TIBERIO NATALUCCI Trevi, 1806 - 1868 LA RICERCA, LA RISCOPERTA, L'ANALISI DELLE OPERE A volte alcuni personaggi nella storia della musica vengono ingiustamente dimenticati dopo la loro morte. Forse per le mode che cambiano, forse per le trasformazioni sociali che inevitabilmente avvengono, forse per loro scelta o forse per semplice sfortuna, tali artisti soccombono di fronte all'ineluttabilità del tempo. Alcuni sono considerati superati, altri banali, altri ancora incomprensibili o troppo stilisticamente rivoluzionari. Gli esempi a noi più noti sono sicuramente quelli di Johann Sebastian Bach e del nostro Antonio Vivaldi, le cui composizioni vennero riscoperte solo un paio di secoli dopo la loro scomparsa. Se persino giganti della musica, come quelli appena citati, rimangono vittime di un simile meccanismo, possiamo solo lontanamente immaginare quali siano le dimensioni di quel ricchissimo e dimenticato sottobosco di talentuosi artisti cosiddetti “minori” che in secoli di storia hanno alimentato e tramandato in tutta la penisola la nostra invidiata tradizione musicale. Tra questi, Tiberio Natalucci ne è un fulgido esempio. Nato a Trevi (PG) nel 1806, dopo gli studi in Giurisprudenza a Roma e quelli di Composizione al Conservatorio di Napoli, vanta un'attività musicale costellata di importanti esperienze nazionali guadagnate grazie ad una tecnica compositiva impeccabile. Lo stesso Franz Liszt lo riconosce possessore di grande e bello stile. Nonostante alcune brevi e significative esperienze come compositore per il teatro, è nella musica sacra e religiosa che Natalucci trova la sua vera dimensione artistica, distaccandosi dalle mode del suo tempo così legate allo stile operistico anche in ambito liturgico. Ciò fa di lui un precursore del movimento ceciliano che da lì a poco prenderà vita. Sebbene non abbandoni mai l'attività di musicista, le sue scelte lo porteranno ad una vita parallela in cui, anche qui, saprà brillantemente distinguersi per impegno, versatilità, capacità e obbiettivi raggiunti. Saranno anche questi risultati che lo renderanno un punto di riferimento stimato ed apprezzato da tutta la popolazione di Trevi, sia nel corso della sua vita che dopo la sua morte avvenuta nel 1868. La volontà di riscoprire la figura del M° Tiberio Natalucci è nata a seguito della sollecitazione dello storico dell'arte Carlo Roberto Petrini, il quale ravvisando nel compositore trevano una figura di indubbio valore nel panorama musicale e culturale del XIX secolo, intraprende una prima ricerca e riordino del materiale musicale manoscritto attribuito al Natalucci presente nell'archivio della Cattedrale di Sant'Emiliano di Trevi. Gli studi successivi, effettuati da Mauro Presazzi, direttore del coro I Cantori di Cannaiola (Trevi, PG) e autore del libro “TIBERIO NATALUCCI, musicista (e) trevano”, hanno portato in un primo momento all'individuazione di due pubblicazioni di riferimento per la storia di Trevi e per la vita del Natalucci: Storia di Trevi 1746 – 1946 dello storico di Trevi Carlo Zenobi (Foligno, Edizioni dell'Arquata, 1987) e Elogio Funebre dello Esimio Maestro di Musica Tiberio Natalucci del Mons. Eugenio Luzzi (Foligno, Stab. Tip. e Lit. di P. Sgariglia, 1869). Il primo, seppur non incentrato esclusivamente sulla figura del Natalucci, fornisce informazioni sulla seconda parte della vita di Tiberio, quella che va dal 1838, anno in cui si stabilisce definitivamente a Trevi dopo le sue esperienze laziali, fino alla sua morte. Il secondo offre una panoramica appassionata della vita del maestro, in particolare della sua attività artistica, senza trascurare il periodo scolastico infantile, adolescenziale e universitario. Partendo da tali fonti la ricerca si è sviluppata in due direzioni: l'approfondimento della biografia del compositore trevano e lo studio delle sue composizioni. Con la raccolta di notizie sulla vita di Natalucci, ci si è accorti che il compositore era, nel corso della sua vita e negli anni appena successivi, molto meno sconosciuto di quello che si pensasse: egli è citato in pubblicazioni relative alla storia dell'unità d'Italia, in articoli giornalistici sulla vita e le attività musicali delle principali città del nord e centro Italia, quali Milano, Roma, Cesena, Piacenza, Parma, nei cataloghi delle pubblicazioni di Casa Musicale Ricordi e dell'editore Francesco Lucca di Milano oltre che in lettere di eminenti colleghi musicisti che ne elogiano le qualità di compositore. Scavando nella sua vita sembrava che in alcuni eventi della storia d'Italia Natalucci entrasse con la sua musica nella quotidianità delle società dell'epoca, esattamente come per noi potrebbe essere…fischiettare “Va' pensiero” mentre passeggiamo. Le persone si ritrovavano in strada e cantavano i suoi famosi inni a Pio IX: ”Ier l'altro sera, tra le ore sette e le otto, si formò un affollamento di gente in vari luoghi della città, seguendo quattordici o sedici persone, in parte coristi dilettanti di musica i quali cantavano un inno dei più noti in lode di Pio IX. Era quello messo in musica dal Natalucci: Viva Gridiamo Unanimi.” (Articolo inviato da Piacenza l'11 ottobre 1847 al giornale La Patria di Firenze) “Mercoledì 9 [giugno 1847] […] vennero eseguiti tre inni in onore del Sommo Pontefice Regnante […]. Tutti e tre vennero accolti con vivissimo e grande plauso […] due sono del signor maestro Natalucci, il terzo […] è di Rossini.” (Gazzetta Musicale di Ricordi n°24, 16 giugno 1847) Alla lettura di certe cronache non è difficile immaginare con quale stupore ci si chiedesse perché un simile personaggio fosse rimasto nascosto per così lungo tempo tra i “dimenticati” della Storia. La risposta arrivò presto, dopo la lettura della pregevole pubblicazione dello Zenobi che mostrava inequivocabilmente quanto il Natalucci fosse un impegnato ed appassionato amministratore dalla propria città natale, tanto da rinunciare, anche se solo in parte, ad una brillante carriera musicale. Gli sproni di Gaetano Donizetti, suo maestro ed amico, di Giovanni Sgambati, suo allievo e profondo sostenitore, di Franz Liszt, estimatore delle sue opere, non furono sufficienti a far desistere Tiberio dallo stabilirsi a Trevi, assecondando sia le insistenti richieste della madre vedova, che il suo profondo rispetto verso la famiglia e i suoi luoghi d'origine. Sul fronte dell'analisi delle sue composizioni il lavoro si è rivelato molto più complesso. Pochissime, rispetto ai circa 170 manoscritti del maestro conservati presso la Bibliomediateca dell'Accademia di Santa Cecilia di Roma, sono le opere pubblicate a stampa. Si tratta per lo più di brevi pezzi sacri o religiosi di piccolo organico, generalmente per coro, il più delle volte a voci maschili, o voci soliste, accompagnati dal pianoforte o dall'organo: raccolte di brani mariani, inni, preghiere, piccole messe o parti di esse, riduzioni e adattamenti di arie e passi delle più famose opere del tempo. Per estendere lo studio sulla vasta opera di Tiberio sono state dunque necessarie diverse ricognizioni, presso la già citata Bibliomediateca, per una valutazione più approfondita del materiale manoscritto, donato nel 2010 dalla famiglia Natalucci, ed operare, per quanto possibile nei tempi a disposizione, una trascrizione “a campione” di alcune sue composizioni. L'unica catalogazione attualmente disponibile del fondo Natalucci è stata redatta dal figlio Giuseppe: essa consiste nell'elenco dei titoli delle opere del padre divise per anno di composizione. Lo zelante