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5. Palazzo Pistolini
Il Palazzo, fatto costruire da Monsignor
Fabio Menichini alla fine del XVI sec., è
situato ai margini della cinta muraria del
paese sul lato ovest. Sul portale della facciata è presente uno stemma di forma ovale con
tre stelle e una rosa nella metà superiore e tre
tulipani nella metà inferiore. Nella parte che
incornicia lo stemma è riconoscibile un elmo
con criniera alla sommità e ai lati, delle ali
piumate. La sigla CP sopra la porta rimanda
alle iniziali di Carlo Pistolini. Attiguo alla
facciata sud c’è un sottopasso che immette
sulla piazzetta-cortile retrostante sulla quale
affaccia un’altra entrata al palazzo, sormontata dal medesimo stemma gentilizio.
2. Palazzo Floridi
Il primo nucleo del palazzo risale alla conquista di Collevecchio da parte di Narni
(1283). L’edificio fu ristrutturato e ampliato da Marco Antonio Cerbelli agli inizi del
‘600 e alla fine del ‘700 ospitò il tribunale.
Dopo il trasferimento del governo pontificio nel 1816, il palazzo fu venduto dalla
diocesi ai conti Floridi. Alla morte del
capofamiglia fu diviso tra le due figlie
spose di Nicola Filippi e di Pio Pezzi.
Quest’ultimo acquistò anche la parte dei
Filippi e tuttora il palazzo è abitato dalla
famiglia Pezzi. Caratteristiche della costruzione sono la torre circolare e la presenza di
un pozzo nel cortile.
3. Palazzo Filippi
Il palazzo risale alla metà del Seicento. È
formato da due edifici preesistenti, uno dei
quali era il convento delle Monache
Salesiane di Roma, acquistati da Felice
Filippi negli anni Venti dell’Ottocento. La
scala che porta dal pianterreno al primo
piano è di stile neoclassico con colonne.
L’altra scala, che porta ai piani superiori fino
al tetto, apparteneva al convento e presenta
affreschi secenteschi sulle lunette delle
porte. Le due facciate che danno sul centro
del paese, recentemente restaurate, hanno
una linea molto semplice, con il diverso
colore che scandisce il pianterreno dal primo
piano e con i caratteristici portali.
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Regione Lazio, CTR, 1:10.000
stralcio foglio: 356070
1. Palazzo del Governatore Apostolico
Sulla piazza principale del paese, in origine
era il palazzo degli Orsini, cui si riferisce lo
stemma sul portale d’ingresso. Nel 1605,
quando papa Paolo V Borghese elevò il
paese a sede governatoriale, l’edificio
divenne residenza del Governatore
Apostolico della Provincia Sabina.
Un’epigrafe sulla facciata ricorda che nella
stessa circostanza il papa avviò anche la
costruzione delle carceri annesse al palazzo.
Sul prospetto principale compaiono fregi
raffiguranti draghi e stelle ottagone da riferirsi presumibilmente, i primi, ai papi
Gregorio XIII Boncompagni (1572- 1585) e
Paolo V Borghese (1605- 1621), le seconde,
a Clemente XI Albani (1700- 1721) che fu
governatore di Collevecchio.
4. Palazzo Coperchio - Piacentini
Il palazzo fu fatto costruire da Paolo
Coperchio alla fine del ‘500, sotto il pontificato di Papa Clemente VIII Aldobrandini.
Consta di due piani e presenta le caratteristiche tipiche dei palazzi del periodo, come
possiamo vedere dalle modanature delle
finestre, dalle cornici dei lucernari inferiori,
dai due fornici superiori e dal modello
aggettante della loggia che si affaccia su via
Roma, corredata dallo stemma papale. Sul
portale d’ingresso su Via Senatore
Piacentini si trova lo stemma della famiglia
Coperchio. Per il progetto è stato fatto il
nome di Antonio da Sangallo il Giovane. Il
palazzo era completato da un giardino all’italiana sottostante, trasformato di recente.
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COLLEVECCHIO
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rari
culturali
Tirocini e valorizzazione del territorio
6. Poggio Sommavilla, Castello Orsini
Il Castello di Poggio Sommavilla, già
proprietà dell’Abbazia di S. Salvatore
Maggiore, passò nel corso del XIV
secolo agli Orsini, a cui rimase fino al
1575 quando venne ereditato dai
Gaetani, che nel 1595, dietro autorizzazione di Clemente VIII, lo alienarono. Successivamente appartenne ai
Capponi, al conte Giraud e al marche-
se Pier Francesco De Rossi, ai Caccia
e ai marchesi Canali. Nel 1936/38 le
quote dell’antico Castello vennero
divise tra le famiglie Piacentini e
Moreschi. Dell’antico edificio sopravvivono, quali elementi di particolare
rilievo, il portico, l’antico loggiato di
bugne in finta pietra, mancante dell’originaria copertura, e il portale d’ingresso ad arco.
