II domenica Avvento 2013 - PDF

la Parola della Domenica
Dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Romani
Accoglietevi gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio.
.
l'intenzione di preghiera settimanale
Preghiamo per tutte le persone che sono escluse a causa del nostro egoismo.
.
le testimonianze
.
Integrarsi nella società...
Hai voglia di raccontarci come sei arrivato/a a trovarti in questa situazione?
“Le delusioni e le scorrettezze che ho subito dalla vita, un'infanzia troppo triste, piena di violenze in tutti i sensi e appena ho potuto sono andato
via. Vivo in strada da quando avevo 17 anni” (oggi ne ha 48 n.d.r.)
“Sono tre anni che non ho più una casa, prima no, prima avevo un altro tipo di vita, un altro tipo di attività, poi è successo quello che è successo... ho
perso il lavoro, è tutto lì... È più di un anno che sono ormai al XXX (struttura di accoglienza della città n.d.r.). Il mio obiettivo è quello di trovare un
lavoro, anche se credo sia molto difficile, anche perché è un problema di età, ho 50 anni e poi faccio parte di una particolare tipologia di
disoccupati, quelli intellettuali, che è ancora peggio... Sono completamente fuori dal mercato”.
“Quando sono andato via dalla casa di mia moglie, sono tornato a vivere dai miei genitori, lavoravo e avevo tutto, poi sono morti e ho iniziato a
lasciarmi andare, sono morti a un mese di distanza uno dall'altro.
Ho perso tutto in poco tempo, anche la patente, avevo perso tutti i punti e non li
ho più recuperati, ho fatto l'esame e sono stato bocciato.
Io so benissimo di aver sbagliato e non do la colpa alle altre cose, a parte la morte dei miei genitori, il fatto che ho perso il lavoro e non ho saputo
gestire i soldi, non li ho saputi gestire anche a causa delle donne, mi prendo le mie responsabilità”.
“Saranno trent'anni che sono in Italia. Ci sono differenze da quando sono arrivato ad oggi... All'arrivo in Italia non c'era mancanza di lavoro. In quel
periodo se eri disponibile a fare certi tipi di lavori, lo trovavi. Adesso uno straniero che arriva in Italia è quasi costretto a fare un periodo di passaggio
per strada prima di integrarsi nella società e questo in passato non si verificava. Saranno 5/6 anni che ho perso il mio appartamento perché non
riuscivo più a pagarmi il mutuo, anche se mancava poco. Ho perso il lavoro, ho perso il mio appartamento, ho perso tutto e da allora vivo per strada.
Ho perso il lavoro ed ho perso tutto il resto”.
Dalla ricerca della Caritas Diocesana In (ri)cerca di dimora, 2010.
.
Una stella nella notte
“Nella notte ci sono anche le stelle”, è il titolo di un libro pubblicato dall'unione ciechi della sezione di Como, in occasione dell'anniversario della fondazione della loro associazione. Bellissimo questo titolo !
Quando l'ho letto mi ha fatto subito pensare ai 30 ciechi che ogni giorno incontro nella nostra scuola a Mokolo. I ciechi qui in Camerun sono persone
completamente escluse. Fin da piccoli vengono emarginati dalla famiglia; non hanno nessuna possibilità di integrazione nella vita sociale.
Diverse circostanze mi hanno donato l'occasione di conoscerli individualmente, di passare del tempo con loro, di ascoltare dei tratti della loro storia,
e, più volte sono arrivata a dire che davvero, “nella notte” della loro cecità ci sono anche le stelle. Infatti ciascuno/a di loro ha in sé una forza straordinaria che permette loro di non ripiegarsi sulla loro sventura, ma di cercare delle motivazioni per dare un sereno senso alla loro vita. Ed arrivano a realizzare cose che a volte neppure i ben vedenti hanno voglia di fare.
Ciascuno di loro ha le sue stelle che aiutano la loro cecità ad essere meno buia!
