Napoli Napoli è un Comune italiano di 989 292 abitanti, capoluogo dell'omonima Provincia e della Regione Campania. Situata in posizione pressoché centrale nell'omonimo golfo, tra il Vesuvio e l'area vulcanica dei Campi Flegrei, è il terzo comune italiano per popolazione dopo Roma e Milano, nonché cuore di una delle aree metropolitane più popolose d'Europa con oltre 3 000 000 di abitanti. Fondata nell'VIII secolo a.C., fu tra le città egemoni della Magna Graecia,grazie al rapporto privilegiato con Atene, ed esercitò una notevole influenza commerciale, culturale e religiosa sulle popolazioni italiche circostanti. Dopo il crollo dell'Impero romano, nell'VIII secolo la città formò un ducato autonomo indipendente dall'Impero bizantino; in seguito, dal XIII secolo e per circa seicento anni, fu capitale del Regno di Napoli. Divenuta capitale del Regno delle Due Sicilie sotto i Borbone, conobbe un lungo periodo di sviluppo socioeconomico. Per motivi storici, artistici, politici ed ambientali è stata, dal IX secolo fino ad oggi, tra i principali centri di riferimento culturale d'Europa. Sede della Federico II, la più antica università statale d'Europa,ospita altresì l'Orientale, la più antica università di studi sinologici ed orientalistici del continente e la Nunziatella, una delle più antiche accademie militari al mondo. Nel 1995 il centro storico di Napoli, il più vasto d'Europa, è stato riconosciuto dall'UNESCO come patrimonio mondiale dell'umanità. Nel 1997 l'apparato vulcanico Somma-Vesuvio è stato eletto dalla stessa agenzia internazionale (con il vicino Miglio d'Oro, in cui ricadono anche i quartieri napoletani di San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli) tra le riserve mondiali della biosfera. Il nome «Napoli», deriva dal termine greco Neapolis (Νεάπολις) che significa «città nuova». Meno chiara, tuttavia, è la radice del nome Neapolis, tradizionalmente individuata nella contrapposizione all'antica Palepolis («città vecchia»),che sorgeva nell'attuale località di Pizzofalcone. Napoli sorge quasi al centro dell'omonimo golfo, dominato dal massiccio vulcanico Vesuvio e delimitato ad est dalla Penisola sorrentina con Punta Campanella, ad ovest dai Campi Flegrei con Monte di Procida, a nord ovest-est dal versante meridionale della piana campana che si estende dal lago Patria al nolano. Napoli gode di un clima mediterraneo, con inverni miti e piovosi e estati calde e secche, ma comunque rinfrescate dalla brezza marina che raramente manca sul suo golfo. Il sole splende mediamente per 250 giorni l'anno. La fondazione della città di Napoli è strettamente legata al mito della sirena Partenope. Le sirene erano creature mitologiche proprie della tradizione greca, esseri per metà donna e metà uccelli (e non pesci, come da errata tradizione medievale). Celebre era il loro canto ammaliatore che conduceva equipaggi e navi alla deriva. Una versione del mito narra che la sirena Partenope, vanamente innamorata dell'eroe Ulisse, si suicidò gettandosi in mare da una rupe. Il suo corpo fu trasportato dalle onde sui lidi napoletani, dove sarebbe sorta in suo onore la città di Parthenope. Da tale mito proviene la definizione di partenopei che ancora oggi identifica i napoletani Partenope fu fondata sulla collina di Pizzofalcone e nell'isolotto di Megaride dai Cumani, nell'VIII secolo a.C., secondo la logica di una creazione di approdi e capisaldi nel golfo. Con l'avvento dell'aristocrazia cumana espulsa dal tiranno Aristodemo di Cuma dopo la vittoria di Aricia nel 507 a.C.[53][54], la città rinacque come Neapolis (città nuova). La "Città Nuova" seppe in breve tempo sia sostituirsi a Cuma nei commerci marittimi sia assumere il controllo sul golfo. Grazie all'influenza ateniese diventò tra i più importanti porti del Mediterraneo. Dopo aver aperto le porte alla popolazione osca dell'entroterra campano, nel 326 a.C. la città venne conquistata dai Romani, conservando tuttavia la lingua greca almeno fino al II secolo d.C. Con il termine dell'età antica e l'incalzare delle invasioni barbariche, la città si chiuse nelle sue mura. Le zone un tempo mete dell'aristocrazia romana caddero preda delle razzie e dell'incuria. Nel 476 l'ultimo imperatore romano d'occidente Romolo Augusto fu imprigionato nel Castel