7. Cicignano
Questo piccolo borgo, di antica origine
romana, conserva nella sua struttura
urbanistica l’aspetto del castello medievale. Particolarmente ben conservata
appare la cinta muraria che chiude in
una forma quasi circolare l’intero
borgo. Sulla piazza si affaccia la chiesa
intitolata ai Ss. Apostoli Pietro e Paolo,
voluta da Orso Orsini, vescovo di
Teano e signore del castello. Fu restaurata nel ‘700, periodo a cui risale anche
l’immagine della Madonna tra santi
che decora l’altare. A memoria della
disposizione di Niccolò V che nel 1448
concede Cicignano in feudo alla famiglia Orsini, si conserva, nella facciata
di un’abitazione alle spalle della chiesa,
lo stemma della nobile famiglia con la
rosa e le barre traverse.
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Regione Lazio, CTR, 1:10.000
stralcio foglio: 356060, 356070
itine
rari
culturali
Regione Lazio
Comune di Collevecchio
Tirocini e valorizzazione del territorio
Il progetto Tirocini e stages formativi e di ricerca ha preso avvio nel 2000 con una serie di
convenzioni attivate tra atenei del Lazio e la Direzione Regionale Cultura, Sport e Turismo
della Regione Lazio e si è dimostrato fin dagli esordi una concreta risposta alle esigenze formative degli studenti tanto delle Scuole di specializzazione che dei corsi di laurea.
Sulla base di un ampio spettro di proposte, elaborate dai funzionari delle strutture regionali in collaborazione con i docenti universitari, gli studenti arricchiscono l’esperienza
di studio con l’attuazione di iniziative di conoscenza e valorizzazione del territorio, proprie della programmazione culturale della Regione Lazio.
Partendo dalla catalogazione dei beni culturali, rampa di lancio per qualsiasi intervento culturale sul territorio, sono stati scelti i comprensori di Calcata, Collevecchio, Faleria, Mazzano
Romano e Terracina per realizzare gli Itinerari culturali. Tirocini e valorizzazione del territorio, un esperimento di percorsi al di fuori dei circuiti turistici più frequentati del Lazio, appropriati alla collaborazione tra mondo accademico ed istituzionale.
Con la attiva partecipazione dei Comuni interessati e, per Terracina, della Diocesi, è
stato avviato un progetto di segnaletica fissa e mobile da collocare all’interno o all’esterno delle ‘emergenze’ individuate nel catalogare il territorio, con informazioni sintetiche sul singolo manufatto scelto e una selezione di notizie e immagini di ciò che è
scomparso, modificato, o non più visibile.
Al gruppo di studenti delle Università “La Sapienza”, “Roma Tre” e “Tuscia” impegnati in
questo tirocinio è stato affidato il non facile compito di muoversi su due binari: l’uno, più consono alla loro esperienza, di rielaborazione di quanto catalogato dagli istituti competenti e da
altri gruppi di tirocinanti, per comporre dei testi essenziali adatti alla cartellonistica; l’altro,
nuovo per gli studenti, ma proprio dell’attività lavorativa di una struttura territoriale qual è la
Regione Lazio, incentrato sull’intero iter esecutivo del progetto, non esclusi i rapporti con la
ditta vincitrice dell’appalto, la scelta di immagini e la composizione grafica dei pannelli, la
correzione delle bozze e ogni aspetto pratico dell’attività, rendendo così operativa la ricerca e
lo studio, peculiari della vita universitaria.
A Collevecchio è stato sviluppato un itinerario attraverso le dimore gentilizie che hanno
arricchito il centro storico nel corso dei secoli, rendendo questo piccolo borgo della
Sabina un unicum in tutto il territorio reatino. Il privilegio della Sede del Governatore
Pontificio della Sabina, per ben due secoli (1605 - 1800), ha comportato per Collevecchio
una vivacità culturale che si apprezza ancora oggi nell’aspetto elegante dei suoi monumenti. Si inizia il percorso dalla strada provinciale Sabina, antica Via Lambruschina, dal
nome del cardinale che la aveva ampliata, per raggiungere la piazza del borgo e proseguire attraverso la storia dei palazzi principali che si affacciano lungo le strade. Non vengono trascurate le due frazioni di Poggio Sommavilla e di Cicignano, veri e propri castelli arroccati sulle colline circostanti, di origine medievale e
con interessante impianto urbanistico.
