iniziati alla vita nuova come profeti, re e sacerdoti

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parrocchia di Cristo Risorto in Padova
18 maggio 2002
celebrazione della Veglia di Pentecoste
INIZIATI ALLA
COME
PROFETI,
VITA NUOVA
RE E SACERDOTI
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l’assemblea si riunisce sul sagrato in silenzio.
guida:
Celebrare la pentecoste significa celebrare un evento che in sé contiene la
pienezza del tempo pasquale. Il dono dello Spirito alla chiesa rappresenta il
frutto pieno e abbondante della pasqua cristiana. La pentecoste è l’evento
che, spazzando via ogni resistenza, manda i credenti nel mondo a
continuare l’opera del Maestro vincendo barriere, paure e ogni fragilità. “I
laici, radunati nel popolo di Dio e costituiti nell’unico corpo di Cristo sotto
un solo capo, sono chiamati, chiunque essi siano, a contribuire come
membra vive, con tutte le forze ricevute dalla bontà del Creatore e dalla
grazia del Redentore, all’incremento della chiesa e alla sua santificazione
permanente. L’apostolato dei laici è quindi partecipazione alla missione
salvifica stessa della chiesa; a questo apostolato sono tutti destinati dal
Signore stesso per mezzo del battesimo e della confermazione. Oltre a
questo apostolato, che spetta a tutti i fedeli senza eccezione, i laici possono
anche essere chiamati in diversi modi a collaborare più immediatamente
con l’apostolato della gerarchia, a somiglianza di quegli uomini e donne
che aiutavano l’apostolo Paolo nell’evangelizzazione, faticando molto per il
Signore” (LG 33). Per accogliere questa chiamata e svolgere il compito che
ci viene affidato nella iniziazione alla vita cristiana il Padre ci rende
somigliantissimi al Figlio e nello Spirito ci comunica i tre doni propri del
Cristo: il sacerdozio, la profezia e la regalità. La pentecoste rinvigorisca i
doni di cui siamo stati resi partecipi e ci aiuti a prendere consapevolezza
del nostro stato battesimale di re, profeti e sacerdoti. Per questi motivi
all’inizio di questa veglia facciamo memoria del nostro battesimo. “Il
battesimo è il sacramento che incorpora gli uomini alla chiesa, li edifica
come abitazione di Dio nello Spirito, li rende regale sacerdozio e popolo
santo, ed è vincolo sacramentale di unità fra tutti quelli che lo ricevono”
(RICA 4). In memoria della nostra rigenerazione accenderemo ora i ceri che
teniamo in mano con il fuoco che un ministro attingerà dal cero pasquale,
il cero che ha rischiarato la notte di pasqua e ha rappresentato Cristo luce
del mondo il giorno in cui siamo stati battezzati.
distribuiti e accesi i ceri la celebrazione può avere inizio
dialogo introduttivo
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nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen, alleluia.
“Per mezzo del battesimo siamo resi conformi a Cristo” (LG 7).
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“Noi tutti fummo battezzati in un solo Spirito per costituire un
solo corpo” (1Cor 12,13).
“Fummo dunque sepolti per l’immersione a figura della morte”.
“Fummo innestati a lui in una morte simile alla sua, lo saremo
anche in una risurrezione simile alla sua” (Rm 6,4-5).
“Dovete rinascere dall’alto” (Gv 3, 7).
“Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito,
è Spirito” (Gv 3, 6).
“Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove
viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito” (Gv 3, 8).
“Mediante il battesimo, veniamo inseriti nel mistero pasquale di
Cristo, riceviamo lo spirito dei figli adottivi...”
“E diventiamo quei veri adoratori che il Padre ricerca” (cf SC 6).
memoria del battesimo
lett.:
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lett.:
dalla lettera dell’apostolo Paolo ai cristiani di Roma (Rm 8, 14-17)
Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono
figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per
ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi
per mezzo del quale gridiamo: “Abbà, Padre!”. Lo Spirito stesso
attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo
anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente
partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua
gloria.
