Malattie infettive
ELENCO MALATTIE INFETTIVE E DIFFUSIVE CHE DANNO ORIGINE A
PARTICOLARI MISURE DI SANITÀ PUBBLICA (D.M. 15 DICEMBRE 1990)
virus protozoi batteri animali funghi
CLASSE PRIMA: Malattie per le quali si richiede segnalazione immediata o perché
soggette al Regolamento sanitario internazionale o perché rivestono particolare
interesse:
1) colera (infezione batterica intestinale dovuta al batterio Vibrio cholerae o vibrione del
colera. Malattia sempre più rara nei paesi industrializzati ma pur sempre endemica
in ampie aree del mondo, a volte in modo epidemico. La trasmissione avviene
attraverso cibi infettati dalle feci di persone contagiate con batteri trasportati dalle
acque di fiumi e acque marine. Particolarmente pericolosi i cibi che vengono
consumati poco cotti, come i frutti di mare, o addirittura crudi – ad esempio verdure
o frutta irrigate con acque contaminate. Tempo di incubazione: 1 – 5 giorni.
Sintomi: la malattia si manifesta all'inizio con un forte attacco diarroico, con feci
sempre più liquide fino a diventare biancastre, con enormi perdite di calcio e
potassio. Segue il vomito, che aggrava lo stato di disidratazione. Il paziente è
ipoteso, tachicardico, con diuresi ridotta o addirittura assente – anuria. A questo
segue lo shock dato dalla grave disidratazione e crollo della presenza di sali
nell'organismo);
2) febbre gialla (malattia infettiva virale causata da un Flavivirus trasmesso all'uomo da
una zanzara del genere Aedes spp. La zanzara Aedes aegypti è presente sia in
ambiente rurale che in ambiente urbano, in diversi continenti. Questo genere di
zanzara, anche per le variazioni ambientali e climatiche di questi ultimi decenni, sta
attualmente infestando regioni dalle quali era stata precedentemente eradicata, ed
aree totalmente nuove. Sintomi: la malattia si manifesta nel 60% dei casi in modo
asintomatico; esistono manifestazioni lievi, con leggero rialzo febbrile; una piccola
parte di casi si manifesta in forma grave con sintomatologia generale sistemica, forti
dolori generalizzati, emorragie precoci e gravi sia cutanee che interne, ittero; alla
fine sopraggiunge una insufficienza epatica e renale quasi sempre letale. La morte
può intervenire nei primi giorni di malattia, generalmente non oltre il decimo, e
caratterizza le forme a carattere emorragico fin dalla fase iniziale. Ad una prima
fase di manifestazione di malattia, segue generalmente un periodo di remissione
della durata di poche ore o alcuni giorni, quindi inizia una fase di intossicazione
caratterizzata da emorragie cutanee e digestive, sintomi a carico del fegato (ittero),
dell'apparato urinario (insufficienza renale) e shock. Mortalità: I decessi si
presentano nel 20% dei casi gravi, in particolari epidemie si può arrivare all''80% di
mortalità. Il 50% dei pazienti in fase tossica muore, di solito entro 2 settimane dalla
comparsa dei sintomi; vaccinazione obbligatoria per viaggi in paesi tropicali a
rischio).
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3) febbre ricorrente epidemica (causata da attacchi di batteri della famiglia delle
Spirochaetaceae, a sua volta compresa nel più vasto gruppo delle spirochete, in
particolare da Borrelia, un battero Gram negativo, microaerofilo, con tempo di
generazione di 18 ore. Chiamata anche “Morbo di Lyme, paese degli USA in cui fu
isolato nei primi anni 80, il battero è veicolato da artropodi (pidocchi o zecche).
Cause: scarsa igiene causata da carestie, guerre, disastri naturali. Sintomi: causa
eruzioni cutanee migranti a cui seguono attacchi febbrili, dolori articolari e nei casi
peggiori cardiopatie e neuropatie. Può restare all’interno dell’organismo parassitato
e a distanza di anni può causare meningite, encefalite, fino ad arrivare a demenza e
parestesie).
4) febbri emorragiche virali - gruppo di infezioni virali contagiose, scoperte di recente,
caratterizzate da emorragie gravi, multiple e spesso fatali. Le febbri emorragiche
Africane comprendono la febbre da virus Lassa, nota dal 1969, la malattia di
Marburg, malattia virale grave, con alto tasso di letalità. L’agente responsabile è un
virus appartenente alla famiglia delle Filoviridae, molto simile a quello che provoca
la febbre emorragica Ebola, descritta per la prima volta nel 1967, e la febbre da
virus Ebola, scoperta nel 1976. La malattia ha un periodo di incubazione che,
mediamente, varia dai tre ai nove giorni ma può essere anche più lungo. Sintomi:
la malattia esordisce improvvisamente con malesseri, dolori muscolari e cefalea
seguiti da faringite, vomito, diarrea ed eruzioni cutanee – Ebola - Il virus Ebola è
responsabile di epidemie assassine circoscritte all'Africa centrale. Il contagio tra gli
uomini avviene soprattutto per contatto diretto con la malattia o con prodotti
biologici infettati, piuttosto che attraverso le vie respiratorie. I sintomi clinici si
evidenziano dopo un'incubazione di 4-16 giorni, che, nella fase iniziale, comprende
la febbre, la cefalalgia, la mialgia e la soffusione congiuntivale. In seguito si
evidenziano i sintomi digestivi, con nausea, vomito e diarrea, associati a leucotrombocitopenia – valori bassi di leucociti e trombociti. La fase successiva è
caratterizzata da emorragie nasali, intestinali o genitali. Le alterazioni biologiche
comprendono l'aumento isolato delle transaminasi e i segni della coagulazione
intravasale disseminata. La malattia di solito è fatale dopo pochi giorni)
5) peste (infezione batterica dovuta a Yersinia pestis e trasmessa attraverso la puntura
delle pulci dei ratti, a volte anche dai morsi degli stessi ratti e per contatto diretto
con persone malate. La peste si può manifestare in tre modi: bubbonica, la più
comune, con 2 o 3 giorni di latenza, che inizia con febbre alta, vomito, nausea,
tumefazione dei linfonodi adiacenti all'area della puntura dell'insetto con bubbone
arrossato e dolente per un raggio di 2-2,5 cm. In seguito può trasformarsi in
ascesso e aprirsi all'esterno o formare bubboni secondari con interessamento di
altri linfonodi – peste setticemica – e diffusione di molte petecchie e ecchimosi
cutanee, da cui il nome di peste nera. La mortalità raggiunge l'80% dei casi.
