Modulo di Ecologia Animale Docente: Dr.ssa Teresa Bonacci Dipartimento di Ecologia Laboratorio di Entomologia ed Ecologia comportamentale Università della Calabria ¾ ¾ L’ecologia è lo studio delle relazioni tra gli organismi e il loro ambiente (Cotgreave e Forseth, 2004). Organismi = (piante, animali, funghi e microrganismi). Le componenti all’interno delle quali un organismo vive, ricadono in due categorie: 1) componenti fisiche (non viventi) 2) componenti biologiche (viventi) Tali componenti formano: l’ambiente fisico o abiotico e l’ambiente biologico o biotico. L’ambiente abiotico comprende: le rocce, il suolo, l’acqua, la radiazione solare, i minerali, gli agenti inquinanti. L’ambiente biotico comprende: il cibo, i parassiti, il partner sessuale, la prole, i competitori sia intra- che interspecifici ed i predatori. L’ecologia inoltre studia la distribuzione e l’abbondanza degli organismi nei diversi ecosistemi. Perché alcuni animali vivono solo in determinati habitat? Perché alcune specie animali sono meno abbondanti che in passato? ¾Lo studio si focalizza su argomenti specifici e tiene conto di interi gruppi di organismi non dei singoli individui. E’ compito dell’ecologia studiare come agisce e come ha agito la selezione naturale sul singolo individuo (es. adattamenti morfologici e comportamentali). La selezione naturale è il processo con cui l’evoluzione ha dato luogo all’attuale ecologia del mondo e, questa continua a cambiare man mano che gli organismi vanno incontro a diverse pressioni selettive in ogni generazione. Nicchie ecologiche La nicchia ecologica è il ruolo funzionale di un dato organismo (popolazione, specie) in un dato ecosistema. Comprende l’insieme di tutte le interrelazioni dell’organismo con l’ambiente in cui vive. Nicchia fondamentale di una specie delimita i luoghi in cui i suoi membri sono fisiologicamente capaci di vivere. Questa, dipende fortemente dall’ambiente fisico. Ma gli animali non vivono in tutti gli ambienti in cui ipoteticamente potrebbero vivere! Perché? Rientrano in questo contesto: a) la geografia del paesaggio b) l’esclusione per effetto di interazioni (competizione, predazione, disponibilità trofica). biologiche La Nicchia realizzata di una popolazione è quella parte della nicchia fondamentale che la popolazione occupa realmente e questa non è esclusa da predatori e competitori, da fattori geografici, dalla sua storia naturale o da altri fattori. Sia la nicchia fondamentale sia quella realizzata si modificano al variare dell’ambiente fisico e biologico. L’evoluzione seleziona quegli organismi che risultano adatti a vivere nelle condizioni presenti in un dato ambiente. Airone rosso Airone cinerino Airone Nitticora Nicchia di quattro specie di uccelli di palude. Le nicchie di queste quattro specie di uccelli non coincidono mai perfettamente. In specie fortemente imparentate si riscontrano differenze nella distribuzione giornaliera dell’attività, nel ritmo riproduttivo, nella scelta alimentare ecc. Nicchia trofica: equivale alla professione della specie in questione, alla sua posizione nelle catene alimentari e quindi al suo ruolo ecologico quale predatore, erbivoro o parassita di un certo tipo. Segregazione ecologica: Feeding stations Foresta a quercia Specie di uccelli tassonomicamente affini Foresta a pino Principio di esclusione competitiva o Principio di Gause: La competizione fra due specie è tanto più grande quanto più esse sono ecologicamente prossime. Se due specie hanno esattamente le stesse esigenze ecologiche per un’importante e limitata risorsa naturale, la loro coesistenza non è possibile; una delle due deve necessariamente essere eliminata in breve tempo. Paramecium aurelia Paramecium caudatum Areale di distribuzione della specie Petronia sp. Spostamento dei caratteri Le differenze tra specie affini sono spesso accentuate in condizioni di sovrapposizione dell’areale di distribuzione (simpatria), mentre sono meno accentuate in condizioni di non sovrapposizione dell’areale di distribuzione (allopatria). Areale: rappresenta l’area geografica entro la quale è distribuita una specie (un genere, una famiglia, ecc.) Il fenomeno dello spostamento dei caratteri: Riduce la competizione Accelera il processo evolutivo Aumenta la complessità della comunità biotica Zona di sovrapposizione (Simpatria) Pattern spaziali utili per la stima delle popolazioni La distribuzione di una popolazione