lavori elettrici

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ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE SECONDA – LAVORI ELETTRICI
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RISCHIO ELETTRICO
SICUREZZA DEGLI IMPIANTI E INSTALLAZIONI ELETTRICHE
LAVORI SU IMPIANTI ELETTRICI
PARTE SECONDA
LAVORI ELETTRCI
Definizione e tipologie di lavoro elettrico
CEI EN 50110-1 (CEI 11-48) art. 3.4.2
"Lavori su, con od in prossimità di un impianto elettrico quali prove e misure, sostituzioni,
modifiche, ampliamenti, montaggi, ispezioni e riparazioni"
CEI 11-27 art. 1.2.01
"Lavoro su impianti elettrici con accesso alle parti attive e conseguente rischio di folgorazione o
arco elettrico"
Una parte attiva è una parte conduttrice in tensione nel servizio ordinario
In occasione dei lavori, la parte attiva può essere:
a) in tensione;
b) fuori tensione e priva di carica (ad esempio: eventuali condensatori devono essere scarichi).
In entrambi i casi si devono prendere precauzioni ai fini della sicurezza:
a) se la parte attiva rimane in tensione è necessario isolare la persona ed attuare provvedimenti per
evitare un arco elettrico;
b) se la parte attiva viene messa fuori tensione, occorre garantire che sia e rimanga effettivamente
fuori tensione.
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Intervenire su parti attive, significa che:
•
l'operatore è in contatto, diretto o tramite un oggetto (conduttore o isolante), con le parti attive
e/o
•
l'operatore, anche se non è in contatto, si avvicina alle parti attive in modo che possa innescarsi
una scarica
e/o
•
l'operatore, pur se l'intervento non richiede di toccare parti attive o avvicinarsi ad esse in modo
che possa innescarsi un arco, potrebbe entrare accidentalmente in contatto (o a distanza
pericolosa) con le parti attive.
La distanza alla quale può avvenire una scarica in aria (distanza elettrica, CEI 11-48 art. 3.7.2)
aumenta con la tensione. In bassa tensione è di pochi millimetri.
Non basta però tenersi a questa distanza: a seguito di un movimento accidentale (non volontario)
l'operatore potrebbe toccare le parti attive con una parte del corpo o per mezzo di oggetti.
Alla distanza elettrica va quindi sommata una ulteriore distanza (componente ergonomica, CEI
11-48 art. 3.7.3)
La somma della distanza elettrica e della componente ergonomica si chiama DL (minima distanza
di lavoro, CEI 11-48 art. 3.7.2). Il pedice "L" sta per "Live", cioè "in tensione".
La stessa distanza si può chiamare anche dg (distanza di guardia, CEI 11-27 art.1.2.07 e CEI 1148 V1 art. 3.3.5).
In bassa tensione si assume DL (o dg) = 15 cm (CEI 11-27 art. 1.2.07 - CEI 11-48 V1 tabella A1).
La zona circostante una parte attiva, entro la distanza DL (o dg), prende il nome di zona di
guardia.
Quando un operatore entra nella zona di guardia con una parte del corpo oppure con un oggetto
isolato o conduttore, si è in presenza di un lavoro elettrico definito lavoro elettrico a contatto.
Non rientra in questa categoria il lavoro elettrico a distanza: in esso l'operatore entra nella zona di
guardia con un asta isolante, ma rimane col corpo completamente al di fuori della zona prossima,
descritta nel seguito.
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Anche se l'operatore rimane fuori dalla zona di guardia, può però occasionalmente toccare parti
attive, in funzione della distanza a cui si trova dalle parti attive, dal tipo di operazione che deve
compiere e dalle dimensioni degli aggetti che deve manovrare. Solo quando l'operatore si trova
oltre una certa distanza (superiore a DL) si può ritenere sufficientemente al sicuro. Questa distanza
è denominata DV (il pedice "V" sta per Vicinity zone, zona prossima).
In bassa tensione si assume DV = 65 cm (CEI 11-48 V1 tabella A1).
La zona circostante una parte attiva, oltre la zona di guardia e fino alla distanza DV , prende il
nome di zona prossima.
Se per effettuare un lavoro l'operatore deve entrare con una parte del corpo o con un oggetto nella
zona prossima , si è in presenza di un lavoro elettrico in prossimità.
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Mediante l'interposizione di schermi isolanti, o metallici collegati a terra, si può ridurre la zona
prossima.
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Al limite, tutti i lavori potrebbero essere "lavori elettrici", non necessariamente solo quelli sugli
impianti elettrici. Se un operatore deve entrare nella zona prossima, poco importa che esegua un
lavoro "da elettricista" o di altra natura: si devono comunque prendere provvedimenti per la sua
sicurezza.
Per i lavori edili e similari, si devono tuttavia utilizzare criteri diversi dai lavori elettrici classici
(CEI 11-48 art. 6.4.4). In questi casi, infatti, le distanze dalle parti in tensione vanno
adeguatamente maggiorate rispetto a DV, perché gli addetti non sono addestrati dal punto di
vista elettrico e inoltre possono manovrare oggetti di notevoli dimensioni. La noma non dice di
quanto aumentare DV, e precisa esplicitamente che non fornisce raccomandazioni per tali distanze
a causa delle ampie variazioni possibili per questi lavori. Eseguire pertanto una valutazione nel
caso specifico a cura dei responsabili.
Il DPR 164/56 richiede nei cantieri edili una distanza minima di 5 m dalle linee elettriche
aeree esterne (qualunque sia la tensione).
Se i lavori edili e similari devono essere svolti ad una distanza inferiore alla DV maggiorata, le
parti attive devono essere messe fuori tensione ed in sicurezza (a meno di non installare opportuni
schermi, riducendo così la zona prossima). Resta inteso che il sezionamento e la messa in
sicurezza delle parti attive devono essere eseguiti da personale addestrato.
Il responsabile dell'impianto elettrico (o persona addestrata da lui delegata) deve sezionare e
mettere in sicurezza la linea e consegnare al responsabile dei lavori un benestare scritto
(notifica).
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CRITERI DI SICUREZZA PER L'ESECUZIONE DI LAVORI ELETTRICI
Si riportano di seguito i criteri di sicurezza "di base" relativi ai vari tipi di lavoro elettrico, che
saranno poi approfonditi nel seguito.
ESISTONO QUATTRO (*) TIPI DI LAVORO ELETTRICO:
Lavoro elettrico fuori tensione (a contatto o in prossimità)
Lavoro elettrico sotto tensione a contatto
Lavoro elettrico sotto tensione a distanza
Lavoro elettrico in prossimità
Note:
I lavori elettrici sotto tensione su impianti ad alta tensione non sono sempre ammessi dal D.P.R.
547/55 (fatte salve le successive deroghe, i lavori in prossimità, manovre di interruttori e simili
con fioretti).
La manovra di un sezionatore con un fioretto non è considerato un lavoro sotto tensione dal DLgs
442/90.
I lavori in prossimità sono previsti da CEI 11-48 ma non da CEI 11-27.
Nell'ambito di uno stesso lavoro possono coesistere più tipi di lavoro elettrico.
(*) CEI 11-48 prevede un ulteriore tipo di lavoro sotto tensione, quello "a potenziale", che
trovando impiego pratico solo su linee aeree e richiedendo speciali mezzi, addestramento e
autorizzazioni, viene qui completamente tralasciato.
LAVORO ELETTRICO FUORI TENSIONE.
La sicurezza è basata sostanzialmente nel mettere fuori tensione e in sicurezza le parti attive
coinvolte nel lavoro elettrico, cioè:
-
sezionare le parti attive
-
adottare cautele contro la richiusura intempestiva del dispositivo di sezionamento
-
verificare l'assenza di tensione
-
collegare a terra e in cortocircuito le parti attive sezionate (il collegamento a terra e in
cortocircuito è necessario solo in alcuni casi in bassa tensione, sempre in media e alta
tensione).
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LAVORO ELETTRICO SOTTO TENSIONE A CONTATTO
La persona, per eseguire il lavoro, entra nella zona di guardia. Deve pertanto:
-
essere isolata dalle parti in tensione;
-
protetta contro gli effetti di un eventuale arco elettrico
L'isolamento può essere inserito:
-
tra le parti in tensione e la persona (guanti e attrezzi isolanti)
-
tra la persona e la terra (tappeti, pedane, scarpe isolanti). Tale misura è efficacie solo nei
confronti di un contatto unipolare.
