EZIOLOGIA E FISIOPATOLOGIA DELLE ERNIE DIAFRAMMATICA E PERITONEO-PERICARDICA Andrea Pievaroli DVM [email protected] Introduzione L’ernia diaframmatica e l’ernia peritoneo-pericardica sono i due tipi di ernie, a livello del diaframma, che si riscontrano più frequentemente nel cane e nel gatto. La prima è di origine acquisita (è rara la forma congenita), la seconda è di origine congenita. La loro presenza predispone uno o più organi addominali a dislocare nella cavità pleurica (ernia diaframmatica) o nel sacco pericardico (ernia peritoneo-pericardica) determinando una sintomatologia cardiopolmonare o gastroenterica più o meno grave. In alcuni casi la patologia può essere asintomatica e venire diagnosticata solo accidentalmente. Cenni di embriologia del diaframma La cavità celomica intra-embrionale è uno spazio singolo primitivo localizzato negli strati del mesoderma. Da questa deriveranno le tre maggiori cavità dell’organismo: pericardica, pleurica e peritoneale. Dal mesoderma si sviluppano due pieghe, denominate pieghe pleuro-pericardiche che, spingendosi medialmente, si congiungono dividendo la cavità pleurica (dorsalmente) dalla cavità pericardica (ventralmente). Il cuore, nelle prime fasi di sviluppo, è mantenuto sospeso dal mesocardio dorsale ed ancorato ventralmente dal mesocardio ventrale. Queste due strutture si atrofizzeranno gradualmente, portando alla formazione di un’unica cavità pericardica, nella quale il cuore sarà mantenuto sospeso solo dai grandi vasi che originano alla sua base. Il setto trasverso è un aggregazione di mesoderma che si trova in un piano trasversale tra il seno venoso ed il fegato. Durante lo sviluppo, questo setto si sposta da una posizione craniale rispetto al cuore primitivo ad una posizione più caudale, formando un diaframma che separa parzialmente la cavità pleuro-pericarica dalla cavità peritoneale. Successivamente, la chiusura della comunicazione tra la cavità pleurica e la cavità peritoneale avverrà per la formazione delle pieghe pleuroperitoneali che, crescendo verso l’interno dalle pareti laterali e fondendosi dorsalmente con la piega mesoteliale che sostiene l’esofago, si congiungeranno ventralmente con il setto trasverso. La fusione di queste tre strutture (le pieghe pleuro-peritoneali, il mesoesofago, il setto trasverso) formerà il diaframma primitivo. Con l’ampliamento della cavità toracica il mesoderma proveniente dalle pareti darà origine alla porzione muscolare più esterna del diaframma. L’innervazione motoria del diaframma è data dai nervi frenici. Nel cane originano dai rami ventrali dei nervi cervicali 5°, 6°, 7° (nel gatto dai nervi cervicali 4°, 5°, 6°). La contrazione del diaframma durante la respirazione, spinge gli organi caudalmente nella cavità addominale. Il movimento è controllato dai due nervi frenici che, se lesionati, determinano una paralisi del diaframma. L’attività contemporanea dei muscoli intercostali contribuisce alla respirazione, producendo un allargamento della gabbia toracica. Ernia diaframmatica CONGENITA: Denominata anche difetto dello iato pleuro-peritoneale. E’ rara nel cane e nel gatto, nei quali sono documentati pochi casi. E’ dovuta ad un difetto di una o entrambe le pieghe pleuro-peritoneali che non si sviluppano o non si fondono con il mesoesofago o il setto trasverso, determinando la mancata chiusura del canale pleuro-peritoneale. Il difetto di solito si presenta nel lato sinistro con la comunicazione tra la cavità addominale e la cavità toracica nella porzione dorso-laterale. Gli organi che generalmente rimangono incarcerati sono la milza, lo stomaco e l’intestino. Gli animali colpiti muoiono alla nascita o nelle ore successive con sintomi da insufficienza respiratoria e cianosi. Il pericardio non è interessato. ACQUISITA: Il trauma è la causa più frequente dell’ernia diaframmatica nel cane e nel gatto. I cani maschi da 1 a 3 anni sono statisticamente più colpiti. Le cause traumatiche possono essere di tipo diretto o indiretto: Diretto (raro negli animali): perforazioni da proiettili, pugnalate, lesioni provocate dal