Yersinia può attaccare anche i polmoni – peste polmonare – con sintomi simili a
quelli precedenti a cui si sommano quelli di una gravissima polmonite con tosse,
febbre e difficoltà respiratorie).
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6) poliomielite: spesso chiamata polio o paralisi infantile, è una malattia acuta, virale,
altamente contagiosa che si diffonde da individuo a individuo principalmente per via
oro-fecale. Sebbene circa il 90% delle infezioni da polio non causino sintomi, gli
individui affetti possono presentare una serie di condizioni se il virus entra nella
circolazione sanguigna. In circa l'1% dei casi, il virus penetra nel sistema nervoso
centrale, dove colpisce di preferenza i neuroni motori, portando a debolezza
muscolare e paralisi flaccida acuta. A seconda dei nervi coinvolti, possono
presentarsi diversi tipi di paralisi. La polio spinale è la forma più comune,
caratterizzata da paralisi asimmetrica che spesso coinvolge le gambe. La polio
bulbare porta alla debolezza dei muscoli innervati dai nervi cranici. La polio
bulbospinale è una combinazione di paralisi bulbare e spinale);
7) tifo esantematico (conosciuto anche con i nomi di tifo epidemico, tifo petecchiale,
dermotifo, tifo dei pidocchi e tifo europeo. Si tratta di una malattia infettiva
presente in luoghi con gravi deficienze sanitarie ed è responsabile di epidemie
laddove alle scarse condizioni igieniche si assommano guerre, disastri naturali o
carestie. Il germe responsabile è la Rickettsia prowazekii, trasmesso dal pidocchio
Pediculus humanus corporis. Non esiste trasmissibilità animale per cui la malattia è
contagiosa solo da uomo a uomo. Una volta che il pidocchio ha succhiato il sangue
di un individuo infetto, il bacillo passa dallo stomaco alle feci dell'insetto, se questi le
deposita su di un individuo sano la Rickettsia prowazekii è in grado di contagiare
attraverso lesioni o micro-lesioni della cute che inoculano nella pelle le feci
dell'insetto e il germe dell'infezione. I sintomi sono mal di testa, febbre alta, brividi,
dolori articolari e muscolari con l’apparizione di eruzioni cutanee chiamate
petecchie, ossia macchie rosse sulla cute che poi diventano emorragiche).
Incubazione media di 14 giorni. Letalità: tra i 10 e il 50%. Cura con tetracicline o
cloramfenicolo.
8) botulismo (tossinfezione dovuta a Clostridium botulinum, batterio anaerobio; sintomi:
malattia paralizzante, con evidenziazione già a poche ore (da 6 a 36 ore)
dall’ingerimento della tossina. Non è una malattia trasmissibile. Tutti i sintomi sono
quelli della paralisi neurale, con annebbiamento e sdoppiamento della vista,
rallentamento e difficoltà di espressione, fatica di ingestione, secchezza delle fauci,
debolezza della muscolatura della parte superiore del corpo che passa
successivamente a debolezza degli arti inferiori. Nei casi peggiori si passa a paralisi
dei muscoli respiratori e morte per asfissia – circa il 5% delle intossicazioni. Le
tossine botuliniche sono considerate potenziali armi bioterroristiche per la letalità di
quantità assolutamente microscopiche, nell’ordine di pochi nanogrammi per
persona. La tossina botulinica si può ritrovare in qualsiasi prodotto alimentare
conservato in assenza di ossigeno, come dimostrato dall’intossicazione per uso di
mascarpone conservato in modo industriale nel 1996; epidemiologia: nell’ordine
delle decine di casi/anno, dai 60 ai 20 nel periodo 1996/2006);
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9) difterite (tossinfezione da Corinebacteriae diphteriae; via di contagio: aerea per
contatto diretto, un tempo anche il latte poteva essere veicolo per la patologia
difterica; sintomi: angina con infiammazione dei linfonodi sottomascellari e
prostrazione. All’esame della gola si evidenzia una pseudomembrana lucente o
grigiastra sulle tonsille. Se non si interviene l’angina diventa maligne, sviluppo delle
membrane estese ed emorragiche, paralisi del velo palatino, secrezioni nasali
abbondanti, infiammazione dei linfonodi molto marcata, intenso pallore del volto,
pseudo presbiopia. Si passa poi all’alterazione della voce per lesione della faringe,
ostruita dalle membrane, difficoltà respiratoria e asfissia, con necessità di
tracheotomia; trattamento: con antitossina e antibiotici – eritromicina o penicillina.
In Italia non si registrano casi di difterite dal 1996);
10) influenza con isolamento virale ;
11) rabbia (malattia infettiva che colpisce gli animali a sangue caldo e può essere
trasmessa da questi all'uomo – zoonosi. L'agente eziologico è il virus della rabbia,
appartenente al genere Lyssavirus, della famiglia dei Rhabdoviridae, ordine
Mononegavirales. L'animale serbatoio è solitamente il pipistrello, mentre l'infezione
umana è mediata solitamente da cani nel ciclo urbano o da volpi nel ciclo silvestre
in Europa, e da altri canidi selvatici nel resto del mondo. Due forme di evoluzione
della malattia: furiosa – 75% dei casi – con disturbi psicomotori eccitativi, perdita di
senso dell’orientamento, iperattività a carattere furioso. Successivamente
alterazione della fonesi, perdita della saliva, paralisi della muscolatura, coma e
morte. Forma paralitica – 25% dei casi – paralisi progressiva senza accessi furiosi.