Università degli Studi
Roma Tre
REGIONE LAZIO
Assessorato alla Cultura, Spettacolo, Sport
Assessore Giulia Rodano
Direzione Regionale Cultura, Sport e Turismo
Direttore Alessandro Voglino
Area Valorizzazione del Territorio e del Patrimonio Culturale
Dirigente Flaminia Santarelli
Università degli Studi di Roma Tre - Dipartimento Studi Storico
artistici Archeologici e sulla Conservazione
Direttore Vittorio Casale
Progetto Itinerari culturali. Tirocini e valorizzazione del territorio. Collevecchio
a cura di Flaminia Santarelli - Area Valorizzazione del Territorio e del Patrimonio
Culturale
in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tre - Dipartimento
Studi Storico artistici Archeologici e sulla Conservazione
Tutor per la Regione Lazio Flamina Santarelli
Tutor per l’Università degli Studi di Roma Tre Enzo Borsellino
Regione Lazio
Comune di Collevecchio
Università degli Studi
Roma Tre
itine
rari
culturali
Tirocini e valorizzazione del territorio
Revisione delle schede OA di catalogo:
Sofia Barchiesi - Collaboratore della Regione Lazio
Ricerche e testi: Lucia Antonucci (Collevecchio); Sara Colaceci (Poggio
Sommavilla); Cinzia Folcarelli (Palazzo Coperchio Piacentini, Palazzo
Filippi, Palazzo Floridi); Livia Pescosolido (Palazzo Pistolini); Serena
Rossi (Cicignano); Rita Rusich (Palazzo del Governatore Apostolico)
Si ringraziano:
Enzo Rossi - Sindaco di Collevecchio
Giulio Cesare Filippi - Assessore alla Cultura del Comune di
Collevecchio
Marino Scacchi - Ufficio Tecnico del Comune di Collevecchio
Caterina Zannella - Fabrizio Del Monte - Direzione Regionale Cultura,
Sport e Turismo
Antonio Tomasello Fotografie
Regione Lazio - Direzione Regionale Cultura, Sport e Turismo
Area Valorizzazione del Territorio e del Patrimonio Culturale
00147 Roma, Viale del Caravaggio 99
tel 06.51688406-fax 06.51688172
e-mail: [email protected]
Realizzazione: Arethusa
Grafica Furio Ortenzi
Coordinamento redazionale Paolo Emilio Urbanetti
Collevecchio
Regione Lazio
Università degli Studi
Roma Tre
Comune di Collevecchio
1. Palazzo del
Governatore Apostolico
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Itinerari culturali
Tirocini e valorizzazione del territorio
2. Palazzo Floridi
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3. Palazzo Filippi
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4. Palazzo Coperchio Piacentini
5. Palazzo Pistolini
6. Poggio Sommavilla:
Castello Orsini
Comune di
Collevecchio
7. Cicignano
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Collevecchio. Dimore gentilizie in Sabina
Carta Tecnica Regionale 1:10.000
stralcio fogli: 356020, 356030, 356060, 356070, 356100, 356010
Nel cuore della Sabina, il borgo rinascimentale di Collevecchio si
re da Fabio Meneghini con linee architettoniche che ricordano lo
staglia con i suggestivi palazzi nobiliari, le caratteristiche strade
stile del Vignola; palazzo Piacentini, fatto edificare da Paolo
lastricate in porfido e le chiese, a testimoniare un glorioso passa-
Coperchio, alla fine del sedicesimo secolo, con linee architettoni-
to per buona parte ancora oggi intatto nei suoi monumenti, come
che affini ad Antonio da Sangallo il Giovane.
si potrà osservare passeggiando per il centro storico.
Sin dall’antichità Collevecchio aveva ricoperto
un ruolo importante nell’amministrazione
L’egemonia politica del paese in Sabina perdurerà per
quasi due secoli fino a che, intorno alla fine del
Settecento, iniziò fatalmente a scemare; una
della Sabina; dal 1368 era dominato dagli
delle cause fu l’inidoneità del palazzo
Orsini di Monterotondo, che rimasero la
Apostolico che costrinse alcuni Governatori
signoria egemone del paese fino al 1594,
a risiedere altrove. Ma bisognò attendere il
quando con la morte di Valerio Orsini, ulti-
declino del dominio napoleonico per vedere
mo erede della famiglia, il governo della città
passò alla Camera Apostolica.
