Una storia globale della contemporaneità Il Medio Oriente 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) Sommario Situazione geopolitica Le correnti del rinnovamento L’impatto culturale dell’Europa La nahda Il Medio Oriente dopo la I guerra mondiale Il Medio Oriente fra le due guerre mondiali Gli Stati contemporanei Tentativi egemonici e fattori destabilizzanti Il concetto di Oriente The burden of the white man (il fardello dell’uomo bianco): Europa (ricca, civile, avanzata…) portava il fardello di educare e civilizzare territori (l’ORIENTE = il DIVERSO) poveri, incivili, arretrati La missione dell’Europa era quella di riportare all’interno della STORIA i popoli emarginati ed esclusi dal PROGRESSO Il concetto di Oriente Oriente = concetto sviluppato da una prospettiva eurocentrica alla fine dell’Ottocento. Vicino Oriente = terre comprese dall’Egitto all’Iraq (ovest-est) e dalla Turchia allo Yemen (nord-sud) Medio Oriente= comprende anche il mondo iranico e oggi si allarga dal Marocco all’Iran. Tratti comuni: 1) lingua scritta, religione, tradizione culturale 2) ISLAM come variabile principale, sia ideologica che politica 3) Definizione comune delle diverse civiltà: arabe (stirpe dal Marocco all’Iraq) e islamiche (comprende anche i non arabi come i turchi e i persiani Situazione geopolitica agli inizi del XIX secolo 1) Realtà dominante era l’Impero Ottomano che comprendeva l’Anatolia, Armenia, Mezzaluna Fertile e Nord Africa fino all’Algeria: a) Territorio non monolitico, con molti territorio di fatto indipendenti (Algeria, Tunisia, Libia, Egitto) b) Indebolito da sconfitte militari contro impero asburgico e russo c) Aperture verso l’Europa con ostilità di ulama e giannizzeri 2) Realtà indipendenti: a) Marocco (consolidamento della società urbana sotto Mulay Sulayman) b) Persia (scontro con Russia che pretese privilegi commerciali e impose la rinuncia a rivendicazioni sulla Georgia) Rinnovamento dell’Islam (XVIII e XIX secoli) Islam scosso da movimenti di JIHAD e di Neoislamizzazione 1) Fulani Usuman Dan Fodio: dal 1805 costruzione di un califfato con centro nell’odierna Nigeria sul quale si innestò il colonialismo inglese 2) Tukolor Hajji Omar Tal: creazione di uno stato compreso fra gli odierni Senegal e Niger sconfitto solamente dai francesi negli anni ‘80 dell’800 3) Mandinka Samori Toure: creazione di uno stato fra medio Volta e Costa d’Avorio e “capo della crociata contro l’invasione straniera” Rinnovamento dell’Islam (XVIII e XIX secoli) 4) WAHHABISMO in Arabia (metà del XVIII) a) Movimento teologico di purificazione dei costumi e di ritorno alle fonti originarie dell’Islam (Muhammad Ibn Abd al-Wahha) b) Dottrina: enfasi sull’unicità di Dio; stretta applicazione delle regole etiche e giuridiche dell’Islam tradizionale con rifiuto di tutto ciò che si collocava fuori dal Corano e dalla sunna; ostilità verso superstizioni e sincretismo (considerati come minacce per la purezza dell’islam) Rinnovamento dell’Islam (XVIII e XIX secoli) 4) WAHHABISMO in Arabia (metà del XVIII) Alleanza di al-Wahhab con guerrieri sauditi conduce alla costituzione di un potentato nell’Arabia centroorientale (attuale Arabia Saudita) Fra 1803 e 1818 saccheggiarono Karbala in Iraq dove si praticava il culto dei santi e delle reliquie e occuparono le città sante del Hijaz (Mecca, Medina). Repressione ad opera dell’Egitto su richiesta degli Ottomani. Significati del wahhabismo: revisione dei fondamenti dottrinali dell’Islam e successivamente movimento di reazione anticoloniale 1) 2) 3) 4) Lo sviluppo della colonizzazione Spedizione francese in Algeria (1830): ragioni di prestigio e di grandeur nonché tentativo di distrarre opinione pubblica dal crollo del regno di Carlo X 1839: gli inglesi occupano il sultano di Aden per controllare la via marittima verso l’India+ Fra seconda metà dell’800 e 1912 solamente Turchia, odierni Arabia Saudita, Yemen e Iran (parzialmente) restavano indipendenti Fino al 1830-1850, i modernisti islamici consideravano l’Europa un bene