PROGETTO DI “Conservazione della biodiversità nei siti Natura 2000 a Maratea” ACCORDO DI PROGRAMMA MULTIREGIONALE PER LA TUTELA VALORIZZAZIONE DELLA BIODIVERSITA’EX DELIBERA CIPE 19/2004 E LA MOTIVAZIONE DELL’INTERVENTO Gli obiettivi di conservazione della biodiversità nelle diverse realtà regionali, non possono non tener conto delle concrete minacce esistenti sul territorio, per tale motivo si è proceduto alla redazione del progetto relativo alla Conservazione della biodiversità nei siti Natura 2000 a Maratea. La conservazione dei boschi costieri (Foreste di Olea e Ceratonia, Foreste di Quercus ilex, Dehesas con Quercus spp. sempreverde) è, in tutta Italia, gravemente minacciata dalle differenti azioni antropiche (cementificazioni, incendi, ecc.). Tali boschi, pertanto, sono ormai limitati a ristrette e isolate aree. Particolarmente importante risulta essere, perciò, il tratto costiero tirrenico della Basilicata, dove tali habitat sono estesi e in buono stato di conservazione. Una grave e reale minaccia per i siti Natura 2000 a Maratea è costituita dall’immissione di una specie aliena, lo Scoiattolo variabile(Callosciurus finlaysonii), che oltre a nutrirsi di varie parti vegetali (frutti, gemme, foglie, parti apicali, compresi i semi con gravi implicazioni nella disseminazione), ha l’abitudine di praticare estese decorticazioni che, nelle essenze più appetite, interessa anche il tronco e le ramificazioni primarie, con serie conseguenze per la sopravvivenza dell’esemplare attaccato. L’elevata densità di popolazione raggiunta dalla specie, porta a gravi danni economici per l’attacco delle essenze vegetali da frutto, e per i danni ai manufatti. Non sono, ad ora, stati studiati eventuali effetti sulla fauna selvatica sia per motivi di competizione (ad esempio, altre specie arboricole) che di predazione (ad esempio uova e nidiacei di uccelli), anche se dall’esperienza con altri sciuridi introdotti (Sciurus carolinensis) l’ipotesi è da ritenere molto verosimile. Infine , non sono state ancora verificate eventuali introduzioni di agenti patogeni potenzialmente pericolosi per la fauna autoctona. I danni già provocati, gravi ed estesi, sono stati evidenziati con note ufficiali sia dal Corpo Forestale dello Stato che dal Comune di Maratea, sia dai cittadini che riferiscono di danni economici provocati a giardini, frutteti oltre a gomme e cavi operando una forte pressione da lungo tempo sugli enti competenti per adottare concrete azioni risolutive. Per queste ragioni si propone un intervento di conservazione di questi habitat forestali, attraverso il controllo della popolazione del roditore, che si svolgerà all’interno di quattro 1 SIC e nell’area circostante interessata dalla presenza dello Sciuride affinchè si crei un’area di conoscenza e di interventi di conservazione che possa rendere più efficaci e stabili i risultati che si otterranno. Le associazioni ambientaliste sul territorio (Legambiente, Movimento Azzurro) ha dato parere favorevole per un programma di controllo finalizzato alla eradicazione delle specie esotiche. Il progetto è stato sottoposto a parere dell’INFS ora ISPRA,acquisito in data 12/08/2009 al n. 75 AG – 153998 di protocollo dipartimentale (allegato alla presente relazione), pienamente condiviso essendo già informato e da tempo attivo sul territorio italiano per il controllo sia del Callosciurus finlaysonii sia di altre specie di scoiattoli alieni. Gli obiettivi fondamentali di questo progetto sono: • Il controllo numerico della specie aliena Callosciurus finlaysonii finalizzato alla sua eradicazione quale principale minaccia per gli habitat forestali dei siti costieri della Basilicata; • il ripristino della vegetazione preesistente, attraverso la semina, l’impianto di materiale vegetale e le azioni di manutenzione del territorio, in tal modo il progetto contribuirà al mantenimento della biodiversità; • l’informazione circa i problemi derivanti dall'introduzione di specie aliene. L’esigenza di adottare delle concrete misure di salvaguardia del territorio costiero tirrenico è fortemente sentita dalle popolazioni locali le quali mediante i loro amministratori o direttamente hanno denunciato la presenza della specie aliena, pertanto una delle possibili criticità dovute alla reazione da parte dell’opinione pubblica locale risulterà facilmente superabile mediante una seria attività di sensibilizzazione della popolazione residente e turistica necessaria alla realizzazione del progetto. I tempi previsti secondo il crono programma allegato si sviluppano in tre anni di lavoro e prevedono un costo complessivo di € 388.800,00 di cui € 64.800,00 riveniente dai capitoli di spesa della Regione Basilicata pari al 20% dell’importo complessivo, come previsto dalla Delibera CIPE 19/2004. Il Decreto Ministero dell’Ambiente 24 settembre 2002 n.224, che prevede la rilevazione e la catalogazione dei dati relativi alla biodiversità e i Criteri di Gestione Obbligatori dal 1° gennaio 2005 necessitano una attuazione a livello regionale. La Regione Basilicata ha recepito nel DAPEF la strategia europea di conservazione delle risorse ambientali individuando l’obiettivo 4.5 dell’ASP4: “Valorizzazione e tutela del territorio nell’ambito della costruzione della