descrive dove vivono gli individui di quella data popolazione; L’abbondanza si riferisce all’abbondanza degli individui e come sono localizzati gli uni rispetto agli altri. Fattori ecologici Un fattore ecologico è ogni variabile fisica, chimica e biologica dell’ambiente, potenzialmente in grado di influire sulla vita di un organismo. I fattori vengono dividi in: fattori abiotici e fattori biotici. Risposta dell’organismo La caratteristica di ogni fattore è quella di essere misurabile e di possedere un certo ambito di variabilità. Ogni organismo possiede nei confronti di un fattore un ambito di tolleranza, entro il quale può svolgere le proprie funzioni vitali. Zona letale inferiore Zona di stress Zona di stress Zona letale superiore Risposta di un singolo individuo o una specie ad un fattore ecologico optimum minimo Ambito di varianza del fattore massimo La maggiore o minore ampiezza della zona vitale di una specie deriva dalla sua valenza ecologica. Una specie eurivalente (poco esigente) rispetto a molti fattori (T, luminosità, tipo di suolo) viene definita euriecìa. Una specie stenovalente molto esigente nei confronti dei diversi fattori si considera stenoecìa. Per esprimere il grado di tolleranza di una specie ad un fattore si adoperano dei prefissi quali: Steno: che significa stretto Euri: che significa ampio Stenotermo – euritermo Stenoidrico – euriidrico Stenoalino – eurialino Stenofagico- eurifagico Stenoecio – euriecio si riferisce alla Temperatura si riferisce all’acqua si riferisce alla salinità si riferisce al cibo si riferisce alla selezione dell’habitat Coleotteri elicofagi sono stenofagici Coleotteri spermofagi sono eurifagici Fattore limitante: è un fattore ecologico che assume valori che superano i limiti di tolleranza di un organismo, impedendone la sopravvivenza, lo sviluppo e la riproduzione. I fattori ecologici più importanti sono: l’acqua, la luce, la temperatura, il pH, i nutrienti. Un complesso di fattori ecologici in armonica presenza, fa nascere le condizioni ottimali in cui una specie trova il suo optimum di sopravvivenza. Temperature preferenziali di alcune specie di Coleotteri Carabidi da Baccetti et al.,1999 Fattore temperatura In particolare negli animali distinguiamo due tipi di adattamenti alla variazione della T ambientale: Pecilotermia, in cui la Temperatura corporea segue con qualche minima differenza quella esterna (es. rettili, insetti); Omeotermia, in cui la Temperatura corporea viene mantenuta costante anche quando cambia quella dell’ambiente esterno (adattamento fisiologico, incremento del metabolismo, isolamento termico) (es. mammiferi); La temperatura corporea di un organismo sarà diversa a seconda che questo sia al sole o all’ombra. Esistono sia nei pecilotermi sia negli omeotermi adattamenti o comportamenti particolari alla variazione della Temperatura. In particolare i pecilotermi adottano diverse strategie fisiologiche e comportamentali quali: Quiescenza (arresto o diminuzione dell’attività o del ciclo biologico) Estivazione Ibernazione Traspirazione (la Temperatura corporea, viene regolata tramite la perdita d’acqua dai tegumenti o tramite la respirazione); Diapausa (in questo caso sono coinvolti la Temperatura e il Fotoperiodo) Altri comportamenti particolari - torpore nei pipistrelli, - i tonni, privi di vescica natatoria, grazie alla notevole energia termica prodotta dal lavoro muscolare, riescono a mantenere la Temperatura corporea costante e superiore a quella dell’acqua. Gli organismi che vivono in ambienti dove esistono forti oscillazioni stagionali della Temperatura e che rimangono attivi tutto l’anno, hanno la capacità di acclimatarsi (spostando l’ambito di tolleranza della temperatura in dipendenza di quella ambientale). Abete rosso: in inverno sopporta T di -7°C mentre in estate di 38°C. Le piante resistono al gelo attraverso variazioni fisiologiche e biochimiche e con l’accumulo nei tessuti, di zuccheri e altre sostanze osmoticamente attive. Gli animali resistono al freddo aumentando la pressione osmotica dei liquidi interni oppure attraverso la produzione di sostanze quali la trimetilamina nei pesci artici e la glicerina negli insetti. Gli omeotermi rispondono alle variazioni della Temperatura esterna attraverso: Letargo Variazioni del ritmo giornaliero di attività Migrazioni Riduzione del metabolismo (riduzione della ferquenza cardiaca e riduzione del consumo di ossigeno..