Regione di appartenenza: Sicilia, Gela (CL)
Nome del paesaggio rurale: Tra guerra e natura
Nickname della squadra: Velvet
Nome e Cognome degli studenti: Giulia Nicoletti, Giulia
Bonincontro, Sara Sauna
Classe: Classe V BL
Scuola: Liceo Scientifico e Linguistico Statale Elio Vittorini
Nome e Cognome del docente referente: Giuseppe La Rocca
Data e Firma del docente:
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Il paesaggio rurale rappresentato in foto si trova nel territorio di Gela, su un terreno di proprietà
privata, di tipo argilloso e delimitato da una recinzione metallica.
Il suddetto terreno insiste sulla piana di Gela, la seconda piana più grande in Sicilia, ed è confinante
con i comuni di Butera e Niscemi, precisamente alle coordinate 37,11997014155722 di latitudine e
14,290360696613789 di longitudine.
E’ una pianura alluvionale post-Pleistocenica formata dal Fiume Gela e dagli affluenti Maroglio e
Cimia. Ha un territorio molto diversificato da un punto di vista naturalistico in ecosistemi ricchi di
flora e di fauna anche di notevole interesse scientifico. Presenta ambienti umidi (Biviere, invasi,
vasche di irrigazione, acquitrini temporanei, aste fluviali); agro-ecosistemi (seminativi ceralicoli,
coltivi arborei e arborescenti, orticoli); dune costiere; incolti e pascoli; ambienti rupicoli e calanchivi.
Risulta pertanto il territorio più interessante dell'intera provincia e tra i più importanti per biodiversità
dell'intera regione siciliana. La Piana trova la sua naturale conclusione ad Ovest nel Monte Zinglino,
al di là del quale si trova il Piano Marina, inciso dal Torrente Comunelli che, scorrendo da Nord a
Sud, costituisce il limite fisico dell'area di competenza del Comune di Gela.
Le aree pianeggianti del territorio ricadenti nella Piana di Gela e nelle zone limitrofe appartengono
interamente alla classe 1 (aree stabili). La classe 2 (aree raramente instabili), caratterizza invece le
zone adiacenti alla Piana; mentre le classi successive (3 e 4), caratterizzate da instabilità via via
crescenti, interessano le aree marginali del territorio come la dorsale che si estende dai Monti della
Guardia fino a Monte Falcone, passando per Monte dell'Apa, Monte Zai e Monte San Leo, o i settori
occidentale e sud-orientale (rispettivamente la zona di Manfria e le varie contrade poste tra il fiume
Dirillo e la Piana di Gela).
E' una delle zone più floride in campo agricolo di tutta la Sicilia, infatti il territorio gelese nasce come
uno dei principali centri di coltura di cotone presente in Italia dati il clima favorevole e la natura del
terreno adatto. La coltivazione di cotone verrà poi sostituita da quella di grano a causa della sua bassa
redditività economica.
Oggi vengono maggiormente coltivati ortaggi come carciofi, che costituiscono una grande parte della
produzione regionale, finocchi o come nel caso della coltivazione rappresentata in foto, i peperoni.
Ciò che ha permesso l'aumento delle varie coltivazioni è stata la presenza nel territorio dell'acqua in
abbondanza fornita dalle tre dighe (Comunelli, Biviere e Cimia) e dal corso del fiume Gela. Si ricorda
che in zona è presente più antica diga di Sicilia. Essa fu fatta eseguire sin dal 1563 dalla Casa Ducale
di Terranova, la quale per quest'opera destinata ad uso e consumo privato ebbe in compenso, dal
Consiglio Civico della Città, circa 4.500 ettari di terre.
La vegetazione agricola è quindi costituita in parte da specie erbacee sparse un po' in tutto il territorio
e in parte da colture legnose (vigneti, uliveti, mandorleti, agrumeti, etc.) concentrate prevalentemente
nella parte ad Est del territorio. La superficie non coltivata occupa circa il 12% del totale. Queste aree
sono localizzate per lo più nelle zone marginali, in particolare alle quote più elevate (150-300 m.l.m.),
o relegate in zone con pendenze che superano solitamente il 30% circa. La vegetazione boschiva e
spontanea presente nel territorio viene classificata in boschi, boscaglie e, nella maggior parte degli
stadi di degradazione, comprese sotto il termine di macchia e diverse formazioni erbacee xerofile ed
eliofile; nei tratti ricadenti negli impluvi torrentizi, si evidenzia la presenza di popolamenti vegetali
di tipo iglofilo. La presenza di essenze arboree di tipo forestale è piuttosto limitata in rapporto
all'intera superficie comunale. L'assenza di vere e proprie zone montane, o comunque di luoghi
inaccessibili, ha fatto si che nel territorio in esame non esista zona che non abbia risentito,
direttamente o indirettamente dell'azione dell'uomo. L'attività antropica, intesa come sfruttamento
silvo-agro-pastorale del territorio, ha innescato fenomeni di degrado quali l'erosione, il dissesto
idrogeologico e l'impoverimento dei suoli, ciò unitamente ad insensate opere di rimboschimento con
essenze non-autoctone, che hanno sconvolto il panorama floristico originario
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Gran parte del territorio comunale ricade nella fascia dell'oleo-ceratonion in cui, oltre all'oleastro e al
carrubbo che ne rappresentano gli elementi distintivi, troviamo numerose altre essenze quali ad
esempio la palma nana, il lentisco, la fillirea, la ginestra ed i tamerici.