Rete Ecologica , mediante : la definizione ed il completamento del quadro normativo ed amministrativo regionale; il definitivo assetto territoriale delle aree naturali 2 protette; l’incentivo alla creazione di attività imprenditoriali sostenibili. La Regione nel voler assicurare una coerente ed efficace interpretazione della strategia europea di conservazione della biodiversità, ha previsto l’utilizzo dei Fondi CIPE, ai sensi della delibera 19/2004 per attuare interventi concreti e diretti di salvaguardia della biodiversità esistente nei pSIC e ZPS ricadenti nel proprio territorio. Il presente Progetto è stato redatto a seguito dell’Accordo di Programma multi regionale per la tutela e valorizzazione della biodiversità ex delibera CIPE 19/2004 tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e la Regione Basilicata . LOCALIZZAZIONE E DESCRIZIONE DEI SITI L’area interessata dalla presenza dello Scoiattolo variabile(Callosciurus finlaysonii) comprende la parte alberata e boscata del comune di Maratea e la parte terminale alberata dell’asta fluviale del fiume Noce in territorio del comune di Trecchina in Basilicata. Su tali territori sono stati individuati ed istituiti i seguenti siti di interesse comunitario che di seguito si descrivono brevemente. Il sito di Acquafredda di Maratea – IT9210015- è caratterizzato dalla spettacolare falesia a picco sul mare. Oltre all'aspetto morfologico e paesaggistico il sito ospita cormofite di notevole pregio. Si tratta di uno dei siti meglio conservati del litorale tirrenico che presenta elementi floristici (Primula palinuri e Dianthus rupicola) e faunistici di estremo interesse scientifico e naturalistico. Marina di Castrocucco – IT9210155- costituisce un sistema integrato di habitat costieri mediterranei con presenza di specie endemiche. Di notevole interesse sono le formazioni costiere a Quercus virgiliana extrazonali. La costa è in discrete condizioni di conservazione e relativamente ben preservata dalle attività antropiche. Il sito “Isola di Santo Ianni e costa prospiciente” – IT9210160costituisce un’area di reperimento per la istituzione di una riserva marina. Rappresenta ambienti costieri in buono stato di conservazione in quanto di difficile accesso e con limitata fruizione turistica. Sono presenti specie mediterranee tipicamente costiere ed endemiche (Matorral arborescenti di Juniperus, Foreste di Olea e Ceratonia, Dehesas con Quercus ilex). La flora e la fauna è costituita da numerosi elementi di interesse europeo (Limonium, Primula palinuri, Alcedo atthis, Apus apus, A. 3 melba, A. pallidus, Charadrius hiaticula, Corvus Corax, Delichon Urbica, Dendrocopos major, Falco peregrinus, Hirundo rustica, Picus viridis, Upupa epops, Elaphe quatuorlineata). Altre specie presenti: Erinaceus europaeus, Glis glis, Lepus capensis, Martes foina, Mustela nivalis, Vulpes vulpes, Centaurea cineraria L., Erica multiflora L., Euphorbia dendroides L., Heteropogon contortus (L.) Beauv., Chrithmoides Inula L., Juniperus phoenicea L., Limonium remotispiculum (Lacaita) Pign., Myrtus communis L., Olea europaea L., Posidonia oceanica (L.) Delile, Quercus ilex L., D. Virgiliana, Thalictrum calabricum Sprengel Il sito Valle del Noce – IT9210265- è una Valle fluviale di particolare interesse naturalistico e paesaggistico. Il fiume presenta un corso incassato e colline ricche di foreste di Quercus ilex e querce frammiste a diverse essenze della macchia mediterranea. Qui la lontra (Lutra lutra) vive e si riproduce. Tra le specie presenti si segnala: Alcedo atthis (5p), Apus apus, Ardea cinerea, Columba livia (20p), Corvus corax (3p), Falco tinnunculus (5p), Gallinula chloropus, Hirundo rustica, Milvus migrans (5p), M. milvus (5p), Parus caeruleus, P. major, Picus viridis, Sylvia atricapilla, Turdus merula, Lutra lutra (5), Bombina variegata; Erinaceus europaeus, Glis glis, Martes foina, Mustela nivalis, Vulpes vulpes, Bufo Bufo, Bufo viridis, Hyla arborea, Rana esculenta, Coluber viridiflavus, Natrix natrix, Asparagus acutifolius L., Brachypodium sylvaticum (Hudson) Beauv., Coronilla emerus ssp. emerus, Erica arborea L., Ostrya carpinifolia Scop., Pistacia terebinthus L., Putoria calabrica (L. Fil.) pers., Quercus ilex L., Ruscus aculeatus L., Sesleria autumnalis (Scop.) Schultz, Thalictrum L. aquilegifolium , Viburnum tinus L.. 4 Localizzazione della Regione ████ Mappa della localizzazione generale del progetto ████ 5 Localizzazione delle aree ove saranno attuate le principali azioni elencate di seguito nel testo - Le aree campite in verde rappresentano le aree SIC interessate dal progetto in cui si localizza l'azione C1 di ripristino della vegetazione danneggiata - Linea Blu: i confini della zona prevalentemente interessata dal progetto - La linea rossa riporta i confini comunali PROGRAMMA OPERATIVO Per la predisposizione del presente programma operativo sono state seguite le linee guida per il controllo dello scoiattolo grigio in Italia , predisposto dal Ministero dell’Ambiente e dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica ora ISPRA, per le strette analogie presentate dai due casi. Le tecniche di controllo della popolazione finalizzate alla sua eradicazione saranno le medesime applicate altrove: trappolamento in vivo degli animali e successiva eutanasia con tecniche senza crudeltà . Gli interventi dovranno essere eseguiti in modo continuativo per ogni area di presenza fino alla completa eradicazione locale della specie. 