e non un pericolo. La loro percezione dell’Europa cambia solamente dopo l’avvio delle campagne coloniali (1870-) L’impatto culturale dell’Europa L’Europa e le alternative dei musulmani: 1) Soccombere alla superiorità tecnologica e scientifica europea 2) Adeguarsi agli europei abbandonando le proprie tradizioni o modificandole profondamente 3) Cercare una terza via per integrare islam e cultura europea Ancora oggi il processo di adattamento alla modernità non è terminato Le sfide poste all’Islam dall’Europa: 1) Concetto di popolo-nazione 2) Concetto di libertà 3) Concetto di secolarismo L’impatto culturale dell’Europa Popolo-nazione per Islam = umma, comunità dei credenti che si riconosceva nel califfato, considerato l’istituzione sovranazionale e universalistica Libertà per Islam = obbedire agli ordini di Dio e servire la umma Secolarismo per Islam = concetto non sviluppato perché nell’Islam gli individui sono sottoposti all’interesse comunitario e perché la fede non è separata dalla vita quotidiana dei rapporti sociali Il Medio Oriente nella seconda metà dell’800 Crisi del potere centrale dell’Impero Ottomano Movimento dei Giovani Turchi, Comitato Unione e Progresso contro i conservatori Colpo di stato militare nel 1913: scollamento fra turchi e arabi Conquista francese del Maghreb Tunisia conquistata nel 1881, Marocco nel 1912: formalmente protettorati, ma sovrani autoctoni del tutto privi di potere Islamizzazione tradizionale nel Sudan Fra 1881 e 1898 movimento per il ritorno all’Islam originario guidato da Muhammad Ahmad: formazione di uno stato autonomo indipendente dall’Egitto. Sconfitto da alleanza fra Egitto e GB nel 1898, anno che segna l’inizio della colonizzazione britannica sul Sudan. Crisi delle Persia Arretratezza e rivolta costituzionalista fra 1905-1911 guidata contro lo scià dai religiosi sciiti. Matrice conservatrice, ma dibattito sulla possibilità di un diretto intervento dei religiosi nella politica La nahda: il risorgimento culturale arabo e islamico 1) Il livello pubblico: a) Sviluppo del giornalismo di opinione, con centri principali Beirut e il Cairo. Nel 1875 inizia ad essere pubblicato al Cairo il quotidiano Al-Ahram b) Nasce Al-Hilal, un’associazione culturale volta a promuovere le lettere e la cultura araba c) Nel 1870 in Egitto viene fondata la prima biblioteca nazionale del mondo arabo d) Nascono importanti università a Istanbul e al Cairo. La nahda: il risorgimento culturale arabo e islamico 2) Il livello sociale: a) L’indirizzo riformatore: Qasim Amin in due libri (La nuova donna; La liberazione della donna) sosteneva la necessità di un inserimento attivo della donna nella vita pubblica e sociale. Inoltre era secolarista: ovvero riteneva che la religione non fosse in grado di costruire lo stato e la civiltà b) Nel 1923 nasce il movimento femminista egiziano (Hudà Sharawi), poi bloccato dall’affermazione dell’Islam tradizionalista La nahda: il risorgimento culturale arabo e islamico 3) Il livello politico: a) Concetto di watan (nazione-patria): si afferma in Egitto dove inizia ad essere identificato esclusivamente con l’Egitto. L’idea di patriottismo si sviluppa anche in Siria dove viene utilizzato anche per indicare il nazionalismo arabo e il panarabismo: sosteneva l’esistenza di una nazione araba. a) Concetto di hurriyya (libertà): 1) Partito nazionalista egiziano: indifferenza verso le religioni storiche, a favore di liberalismo e liberismo, nessuna superiorità dell’Islam 2) Al-Bustani: favorevole alla libertà religiosa e al rispetto fra le fedi 3) Al-Kawakibi: Arabia = nuovo centro del califfato islamico e autorità sul mondo musulmano (ritorno alla libera interpretazione delle fonti) La nahda: il risorgimento culturale arabo e islamico 4) Il livello filosofico e culturale a) Sviluppo del secolarismo politico e di atteggiamenti scientisti influenzati dal positivismo, dal darwinismo e dal socialismo umanista b) Modernizzazione dell’Islam: Islam considerato non più al passo coi tempi e quindi da modernizzare. Una