Un esempio molto bello mi viene da Emmanuel, il direttore della scuola, anche lui cieco. E' sposato con una graziosa ragazza, Angèle, ed hanno una
bellissima bambina Stephanie. Guardando Angèle mi sono sempre chiesta: ma come ha fatto a scegliere così bene? (non l'ha mai vista!). Un giorno,
spinta dalla curiosità gliel'ho chiesto e lui mi ha risposto che “l'ha vista e conosciuta con gli occhi del cuore”, e ha aggiunto “io chiamo la mia sposa Luce perché pur avendo la luce elettrica nella mia casa è come se non l'avessi mai avuta, è stata lei, Angèle, che, da quando è entrata nella mia casa ha
acceso la luce nella mia vita, ed ora vedo perché insieme a lei ho la luce!”.
Anche Jacqueline un giorno con atteggiamento di sfida mi ha detto: “A volte i vedenti sono più handicappati di noi. Siete capaci di leggere e scrivere
al buio?” ho risposto: “No!” E lei con soddisfazione mi ha detto: “Noi sì!”… La scrittura e la lettura in braille è un'altra grande stella per i non vedenti,
stella che li aiuta a spezzare le barriere del loto handicap. Rikidai, anche lui cieco al quale sono morti entrambi i genitori e quattro fratelli, dice che al
villaggio per lui tutto è buio, anche nel cuore, invece quando è nel centro tutto gli sembra luce, come in Paradiso!
Qualcuno di loro ha già visto e conosciuto anche la Grande Stella Gesù!
Sono Victor, Miné e Ngaibai Essi frequentano la catechesi in preparazione al Battesimo (Victor l'ha già ricevuto a Pasqua) e, durante una lezione hanno sentito dire dal catechista che nessuno ha mai visto Dio, neppure fra coloro che ci vedono bene… e ancora che Dio si può vedere solamente con gli
occhi del cuore, perché Lui stesso lo illumina con la sua presenza ed il suo amore.
Alla fine dell'incontro i tre hanno chiesto la parola e davanti a tutta la classe hanno detto:
“Quanto il catechista ci ha detto oggi, sono per noi le parole più belle che abbiamo sentito nella nostra vita e restano profondamente impresse nel nostro cuore. Anche se i nostri occhi sono ciechi”, hanno ancora detto, “ci dà grande consolazione sapere che c'è una GRANDE STELLA (come quella che
ha guidato i Magi), che da luce al nostro cuore per vedere e conoscere Gesù e sperimentare il suo Amore”.
Alda Vola, Mokolo-Camerun, gennaio 2013
.
Accoglienza
«Avevamo ricevuto una lettera del nostro figlio sposato che ci chiedeva ospitalità, senza dirci il motivo che lo spingeva a lasciare la sua famiglia e a
tornare da noi. La nostra sorpresa è stata grande, ma, nonostante gli interrogativi e le preoccupazioni che ci tormentavano, abbiamo cominciato a
preparare la stanza per accoglierlo il meglio possibile e lo abbiamo ricevuto con serenità, rispettando il suo dolore. Dopo un po' di tempo lui ha iniziato ad aprirsi, comunicandoci i suoi problemi, le sue difficoltà. L'abbiamo ascoltato con il cuore aperto senza indagare né dare consigli. Circondato dall'amore e dalla fiducia, è riuscito a riflettere con tranquillità e a prendere la decisione di tornare a casa. Forse Dio si è servito di noi per aiutarlo a ricomporre la sua famiglia».
N. C. L. Perù
.
Il compleanno
Per la festa di compleanno di nostra figlia avevamo invitato alcune sue amichette. Data la situazione economica, non potendo far loro regali, abbiamo riempito un cesto di caramelle e giocattoli. Io avevo preparato due torte e i suoi fratelli palloncini colorati e ghirlande. Finita la festa, era
avanzata una delle torte, la più bella. Andando a dormire, Mabelén era un po' triste: il giorno prima era stato il compleanno di una bambina della
sua stessa età, che non aveva fatto festa. Alla mia proposta di inviarle la torta rimasta, s'è illuminata: “Non soltanto la torta, anche i palloncini e le
ghirlande!”. Era felicissima perché Consuelo avrebbe festeggiato pure lei. (D.Y. Argentina)
Il Vangelo del giorno, Ed. Città Nuova, 08/2013.