6 Tale protocollo di intervento dovrà necessariamente rimanere operativo per un periodo di tre anni, anche in assenza di nuove segnalazioni di presenza dello Scoiattolo Callosciurus finlaysonii. Il successo dell'operazione potrà essere desunto solo dalla prolungata e generale assenza di segnalazioni di presenza della specie Metodologia di controllo finalizzato alla eradicazione Come è noto dalla bibliografia consultata e dalle linee guida per il controllo dello scoiattolo grigio in Italia predisposto dal Ministero dell’Ambiente e dall’INFS, l’eradicazione rappresenta il metodo più efficace per rimediare alle alterazioni ecologiche causate dall’introduzione delle specie invasive, in quanto rimuove i fattori stessi di disequilibrio in modo definitivo. Al contrario gli interventi di controllo - cioè azioni volte a contenere numericamente le popolazioni alloctone senza poterne determinare la totale scomparsa - possono solo limitare l’impatto della specie invasiva per un arco temporale limitato e pertanto debbono essere ripetuti periodicamente. Il controllo comporta quindi nel tempo la soppressione di un numero molto più elevato di individui, senza essere risolutivo. Gli interventi di eradicazione richiedono una valutazione attenta dei risultati conseguiti. Al termine dell’intervento triennale sarà avviato un periodo di monitoraggio della durata di un anno per accertarsi dell’avvenuta rimozione di tutti gli individui. Le tecniche di controllo finalizzate alla eradicazione devono assicurare adeguata efficacia e selettività. Condizione indispensabile per il successo di una eradicazione è che il tasso di prelievo superi il tasso di accrescimento della popolazione. Inoltre, le tecniche non devono determinare inaccettabili effetti su altre specie. Infine, anche gli aspetti etici devono essere attentamente valutati, minimizzando le sofferenze degli animali in modo da risultare, per quanto possibile, accettabili dal punto di vista etico e culturale. Le tecniche di intervento sviluppate o in corso di sperimentazione sono principalmente quelle di trappolamento in vivo con successiva eutanasia. Trappolamento La cattura tramite trappole in vivo rappresenta una tecnica realmente selettiva poiché consente il rilascio degli animali di altre specie eventualmente catturati. Oltre ad assicurare la massima selettività, il trappolamento permette di evitare sofferenze e stress agli animali catturati attraverso l’utilizzo di tecniche di eutanasia senza crudeltà. Un mezzo di cattura particolarmente efficace è rappresentato dall’uso della trappola a cassetta per cattura multipla (Multicatch, Longmeadow, Tomahawk collapsible live traps). Queste 7 trappole sono realizzate in rete zincata elettrosaldata, e permettono la cattura di più individui per sessione di trappolamento. Saranno utilizzate almeno un centinaio di tali trappole in tre fasi temporali distinte, la prima di tipo sperimentale che prevede l’utilizzo di circa venti trappole, la seconda di tipo ordinario che prevede la ulteriore dotazione e posizionamento di altre quaranta trappole, la terza di contenimento che prevede l’ulteriore dotazione di altre quaranta trappole sino alla concorrenza delle cento previste in totale. L’ingresso è formato da due porte basculanti inclinate che consentono l’accesso ma non l’uscita degli animali . Il protocollo di cattura prevede la disposizione delle trappole sul territorio almeno una-due settimane prima dell’inizio del trappolamento, in modo da abituare gli scoiattoli alla loro presenza. In questo periodo le trappole andranno mantenute aperte, ma disinnescate e regolarmente rifornite di esca alimentare per attirare gli scoiattoli. Può risultare opportuno assicurare le trappole ad alberi o altre strutture fisse tramite catene e lucchetti, in modo da evitare che esse vengano spostate o trafugate. Le trappole andranno coperte con plastica scura o rami con foglie, in modo da ridurre lo stress negli animali catturati che non saranno esposti alla vista. Come esca si può utilizzare mais, disposto sia all’interno che attorno alla trappola. Nei primi giorni dalla sistemazione della trappola, il mais andrà sparso in un’area di diversi metri quadrati attorno alla trappola, per facilitare la localizzazione del sito da parte degli scoiattoli. Le porte basculanti andranno tenute bloccate in posizione aperta, legandole alla parte superiore della trappola con del filo metallico, o bloccandole con dei pezzi di legno sistemati orizzontalmente attraverso la griglia . Una volta riscontrata la frequentazione del luogo da parte degli animali (il mais appare cioè in parte consumato), si potranno innescare le trappole sbloccando le porte basculanti. Per facilitare l’ingresso degli scoiattoli le porte andranno comunque mantenute aperte con pezzetti di legno verticali, sistemati in modo da cadere con facilità al passaggio degli animali, permettendo così il blocco delle porte. Il controllo delle trappole andrà condotto dagli operatori almeno una volta al giorno, dopo la fine del ciclo di attività degli animali (tramonto) per minimizzare l'intervallo di permanenza in cattività degli scoiattoli. In generale è possibile accorgersi dell’avvenuta cattura anche a distanza, perché gli scoiattoli tendono a muoversi all’interno della gabbia. Una volta accertata la cattura, andranno trasportati presso il locale attrezzato per effettuare l’eutanasia degli animali. Sugli animali catturati verrà rilevato sesso, misure morfometriche e stato riproduttivo. L'analisi delle serie temporali delle catture e dei parametri riproduttivi permetteranno di determinare l'andamento della dinamica di popolazione in relazione al prelievo effettuato. 