Il vero impulso venne nel 1605 con Paolo V Borghese
attuato il trasferimento del Governo di Sabina,
quando il Cardinale Consalvi portò con il Motu
proprio del 6 luglio 1816, una nuova ripartizione dello
(1605-1621) che assegnò alla Sabina un Governatore pontificio
Stato Pontificio. Con il trasferimento del Governatorato alla metà
con nomina diretta da parte del Pontefice. Collevecchio venne pre-
dell’Ottocento, iniziò il declino per il paese.
scelto come sede più opportuna del Governo della Chiesa sul terri-
L’itinerario della visita a Collevecchio con le sue bellezze artisti-
torio sabino. Il paese era “…in quel tempo popolato e ricco…” per
che e architettoniche e delle frazioni di Cicignano, vecchio castel-
interessamento di Paolo Coperchio, cittadino di Collevecchio e
lo medievale, e Poggio Sommavilla, divenuto famoso per gli scavi
Commissario della Camera Apostolica pro-tempore. Nel Palazzo
archeologici effettuati nell’Ottocento, fa parte di un progetto di
risiedeva il Governatore con la sua “corte”. Gli stretti legami tra il
collaborazione tra la Regione Lazio – Assessorato Cultura, Sport
Papato e il Governatorato determinarono un inevitabile innalza-
e Turismo e l’Università di Roma Tre – Dipartimento di Studi
mento culturale del paese che favorì la costruzione di numerosi
Storico- Artistici, Archeologici e sulla Conservazione per lo svol-
edifici di notevole interesse architettonico, i quali rientrano nel
gimento di attività di tirocinio finalizzate alla valorizzazione e
nostro itinerario di visita. Tra questi palazzo Pistolini, fatto costrui-
promozione del territorio del Lazio.
Regione Lazio
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Comune di Collevecchio
1. Palazzo del Governatore
Apostolico
2. Palazzo Floridi
3. Palazzo Filippi
4. Palazzo Coperchio Piacentini
Itinerari culturali
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Tirocini e valorizzazione del territorio
1. Palazzo del Governatore Apostolico
5. Palazzo Pistolini
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L’edificio, già residenza del Governatore Apostolico della Provincia
glia Orsini, e nel 1580 fu acquisito dalla Camera Apostolica
Sabina, è a pianta rettangolare e si erge tra il palazzo del Tribunale
che, costretta a cederlo, ne rientrò in possesso nel 1594.
Apostolico e la chiesa di Santa Maria dell’Annunziata, dai quali lo
Prima del 1605 ospitò una scuola gesuitica (1588) e vi ebbe la sua
separano due archi di sottopasso.
residenza l’amministratore dei principi Savelli.
La facciata principale appare come una quinta scenografica, rivolta sulla piazza principale del paese ed arti-
In occasione dell’elezione di Collevecchio a luogo di
residenza del Governatore della Sabina fu restau-
colata in tre livelli.
rato ed ampliato mediante l’aggiunta del
In quello inferiore si apre il portale, in pietra
secondo piano, mentre le cantine sottostan-
e con cornice aggettante, mentre una secon-
ti furono adibite a carceri ed affiancate da
da fascia decorativa, con un motivo a den-
un’infermeria.
telli che termina con due rose, corre lungo
Fu inoltre costruito il cavalcavia di colle-
gli stipiti e sull’architrave, al centro del
gamento con la chiesa, sopra l’arco di sot-
quale figura lo stemma della famiglia Orsini.
topasso collocato sul lato destro, che con-
Nel livello mediano compaiono cinque fine-
sentiva di raggiungere un luogo riservato da
stre modanate sormontate da fregi raffiguranti in
cui poter assistere alle celebrazioni.
successione draghi e stelle ottagone, presenti anche nel
Nel palazzo dimorava il governatore con la propria
livello superiore, sulla fascia decorativa posta sotto il cornicio-
“corte” costituita da un luogotenente, un segretario, un can-
ne aggettante. I draghi rimanderebbero ai papi Gregorio XIII
celliere ed un balio, con funzioni rispettivamente di notaio e
Boncompagni (1572 - 1585) e Paolo V Borghese (1605 - 1621),
giudice del tribunale, un carceriere, al quale era affidata la
le stelle ottagone, invece, al papa Clemente XI Albani (1700 -
custodia delle carceri, e sei birri, agenti di polizia sottoposti
1721) che fu anche governatore di Collevecchio.
ad un bargello.
A sinistra del portale un’epigrafe, nel rievocare la circostanza
Secondo fonti locali i nomi dei vari governatori succedutisi
nella quale Paolo V elevò il paese a sede governatoriale (1605)
nel tempo sarebbero comparsi, in sequenza, lungo le pareti del
avviando, al contempo, la costruzione delle carceri, recita:
salone delle riunioni.
PAULUS. V. P. MAX.
IO. ANT.
Nel Settecento l’edificio fu interessato da lavori di restauro
/ FORUM APTAN. CARCERES / CONSTRUEN.
mentre, intorno alla metà dell’Ottocento, entrò in possesso di
/
PROVINC. SAB. IN GUBERN. ERECTA
MAXIMO V. S. R. PRAEFEC.