dell'Ovo, al tempo villa romana fortificata. Età medievale Il Ducato di Napoli Nel 536 Napoli fu conquistata dai Bizantini durante la guerra gotica e rimase saldamente in mano all'impero anche durante la susseguente invasione longobarda, divenendo in seguito ducato autonomo. Il primo duca, secondo la tradizione, sarebbe stato Basilio, nominato nel 660-61 dall'Imperatore bizantino Costante II .La vita del ducato fu caratterizzata da continue guerre, principalmente difensive, contro i potenti principati longobardi vicini e i corsari musulmani (genericamente definiti Saraceni), provenienti per lo più dal Nordafrica o dalla Sicilia, che era stata conquistata dagli Aghlabidi a partire dall'827. Il X° secolo fu caratterizzato da una politica di neutralità, che mirò a tener fuori Napoli dai giochi che si svolgevano intorno a lei. Da ciò trassero giovamento sia l'economia che la cultura, consentendo da un lato lo sviluppo delle industrie tessili e della lavorazione del ferro; dall'altro, un proficuo scambio di materiale letterario e storico sia religioso che profano, sia greco che latino tra la città e Costantinopoli. Il periodo normanno-svevo Nel 1139 i normanni di Ruggero II d'Altavilla conquistarono la città, ponendo fine al ducato: Napoli entrò così a far parte del territorio del Principato di Capua, nel neonato Regno di Sicilia, con capitale Palermo; ciononostante la città conservò la sede dell'arcidiocesi e acquisì grande importanza grazie al porto, che le permise di essere l'unica città italiana facente parte della lega anseatica. Passato il Regno di Sicilia in mano sveva sotto gli Hohenstaufen, Napoli fu compresa nel giustizierato di Terra di Lavoro, continuando ad accrescere la propria importanza come centro culturale dell'area. Tale processo culminò con la fondazione, avvenuta il 5 giugno 1224 ad opera di Federico II, dell'Università di Napoli. Si tratta del più antico istituto europeo del suo genere, vi si insegnarono fin dal principio diritto, arti liberali, teologia e medicina. Essa fu concepita come scuola indipendente dal potere papale, avendo fin dall'inizio lo scopo di formare i funzionari dello Stato ed in particolare giureconsulti esperti che servissero l'imperatore nelle dispute dinastiche.Il periodo angioino Napoli divenne parte del regno angioino in seguito alle vittorie di Carlo I d'Angiò su Manfredi di Svevia nel 1266 a Benevento; e su Corradino di Svevia a Tagliacozzo nel 1268. Sotto il regno di Carlo II d'Angiò, furono istituiti formalmente i Sedili, organi amministrativi ripartiti per aree della città. Essi traevano la propria origine dalla fratrie dell'epoca greca e dalla Magna cura Regis e sarebbero rimasti in piedi fino al XIX secolo. In seguito alla rivolta scoppiata in Sicilia nel 1282 (Vespri siciliani, causati anche dallo spostamento della capitale da Palermo a Napoli) e il passaggio dell'isola al dominio aragonese, Napoli, divenne la capitale del Regno di Napoli e uno dei più importanti centri di potere della penisola italiana. Succede a Carlo d'Angiò il figlio Carlo II ed in seguito il nipote, Roberto d'Angiò, detto "il Saggio", che fa di Napoli un centro culturale fra i più vivaci dell'Europa e del Mediterraneo. Età moderna Il Regno aragonese Utriusque Siciliae Alfonso il Magnanimo Nel 1442 anche Napoli cambiò di mano, diventando una delle città più influenti del dominio aragonese. Sotto il regno di Alfonso il Magnanimo (1442-1458), la città divenne una delle più importanti della Corona d'Aragona. Nonostante alcuni episodi di insofferenza come la Congiura dei Baroni, il regno di Alfonso fu caratterizzato dall'ampliamento della città, la cui popolazione crebbe notevolmente fino a renderla la città più popolosa d'Occidente. Anche il clima culturale conobbe un notevole incremento, grazie al grande impulso dato da Alfonso alla biblioteca cittadina ed alla fondazione dell'Accademia Pontaniana. Le grandi somme profuse nella promozione della cultura diedero impulso ad un fiorire di attività, che resero Napoli protagonista dell'Umanesimo e del Rinascimento. Il Viceregno spagnolo A partire dal 1501, in conseguenza delle Guerre d'Italia, Napoli perse la sua indipendenza. Dopo essere stata brevemente in mano francese fino al 1504, passò sotto la dominazione spagnola, e per oltre due