Musica popolare negli Iblei*
L’intervento traccia una storia della ricerca sulle tradizioni sonore iblee a partire dalla produzione di Guastella e di altri autori,
attivi a cavallo fra ’800 e ’900. Alle testimonianze esclusivamente cartacee, negli anni ’50 si affiancano le registrazioni di Lomax
(1954), Nataletti (1955) e Uccello (1961). Vengono ricordate le
iniziative di riproposta folk e di progetti scolastici che dal Gruppo Folcloristico “Contea di Modica” (1972) giunge all’esperienza
de I Taddariti (2000). L’intervento è seguito da tre brevi appendici (musica sacra, evidenze polifoniche a Modica e musica popolare in area ipparina) ed è corredato da una bibliografia-discografia
D
opo la Seconda Guerra Mondiale, la Sicilia esemplificava ancora la
divisione tra Nord industrializzato e Sud agrario, con estesi latifondi, con
assenza di proprietari terrieri e con l’impoverimento dei piccoli agricoltori che avevano prevalso fin dall’unificazione italiana del 1870. In questo
sconvolgimento, furono i produttori cinematografici, gli artisti e gli intellettuali socialmente impegnati che divulgarono la condizione della gente.
La storia delle lotte per la riforma agraria e il cooperativismo in Sicilia fu
cantato dal poeta dialettale Ignazio Buttata, i cui Lu pani si chiama pani e
Lamentu pi la morti di Turiddu Carnevali furono pubblicamente eseguite dai
cantastorie. L’angosciante volto di una Sicilia in trasformazione fu ritratta
*Revisione e aggiornamento al luglio 2014, ad opera dell’autore, del testo
letto in occasione dell’intervento presso l’Aula consiliare del Comune di Ragusa
durante la seconda giornata del workshop del partenariato di supporto denominato SMART (Sicilia del Sud-Est - Malta, Radici comuni e tradizioni popolari e
religiose), svoltosi tra 21 e 22 settembre 2006.
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nelle tele di Renato Guttuso; l’Isola fu il set per le pellicole neorealistiche
di Luchino Visconti con La terra trema o di Pietro Germi con In nome della
Legge. Gli anni del dopoguerra videro anche le pubblicazioni di Il mondo
magico di Ernesto De Martino e Osservazioni sul folklore scritto da Antonio
Gramsci vent’anni prima.
Malgrado tali mutamenti, lo stile di vita tradizionale e i mezzi di produzione economica rimasero sostanzialmente uguali dalla fine della guerra
fino ai primi anni sessanta. L’analfabetismo e l’assenza di televisione favorirono la persistenza di un corpus tradizionale estremamente ricco di canti,
liriche, favole, musica, teatro, preghiere, ecc. Le informazioni erano diffuse
ancora in città dai “vanniaturi” accompagnati dal tamburo, e il più efficace
mezzo di avvertimento erano le grida dei venditori ambulanti e dei riparatori vaganti. Le gesta di Rolando e Carlo Magno e della sua corte venivano
rappresentate in piccoli teatri di marionette e narrate da contastorie professionisti nelle piazze paesane davanti ad appassionate folle.
La posizione geografica della Sicilia e le sue successive invasioni la dotarono di un unico ed intricato retaggio. Come ha osservato l’antropologo
Antonio Buttitta, le varie culture occupanti, anziché cancellare ciò che era
stato portato dal conquistatore precedente, vi sovrapponevano i loro usi.
Lungo tutta l’Isola, i costumi popolari furono il risultato di uno scambio
continuo tra generi antichi e moderni, coesistenti in diversi ambienti socio-culturali.
La musica di tradizione nel secondo Novecento in area iblea
2
Nel secondo dopoguerra la società tradizionale subisce profondi cambiamenti. L’avvento di un nuovo sistema produttivo ed economico sconvolge il sistema socio-culturale in vigore fino a tutto l’Ottocento. Tra le perdite, anche il naufragio del patrimonio etnofonico e delle prassi sonore
(relative a pratiche sociali in via d’estinzione).