8 Eutanasia Criteri di valutazione delle tecniche di eutanasia sono: la sicurezza dell’operatore, la selettività, la limitazione di stress e sofferenza negli animali. Nell'ambito del Progetto di eradicazione dello Scoiattolo (Callosciurus finlaysonii) la metodica più idonea appare essere la tecnica inalatoria con C02 allo stato gassoso in camera ermetica nella quale gli animali verranno posti, in modo da ridurre al minimo le manipolazioni dei soggetti, direttamente dalle gabbie di trappolamento (tipo Multi-Catch in rete zincata elettrosaldata Long Meadow o similari) riconosciute idonee per questa specie per ridurre tutti i rischi di danni fisici e psichici dei soggetti catturati. La CO2 presenta scarsi rischi per operatori ed animali durante l'utilizzo, è poco costosa, facilmente reperibile sotto forma di gas in bombole o come ghiaccio secco; quest'ultimo può però provocare ustioni se accidentalmente viene a contatto con la superficie cutanea. Il soggetto viene posto in una camera a chiusura ermetica viene quindi immesso rapidamente il gas ad una concentrazione superiore al 60%. A questa concentrazione il gas è in grado di dare rapida perdita di coscienza e morte in 2-5 minuti, gli animali non si accorgono della presenza del gas nell'ambiente di conseguenza non hanno reazioni di angoscia o panico. La morte avviene rapidamente per depressione diretta della corteccia cerebrale, delle strutture subcorticali, dei centri vitali e del muscolo cardiaco. Il Progetto prevede un periodo di intervento sul territorio ai fini della eradicazione della durata di 3 anni. Poiché si è consapevoli che potrebbe essere difficile catturare tutti gli esemplari ovviamente sarà mantenuta alta l’attenzione degli operatori sul territorio(Guardie provinciali, guardie vanatorie volontarie, operatori forestali della Comunità Montane ed operatori del Comune di Maratea coordinati dal personale dell’Osservatorio regionale degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche ) al fine di una eventuale segnalazione di presenza di esemplari. Conseguentemente un certo numero di gabbie potranno essere periodicamente ricollocate utilizzando il personale delle istituzioni sopra citate solitamente operante in zona. 9 Informazione all’opinione pubblica L’opposizione di una parte dell’opinione pubblica potrebbe rappresentare il principale ostacolo per la messa in atto di azioni efficaci di eradicazione dello Scoiattolo. Si evidenzia la generale opposizione di una parte dell’opinione pubblica alla realizzazione di interventi di controllo della fauna selvatica, anche se realizzati a fini conservazionistici e con tecniche che limitano lo stress e le sofferenze degli animali. La percezione fortemente negativa di operazioni di questo genere è legata alla crescente sensibilità animalista, attenta al benessere dei singoli individui più che alla conservazione delle popolazioni e delle zoocenosi, ma anche in parte a una generale carenza d’informazione, e alla diffusione da parte dei mass media di notizie parziali, in cui si enfatizza la soppressione di animali senza evidenziare gli effetti positivi per le altre specie e l’ambiente. Se in generale non si registra una accesa opposizione verso interventi di controllo delle popolazioni di ratti, nutrie o cinghiali, ciò è in parte dovuto all’immagine meno accattivante di queste specie rispetto a quella dello Scoiattolo, che rappresenta una specie di elevato impatto emotivo. Gli ostacoli all’applicazione di interventi di controllo dello Scoiattolo sono anche amplificati dalla notevole adattabilità di questa specie a colonizzare parchi e giardini, dove è evidentemente molto difficile realizzare azioni malviste dai fruitori di queste aree. In relazione alla prevedibile opposizione di una parte dell’opinione pubblica, è fondamentale la pianificazione di campagne di informazione, finalizzate a rendere nota la minaccia rappresentata dallo Scoiattolo, a divulgare le finalità degli interventi e ad illustrare le misure previste per limitare stress e sofferenze agli animali. A questo fine può risultare molto importante il coinvolgimento delle associazioni ambientaliste, la cui collaborazione per gli aspetti di comunicazione può permettere un’efficace sensibilizzazione del pubblico. AZIONI VOLTE ALLA ERADICAZIONE DELLA SPECIE ALIENA ED IN FAVORE DELLA TUTELA DELLA BIODIVERSITA’ Il progetto prende atto dell'incremento demografico di una nuova popolazione di Scoiattolo variabile(Callosciurus finlaysonii), la prima in ambiente naturale, introdotto a Maratea (costa tirrenica, Regione Basilicata - Italia). La popolazione di