secoli il regno fu governato da un viceré per conto di Madrid. Il lungo dominio spagnolo viene generalmente considerato dalla storiografia, specie di stampo crociano, un periodo oscuro e di regresso. In effetti, esso lasciò tracce profonde sia nella lingua napoletana, che soprattutto nell'assetto urbanistico della città. Fu ad esempio sotto il viceré Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga che fu aperto il famoso asse viario omonimo, e furono costruiti i Quartieri Spagnoli. Nel 1647 la città vide la famosa rivolta di Masaniello, partita da quella stessa Piazza Mercato in cui era stata tagliata la testa a Corradino di Svevia, e nata a causa del malgoverno spagnolo. Sei mesi dopo vi fu la nascita di un'effimera repubblica indipendente sotto la guida di Gennaro Annese e del nobile francese Enrico II di Guisa. La città fu messa sotto assedio e riconquistata dagli spagnoli, e successivi tentativi francesi di riconquistarla non ebbero buon esito. Nel corso della guerra di successione spagnola l'Austria conquistò Napoli (1707), ma la tenne per pochi anni, fino al 1734, anno in cui il regno fu occupato da Carlo di Borbone, che vi ricostituì uno Stato indipendente che comprendeva tutto il sud Italia e la Sicilia. Il periodo borbonico e la parentesi francese Il lungo regno dei Borbone di Napoli, e l'attenzione verso le innovazioni mostrate dai diversi sovrani di questa dinastia, hanno consentito a Napoli di conseguire una serie di primati. Nel 1735 vi fu fondata la prima cattedra di astronomia d'Italia, e nel 1754 la prima di economia politica al mondo. Nel 1782 fu effettuato a Napoli il primo intervento di profilassi anti-tubercolare in Italia, nel 1792 vi fu realizzato il primo Atlante marittimo del mondo. Nel 1801 vi fu fondato il primo museo mineralogico del mondo. Il 24 giugno 1818 fu varata a Napoli nei cantieri Filosa, nei pressi del Forte di Vigliena, la Ferdinando I, prima nave a vapore del Mediterraneo.[69] Altro notissimo primato cittadino è quello dell'inaugurazione del primo tratto ferroviario in Italia, la ferrovia Napoli-Portici, a partire dalla Stazione di Napoli (Bayard), il 3 ottobre 1839. Napoli fu inoltre la prima città italiana, e la terza in Europa dopo Londra e Parigi, a dotarsi di un sistema di illuminazione pubblica a gas (1839). Sotto la dinastia dei Borbone di Napoli, la città rafforzò il suo ruolo divenendo, insieme a Parigi e Londra, una tra le principali capitali europee. Con la rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, Napoli vide prima la nascita di una repubblica giacobina e poi la conseguente restaurazione borbonica. Nel 1806 fu nuovamente conquistata dalle truppe francesi condotte da Napoleone Bonaparte che affidò il regno a suo fratello Giuseppe e quindi, in seguito, a Gioacchino Murat. Nel 1815 con la definitiva sconfitta di Napoleone e il Congresso di Vienna Napoli ritornò nuovamente ai Borbone. Nel 1860 il Regno delle Due Sicilie fu oggetto della spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi e successivamente invaso dal regno di Sardegna. Napoli fu abbandonata da Francesco II di Borbone per "garantirla dalle rovine e dalla guerra ... risparmiare a questa Patria carissima gli orrori dei disordini interni e i disastri della guerra civile", e fu tentata una prima difesa con la battaglia del Volturno e quindi con l'assedio di Gaeta. A seguito della sconfitta delle truppe borboniche, Napoli fu annessa al regno d'Italia e perse il proprio status di capitale. Come conseguenza, le strutture di governo statale presenti in città furono smantellate. Con l'unità anche le attività industriali andarono in rovina, furono trasferite o fortemente ridimensionate (come nel caso delle officine di Pietrarsa)[74], innescando una profonda crisi socioeconomica. Si riporta, a tal proposito, un giudizio di Gaetano Salvemini: Dopo la resa del regno d'Italia agli Alleati, avvenuta l'8 settembre 1943, Napoli fu teatro di una storica insurrezione popolare denominata successivamente le quattro giornate di Napoli (27-30 settembre 1943). Tale movimento, guidato dalla popolazione civile, con l'apporto di militari fedeli al cosiddetto regno del Sud, riuscì a liberare la città partenopea dall'occupazione delle forze armate tedesche. Tra le strade e piazze principali