A cavallo tra Otto e Novecento, cultori come Guastella, Ferrara e Avolio avevano lasciato saggi sulla musica popolare del Sud-Est dell’Isola. Tali
autori, non avendo una preparazione specialistica e non avendo lasciato
supporti registrati, rendono le loro informazioni mero sussidio e non fondamento per la ricostruzione e la rivalutazione della tradizione sonora.
Negli anni Cinquanta cominciano gli interessi dei ricercatori stranieri,
primo fra tutti lo statunitense Alan Lomax che nel 1954 visita la Sicilia per
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registrare esempi di musica tradizionale. L’anno successivo una spedizione etnomusicologica promossa dal Centro Nazionale di Studi sulla Musica
Popolare dell’Accademia di S. Cecilia in Roma raggiunge varie località iblee
e raccoglie numerosi canti. Nel 1961 Antonino Uccello completa quella ricerca. Nel 1972 nasce a Modica il Gruppo Folcloristico Contea di Modica,
animato dal poeta Carmelo Assenza e dai musicisti Giovanni Bergamasco,
Marcello Bruno, Duccio Belgiorno, Enzo Alfano e da una giovanissima Cecilia Pitino (che negli anni Novanta farà il suo exploit solistico). Attorno al
1975 il Rotary Club di Ragusa realizza un disco con vari canti amorosi e
religiosi. Altra iniziativa ragusana si svolge nelle radio locali. Radio G7 e TeleIblea realizzano, tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, delle trasmissioni
in cui vengono ospitati i rari depositari di questa tradizione. All’inizio degli
anni Ottanta giovani musicisti modicani, i Mistenda Addimurata, realizzano un progetto d’ispirazione popolare con il contributo del dialettologo
Nannino Ragusa: nel 1983 esce un LP, ’Ntiempu fui cavaddu. Da questo momento la ricerca sarà promossa dal Museo delle Arti e Tradizioni Popolari
S. A. Guastella di Modica, diretto da Duccio Belgiorno.
La valorizzazione della tradizione musicale iblea fa il suo ingresso anche
in ambito scolastico: Grazia Dormiente e Peppe Scucces (quest’ultimo già
attivo nei Mistenda Addimurata) conducono un progetto di ricerca scolastica che rifluirà nel volume Canti, parole e gesti: esperienza nella campagna
modicana (i brani vengono raccolti a partire dal 1972, ma la pubblicazione
è del 1980), con testi e qualche trascrizione; degli anni Ottanta è la ricerca
scolastica, pubblicata verso la metà del decennio successivo da Gianluca
Campagnolo, con i canti della zona ipparina (Comiso, Vittoria e Acate) con
trascrizioni e testi; iniziative analoghe vengono condotte fino ad oggi a
Scicli da Carmelo Errera presso la scuola media Micciché-Lipparini (attività
che in qualche modo porterà al cd Canti popolari raccolti a Scicli realizzato
dall’associazione L’isola nel 2002).
Negli anni Novanta, mentre la scena modicana registra la frenetica attività del gruppo Muorika Mia, animato da Gianluca Abbate e da Salvuccio Melilli (anche quest’ultimo già protagonista dell’esperienza Mistenda
Addimurata), a Ragusa si assiste alla nascita di alcune formazioni, una per
tutte i Talèh (il loro primo album, Ratapunto, uscirà soltanto nel 2009 quasi
in contemporanea con Robasicula, omonimo lavoro di un’altra formazione
ragusana di più recente costituzione); per il resto, nell’area iblea – se si
eccettuano alcuni focolai a Scicli - non si evidenziano altri poli di fermento
popolare. A margine si segnalano i tentativi di preservare la figura del cantastorie: in questo ambito si muovono il progetto Almos, fondato a Mon-
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terosso Almo da Giuseppe Castello nel 1994, e l’associazione ragusana de
Gli Ultimi Cantastorie, animata da Franco Occhipinti (2002).
Nel 2000 nasce il progetto del Nuovo Canzoniere Ibleo, con la formazione meglio conosciuta come I Taddariti, che realizzerà tre album nel primo decennio del nuovo secolo (Beddi tiempi, 2002; Gira vota e furrìa, 2003;
Comu veni si cunta, 2007).