MANDAVIT
/
/ A. D. M.D.C.V.
Il palazzo era, in origine, la dimora dei feudatari locali, la fami-
un notaio che nel proprio testamento destinò i suoi locali a sede
dell’ospedale civico. Attualmente è di proprietà privata.
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Comune di Collevecchio
1. Palazzo del Governatore
Apostolico
2. Palazzo Floridi
3. Palazzo Filippi
4. Palazzo Coperchio Piacentini
Itinerari culturali
Tirocini e valorizzazione del territorio
2. Palazzo Floridi
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5. Palazzo Pistolini
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Carta Tecnica Regionale 1:10.000
stralcio foglio: 356070
Il primo nucleo del palazzo risale alla conquista di Collevecchio da
dell’Ottocento: i Floridi avevano tre figlie, Geltrude, Carolina e
parte di Narni, avvenuta nel 1283. L’accordo di resa, avvenuto tra
Lucia, spose rispettivamente di Nicola Filippi, Pio Pezzi e del
i Narnesi e Pietro di Gregorio di Giovanni Ridolfi, delegato per le
conte Francesco Antamoro. Alla morte del capofamiglia, il
trattative, prevedeva, tra l’altro, il diritto di Narni di costruire una
palazzo fu diviso tra le due sorelle spose di Filippi e di Pezzi.
rocca con palazzo e torre, in un luogo da scegliersi autonomamente: il palazzo venne così costruito con annessa torre circolare, visibile ancora oggi.
Quest’ultimo acquistò anche la parte di Filippi e tuttora il
palazzo è ancora abitato dalla famiglia Pezzi.
L’edificio presenta un bel portale dell’inizio
L’edificio fu ristrutturato e ampliato dal gesui-
del XVII secolo, con lo stemma gesuitico e
ta Marco Antonio Cerbelli agli inizi del XVII
il fregio romano della linea ininterrotta
secolo. Successivamente, dopo la morte di
della vita, di ispirazione classica, che
peste nel 1630 del gesuita, ultimo discen-
scandisce i due piani, l’inferiore decorato
dente della famiglia Cerbelli, il palazzo fece
a bugnato. Le finestre sono incorniciate
parte della dote della cappella di S. Caterina
da un motivo geometrico. Nella parte inter-
della Collegiata, lascito probabilmente del nipote Francesco Jacobelli o dell’abate Jacobelli, morto
nel 1713, che chiuse la discendenza Cerbelli - Jacobelli.
Durante i lavori di restauro del palazzo governatorio, alla fine del
1799, il palazzo, chiamato allora “del seminario” o “dei preti”, ospitò
il tribunale, come risulta da alcuni atti amministrativi ivi compiuti.
Dopo il trasferimento del governo pontificio nel 1816, quando
la provincia sabina fu divisa in due governatorati, di Rieti e di
Poggio Mirteto (Collevecchio passò nel distretto di Poggio
Mirteto), il palazzo fu venduto dalla diocesi ai conti Floridi,
antica famiglia trasferitasi da Nepi a Collevecchio tra la fine del
Seicento e l’inizio del Settecento. Alla loro munificenza si deve
la donazione dell’organo della Collegiata, avvenuta verso il
1735. Nel XIX secolo Papa Pio VII, al fine di abbonirsi la classe aristocratica, istituì l’Ordine del Patriziato Sabino e insignì i
Floridi dell’onore. Questa famiglia si estinse intorno alla metà
na del cornicione è presente un motivo decorativo raffigurante delle palmette. Caratteristica
dell’edificio è anche la presenza di un pozzo, all’interno del palazzo, a sinistra dell’androne.
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1. Palazzo del Governatore
Apostolico
2. Palazzo Floridi
3. Palazzo Filippi
4. Palazzo Coperchio Piacentini
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Tirocini e valorizzazione del territorio
3. Palazzo Filippi
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5. Palazzo Pistolini
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stralcio foglio: 356070
Il palazzo risale alla metà del Seicento, come si rileva dal-
al primo piano è di stile neoclassico, con colonne (a). L’altra
l’impiego di mattoni grandi, databili a quel periodo, visibili
scala, che porta ai piani superiori, fino al tetto, apparteneva al
sul lato orientale dell’edificio e dalla caratteristica flessione
convento ed è caratterizzata da affreschi secenteschi presenti
al centro della facciata principale, di influsso borrominiano.
sulle lunette delle porte, purtroppo in cattivo stato di conserva-
Venne ristrutturato da Nicola Filippi intorno al 1825,
zione (b). Il soffitto di uno dei saloni del palazzo presenta-
quando la famiglia, che fino ad allora si era
va un affresco raffigurante le Quattro stagioni, oggi
distinta solo per incarichi curiali, acquisì
coperto da successivi interventi di ristruttura-
maggior prestigio con il matrimonio di
zione, l’ultimo risalente al 1920. Le due fac-
Geltrude Floridi con Nicola Filippi.