Maratea prende origine dalla liberazione di 3-4 coppie avvenuta qualche decina di anni addietro da parte di un privato. La situazione è aggravata dal rischio di traslocazione degli animali in altre aree. Almeno in un caso, alcuni animali sono stati catturati e poi rilasciati nella valle del fiume Noce, adiacente alla costa di Maratea. Questo fenomeno è particolarmente pericoloso perché potrebbe 10 creare nuovi nuclei e aiutare le specie a superare le barriere ecologiche ed aumentarne il tasso di diffusione. L'introduzione di scoiattoli appartenenti a specie esotiche porta sempre a squilibri negli ecosistemi, con conseguenze negative per le piante e gli animali. Un notevole impatto sulla vegetazione è stato registrato a Maratea, con danni soprattutto sul Certonia siliqua, Quercus Virgiliana, Q. ilex, di Olea europea, ed il di Pinus halepensis, specie tipiche degli habitat protetti locali. L'ampio consumo di parti vitali della pianta (tronco principale e ramificazioni), che in alcune specie vegetali (es. Certonia siliqua) interessa il 100% dei campioni esaminati, minaccia gravemente la sopravvivenza delle specie (anche a causa di attacchi di parassiti). Inoltre, il consumo di semi produce influenze sulla diffusione fisica dei vari impianti. Sull’area ed in merito alle questioni poste è stata realizzata la seguente ricerca scientifica: Aloise G. e Bertolino S. 2005 Free Ranging Population of the Finlayson’s Squirrel Callosciurus finlaysonii (Horsfield,1824) (Rodentia, Sciuride ) in South Italy. Histrix, Italian Journal of Mammalogy, 16(1) (2005) Il presente programma sarà realizzato a cura dei seguenti Enti con la consulenza e la supervisione scientifica di uno zoologo esperto di dinamica di popolazione e gestione di piccoli mammiferi. Proponente (Regione Basilicata): La Regione Basilicata è l’ente competente in materia di conservazione della natura, la realizzazione delle direttive europee 92/43/CEE (Habitat), 79/409/CEE (Uccelli) e delle disposizioni nazionali e regionali in campo ambientale. La Regione è competente per quanto attiene alla regolamentazione, alla pianificazione e alla realizzazione di interventi a tutela degli habitat e delle specie censite dalla rete Natura 2000. Partner 1 (Provincia di Potenza). La Provincia di Potenza è competente, in base alla legge regionale 28/94, per la tutela e gestione delle aree protette in ambito provinciale. Inoltre, ai sensi della legge regionale 2/95, è l’ente preposto alla vigilanza ittico venatoria, alla tutela della flora e della fauna ed alla redazione del piano faunistico sul territorio provinciale. La Provincia provvede al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia ed attua i piani di abbattimento impiegando le guardie venatorie dipendenti dall’ Ente. Partner 2 (Comunità Montana del Lagonegrese): La Comunità Montana del Lagonegrese è l'ente territoriale competente per la manutenzione del territorio ed il ripristino ambientale. Esso redige annualmente progetti esecutivi di 11 ripristino ambientale e di manutenzione di aree danneggiate da avversità ambientali Partner 3 (Comune di Maratea): Il Comune di Maratea è l’ente in cui ricade gran parte dell’area territoriale oggetto della progettazione ed è l’ente territoriale maggiormente interessato ai danni provocati dalla specie aliena e, proprio per la sua funzione territoriale, raccoglie proteste e segnalazioni provenienti dai cittadini. Azioni previste ed enti coinvolti: AZIONE A.1: Elaborazione del piano di azione AZIONE A.2: Monitoraggio e raccolta dati biologici, distributivi sulla specie aliena (ex ante) AZIONE A.3: Raccolta dati sui danni subiti dalla vegetazione AZIONE B.1: Allestimento locale attrezzato AZIONE B.2: Contenimento della specie AZIONE B.3: Monitoraggio della densità di popolazione (ex post) AZIONE C.1: Ripristino della vegetazione danneggiata nei siti SIC AZIONE D.1: Convegni di presentazione del progetto ai fini della sensibilizzazione della popolazione residente e turistica e per la comunicazione dei risultati e pubblicazione di materiale divulgativo Risultati attesi Riduzione della popolazione di Scoiattolo variabile(Callosciurus finlaysonii)al fine di eliminare i danni alla vegetazione e per una eradicazione della specie sul territorio. Restauro della biodiversità nei SIC interessati dal progetto. AZIONE A.1: Elaborazione del piano d'azione e coordinamento Elaborazione, a cura della Regione Basilicata, del piano d'azione operativo per la gestione del programma di eradicazione del Callosiurus finlaysonii e per il ripristino degli habitat all'interno dei siti SIC compresi nella zona di intervento; tale piano deve essere periodicamente aggiornato sulla base dei risultati delle azioni intraprese. La Regione Basilicata effettuerà il coordinamento dell’intero progetto e ne seguirà le varie azioni attuative. Il Programma operativo, ovviamente correlato al piano di gestione, sarà integralmente inserito nel "Piano di Gestione dei siti Natura 2000" che la Regione Basilicata elaborerà. AZIONE A 2: Monitoraggio e raccolta dati biologici, distributivi sulla specie aliena (ex ante) 12 Le metodologie di raccolta dei dati, attraverso una apposita scheda, permetteranno la quantificazione e l'ubicazione degli scoiattoli. Risultati