Rallegratevi, o battezzati, eletti strumenti del regno, consepolti
nella morte, rinati per la fede di Cristo. (preghiera della chiesa
antica).
da “I tre libri sulla Trinità” di Didimo di Alessandria
Lo Spirito Santo, che è Dio insieme al Padre e al Figlio, ci rinnova
nel battesimo, e dal nostro stato di imperfezione ci riporta alla
primitiva bellezza e ci riempie della sua grazia, tanto che non
possiamo più ammettere in noi nulla di indecoroso. Egli ci libera dal
peccato e dalla morte, e da terreni che siamo, cioè fatti di polvere e
terra, ci rende spirituali, ci permette di partecipare alla gloria
divina, di essere figli ed eredi di Dio Padre, rendendoci conformi
all’immagine del Figlio suo, suoi fratelli e coeredi, destinati a essere
un giorno glorificati e regnare con lui. Invece della terra ci dà
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generosamente il cielo e il paradiso. Ci rende ormai più onorati
degli angeli. Spegne la fiamma terribile e inestinguibile dell’inferno
per mezzo delle divine acque del fonte battesimale. Il fonte
battesimale, infatti, partorisce, cioè fa emergere visibilmente il
nostro corpo visibile per il ministero dei sacerdoti. Ma, sul piano
spirituale, colui che battezza è lo Spirito Santo, del tutto invisibile.
Egli battezza in se stesso e rigenera per il ministero degli angeli sia
il corpo che l’anima. Come un vaso di argilla il corpo umano ha
bisogno per prima cosa di venir purificato dall’acqua, quindi di
essere reso saldo e perfetto per mezzo del fuoco spirituale, cioè di
Dio che è fuoco divorante. Poi deve accogliere in sé lo Spirito Santo,
dal quale riceve la sua perfezione e da cui viene rinnovato: infatti il
fuoco spirituale è anche in grado di irrigare e l’acqua spirituale può
anche far divampare.
Questo è il fonte dell’acqua, che lava tutto il mondo; e che ha il
suo principio nella ferita di Cristo. Sperate nel regno dei cieli, o
voi che siete rinati a questo fonte. (preghiera della chiesa antica).
aspersione
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pres.:
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pres.:
ass.:
O Padre, gloria a te, che dall’Agnello immolato sulla croce fai
scaturire le sorgenti dell’acqua viva.
Gloria a te, o Signore.
O Cristo, gloria a te, che rinnovi la giovinezza della chiesa nel
lavacro dell’acqua con la parola della vita.
Gloria a te, o Signore.
O Spirito, gloria a te, che dalle acque del battesimo ci fai riemergere
come primizia dell’umanità nuova.
Gloria a te, o Signore.
Dio onnipotente che nei santi segni della nostra fede rinnovi i
prodigi della creazione e della redenzione, benedici + quest’acqua e
fa’ che tutti i rinati nel battesimo siano annunziatori e testimoni
della Pasqua che sempre si rinnova nella tua chiesa.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
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il presidente della celebrazione asperge l’assemblea mentre si esegue il canto
Chi berrà la mia acqua non avrà più sete in eterno
e quest'acqua sarà per lui fonte di vita per l'eternità.
Fiumi di acqua viva sgorgheranno in colui che crederà
nel Signore che dona a noi l'acqua di vita e di verità.
Fonte inesauribile, pace eterna, carità perfetta,
noi a mensa con Te sediam, dolce, immensa, santa Trinità. Amen.
durante l’ultima strofa del canto l’assemblea si sposta nel sagrato verso il portale della chiesa
LO SPIRITO CI HA RESI PARTECIPI DELLA
FUNZIONE PROFETICA DEL CRISTO
guida:
“Cristo, il grande profeta, il quale con la testimonianza della sua vita e con
la potenza della sua parola ha proclamato il regno del Padre, adempie il suo
ufficio profetico fino alla piena manifestazione della gloria, non solo per
mezzo della gerarchia, ma anche per mezzo dei laici, che perciò costituisce
suoi testimoni provvedendoli del senso della fede e della grazia della parola,
perché la forza del vangelo risplenda nella vita quotidiana, familiare e
sociale” (LG 35). Ora esprimeremo simbolicamente la nostra partecipazione
alla funzione profetica del Cristo salutando le quattro direzioni,
annunciandolo ai quattro punti cardinali, chiedendo allo Spirito che
suscita ogni profezia di portare la parola che salva a tutti gli uomini e le
donne sparsi nel mondo.
un ministro indica con la sua postura all’assemblea il punto cardinale verso cui volgersi ed
inchinarsi, verso quella direzione il lettore proclama la parola
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G.:
lett.:
Salutiamo con un inchino la direzione dell’EST. Essa rappresenta la
primavera, gioia fiducia rinascita. Essa rappresenta il dono del
fuoco, luce che illumina la notte del cuore. Luce che consente di
vedere chiaramente nelle situazioni complesse. All’est annunciamo
la parola che salva: Cristo Signore che è sole che sorge da oriente.