La prevenzione si basa esclusivamente sulla vaccinazione, obbligatoria per alcune
categorie – forestali, veterinari, …. – e per aree a rischio);
12) tetano (tossinfezione non infettiva da Clostridium tetani, battero Gram+, anaerobio
stretto. Periodo di incubazione: dai 3 ai 21 giorni. Sintomi: contrazioni muscolari
che partono dal capo e arrivano agli arti superiori e poi inferiori; tipico sintomo della
malattia è il sorriso sardonico, per la contrattura della muscolatura del viso. Si
passa poi a rigidità di muscoli addominali, febbre, sudorazione, tachicardia. Il
malato rimane conscio e gli spasmi muscolari sono estremamente dolorosi. Il
trattamento consiste nella rimozione del tessuto necrotico in cui il batterio si è
fissato, lavaggio con acqua ossigenata e somministrazione di immunoglobuline. Le
tossine già in circolo possono essere inattivate ma quelle arrivate a contatto con il
tessuto nervoso sono destinate a terminare il loro lavoro. Particolare pericolosità
per il tetano neonatale, causato nei paesi dove minore è l’attenzione per l’igiene e
l’infezione parte al momento del taglio del cordone ombelicale con strumenti non
sterili);
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13) trichinosi (o trichinellosi, è una zoonosi parassitaria causata da nematodi
appartenenti al genere Trichinella, di cui oggi conosciamo otto specie diverse
(Trichinella spiralis, Trichinella nativa, Trichinella britovi, Trichinella murrelli,
Trichinella nelsoni, tutte specie incapsulate e Trichinella pseudospiralis, Trichinella
papuae, Trichinella zimbabwensis che invece non sono incapsulate) ed almeno tre
genotipi distinti. È stato calcolato che circa dieci milioni di persone sono a rischio
nel mondo.
L'unica specie autoctona italiana è Trichinella britovi, ma in passato ci sono stati
focolai umani da importazione causati da altre specie quali la Trichinella spiralis.
La Trichinella ha un ampio spettro di ospiti, dai mammiferi (uomo e mammiferi
carnivori) agli uccelli ed in alcuni casi anche i rettili, a seconda delle varie specie.
L'unica modalità di contrazione dell'infezione è quella legata all'ingestione di carne
cruda o poco cotta proveniente da un ospite infetto.
Periodo di incubazione: dagli 8 ai 45 giorni
Decorso della malattia: la malattia è caratterizzata da due fasi: una enterica con
sintomatologia a carico dell'apparato gastro-intestinale, legata alla presenza degli
adulti a livello intestinale ed una parenterale, dovuta al passaggio in circolo delle
larve, caratterizzata da miosite, edemi localizzati soprattutto al volto e
manifestazioni orticarioidi.
Inoltre le larve della Trichinella spiralis, quando ingerite, vanno ad incistarsi nei
muscoli scheletrici dell'ospite.
Una complicanza talora fatale è la cosiddetta neurotrichinosi, caratterizzata da
encefalite e/o miocardite).
All’elenco delle malattie di cui sopra, è aggiunta la Malattia di Creutzfeldt-Jakob
(originariamente descritta negli anni venti del XX secolo da Hans Gerhard
Creutzfeldt ed Alfons Maria Jakob, è una malattia neurodegenerativa rara, che
conduce ad una forma di demenza progressiva fatale.
La sindrome clinica è caratterizzata da perdita di memoria, cambiamenti di
personalità, allucinazioni, disartria, rigidità posturale e convulsioni. I sintomi ed i
segni sono dovuti alla progressiva perdita di neuroni causata da alterazione di una
proteina di membrana, espressa prevalentemente in cellule del sistema nervoso e
del sistema reticolo-endoteliale, il prione. La sua incidenza si è mantenuta
relativamente costante negli ultimi 80 anni, nell'ordine di 1-2/1.000.000. Ottiene gli
onori della cronaca dopo la descrizione dei primi casi di una forma variante, ancor
più rara, legata all'epidemia di encefalopatia spongiforme bovina, la cosiddetta
malattia della "mucca pazza").
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CLASSE SECONDA: Malattie rilevanti perché ad elevata frequenza e/o passibili di
interventi di controllo:
14) blenorragia (la gonorrea o blenorragia è una malattia a trasmissione sessuale. È
popolarmente nominata "scolo". I termini derivano dal greco, il primo da "gonos"
(seme) e "reo" (scorro), il secondo da "blenos" (muco) e "ragoo" (erompo), e si
riferiscono al principale sintomo, ovvero le perdite uretrali. I due termini, che nella
pratica medica sono sinonimi, coprono anche tutta una serie di manifestazioni
extrauretrali: difatti l'infezione può riguardare anche la cervice uterina, il retto, la
faringe, e per diffusione ematogena le articolazioni - artrite gonococcica -, il fegato –
epatite - e il miocardio – miocardite -. Causata dal battero Neisseria gonorrhoeae,
che infetta le vie uretrali nell'uomo e le vie uro-genitali nella donna; fonte di
infezione: rapporti sessuali non protetti o per via transplacentare, il contagio può
svilupparsi anche a partire da bocca, gola, occhi e retto. Una volta stabilito il
contatto il batterio invade lo spazio sub-epiteliale dove provoca l’infezione. Sintomi:
spesso asintomatologica nella donna, con leggeri dolori nell’orinazione, negli uomini
i sintomi sono più marcati, con perdite di liquido bianco, giallo o verdastro dal pene.
Le complicanze prevedono febbre, dolori addominali, ascessi interni e dolori pelvici
cronici. L’infezione al feto può causare cecità, infiammazioni articolari e gravi
infezioni sanguigne letali. La blenorragia in Italia si presenta ogni anno con una
media compresa tra i 350 e 400 casi, con un aumento significativo nei primi anni del
millennio; la regione più colpita è il Trentino Alto Adige)
15) brucellosi (patologia di tipo infettivo causata dalle brucelle, un genere di batteri Gramdi cui esistono sette specie. La brucellosi è una malattia che colpisce
principalmente le specie animali diverse da quella umana; delle sette specie di
brucelle, sono quattro quelle che risultano patogene anche per l'uomo.
Esistono diversi sinonimi con i quali viene indicata la brucellosi, perlopiù derivati
dalle aree geografiche nelle quali la brucellosi è maggiormente diffusa (febbre
maltese, febbre mediterranea, febbre di Cipro e febbre di Gibilterra), ma anche dal
carattere intermittente della patologia, la brucellosi infatti viene chiamata anche tifo
intermittente oppure febbre ondulante. Il genere di batteri all'origine della brucellosi
deriva dal nome del medico australiano che lo isolò nel 1887, Sir David Bruce;
Bruce chiamò Micrococcus melitensis il batterio isolato dalla milza di soldati inglesi
deceduti di brucellosi; in seguito tale batterio venne denominato Brucella melitensis.