Negli ultimi anni, oltre all’influenza crescente del cantautore siracusano
Carlo Muratori, la musica popolare iblea si arricchisce del contributo della
cantautrice nissena Alessandra Ristuccia che si esibisce da solista o con una
formazione di musicisti autoctoni. Attualmente, se i protagonisti della scena popolare rimangono essenzialmente quelli emersi negli anni Novanta,
la novità è costituita dalla organizzazione di alcune manifestazioni - fra cui
le quattro edizioni del Taranta Sicily Fest (Scicli, 2011-14) e le due edizioni
della rassegna Ibla Folk (Ragusa Ibla, 2013-14) – momenti indispensabili
che, assieme agli sforzi dei musicisti impegnati nella trasmissione di un
repertorio e di una prassi, potranno contribuire alla nascita di un pubblico
competente e garantire lunga vita alla nostra tradizione musicale.
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Appendici
1. Musica liturgica e devozione popolare
Sebbene tra musica liturgica e devozione popolare vi sia un rapporto
osmotico, le forme colte, seppure dirette alla massa dei fedeli, vanno nettamente distinte dalle forme popolari. Tra le prime possiamo accennare
alle musiche che un tempo accompagnavano rappresentazioni come il
dramma sacro; possiamo citare anche gli oratori come quelli rappresentati a Scicli verso la fine del Settecento, composti da Paolo Altieri; e ancora
il Novenario dell’Annunziata che si tiene tuttora nell’omonima Basilica in
Comiso. Come forma intermedia ricordiamo le Canzoncine per l’Immacolata, musicate da Federico Borrometi ed eseguite ancora oggi dalla banda
rispettivamente per le Chiese di S. Bartolomeo all’Immacolata e S. Maria La
Nova in Scicli.
Tra le forme di devozione popolare, dobbiamo sottolineare l’esistenza
di repertori legati alla liturgia (cioè alle feste) come le novene o i canti della
passione (citiamo a tal proposito, il Settenario dell’Addolorata, scritto per
voci liriche e organo ma in vernacolo, eseguito tuttora presso la Chiesa
Madre di Comiso). A tal proposito merita di essere citato il reportage di
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Fulvio Stanganelli, Trenodie popolari del Giovedì Santo in Comiso, apparso
nel 1929 su “Folklore Italiano”. Ma vi è anche un repertorio che non ha apparenti legami con le festività, come filastrocche con riferimenti a figure di
santi o i canti della Madonna eseguiti durante la mietitura.
È nell’ambito devozionale che si possono rintracciare labili informazioni circa la prassi vocale a più voci. Infatti, per molto tempo, gli studiosi
del folklore siciliano hanno ritenuto la musica popolare come un genere
monodico, ossia a voce solista. Nel 1995 Ignazio Macchiarella, in Il falsobordone fra tradizione orale e tradizione scritta, a proposito dei canti popolari
polifonici dichiara che vi sono chiari segni per credere che a Modica e ad
Ispica dovettero esistere repertori polivocali legati alla Settimana Santa e
ad ambiti lavorativi (del resto anche Collaer nel 1955 aveva trascritto un
brano a più voci sentito a Carlentini).