ciate che danno sul centro del paese sono
La costruzione risulta formata da due edi-
state invece recentemente restaurate secon-
fici preesistenti, acquistati da Felice
do la loro conformazione originale, dalla
Filippi, uno il 20 Gennaio 1820 dal Cav.
linea molto semplice, con il diverso colore
Fidanza e l’altro il 14 Gennaio 1823 dalle
che scandisce il pianterreno dal primo piano
Monache Salesiane di Roma, alle quali era
e con i caratteristici portali. Nelle cantine,
stato donato da Brigida Rigozzi nel 1685, per dive-
anch’esse appartenenti al convento, è presente un
nire la sede del loro convento. La cesura tra le due
costruzioni è visibile sul tetto. La scala che porta dal pianterreno
a
forno, ancora funzionante. Attualmente il palazzo è ancora di proprietà della famiglia Filippi.
b
Regione Lazio
Università degli Studi
Roma Tre
Comune di Collevecchio
1. Palazzo del Governatore
Apostolico
2. Palazzo Floridi
3. Palazzo Filippi
4. Palazzo Coperchio Piacentini
Itinerari culturali
Tirocini e valorizzazione del territorio
4. Palazzo Coperchio - Piacentini
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5. Palazzo Pistolini
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stralcio foglio: 356070
Il palazzo si trova tra Via Roma e Via Senatore Piacentini,
parte superiore da un fiore a forma di rosetta e in quella infe-
chiamata fino al tardo Ottocento Via Vecchia.
riore dal coperchio che da il nome alla famiglia (foto in basso).
Fatto costruire da Paolo Coperchio alla fine del 1500, consta di due
Si dice che il progetto del palazzo sia da attribuire ad Antonio
piani e presenta le caratteristiche tipiche dei palazzi del periodo,
da Sangallo il Giovane, allievo di Bramante, come dimostre-
come possiamo vedere dalle modanature delle finestre, dalle
cornici dei lucernari inferiori, dai due fornici superiori e dal modello aggettante della loggia che si
rebbero alcune caratteristiche dell’edificio, tra cui i due
fornici dell’ultimo piano, mentre il colonnato
della loggia sarebbe frutto di un inserimento
affaccia su Via Roma. Il palazzo fu fatto edifi-
successivo, che risente stilisticamente delle
care sotto Papa Clemente VIII Aldobrandini
ville progettate da Palladio, anche in virtù
(1592 - 1605): sotto la loggia è presente il
del fatto che i Coperchio provenivano da
suo stemma, con le sei stelle divise dalla
Venezia. All’epoca della morte dell’illu-
fascia obliqua mediana, sormontato dalle
stre architetto Antonio da Sangallo, nel
chiavi e dalla tiara pontificia, insieme all’iscri-
1546, Paolo Coperchio era però nato da
zione “BENEFACTORIBUS
PAULUS COPERCHIUS
SACRE AULE CONCISTORIALES ADVOCATUS ET CAMERE
APOSTOLICE COMMISSARIUS GENERALIS”
(Paolo Coperchio,
poco e quindi risulta poco probabile che sia
stato
lui
il
committente
del
palazzo.
Probabilmente i Coperchio acquistarono il progetto
Avvocato della Sacra Aula Concistoriale e Commissario Generale
insieme al lotto di terreno dove è sorto l’edificio.
della Camera Apostolica, ai [propri] benefattori).
Il palazzo, che è appartenuto successivamente alle famiglie
Sul portale d’ingresso sulla Via Senatore Piacentini si trova
Pio, Ferrari, Cortini ed infine Piacentini, era completato da un
invece lo stemma della famiglia Coperchio; posto sulla chiave
giardino all’italiana sottostante, trasformato di recente. Oggi è
di volta dell’arco che incornicia il portone, è decorato nella
sede della beauty - farm Palazzo Ben Essere.
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1. Palazzo del Governatore
Apostolico
2. Palazzo Floridi
3. Palazzo Filippi
4. Palazzo Coperchio Piacentini
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Tirocini e valorizzazione del territorio
5. Palazzo Pistolini
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stralcio foglio: 356070
Il Palazzo, ex Menichini, è situato ai margini della cinta
Attigua alla facciata sud è un’ala sopra ad un arcone con sotto-
muraria del paese sul lato ovest. La pianta è irregolare e la
passo che immette sulla piazzetta-cortile retrostante delimitata
volumetria è articolata dalla presenza di una torre che domi-
da due lati dal palazzo stesso e dal lato sud della chiesa
na l’intero fabbricato.