attesi : Definizione delle procedure per l'esecuzione delle indagini, le operazioni di rimozione di roditore sul territorio e le procedure al fine di ricostruire la vegetazione delle aree danneggiate. Essendo, questa in esame, l’unica popolazione aliena di Callosciurus finlaysonii in natura conosciuta in Europa, non sono noti tutti gli aspetti della sua biologia (periodo e tasso riproduttivo, tasso di sopravvivenza, ecc.).Inoltre, la distribuzione attualmente nota si riferisce a aree di medio-alta densità di popolazione, dove è facile il rilevamento degli animali. L'uso di appropriati metodi di campionamento in aree diversificate per tipologie di vegetazione, all'interno della zona di ricerca, permetterà di valutare la densità di popolazione nelle varie formazioni vegetali. La conoscenza dei principali parametri biologici è essenziale per l'individuazione e / o l'adeguamento delle tecniche di controllo già utilizzate per altre specie di scoiattoli. Campionare la presenza di questa specie è essenziale per individuare l’ area di espansione ed adeguare le azioni di contenimento per evitare l'aumento di nuovi nuclei di diffusione. L'individuazione delle tipologie di vegetazione, con una maggiore densità di popolazione, sarà importante per l'individuazione dei settori prioritari di intervento, e sarà fondamentale per il monitoraggio e la verifica dei risultati. Responsabili dell’attuazione: Provincia di Potenza. Risultati attesi: La conoscenza dei principali parametri biologici della popolazione aliena di Callosciurus finlaysonii. Realizzazione di una dettagliata mappa di distribuzione della specie e una mappa delle aree a maggior rischio. AZIONE A 3: Raccolta dati sui danni subiti dalla vegetazione Le differenti essenze vegetali sono interessati in maniera quantitativamente differente dal fenomeno di scortecciamento (bark-stripping) al tronco e alle ramificazioni primarie che mettono a repentaglio la sopravvivenza dell’esemplare. La verifica, in aree campione, della superficie di scortecciamento degli esemplari delle differenti essenze vegetali arboree consentirà di verificare il grado di appetibilità delle stesse. L'individuazione di piante, già danneggiate e con un maggiore rischio di attacco da Callosciurus finlaysonii, comporterà l'individuazione dei settori di intervento prioritario. È necessaria una iniziale conoscenza dei danni subiti dalla 13 vegetazione di controllo per verificare gli effetti della popolazione dello scoiattolo e di prevedere le potenzialità di recupero della vegetazione. Si procederà, a seguito dei rilievi, a pianificare azioni di ripristino ambientale: • con eventuali interventi di manutenzione straordinaria sulle specie vegetali presenti, • mediante la raccolta di semi dalle aree vicine per la semina da effettuare in seguito sulle aree bonificate. Responsabili dell’attuazione: Provincia di Potenza, Comunità Montana del Lagonegrese Risultati attesi: Realizzazione di una mappa dettagliata delle zone più interessate dai danni e di quelle a maggiore rischio. AZIONE B.1: Allestimento locale attrezzato Si prevede di allestire un locale attrezzato per la gestione temporanea degli esemplari catturati e destinati alla soppressione o per effettuarvi altre operazioni di tipo veterinario. Vi saranno allocate le attrezzature per l’utilizzo della CO2, congelatori per contenere le carcasse in attesa di essere smaltite e quanto altro necessario. Se vi sarà una impossibilità di procedere alla eutanasia degli animali immediatamente dopo la cattura, o perché sono infine destinati ad altri scopi, è necessario mantenerli nelle condizioni previste dalle leggi vigenti. La presenza della specie in ambienti sia selvatico che peridomestico rende necessario l’analisi e il monitoraggio sanitario della specie. Il laboratorio di supporto per gli esami parassitologici e patologici degli esemplari catturati è l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata sez. di Potenza. Responsabili dell’attuazione: Provincia di Potenza, Comune di Maratea, ASL ed Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata Potenza Istituto sez. di Risultati attesi: La attrezzatura di un locale adeguato per il mantenimento temporaneo degli animali e la effettuazione, per un lungo periodo, della sorveglianza sanitaria di un ampio campione di esemplari. AZIONE B.2: Contenimento della specie 14 Fase 1 La rimozione degli esemplari dal territorio avverrà attraverso campagne di trappolamento programmate contemporaneamente in più località. In particolar modo batterie di trappole saranno poste alle due estremità est ed ovest di diffusione sul territorio regionale lungo la costa in modo da limitare l’espansione della popolazione. Una terza batteria sarà localizzata nelle aree più a nord in modo da contenere più efficacemente gli esemplari. Tali batterie saranno poi progressivamente spostate al fine di catturare l’intera popolazione. Responsabili dell’attuazione: Regione Basilicata – osservatorio Regionale degli habitat naturale e delle popolazioni faunistiche (coordinamento), Provincia di Potenza, Guardie Volontarie Venatorie ATC 3 (PZ), Comune di Maratea Risultati attesi: Ridurre il più possibile e poi eradicare la popolazione di Callosciurus finlaysonii in modo che