della città, vi sono di certo quelle che caratterizzano l'area dei decumani di Napoli: Spaccanapoli (decumano inferiore), via dei Tribunali (decumano maggiore), via dell'Anticaglia (decumano superiore), via San Gregorio Armeno, piazza del Gesù Nuovo, piazza Bellini, piazza San Domenico Maggiore, largo Corpo di Napoli, piazza San Gaetano e diverse altre. Il motivo di ciò è che in queste strade si concentra gran parte del ricco patrimonio artistico cittadino, in quanto fino al XVI secolo era vietato costruire fuori questi confini. Successivamente, voluta dal viceré Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga che la edificò nel 1536, fu pianificata via Toledo (denominata "via Roma" durante il ventennio fascista). A Napoli, fino al XVI secolo vigeva ancora il divieto assoluto di edificare nuove strutture al di fuori della cinta muraria, pressoché delimitante l'odierna area del centro antico. Con la nuova strada, vi fu dunque un immediato sentimento di accaparramento dei nuovi spazi. Grazie alla pedonalizzazione, la strada è oggi il fulcro dello shopping cittadino, oltre che del turismo. La stessa strada, sfocia infine su piazza Trieste e Trento e su piazza del Plebiscito, quest'ultima una delle più importanti d'Italia. Vi si affacciano due importanti monumenti: il palazzo Reale e la Basilica di San Francesco di Paola. L'ossatura dell'assetto urbano di Napoli era già definita in epoca greca e l'attuale forma del centro antico, rispecchia ancora la rielaborazione degli antichi tracciati ippodamei. La Napoli greca, oltre al già citato impianto urbano, ci ha lasciato altre testimonianze del suo passato: dalle mura (per esempio quelle di piazza Bellini) alle antiche torri di difesa, resti della necropoli, resti di templi, agli innumerevoli ambienti ed architetture poste nel suo sottosuolo. Con l'avvento della civiltà romana, la città divenne una rinomata residenza estiva dell'impero, in cui imperatori e politici, amavano soggiornare per lunghi periodi. A testimonianza della Napoli romana troviamo anche acquedotti, terme, mura, resti di templi, domus, ponti, ipogei. Il sito archeologico più importante risulta essere quello della Napoli sotterranea, complesso di cunicoli sotterranei di età greca e la cui estensione pareggia quasi quella della città che è sorta in superficie Tra gli stessi ambienti del sottosuolo, è possibile inoltre vedere anche i resti del teatro romano di Neapolis in cui si esibiva Nerone. Altri frammenti dello stesso teatro invece, possono essere visti dall'esterno lungo i decumani. Come testimonianza della Napoli antica, vi sono anche le opere funerarie; le più famose sono le catacombe cristiane, anche se ne esistono esempi legati al periodo greco e preellenico, ed il mausoleo di Virgilio. Altri importanti siti archeologici della città sono quelli situati nei sotterranei del complesso di San Lorenzo Maggiore, in cui si ammirano i resti dell'antico mercato;quelli presenti nel parco archeologico di Posillipo; quelli relativi alla villa di Licinio Lucullo; e quelli del sottosuolo di Santa Chiara La villa Comunale di Napoli (già "villa reale") fu invece fatta realizzare da Ferdinando IV su disegno di Carlo Vanvitelli nel 1780 per dare alla nobiltà napoletana un'oasi di gran ricercatezza sull'allora lungomare, impreziosendola di statue neoclassiche, fontane e alberi esotici Una veduta particolarmente suggestiva è offerta dal parco Virgiliano a Posillipo (anche detto "parco della Rimembranza"), posizionato su uno dei punti più panoramici della città che permette di osservare contemporaneamente le isole di Procida, Ischia e Capri, l'isolotto di Nisida, il golfo di Pozzuoli, l'eremo dei Camaldoli, il golfo di Bacoli, monte di Procida, il Vesuvio con la costa, la penisola Sorrentina, la Baia di Trentaremi con i suoi resti archeologici ed il centro storico di Napoli. Altri spazi verdi della città sono il Parco Vergiliano a Piedigrotta (o della tomba di Virgilio), famoso per la presenza al suo interno della tomba monumentale di Giacomo Leopardi e del mausoleo di Virgilio; la villa Floridiana al Vomero, il cui parco fu realizzato nel 1817 da Dehnhardt e Antonio Niccolini in stile neoclassico con statue, finte rovine, boschetti, anfratti e un teatrino di verzura all'aperto; il real