margine tagliente di una costola fratturata. Indiretto: automobili. Meno frequentemente calci, cadute e combattimenti. Nel danno indiretto, esistono due ipotesi per spiegare il meccanismo responsabile della rottura del diaframma: 1) la rottura è data da un aumento improvviso della pressione intra-addominale con la glottide aperta. In caso di impatto addominale, l’aria viene eliminata rapidamente dai polmoni creando un gradiente di pressione, tra la cavità toracica e addominale, che determina la lacerazione del diaframma. Se la glottide è chiusa vi è un aumento più uniforme della pressione con maggior protezione del diaframma. 2) L’improvviso e violento aumento di pressione a livello addominale, indipendentemente dalla posizione della glottide, porta comunque alla lacerazione del diaframma per l’elevato gradiente di pressione addominale-toracica. L’aumento di pressione nell’albero bronchiale può determinare anche pneumotorace, evenienza che riflette il grado e la rapidità delle modificazioni di pressione trans-diaframmatiche. Il trauma che provoca la rottura del diaframma (per es. l’impatto con un’autovettura) può essere complicato da altre lesioni alle strutture interne e dallo shock che ne deriva. La cavità toracica e gli organi sono seriamente danneggiati in circa il 39% dei casi in cui si verifica un trauma all’apparato muscolo-scheletrico. Contusioni polmonari, effusioni pleuriche, emotorace, pneumotorace e fratture delle costole, sono tra le lesioni più frequenti. La localizzazione e l’estensione della lacerazione diaframmatica, dipende dalla posizione dell’animale al momento del trauma e dalla posizione dei visceri. Il diaframma, infatti, si rompe più frequentemente nel punto in cui non è protetto dai visceri al momento dell’impatto. Poiché l’area tendinea centrale è più resistente delle porzioni muscolari costali, lombari e sternali, la lacerazione generalmente avviene seguendo l’orientamento delle fibre (lacerazioni radiali) oppure a livello delle inserzioni a livello costale (lacerazioni circonferenziali). Sono possibili anche combinazioni di più tipi di rotture (a forma d T o di L) o rotture in punti separati del diaframma. Il fegato è l’organo che ernia più frequentemente (88% dei casi), con stomaco, piccolo intestino e milza se la rottura avviene nel lato sinistro; fegato, piccolo intestino e pancreas in caso di rottura nel lato destro. Sono anche state descritte dislocazioni di utero, cieco e colon. Nella pato-fisiologia dell’ernia diaframmatica sono coinvolti fattori Meccanici ed Organici: FATTORI MECCANICI Muscoli della respirazione In caso di rottura del diaframma, la muscolatura della parete toracica e addominale deve sostenere il lavoro svolto normalmente dal diaframma. Un trauma o una contusione alla parete toracica o addominale, solitamente provoca dolore che a sua volta provoca una riduzione volontaria dei movimenti e una minore escursione della parete toracica. In caso di traumi più gravi con rottura delle costole, l’escursione toracica sarà ulteriormente ridotta. Come risultato finale si avrà un’ipoventilazione del paziente. Modificazioni extraparenchimali In seguito ad ernia diaframmatica, si possono verificare alcune modificazioni extraparenchimali all’interno della cavità toracica come versamenti, accumulo di aria, incarceramento di organi (fegato, cistifellea, milza, stomaco, intestino). Queste modificazioni possono limitare l’espansione dei polmoni, comprimere i lobi polmonari, determinare un’atelectasia progressiva fino alla formazione di essudato pleurico. Anche in questo caso la conseguenza di queste alterazioni è l’ipoventilazione. FATTORI ORGANICI Modificazioni intraparenchimali Sono dovute alle lesioni subite dal polmone in seguito all’evento traumatico; queste contribuiscono a compromettere ulteriormente la funzionalità respiratoria. Tali lesioni (contusioni) polmonari si possono manifestare con emorragia, edema, pneumotorace, atelectasia. Traumi cardiaci La funzionalità cardiaca può essere compromessa da danni miocardici diretti o indiretti. L’evento traumatico può