essa non sia un pericolo per le specie animali e vegetali. Fase 2 Abbattimento degli esemplari catturati attraverso l'eutanasia con l’impiego di C02. L'intervento si svolgerà presso il laboratorio appositamente attrezzato in comune di Maratea. La tecnica prescelta consente di non dover manipolare gli esemplari e di poterli trattare direttamente nelle trappole di cattura che poi andranno riposizionate la mattina seguente. Il veterinario della ASL ed il personale dell’Istituto Zooprofilattico effettueranno, in tale fase, sugli esemplari catturati tutti i controlli sanitari e parassitologici che riterranno necessari. Lo smaltimento delle carcasse, nel frattempo conservate in congelatori dedicati, avverrà in conformità con le disposizioni legislative che prevedono la distruzione mediante incenerimento . Responsabili dell’attuazione: Regione Basilicata – osservatorio Regionale degli habitat naturale e delle popolazioni faunistiche (coordinamento), Provincia di Potenza, Guardie Volontarie Venatorie ATC 3 (PZ), Comune di Maratea. Veterinario ASL competente e Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata Risultati attesi Eradicazione della specie esotica Un quadro sanitario dettagliato della popolazione aliena e delle possibili implicazioni igienico-sanitarie per la fauna e per l'uomo. 15 AZIONE B.3: Monitoraggio della densità di popolazione (ex post) Sarà fatto un monitoraggio delle aree, in cui sarà effettuata la rimozione degli animali, al fine di verificare la densità di popolazione in un periodo di tempo di un anno. Si effettuerà la sorveglianza del territorio nelle aree di intervento. Dopo la cattura, sarà effettuato il controllo dei settori per verificare l'efficacia delle azioni di controllo e la capacità di recupero della popolazione. A seguito dei monitoraggi effettuati sarà meglio tarato il Piano di azione. Responsabili dell’attuazione: Provincia di Potenza, Comunità Montana del Lagonegrese Risultati attesi: Analisi degli effetti del controllo effettuato sulla popolazione di Callosciurus finlaysonii. Si otterrà in tal modo un quadro preciso della capacità di recupero della popolazione allo scopo di meglio tarare le azioni di controllo ed evidenziare tempi e modalità di un eventuale nuovo intervento. AZIONE C.1: Ripristino della vegetazione danneggiata nei siti SIC Si prevede di effettuare semina, interventi di manutenzione (potature, ceduazioni) e nuovi impianti di specie vegetali arbustive ed arboree autoctone, particolarmente quelle maggiormente danneggiate, in aree bonificate nel rispetto delle composizioni vegetali presenti( carrubo, quercia, leccio, olivastro, corbezzolo). La vegetazione esistente, che è danneggiato dalla specie esotiche, ha bisogno di interventi di manutenzione e di ripristino. Il ripristino della vegetazione preesistente deve essere fatto con tecniche, che richiedono lavorazioni minime del suolo e che rispettino dei principi di intervento il più vicino possibile alle forme naturali di disseminazione. Responsabili dell’attuazione: Comunità Montana del Lagonegrese Risultati attesi Ripristino della vegetazione danneggiata. AZIONE D.1: Convegni di presentazione del progetto ai fini della sensibilizzazione della popolazione residente e turistica e per 16 la comunicazione dei risultati e pubblicazione di materiale divulgativo. Tale azione mira alla sensibilizzazione del pubblico ed alla diffusione dei risultati . Sarà organizzato un incontro per la presentazione del progetto, in cui saranno discusse le problematiche ambientali e socioeconomiche relative alla introduzione di specie aliene e la necessità di adeguati interventi di controllo. Vi è necessità di dare visibilità al progetto e di informare circa le attività previste al fine di agevolare gli interventi degli operatori che costituiranno una costante e continua presenza sul territorio. L’azione di informazione mira a rendere consapevole l'opinione pubblica circa le conseguenze derivanti dalla presenza di specie aliene. Saranno poi organizzati quattro diverse giornate di discussione con la popolazione per dare informazioni sullo svolgimento del progetto. La necessità di sensibilizzare la popolazione sulle problematiche relative alla presenza di una specie aliena e alla necessità e modalità di azioni di controllo in un ambiente con rilevante presenza umana costituisce un elemento indispensabile per facilitare l’attuazione degli interventi ed evitare comportamenti che sfavoriscano l’eradicazione (ed esempio, traslocazioni). Saranno stampati opuscoli e poster in numero adeguato al fine di raggiungere, con la loro distribuzione, le famiglie ed i turisti presenti lungo la costa marateota informando della presenza di una specie aliena, delle gravi conseguenze per gli habitat derivanti da tale presenza e della necessità di interventi di controllo, tale materiale illustrativo sarà distribuito presso tutti gli operatori turistici ed i locali pubblici della costa e dell’interno. Al termine del progetto saranno presentati, durante un incontro pubblico, i risultati conseguiti. Responsabili dell’attuazione: Comune di Maratea Risultati attesi Aumentare la disponibilità della popolazione a favore della realizzazione degli interventi, ed evitare comportamenti che non facilitino l'eradicazione delle specie esotiche. Creare maggiore attenzione da parte della popolazione residente e turistica. 