Veicolo: prodotti agricoli di origine animale non pasteurizzati. Sintomi: simili a
quelli dell’influenza ma possono sfociare in infezioni al sistema nervoso centrale
con cronicizzazioni e febbri ricorrenti. Terapia antibiotica con doxiciclina e
rifampicina. Rischio mortalità inferiore al 2%);
16) diarree infettive non da salmonelle;
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17) epatite virale A (dovuto al virus HAV, una volta ingerito penetra attraverso l'epitelio
orofaringeo o intestinale nella circolazione sanguigna. Il sangue lo trasporta nel
fegato - è un virus a RNA appartenente agli Heparnavirus, un genere della famiglia
dei Picornaviridae. L'HAV è privo di pericapside ed è costituito da un capside
icosaedrico dal diametro di 27 nm. HAV possiede un solo sierotipo. Il capside
contiene un singolo filamento di RNA lungo 7.478 nucleotidi.
Il genoma viene quindi introdotto nella cellula bersaglio e l'RNA virale si associa ai
ribosomi tramite un'ansa simile a quella che si trova sugli mRNA e viene tradotto in
10-15 minuti, dopodiché il polipeptide che si è venuto a creare viene tagliato da una
proteasi codificata dal virus. La replicazione dell'RNA del virus coinvolge una RNApolimerasi RNA-dipendente virale che a partire dall'RNA a polarità positiva trascrive
un mRNA a polarità negativa dal quale viene sintetizzato l'RNA a polarità positiva
del virus.
L'RNA virale compete con l'mRNA cellulare per l'attacco ai ribosomi bloccandone la
traduzione. Completata la replicazione dell'RNA virale, questo migra all'interno del
capside di HAV così da formare il virione completo. HAV, a differenza di altri
picornavirus non è citolitico ma viene rilasciato dagli epatociti per esocitosi).
Sintomi: la malattia dura 1 o 2 settimane, si manifesta con ittero, dolori addominali,
febbre, nausea. Epidemiologia: diffuso in tutto il mondo, è legato a condizioni
igienico-sanitarie precarie. Trasmissione per via oro-fecale. Il virus è presente nelle
feci già una settimana prima dell’esordio dei sintomi e vi resta fino ad una settimana
dopo la sparizione dei sintomi.
18) epatite virale B (una malattia infettiva, causata dal virus HBV, appartenente alla
famiglia Hepadnaviridae, che colpisce il fegato degli hominoidea, compreso l'uomo,
e provoca un'infiammazione chiamata epatite).
Originariamente nota come "epatite da siero", la malattia è causa di epidemie in
alcune parti dell'Asia e in Africa ed è a carattere endemico in Cina. Circa un quarto
della popolazione mondiale, più di due miliardi di persone, è stato contagiato dal
virus dell'epatite B ed esistono circa 350 milioni di portatori cronici del virus. La
trasmissione di epatite B avviene tramite esposizione a sangue infetto (oramai
rischio quasi nullo in Europa e Nord America, ancora possibile in altre parti del
mondo) o a fluidi corporei come sperma e liquidi vaginali, mentre il DNA virale è
stato rilevato anche nella saliva, nelle lacrime e nell'urina di portatori cronici con alto
titolo nel siero sanguigno. Il virus dell'epatite B non può essere però trasmesso
attraverso il contatto casuale, come per esempio il tocco delle mani, la condivisione
di posate o bicchieri, l'allattamento, baci, abbracci, tosse o starnuti. Sono quindi a
rischio tossicodipendenti da eroina, chi pratica sesso non protetto, chiunque sia a
stretto contatto con portatori del virus, come personale sanitario, famigliari,
operatori che si occupano di piercing, tatuaggi, manicure, ….
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Sintomi: la malattia provoca un’infiammazione acuta del fegato, vomito, ittero e,
raramente, porta alla morte. L'epatite B cronica può causare infine cirrosi epatica e
cancro al fegato, una malattia mortale con una scarsa risposta alla chemioterapia.
L'infezione si può prevenire con la vaccinazione. Periodo di incubazione tra i 45 e
i 180 giorni)
19) epatite virale NANB ;
20) epatite virale non specificata;
21) febbre tifoide (o tifo – Agente patogeno: Salmonella typhi. Tasso di mortalità:
superiore al 10%. Modalità di trasmissione: attraverso feci e urine delle persone
infette e con la forte capacità del batterio di inquinare cibi e bevande.
Particolarmente importante è la carenza di sistemi preventivi: fognature,
eliminazione di liquidi organici in modo corretto, lavaggio alimenti a rischio. Sintomi:
si tratta di una malattia sistemica con febbre ad esordio progressivo, dopo un paio
di settimane di incubazione, la febbre sale a 39 – 40 gradi, forte senso di
debolezza, tosse, roseole – esantemi maculari sul tronco – ingrossamento della
milza e del fegato, dolori addominali, mal di testa, perdita di appetito. In qualche
caso si sviluppa diarrea ed emorragie intestinali; si passa a febbre sostenuta,
bradicardia, epatosplenomegalia, sintomi addominali e a volte polmonite. Si può
passare a complicazioni gastrointestinali. Prevenzione: vaccinazione e educazione
all’igiene personale. Terapia: con antibiotici);
22) legionellosi (patologia polmonare causata da batteri Gram- aerobi di cui sono state
identificate più di 50 specie, suddivise in 71 sierotipi. Quella più pericolosa, a cui
sono stati collegati circa il 90% dei casi di legionellosi, è L. pneumophila. Fumo,
malattie polmonari in corso e alcoolismo possono peggiorare il quadro clinico. La
legionella deve il nome all'epidemia acuta che nell'estate del 1976 colpì un gruppo
di veterani della American Legion riuniti in un albergo di Filadelfia, causando ben 34
morti su 221 contagiati - oltre 4.000 erano i veterani presenti -: solo in seguito si
scoprì che la malattia era stata causata da un "nuovo" batterio, denominato
legionella, che fu isolato nell'impianto di condizionamento dell'hotel dove i veterani
avevano soggiornato. Non si trasmette da un individuo ad un altro direttamente, ma
attraverso flussi di aerosol e/o acqua contaminata.);
23) leishmaniosi cutanea (parassitosi, un'antropo-zoonosi pressoché cosmopolita che
presenta un ampio spettro di sindromi – febbre, dimagrimento, fegato e milza gonfi,
esami del sangue alterati, in particolare con diminuzione dei globuli rossi -, sia
localizzate sia sistemiche, causate da protozoi del genere Leishmania (Regno
Protista, Phylum Sarcomastigophora, Classe Zoomastigophorea, Ordine
Kinetoplastida). Serbatoi dei parassiti sono varie specie di mammiferi infettati
cronicamente; esistono leishmanie non patogene per l'uomo che infettano anche
rettili. I vettori sono ditteri ematofagi di generi diversi. L'uomo è ospite definitivo
accidentale e, in alcuni casi, è anche serbatoio.
