Nascita della filosofia e l’idea Orientale Dove nasce la filosofia? - Rapporti con l’Oriente La filosofia nacque storicamente nell’Ellade del VI secolo a.C. Si afferma che la filosofia dell’occidente sia nata in Grecia. Le ragioni di questa tesi sono fondamentalmente tre: - I Greci, essendo gli autori dei primi testi scritti di filosofia, sono ritenuti gli iniziatori del pensiero occidentale. - La cultura e la tradizione Greca affondano le proprie radici nel mondo ellenico. - I Greci sono stati i primi a impegnarsi in quel tipo di indagine critica e razionale che caratterizza la filosofia. Oggi, vi sono due linee di pensiero contrastanti: Filosofia orientale Gli orientalisti ci tengono a far notare come prima e contemporaneamente della nascita della filosofia greca, in Oriente si erano sviluppate alcune tra le più grandi idee filosofico-religiose di sempre. Come ad esempio l’induismo e il Buddhismo in India, la concezione del mondo di Zarathustra, e l’opposizione di due importanti personaggi come Lao-tze e Kung-fu-tzu. La filosofia orientale pone l’attenzione soprattutto sui problemi esistenziali o religiosi. Essa concepisce la conoscenza in funzione della salvezza e liberazione dell’uomo, che consiste, per loro, nel passaggio dal piano del “samsara”, ovvero quella concezione che ci fa vivere in una realtà dubbia e ingannevole, a quello del “nirvana”, ovvero il raggiungimento di quella Realtà vera, primordiale, non ingannevole e assoluta. Prendendo atto di questo, capiamo che la filosofia sia concepita come “via alla salvezza” e il filosofo come “illuminato” e “santo”. Scienza orientale Gli orientalisti sottolineano che, nelle civiltà precedenti a quelle greche, vi si trovino importanti invenzioni tecniche sulla navigazione, edilizia ecc., ma anche interessanti ricerche di medicina, astronomia e matematica. • La medicina. Essa, fin da sempre, fu unita alla magia. Gli Egiziani furono tra i primi che cominciarono a studiare le malattie tenendo fuori la mentalità magica, classificando i disturbi in base ai vari organi pervenendo allo schema di diagnosi-prognosi terapia ancora usato. Grazie a dei resti archeologici, conosciamo i progressi terapeutici dei mesopotamici, e della presenza di una loro arte chirurgica. Si conosce anche l’esistenza di una medicina indiana. Ricordiamo i Cinesi nell’ambito della medicina, anche per la pratica dell’agopuntura. • L’astronomia e la matematica. Nell’ambito astronomico si distinsero soprattutto i Caldei, studiando le eclissi, le costellazioni ecc. Mentre in quello matematico furono grandi esponenti Egizi e Babilonesi. Gli orientalisti sostengono la presenza di rapporti commerciali e culturali tra l’Ellade e l’Oriente basandosi sul fatto che le prime sedi della cultura greca furono l’Asia e le isole dell’Egeo, favorite a venire in contatto con i popoli dell’Oriente mesopotamico e ad assimilarne costumi e idee. Inoltre l’attività marinara dei Grecia aveva come spazio geografico quelle parti del bacino, come l’Egitto, che erano sedi di antica e prestigiosa civiltà. 1 Filosofia e scienza greca Filosofia greca Gli occidentalisti specificano che la sapienza greca, al contrario di quella orientale che è di tipo religioso e tradizionalistico, in quanto filosofia, si presenta come una ricerca razionale. Ogni uomo, essendo un “animale ragionevole”, può filosofare. Inoltre, mentre il sapere orientale precedente all’Ellade è caratterizzato da un’atmosfera religiosa e intriso di fantasie e miti, il filosofare greco tende fin da sempre a strutturarsi come un’indagine razionale, fondata sul pensiero. Oltre a questo punto gli occidentalisti ne analizzano altri due, per i quali viene smentita l’idea degli orientalisti. Innanzitutto l’ipotesi di una derivazione orientale del pensiero greco è da scartare, poiché questa idea si diffuse soltanto in epoca ellenistica, in cui si aveva interesse a riconnettere la tradizione greca a quella orientale, infatti il centro della cultura scientifica era stato spostato ad Alessandria. Inoltre è quasi certo che i primi filosofi greci non abbiano avuto notizia delle dottrine dell’estremo Oriente, ed inoltre i popoli orientali possedevano una sapienza più di tipo religiosa e basata sui miti, che filosofica. Scienza greca Per quanto riguarda la scienza, oggi si è d’accordo nell’attribuire l’origine della scienza greca a quella Orientale. Ma gli occidentalisti mettono in luce le diversità di indirizzi e metodi che separa la scienza Greca dalle altre. La tesi sostenuta dagli occidentalisti è che i greci, a contrario degli altri popoli che