minoranza sostenne che l’Islam era danno per il progresso dei popoli arabi e mediorentali Nahda: movimento modernizzatore, ma non in grado di marginalizzare l’Islam che a partire dagli anni Trenta del Novecento tornò prepotentemente alla ribalta. Agli opposti della nahda: l’islamizzazione della modernità Attitudine a considerare l’Islam un’ideologia in grado di interpretare la modernità senza sottostare a particolari cambiamenti Il movimento salafita (salafiyya): a) Necessità di ritornare alle origini dei salaf, la prima generazione di credenti b) Necessità di rivalutare la potenzialità razionale dell’Islam: Islam inteso come religione razionale che chiede di credere, ma anche di ragionare. Islam non inferiore a Cristianesimo e Occidente. Il MedioOriente nella I guerra mondiale Coinvolgimento del M.O. = arruolamento negli eserciti coloniali Il ruolo dell’Intesa: MedioOriente asiatico assoggettato a sfere di influenza: a) Russia a nord, con dominio sull’Anatolia e Asia centrale per controllare lo stretto dei Dardanelli b) Gran Bretagna a sud, con controllo sul Golfo Persico e oceano Indiano, aree vitali per il controllo sull’India c) Francia al centro, con controllo su Siria e alta Mesopotamia per ragioni di grandeur e di sfruttamento delle risorse d) Momenti centrali: accordo Sykes-Picot (1916) e dichiarazione Balfour (1917) Il MedioOriente nella I guerra mondiale Accordo Sykes-Picot (1916) 1915: la Gran Bretagna riconosce le aspirazioni alla formazione di uno stato arabo a partire dalla Mecca 3.1.1916: accordo Sykes-Picot: spartizione del M.O. fra GB e Francia: alla GB controllo su basso Iraq e Mezzaluna Fertile (da Palestina al Golfo Persico); alla Francia territori dal Libano fino all’alto Iraq. 1917:scoppio della rivolta araba, ma GB e Francia non danno seguito alla promessa del 1915 e intervengono per impedire la formazione di uno stato arabo Il MedioOriente nella I guerra mondiale Accordo Sykes-Picot (1916) Accordi di pace (San Remo 1920, Sevres 1920 e Losanna 1922-1923) e creazione dei “mandati” 1921: separazione della Transgiordania dalla Palestina con nascita dell’emirato che poi nel 1946 assunse il nome di Giordania 1921: formazione dell’Iraq (le tre province ottomane di Mosul, Baghdad e Bassora) sotto stretta tutela britannica. Basi per future guerre interne esplose nel 2003 poiché: il sud era arabo e sciita; il centro arabo e sunnita e il nord curdo e sunnita. 1924: formazione della Siria sotto stretto controllo della Francia 1925: Hijaz (Mecca) sotto controllo saudita e Palestina sotto diretto controllo britannico Il MedioOriente nella I guerra mondiale Accordo Sykes-Picot (1916) 1926: formazione del Libano, stato mai esistito in precedenza. Problemi perché in Libano vivevano numerose comunità religiose: a) La maggioranza era cristiana, fra i cristiani i più numerosi erano i maroniti. Cristiani legati strettamente ai francesi e contrari a qualsiasi iniziativa araba b) Seguivano poi sunniti, sciiti e drusi. c) Costituzione 1943: presidenza a un cristiano; primo ministro a un sunnita; speaker del parlamento a uno sciita. Basi per successivi conflitti fra cristiani e islamici e paraislamici (drusi) Stati mandatari: realtà artificiali, esito di accordi diplomatici fra le potenze Il MedioOriente nella I guerra mondiale Dichiarazione Balfour: 2.11.1917: la Gran Bretagna era favorevole a un focolare ebraico in Palestina e impegnava il governo a favorirne la realizzazione Caratteristiche dell’immigrazione ebraica: a) Origine europea b) Influenza del socialismo, realizzazione dei kibbutz (cooperative agricole simili a quelle sovietiche) c) Gestione dell’acqua e delle terre in competizione con gli arabi d) Organizzazione degli insediamenti con un esercito ben organizzato (Hagana) e) Commissioni sconsigliavano la convivenza di ebrei e arabo-palestinesi in quanto “irriducibili”: favore alla creazione di due stati indipendenti f) Libro bianco del 1939: necessità di un tetto all’immigrazione ebraica. Il Medio Oriente fra le due guerre La