Per molto tempo, gli studiosi del folklore siciliano hanno ritenuto la
musica popolare come un genere monodico, ossia a voce solista. Infatti,
Paul Collaer - uno dei musicologi a seguito della spedizione etnologica
del 1955 - parlando di un episodio avvenuto a Carlentini si disse stupefatto nel trovarsi di fronte ad un esempio di polifonia tradizionale (si veda
il saggio Sulle registrazione effettuate nel sud della Sicilia del 1955 apparso in “Nuove Effemeridi”, 1990, n. 11). Da allora la ricerca in questo versante è andata avanti. Nel 1995, finalmente, Ignazio Macchiarella fece il
punto della situazione citando anche la nostra zona. In Il falsobordone, fra
tradizione orale e tradizione scritta, lo studioso siciliano parla dei riti della
Settimana Santa. Il saggio disserta approfonditamente della sua personale ricerca, corredata da esempi su pentagramma, condotta nelle zone di
Caltanissetta e Agrigento. Si ribadisce che il canto polivocale è limitato a
repertori legati alla Settimana Santa e ad ambiti lavorativi. Per quanto riguarda la nostra provincia si dà notizia di registrazioni riguardanti i centri
montani di Chiaramonte Gulfi, Monterosso Almo e Giarratana (conservate al Folkstudio o al CIMS di Palermo). In una nota Macchiarella asserisce
che a Ispica e a Modica esistette il canto a più voci. Questa affermazione
verrebbe supportata anche da una informazione indiretta che proviene,
parrebbe assurdo, dall’opera lirica in tre atti Maruzza (1894) del modicano
Pietro Floridia. Il compositore, che nella prefazione diede sfoggio delle sue
conoscenze etnologiche, conclude il suo secondo atto con una canzone di
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2. Polifonia popolare a Modica
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sdegno tipica del circondario modicano. A dire il vero la melodia - intonata
dal personaggio Peppe - non ha trovato ancora riscontro con nessun canto
specifico ma la modalità di accompagnamento dei “compari” del cantore
rimanda alla pratica della polifonia ad accordo: ogni cadenza è sottolineata dall’intervento di un’armonia senza terza (solo unisono, quinta e ottava).
Queste ricerche non possono più godere della viva tradizione, ma possono
far ancora più luce su questo aspetto nella nostra zona. Le registrazioni
effettuate in centri molto vicini, le testimonianze orali di una passata esistenza, e l’attestazione indiretta del Floridia conduono ad un primo, essenziale, punto fermo: il canto popolare ibleo - negli ambiti paraliturgico e
lavorativo, e specificamente a Modica, suo epicentro - non dovette essere
esclusivamente monodico.
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3. Musica popolare nell’area ipparina
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Le prime fonti della ricerca etnofonica nella zona ipparina risalgono al
1929. Infatti, quell’anno comparve su “Folklore Italiano” (IV, 2/4: pp. 211219) il reportage di Fulvio Stanganelli, Trenodie popolari del Giovedì Santo
in Comiso. L’iniziativa era tra le ultime manifestazioni della demopsicologia
ottocentesca (che aveva visto gli scritti del Pitré, del Favara, del Ferrara,
etc.), e si inquadrava nell’azione ideologica del regime fascista, promotore
di indagini sul folklore italico. Il volume Suoni e Culture del 1995 riporta
solo tre esempi su pentagramma. Nell’ambito del risveglio etnomusicologico postbellico si inserisce, invece, la seconda iniziativa in ordine di tempo. Si tratta della campagna di raccolta effettuata nel maggio-giugno 1955
- da Nataletti, Collaer, Schneider, Tiby et al. - a Comiso e a Scoglitti. In quella
occasione furono registrati una trentina di canti. In “Culture Musicali” (I, 2,
1982) troviamo, all’interno del saggio I modi della musica tradizionale siciliana di Paul Collaer, un esempio musicale frutto di quella spedizione (un
canto d’amore di Scoglitti). Due esempi comisani, un canto d’amore e una
ninna-nanna estremamente interessanti in quanto denuncerebbero la nostra discendenza dalla popolazione mediterranea dolicocefala, si trovano
in un saggio dello stesso Collaer apparso su “Nuove Effemeridi” (III, 1990).
Nel frattempo, si registrano anche lodevoli iniziative autoctone. All’inizio
degli anni Settanta fu effettuata una registrazione in occasione di una Festa dell’Unità che ospitava anziani musicisti alle prese con canti locali (fu
edito un Lp, ora introvabile). Verso la metà degli anni Settanta, il Rotary
Club di Ragusa inserì nel suo Lp sulle tradizioni musicali iblee una novena
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di Natale e un canto della Settimana Santa, melodie raccolte entrambe a
Vittoria. Negli anni Ottanta veniva effettuata, tra Vittoria e Acate, anche
la ricerca scolastica facente capo al clarinettista Gianluca Campagnolo (si
tratta di un lavoro non specialistico ma certamente da tener conto nella
esiguità dei dati in nostro possesso).