Le diverse forme di leishmaniosi sono
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la leishmaniosi cutanea (del "Vecchio Mondo")
la leishmaniosi tegumentaria americana
la leishmaniosi viscerale (Kala-azar);
24) leishmaniosi viscerale (infezione causata da protozoi appartenenti al genere
Leishmania trasmessi all'uomo da insetti della sotto-famiglia delle Phlebotominae,
Phlebotomus spp. in Europa, Asia, Africa e Lutzomyia spp. in America latina.
Gli agenti della leishmaniosi viscerale sono: 1) Leishmania donovani, responsabile
della malattia nel subcontinente indiano ed in Africa dell'Est; 2) Leishmania
infantum responsabile dell'infezione nel bacino del mediterraneo e in Asia centro
occidentale; 3) Leishmania chagasi causa della malattia in America meridionale ed
in America centrale;
25) leptospirosi (causate da leptospire che sono spirochete, batteri sottili e spiraliformi.
Appartengono all'ordine dei Spirochaetales e alla famiglia delle Leptospiraceae; la
leptospirosi è una zoonosi cosmopolita, benché sia molto più diffusa nelle regioni
tropicali, con tassi di sieropositività nelle popolazioni fino all'80%, segno di avvenuta
infezione. L'infezione interessa mammiferi domestici o selvatici (ma anche uccelli e
rettili) e occasionalmente l'uomo, in seguito a contatti accidentali con animali o
materiali organici infetti. Sono più spesso colpiti i maschi adulti - sintomi: spesso
asintomatica nelle prime fasi, si passa all’improvviso a febbre, mal di testa, vomito,
anoressia – durata circa 8 giorni – si passa poi ad una fase in cui diminuiscono le
leptospire nel sangue ma in cui le tossine rilasciate creano danni a reni, meningi e
fegato; nel 10% dei casi si può arrivare alla morte per ittero -, soprattutto in estate e
all'inizio dell'autunno. Il serbatoio più importante delle leptospire è il ratto, benché
qualsiasi mammifero possa esserne serbatoio e possa ammalarsi di leptospirosi. Le
leptospire dopo la prima infezione si localizzano a livello dei tubuli renali dell'ospite
e possono essere escreti nell'ambiente con le urine, per anni, anche senza dare
segni di malattia, mantenendo un rapporto simbiotico con l'ospite.)
26) listeriosi (malattia infettiva causata da Listeria monocytogenes, batterio Gram+ che si
trova nel terreno e acque infette, e trasmesso in genere con gli alimenti, che causa
una patologia che si manifesta sporadicamente in forma conclamata. L'incidenza è
molto bassa, di appena 7 persone su un milione, le tipologie più a rischio sono
soprattutto i neonati e le persone che hanno superato la sesta decade di età. I
soggetti che hanno immunodeficienze sono più vulnerabili. Sintomi: febbre, dolori
muscolari, nausea, diarrea; se l’infezione progredisce e attacca il sistema nervoso
si possono avere mal di testa, torcicollo, confusione, perdita di equilibrio,
convulsioni. Ma il quadro clinico più preoccupante è quando si manifesta in
gravidanza o in soggetti immunodepressi con inappetenza, irritabilità, febbre,
vomito, e pur trasmettendosi per via alimentare non dà sintomatologie
gastroenteriche ma può causare setticemia, meningite purulenta o infezioni
intrauterine o fetali. In gravidanza ha una sintomatologia subdola, simil influenzale,
con gravi ripercussioni sul feto. L'infezione avviene per ingestione di determinati
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prodotti, soprattutto crudi, ma anche per contatto diretto e nel processo di
macellazione di animali infetti.)
Le meningiti: spesso confuse tra loro, almeno nei primi stadi, per differenziare la
virale dalla batterica è necessaria una puntura lombare e prelievo del liquido
cerebrospinale. I diversi termini che riguardano queste patologie:
meningite: infiammazione delle meningi associata ad un anormale numero di cellule
nel fluido cerebrospinale
meningite asettica: sindrome caratterizzata da insorgenza acuta di sintomi
meningeali e febbre, assenza di crescite microbiche nel fluido cerebrospinale
encefalite: infiammazione del parenchima cerebrale con alterazione precoce dello
stato mentale
meningoencefalite: infezione del sistema nervoso centrale con aspetti clinici che
colpiscono sia patologie meningeali, sia parenchimali
27) meningite ed encefalite acuta virale (Encefalite: malattia infiammatoria acuta
dell'encefalo dovuta a un'invasione virale diretta o a un processo di ipersensibilità
causato da un virus o da proteine estranee. Meningite asettica: infiammazione
febbrile delle meningi, caratterizzata da assenza di batteri all'esame microscopico e
colturale del liquor. Encefalomielite: patologia infiammatoria dell'encefalo e del
midollo spinale.)
28) meningite meningococcica (malattia batterica acuta provocata da Neisseria
meningitidis. Si tratta di una patologia molto grave, caratterizzata, dopo un periodo
di incubazione di 1-10 giorni, da un esordio improvviso, febbre, cefalea intensa,
rigidità nucale, nausea, vomito e frequentemente esantema)
29) morbillo (malattia infettiva del sistema respiratorio, caratterizzata da rash cutaneo in
tutto il corpo e sintomi simil-influenzali causata da un virus, per la precisione il
Paramyxovirus del genere Morbillivirus, a RNA. La trasmissione avviene per via
aerea. Periodo di incubazione: 10-12 giorni.