sviluppavano le scienza per scopi immediati e di pratico interesse, tendevano a coltivarle principalmente per desiderio di conoscere e comprendere il “perché” delle cose, con una spiegazione naturale e razionale, nascono così la formula e la legge. Filosofia e scienza greca: schema riassuntivo Riassumendo ciò detto fin’ora, c’è chi sostiene una rigida distinzione tra atteggiamento pratico-orientale e atteggiamento teorico-greco e chi no. Ciò nonostante, non può esser negato il fatto di trovarsi di fronte ad un vero e proprio salto di qualità, infatti sono stati i primi ad impegnarsi pubblicamente in un determinato tipo di ricerca. Questo spiega perché gli storici odierni sostengano che “la filosofia e la scienza sono nate in Grecia”. 2 L’Ellade e i fattori che facilitano la nascita della filosofia Le civiltà precedenti a quelle greche erano monarchie stataliste e accentratrici, avendo dunque un carattere tendenzialmente autoritario e tradizionalista, e quindi statico: in società del genere, lo sbocciare di una libera indagine critica e razionale, come la filosofia, era davvero difficoltoso. Le diverse condizioni politiche, sociali, economiche e culturali che si differenziavano da quelle pre-greche e che favorirono e permisero il germoglio e la fioritura della filosofia greca furono: • In Grecia l’antica monarchia patriarcale è sostituita da governi e repubbliche di tipo aristocratico. • Al posto di uno Stato accentratore si sviluppano le città-stato (pòleis). • Nella civiltà greca si sviluppano nuove aristocrazie dominanti. Le pòleis, tra il V e il IV secolo a.C., andarono sviluppandosi verso forme di direzione democratica dello Stato, che sono le prima della storia del mondo. Questo sviluppo, è dato dalla formazione del ceto plutocratico, classe formatasi attraverso i commerci marittimi, costituita dalle borghesie commerciali e dall’artigianato cittadino per la quale la forma prevalente di ricchezza è mobiliare. Essa comincia ad entrare in conflitto con il monopolio della vecchia aristocrazia a base agraria: Il cui risultato è il riconoscimenti del principio secondo cui i vari ceti devono godere di uguali diritti politici e dell’istituzione della pòlis come comunità di uomini liberi che decidono autonomamente. Proprio questi scontri favorirono la nascita di una mentalità non più passiva e rispettante ciecamente le tradizioni, ma tende a ricercare motivazioni intellettualmente convincenti alla propria condotta e alle proprie idee. Quindi, in uno stato, caratterizzato dalla messa in discussione dei modelli tradizionali, la filosofia ha modo di svilupparsi come mai prima. Capiamo ora perché la filosofia non si sia sviluppata in società rigide, militariste e autoritarie come quella spartana, o in una conservatrice antica città come quella di Atene. Solo nelle colonie ioniche dell’Asia Minore, dove troviamo una dinamica circolazione di merci, idee ed esperienze e libere istituzioni che aiutano al determinare quel tipo di società aperta, presentano le caratteristiche propizie alla diffusione della filosofia. Soltanto dopo le guerre persiane Atene diverrà il cuore della vita intellettuale dell’Ellade diventando la capitale della libertà greca e della filosofia. Pòlis: Politica, schiavitù e religione Politica L’individualismo e il particolarismo di cui spesso si parla non devono essere intesi in termini troppo moderni. Oggi un cittadico vive tutta una serie di esperienze private che poco c’entrano con lo stato. Mentre nella Grecia antica, ogni cosa ed ogni aspetto della vita era legato alla vita della pòlis, l’esistenza del cittadino era quindi plasmata dalla pòlis. Da questo capiamo l’interesse verso la politica dei filosofi greci di età classica. Schiavitù Per quanto la democraticità greca sia elevata, il numero dei cittadini liberi è inferiore a quella di schiavi e cittadini stranieri che sono privi di diritti politici. Quindi il dibattito politico, la cultura e le conquiste filosofiche riguardano solo una cerchia ristretta di persone, anche se, in confronto alle altre società, la cerchia è + ampia in quanto viene riconosciuto il potenziale di tutti i cittadini liberi. Religione Nella città-stato greca, sebbene i sacerdoti abbiano poca importanza, la religione ha un ruolo fondamentale. Infatti ogni città vanta la sua origine, il suo nome o altro da origini divine o semidivine. Anche le leggi sono ritenute di ispirazione divine, solo dopo come opere umane. La pòlis non cambierà mai questo suo carattere etico-religioso. E anche se ciò poneva alcune restrizioni al pensiero filosofico, non assunsero mai porzioni tali da bloccarne lo sviluppo. Filosofia e i due “filoni” E’ possibile distinguere, all’interno della filosofia greca degli inizi, una contrapposizione tra due filoni legati a due componenti sociali: uno più legato al démos, ovvero il popolo urbano formato da cittadini benestanti e portatore di una mentalità più progressista e aperta al “nuovo” un altro più legato all’aristocrazia, portatrice di una mentalità più conservatrice e legata al passato. Questi due filoni della filosofia greca, nel tempo finirono per rinnovarsi a vicenda fino a perdere la loro iniziale struttura e confluendo in filosofie più complesse. 