Le informazioni e i canti non sono molti e non restituiranno una immagine vivida del canto popolare d’un tempo, ma vale la pena assemblare
da numerose fonti ciò che a noi è pervenuto per lasciare ai posteri almeno
una flebile eco di un patrimonio alla deriva.
1. Nell’ambito del progetto Talèh, oltre al poliedrico Vincent Migliorisi, è attivo il
cantautore e chitarrista Saro Tribastone, in anni più recenti animatore dei Robasicula (e
di altre formazioni di minore respiro come Cordasicula, Faciti rota), nonché artefice di
rassegne come Ibla folk.
2. Oltre all’esperienza dei Chiafura di Carmelo Errera, a Scicli si registra una timida
attività folk ad opera di giovani musicisti, sebbene questa non si sia ancora tradotta
in solidi progetti né in discografia di qualche rilievo (discorso a parte meriterebbe la
parabola creativa del cantautore sciclitano Guglielmo Tasca, attivo sin dai primi anni
Novanta).
3. Nel volumetto che ne risultò, compaiono una novena di Acate ed una di Vittoria,
assieme ad altri undici brani d’argomento profano.
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Bibliografia
Assenza (1970)
Bonanzinga (1995)
Bose (1993)
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Note
Canti popolari della Contea di Modica / Raccolti da
Carmelo Assenza. – Ragusa : Thomson, 1970.
Suoni e culture : Etnografia musicale in Sicilia / Sergio Bonanzinga. – Palermo : C.I.M.S., 1995.
Musiche popolari siciliane raccolte da Giacomo
Mayerbeer / Fritz Bose ; a cura di Sergio Bonanzinga.
– Palermo : Sellerio, 1993. – (Ms. datato 1816; prima
ed.: Berlin : Walter de Gruyter & Co., 1970).
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Cagliola (1917)
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I canti popolari in Sicilia : canti passionali, nuziali,
umoristici ninne nanne / Adelia Bonincontro Cagliola. - [San Giovanni La Punta] : Brancato, 2005. - Ripr.
facs. dell’ed.: Catania : V. Giannotta, 1917.
Collaer (1982)
I modi della musica tradizionale siciliana / Paul Collaer. – In: Culture Musicali, anno I (1982), n. 2.
Collaer (1990)
Sulle registrazioni effettuate nel sud della Sicilia nel
1955 / Paul Collaer. – In: Nuove Effemeridi, anno III
(1990), n. 11.
Campagnolo (1995) Canti popolari della Provincia di Ragusa / Gianluca
Campagnolo. – Ragusa : Iblea Grafica, 1995c.
C.N.S.M.P. (1970)
La ricerca e lo studio dei linguaggi musicali della Sicilia dal 1948 al 1969 attraverso l’opera del C.N.S.M.P.
– Roma: Accademia Nazionale di S. Cecilia ; Rai Radiotelevisione Italiana ; Centro Nazionale Studi di
Musica Popolare, 1970.
Canzuni (1998)
Canzuni e ninnananne : Melodie popolari siciliane. S. Giovanni La Punta [Catania] : B&B, 1998.
Caschetto (1982)
Canti popolari : testimonianze della provincia di Ragusa / a cura di Orazio Caschetto. - Ed. in proprio :
Saronno, 1982.
Dormiente (1980)
Canti parole e gesti : esperienza nella campagna modicana / Grazia Dormiente ; Peppe Scucces. - Modica
: Pro-Loco, 1980.
Guastella (1876)
Canti popolari del circondario di Modica / raccolti
e illustrati da Serafino Amabile Guastella. - Modica :
Tip. Lutri & Scagno, 1876.
Guastella (1887)
Ninne nanne del circondario di Modica : raccolti e
illustrati con un’appendice / Serafino Amabile Guastella. - Ragusa : Picciotto & Antoci editori, 1887. Appendice: Il canto delle messe.