Turchia moderna (Mustafa Kemal): a) 29.10.1923 proclamazione della Repubblica e nel marzo 1924 abolizione del califfato spirituale b) Realtà peculiare in M.O.: 1) Chiusura delle scuole coraniche 2) Ulama privati delle proprie funzioni 3) Ordini misti dichiarati disciolti 4) Islam non più religione di stato 5) Istituzione del matrimonio civile e abolizione della poligamia 6) Diritto di voto esteso alle donne nel 1932 Turchia = paese fortemente centralizzato e statalizzato con esercito garante della laicizzazione dello stato Il Medio Oriente fra le due guerre L’egitto “liberale” Tentativo di dar vita ad una monarchia indipendente guidata dal partito nazionalista Wafd. Ragioni del fallimento: 1) Permanere della subordinazione coloniale 2) Politica autocratica e assolutista dei sovrani 3) Debolezza del partito Wafd, troppo accondiscendente con i britannici Il movimento degli Ufficiali Liberi e il colpo di stato del 1952: 1) Militari non ideologici: contro ingiustizia sociale e contro la corruzione 2) Nazionalisti, decisamente contrari al ruolo coloniale della GB 3) Colpo di stato e Repubblica: riforma agraria, antiimperialismo e per la restaurazione della giustizia nel nome dell’Islam 4) Leader: Neghib; Nasser; Sadat Il Medio Oriente fra le due guerre I movimenti nazionalistici nel Maghreb Algeria: nazionalismo desideroso di colloquiare con la Francia conservando la specificità algerina. Opposizione francese all’assimilazione e ritorno dell’islamismo. Tunisia: fondazione nel 1920 del partito Destur (Costituzione) soppiantato da Neo-Destur (Burghiba): indipendenza e creazione di una nuova società Marocco: costituzione di formazioni politiche a favore delle riforme e dell’indipendenza (Blocco d’azione nazionale; Partito nazionale per le riforme; Partito dell’Indipendenza) Libia: dominato dall’Italia fino al 1943. Dopo Tripolitania e Cirenaica sotto gli inglesi e Fezzan sotto i francesi. Negli anni ‘50 fu costituita una monarchia libica conservatrice. Il Medio Oriente fra le due guerre Arabia Saudita: Nel 1932 si costituisce il regno dell’Arabia Saudita Caratteristiche della mitologia saudita: 1) Concetto di hijra (emigrazione): emigrando dalla Mecca a Medina, Maometto aveva costituito uno stato sedentario e il suo esempio andava seguito (condanna del beduinismo come anti-islamico) 2) Concetto di jihad: movimento islamizzatore anticolonialista Arabia di Re Faysal (1964-1975): 1) Monarchia autoritaria dominata dal re e dalla sharia islamica 2) Wahhabismo, puritanesimo, carattere confessionale dello stato 3) Modernizzazione in senso occidentale: consumi, infrastrutture, urbanistica, istruzione anche alle donne Il Medio Oriente fra le due guerre L’Iran dei Pahlavi 1925: colpo di stato di Reza Shah con adozione del titolo di Pahlavi che richiamava l’antica tradizione iranica Caratteristiche dello stato: 1) Regime fortemente autoritario che non ammetteva dissensi 2) Modernizzazione infrastrutturale (ferrovie, industrializzaazione…) 3) Divieto di portare il velo, ammissione delle donne all’università Modernizzazione superficiale che non produsse ricadute reali sulla maggioranza della popolazione. Il Medio Oriente fra le due guerre Gli orientamenti culturali 1) Il dibattito sul califfato Tesi rinnovatrice 1) Il califfo deve appartenere alla tribù del Profeta 2) Deve essere un dotto in scienze religiose 3) Deve governare con il consiglio degli ulama 4) La sua funzione è imposta dalla religione 5) Il popolo è l’unico detentore della sovranità e gli ulama lo devono rappresentare Tesi eterodossa 1) Abolizione del califfato spirituale perché non prescritto dalla religione 2) Califfato = istituzione tirannica dannosa per l’Islam 3) Islam non ha niente di politica, solamente spirituale 4) La politica deve avere una dimensione secolare Teoria del compromesso Califfo deve essere una sorta di presidente di una federazione degli stati musulmani Il Medio Oriente fra le due guerre Gli orientamenti culturali 2) I Fratelli Musulmani (Fratellanza musulmana) Peculiarità: a) Islam = fulcro ispiratore della vita dei credenti b) La riforma doveva trasformare la società per far sorgere lo Stato Islamico c) Islamizzazione dal basso, su base popolare d) Movimento politico-religioso di massa su base islamica di ispirazione tradizionalista e) Successo dovuto alle opere di assistenza. Negli anni Trenta contava oltre 500.000 affiliati e nei Quaranta si era diffusa in Siria, Palestina, Giordania e Marocco. Il Medio Oriente durante la decolonizzazione L’affermazione del nazionalismo arabo Arabi unificati dalla lingua madre; la religione è un aspetto secondario anche se ritenuta necessaria per il consolidamento dello stato I problemi del nazionalismo arabo: 1) Incapacità a superare gli interessi tribali o di casta 2) Opzioni ideologiche proiettate verso una dimensione utopica 3) Prassi politica troppo legata alle necessità del momento storico 4) Il fallimento del nazionalismo arabo ha causato la ripresa dell’Islam come fattore identitario Il Medio Oriente durante la decolonizzazione L’affermazione del nazionalismo arabo Organizzazione politica principale: partito Ba’th, Partito della rinascita araba socialista Ideologia: a) Arabi = unica nazione investita di una missione universale ed eterna volta a promuovere la concordia tra gli stati b) Fondamentali la libertà di espressione e di fede nonché la valorizzazione degli individui c) Scopo immediato = lottare contro il colonialismo d) Esplicitamente socialista e considera il patrimonio economico di proprietà della nazione. E’ conservata la piccola proprietà agricola e imprenditoriale Il Medio Oriente durante la decolonizzazione Le conseguenze della prima guerra arabo-israeliana Costruzione di un forte apparato paramilitare e incursioni antipalestinesi fin dal 1947 Lega araba divisa: blocco hashimita (Transgiordania e Iraq) e blocco anti-hasmimita ( Egitto, Libano, Siria, Arabia Saudita) Immediatamente dopo il ritiro delle truppe britanniche fu proclamato lo Stato di Israele (maggio 1948) Lega araba dichiarò guerra (maggio 1948, gennaio 1949) terminata con vittoria di Israele Armistizio 1949 a) Solo il 21% della Palestina rimaneva agli arabi b) Striscia di Gaza sotto amministrazione egiziana c) La Giordania occupava la parte araba di Gerusalemme d) ESODO dalla terre occupate dagli israeliani (500mila/ 1 milione di persone) e) Guerriglia palestinese con fondazione di Al-Fatah (Yasser Arafat) f) Al di là della retorica, i paesi arabi si disinteressarono della sorte dei palestinesi Il Medio Oriente durante la decolonizzazione 1956: indipendenza di Sudan, Tunisia e Marocco L’Egitto: 1) Scontro fra Neghib e Nasser sul ruolo dei militari: per Nasser l’esercito era l’avanguardia della rivoluzione 2) Attentato contro Nasser (1954) da parte di un Fratello Musulmano: come reazione la Fratellanza fu bandita. Al tempo furono soppressi i partiti sostituiti da un Raggruppamento della Rivoluzione. Il raggruppamento fu sostituito dall’Unione nazionale (monopartitismo) 3) Nuova costituzione: a) lotta all’imperialismo, b) fine dei privilegi, c) necessità della giustizia sociale, d) carattere islamico della rivoluzione 4) Caratteri del regime: panarabismo (responsabilità verso tutto il Medio Oriente) e socialismo (rifiuto della lotta di classe, accentuazione del ruolo dello stato, valori religiosi dell’Islam). Prassi politica laica, ma basi morali islamiche. Il Medio Oriente durante la decolonizzazione Il governo del Ba’th in Siria e in Iraq 1) Fallimento della Repubblica araba unita imposta nel 1958 da Nasser (stato unico Egitto-Siria) 2) 1963: colpo di stato del Ba’th in Siria con piena indipendenza dall’Egitto. Caratteri: via araba al socialismo; Israele = principale nemico da combattere 3) 1966: colpo di stato dell’ala sinistra del Ba’th guidata da Assad. Caratteristiche: ruolo delle minoranze (Alawiti e Drusi) che favorì la secolarizzazione, anche se ostacolata dall’opposizione islamica; accentuazione del carattere anti-imperialista e della propaganda contro Israele Il Medio Oriente durante