lavoro di catalogazione risulta ad oggi piuttosto impreciso e le opere maggiori sono sezionate e disperse all'interno dei diversi faldoni, 34 in totale, in cui è raccolto il fondo. Altri lavori, inoltre, rispetto a quanto riportato nella catalogazione, risultano incompleti o addirittura inesistenti. Non è stato possibile perciò avere una esatta idea di ciò che è presente realmente a Roma o di quanto invece sia ancora in possesso degli attuali eredi della famiglia Natalucci, forse anche a loro insaputa, o di quanto, sempre in relazione al catalogo compilato dal figlio, sia irrimediabilmente andato perduto. L'auspicio è di stringere quanto prima una partnership tra tutte le istituzioni interessate e procedere al recupero, alla catalogazione e magari alla trascrizione e pubblicazione del fondo o di una sua parte. Già dall'analisi dei lavori a stampa è stato possibile evidenziare la cura del Natalucci nella ricerca del giusto stile nel giusto contesto: la semplice purezza armonico-melodica, la sobrietà, la ricerca di uno stretto rapporto testo-musica e l'intima dolcezza nei brani destinati alla celebrazione liturgica, spesso in contrasto con le mode dell'epoca, la solennità, l'estro virtuosistico, la ricerca armonica e gli ampi slanci vocali nei brani destinati ai concerti, seppur concepiti su testo sacro o religioso. L'analisi trova ulteriore conferma attraverso lo studio del fondo manoscritto. Un rigoroso, saggio e contestualizzato utilizzo dei propri mezzi tecnici, il recupero, nei brani destinati alla liturgia, di stilemi propri della tradizione musicale sacra romana, probabilmente ascoltati e fatti propri nel corso degli studi legali (1823 – 1826) e della breve esperienza professionale trascorsa tra Tivoli e Roma (1832 – 1838), la particolare attenzione al testo e la quasi totale dedizione alla composizione sacra e religiosa, fanno del Natalucci quasi un unicum nel panorama musicale italiano di metà '800. TIBERIO NATALUCCI È con grande piacere che il Comune di Trevi e I Cantori di Cannaiola – Coro Città di Trevi invitano la S.V. alla conferenza-concerto sul compositore trevano TIBERIO NATALUCCI Domenica 12 febbraio 2017 Chiesa di San Francesco, Trevi (PG) con i seguenti orari: Ore 15.30 Conferenza e presentazione del libro TIBERIO NATALUCCI, musicista (e) trevano Interverranno Dott. Bernardino Sperandio, Sindaco di Trevi Prof.ssa Biancamaria Brumana, Università degli Studi di Perugia Prof. Luigi Ciuffa, Conservatorio di Musica di Perugia Dott. Carlo Roberto Petrini, Storico dell'Arte Mauro Presazzi, Autore del libro Ore 18.30 Concerto con musiche di Tiberio Natalucci Interpreti Filarmonica di Tivoli, dir. M° Francesco Romanzi I Cantori di Cannaiola – Coro Città di Trevi, dir. M° Mauro Presazzi Ensemble “Canto Ergo Sum” di Spoleto, dir. M° Mauro Presazzi Coro “Mons. G. Bellamaria” di Civita Castellana, dir. M° Laura Ammannato Cantori provenienti dalle città umbre in cui operò Tiberio Natalucci Pianoforte/Organo, M° Marta Capacci Solisti Soprani Laura Cannelli Letizia Pellegrino Contralto Elisabetta Pallucchi Tenori Tommaso Costarelli Roberto Mattioni Bassi Yevgeny Kochkov P. Maurizio Verde O.F.M. La conferenza e il concerto sono resi possibili grazie alla volontà del Comune di Trevi e al diretto coinvolgimento di tutti gli studiosi e gli artisti presenti. Il progetto nasce dalla collaborazione tra alcune realtà che tuttora svolgono attività musicali in luoghi in cui ha operato Tiberio Natalucci o in cui sono state eseguite sue opere: oltre a Trevi, Tivoli, Civita Castellana, Assisi, Perugia, Spoleto. Nella pausa tra la conferenza e il concerto sarà possibile effettuare una visita guidata alla Città di Trevi con particolare riferimento ai luoghi della vita di Tiberio Natalucci.