Parrocchiale dell’Assunta e dal quale si apre la Porta Umbra,
Fu fatto costruire da Monsignor Fabio Menichini,
una delle storiche vie di accesso al paese. Su questa
giudice e cavaliere, si dice su di un disegno del
piazzetta affaccia un altro portone del palazzo,
Vignola (Jacopo Barozzi 1507-1573), ma di
probabilmente quella che fu l’entrata princi-
questi illustri natali non si trova riscontro
pale, anch’esso con arco a tutto sesto,
nelle biografie dell’artista. Si sa solo che
incorniciato da bugnato in pietra con
l’architetto lavorò in Sabina intorno al
conci lisci e scalpellati alternati, sormon-
1570 quando, impegnato nel progetto del
tato dal medesimo stemma gentilizio.
Palazzo di Caprarola per Alessandro
Nel sottopasso è posta un’iscrizione a let-
Farnese, lasciò anche alcuni disegni e rea-
tere nere, fissata al muro con quattro ganci
lizzazioni nella zona del Reatino: l’arco di
di ferro nella quale si legge:
ingresso al Palazzo abbaziale di Poggio Mirteto
“FRANCESCO CECCANI DETTO MOSCANTE / DA STIMIGLIA-
(1577); il nuovo monastero a Fara Sabina (1584); il rinnova-
NO
/
mento dell’Abbazia di Farfa (1586).
AL BALIVO DI DA TERRA
Il portale della facciata principale è delimitato da due paraste di
donata dai fratelli Gaetano e Armando Pistolini al Comune di
tipo dorico schematizzate che sottendono un arco a tutto sesto di
Collevecchio il cui contenuto, piuttosto sibillino, fa supporre
cui è sottolineata la chiave di volta. Al sommo è presente uno stem-
ricordi il luogo in cui fu giustiziato Francesco Ceccani detto
ma, anch’esso in pietra, di forma ovale bombato con fascia diviso-
“Moscante”, colpevole di omicidio.
ria orizzontale. Sono presenti tre stelle ed una rosa nella metà supe-
Con i restauri eseguiti nel 1986-87, la facciata fu molto sem-
riore e tre tulipani nella metà inferiore. Nella parte che incornicia
plificata: furono rimosse le cornici aggettanti in stucco che
lo stemma è riconoscibile un elmo con criniera alla sommità del-
erano presenti nella parte superiore delle finestre al secondo
l’ovale e, ai lati, tra due serie di volute, delle ali piumate. La sigla
piano ed al piano nobile fu eliminata la leggera ondulazione
CP inclusa nella decorazione metallica sopra la porta in legno,
nell’architrave delle finestre centrali che danno sul balcone.
richiama alle iniziali di Carlo Pistolini, suo antico proprietario.
È attualmente di proprietà privata.
PERE
/
OMICIDIO IN PERSONA DEL VICEPODESTA’
/
/
E FERITE
IN ODIO DI GIUSTIZIA ANO
1753”,
Regione Lazio
Università degli Studi
Roma Tre
Comune di Collevecchio
Itinerari culturali
Tirocini e valorizzazione del territorio
6. Castello Orsini
Carta Tecnica Regionale 1:10.000
stralcio foglio: 356070
Il Castello Orsini è situato sulla sommità dell’altura su cui
to al frazionamento dell’edificio in tante unità abitative.
sorge il borgo di Poggio Sommavilla. L’edificio, opera di
Originariamente il castello faceva capo all’Abbazia di S.
maestranze locali, è a pianta trapezoidale dai cui angoli emer-
Salvatore Maggiore. Passò poi di proprietà agli Orsini nel
gono le torri a base quadrata. Dal portale d’ingresso si acce-
corso del XIV secolo; infatti nel 1398, Bonifacio IX assegnò
de nel cortile attualmente pavimentato a terra battuta,
ma che anticamente presentava una pavimenta-
il castello a Rinaldo di Buccio Orsini, già feudatario di
Collevecchio, riconoscendone però la proprietà
zione disegnata a ciottoli di fiume.
alla suddetta abbazia. Alla famiglia il castel-
Sul lato ovest del cortile sorge l’antico
lo appartenne per lungo tempo, finché nel
loggiato porticato, la cui copertura del
1575, esauritasi la linea maschile degli
secondo livello risulta essere stata
Orsini, passò per lascito testamentario al
demolita. Il portico, costruito in pietra e
cardinale Enrico Gaetani, a Pietro
mattoni, è a tre archi e presenta una
Gaetani, duca di Sermoneta e a Don
copertura a volte a crociera. Da sotto il
Ruggero Gaetani, che furono autorizzati
loggiato a destra si accede alla rampa di
scale, che conduce al piano superiore, dove
sono ancora visibili i due pilastrini in mattoni e i due
da Clemente VIII ad alienarlo nel 1595.