La protezione contro l'arco elettrico è sostanzialmente basata su:
-
misure atte a prevenire cortocircuiti (attrezzi isolanti o con parti metalliche di modeste
dimensioni, schermi isolanti tra parti a potenziale diverso, vedi CEI 11-27 art. 3.3.02)
-
DPI (dispositivi di protezione individuali), quali: elmetto isolante, visiera, idoneo vestiario che
non lasci scoperte parti del tronco e degli arti.
LAVORO ELETTRICO SOTTO TENSIONE A DISTANZA
La sicurezza nei lavori elettrici sotto tensione a distanza si basa sull'uso di aste isolanti, manovrate
da un operatore che deve rimanere al di fuori della zona prossima, indossare guanti isolanti,
elmetto con visiera oppure occhiali.
LAVORO ELETTRICO IN PROSSIMITA'
La sicurezza dei lavori elettrici in prossimità si ottiene:
-
controllando che l'operatore non entri con una parte del corpo, o con un attrezzo, nella zona di
guardia, pur trovandosi in zona prossima (distanza con sorveglianza), o/e
-
impedendo il contatto con le parti attive, tramite l'interposizione di una barriera
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Nell'ambito di uno stesso lavoro possono ricorrere contemporaneamente più tipi di lavori elettrici,
come nell'esempio di seguito riportato.
Sono da preferire i lavori fuori tensione. I lavori sotto tensione vanno effettuati solo dopo
aver verificato che non è ragionevole mettere fuori tensione le parti attive coinvolte.
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LAVORI ELETTRICI FUORI TENSIONE SU IMPIANTI IN BASSA TENSIONE
In bassa tensione, prima di iniziare un lavoro elettrico fuori tensione si devono effettuare le
seguenti operazioni (CEI 11-27 art. 2.1.01 / CEI 11-48 art. 6.2).
1 - Determinare la zona di lavoro (o d'azione), cioè lo spazio dove è prevedibile che l'operatore
entri con parti del corpo o con attrezzi, tenuto conto delle operazioni che deve compiere e delle
posizioni che può assumere nel corso dei lavori.
2 - Aprire i dispositivi di sezionamento di tutte le fonti di energia che alimentano le parti attive
(prive di adeguata protezione contro i contatti diretti) poste:
-
dentro la zona di lavoro,
-
a distanza inferiore a DV = 65 cm dal limite della zona di lavoro (se tali parti attive non
sono messe fuori tensione ma vengono schermate, o se l'operatore si tiene a debita
distanza da esse, si configura un lavoro elettrico in prossimità).
3 - Prendere provvedimenti per evitare richiusure intempestive dei dispositivi di sezionamento
4 - Verificare l'assenza di tensione su tutti i poli con uno strumento idoneo, ad esempio un
voltmetro o un rivelatore di tensione, sul posto di lavoro o il più vicino possibile
5 - Mettere a terra e in cortocircuito le parti sezionate (quando richiesto, vedi oltre)
METTERE FUORI TENSIONE E IN SICUREZZA LE PARTI ATTIVE VUOI DIRE
ESEGUIRE QUANTO INDICATO NEI CINQUE PUNTI SOPRA RIPORTATI.
L'autorizzazione ad iniziare il lavoro deve essere data agli operatori solo dal preposto ai lavori,
dopo aver attuato le misure di sicurezza sopra descritte.
Il preposto ai lavori deve in ogni caso ricevere l'autorizzazione ad eseguire i lavori dal
responsabile dell'impianto. Può essere anche quest'ultimo (o persona da lui delegata) a mettere
fuori tensione e in sicurezza le parti attive.
Specie per lavori complessi, la preparazione del lavoro deve essere fatta per iscritto; in pratica va
predisposto un piano di lavoro, come ad esempio quello riportato più avanti.
È consigliabile che il piano di lavoro sia redatto dal responsabile dell'impianto, il quale è pratico
dell'impianto stesso, in collaborazione con il preposto ai lavori, che conosce la natura del lavoro e
le modalità operative di esecuzione.
In assenza del responsabile dell'impianto, in genere il preposto ai lavori assume anche le sue
funzioni.
Nei lavori elettrici fuori tensione non è necessario indossare guanti isolanti e visiera, né utilizzare
attrezzi isolati. Vanno comunque indossati i DPI necessari per tutti i rischi non elettrici (ad
esempio quelli previsti per le condizioni ambientali e per eventuali lavori in quota).
Individuazione della zona di lavoro
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Occorre individuare con certezza la parte dell'impianto oggetto dei lavori (CEI 11-27 art. 2.3.01) e
lo spazio in cui l'operatore deve muoversi, tenuto conto degli attrezzi che utilizza e dello spazio
necessario per eseguire il lavoro (zona di lavoro o d'azione).
Ad esempio, se occorre intervenire sulla morsettiera di una cassetta di derivazione, la zona di
lavoro comprende lo spazio anteriore e laterale alla cassetta stessa, necessario all'operatore per
muoversi.
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Tutte le parti attive (non adeguatamente protette contro i contatti diretti) distanti meno di 65 cm
dal perimetro della zona di lavoro, vanno sezionate e messe in sicurezza.
Se alcune parti attive che interferiscono con la zona di lavoro sono messe fuori tensione e in
sicurezza, mentre altre parti in tensione sono protette con barriere, si ha contemporaneamente un
"lavoro elettrico fuori tensione" nei confronti delle parti attive messe fuori tensione e in sicurezza
e un "lavoro elettrico in prossimità" nei confronti delle pani in tensione protette con barriere.
Negli impianti più complessi può esserci una persona incaricata delle manovre (ad esempio il
responsabile dell'impianto o persona da lui incaricata), la quale deve ovviamente avere una copia
del piano di lavoro e informare (notifica) il preposto ai lavori delle avvenute manovre e messa in
sicurezza dell'impianto.
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Sezionamento delle parti attive
Per sezionare un circuito in bassa tensione, si utilizzano dispositivi che spesso svolgono anche
funzioni di protezione e di manovra; raramente si ricorre a un sezionatore. Occorre comunque
accertarsi che i suddetti dispositivi svolgano la funzione di sezionamento e preoccuparsi del
sezionamento del neutro ove necessario. Per la manovra di eventuali sezionatori a vuoto occorre
prima staccare il carico. Per quanto riguarda il sezionamento in generale si rimanda a quanto
esposto nella prima parte del corso.
Provvedimenti per evitare richiusure intempestive
Per evitare la richiusura intempestiva di un dispositivo di sezionamento, che non sia sotto il
controllo di chi effettua i lavori, occorre chiudere a chiave:
il dispositivo di sezionamento nella posizione di aperto con apposito lucchetto, oppure
il quadro nel quale è installato il dispositivo di sezionamento, oppure
il locale in cui è installato il dispositivo di sezionamento.
Sul dispositivo di sezionamento, una volta aperto, va affisso il cartello "Lavori in corso non
effettuare manovre".
Se è presente una sorgente di alimentazione esterna per l'azionamento dell'apparecchio di
manovra, tale sorgente deve essere disattivata.
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Verifica dell'assenza di tensione
Prima di eseguire i lavori elettrici deve essere verificata l'assenza di tensione (CEI 11-48 art. 6.2.3
/ CEI 11-27 art. 2.2.04) con un idoneo strumento (un voltmetro o un rivelatore di tensione, che
devono essere provati immediatamente prima dell'uso e preferibilmente dopo l'uso, CEI 11-48 art.
6.2.3) su tutti i poli dei circuiti sezionati, neutro compreso.
La norma CEI EN 61243-3 "Lavori sotto tensione - Rivelatori di tensione - Parte 3 - Rivelatori
bipolari a bassa tensione" detta le caratteristiche per i rivelatori di tensione.
La norma CEI 11-48, all'articolo 6.3 recita:
"... Le prescrizioni di cui al punto 6.3 (lavori sotto tensione, n.d.r.) possono non essere applicate
ad attività quali la rilevazione di tensione e l'applicazione di dispositivi di messa a terra e in
cortocircuito, ecc..."
Secondo la norma CEI 11-48, la verifica dell'assenza di tensione può quindi non essere
considerata un lavoro elettrico sotto tensione.
Anche se non si adottano tutti i provvedimenti per i lavori sotto tensione, è evidente che occorre
prendere cautele almeno per evitare contatti con parti in tensione e per evitare cortocircuiti.
Quanto sopra vale nei confronti delle parti sezionate. Se, però, per verificare l'assenza di tensione
l'operatore deve accedere vicino ad altre parti in tensione, si configura un lavoro elettrico sotto
tensione a contatto o un lavoro elettrico in prossimità, a seconda che l'operatore entri
rispettivamente nella zona di guardia o nella zona prossima delle parti in tensione.