La ricchezza floristica trova un riscontro nella vivace fauna che popola questa zona. Infatti il
susseguirsi di diversi tipi di coltivazione e la presenza di ampi spazi dediti al pascolo, hanno permesso
lo sviluppo della microfauna che fornisce il nutrimento alle innumerevoli cicogne bianche che abitano
periodicamente la Piana. I volatili sono soliti nidificare sui numerosi tralicci che costeggiano la
SS117bis, il che li rende visibili ai viaggiatori che percorrono la strada. Il fenomeno nel tempo ha
assunto sempre più importanza, dato anche l'aumento del numero di cicogne, tanto da suscitare
l'interesse dei volontari della LIPU di Niscemi che periodicamente controllano la loro permanenza,
dalla nidificazione alla migrazione. Indagini ornitologiche effettuate su tutta l’area fin dall’inizio
degli anni “80” del novecento hanno evidenziato una ricchezza di almeno 200 specie, molte di
interesse comunitario legate principalmente agli ambienti steppici e cerealicoli. Il Grillaio, Falco
naumanni, nidifica con una popolazione che è la maggiore siciliana e tra le maggiori in Italia, la
Pernice di mare, Glareola pratincola, ha nella piana tutta la popolazione nidificante siciliana, la
Ghiandaia marina, Coracias garrulus, e l’Occhione, Burhinus oedicnemus, hanno le popolazioni
siciliane più numerose. Il Biviere di Gela, la piana, la costa e il golfo antistante rappresentano un’area
tra le più importanti mediterranee per il transito e la sosta dell'avifauna. Le specie interessate dal
fenomeno sono 127 circa. In alcuni anni sono stati contattati in primavera durante il transito più di
60.000 uccelli. Le cicogne contribuiscono ad arricchire la già numerosa varietà di uccelli che abitano
la riserva naturale del Biviere di Gela.
L'alterazione dell'ambiente naturale ha avuto come conseguenza anche una riduzione delle
popolazioni animali e la scomparsa di alcune di queste. Ricordiamo la scomparsa in tempi recenti del
Gufo Reale. Il Gatto selvatico ha un futuro molto incerto, in quanto carnivoro ed in più legato
all'habitat boschivo, ne segue il destino. Un po' ovunque sono presenti in modesto numero l'istrice, il
riccio, la donnola e la volpe, animali meglio adattabili agli ambienti aridi. Anche gli anfibi hanno
avuto una drastica riduzione a causa della distribuzione degli ambienti umidi. Ricordiamo la presenza
del Discoglosso Dipinto, localizzato solamente in ristrette aree del bacino del Mediterraneo. Il Biviere
di Gela è l'unico lago naturale del territorio che presenta caratteristiche proprie che lo rendono, tra
l'altro, indispensabile per lo svernamento, la nidificazione e la sosta degli uccelli durante le migrazioni.
La presenza come nidificanti di alcune specie di rapaci, molto esigenti per la scelta dell'habitat, come
ad esempio l'aquilotto ed il capovaccaio, dimostrano che ancora vi siano ambienti integri da
conservare.
Oltre alla sua importanza dal punto di vista agricolo, il territorio vanta una storia di non poco conto.
Gela nasce infatti come colonia greca, ospitando il drammaturgo Eschilo nell'ultimo periodo della sua
vita. Fu conquistata da Federico II di Svevia nel 1233 e rinominata in Terranova. Risale proprio a
questo periodo la costruzione del Castelluccio, che si erge sulla collina adiacente alla zona della foto
in oggetto, il quale sfruttava la posizione sopraelevata per fini strategici, ovvero porsi come un
baluardo che permetteva l'osservazione della costa e la difesa del percorso verso la città attraverso il
corso del fiume. L'edificio presenta anche un importante valore simbolico, in quanto si colloca
esattamente sull'asse trasversale della città e risulta visibile dall'incrocio tra i due principali assi urbani:
si staglia quindi come la figura di Federico II che guarda dall'alto la sua città. Durante la seconda
guerra mondiale, nell'estate del 1943, le truppe alleate misero in atto una delle più importanti
operazioni militari della storia del nostro Paese: l'operazione Husky. La zona (compreso il territorio
rappresentato in foto) ebbe una grande importanza strategica in quanto permise l'osservazione di tutta
la costa gelese e dei paesi limitrofi. In questo scenario ebbe luogo la battaglia di Gela, combattuta tra
l'11 e il 13 luglio 1943, che ha rappresentato uno dei primi conflitti tra i nazifascisti e le forze alleate
in Sicilia.