Di nuovo Gesù parlò loro: “Io sono la luce del mondo; chi segue me,
non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”
(Gv 8,12).
l’assemblea si unisce con il canto all’annuncio della parola
ass.:
Spirito Santo, Spirito Santo,
Spirito Santo, vieni!
Vieni dai quattro venti.
Spirito del Signore,
Spirito dell’amore,
Spirito Santo, vieni!
G.:
Salutiamo con un inchino la direzione del SUD. Essa rappresenta
l’estate: generosi colori e profumi, cuore aperto alla bellezza calda e
intensa. Addestra i sensi al gusto e all’odorato. Essa rappresenta il
dono dell’acqua: freschezza che disseta, lava, ristora. Annunciamo
al sud la parola di Cristo.
Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in
piedi esclamò ad alta voce: “Chi ha sete venga a me e beva chi crede
in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal
suo seno”. Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero
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ricevuto i credenti in lui: infatti non c’era ancora lo Spirito, perché
Gesù non era stato ancora glorificato (Gv 7, 37-39).
ass.:
Spirito Santo, Spirito Santo,
Spirito Santo, vieni!
Vieni dai quattro venti.
Spirito del Signore,
Spirito dell’amore,
Spirito Santo, vieni!
G.:
Salutiamo la direzione dell’OVEST con un inchino. Essa rappresenta
l’autunno, la stagione della consapevolezza, dei frutti generosi, del
quieto riandare a pensieri saggi, intimi, profondi. Essa rappresenta
il dono della terra: culla generosa e amata di beni preziosi.
Annunciamo all’ovest il Signore della storia.
Diceva ancora alle folle: “Quando vedete una nuvola salire da
ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia
lo scirocco dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete
giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo
non sapete giudicarlo? (Lc 12, 54-56).
lett.:
ass.:
Spirito Santo, Spirito Santo,
Spirito Santo, vieni!
Vieni dai quattro venti.
Spirito del Signore,
Spirito dell’amore,
Spirito Santo, vieni!
G.:
Salutiamo con un inchino la direzione del NORD. Essa rappresenta
l’inverno: il riposo. La capacità di finire quanto si è iniziato, la
lezione che viene dalle cose che si terminano, il compimento, la
pace. Essa rappresenta il dono dell’aria: soffio di vita, respiro
dell’anima, danza di nuvole, vento flautato tra i rami dei ricordi e
delle emozioni, parole leggere che accarezzano il cuore. Al nord
annunciamo la parola di vita.
Era d’inverno. Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di
Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: “Fino
a quando terrai l’animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a
noi apertamente”. Gesù rispose loro: “Ve l’ho detto e non credete; le
opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno
testimonianza; ma voi non credete perché non siete mie pecore. Le
mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi
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seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e
nessuno le rapirà dalla mia mano (Gv 10, 22-28).
durante il canto l’assemblea entra in chiesa
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Spirito Santo, Spirito Santo,
Spirito Santo, vieni!
Vieni dai quattro venti.
Spirito del Signore,
Spirito dell’amore,
Spirito Santo, vieni!
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LO SPIRITO CI HA RESI PARTECIPI
DEL SACERDOZIO COMUNE
guida:
“Il sommo ed eterno sacerdote Gesù Cristo, volendo continuare la sua
testimonianza e il suo ministero anche attraverso i laici, li vivifica col suo
Spirito e incessantemente li spinge ad ogni opera buona e perfetta. A coloro
che intimamente congiunge alla sua vita e alla sua missione, concede anche
di aver parte al suo ufficio sacerdotale per esercitare un culto spirituale, in
vista della glorificazione di Dio e della salvezza degli uomini. Perciò i laici,
essendo dedicati a Cristo e consacrati dallo Spirito Santo, sono in modo
mirabile chiamati e istruiti per produrre frutti dello Spirito sempre più
abbondanti.Così gli uomini e le donne, in quanto adoratori dovunque
santamente operanti, consacrano a Dio il mondo stesso” (LG 34).