La verifica va eseguita nella zona interessata dai lavori o comunque nel punto accessibile più
vicino.
In mancanza di un punto accessibile, per verificare l'assenza di tensione sui singoli conduttori del
cavo, si possono utilizzare appositi morsetti a perforazione, muniti di tappo di protezione, rimosso
il quale si effettua prima la verifica di assenza di tensione e successivamente, se necessario, con
spinotti ad espansione si applica il dispositivo di messa a terra e in cortocircuito. In questi casi,
fino alla avvenuta verifica della mancanza di tensione, il lavoro va svolto applicando la
metodologia dei lavori in tensione (CEI 11-27, nota ad art. 2.2.04).
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Messa a terra e in cortocircuito
Negli impianti in bassa tensione la messa a terra e in cortocircuito è richiesta quando (CEI 11-48
art. 6.2.4.2 / CEI 11-27 art. 2.2.05):
c'è il pericolo di tensioni indotte o dovute a contatto con altri circuiti, dovute a cause
atmosferiche o al parallelismo o intersezione con altre linee (ad esempio, lavori su linee
elettriche esterne);
vi sono incertezze sul sezionamento di tutti i possibili punti di alimentazione, ad esempio per
la presenza di un gruppo elettrogeno o UPS, o sull'efficacia delle misure adottate per evitare
richiusure intempestive dei dispositivi di sezionamento.
Secondo la norma CEI 11-48 (vedi articolo 6.3 in precedenza riportato), la messa a terra ed in
cortocircuito può non essere considerata un lavoro elettrico sotto tensione.
Vanno comunque adottate le opportune cautele. Tra l'altro, utilizzando dispositivi mobili, va
sempre realizzata per prima la connessione a terra, poi quella ai conduttori attivi (utilizzando
un fioretto isolato).
Rimessa in tensione al termine del lavoro
Quando il lavoro è stato completato, gli attrezzi, le apparecchiature ed i dispositivi utilizzati
durante le varie fasi del lavoro devono essere rimossi (CEI 11-27 art. 2.5.01).
Gli operatori devono essere allontanati dal posto di lavoro ed avvisati che le parti attive su cui si è
operato vanno considerate dal quel momento in tensione (CEI 11-48 art. 6.2.7).
Se le manovre di rimessa in tensione devono essere fatte dal responsabile dell'impianto o
comunque da altra persona diversa dal preposto ai lavori, quest'ultimo deve comunicare la
possibilità di ridare tensione mediante notifica.
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Esempio di lavoro elettrico fuori tensione (bassa tensione)
Tipologia di lavoro:
Sostituzione di un interruttore automatico quadripolare in un quadro BT;
Il quadro modulare metallico è senza interruttore generale ed è alimentato da un'unica linea.
Tipo di intervento:
Lavoro elettrico fuori tensione.
Alimentazione:
Sistema trifase 230/400 V.
Numero di operatori necessari
Un solo operatore che svolge anche la funzione di preposto ai lavori e che eseguirà
personalmente le operazioni di messa fuori tensione e in sicurezza (e, successivamente al
lavoro, quella di rialimentazione)
Analisi dei rischi:
Rischi generici: si veda la valutazione generale effettuata ai sensi del DLgs 626/94.
Rischi specifici del lavoro elettrico: elettrocuzione ed effetti dell'arco elettrico (in caso di un
difetto nella messa fuori tensione e in sicurezza).
Attrezzatura di lavoro:
Voltmetro, o rivelatore di tensione, tasche porta attrezzi alla cintura, pinze, tronchesi,
cacciaviti, chiavi fisse di varie misure, ecc.
Dispositivi di protezione individuale (DPI):
Per il rischio elettrico: nessuno.
Per gli altri rischi: elmetto, guanti da lavoro, calzature da lavoro, vestiario in dotazione.
Materiali di utilizzo:
Interruttore, cartelli monitori, capicorda per terminali.
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Fasi di lavoro:
Individuato il quadro su cui si deve intervenire, viene definita la zona di lavoro. Da un attento
controllo si esclude che zone di guardia o zone prossime di altre parti in tensione entrino nella
zona di lavoro, pertanto, una volta disalimentato il quadro, si configura un lavoro fuori
tensione.
Viene quindi individuato l'interruttore a monte della linea di alimentazione del quadro. Ci si
accerta che l'interruttore abbia caratteristiche atte al sezionamento.
Si concorda l'intervento con il responsabile dell'impianto elettrico, il quale (previo accordo
con il responsabile di produzione del reparto) dà l'autorizzazione e conferma che nella zona di
installazione del quadro non esistono condizioni di rischio aggiuntive oltre a quelle elettriche
(ad esempio pericolo di esplosione).
Si apre l'interruttore a monte della linea di alimentazione del quadro e viene apposto il cartello
"Lavori in corso, non effettuare manovre". Si chiude a chiave lo sportello del quadro e si
asporta la chiave. In alternativa, é necessario chiudere con un lucchetto l'interruttore o
chiudere a chiave il locale in cui è contenuto il quadro (N.B. la chiave deve essere
preferibilmente in esemplare unico, ma in ogni caso solo persone avvertite o esperte possono
esserne in possesso).
Dopo aver indossato i guanti da lavoro (non isolati), si rimuovono i pannelli necessari per
l'esecuzione del lavoro e si verifica col voltmetro l'assenza di tensione.
I cavi dell'interruttore da sostituire vengono scollegati e contrassegnati per evitare possibili
inversioni; poi si rimuove l'interruttore.
Viene controllato lo stato dei terminali e si monta il nuovo interruttore.
Si ricollegano i cavi, rispettando l'ordine delle fasi.
L'interruttore sostituito viene lasciato nella posizione di aperto e si rimontano i pannelli del
quadro.
Prima di ridare tensione viene chiesta l'autorizzazione al responsabile dell'impianto, che la
concede (avvisando anche il personale del reparto interessato in precedenza dall'assenza di
tensione).
Si rimuove il cartello "Lavori in corso, non effettuare manovre" e si richiude l'interruttore a
monte della linea di alimentazione del quadro.
Viene richiuso il nuovo interruttore e si controlla il regolare funzionamento delle
apparecchiature alimentate.
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LAVORI ELETTRICI FUORI TENSIONE SU IMPIANTI IN ALTA TENSIONE
In alta tensione, non tutti i tipi di lavori elettrici illustrati e previsti dalle norme CEI 11-48 sono
ammessi dalle disposizioni legislative.
Per alta tensione si intende una tensione maggiore di 1000 V in alternata o a 1500 V in continua,
in linea con la nuova norma CEI 11 -1.
In alta tensione, il DPR 547/55 (art. 344 e 345) vieta i lavori su e nelle immediate vicinanze di
parti con tensione superiore a 1000 V.
DPR 547/55 - Art. 344 - LAVORI SU PARTI IN TENSIONE
È vietato eseguire lavori su elementi in tensione e nelle loro immediate vicinanze,
quando la tensione è superiore a 25 Volta verso terra, se alternata, od a 50 Volta verso
terra, se continua.
Può derogarsi dal suddetto divieto per tensioni non superiori a 1000 Volta, purché:
a) l'ordine di eseguire il lavoro su parti in tensione sia dato dal capo responsabile;
b) siano adottate le necessarie misure atte a garantire la incolumità dei lavoratori .
DPR 547/55 - Art. 345 - LAVORI SU MACCHINE, APPARECCHI E CONDUTTURE
ELETTRICI AD ALTA TENSIONE
È vietato eseguire lavori su macchine apparecchi e condutture elettrici ad alta tensione e
nelle loro immediate vicinanze, salvo quanto stabilito nel secondo comma dell'articolo
344 senza avere prima:
a) tolta la tensione;
b) interrotto visibilmente il circuito nei punti di possibile alimentazione dell'impianto su cui
vengono eseguiti i lavori;
c) esposto un avviso su tutti i posti di manovra e di comando con l'indicazione "lavori in
corso, non effettuare manovre";
d) isolata e messa a terra, in tutte le fasi la parte dell'impianto sulla quale o nelle cui
immediate vicinanze sono eseguiti i lavori .
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Alla luce delle norme CEI 11-1 e 11-48 ciò significa che è vietato eseguire lavori toccando le parti
in tensione (su) o entrando con una parte del corpo, o con un oggetto, nella zona di guardia (nelle
immediate vicinanze).