3 Primordi del pensiero filosofico Prima che la filosofia si avviasse, l’arte e la religione avevano già dato un’idea di alcune riflessioni generali sull’uomo, specialmente nelle cosmologie mitiche, nei Misteri, nei Sette Savi e nella poesia. Cosmologie mitiche Il più antico documento della cosmologia mitica presso i Greci è la Teogonia di Esiodo, in cui è scritto: “primissimo fu il caos, poi fu la erra dall’ampio seno […] e l’amore che eccelle tra gli Dei immortali”. Qui seppur la domanda “Qual è la condizione d’origine da cui sono nate tutte le cose e la forza che le ha prodotte?”, è di tipo filosofico, la risposta è mitica. Dopo Esiodo troviamo Ferecide di Siro che sostiene: Prima di ogni cosa vi erano Zeus, Crono e Ctono. Ctono la terra, Crono il tempo e Zeus il cielo, che trasformatosi in Eros, costruisce l’universo. I Misteri La religione dei Misteri che si diffuse in Grecia a partire dal VI secolo a.C. era un’esigenza filosofica. A questa religione appartenevano il culto di Dioniso, il culto di Demetra, e soprattutto l’Orfismo. L’orfismo poneva in una forma di rivelazione l’origine dell’autorità religiosa, attribuita ad Orfeo. L’insegnamento fondamentale dell’orfismo è il concetto della scienza, e in generale dell’attività di pensiero, come un modo di vita, una ricerca che porta l’uomo alla vita autentica. I Sette Savi Nasce la riflessione morale, con la leggenda dei Sette Savi. 4 di essi sono sicuramente Talete, Biante, Pìttaco e Solone, gli altri tre sono, secondo Platone che li enumerò per primo, Cleobulo, Misone e Chilone. Ad ognuno di essi viene “affibbiato” un motto, una sentenza o una massima di natura pratica o morale, i quali dimostrano che la prima riflessione filosofica si rivolse alla saggezza della vita, e non alla pura contemplazione; anticipano una vera e propria indagine sulla condotta dell’uomo nel mondo. La poesia La filosofia nasce in un clima “preparato” dalla poesia. La riflessione morale dei poeti elaborò in Grecia quei concetti fondamentali che sarebbero dovuti essere la base per i filosofi per l’interpretazione del mondo. Il concetto di una legge che da unità al mondo umano: la legge della giustizia, che mette ordine nelle vicende umane. L’infrazione di questa legge, doveva essere punita. Solone sostiene l’infallibilità della punizione. La cosiddetta “fortuna cieca” è spiegata da Solone, come un modo di accontentare i desideri umani in modo casuale, allontanando l’uomo da qualsiasi eccesso. La legge di giustizia è anche norma di misura. Concetto di filosofia per i Greci In Grecia la parola “filosofia” ebbe molte accezioni. Pitagora e i Sette Savi attribuivano alla filosofia il valore di una saggezza che deve guidare tutte le faccende della vita. Erodoto e Tucidide usano la parola “filosofare” per esprimere una libertà della ricerca razionale. Più tardi la parola “filosofia” assume due significati, con i quali la filosofia greca viene considerata la “regina” del sapere: 1. Significato della ricerca autonoma e razionale, in qualsiasi campo si svolga. 2. Significato della ricerca radicale sui fondamenti dell’essere, del conoscere e dell’agire. Le scuole filosofiche Fin dal principio la ricerca filosofica fu, in Grecia, una ricerca associata. Gli scolari di una scuola erano detti “compagni” in quanto si riunivano a vivere una “vita comune” e stabilivano solidarietà di pensiero, di costumi e di vita, in uno scambio periodico di dubbi, difficoltà e ricerche. Il caso della scuola pitagorica che fu, oltre ad una scuola filosofica, un’associazione politica e religiosa, è isolato. Tutti i grandi personaggi della filosofia fondarono una loro scuola. L’Accademia platonica fu forse la scuola che durò di più nel tempo, circa 9 secoli. La filosofia tende ad una concordanza di sforzi e una comunicazione incessante tra i “filosofanti”, determinando una reciproca solidarietà. 4 Autore: Diego Deplano, III F liceo scientifico “G. Brotzu” – Quartu sant’Elena 5