provocare emorragie subendocardiche od ecchimosi a tutto spessore del miocardio. Si possono verificare aritmie cardiache nel 12% dei casi (la tachicardia ventricolare è la più frequente) che dovrebbero risolversi spontaneamente, senza terapia antiaritmica, entro la prima settimana dal trauma. Anche la gittata cardiaca può essere ridotta con conseguente ipossia tissutale. Shock Il trauma responsabile dell’ernia diaframmatica provoca uno stato di shock che coinvolge numerosi apparati ed è caratterizzato da un’insufficiente perfusione tissutale con ischemia e ipossia cellulare. L’atelectasia e la compressione dei lobi polmonari da parte degli organi erniati, versamento toracico o aria, causano ipoventilazione, alterazione del rapporto ventilazione/perfusione (Q/V), ipossia tissutale. La disfunzione polmonare determina un alterato scambio di ossigeno a livello alveolare (perfusion mismatch e shunt), piccole quantità di sangue venoso (poco ossigenato) si uniscono al sistema arteriolare determinando una marcata riduzione della pressione parziale alveolare di O2 (pAO2) a causa del basso contenuto di ossigeno del sangue sottoposto a “shunt”. Può inoltre aumentare la permeabilità vascolare con formazione di edema che compromette ulteriormente la ventilazione/perfusione alveolare aggravando l’ipossia tissutale. Ernia peritoneo-pericardica E’ un’apertura anomala tra la cavità pericardica e la cavità peritoneale. E’ l’ernia congenita del diaframma che più si riscontra nel cane e nel gatto. La forma acquisita, in seguito ad evento traumatico, non è stata finora descritta negli animali, anche perché la cavità pericardica e la cavità peritoneale non sono adiacenti (come nell’uomo), ma sono connesse tramite la pleura mediastinica caudale. Può essere associata ad un’apertura congenita lungo la linea mediana in prossimità del diaframma, difetti dello sterno, ernia ombelicale, patologie cardiache e vascolari, vertigini anomale del pelo nella regione sternale. L’origine di questa ernia diaframmatica è dovuta ad uno sviluppo anomalo nella parte ventrale del setto trasverso dove rimane una soluzione di continuo. La fusione incompleta della parete toracica durante lo sviluppo delle pieghe pleuro-pericardiche, è considerata una delle cause che contribuiscono alla comparsa di questa anomalia. Il difetto può avere dimensioni variabili che sono responsabili della gravità dei sintomi clinici. L’apertura consente ad organi e strutture addominali (legamento falciforme, omento, fegato, cistifellea, regione pilorica dello stomaco, anse intestinali, milza) di passare attraverso il diaframma direttamente in cavità pericardica. In uno studio viene riportata un’incidenza superiore nei maschi rispetto alle femmine. Il 18% dei casi riguardava cani di razza Weimaraners. Nei gatti la razza più colpita è il Persiano. L’Himalaiano e i gatti a pelo lungo sono comunque più predisposti. Questo difetto congenito può essere asintomatico e non essere diagnosticato anche per anni. Nei casi descritti, la comparsa dei sintomi varia da 4 settimane a 15 anni: il 48% nel primo anno di vita, il 36% tra 1 e 4 anni. Nei soggetti sintomatici si può riscontrare un’alterazione dell’attività cardiaca e gastro-enterica (vomito, diarrea, perdita di peso, dispnea, tosse). Le conseguenze dell’incarceramento degli organi coinvolti sono le stesse descritte per l’ernia diaframmatica. Si può riscontrare versamento per ostruzione delle vene epatiche e, quando il liquido rimane all’interno del sacco pericardico, tamponamento cardiaco. Sebbene gli organi coinvolti non siano in cavità pleurica, può essere presente una compressione indiretta a livello dei polmoni che causa insufficienza respiratoria. Bibliografia McGeady TA, Queen PJ et al. - Veterinary Embriology, Blackell Publishing 2006 Noden DM, Delahunta A, Embryology of Domestic Animals: Developmental Mechanisms and Malformations, Williams & Wilkins, 1985 Slatter, Textbook of small animal surgery, Cap. 33 Diaphragmatic, Pericardial, and Hiatal Hernia, 3a edizione 2003. 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