Macchiarella (1995) Il falsobordone : fra tradizione scritta e tradizione
orale / Ignazio Macchiarella. – Lucca : Libreria Musicale Italiana, 1995.
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Discografia provvisoria
(Belgiorno, 1988)
IDG CD 001
La Contea di Modica / Arrangiamenti Duccio Belgiorno e
Gino Carbonaro. – Modica, Foto Studio Ignazio Di Grandi,
2004. – Rimasterizzazione dell’LP datato 1988.
(Belgiorno, 1991)
CAVA 160991
Cava Ispica. – Germany : Control Data, 1991. – [Prodotto da
Duccio Belgiorno utilizzando registrazioni proprie realizzate sul campo].
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(Cantastorie Monterosso, 2005)
autoprodotto
Cava Ispica. – Germany : Control Data, 1991. – [Prodotto da
Duccio Belgiorno utilizzando registrazioni proprie realizzate sul campo].
(Cantunovu, 1998)
CD 1 98
Petra Janca / Cantunovu. – Siracusa : Associazione Culturale
“Cantunovu”, 1998.
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(Cilliri, 1980)
Isola - CGD
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(Cilliri, 1981)
Isola - CGD
(Etnos, 1993)
AEDB MC 001
Sutta ‘n velu / i Cilliri. – [Siracusa] : Isola, 1980. – LP.
Dda bbanna a montagna / i Cilliri. – [Siracusa] : Isola, 1981.LP.
Canti popolari della contea di Modica. – Modica : Edizioni
Etnos, 1993c.
10
(L’Isola, 2003)
AI CD 001
Canti popolari raccolti a Scicli / [i Chiafura]. – Scicli : Associazione Culturale “L’Isola” Onlus, 2003. – (Arrangiamenti musicali e chitarra acustica Mimì Trovato con al partecipazione
di Bruno Cartia ; voce solista Carmelo Errera e Anna Trovato). – Raccolta a cura di Giovanni Portelli.
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Musica popolare negli Iblei
(Lomax, 2000)
Rounder 116611808-2
Italian treasury : Sicily. - Cambridge [Massachussets] : Rounder Records Corp., 2000. - The Alan Lomax Collection. – Recording by Alan Lomax and Diego Carpitella. – Notes by
Sergio Bonanzinga, Mauro Geraci and Mario Sarica.
(Mistenda Addimurata, 1982)
Astras Recorda
N. 01 01
‘Ntiempu fui cavaddu / Mistenda Addimurata. – Noto : Registrazione Studio “Estro”, [1982c]. – Produzione Comune di
Modica. – LP.
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(Muorika Mia, 1999)
MC 002
(Muorika Mia, 2001)
AM PF CD 01
Canti della contea modicana / Odopoietoi . – Associazione
Culturale “Muorika Mia” ; Artenova Records, 2001.
Canzuni ri Natali …e àutri!. – Modica : Associazione ricreativo-culturale “Muorika Mia” ; Amici della musica “P. Floridia”,
2001. – Registrato da Gianluca Abbate.
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(Muorika Mia, 2001)
AM PF CD 01
Talìu la luna – Modica : Associazione ricreativo-culturale
“Muorika Mia”, 2003. – Realizzato da Gianluca Abbate.
(Muorika Mia, 2006)
autoprodotto
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Kore & Demetra – Modica : Associazione ricreativo-culturale “Muorika Mia”, 2006. – DVD – Registrazione di uno spettacolo realizzato a Modica presso Villa S. Anna (22 agosto
2004).
(Muorika Mia, 2010?)
autoprodotto
E nascìu lu Bamminièddu – Modica : Associazione ricreativo-culturale “Muorika Mia”, 2010?)
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(Pitino, 1998)
Viceversa Records
Spunta na rosa / Cecilia Pitino. – Catania : Viceversa Records,
1998.
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(Pitino, 1998)
Viceversa Records
Far lunari / Cecilia Pitino. - Allegato al numero 59 della rivista “World Music Magazine” (Roma, 2003). - I Dounia hanno
registrato e prodotto il CD, del quale sono autori della maggior parte dei brani.