17 CRONOPROGRAMMA DELLE ATTIVITA’ Azioni Anno 1 Numero/nome I II III IV Anno 2 I II III IV I Anno 3 II III IV A. Azioni preparatorie 1. Elaborazione Programma operativo 2. Raccolta dati biologici C. finlaysonii 3. Raccolta vegetazione dati danni B. Azioni di contenimento della specie 1. Allestimento locale attrezzato 2. Controllo della specie 3 Monitoraggio densità popolazione C. finlaysonii C. Azioni di restauro ambientale 1. Ripristino vegetazione nei Siti SIC D. Azioni di sensibilizzazione e comunicazione 1. Convegni di presentazione del progetto ai fini di sensibilizzazione della popolazione residente e turistica, comunicare i risultati e pubblicazione di materiale divulgativo Aspetti normativi Le attività di controllo dello Scoiattolo variabile(Callosciurus finlaysonii) devono essere attuate nel rispetto dell’art. 19 c.2 della legge 11-02-1992 n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, che così recita: 2. Le Regioni, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche, provvedono al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia. Tale controllo, esercitato selettivamente, viene praticato di norma mediante l'utilizzo di metodi ecologici su parere dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica. Qualora l'Istituto verifichi l'inefficacia dei predetti metodi, le Regioni possono autorizzare piani di abbattimento. Tali piani devono essere attuati dalle guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni provinciali. Queste ultime potranno altresì avvalersi dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani medesimi, purché muniti di licenza per l'esercizio venatorio, nonché delle guardie forestali e delle guardie comunali munite di licenza per l'esercizio venatorio. Nel caso specifico della Regione Basilicata, la legge regionale 9 gennaio 1995, n. 2 “Norme per la protezione della fauna selvatica 18 omeoterma e per il prelievo venatorio”, all’art. 28, specifica che: Controllo della fauna selvatica 1. Le Province, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela di particolari specie selvatiche e delle produzioni zoo - agro - forestali ed ittiche, provvedono al controllo della specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia. Tale controllo, esercitato selettivamente, viene praticato di norma mediante l' utilizzo di metodi ecologici su parere dell' istituto nazionale della fauna selvatica. Qualora l' Istituto verifichi l' inefficacia dei predetti metodi, le Province possono autorizzare piani di abbattimento. 2. I piani di abbattimento di cui al comma 1 devono essere attuati dalle guardie venatorie dipendenti dalle province. Queste potranno, altresì , avvalersi dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali si effettua l' abbattimento, delle guardie forestali e comunali, nonchè degli addetti alla vigilanza di cui al successivo art. 45, purchè i soggetti in questione siano in possesso di licenza di caccia. Nella attuazione del Progetto si terrà conto anche del D.Lgs 27/01/1992 n. 116 “Attuazione della direttiva n. 86/609/CEE in materia di protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali o ad altri fini scientifici”. Lo Scoiattolo Callosciurus finlaysonii, in quanto specie asiatica non è ovviamente protetto da nessuna direttiva comunitaria. Numerose convenzioni internazionali cui l'Italia aderisce sottolineano invece la necessità di controllare ed eliminare l'introduzione di specie non autoctone e di eradicarle qualora ciò procuri danni al patrimonio di biodiversità naturale di un paese. 1) La Convenzione di Berna (art. 11 paragrafo 25) prevede che le parti contraenti si impegnino a controllare strettamente l'introduzione delle specie non indigene. Nell'ambito di detta convenzione è stata recentemente (dicembre 1999) adottata a Strasburgo una nuova raccomandazione (a seguito di un'altra del 1997), che incentiva a valutare la possibilità di eliminare specie di vertebrati alloctoni che rappresentino una minaccia per la fauna indigena, e di effettuare effettivamente tali eradicazioni dopo aver realizzato campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica finalizzate alla comprensione della necessità e dell'importanza degli interventi di eradicazione, a tutela della biodiversità naturale del Paese.. 2) La Convenzione di Rio de Janeiro sulla biodiversità (art. 8 lettera h) prevede che tutti i paesi debbano prevenire l'introduzione, controllare o eradicare le specie alloctone che minacciano la biodiversità indigena. 3) La Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat) (art. 22 comma b) predispone per i paesi della Comunità il controllo e l'eventuale 19 divieto di introdurre elementi alloctoni che creino danno alla biodiversità naturale. A livello nazionale, lo scoiattolo Callosciurus finlaysonii non è elencato tra le specie cacciabili dalla L. 157/92. Questa legge non prevede l'eliminazione di specie alloctone dannose alla biodiversità. La legislazione nazionale risulta pertanto non molto chiara per problemi di gestione di specie alloctone e le interpretazioni della stessa possono risultare non condivise a livello giuridico. 20