Passò così ai Caccia, che ne vendettero una
metà a Bernardino Capponi.
travi in legno, a testimonianza della precedente copertura del
Fallita la banca del Capponi, nel 1642 la sua metà fu vendu-
loggiato.
ta ai Giraud, mentre l’altra passò al marchese Pier Francesco
Gli unici elementi dell’antico decoro sopravissuti fino ad
De Rossi, al quale nel 1655, per diritto testamentario, per-
oggi sono il loggiato di bugne in finta pietra, il portale d’in-
venne anche l’altra metà dei Caccia. Le ultime vicende della
gresso ad arco con cornici modanate e l’antico stemma della
successione del castello videro come protagonisti i marchesi
famiglia Orsini che originariamente era posto al centro del-
Canali di Rieti.
l’architrave del portale.
Nel 1816, il marchese Giovanni Taddeo Canali rinunciò ai
Nessun elemento di particolare rilievo decorativo presentano i
suoi diritti sull’edificio, che nel 1833 venne acquistato da
prospetti intonacati in vario modo e interrotti da piccole finestre
Benedetto Piacentini. Finché nel 1936-38 le quote dell’antico
e portoncini. La mancanza di uniformità nel disegno delle fine-
castello vennero divise tra gli attuali proprietari: Piacentini e
stre probabilmente è dovuta a rimaneggiamenti avvenuti in segui-
Moreschi. Attualmente è adibito ad abitazione condominiale.
Regione Lazio
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Tirocini e valorizzazione del territorio
7. Cicignano
Carta Tecnica Regionale 1:10.000
stralcio fogli: 356060, 356070
Diverse fonti attestano le antiche origini di questo insedia-
Per secoli sottoposta alla chiesa di S. Maria di Fianello, la
mento, probabilmente legato alla famiglia romana dei Cecilii
chiesa, intitolata ai S.S. Apostoli Pietro e Paolo, viene rico-
(G. Moroni, vol. LX, p. 52).
struita e riconsacrata col permesso del cardinale Oliviero
Cicignano è a lungo sottoposto al dominio dell’Abbazia di
Carafa, vescovo della Sabina, da Orso Orsini, vescovo di
Farfa alla quale, nel 1118 appartiene soltanto la chiesa
Teano e signore del castello. L’aspetto attuale si deve
e una parte del “Podio Cicilianus”, acquistato
ad un intervento di restauro settecentesco.
nel 1067, non il paese.
Al suo interno l’altare settecentesco ospita il
Decaduto il dominio di Farfa, il castello
dipinto, coevo, raffigurante la Madonna con
torna alla diretta amministrazione della
Bambino tra i santi Pietro e Paolo. Allo stes-
Camera Apostolica che lo cede in feudo,
so periodo risale l’immagine della Madonna
nel 1368, al nobile perugino Francesco
con Bambino posta sul muro a destra dell’al-
d’Ugolino degli Arcipreti. Con la bolla
tare. Al tardo Seicento risale l’immagine di
di Bonifacio IX del 1392 Cicignano entra
S. Domenico che adora la Madonna.
a far parte del comitato di Tarano ed è a esso
Quasi alla spalle della chiesa nella facciata
sottoposto. Nel 1398 Luca Savelli, membro dell’affermata famiglia del patriziato romano che fra i
di una casa del borgo si legge la data “DIE 22
MADII
1472” che sovrasta lo stemma in travertino
suoi avi annovera due pontefici (Onorio III e Onorio IV),
della famiglia Orsini, con la rosa nella parte superiore e le
occupa diversi centri della Sabina, tra cui Cicignano.
barre trasverse nella parte inferiore. Le lettere gotiche P e A
Nel 1448, il pontefice Niccolò V lo concede in feudo a
sono le iniziali di Potestate Apostolica.
Giacomo e Lorenzo di Orso degli Orsini. Alla morte dell’ul-
A fianco di questa
timo degli Orsini nel 1594, il feudo è nuovamente sottoposto
casa si trovava un edi-
alla Curia. Il castello rimane a lungo nella giurisdizione del
ficio ad un solo piano i
governo della Sabina, residente in Collevecchio e nel 1817
cui resti sono rintrac-
diventa “appodiato” di Montebuono.
ciabili nel muro che
Il piccolo borgo di Cicignano conserva, nella sua struttura
delimita l’attuale giar-
urbanistica, l’aspetto del castello
dino pubblico e nelle
medievale, che si sviluppa concen-
porte tamponate che si
tricamente attorno al nucleo costi-
affacciano nel lato
tuito dalla chiesa.
posteriore.