Il morbillo è una malattia infettiva acuta con altissimo indice di contagiosità - 9798% -, tanto che è molto difficile raggiungere l’età adulta senza essersene
ammalati. Il bambino è contagioso da 1-3 giorni prima dell’inizio dei sintomi - e
quindi 3-5 giorni prima della comparsa delle manifestazioni cutanee - fino a 7 giorni
dopo la comparsa dell'esantema.)
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Malattie infettive
30) parotite (malattia infettiva caratterizzata da infiammazione delle ghiandole salivari,
febbre e affaticamento, contagiosa, causata da un virus del genere Paramyxovirus,
che si localizza in vari organi e tessuti, ma preferenzialmente a livello delle prime
vie aeree - faringe, laringe e trachea - e delle ghiandole salivari. La parotite è
conosciuta fin dall’antichità, anche con il nome popolare di orecchioni o gattoni, ed
è sempre stata considerata una malattia dell’infanzia. La parotite si trasmette
essenzialmente per via aerea, attraverso le goccioline di saliva emesse con la
tosse, gli starnuti o anche semplicemente parlando. Il virus viene eliminato anche
con le urine e, passando attraverso la placenta, può infettare il prodotto del
concepimento, senza però che sia stata dimostrata una sua responsabilità
nell’induzione di malformazioni fetali. Il periodo di contagiosità, in cui la malattia può
essere trasmessa dalle persone infette - con o senza sintomi manifesti - a quelle
suscettibili, va da 6-7 giorni prima a 9 giorni dopo la comparsa della tumefazione
delle ghiandole salivari; l’infettività è massima nelle 48 ore che precedono tale
comparsa. Negli adolescenti e negli adulti, l’infiammazione secondaria di testicoli e
ovaie può portare all’infertilità);
31) pertosse (malattia infettiva contagiosa, epidemica ed endemica provocata dal batterio
Gram- e coccobacillo Bordetella pertussis, scoperto nel 1906 da Bordet e Gengou e
causa un'infezione acuta delle vie respiratorie. Normalmente, la trasmissione della
malattia avviene per contagio per via respiratoria, attraverso emissione di muco o
saliva espulsi con la tosse o gli starnuti. I sintomi iniziali – a volte la malatia resta in
stato asintomatico – sono tosse persistente, per oltre tre settimane, leggera febbre
e copiose secrezioni nasali; alla fase catarrale segue quella parossistica o
convulsiva, che può durare 2 mesi, con attacchi di tosse parossistici, con casi di
apnea, cianosi e vomito)
32) rickettsiosi diversa da tifo esantematico (Il termine rickettsiosi indica un gruppo di
malattie causate da microrganismi appartenenti al genere Rickettsia. Delle diverse
specie di Rickettsia esistenti in natura una sola è presente nel bacino del
Mediterraneo: Rickettsia conorii, agente eziologico della Febbre bottonosa del
Mediterraneo – o FBM, unica rickettsiosi endemica in Italia con 1200 casi all’anno in
tutta Italia, 500 casi all’anno nella sola Sicilia. Viene trasmessa dalla zecca, periodo
di incubazione: 5-7 giorni. Sintomi: esordio con febbre alta, cefalea, artromialgie e
iperemia congiuntivale e fotofobia; dopo 3-4 giorni esantema maculo-papuloso che
interesse anche le piante dei piedi e delle mani. Casi letali scarsi – circa il 3%
anche in assenza di terapia, ma con danni cardio-vascolari e renali stabili per tutta
la vita –; con trattamento antibiotico la patologia passa nel giro di 3-4 giorni)
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33) rosolia (malattia infettiva causata da un virus del genere Rubivirus, della famiglia dei
Togaviridae. Come morbillo, varicella, pertosse e parotite, è una delle malattie più
comuni nell’età infantile – prima della introduzione dei vaccini, l’80% della
popolazione veniva colpita da rosolia – e si trasmette solo nell’uomo. Esternamente,
si manifesta con un’eruzione cutanea simile a quelle del morbillo o della scarlattina.
Di solito benigna per i bambini, diventa pericolosa durante la gravidanza perché può
portare gravi conseguenze al feto. Una volta contratta, la rosolia dà
un’immunizzazione teoricamente definitiva). Trasmessa attraverso il contatto diretto,
con le secrezioni mucose o salivari.
34) salmonellosi non tifoidee (oltre il 50% delle patologie intestinali sono dovute a batteri
del Genere Salmonella, che deve il nome al medico americano Daniel Elmer
Salmon. Le salmonellosi non tifoidee sono dovute alle specie S.typhimurium e
S.enteritidis. Sono dovute a tossinfezioni alimentari, i serbatoi sono gli animali da
cortile e i loro prodotti alimentari, soprattutto se usati senza cuocerli o cuocendoli
poco - ad esempio le uova, il latte, salse, carni e derivati poco cotti, gelati - ;
importante è anche la contaminazione delle acque. I sintomi variano da dolori
addominali, febbre, nausea, vomito, diarrea, fino ad arrivare a forme molto gravi con
infezioni a carico di ossa e meningi. Nella maggioranza dei casi l’infezione si risolve
da sola nel giro di pochi giorni: bastano prodotti pro-biotici, fermenti lattici e
soluzioni idratanti; evitare gli antidiarroici, che favoriscono la persistenza dei batteri
nell’intestino.