In definitiva, in alta tensione il DPR 547/55 proibisce i lavori sotto tensione, sia a contatto, sia
a distanza. Tali lavori sono tuttavia ammessi, in taluni casi, dai successivi DM 9/6/1980 e DM
13/7/1990 n. 442 purché siano adottati specifici provvedimenti di sicurezza.
La tabella di seguito riportata riassume la situazione.
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Le operazioni da eseguire per mettere fuori tensione e in sicurezza le parti attive su cui si devono
eseguire i lavori sono le stesse indicate per gli impianti in bassa tensione (vedi quanto in
precedenza riportato, ovviamente Dv non è più 65 cm e va sostituito con il valore appropriato
stabilito dalla norma CEI 11-48 V1 in funzione della tensione).
L'unica differenza sostanziale è che
in alta tensione la messa a terra e in cortocircuito è sempre richiesta.
Si riporta comunque di seguito la sequenza delle operazioni.
1 - Determinare la zona di lavoro (o d'azione), cioè lo spazio dove è prevedibile che l'operatore
entri con parti del corpo o con attrezzi, tenuto conto delle operazioni che deve compiere e delle
posizioni che può assumere nel corso dei lavori.
2 - Aprire i dispositivi di sezionamento di tutte le fonti di energia che alimentano le parti attive
(prive di adeguata protezione contro i contatti diretti) poste:
-
dentro la zona di lavoro,
-
a distanza inferiore a DV dal limite della zona di lavoro.
3 - Prendere provvedimenti per evitare richiusure intempestive dei dispositivi di sezionamento
4 - Verificare con un rivelatore di tensione l'assenza di tensione su tutti i poli, sul posto di
lavoro o il più vicino possibile
5 - Mettere a terra e in cortocircuito le parti sezionate (sempre)
Nota: la verifica di assenza di tensione prima di chiudere il sezionatore di terra, può essere
evitata se si può escludere un danno all'operatore, ad esempio: presenza di opportuni interblocchi
(con tutti i possibili punti di provenienza di tensione), sezionatore di terra con potere di
stabilimento, sezionatore di terra adeguatamente protetto dallo scomparto di un quadro o
comandato a distanza. La verifica dell'assenza di tensione non è esplicitamente richiesta dal DPR
547/55 ma è prevista dalle norme CEI. Sui quadri di media tensione si possono eventualmente
sfruttare i dispositivi di presenza tensione installati o gli eventuali oblò per l'utilizzo di rivelatori
di tensione.
Per lavori complessi la preparazione del lavoro deve essere fatta per iscritto; in pratica va
predisposto un piano di lavoro.
ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE SECONDA – LAVORI ELETTRICI
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È consigliabile che il piano di lavoro sia redatto dal responsabile dell'impianto, il quale è pratico
dell'impianto stesso, in collaborazione con il preposto ai lavori, che conosce la natura del lavoro e
le modalità operative di esecuzione.
In assenza del responsabile dell'impianto, il preposto ai lavori assume anche le sue funzioni.
Il piano di lavoro può essere utilizzato anche quando la messa fuori tensione e in sicurezza non è
direttamente controllabile dal preposto ai lavori, e/o le manovre sono eseguite lontano dal posto di
lavoro da una altra persona (addetto alle manovre).
In alta tensione, se le manovre non vengono eseguite direttamente dal preposto ai lavori è
necessario che quest'ultimo riceva una comunicazione scritta che indichi le manovre eseguite e le
misure di sicurezza adottate.
Questa comunicazione autorizza il preposto ai lavori ad iniziare il lavoro.
Nei lavori elettrici fuori tensione non è necessario indossare guanti isolanti e visiera, né utilizzare
attrezzi isolati. Vanno comunque indossati i DPI necessari per tutti i rischi non elettrici (ad
esempio quelli previsti per le condizioni ambientali e per eventuali lavori in quota).
Sezionamento e provvedimenti per evitare richiusure intempestive
In alta tensione, il DPR 547/55 richiede di "interrompere visibilmente il circuito" in modo che
l'operatore possa constatare che l'interruzione del circuito è fisicamente avvenuta."
È tuttavia ammesso (DM 27/03/98) che i contatti del sezionatore non siano visibili, purché il
sezionatore sia dotato di un indicatore affidabile della posizione di aperto dei contatti, secondo
quanto indicato dalla norma CEI 17-4 (Sezionatori e sezionatori di terra a corrente alternata a
tensione superiore a 1000 V).
In bassa tensione, il dispositivo di sezionamento in genere apre e chiude anche sotto carico; in alta
tensione, la funzione di manovra sotto carico e di sezionamento sono svolte da dispositivi distinti;
bisogna quindi aprire prima l'interruttore e poi il sezionatore. Soltanto l'interruttore di manovrasezionatore, detto comunemente sezionatore sotto carico, svolge entrambe le funzioni.
L'apertura mediante il fioretto di un sezionatore, ad esempio in una cabina a giorno, non è un
lavoro sotto tensione (DM 442/90, allegato A art. 1.1.01) anche se si possono toccare con il
fioretto parti in tensione. Quanto sopra nei confronti della legislazione italiana vigente; resta il
fatto che l'operazione andrebbe fatta secondo le regole di buona tecnica e quindi le norme CEI (per
le quali si configura verosimilmente nella maggior parte dei casi un lavoro sotto tensione a
distanza). L'operatore deve quindi stare fuori dalla zona prossima ed adottare i criteri di sicurezza
dei lavori sotto tensione a distanza.
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I sezionatori sono in genere ubicati all'interno di cabine elettriche chiuse a chiave, per evitare
richiusure intempestive, è quindi sufficiente apporre sul comando del sezionatore il cartello
"Lavori in corso, non effettuare manovre". In pratica, è consuetudine - e consigliabile - bloccare il
sezionatore nella posizione di aperto; il che avviene, ad esempio, quando si chiude il sezionatore
di terra.
Se, invece, il comando del sezionatore è fuori dal locale cabina elettrica, ad esempio su un quadro
dislocato all'interno dello stabilimento, si asporta la chiave che disattiva la manovra del
sezionatore e del sezionatore di terra, quindi si appone il cartello "Lavori in corso, non effettuare
manovre".
La messa fuori tensione e in sicurezza prima dei lavori e la rimessa in servizio dopo che questi
sono terminati devono essere eseguite da persone addestrate (esperto o avvertite), così come i
lavori elettrici in questione.
Messa a terra e in cortocircuito
In alta tensione, occorre sempre effettuare la messa a terra e in cortocircuito delle parti su cui si
lavora.
Ogni parte dell'impianto che può essere sezionata dalle altre parti dell'impianto stesso, deve essere
progettata e realizzata in modo da poterne eseguire la messa a terra e in cortocircuito.
I dispositivi per la messa a terra e in cortocircuito devono avere i componenti, conduttori
compresi, adeguatamente dimensionati per il valore della corrente di guasto nel punto in cui sono
installati.
I dispositivi per la messa terra possono essere fissi o mobili.
Il tipo fisso è costituito da un sezionatore di terra, in genere interbloccato con il sezionatore di
linea, in modo che sia impossibile chiudere i sezionatori di terra senza aver prima aperto il
sezionatore di linea e viceversa.
Il tipo mobile è costituito da tre morsetti da collegare alle fasi del circuito e da tre conduttori che
fanno capo ad un unico morsetto da mettere a terra.
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Per eseguire la messa a terra e in cortocircuito con il dispositivo mobile è necessario, dopo aver
tolto tensione, verificare prima l'assenza di tensione e poi collegare a terra il morsetto di terra del
dispositivo stesso; successivamente, con l'aiuto di un fioretto isolante, che in genere fa parte della
dotazione, si collegano i tre morsetti alle fasi del circuito.
I morsetti non ancora collegati non vanno toccati con le mani, fino a quando non è stato effettuato
il cortocircuito completo.
Mettere a terra e in cortocircuito con dispositivi mobili la parte sezionata, dopo aver verificato
l'assenza di tensione, può non essere considerato un lavoro sotto tensione (in base a quanto già
esposto per gli impianti BT).
I dispositivi di messa a terra e in cortocircuito devono essere visibili, ogni volta che sia possibile,
dal posto di lavoro (CEI 11-48 art. 6.2.4.1). In caso contrario, i collegamenti di terra devono essere
applicati in prossimità del posto di lavoro quanto più ragionevolmente e praticamente possibile (e
purché sia garantita la continuità metallica fra il punto messo a terra ed il punto di lavoro).