(Ristuccia, 2012)
autoprodotto
(Robasicula, 2009)
autoprodotto
Robasicula / Robasicula. – Ragusa : 2009.
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Cori Niuru / Alessandra Ristuccia. – Modica : 2012 – Contiene il brano “Lu suli nun mori mai”, già registato come singolo nel 2010.
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(Taddariti, 2002)
CSC CD 001
Beddi tiempi / i Taddariti : Nuovo Canzoniere Ibleo. - Ragusa : Centro Servizi Culturali, 2002.
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(Taddariti, 2003)
ST CD 006
Beddi tiempi / i Taddariti : Nuovo Canzoniere Ibleo. - Ragusa : Centro Servizi Culturali, 2002.
(Taddariti, 2007)
MSK CD 001
ARCHIVIO DEGLI IBLEI
Comu veni si cunta / i Taddariti : Nuovo Canzoniere Ibleo. Ragusa : MuSikania Produzioni Sonore, 2007.
(Talèh, 2009)
ES5374
Ratapunto / Talèh. – Casale Monferrato : Folkclub EthnoSuoni, 2009.
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(Tasca, 1998)
autoprodotto
Arà / Guglielmo Tasca. – [Autoproduzione], 1998.
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(Tasca, 2001)
PORTSONGS CDS
1016
‘U pagghiaru / Guglielmo Tasca. - [Australia] : Portsongs,
1998.
(Tasca, 2007)
autoprodotto
Bonè bonè / Guglielmo Tasca. - [Autoproduzione], 2007.
(Tasca, 2010)
autoprodotto
Ku nappa nappa / Guglielmo Tasca. - [Autoproduzione],
2010.
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(Muratori, 1987)
Folkstudio
Afrodite / Carlo Muratori. - Siracusa : Folkstudio, 1987. – LP.
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(Muratori, 1993)
Terzopiano
Storie di popolo : catastrofi e storie di popolo / Carlo Muratori. - Siracusa : ed. Terzopiano, 1993. – Musicassetta.
(Muratori, 1994)
Folkstudio
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(Muratori, 1996)
Folkstudio
Canti e Incanti / Carlo Muratori. - Siracusa : Folkstudio, 1994.
Stella Maris / Carlo Muratori. – Siracusa : Folkstudio, 1996.
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(Muratori, 1997)
Folkstudio
Stidda di l’Orienti : Echi di canti natalizi della gente di Sicilia
/ Carlo Muratori. – Siracusa : Folkstudio, 1997.
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(Muratori, 1999)
Folkstudio
Pesah : I canti e le musiche dei riti della Settimana Santa in
Sicilia / Carlo Muratori. – Siracusa : Folkstudio, 1999
(Muratori, 2001)
Folkstudio
(Muratori, 2004)
Folkstudio - Edt
Plica Polonica / Carlo Muratori. – Siracusa : Folkstudio, 2001.
Carlo Muratori e i Cilliri. – Siracusa : Folkstudio, 2004. -Raccolta sintesi con brani tratti da “Sutta ‘n velu” e “Dda bbanna
a montagna” su CD.
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(Muratori, 2005)
Eko Music
Sicily / Carlo Muratori. – Siracusa, Eko Music, 2005.
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(Muratori, 2008)
Folkstudio
La padrona del giardino / Carlo Muratori. – Siracusa : Folkstudio, 2008.
(Rotary, 1975)
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Canti popolari della Contea di Modica / a cura del Rotary
Club di Ragusa. - Ragusa : Rotary Club di Ragusa, [1975c].
(Uccello, 2004)
Antonino Uccello etnomusicologo : Canti raccolti da Antonino Uccello / a cura di Gaetano Pennino. - 2 cd audio
con libretto allegato (in italiano e in inglese). - Documenti
sonori inediti degli Archivi di etnomusicologia dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. - Introduzione di Giorgio
Adamo, con un saggio di Sergio Bonanzinga. - N. 3 della
Collana Archivio Sonoro Siciliano, Palermo, 2004.
Pubblicato da www.archiviodegliiblei.it, luglio 2014.