Nell’essenzialità tipica del linguaggio rituale esprimiamo ora l’offerta che
facciamo di noi stessi al Padre, a somiglianza di Cristo che sulla croce è
sacerdote, altare e vittima, mettendo nel braciere un granello di incenso a
significare il profumo che sale a Dio e si diffonde tra noi quando
esercitiamo questo dono battesimale.
lett.:
dalla prima lettera dell’apostolo Pietro (1Pt 2, 4-6)
Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e
preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive
per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo,
per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo.
Si legge infatti nella scrittura: Ecco io pongo in Sion una pietra
angolare, scelta, preziosa e chi crede in essa non resterà confuso.
breve silenzio
lett.:
Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate
nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se
stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.
(Ef 5,14).
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mentre si esegue il canto liberamente ci si accosta all’altare per bruciare l’incenso simbolo
dell’offerta a Dio in sacrificio di “soave odore” di ciò che siamo, facciamo, e amiamo.
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Veni Sancte Spiritus,
tui amoris ignem accende.
Veni Sancte Spiritus,
veni Sancte Spiritus (x 2 volte).
Già il Signore era asceso nei cieli
alla sua origine era tornato:
così avrebbe mandato lo Spirito
e gli altri doni promessi dal Padre.
Veni Sancte Spiritus...
E sempre all’ora beata di terza
all’improvviso un tuono rimbomba,
e un forte vento avvolge la casa,
un fuoco turbina sopra gli apostoli.
Veni Sancte Spiritus...
È questa l’ultima teofania:
candida luce del Padre e del Figlio
che dei credenti i cuori ricolma
e d’infuocate parole li accende
Veni Sancte Spiritus...
Spirito Santo, ancora discendi,
i nostri cuori converti in altare
e orna per te di virtù e sapienza
i templi vivi a te dedicati.
Veni Sancte Spiritus...
Spirito, facci conoscere il Padre,
svelaci insieme il mistero del Figlio,
e fa’ che sempre in te noi crediamo,
loro comune e unico Spirito.
Veni Sancte Spiritus...
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LO SPIRITO CI HA RESI PARTECIPI
DEL SERVIZIO REGALE
guida:
“Cristo, fattosi obbediente fino alla morte e perciò esaltato dal Padre, è
entrato nella gloria del suo regno; a lui sono sottomesse tutte le cose, fino a
che egli sottometta al Padre se stesso e tutte le creature, affinché Dio sia
tutto in tutti. Questa potestà egli l’ha comunicata ai discepoli, perché
anch’essi siano costituiti nella libertà regale e con l’abnegazione di sé e la
vita santa vincano in se stessi il regno del peccato; anzi, servendo il Cristo
anche negli altri, con umiltà e pazienza conducano i loro fratelli al Re,
servire il Quale è regnare” (LG 35). Il giovedì santo, facendo memoria
dell’istituzione dell’eucaristia, la chiesa ricorda l’insegnamento di Cristo al
quale i credenti si devono conformare. Lo Spirito ci consegna il grembiule e
ci conduce in basso a lavarci i piedi gli uni gli altri perché in basso
impariamo a riconoscere la luce di un Dio che si è fatto carne. Il mandato
che è stato dato oggi viene simbolicamente accolto e dice il servizio regale
che esercitiamo strettamente legati al nostro Maestro e Signore.
lett.:
lettura del vangelo di Giovanni (Gv 13,1-15).
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora
di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che
erano nel mondo, li amò sino alla fine.Mentre cenavano, quando già
il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone,
di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle
mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola,
depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita.
Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei
discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.Venne
dunque da Simon Pietro e questi gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a
me?". Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma
lo capirai dopo". Gli disse Simon Pietro: "Non mi laverai mai i
piedi!". Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con
me".Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le
mani e il capo!".Soggiunse Gesù: "Chi ha fatto il bagno, non ha
bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi,
ma non tutti". Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: "Non
tutti siete mondi". Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese
le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto?
Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono.Se
dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi
dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.Vi ho dato infatti l'esempio,
perché come ho fatto io, facciate anche voi.
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breve silenzio
lett.:
“I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di
esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così; ma chi
è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa
come colui che serve...Io sto in mezzo a voi come colui che serve”
( Lc 22,25-27).
viene espresso il segno della regalità cristiana: il servizio. Mentre si compie il segno si canta il canone
ass.:
Spiritus Jesu Christi,
Spritus caritatis,
confirmet cor tuum,
confirmet cor tuum.
pentecoste della comunità
guida:
Lo Spirito è l’amore, è il “fuoco” di Dio che sta tra l’Amante e l’Amato.