(pecilotermia momentanea). I vantaggi ecologici degli omeotermi sono costituiti anzitutto dalla possibilità di un’attività costantemente elevata sia alle alte sia alle basse temperature. Gli svantaggi sono rappresentati dai grandi dispendi energetici. Numero di lucertole attive in funzione della stagione e dell’ora del giorno (da Cotgreave & Forseth, 2004). Termoregolazione Percentuale di lucertole adagiate al sole al primo avvistamento (da Cotgreave & Forseth, 2004). Comportamento di riscaldamento delle lucertole (da Cotgreave & Forseth, 2004). 2 1 Uova di Lymantria monacha (boschi) 3 Uova di Carabus creutzeri (montagna e praterie alpine) Tempo di sviluppo più breve (optimum) Temperatura letale inferiore Uova di Lygus rugulosus (prati caldi e soleggiati) Durata dello sviluppo delle uova a diverse temperature, in tre diverse specie di insetti. Tutti i pecilotermi alle basse temperature, mostrano un notevolissimo rallentamento di ogni processo, sino all’arresto definitivo che ha luogo al loro zero ecologico. La pigmentazione e la struttura della superficie cuticolare degli animali è importantissima nella regolazione della T corporea. Ammophila sabulosa Torace nero Hedychrum nobile Colorazione metallica Umidità dell’aria Gli animali terrestri emettono continuamente acqua sotto forma di vapore dai tegumenti, attraverso gli organi respiratori, le mucose le vie aeree, con le urine e con gli escrementi. Sia negli omeotermi sia nei pecilotermi la perdita maggiore di acqua si ha attraverso la traspirazione avente come scopo principale la termoregolazione. Le uscite di acqua, con la respirazione e la traspirazione, devono essere compensate da entrate equivalenti che possono avvenire in modi diversi: ingestione diretta; attraverso la pelle poco spessa (anfibi, gasteropodi, isopodi, acari); attraverso il sistema respiratorio tracheale (insetti); con il cibo; metabolismo ossidativo (ratto canguro, tenebrionidi, rettili). Adattamenti ad ambienti aridi Meccanismi di regolazione fisiologici (emissioni di urine particolarmente disidratate, mancanza di ghiandole sudoripare, come nei rettili e negli animali deserticoli); meccanismi morfologici (tegumenti cerosi epicuticolari formati da idrocarburi a lunga catena) che diminuiscono la perdita d’acqua; meccanismi comportamentali (ricerca dell’umidità ottimale, appallottolamento degli isopodi; rifugio nelle profondità del terreno; raccolta della nebbia). “Raccolta della nebbia” da parte di un insetto, nel deserto del Namib (Africa sud-occidentale) Onymacris unguicularis (Coleottero Tenebrionidae) Adattamenti delle piante all’umidità ambientale Xerofite: sono piante che vivono in ambienti aridi o particolarmente secchi (deserti); Xerofite effimere – persistono sotto forma di seme; Xerofite aridocaducifoglie – piante che perdono le foglie; Xerofite succulente – presentano adattamenti fisiologici e morfologici; Idrofite: sono piante che vivono totalmente o parzialmente nell’acqua; Idrofite sommerse – piante completamente sommerse (Posidonia); Idrofite liberamente galleggianti; galleggianti – piante completamente Alofite – piante con radici ancorate nel fango o nella sabbia. Substrato e suolo Il substrato geologico (roccia madre) fornisce molte sostanze indispensabili alla vita (C, O, H, N, P, S, Na, Mg, Cl), importanti in molti processi metabolici. Il cloruro di sodio e lo iodio, presenti nei mari e sulle terre emerse, possono divenire un fattore limitante, specialmente su suoli granitici (soprattutto per organismi acquatici o particolarmente legati al suolo); Gli alci compensano la carenza di Sali, propri dei suoli torbosi, nutrendosi di erbe acquatiche ricche di sodio; In europa centrale, gli abitanti dispongono pezzi di salgemma in punti strategici del territorio, come integrazione della dieta salina degli animali selvatici e del bestiame. Il calcio rappresenta l’elemento secondario più importante sulle terre emerse: -abbonda nelle rocce carbonatiche (calcari e dolomie); -è carente nei graniti, nelle rocce acide in genere e nelle rocce sedimentarie; -la mancanza di calcio nel substrato determina la formazione di suoli acidi (ad opera della pioggia che tende a sostituire gli ioni basici con H+ provocando un abbassamento del pH). Da qui la preferenza ecologica da parte di piante e animali di un determinato substrato. ¾Le specie acidofile che preferiscono suoli acidi (sottobosco di una pineta); ¾Le