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Per lavori su un trasformatore AT/BT è necessario aprire l'interruttore e il sezionatore sul primario
e l'interruttore, o gli interruttori, sul secondario del trasformatore.
L'apertura del circuito secondario serve per evitare che eventuali fonti di energia installate a valle
possano, attraverso gli avvolgimenti del trasformatore mettere in tensione il circuito primario, ad
esempio quando ci sono gruppi di continuità, generatori o più trasformatori in parallelo.
In questi casi è opportuno mettere a terra e in cortocircuito non solo il primario ma anche il
secondario del trasformatore.
Sarebbe anche auspicabile un interblocco ed un asservimento tra gli interruttori posti sul primario
e sul secondario del trasformatore, in modo che l'apertura dell'interruttore sul lato alta tensione
comporti l'apertura automatica dell'interruttore sul lato bassa tensione.
Per linee in cavo, la messa a terra e in cortocircuito deve essere eseguita in corrispondenza dei
punti di sezionamento dell'impianto, da ogni lato del posto di lavoro (CEI 11-48 art. 6.2.4.3)
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Prima di iniziare il lavoro sul cavo sezionato e messo a terra, bisogna individuare con certezza il
cavo sul posto di lavoro. Se ciò non è garantito (ad esempio per la presenza di più cavi con eguali
caratteristiche) si possono utilizzare dispositivi che permettono di perforare o di tagliare il cavo in
sicurezza senza che l'operatore vada a contatto diretto con i conduttori.
Se durante l'esecuzione di misure o di prove, per necessità inderogabili, vengono rimossi i
dispositivi di messa a terra e in cortocircuito, è necessario prendere precauzioni per evitare il
pericolo di rimessa in tensione e rischio di elettrocuzione per il personale (CEI 11-48 art. 5.3.2.2).
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Sostituzione dei fusibili in alta tensione
Nelle cabine "a giorno" spesso dopo aver tolto tensione e messo a terra, i fusibili rimangono
comunque entro la "zona prossima" (cioè entro DV) dei conduttori rimasti in tensione.
Pur essendo possibili anche altre soluzioni, si consigliano sostanzialmente quelle riportate nella
figura seguente.
Secondo una interpretazione corrente, la sostituzione di fusibili con attrezzo isolante non è un
lavoro elettrico sotto tensione ai sensi del DM 442/90, il quale all'articolo 1.1.01 afferma che non
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è lavoro sotto tensione ai sensi dell'art. 344 del DPR 547/55 "la manovra mediante fioretto di un
apparecchio di interruzione". Si ritiene comunque necessario individuare in quale categoria delle
norme CEI ricade il lavoro, seguendone le prescrizioni (ad esempio lavoro elettrico fuori tensione
nel caso "b" - il caso "a" non è un lavoro elettrico sotto tensione a distanza, ma un lavoro in
prossimità, se il fioretto non deve entrare nella zona di guardia).
In un'apparecchiatura prefabbricata con involucro metallico, dove il doppio sezionatore si chiude
automaticamente a terra e un setto, chiudendosi contestualmente all'apertura dei sezionatori
impedisce l'accesso alle parti in tensione, la distanza DL non è influente poiché le parti in tensione
diventano inaccessibili. Il sezionatore di terra a valle dei fusibili deve inoltre essere chiuso per
permettere l'apertura della portella.
Se con lo scomparto aperto, i contatti del sezionatore non sono visibili, il sezionatore deve avere
un affidabile indicatore della posizione di aperto.
In questo caso, la sostituzione dei fusibili costituisce un lavoro elettrico fuori tensione.
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LAVORI ELETTRICI SOTTO TENSIONE SU IMPIANTI IN BASSA TENSIONE
Nel lavoro elettrico sotto tensione l'operatore entra nella zona di guardia di parti in tensione, con
una parte del corpo o con un oggetto (conduttore o isolante - CEI 11-48 art. 6.3). La zona di
guardia è individuata dalla distanza DL, pari a 15 cm in bassa tensione.
Ogni volta che un operatore si avvicina con una parte del corpo o con un attrezzo a meno di 15 cm
da una parte attiva in tensione, si ha un lavoro elettrico sotto tensione ed occorre attenersi alle
relative procedure.
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Se l'attrezzo che entra nella zona di guardia è isolato, mentre l'operatore rimane al di fuori della
zona prossima, si configura un lavoro sotto tensione a distanza (poco utilizzato in bassa tensione).
In definitiva in bassa tensione sono possibili due metodologie di lavoro sotto tensione: a contatto e
a distanza.
Ove si utilizzassero contemporaneamente ambedue le metodologie di lavoro occorrerà prendere i
provvedimenti necessari per ciascuna tipologia di lavoro.
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Addetti ai lavori sotto tensione in BT
Possono effettuare lavori elettrici sotto tensione solo le persone idonee, ossia le persone esperte
(PES) e le persone avvertite (PAV) alle quali il datore di lavoro ha riconosciuto l’idoneità ad
effettuare lavori elettrici sotto tensione, espressamente autorizzate dal preposto.
La scelta del numero di persone necessarie allo svolgimento del lavoro è compito del responsabile
della manutenzione e va fatta in relazione alla complessità del lavoro ed alla sua durata. Ai soli
fini del rischio elettrico per questi lavori è consentita, ove sufficiente, la presenza di un solo
lavoratore. Il numero degli addetti deve essere aumentato in relazione alle caratteristiche
ambientali ed alla complessità delle operazioni da effettuare. In generale si può dire che gli addetti
alle operazioni di manutenzione devono essere almeno due tutte le volte che le condizioni
ambientali sono avverse o quando le persone sono chiamate a lavorare in condizioni disagevoli o
comunque pericolose anche ai fini del solo rischio elettrico.
È consigliabile che la seconda persona abbia un addestramento sufficiente a prevenire eventuali
movimenti maldestri dell’operatore ed a prestare all’operatore stesso il primo intervento di
soccorso. Per tale ragione l’ubicazione del suo posto di lavoro dovrebbe essere fatta in maniera da
non essere coinvolto nell’evento lesivo in caso di eventuale incidente.
Disposizioni di carattere generale per lavori sotto tensione in BT
La scelta di lavorare sotto tensione va fatta di regola solo quando non è possibile effettuare lavori
fuori tensione.
Deve essere vietato a chiunque accedere a parti attive in tensione senza aver ricevuto l’ordine dal
preposto ai lavori.
Prima di iniziare i lavori occorre procedere alle seguenti verifiche:
Condizioni climatiche
È vietata l’effettuazione di lavori nelle seguenti condizioni:
-
sotto pioggia, neve o grandine;
-
in ambienti bagnati;
-
in ambienti dove a causa di scintille possano manifestarsi condizioni di rischio;
-
in presenza di ripetute scariche atmosferiche (qualora l’installazione non sia provvista
di protezioni contro le sovratensioni di origine atmosferica realizzata a regola d’arte);
-
sotto l’azione del vento quando questi rende problematico l’uso degli attrezzi o il
controllo delle parti di impianto sulle quali occorre operare;
-
con visibilità scarsa tale da impedire agli operatori di distinguere chiaramente le
installazioni ed i componenti su cui essi operano ed al preposto ai lavori di svolgere il
proprio compito.
Se il lavoro è in corso quando si manifesta una delle condizioni ricordate è lasciata al
preposto la valutazione sulla opportunità di sospendere il lavoro.
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In tale circostanza il preposto deve prendere tutte le precauzioni necessarie anche nei
confronti di terzi.
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Ambienti con rischio di esplosione o incendio
È vietato iniziare lavori elettrici sotto tensione nei luoghi con pericolo di esplosione o
incendio se gli ambienti non sono stati bonificati. Al riguardo occorre seguire
tassativamente le prescrizioni riportate nella Norma CEI EN 60079-17 (CEI 31-34).
Operazioni a maggior rischio elettrico
Nei casi di interventi che comportano un maggior rischio elettrico (posizioni di lavoro
disagevoli, ambienti di lavoro ristretti, ambienti bagnati, operazioni particolarmente
difficoltose, ecc.) è necessaria la presenza di una seconda persona che sorvegli le
operazioni di lavoro.
L’inizio dei lavori deve essere programmato in maniera che la manutenzione possa effettuarsi
nella migliore condizione possibile.
Compiti del preposto ai lavori (per lavori sotto tensione in BT)
Fermi restando i compiti del preposto ai lavori (già illustrati in altra parte), per i lavori sotto
tensione si sottolineano i seguenti aspetti.
