra cui i
cervi, dopo essere caduti in terra a primavera.
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IL PATRIMONIO
BOTANICO
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Magnolia obovata (Magnolia giapponese)
Famiglia: Magnoliaceae
Origine geografica: Cina, Giappone
Albero spogliante, può raggiungere i 20 metri. Foglie verde brillante, fiori grandi (bianchi o giallastri)
con apparato riproduttivo maschile giallo e rosso,
primaverili. Contemporanei o successivi alle foglie.
Frutti scarlatti lunghi 15-20 cm.
In Asia il legno viene usato per scopo industriale.
Pterocarya caucasica o fraxinifolia (Noce del Caucaso)
Famiglia: Juglandaceae
Origine geografica: Caucaso-zone fresche Asia boreale
Albero spogliante, maestoso può raggiungere i 30 metri. Foglie composte, simili a
quelle del frassino. Specie monoica con fiori femminili in amenti verdastri. Caratteristica di questo ornamentale è il frutto alato simile ad una noce. Per questo motivo
è stato battezzato pterocarya che deriva dall’unione di due vocaboli greci pteron, che
significa ala e karion, noce.
il Patrimonio
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BOTANICO
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Salix matsudana “varietà Tortuosa“ (Salice tortuoso o di Pechino)
Famiglia: Salicaceae
Origine geografica: Cina
Albero spogliante che deve il suo nome al botanico giapponese Sadahisa Matsudo.
Predilige luoghi umidi e ricchi d’acqua. Di dimensioni medie (alt. max 12 metri), si
moltiplica molto facilmente ed ha uno sviluppo molto caratteristico dovuto ai suoi
rami contorti. Ha un portamento morbido e frondoso, a cui si aggiunge la bellezza
dei rami contorti che, se tagliati nelle parti più sottili, possono essere utilizzati a scopo
decorativo in casa in vasi “a secco”.
ALTRE SPECIE
Diospyros virginiana (Caco americano):
sito nei pressi della Fontana Lumaca
Famiglia: Ebenaceae
Origine geografica: Nord-America
Pianta introdotta in Italia come porta-innesto del Kaki, in quanto frugale e ben
adattata ai diversi terreni. Specie spogliante, dioica, slanciata raggiunge, a differenza del Kaki 15-18 metri.
A differenza del Diospyros Kaki conosciuto per i frutti dolci e succosi, la specie virginiana non produce frutti
commestibili ma è coltivata unicamente
a scopo ornamentale.
Fraxinus ornus (Orniello):
Taxodium distichum (Cipresso calvo delle paludi)
Famiglia: Taxodiaceae-Conifera
Origine geografica: Stati Uniti sudorientali (Florida, ecc.)
Tipico delle paludi d’acqua salmastra o dolce negli
habitat originari, è così detto perché è spogliante
(caso raro nelle Conifere). Il cipresso calvo nelle
paludi usa un particolare dispositivo facendo affiorare delle radici a forma di bastoni (pneumatofori)
per aiutare la respirazione delle radici quando il terreno è saturo d’acqua non ossigenata. Albero
maestoso può raggiungere i 30 m, chioma autunnale arancio-bruna molto bella, deve la sua introduzione in Europa a un giardiniere inglese al
servizio di Carlo I nel 1640.
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IL PATRIMONIO
BOTANICO
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sito nella Valle dei Daini
Famiglia: Oleaceae
Origine geografica: Europa meridionale-Asia occidentale
Specie spogliante, detto anche frassino
da manna, si credeva che la “manna biblica“ potesse essere la linfa viscosa e
zuccherina dell’orniello. Infatti l’albero
produce nelle regioni più calde una
gomma giallastra e dolce che essuda
dalle foglie e dalla scorza. Viene coltivato
in meridione e in Sicilia per la sua produzione. La manna è utilizzata nell’industria
dolciaria.
il Patrimonio
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ALBERI NOTEVOLI
E MONUMENTALI
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Cinnamonumcamphora (Canfora):
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enumoC led definito della
amoR idmonumentalità,
enumoC led
Non entrandoamnel
che esula da questa pubblicazione divulgativa, si elencano i singoli alberi della Villa che hanno per età e dimensioni le caratteristiche più notevoli.