L’Amore ci spinge a servire i fratelli per regnare, a offrire l’esistenza e il
mondo a Dio come sacerdoti e ad annunciare la speranza agli uomini. Lo
Spirito è la forza che anima i sacramenti della chiesa e li rende
continuazione dell’opera di salvezza inaugurata da Cristo, Parola del
Padre. Invochiamolo insieme con forza perché tornino a essere lucenti in
noi i tratti che ci rendono somiglianti al Salvatore affinché, a nostra volta,
possiamo essere nella chiesa testimoni credibili ed efficaci dell’amore che
salva.
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grande silenzio
vengono spente le luci. Ci si può mettere in ginocchio.
Veni, creator Spiritus,
mentes tuorum visita,
imple superna gratia
quae tu creasti pectora.
Vieni, Spirito creatore
visita le nostre menti,
riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.
Qui diceris Paraclitus,
donum Dei altissimi,
fons vivus, ignis, caritas
et spiritalis unctio.
O dolce consolatore,
dono del Padre altissimo,
acqua viva, fuoco, amore,
santo crisma dell’anima.
Tu septiformis munere,
dextrae Dei tu digitus,
tu rite promissum Patris
sermone ditans guttura.
Dito della mano di Dio,
promesso dal Salvatore,
irradia i tuoi sette doni,
suscita in noi la parola.
Accende lumen sensibus,
infunde amorem cordibus,
infirma nostri corporis
virtute firmans perpeti.
Sii luce all’intelletto,
fiamma ardente nel cuore,
sana le nostre ferite
col balsamo del tuo amore.
Hostem repellas longius
pacemque dones protinus:
ductore sic te previo
vitemus omne noxium.
Difendici dal nemico,
reca in dono la pace,
la tua guida invincibile
ci preservi dal male.
Per te sciamus da Patrem
noscamus atque Filium,
te utriusque Spiritum
credamus omni tempore. Amen
Luce d’eterna sapienza,
svelaci il grande mistero
di Dio Padre e del Figlio
uniti in un solo Amore. Amen.
breve silenzio
vengono accese le luci dell’aula liturgica
breve riflessione
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intercessione
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Invochiamo ancora lo Spirito santo, lo Spirito di vita che il Signore
Gesù ci ha donato, perché sia in noi principio di eternità.
Vieni, o Spirito di fuoco:
dischiudi a noi la nuova vita che fai germinare sulla terra.
Guidaci alla maturazione dell’amore:
dolcemente e tenacemente, come il grano che matura nei campi.
Infrangi la paura che separa la terra dal cielo:
aiutaci a comprendere che la terra è la tua manifesta dimora, che
gioia e luce sono raccolte nel cuore degli esseri.
Aiutaci a comprendere che l’uomo non è nato per compiere limitate
imprese, per chiudersi in piccoli spazi:
ma per illuminarsi della tua luce, per trasmettere la parola
trasformatrice della redenzione.
Insegnaci, o Spirito, che ormai è vana cosa alzare verso il cielo gli
occhi per cercarvi la perfezione:
insegnaci che essa non è al di sopra o nell’aldilà, ma è discesa e
con soave insistenza si diffonde nel cuore dell’uomo.
Insegnaci che qui, sulla terra, in ognuno di noi, in tutti i fratelli, in
ogni creatura:
vive e opera la tua mite e possente presenza.
Consolida nella nostra mente, o Spirito, la certezza più umana che
abbiamo e che tutti ci compone nell’unità:
l’aspirazione alla pace, alla gioia, all’amore, alla vita.
O Dio, nostro Padre,
soccorri la nostra debolezza
con la forza del tuo Spirito,
perché ogni promessa diventi realtà
e ogni attesa un sicuro possesso.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
Concedi al tuo popolo, Signore,
di raccogliere il frutto delle celebrazioni pasquali
e di vivere, con la fede e con le opere,
la propria vocazione battesimale,
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ass.:
pres.:
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nell’attesa della gloria futura.
Per Cristo nostro Signore.
Amen. Alleluia.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
Amen. Alleluia.
Se u n o è i n Cr i st o ,
è u n a creat u r a n u o va:
l e co se d i p r i m a so n o p assat e,
n e so n o n at e d i n u o v e,
al l el u ia, al l el u i a, al l el u ia!
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