35) scarlattina (malattia infettiva acuta contagiosa, caratteristica dell'età pediatrica, che si
manifesta con febbre e angina ed è caratterizzata da insorgenza di esantema
puntiforme (la capocchia di spillo). A differenza di rosolia, varicella ecc. è l'unica
provocata da batteri, anzi da un'esotossina pirogena, prodotta da alcuni ceppi di
Streptococcus pyogenes, streptococchi beta emolitici di gruppo A. Questo patogeno
può portare allo sviluppo della malattia reumatica. Alla tossina non tutti sono
sensibili allo stesso modo. La patologia si presenta come una scottatura con piccoli
rigonfiamenti in grado di sviluppare prurito, poi gola arrossata e dolente, febbre
sopra i 38,5°, gonfiore delle ghiandole del collo. Tonsille e fondo della gola possono
apparire ricoperti da una patina biancastra. Periodo di incubazione: da 1 a 5 giorni;
il paziente è contagioso in particolare nei primi giorni del contagio);
36) sifilide (La sifilide è una complessa infezione sessualmente trasmissibile causata dal
batterio Treponema pallidum. Fu descritta per la prima volta nel XVI secolo e si
ritiene che sia stata importata dalle Americhe dopo i primi viaggi degli spagnoli. Nei
Paesi industrializzati, l’incidenza della sifilide iniziò a calare verso la fine del 1800,
per poi avere un altro picco dopo la Prima guerra mondiale. Dopo la Seconda
guerra, grazie anche alla disponibilità di metodi diagnostici efficaci e al trattamento
con antibiotici, la malattia ebbe una nuova riduzione, ma recentemente la sua
incidenza è di nuovo in aumento sia nei Paesi in via di sviluppo sia in alcuni Paesi
europei. Con una incidenza annuale di 12 milioni di nuovi malati nel mondo, la
sifilide è, dopo l’Aids, l’infezione sessualmente trasmissibile con il più alto tasso di
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mortalità.
La sifilide è un’infezione genitale che causa ulcere ed escoriazioni e facilita la
trasmissione dell’Hiv. Si sviluppa in diversi stadi, ciascuno caratterizzato da sintomi
e decorso diverso. Dal momento che alcune fasi della malattia hanno un lungo
decorso senza manifestazioni cliniche evidenti, è possibile un’evoluzione
progressiva in assenza di diagnosi e terapia. Se non è trattata adeguatamente, la
sifilide può causare danni al sistema nervoso e ai vasi arteriosi, disordine mentale e
morte. Grazie a un semplice test diagnostico e all’elevata efficacia
dell’antibioticoterapia, è oggi un’infezione potenzialmente controllabile dai sistemi di
sanità pubblica.);
37) tularemia (detta anche febbre dei conigli, è una patologia trasmessa all'uomo da
roditori per via di zanzare e zecche – Ixodes ricinus – e dovuta al batterio
Francisella tularensis; di solito la malattia si diffonde nei mesi estivi per colpa delle
zecche, e all’inizio dell’inverno, per la macellazione dei conigli selvatici, da cui il
nome. Anche acqua contaminata e polveri infette possono causare la diffusione
della malattia. A seconda del punto di ingresso si possono manifestare sintomi
differenti, e si passa da ulcere ghiandolari e cutanee – di solito intorno alla puntura
dell’insetto che ha portato l’infezione – a forme tifoidi se ingerite attraverso alimenti
con febbre alta, esaurimento estremo, vomito e diarrea, ingrossamento della milza
- splenomegalia. Particolarmente pericolose le forme pneumococciche, con tosse,
dolore toracico e difficoltà di respirazione, e tifoidi per l’alto tasso di mortalità)
38) varicella (la varicella è una malattia infettiva altamente contagiosa provocata dal virus
Varicella zoster (Vzv), della famiglia degli Herpes virus. Insieme a rosolia, morbillo,
pertosse e parotite, la varicella è annoverata fra le malattie contagiose dell’infanzia,
che nella maggioranza dei casi colpiscono i bambini tra i 5 e i 10 anni.
L’uomo è l’unico serbatoio noto di questo virus: la malattia si trasmette quindi
soltanto da uomo a uomo. Se la varicella viene contratta da una donna all’inizio di
una gravidanza (nei primi due trimestri di gestazione) può trasmettersi al feto,
causando una embriopatia (sindrome della varicella congenita). I bambini che sono
stati esposti al virus della varicella in utero dopo la ventesima settimana di
gestazione possono sviluppare una varicella asintomatica e successivamente
herpes zoster nei primi anni di vita. Se invece la madre ha avuto la malattia da
cinque giorni prima a due giorni dopo il parto, può verificarsi una forma grave di
varicella del neonato, la cui mortalità può arrivare fino al 30%.)
CLASSE TERZA: Malattie per le quali sono richieste particolari documentazioni:
39)
AIDS (malattia del sistema immunitario umano causata dal virus
dell'immunodeficienza umana – HIV. Ad inizio della sindrome i sintomi sono poco
caratteristici: semplici rialzi della temperatura, dolori nella deglutizione, astenia,
dolori articolari, a volte vomito e diarrea. Solo in alcuni casi si notano ulcere alle
mucose della bocca o dei genitali ed un esantema simile a quello della rosolia.
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Malattie infettive
Raramente si arriva ad una encefalite, ossia un’infezione acuta del cervello, con
perdita di memoria, disorientamento e alterazioni della personalità. Entro i primi 2
mesi si nota un calo dei linfociti T: siamo all’interno del periodo finestra, in cui solo
attraverso l’uso del PCR si riesce ad amplificare il segnale della presenza del virus.
Segue un periodo di latenza clinica, che dura in media 6-9 anni, latenza solo clinica,
perché il virus lavora alacremente. Si può verificare una linfadenopatia, ossia
ingrossamento dei linfonodi, generalizzata e persistente. Si passa poi ad uno stadio
successivo, con insorgenza di varie patologie quali herpes e dermatiti.