Si riportano le note identificative solo per le specie non ancora menzionate.
nell’area della Collezione Botanica
Araucaria bidwilli e excelsa:
due nella Cappella dei Pamphilj, uno (bidwilli) nella Serra ottocentesca
Butia capitata (Palma azzurra):
vicino alla Serra ottocentesca e al Giardino
delle Palme
Famiglia: Palmae
Origine geografica: America del Sud
Palma che raggiunge 5-6 metri di altezza.
Bella corona di foglie arricciate e arcuate
verso il basso in modo tipico. Il fusto (stipite) conserva a lungo la base delle foglie.
Infiorescenza esce da un brattea molto coriacea di circa 1 metro. I frutti sono globosi,
arancioni a maturità, commestibili, con un
sapore tra l’ananas e l’albicocca. Vengono
usati per marmellate e gelatine. Resistente
a freddo e gelate, purché di breve durata. Il
colore azzurrato appare nelle migliori condizioni di sviluppo.
Il legname dei cedri era già molto pregiato
nell’antichità: rossastro, profumato e durevole. Oltre che per le navi dei Fenici e degli
Egiziani, secondo la tradizione Salomone
avrebbe fatto costruire, con legname di
cedro, le sue navi, i templi e il suo palazzo:
secondo lo storico Vitruvio la statua di
Diana ad Efeso era di legno di cedro, come
molte statue di eroi e idoli.
La grande nave funeraria trovata accanto
alla piramide di Cheope fu fabbricata con
legno di cedro. Costruita circa 5000 anni fa,
lunga 40,5 metri è la più grande e antica
nave che sia giunta sino a noi.
Jubaea chilensis:
nel Giardino del Teatro
produrre la trementina. La resina è anche
utilizzata nella produzione dei famosi vini resinati greci.
Il legno del Pino d’Aleppo, pesante, resistente e durevole, viene impiegato nelle costruzioni navali.
Pinus halepensis (Pino d’Aleppo): nel-
Pinus pinea:
l’area della Collezione Botanica
Famiglia: Pinaceae (Conifera)
Origine geografica: regioni orientali del Mediterraneo
Albero sempreverde ha un portamento diverso da quello del Pino domestico.
Infatti è spesso tortuoso, inclinato, derivante dalla sua origine di specie pioniera colonizzatrice delle dune costiere. Come
specie pioniera è rustica e resistente alla
salsedine. Ha pigne piccole, rossastre inizialmente, molto diffuse sui rami.
Molto usata per rimboschimenti costieri,
anche in aree percorse da incendi. Molto
ricca in resina che viene estratta anche per
nei pressi della Fontana della Lumaca
Platanus hibrida (Platano):
nei pressi di Villa Vecchia
Famiglia: Platanaceae
Origine geografica: Europa
Albero spogliante è il risultato dell’ibridazione tra il Platanus occidentalis e il Platanus orientalis. Portamento maestoso,
raggiunge i 30 metri d’altezza. Pianta monoica con infruttescenze sferoidali che liberano semi alati.
Molto usate per viali e alberature stradali sin
dall’Ottocento, specie resistente all’inquinamento.
Cedrus libani (Cedro del Libano):
due esemplari nei pressi dell’Arco dei Quattro Venti e uno nei pressi del Lago grande
Famiglia: Pinaceae (Conifera)
Origine geografica: monti Libia-Siria
Il Cedro del Libano si distingue per la tipica
struttura espansa, con le branche principali
a candelabro e la cima piatta. Gli aghi, sempre riuniti in fascetti, di solito sono disposti
nella parte superiore del rametto.
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Populus nigra (Pioppo nero):
sito nei pressi del Lago grande
Famiglia: Salicaceae
Origine geografica: Europa centromeridionale e Asia occidentale
Albero spogliante a portamento
arboreo espanso, raggiunge i 30
metri di altezza.
È una pianta dioica. Le foglie
sono di forma triangolare, le infiorescenze sono amenti. Quelle
femminili rilasciano abbondanti
quantità di semi piumosi alati
bianchi (detti talora pappi). Cresce lungo i corsi d’acqua (vegetazione ripariale) e nei suoli
freschi e umidi. Pianta vigorosa
e di rapido accrescimento, coltivato sia per l’estrazione della cellulosa che per l’utilizzo del
legname. È usato a scopo paesaggistico-ornamentale in parchi
e giardini.
Pterocarya caucasica:
due esemplari nell’ area della
Collezione Botanica
Quercus ilex (Leccio):
un esemplare nei pressi di Villa
Vecchia
Quercus cerris:
nell’area della Collezione Botanica
Washingtonia filifera e robusta:
nel Giardino del Teatro
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