specie basofile che amano invece suoli basici (prateria sul monte Curcio). Struttura del suolo All’effetto della composizione chimica del substrato si aggiunge quello della vegetazione. I terreni sotto le latifoglie sono più ricchi di calcio rispetto a quelli sviluppatosi sotto una copertura di conifere. In una foresta di faggio e castagno si troveranno molti più organismi basofili che non in una foresta di pini o abeti. La calcifilia è spesso mediata da altri organismi o fattori, come la calcifilia delle piante nutrici o delle prede (relazione predapredatore – elicofagia in C. creutzeri). Nei vertebrati, la densità delle loro popolazioni è influenza certamente dalla povertà in Sali delle rocce – che spesso ne determina la disponibilità trofica (grandi mandrie di erbivori). La roccia madre agisce sinergicamente sulla fauna come un complesso di fattori (composizione chimica, proprietà fisiche e strutturali); la presenza o meno di determinate specie è determinata dalla: 1) composizione chimica del suolo; 2) proprietà fisiche e strutturali del suolo (fessurazione del suolo, granulometria ecc.) Bisogna distinguere: Roccia in posto Depositi sciolti che danno origine a suoli alluvionali (ghiaie, sabbie e argille) In questi suoli troviamo specie psammofile che preferiscono determinate granulometrie; L’instabilità idrica rappresenta la principale caratteristica ecologica dei suoli alluvionali che influenza molte specie di invertebrati legati al terreno (ambienti temporanei, rive di corsi d’acqua); In questi suoli, abbiamo la presenza di organismi che devono poter resistere a periodi di sommersione o evitare questi, mediante rapidi spostamenti (insetti volatori). Numero medio di uova deposte dalla femmina di un carabide su torba umida o su torba secca (da Cotgreave & Forseth, 2004). 1) Il numero di uova deposto dalla femmina è risultato maggiore nella torba umida; 2) La mortalità delle larve è minore sulla torba umida; 3) Gli adulti cresciuti su torba umida sono di dimensioni maggiori rispetto agli altri. Tipologie di suoli Se l’acqua piovana viene immediatamente drenata nel sottosuolo dal reticolo di cavità, questi suoli vengono definiti litomorfi. In questi suoli l’acqua è distribuita uniformemente e la fauna ha a disposizione una vasta gamma di cavità di varie dimensioni. I suoli idromorfi sono caratterizzati da una forte instabilità idrica; con inondazioni periodiche, acqua di superficie, scarsa permeabilità e compattazione degli strati profondi (argille e calanchi). La stabilità idrica è una caratteristica alla quale gli invertebrati terricoli sembrano adattarsi rapidamente, scegliendo strategie di vita più sedentarie. Nei terreni fessurati troviamo specie endogee che colonizzano le maggiori profondità del dominio ipogeo (artropodi). Gli organismi endogei presentano peculiari caratteristiche morfologiche: Riduzione alare Depigmentazione Riduzione o scomparsa degli occhi Forma del corpo più allungata Appendici atte allo scavo Nelle acque continentali, la concentrazione di cationi ne determina la durezza. Si considera dura un’acqua contenente più di 25 mg di CaCO3/l; Si considera molle un’acqua contenente meno di 9 mg di CaCO3/l; Alcune specie di molluschi e crostacei mostrano una preferenza per acque di maggiore durezza. I corsi d’acqua interni presentano spesso condizioni di anossia, deflusso intermittente e la formazione di pozze isolate. Gli organismi che vi abitano hanno adottato particolari adattamenti a tali condizioni (scarsità di O2 e acqua). larva adulto Tricotteri: insetti acquatici, le cui larve rappresentano una importantissima fonte di cibo ed energia. Sono fortemente adattate alle variazioni delle condizioni dell’ambiente. Adattamenti particolari riguardano: Costruzione di involucri (caratteristici di ogni specie) Realizzazione di reti per la cattura del cibo. Resti vegetali, ghiaia, sabbia Flusso d’acqua attraverso l’involucro di un tricottero. Grazie ai movimenti dell’addome la larva si approvvigiona di ossigeno anche nelle zone a bassa concentrazione. Luce E’ fonte di energia per la fotosintesi, influenza la dormienza, la fioritura delle gemme, i ritmi riproduttivi, la muta (insetti e rettili), le migrazioni, la diapausa, il letargo negli animali. Per gli organismi che possiedono organi visivi, la luce, rappresenta una componente importante nell’ambiente percettivo (segnali visivi), in altre è importante per