la decolonizzazione Il governo del Ba’th in Siria e in Iraq 1) In Iraq nel 1958 vi fu colpo di stato guidato dal generale Kassem. Scontro con Iran per il controllo del Golfo e rivendicazioni sul Kuwait 2) 1963: colpo di stato del Ba’th 3) 1968: secondo colpo di stato con affermazione di Saddam Hussein come segretario del partito 4) Tratti peculiari: regime militare e militarizzato; carattere secolare avverso ai religiosi 5) 1979: instaurazione del governo di Hussein, autocratico e personalistico. Posizione intransigente contro gli oppositori interni (sciiti e curdi). a) b) c) 1) 2) Il Medio Oriente durante la decolonizzazione Rivoluzione algerina: islamismo, arabizzazione, socialismo Rivoluzione yemenita Colpo di stato del 1962 e trasformazione del paese in Repubblica nel 1970 Prevalenza dell’esercito sulla società Retorica socialista Rivoluzione libica Colpo di stato di Ufficiali liberi guidati da Mu’ammar Gheddafi Caratteristiche: a) terza via fra capitalismo e socialismo, b) repubblica delle masse senza partiti e senza organi istituzionali, c) Islam universale, d) prima panarabismo e poi egemonia regionale Il Medio Oriente durante la decolonizzazione Le conseguenze della guerra dei Sei Giorni (1967): 1) Crisi del nasserismo in Egitto. Fine dell’egemonia dell’Egitto sul mondo arabo. 2) Crisi dell’intellettualità araba: fallimento del progetto socialista e nazionalista 3) Irreversibilità dello status quo in Palestina. Nascita dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (1964) 4) Rafforzamento dell’Islamismo come sola alternativa dopo i fallimenti del socialismo e del nazionalismo. Islamismo = movimento partigiano contro le istituzioni e i regimi al potere. Lotta armata in quanto impossibile una lotta politica. 5) Finalità dell’Islamismo: scardinare le istituzioni per aprire spazi ad una rivoluzione 6) Islam radicale: megafono dello scontento popolare Il 1979: un importante spartiacque La rivoluzione iraniana 1) Crisi del regime dei Reza: 1) non rispetto dei diritti umani e delle libertà individuali; 2) occidentalizzazione e secolarizzazione alienarono le simpatie dei tradizionalisti (forte opposizione degli ulama); 3) crisi economica 2) Crisi dell’ashura: scontri e morti. 13 gennaio 1979: manifestazioni pro Khomeini e fuga dello scià 3) Rientro di Khomeini e proclamazione della Repubblica islamica a) Alleanza fra borghesia religiosa, studenti e piccola-media borghesia produttiva b) Nonostante l’opposizione moderata contraria all’impegno diretto dei religiosi nel potere politico il regime si è sempre mantenuto saldo grazie alla composizione omogenea del Consiglio dei guardiani e all’impiego della repressione (milizie rivoluzionarie, pasdaran) Il 1979: un importante spartiacque La rivoluzione iraniana 4) Novità del khomeinismo a) Riconosceva allo sciismo un forte carattere politico. Il popolo aveva il diritto di non riconoscere i governi miscredenti b) Rivoluzione islamica = azione volta a vendicare gli oppressi c) Realizzazione di un repubblicanesimo islamico non previsto nella dottrina tradizionale. Grande novità: popolo chiamato ad eleggere i suoi rappresentanti Il 1979: un importante spartiacque Il radicalismo sunnita 1) Mondo islamico si trova in uno stato di miscredenza, succube di forze che vogliono annientare l’Islam 2) Creazione di un’utopia retrospettiva: Islam nella sua forma originaria = contrappeso all’identità europea 3) Per recuperare l’Islam autentico è necessario instaurare un nuovo stato islamico. Mai realizzato dopo Maometto perché nessuno stato aveva più adottato la sharia 4) Il mezzo per combattere i nemici dell’Islam è il jihad intesa come una guerra santa difensiva 5) Capisaldi dello Stato islamico: sovranità di Dio, giustizia, consultazione (queste ultime due sancite dal Corano e quindi = capisaldi della democrazia islamica) La fragilità degli stati contemporanei Egitto Sadat e l’infitah (apertura): riforme in senso liberista e modeste aperture al pluripartitismo anche se con decisa preponderanza del Partito