Prima di dare inizio all’esecuzione dei lavori, il preposto ai lavori deve:
verificare che i lavori siano eseguibili nel rispetto della normativa vigente;
verificare le condizioni climatiche nel caso di lavori di manutenzione all’aperto;
esaminare le caratteristiche degli ambienti ove si effettuano lavori di manutenzione (ambienti
con rischio di esplosione, a maggior rischio in caso di incendio, ambienti a rischio elettrico
accresciuto, ecc.);
individuare e delimitare la zona di lavoro;
decidere le modalità di effettuazione del lavoro, le misure di sicurezza e le precauzioni di
adottare;
emettere le disposizioni relative al lavoro da eseguire;
verificare che le attrezzature utilizzate, ad un controllo visivo, siano integre ed efficienti;
controllare che le parti conduttrici non protette e con le quali si possa venire in contatto
durante i lavori non siano in tensione;
controllare che l’addetto ai lavori impieghi i dispositivi di protezione individuale e le
attrezzature previste;
esaminare se il luogo di lavoro sia sufficientemente agevole (mani libere, posizione stabile,
ecc.);
verificare che non esistono parti attive in tensione con cui esista il rischio di contatto
accidentale al di fuori della zona di intervento;
esprimere un parere sull’efficienza delle apparecchiature in dotazione al personale.
Compiti degli addetti ai lavori (per lavori sotto tensione in BT)
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Prima dell’inizio e durante i lavori gli addetti devono:
controllare, a vista, l’efficienza delle attrezzature e dei DPI in dotazione personale;
attenersi alle prescrizioni di lavoro generali relative alla modalità di esecuzione dei lavori
elettrici;
attenersi alle prescrizioni di sicurezza date dal preposto ai lavori;
segnalare al preposto eventuali carenze nella organizzazione del lavoro;
segnalare al preposto ai lavori eventuali imprevisti che dovessero manifestarsi nel corso dei
lavori.
Esecuzione dei lavori sotto tensione in BT
Si richiamano di seguito ulteriori prescrizioni specifiche per ciascun tipo di lavoro sotto tensione.
LAVORI A CONTATTO
Per lavori di manutenzione sotto tensione a contatto si intendono i lavori nel corso dei quali
l’operatore, opportunamente protetto, può entrare nella zona di guardia con parti del proprio corpo
o con un attrezzo.
Zona di intervento
Quando si lavora a contatto con parti attive il preposto ai lavori, oltre a quanto già detto, deve
verificare anche che:
le parti attive in tensione su cui si interviene siano contenute nella zona di intervento e siano
ubicate in posizione frontale rispetto alla faccia dell’operatore;
le dimensioni della zona di intervento (larghezza, altezza e profondità) siano ragionevolmente
contenute in maniera che l’operatore abbia sotto controllo tutte le parti attive sulle quali è
chiamato ad intervenire.
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Cortocircuiti accidentali
Al fine di evitare cortocircuiti accidentali occorre che:
le parti a tensione diversa (fasi, neutro e PE) nella zona di lavoro siano separate da schermi
isolanti (fasce, nastri, ecc.). La mancanza di tali schermi può essere tollerata solo quando le
dimensioni delle parti metalliche nude degli elementi maneggiati (attrezzi, conduttori, ecc.)
sono sensibilmente inferiori alle distanze minime esistenti tra le parti a potenziale diverso;
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lo stato dei componenti su cui si opera sia tale da escludere il pericolo di rotture e di
spostamenti dalle parti metalliche in tensione ed il pericolo di cortocircuiti;
le parti mobili di parti attive in tensione non siano abbandonate dall’addetto fino a che non
vengano isolate o fissate ai rispettivi morsetti;
la zona di lavoro sia adeguatamente illuminata.
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Taglio o disconnessione dei conduttori
Non è consentito tagliare conduttori sottoposti a sollecitazione meccanica se prima non si elimina
tale sollecitazione.
È consentito tagliare o disconnettere sotto carico conduttori di sezione non superiore a 6 mm2.
Sicurezza dell’operatore
Tutti gli attrezzi e gli indumenti isolanti ed isolati devono essere verificati con le modalità ed alle
scadenze previste per ciascuna tipologia.
Nei lavori a contatto gli addetti devono:
indossare guanti isolanti, elmetto isolante con visiera di protezione;
indossare vestiario idoneo che non lasci scoperte parti del tronco o degli arti;
eliminare accessori metallici personali (anelli, braccialetti, catenine, ecc.);
realizzare una condizione di doppia protezione isolante verso le parti in tensione su cui si
interviene;
mantenere rigorosamente una distanza non inferiore a 15 cm (distanza di guardia) tra le parti
in tensione della zona di intervento e le parti del corpo non coperte da isolante.
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Nei lavori elettrici sotto tensione a contatto (in bassa tensione) è sempre richiesta una doppia
protezione isolante, ottenuta mediante:
a) guanti isolanti + attrezzi isolanti
b) guanti isolanti + tappeto isolante
b) guanti isolanti + tronchetti isolanti
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A riguardo delle prescrizioni illustrate nel presente sottoparagrafo "sicurezza dell'operatore", la
guida CEI 0-10 recita (art. 5.7.2.5.1.4):
"Nei lavori di manutenzione a contatto su circuiti di sezione limitata dei sistemi di categoria 0
degli impianti di regolazione, misura, telecomando, allarme, ecc. si può derogare dalla
applicazione totale di queste prescrizioni, realizzando la condizione di semplice protezione
isolante ed indossando il vestiario di dotazione che non lasci scoperte parti del tronco e degli
arti."
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LAVORI A DISTANZA
Nei lavori a distanza l’addetto si serve, per intervenire sulle parti in tensione, di aste isolanti. Con
questa metodologia di lavoro l’operatore resta ad una distanza dalle parti attive in tensione tale da
non poter entrare, neanche accidentalmente, nella zona di guardia (DL = 15 cm) delle suddette
parti con il corpo o con oggetti conduttori da lui manovrati. Si trova inoltre completamente al di
fuori della zona prossima (DV = 65 cm) Tale tipo di lavoro è poco utilizzato in Italia.
Sicurezza dell’operatore
Nei lavori a distanza gli addetti devono:
indossare guanti isolanti;
utilizzare un elmetto dielettrico ed una protezione per gli occhi;
indossare vestiario idoneo che non lasci scoperte parti del tronco o degli arti;
Esempio di lavoro elettrico sotto tensione a contatto (in BT)
Tipologia di lavoro:
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Sostituzione di un interruttore automatico quadripolare in un quadro BT;
Il quadro modulare è metallico. Sui morsetti di alimentazione dell'interruttore non è effettuato
l'entra-esci verso altri interruttori.
Tipo di intervento:
Non potendosi disalimentare gli altri circuiti del quadro, si decide di eseguire un lavoro sotto
tensione a contatto.
Alimentazione:
Sistema trifase 230/400 V.
Numero di operatori
Un operatore che svolge la funzione di preposto ai lavori ed un assistente (con il compito
anche di prestare i primi soccorsi in caso di infortunio).
Analisi dei rischi:
Rischi generici: si veda la valutazione generale effettuata ai sensi del DLgs 626/94.
Rischi specifici del lavoro elettrico: elettrocuzione ed effetti dell'arco elettrico.
Attrezzatura di lavoro:
Voltmetro, o rivelatore di tensione, pinze isolate, tronchesi isolate, cacciaviti isolati.
Dispositivi di protezione individuale (DPI):
Per il rischio elettrico: guanti isolanti, elmetto isolante con visiera, vestiario idoneo (che non
lasci scoperte parti del tronco e degli arti. Il doppio isolamento viene realizzato a mezzo dei
guanti e degli attrezzi isolati di lavoro (non sono quindi necessarie le scarpe isolanti).
Per gli altri rischi: guanti da lavoro, calzature da lavoro.
Materiali di utilizzo:
Cappucci isolanti, nastro isolante, catenella e cartelli monitori per delimitare l'area di lavoro.
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Fasi di lavoro:
Si concorda l'intervento con il responsabile dell'impianto elettrico, il quale (previo accordo
con il responsabile di produzione del reparto) dà l'autorizzazione e conferma che nella zona di
installazione del quadro non esistono condizioni di rischio aggiuntive oltre a quelle elettriche
(ad esempio pericolo di esplosione).
Individuata la parte in tensione su cui si deve intervenire, viene poi definita e delimitata la
zona di lavoro. Si apre il quadro e da un attento controllo si esclude che zone di guardia o
zone prossime di altre parti in tensione entrino nella zona di lavoro, pertanto si configura un
lavoro elettrico sotto tensione a contatto (si ipotizza che il grado di protezione delle altre parti
del quadro sia almeno XXB; se così non fosse, ad esempio per la presenza di sbarre nude, si
sarebbe probabilmente in presenza anche di un lavoro in prossimità).