Successivamente si passa ad infezioni di varie popolazioni microbiche quali
Streptococcus pneumoniae, Haemophilus influenzae, ……);
40) lebbra (o morbo di Hansen, è una malattia infettiva e cronica, causata dal batterio
Mycobacterium leprae, che colpisce la pelle e i nervi periferici in vari modi e gradi,
anche molto invalidanti. Un tempo considerata una maledizione di Dio e incurabile,
in era moderna si è rivelata molto meno temibile e meglio curabile di quanto ritenuto
in passato. Le dizioni "morbo di Hansen" o "Hanseniasi" vengono oggi privilegiate
per evitare il marchio di infamia che la parola "lebbra" ancora reca con sé
nell'opinione comune. La trasmissione avviene per contatto diretto, soprattutto
tramite mucose e pelle, anche se può essere passato tra le persone attraverso
tosse, starnuto e sputo. Il batterio può restare molto tempo nell’ambiente in attesa di
infettare un nuovo ospite. Ha un periodo di incubazione che può variare da pochi
mesi a 30 anni. Sintomi: colpisce pelle e nervi di mani e piedi, ma anche gli occhi e
le mucose nasali. Se non curata può causare deformità di mani e piedi, cecità e
insufficienza renale);
41) malaria (plasmodio attraverso puntura di zanzare Anophele; colpisce ogni anno dai
300 ai 500 milioni di persone – nella sola Africa sub sahariana muoiono ogni anno
circa 2 milioni di persone – mentre nei paesi temperati è diventata molto rara (negli
USA sono circa 1.300 casi all’anno, ma spesso di persone che hanno intrapreso
viaggi all’estero, militari o immigrati. E’ causata da un protozoo, genere
Plasmodium. Sintomi: irritazione nei primi giorni, stanchezza diffusa, inappetenza,
insonnia. Si passa successivamente a febbre e respiro affannoso. Quando la
temperatura si abbassa il malato inizia a sudare copiosamente. Nel caso il parassita
sia Plasmodium falciparium febbre e brividi sono particolarmente intensi: nel 20%
dei casi la patologia risulta fatale. La trasmissione avviene attraverso la puntura
della zanzara Anofele o scambio di sangue infetto. Una volta penetrati
nell’organismo i plasmodi raggiungono il fegato e si moltiplicano, poi, dopo pochi
giorni, vengono rilasciati dal fegato e attaccano i globuli rossi. Non esiste una vera
cura per eliminare il plasmodio, si può ricorrere a farmaci antimalarici come il
chinino e la clorochina per bloccare la riproduzione del protozoo eventualmente
penetrato nell’organismo);
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42) micobatteriosi non tubercolare (Sono indicate con il termine di micobatteriosi le
affezioni causate da micobatteri atipici o non tubercolari – Mycobacteria other
than tuberculosis: MOTT. – Di tale categoria fanno parte numerosissime specie,
dotate di particolari atteggiamenti nei terreni di cultura: alcune, difatti, si sviluppano,
come il Myc.tuberc., con lento accrescimento – 20-30 giorni – altre con
accrescimento rapido – 2-7 giorni – inoltre, alcune specie sviluppano
spontaneamente una colorazione arancione o marrone scuro se le culture sono
tenute alla luce – micobatteri foto cromogeni – altre sviluppano tale colorazione se il
coltivo avviene al buio – micobatteri scoto cromogeni – altre, infine, restano
acromogene, con lento o con rapido accrescimento. Grazie alla capacità di vivere in
tutti gli ambienti, possono essere reperiti in ogni possibile habitat: alcune specie
sono patogeni obbligati, come M.bovis, trasmessa attraverso contatto con carne
cruda bovina o per mungitura, con sviluppo di papule in mani e avambracci, altri
sono invece parassiti occasionali, come M.marinum, fortuitum e chelone.) ;
43) tubercolosi (o tisi o poriformalicosi, in sigla TBC, è una malattia infettiva causata da
vari ceppi di micobatteri, in particolare dal Mycobacterium tuberculosis, chiamato
anche Bacillo di Koch.
La tubercolosi attacca solitamente i polmoni, ma può colpire anche altre parti del
corpo. Si trasmette per via aerea attraverso goccioline di saliva emesse con la
tosse. La maggior parte delle infezioni che colpiscono gli esseri umani risultano
essere asintomatiche, cioè si ha un'infezione latente; sintomi: astenia, brividi, dolore
al petto, febbre, emottisi, linfonodi ingrossati, magrezza, splenomegalia, sudorazioni
notturne, tosse. Circa una su dieci infezioni latenti alla fine progredisce in malattia
attiva, che, se non trattata, uccide più del 50% delle persone infette.
La contaminazione avviene per via aerea, con inalazione di goccioline di saliva
espulse da un malato attraverso tosse e starnuto. La trasmissione del batterio
richiede normalmente lunghi periodi di esposizione al germe perché il numero di
batteri espulsi con ogni atto respiratorio è molto basso: infatti è una malattia che
colpisce in particolare detenuti, guardie carcerarie e personale ospedaliero.).
CLASSE QUARTA: Malattie per le quali alla segnalazione del singolo caso da parte del
medico deve seguire la segnalazione dell'unità sanitaria locale solo quando si
verificano focolai epidemici:
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44) dermatofitosi (o tigna è una micosi dovuta al contatto diretto con un animale malato o
con oggetti usati da persone o animali portatori di funghi parassiti – i dermatofiti
sono un gruppo di funghi cheratinofili, cioè in grado di parassitare i tessuti
cheratinizzati: lo strato corneo dell’epidermide e gli annessi cutanei – capelli, peli e
unghie nell’uomo, penne, piume, peli, zoccoli ecc., negli animali – L’infezione da
essi provocata viene chiamata dermatofitosi o dermatofizia e può interessare sia
l’uomo che alcuni altri animali, essenzialmente mammiferi ed uccelli.
I sintomi dell’infezione sono molto variabili, da perdita localizzata di pelo o capelli,
peli spezzati, forfora, piccole croste, prurito, arrossamenti.);
45) infezioni, tossinfezioni ed infestazioni di origine alimentare;
46) pediculosi (parassitosi dovuta a pidocchi);
47) scabbia (è un'infezione contagiosa della pelle che si verifica tra gli esseri umani e in
altri animali. È stata classificata dalla Organizzazione Mondiale della Sanità come
una patologia legata all'acqua. È causata da un parassita molto piccolo e di solito
non direttamente visibile, l'acaro Sarcoptes scabiei, che si inocula sotto la pelle del
soggetto colpito, provocando un intenso prurito allergico. L'infezione negli animali
(causata da specie di acari simili) viene chiamata rogna sarcoptica.
La malattia può essere trasmessa da oggetti, ma più spesso dal contatto diretto
pelle-pelle, con un elevato rischio dopo un contatto prolungato. L'infezioni iniziale
richiede da quattro a sei settimane per diventare sintomatica. Poiché si riscontrano
sintomi allergici, oltre al ritardo nella presentazione si ha anche un significativo
ritardo nel sollievo dopo che i parassiti sono stati sradicati. La scabbia crostosa,
precedentemente conosciuta come scabbia norvegese, è una forma più grave
d'infezione spesso associata alla immunosoppressione).
CLASSE QUINTA: Malattie infettive e diffusive notificate all'Azienda USL e non
comprese nelle classi precedenti, zoonosi indicate dal regolamento di polizia
veterinaria di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320,
e non precedentemente menzionato.
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