Le guerre d`Italia e l`Impero di Carlo V

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Le guerre d'Italia e l'Impero di Carlo V
La fine dell'equilibrio
Gli ultimi decenni del '400 videro in Italia un susseguirsi di congiure (la congiura dei Pazzi a
Firenze contro Lorenzo dei Medici, che però riuscì a mantenere la fedeltà del popolo; la congiura
dei baroni nel Regno di Napoli) e di tensioni fra gli stati.
La situazione precipitò quando Ludovico il Moro, detentore del potere nel Ducato di Milano, per
contrastare le minacciose aspirazioni degli aragonesi, chiamò in soccorso il re di Francia Carlo
VIII, invitandolo a far valere le pretese angioine sul Regno di Napoli (da cui erano stati cacciati nel
1442). La discesa di Carlo VIII inaugurò le cosiddette guerre d'Italia. Carlo VIII fu ricevuto a
Milano con onori trionfali da Ludovico il Moro, poi a Firenze da Piero dei Medici. All'arrivo
dell'armata francese a Napoli il sovrano aragonese Ferdinando II si rifugiò in Sicilia. La facilità
della conquista francese allarmò gli Stati italiani e le altre potenze europee. Ludovico il Moro si
fece promotore di una Lega antifrancese, che convinse Carlo VIII a rientrare in patria.
A Firenze Piero dei Medici fu cacciato e venne restaurata la repubblica. Il potere passò a
Gerolamo Savonarola, un frate domenicano che si era creato un largo seguito predicando contro il
lusso della signoria medicea e la politica nepotista del corrotto pontefice Alessandro VI Borgia. I
seguaci di Savonarola erano detti “piagnoni”, per il loro moralismo intransigente. Ma il governo
popolare fondato da Savonarola non riuscì a radicarsi nella città: le sue riforme – soprattutto
l'imposta fondiaria e l'imposta progressiva sul reddito – spinsero le famiglie patrizie (gli arrabbiati)
e i sostenitori dei Medici a coalizzarsi, isolare Savonarola e condannarlo a morte come eretico.
Francia e Spagna alla conquista dell'Italia
La spedizione di Carlo VIII mostrando la divisione degli Stati italiani, accese le mire di altre
potenze europee per assicurarsi domini nella penisola, la quale quindi divenne teatro di scontri e
conquiste. Il Regno di Napoli passò alla Spagna (1504), mentre la Francia conservava il Ducato di
Milano (cacciata di Ludovico il Moro). Con la morte del papa Alessandro VI crollò il potere del
figlio Cesare Borgia (ammirato da Macchiavelli) nelle Marche e in Romagna. La lega di Cambrai
inflisse una dura sconfitta a Venezia che perse gran parte della terraferma. Nel 1516 la pace di
Noyon tra Francia e Spagna segno l'inizio di una fase di distensione nella penisola, il cui destino si
mostrava molto diverso da quello delle grandi monarchie.
L'ascesa di Carlo V
Nel 1500 nasce Carlo d'Asburgo, da Giovanna la Pazza (figlia di Ferdinando d'Aragona e Isabella
di Castiglia) e Filippo il Bello (figlio di Massimiliano I). Nel 1519 Carlo fu eletto imperatore
(grazie all'appoggio finanziario dei banchieri tedeschi) col nome di Carlo V. Re di Spagna dal
1516, Carlo V si trovò a governare, oltre che sulla Spagna – con i territori annessi di Napoli, Sicilia
e Sardegna – anche sulle terre degli Asburgo in Austria e Boemia, sulla Fiandra e i Paesi Bassi
e sui territori dell'Impero. Era dai tempi di Carlo Magno che un sovrano non possedeva in Europa
un così vasto dominio.
Il suo progetto di restaurazione dell'autorità imperiale era ostacolato sul fronte esterno
dall'ostilità della Francia e dalla minaccia dei turchi ottomani, e sul fronte interno dalla
diffidenza dei ceti dirigenti e delle comunità cittadine in Spagna (rivolta dei comuneros) e dalla
questione della Riforma protestante in Germania (molti principi tedeschi aderirono alla Riforma
in funzione anti-imperiale). Malgrado i tentativi di conciliazione promossi dall'imperatore, si giunse
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allo scontro armato fra Carlo V e i principi protestanti, uniti nella Lega di Smalcalda.
Nell'Impero si formarono due fazioni, una cattolica e una protestante.
Il Sacco di Roma
La lotta tra Spagna e Francia ebbe come teatro l'Italia. Sconfitto il re francese Francesco I nel
1525, anche grazie a nuove tecniche di combattimento basate sulla fanteria, Carlo V insediò
Francesco II Sforza come suo vassallo nel Ducato di Milano (strategico perché controllando i
porti liguri metteva in comunicazione Spagna e Germania).
Il re di Francia diede vita a un'alleanza antiasburgica (Lega di Cognac) cui aderì anche il papa.
Migliaia di mercenari al servizio dell'imperatore scesero in Italia e posero al sacco Roma (1527).
Nel 1529 la pace di Cambrai sanciva le rispettive sfere di influenza tra Carlo V, che a Bologna
fu incoronato dalle mani del pontefice, e Francesco I.
La minaccia turca
Una delle insidie all'egemonia di Carlo V fu rappresentata dall'espansione degli ottomani, che con
Solimano, raggiunsero il cuore dell'Europa (occuparono l'Ungheria e arrivarono ad assediare
Vienna). Il tramonto dell'idea di Cristianità è ben testimoniato dall'alleanza del re di Francia
con il sultano in funzione antiasburgica.
La ripresa della guerra e la pace di Crépy
Alla morte del duca di Milano, Carlo V occupò quella regione e ciò riaccese la lotta con la
Francia, che ne uscì sconfitta. Ma il re di Francia riuscì comunque a firmare una pace favorevole a
Crépy nel 1544. La guerra riprese con il nuovo re di Francia Enrico II, che spostò l'asse del
conflitto dall'Italia alla Germania (ove ebbe l'appoggio dei principi luterani).
Il fantasma dell'Impero
L'idea di Impero era ormai superata nell'Europa degli Stati nazionali.
La pace di Augusta e la rinuncia di Carlo V
Il primo a rendersi conto della fine dell'idea di Impero fu lo stesso Carlo V. Egli, nel 1555 risolse
il conflitto con i principi protestanti, con la pace di Augusta, che sanciva la divisione della
Germania tra cattolici e luterani e affermava l'obbligo per i sudditi di seguire la confessione del loro
sovrano (Cuius regio eius religio).
L'anno successivo Carlo V abdicò, dividendo l'Impero tra il fratello Ferdinando I (che ebbe la
corona imperiale, le terre degli Asburgo, Boemia e Ungheria) e il figlio Filippo II (Spagna,
Milano, Napoli, Sicilia, Sardegna, Paesi Bassi, colonie americane). Con questo atto riconosceva
l'irrealizzabilità dell'Impero universale. Carlo si ritirò in un monastero fino alla morte, che
sopraggiunse nel 1558.
Uno strascico nella lotta tra Francia e Impero si ebbe con la guerra tra Enrico II (nuovo
monarca Francese) e Filippo II (re di Spagna), conclusasi con la pace di Cateau-Cambrésis
(1559).
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