Il preposto ai lavori eseguirà personalmente le operazioni ed indossa i DPI.
Apre l'interruttore da sostituire, in maniera da scollegare i cavi senza carico.
"Aggiusta" i cavi da scollegare, in modo da eliminare eventuali sollecitazioni meccaniche ed
il conseguente "effetto molla". Controlla ed appunta la numerazione dei fili (se assente
"segna" i fili) in modo da poterli poi ricollegare allo stesso modo. Controlla che la distanza e
la configurazione dei morsetti di ingresso dell'interruttore siano tali da rendere trascurabile il
rischio di cortocircuito (anche in relazione alla dimensione della parte non isolata degli
attrezzi e dei possibili movimenti dei conduttori al momento in cui vengono scollegati).
Diversamente installa dei setti isolanti o altri apprestamenti simili.
Scollega uno ad uno i conduttori di alimentazione dell'interruttore (nell'ordine: fasi e neutro)
trattenendoli con la pinza isolata ed isolandoli con gli appositi cappucci prima di lasciare la
presa con la pinza.
Scollega i conduttori a valle dell'interruttore (alla stessa maniera ed isolandoli con gli appositi
cappucci, per evitare il contatto accidentale con altre parti attive).
Smonta l'interruttore e lo sostituisce con il nuovo (che lascia in posizione "aperto"). Ricollega
i cavi a valle e poi a monte (cominciando dal neutro), rispettando l'ordine delle fasi.
L'interruttore sostituito viene lasciato nella posizione di aperto e si rimontano i pannelli del
quadro.
Prima di ridare tensione viene chiesta l'autorizzazione al responsabile dell'impianto, che la
concede (avvisando anche il personale del reparto interessato in precedenza dall'assenza di
tensione sul circuito interessato).
Viene richiuso il nuovo interruttore e si controlla il regolare funzionamento delle
apparecchiature alimentate.
Viene rimossa la delimitazione dell'area di lavoro.
LAVORI ELETTRICI IN PROSSIMITA' (su impianti BT e AT)
I lavori in prossimità di parti attive, non messe in sicurezza devono essere eseguiti solo quando le
misure di sicurezza assicurano che le parti attive non possono essere toccate neanche
accidentalmente o che la zona di lavoro sotto tensione non possa essere raggiunta. Si lavora in
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prossimità di parti attive quando l'operatore entra nella zona prossima, ma non nella zona di
guardia, con una parte del corpo o con un attrezzo.
Deve essere assicurato che chi lavora abbia una posizione stabile che lasci libere entrambe le
mani.
Ai fini della sicurezza sono possibili due modalità di lavoro:
protezione per mezzo di schermi, barriere, involucri o protettori isolanti;
protezione mediante distanze di sicurezza e sorveglianza.
Individuazione della zona prossima
La zona prossima è l’insieme dei punti aventi una distanza dalle parti attive nude non superiore a
Dv (in bassa tensione 65 cm). La presenza di barriere fisse può alterare l’estensione delle zone di
guardia o di prossimità (vedi figura seguente). Al fine di controllare i rischi elettrici le parti attive
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della zona prossima devono essere protette con involucri, barriere, protettori isolanti e sistemi
simili. Quando non si possono usare tali provvedimenti che rendono la zona di lavoro
completamente sicura occorre che il manutentore sia posizionato in maniera che, per quanti
movimenti faccia, non possa raggiungere la zona di guardia né con parti del proprio corpo, né con
gli attrezzi da lui maneggiati.
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Delimitazione della zona di lavoro
Il posto di lavoro è opportuno venga delimitato con dispositivi adatti ed opportuna segnaletica
(parapetti, nastri di segnalazione, funi, cartelli monitori, ecc). I quadri elettrici attivi possono
anche essere segnalati con altri mezzi chiaramente visibili.
Prima dell’inizio dei lavori, o quando le condizioni di lavoro cambiano, il preposto ai lavori deve
istruire gli addetti alla manutenzione sul mantenimento delle distanze di sicurezza, sulle misure di
sicurezza che sono state messe in atto e sulla necessità di un consapevole comportamento di
sicurezza. Inoltre è opportuno che assieme all’addetto ai lavori, il preposto verifichi sia la stabilità
del posto di lavoro, sia che l’operatore, per quanti movimenti possa fare, non possa raggiungere la
zona di guardia. Particolare attenzione il preposto deve porre al fatto che la zona di guardia venga
rispettata anche quando il manutentore faccia uso di attrezzi o oggetti lunghi (aste, tubi, scale,
ecc.).
Sicurezza degli operatori
Per i lavori in prossimità si ritiene che la sicurezza degli addetti sia garantita dalle misure di
prevenzione ricordate in precedenza. Appare opportuno precisare, però, che la protezione
mediante distanza di sicurezza, pur non essendo impossibile, risulta molto difficile da rispettare
durante l’esecuzione dei lavori. Per tale ragione si raccomanda di preferire i sistemi di protezione
che prevedono il posizionamento di schermi, barriere, protettori isolanti e dispositivi simili.
PROTEZIONE
MEDIANTE
PROTETTORI ISOLANTI
SCHERMI,
BARRIERE,
INVOLUCRI
O
Posizionamento delle protezioni
Le protezioni devono essere scelte ed installate in modo da garantire la protezione contro le
sollecitazioni elettriche e meccaniche che possono aversi durante l’esecuzione della manutenzione.
I dispositivi di protezione devono essere installati e vincolati alle parti fisse dell’impianto in
maniera stabile in modo da assicurare una completa protezione contro i contatti diretti (non
inferiore a IP 2X o IP XXB) ed il permanere della protezione per tutta la durata del lavoro.
Se per installare le protezioni su una parte attiva di un impianto, o su parti attive di altre parti
dell’impianto non soggette a manutenzione, occorre entrare nella loro zona di guardia (DL ” 15
cm) si devono usare le procedure specifiche previste per i lavori sotto tensione o fuori tensione a
seconda che le parti attive da proteggere siano in tensione o meno. Quando i dispositivi di
protezione sono installati al di fuori della zona di guardia delle parti attive sotto tensione da
proteggere essi possono essere di materiale qualsiasi. I dispositivi di protezione, invece, installati
all’interno della zona di guardia, devono essere di materiale isolante e rispondere alla normativa
vigente.
Addetti
Gli addetti alle operazioni di manutenzione nella fase di installazione dei ripari devono essere PES
o PAV. Dopo aver installato le protezioni, i lavori nella zona prossima possono essere eseguiti
anche da persone comuni (PEC) seguendo le procedure normali senza particolari precauzioni ed
utilizzando i dispositivi di protezione contro i rischi generici (guanti da lavoro, vestiario da lavoro,
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ecc.). Se le protezioni contro i contatti diretti non assicurano una protezione completa contro le
parti attive, almeno IP 2X o IP XXB, le persone comuni devono essere tenute a distanza di
sicurezza e, se necessario, sorvegliate.
PROTEZIONE MEDIANTE DISTANZA E SORVEGLIANZA
Avvertenza generale
Quando le protezioni installate non sono fisse o stabili o non garantiscono la protezione contro i
contatti diretti per tutta la durata dei lavori per cui esiste un rischio di folgorazione per movimenti
involontari o comunque non ponderati, deve essere usata la procedura delle protezione mediante
distanza di sicurezza ed eventuale sorveglianza.
In bassa tensione questo metodo di lavoro è sconsigliato per le intrinseche difficoltà dovute alle
distanze ridotte e si consiglia di ricorrervi solo in casi di effettiva necessità quando non è possibile
usare le altre procedure. Questa procedura si basa, sostanzialmente, sulla professionalità del
lavoratore e sulla sua capacità di valutare il permanere delle condizioni di sicurezza.
Addetti
Quando ad operare sono PES o PAV debitamente istruite si deve ritenere che questi tecnici
sappiano prevenire i rischi originati da atti volontari (come aggirare ostacoli, rimuovere
protezioni, modificare la propria posizione ed il layout della zona di lavoro, ecc.) essi, quindi,
potranno lavorare senza ulteriori assistenze. Se, invece, ad operare sono le persone comuni (PEC),
esse potrebbero compiere atti senza rendersi conto del pericolo connesso; di qui nasce la necessità
della sorveglianza da parte di PES o PAV con il compito di prevenire azioni pericolose da parte di
chi, per definizione, non si rende conto del rischio.