Sono molte le strutture protagoniste del conflitto, come l'aeroporto militare costruito durante il
ventennio fascista ed oggi difficilmente localizzabile e il cimitero dei caduti americani, poi trasferiti
in patria (in loco è stata eretta una lapide commemorativa). Possiamo invece ammirare tutt'oggi i
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bunker, presenti in tutta la zona compresa nella foto e circostante essa. Questi erano punti di
osservazione e controllo delle principali arterie stradali e permettevano una più organizzata azione di
guerra. Il bunker qui rappresentato è forse il più significativo (sia come grandezza che come posizione
strategica) tra le strutture costruite nella zona. Esso domina la collinetta addossata alle rotabili
colleganti la SS117bis e la strada provinciale. Si accede al suo interno attraverso un'apertura posta a
nord oppure attraverso una scala che porta nei suoi “sotterranei”; al centro di esso è posto un elemento
in cemento armato di forma circolare che probabilmente serviva come base d'appoggio ad un pezzo
d'artiglieria pesante. Le aperture del bunker dominano il fronte sudovest e specialmente la prima
apertura rivolta a sud domina la ss117bis nella direzione che va verso Gela. La seconda apertura
domina il fronte tra Poggio Mulinazzo e Poggio Frumento (tra la SS117bis e la provinciale).
Il paesaggio nel corso degli anni ha cambiato la sua conformazione in base alle esigenze del tempo,
lasciando inalterati gli elementi storici.
Il territorio di Gela, che per la sua varietà orografica dà vita a molteplici luoghi di notevole pregio
paesaggistico, è costellato di presenze architettoniche che diventano talvolta anche punto di
riferimento per l'intera zona; alcuni di questi beni sono stati segnalati dalla Soprintendenza ai Beni
Culturali, e quindi sono già sottoposti a vincolo di tutela.
Il motivo per cui abbiamo deciso di fotografare questo paesaggio rurale risiede nell'importanza
agricola e storica propria del territorio, con un riguardo nei confronti degli elementi figurativi
rappresentati nella foto. Vi è infatti una contrapposizione tra il bunker che, grigio e spoglio, si erge
contrastando la natura incontaminata, rappresentando la morte e la distruzione causata dalla guerra.
Di contro, le coltivazioni che lo circondano sono un inno alla vita e alla prosperità di un mondo senza
guerre. Vita e morte coesistono e ognuna è causa ed effetto dell'altra.
Bibliografia:
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Sbarco Americano a Gela tra stragi, fuoco amico e bunker di Nuccio Mulè
65 anni fa.. Lo sbarco alleato in Sicilia di Gaetano Allotta
Gela il Castelluccio di Salvatore Scuto e Salvina Fiorilla
La Battaglia di Gela di Nunzio Vicino
www.lipuniscemi.it
www.gelanelmondo.it
www.archeoclubgela.it
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Elaborato grafico di rilievo Bunker: Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di
Caltanissetta Sezione di Gela dei funzionari Emanuele Lombardo e Salvatore Stimolo
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Allegati:
Il contadino lavora la
terra…
Le cicogne, tra le
zolle rimosse,
frugano il loro lauto
pasto. In questa
immagine l’uomo
convive
pacificamente con gli
animali selvatici.
Nido sopra il traliccio
con giovani cicogne.
Straordinaria
sequenza di
quattordici nidi su
altrettanti tralicci
dell’elettrodotto,
nelle immediate
vicinanze dell’area
dei bunker.
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Il cotone nella Piana:
oggi e negli anni 60.
Diga Grotticelli: la
più antica della
Sicilia.
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Rilievo di alcuni bunker al tempo della Battaglia di Gela.
Elaborati di rilievo del bunker oggetto della foto Torneo del paesaggio 2015.
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Il nostro bunker a fianco del cimitero dei caduti.
Cimitero militare dei caduti americani in guerra.
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Inquietanti comignoli,
sentinelle della meravigliosa
architettura, presenze
misteriose sui tetti della
“Pedrera”, sorvegliano sui
fragili equilibri della vita
dell’uomo, in ogni direzione,
dominando i tetti di
Barcellona.
Così, come una maschera
teatrale, con i suoi occhi,
vuoti e tenebrosi, il bunker
(vedi fotografia del concorso)
sorveglia il vicinissimo
Castelluccio e la sua piana e
scruta dal basso l’orizzonte
di terra, dove l’uomo, da
sempre, ha messo a dimora
colture mediterranee.
Così, nelle metafisiche piazze
di De Chirico, di tanto in
tanto, come misteriose
apparizioni, si svelano edifici
nel silenzio dello spazio
infinito, centro di ogni cosa, e
l’uomo, inspiegabilmente
assente, ha riposta la propria
essenza nei silenzi vuoti delle
architetture.
Il bunker è lì come guerriero
a sorvegliare il suo castello,
così come il cavaliere la sua
merlata torre.
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