orto botanico, voluto dai Borbone e approvato da Giuseppe Bonaparte nel 1807 durante il governo napoleonico, che occupa attualmente 12 ettari di terreno nei quali sono ospitati 25 000 esemplari di piante di ogni genere disposte in collezioni all'aperto o in serre. Oltre agli spazi verdi, Napoli è caratterizzata anche da un'area marina protetta di 42 ettari . Le coste settentrionali di Napoli ospitano infatti il parco sommerso di Gaiola, esempio raro nel Mediterraneo di parco archeologico sommerso. Il parco, localizzato all'apice del promontorio di Posillipo intorno all'isolotto della Gaiola incorpora considerevoli valori ambientali a reperti archeologici di età romana, sommersi nel corso dei secoli da un fenomeno di bradisismo negativo che ha causato l'affondamento della costa di circa 6/8 metri. Cultura Napoli vanta un'offerta museale molto vasta: i musei napoletani, che sono numerosi proprio per l'importante ruolo che la città ha ricoperto nel corso della sua storia, espongono le varie opere raccolte o donate alla città. I più importanti in assoluto sono il Museo Archeologico Nazionale, ritenuto uno dei più importanti al mondo sia per la qualità che per la quantità delle opere esposte, principalmente quelle di epoca greco-romana;[a galleria nazionale di Capodimonte, nell'omonima reggia, che custodisce opere pittoriche dei più grandi maestri italiani dal Rinascimento al barocco; il museo nazionale di San Martino, che raccoglie reperti relativi alla storia di Napoli, e il palazzo Reale di Napoli. Oltre a questi, altri musei importanti (anche a livello nazionale, per la qualità delle opere e per la loro natura), nonché indispensabili per descrivere e testimoniare l'evoluzione artistica che ha vissuto la città nel corso dei secoli, sono quelli del Pio Monte della Misericordia, dei Girolamini (prima quadreria pubblica della città),del tesoro di San Gennaro, della ceramica "duca di Martina", del conservatorio di San Pietro a Majella, il MEMUS del teatro di San Carlo, la galleria di palazzo Zevallos, quelli dell'Opera di San Lorenzo Maggiore e Santa Chiara, il diocesano, il museo di villa Pignatelli, i civici Gaetano Filangieri e di Castel Nuovo, il museo di Pietrarsa, la galleria dell'Accademia ed infine quello della cappella Sansevero, quest'ultimo museo privato e gioiello di scultura del barocco napoletano. Sebbene ricca di testimonianze del passato, Napoli è anche un laboratorio e un'importante vetrina internazionale d'arte contemporanea. Molto attivi in questo senso sono il palazzo delle Arti di Napoli (PAN) ed il museo d'Arte Contemporanea Donnaregina (M.A.D.R.E.). Teatro Opera napoletana Il teatro è una delle più antiche e conosciute tradizioni artistiche della città; si narra addirittura che l'imperatore Nerone si esibiva già nel I secolo d.C., cantando le sue odi (e spesso ricevendo anche molti plausi), sul palco del teatro romano di Neapolis. Il secolo d'oro per il teatro napoletano moderno fu il Settecento, quando si edificarono numerosi teatri, tra i quali l'imponente real di San Carlo(il più antico d'Europa in attività ed il più capiente in Italia). Erano quelli gli anni della Napoli capitale della musica con lo straordinario fermento musicale dato dal conservatorio cittadino che contribuiva allo sviluppo della scuola musicale napoletana. Domenico Scarlatti, uno dei più importanti esponenti della scuola musicale napoletana Giovanni Paisiello è uno dei più importanti compositori d'opera del Classicismo Domenico Cimarosa, una delle figure centrali dell'opera buffa del tardo Settecento Originata da una tradizione orale secolare, la musica napoletana assunse forma aulica nell'ambito della polifonia sacra e profana, a partire dal XV secolo e fino al XVII secolo. I quattro conservatori della città furono unificati nel 1808 portando alla nascita il conservatorio di San Pietro a Majella dal quale passarono personalità quali Ruggero Leoncavallo, Riccardo Muti, Vincenzo Bellini, Saverio Mercadante, Salvatore Accardo e Nicola Antonio Zingarelli. Eventi Aggiornamenti degli eventi sul sito del Comune di Napoli • • • • • maggio: Maggio dei monumenti; maggio: Napoli street festival; giugno - ottobre: Napoli Film Festival; giugno: Fiera della Casa; settembre: Maratona natatoria internazionale Capri-Napoli;