Quando esistono particolari situazioni di rischio è opportuno che anche le PES o PAV ricevano la
necessaria assistenza che li metta in condizione di valutare aspetti che dalla loro posizione di
lavoro risultino inefficacemente giudicabili.
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LAVORI ELETTRICI MISTI
Molto spesso gli interventi di manutenzione non sono riconducibili ad una sola modalità di lavoro
perché chi interviene può trovarsi ad operare su una parte di impianto messo fuori tensione ed in
sicurezza mentre altre parti restano in tensione.
Quando un lavoro comporta procedure miste per la contemporanea presenza di lavori fuori
tensione, lavori in tensione e lavori di prossimità, occorre mettere in atto tutte le procedure
previste per le varie modalità di intervento utilizzate.
Particolare attenzione va posta quando si eseguono attività di ricerca guasti, di messa a punto di
tarature, di verifiche, misure e controlli. Tali attività comportano in genere la modifica dell’assetto
dell’impianto durante i lavori. In particolare la disalimentazione e rialimentazione ripetuta dei
circuiti necessaria allo scopo del lavoro presenta elevati rischi se non tenuta sotto stretta
sorveglianza.
È opportuno ricordare che i metodi d’intervento sono tre:
fuori tensione
sotto tensione (a contatto o a distanza)
in prossimità
Ogni volta che ci si avvicina all’impianto bisogna aver chiaro quali metodi si stanno utilizzando
nei confronti delle diverse parti attive presenti. È altrettanto importante sottolineare che le misure
di prevenzione previste per ciascun metodo d’intervento vanno adottate sempre integralmente.
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LAVORI ELETTRICI PARTICOLARI IN BASSA TENSIONE
Sostituzione dei fusibili
La sostituzione di fusibili che non abbiano alcuna protezione contro i contatti diretti, ad esempio
di fusibili a coltello, va considerato un lavoro elettrico a tutti gli effetti e deve generalmente essere
eseguita fuori tensione (CEI 11-48 art. 7.4.1).
Si evidenzia tuttavia che la norma CEI 11-27, nella nota 3 all'articolo 1.2.01, recita:
"Non si intendono lavori elettrici le operazioni semplici, anche se effettuati in prossimità di parti
attive, che non comportano particolari pericoli se eseguite con la normale prudenza (per es: riarmo
di un relé, sostituzione di determinati tipi di lampade o fusibili)"
La norma CEI 11-48 è tuttavia una norma Europea ed è più recente della CEI 11-27 (e
presumibilmente verrà allineata con la CEI 11-48). Si ritiene pertanto consigliabile attenersi alla
norma CEI 11-48 (lavorando fuori tensione, oppure adottando le misure richieste per lavori sotto
tensione).
In ogni caso, la sostituzione dei fusibili (anche ove si adottassero le metodologie dei lavori sotto
tensione), va eseguita dopo aver disalimentato il carico. Ci si deve inoltre accertare di sostituire il
fusibile con un altro di idonee caratteristiche.
Alcuni tipi di portafusibili sezionabili o di interruttori di manovra sezionatori con fusibili,
permettono la sostituzione dei fusibili solo quando questi sono sezionati e fuori tensione.
Cambio delle lampade
Nel cambiare una lampada, l'operatore può toccare parti in tensione che diventano accessibili
quando la lampada è asportata, cioè il contatto centrale e/o il contatto laterale (virola) specie nei
circuiti fase-fase. Nelle lampade con attacco E 40 (golia) il contatto diretto può avvenire anche
durante l'inserimento e il disinserimento della lampada stessa.
Prima di cambiare la lampada si deve sezionare il circuito aprendo l'interruttore-sezionatore
onnipolare, in genere automatico, posto a protezione del circuito luce; non basta aprire
l'interruttore unipolare di comando (sia perché l'interruttore unipolare di comando non è adatto
come dispositivo di sezionamento, sia perché occorre sezionare anche l'altro polo del circuito
quand'anche sia il neutro, salvo i casi previsti dalla norma nei sistemi TN).
Si ricorda, in proposito, che i tubi fluorescenti, le lampade al sodio ad alta pressione, a ioduri
metallici e a mercurio di impianti non domestici sono rifiuti pericolosi, in base al DLgs del
5/2/1997 n. 22. Tali lampade devono pertanto essere smaltite secondo le procedure previste dalle
disposizioni vigenti.
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Operazioni semplici su quadri in tensione
A volte si deve intervenire all'interno di un quadro elettrico in tensione per eseguire manovre
semplici, come ad esempio ripristinare un relé o sostituire una lampada di segnalazione, ma vicino
a parti in tensione.
In questi casi l'operatore entra nella zona di guardia di parti in tensione e dunque ricorrono gli
estremi di un lavoro elettrico sotto tensione a contatto, ma non deve compiere un lavoro bensì
un'azione semplice; è quindi discutibile che si tratti di un lavoro elettrico.
La norma CEI 11-27 non lo considera un lavoro elettrico (vedi articolo in precedenza riportato a
proposito dei fusibili), la norma CEI 1 1-48 tace.
In sede normativa internazionale sono da tempo allo studio i requisiti che deve avere il quadro per
migliorare la sicurezza dell'operatore che esegue gli interventi semplici in questione, vicino a parti
in tensione (che si tralasciano in questa sede).
Misure e prove
Le misure e le prove durante ispezioni e verifiche in zona prossima o di guardia di parti in
tensione rientrano tra i lavori elettrici.
Ciò è confermato anche nella norma CEI 11-27; la nota 2 all'articolo 1.2.01 recita:
"Le prove e le misure sui sistemi elettrici sono generalmente ritenute lavori elettrici, salvo casi
particolari nei quali la sicurezza è affidata alla qualificazione dell'operatore e/o a mezzi sostitutivi
delle procedure contenute nella presente norma."
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NECESSITA' DI UNA SECONDA PERSONA NEI LAVORI ELETTRICI
Il DPR 547/55 (articoli 347 e 350), prescrivono, in particolari condizioni di pericolo, la presenza
di una seconda persona per l'esecuzione di lavori elettrici e per il governo delle officine e cabine
elettriche.
La norma CEI 11-48 art. 6.3.10. - per impianti a bassa tensione - recita:
"L'obbligatorietà della sorveglianza dipende dalle dimensioni del posto di lavoro, ma quando
l'operatore sta lavorando da solo egli deve essere in rado di tener conto e di controllare tutti i
rischi in cui può incorrere".
La norma CEI 11-48 art. 6.3.11. - per impianti a tensione superiore a 1 kV - recita:
"Se le dimensioni del posto di lavoro non consentono alla persona preposta alla conduzione
dell'attività lavorativa una completa sorveglianza, egli deve individuare una seconda persona che
lo assista".
Nella legislazione e nella norma non sono precisate con esattezza le condizioni che richiedono una
seconda persona. A titolo orientativo si possono utilizzare i criteri di seguito esposti (da articolo di
V. Carrescia su TNE novembre 2002).
Per una corretta interpretazione, occorre tenere conto che spesso i lavori sotto tensione sono
"abbinati" a lavori in prossimità.
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Note integrative
Uso prese FM
L'uso delle prese FM richiede accorgimenti per evitare incidenti alle persone e danni alle
apparecchiature.
Tali accorgimenti sono:
1) L'apparecchiatura mobile, che deve essere alimentata da una presa FM, deve essere in buone
condizioni ed in particolare:
a) il cavo non deve avere la guaina esterna rotta;
b) eventuali giunti sui cavi devono essere correttamente eseguiti in modo da ripristinare
l’isolamento;
c) la spina non deve essere bagnata o sporca;
2) Prima di inserire la spina nella presa occorre:
a) Controllare che l'interruttore o altro organo di comando della apparecchiatura mobile sia in
posizione di aperto.
b) Eseguire il collegamento di eventuali prolunghe. Questi collegamenti dovranno essere fissati in
modo tale che non sia possibile la disgiunzione (spina). I punti di giunzione tra prolunghe e cavo
non devono essere interessati da luoghi bagnati e devono essere sollevati da terra.
c) Accertarsi che l'interruttore della presa sia aperto (posizione zero).
d) Inserire la spina nella presa con interruttore a monte della stessa in posizione di aperto e solo
dopo, chiudere l'interruttore della presa.
3) Per togliere la spina dalla presa occorre:
a) Aprire l'interruttore o altro organo di comando dell'apparecchiatura mobile.
b) Aprire l'interruttore della presa.
c) Sfilare la spina.
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