nazionale democratico (90% dei seggi). Avvicinamento agli Usa con mediazione per pace in Palestina. Nel 1980 fu deciso che la sharia andava considerata la fonte principale del diritto. Riabilitazione della Fratellanza musulmana: boomerang politico con proliferazione delle organizzazioni radicali. Sadat ucciso da un militante radicale (6.10.1981) Mubarak: 1) Moderato riformismo politico e sociale 2) Crescita del terrorismo e repressione capillare 3) Fattori di debolezza: debolezza dell’economia, società civile per maggiore democrazia, fragilità istituzionale, ridimensionamento internazionale dell’Egitto La fragilità degli stati contemporanei Palestina Svolta fondamentalista di Israele con il partito del Likud: crescente favore alla trasformazione di Israele in uno stato confessionale e teocratico Intervento nella guerra civile in Libano (1982) con alleanza fra israeliani e milizie cristiane e massacri di Sabra e Shatila. L’intervento causò la nascita del partito fondamentalista di Hizballah. Campagna di espropriazione delle terre e prima Intifada palestinese nel 1987 con la nascita del gruppo islamista di Hamas (prima lo stato islamico e poi la realizzazione della società islamica) Fallimento delle trattative di pace e Intifada di al-Aqsà nel 2000, moto politico organizzato di lotta armata. Da allora l’area resta dominata dalla violenza politica. La fragilità degli stati contemporanei Siria 1) Nel 1970 Assad ottiene il pieno potere: a) stabilizzazione politica interna, b) fragilità internazionale 2) Svolta autoritaria di Assad come conseguenza della crisi economica: eliminazione delle opposizioni e brutale repressione dei Fratelli Musulmani 3) Dura repressione del 1982 contro i movimenti islamisti 4) Politica estera: alleanza con Iran e con Unione Sovietica 5) Nel 2000 successione del figlio Bashar a) Siria indicata da Bush come uno degli stati facenti parte dell’asse del male b) Caduta di Saddam Hussein ha finito per mettere in crisi gli equilibri interni della Siria La fragilità degli stati contemporanei Libano a) Guerra civile dal 1975 al 1989 e ruolo di Hizballah volto a costruire uno stato islamico e a migliorare le condizioni degli sciiti Arabia Saudita a) Perdita del ruolo di paese leader del mondo musulmano b) Sostegno alle organizzazioni islamiche radicali Algeria Svolta del 1988: violente lotte sociali represse dal FLN Svolta del 1991-1992: vittoria del partito islamista (Fronte islamico di salvezza) con colpo di stato dell’esercito per evitare uno stato islamico. Radicalizzazione dell’estremismo Momentanea pacificazione nel 1999 con presidenza di Bouteflika La fragilità degli stati contemporanei Sudan a) Dal 1973 regime autocratico e islamista di tipo integralista b) Nel 1998 il Sudan è stato proclamato uno stato islamico c) Islamizzazione influenzata dalle tradizioni ancestrali e dai contrasti tribali Marocco: dagli anni ‘70 caratterizzato da una tendenza islamista moderata con gli islamici che partecipano ai processi elettorali Tunisia: a) Colpo di stato di Ben Alì (1987) b) Periodo di moderate riforme a cui è succeduto un periodo di forte chiusura autoritaria che ha favorito la ripresa del radicalismo c) Controllo poliziesco ma stabilità interna e crescita economica con la Tunisia divenuta uno dei paesi arabi più ricchi e occidentalizzati La fragilità degli stati contemporanei Giordania: monarchia modernista e moderata alleata degli Usa. Libia: svolta africanista di Gheddafi con finalità egemoniche sull’Africa Emirati del Golfo: stabilità garantita da efficienza amministrativa e ricchezza derivante dal petrolio TURCHIA Continuità con Kemal: modernismo, laicismo, ruolo dei militari Politica estera: invasione di Cipro (1974) e tentativo di assimilazione e turchizzazione del Kurdistan A partire dagli anni ‘90 sempre maggiore influenza dei movimenti islamici fino al governo di Tayyip Erdogan nel 2002 Tentativi egemonici e fattori destabilizzanti Iraq di Saddam Hussein 1) Aggressione all’Iran nel 1980 (controllo dei pozzi di petrolio e ridimensionamento della repubblica islamica). Tacito consenso dell’Occidente 2) Aggressione al Kuwait. Questa volta, dietro pressioni dell’Arabia, Usa e alleati reagiscono. Opinione pubblica araba a favore di Saddam Afghanistan 1) Guerra contro URSS sostenuta da Usa e Arabia in funzione anti-sovietica 2) Sul lungo periodo l’appoggio ha finito per favorire i gruppi radicali ed estremisti Tentativi egemonici e fattori destabilizzanti Differenza fra fondamentalismo e salafismo: il primo mira a una islamizzazione violenta dall’alto imposta con le armi anche contro le popolazioni; il secondo vuole una islamizzazione dal basso attraverso propaganda, educazione e infiltrazione nel tessuto sociale e politico Peculiarità del terrorismo: 1) Proletarizzazione degli affiliati (origine contadine, bassa cultura o analfabetismo) 2) Radicalizzazione come conseguenza della repressione ad opera dei diversi regimi 3) Sradicamento da una base di massa, in quanto terroristi emarginati dalla maggioranza della popolazione Tentativi egemonici e fattori destabilizzanti Radicalismo islamico: 1) Affermazione di tendenze neo-tradizionaliste e integraliste a causa del fallimento delle ideologie laiche e delle politiche condotte dalle élite 2) Radicalismo come conseguenza dell’esclusività dell’ideologia islamica e del conseguente rifiuto dell’Occidente = ateismo e imperialismo 3) Debolezza delle organizzazioni moderate a causa della repressione delle opposizioni e della scarsa libertà politica 4) Errori ed egoismi delle potenze occidentali Tentativi egemonici e fattori destabilizzanti Attentati dell’11 settembre 2011 New York; marzo 2004 Madrid; luglio 2005 Londra 1) Fallimento della stretegia di al-Qaida 2) Pericolo è la diffusione di un terrorismo acefalo e ramificato, privo di una stretegia 3) La conseguenza principale è stata provocata dalle risposte militari e soprattutto dal trattamento dei prigionieri a Abu Ghrayb e Guantanamo: questo ha finito per screditare gli Usa e l’Europa presso l’opinione pubblica araba Gli ISLAM contemporanei Teologia della liberazione islamica: a) Islam = ideologia positiva di trasformazione del mondo b) Centro della discussione deve essere spostato da Dio (trascendente e inattingibile) all’uomo c) Teologia islamica = strumento di liberazione dei popoli. Ciò è possibile perché Dio è garanzia della giustizia sociale d) Islam = ideologia dialogante con le forze religiose progressiste (in primis con il Cristianesimo) Gli ISLAM contemporanei Problema della democrazia I caratteri portanti della democrazia (procedure elettorali, diffusione partecipazione politica, forma parlamentare, garanzia dei diritti dell’uomo, libertà di associazione,espressione del dissenso) non sono stati implementati nei paesi arabo-islamici del Medio Oriente Motivi: 1) Ruolo delle élite militari nella conquista dell’indipendenza 2) Ipertrofismo dello stato 3) Patrimonializzazione del potere: le élite controllavano lo stato e l’economia e lo hanno fatto tutelando i loro interessi 4) Mancato sviluppo della dialettica politica: opposizioni impotenti o imbavagliate Gli ISLAM contemporanei Problema della democrazia Alcuni studiosi sostengono la possibilità di una via islamica alla democrazia Fattori principali: 1) progredire della società civile, 2) sviluppo di opposizioni favorite dai mezzi di informazione; 3) diffusione di un Islam socializzato Diritti umani nell’Islam: preservazione della religione, della persona, della ragione, della famiglia e della proprietà. Il collante non è l’individualismo, ma l’interesse della comunità. Errori dell’Occidente 1) Considerare i regimi al potere come espressione dell’Islam moderato 2) Appoggio a regimi autoritari che hanno favorito la radicalizzazione dei movimenti sociali Gli ISLAM contemporanei Islam Mondializzato La galassia dei musulmani che vivono in Occidente: a) Considerato più malleabile alle influenze occidentali b) In realtà l’islamofobia delle società occidentali sembra favorire la diffusione di idee di tipo fondamentalista