l’orientamento. Gli organismi adatti a vivere in ambienti privi di luce (afotici), presentano adattamenti quali la depigmentazione e la rudimentazione dell’apparato visivo. Molti animali sono capaci di produrre luce (bioluminescenza). Il fenomeno è presente tra gli animali marini che vivono in profondità e negli animali notturni. La radiazione solare influenza in maniera diversa la T corporea dei diversi organismi. La disponibilità della luce varia anche in base alla pendenza del terreno ed in funzione della copertura vegetazionale. < irradianza > irradianza Struttura della vegetazione e intercettazione della luce La struttura della vegetazione contribuisce all’efficienza con cui le foglie di una pianta intercettano la luce incidente. Ogni comunità vegetale ha una propria architettura con una particolare disposizione delle foglie e quindi con una determinata capacità di intercettare la luce. L’intercettazione della luce dipende: -dal numero di foglie -dalla loro inclinazione -dalla altezza del sole -dai cambiamenti che lo spettro della luce subisce nel suo passaggio attraverso la vegetazione -modo di distribuzione delle foglie Le foglie degli strati superiori non solo causano una riduzione dell’irradianza a livello degli strati sottostanti, ma modificano anche la composizione spettrale della luce (più ricca di radiazione verde). L’incidenza della luce sui diversi strati di una pianta, determina la sopravvivenza o la morte dei diversi strati. La perdita di foglie dai rami più bassi spesso causa la morte del ramo, attraverso un processo definito autopotatura. Alcune piante hanno la capacità di modificare l’orientamento, mantenendosi sempre perpendicolari alla radiazione solare (foglie diaeliotropiche) (trifoglio, soia, girasole, cotone, lupino) oppure parallele alla radiazione solare (foglie paraeliotropiche). Le curve di risposta alla luce nelle piante, sono diverse nelle piante di habitat ombreggiati (sciafite) rispetto a quelle di habitat soleggiati (eliofite). Le variazioni latitudinali della temperatura determinano la distribuzione dei biomi, mentre le variazioni altitudinali determinano la zonazione altitudinale delle piante e degli organismi (fasce bioclimatiche); fasce in cui il bioclima risulta uniforme (fascia planiziare, collinare, montana, alpina). Gli effetti della temperatura sulla distribuzione degli organismi sono evidenti (le piante che si trovano all’ombra sono spesso popolate da organismi con caratteristiche ecologiche diverse da quelli che popolano piante esposte al sole). L’areale del Fagus selvatica si estende dalla Sicilia alla Scandinavia, ma ai limiti meridionali dell’areale la specie occupa la parte più fresca della fascia Montana mentre ai limiti settentrionali dell’areale occupa i suoli relativamente caldi delle pianure (compensazione ecologica). da 1000 m slm 900 m slm 400 m slm 100 m slm Nutrimento ed energia Organismi Autotrofi. Sono quegli organismi capaci di trasformare l’energia luminosa in energia chimica sintetizzando sostanze organiche complesse partendo da sostanze inorganiche semplici (piante, funghi e batteri) attraverso il processo della fotosintesi. Vengono definiti anche organismi produttori. Fotoautotrofi: sono piante superiori, alghe e batteri. Chemioautotrofi: Solfobatteri, ferrobatteri. Organismi Eterotrofi: sono gli organismi che si nutrono di organismi Autotrofi o altri Eterotrofi. Questi si dividono in: Consumatori primari - erbivori Consumatori secondari e terziari - predatori Decompositori - organismi che si nutrono di sostanza organica morta o putrescente. Gli animali sono tutti organismi eterotrofi e ricavano il cibo necessario alla sopravvivenza dall’ambiente. Questo può essere disponibile in varie forme e per ottenerlo, gli animali hanno sviluppato diversi modi. Le specializzazioni alimentari sono molteplici e coinvolgono aspetti morfologici, fisiologici e del comportamento. autotrofi eterotrofi Piramide trofica dell’ambiente marino In base al tipo di nutrimento assunto distinguiamo: fitofagi (fillofagi e spermofagi); carnivori; parassiti (ectoparassiti ed endoparassiti). Saprofagi: si nutrono di organismi morti o di detrito organico; Necrofagi: si nutrono di carogne più o meno fresche; Coprofagi: si nutrono di deiezioni. Filtratori: sono organismi dotati di un apparato filtratore che serve per filtrare il detrito organico fine (bivalvi). Il passaggio di materia ed energia corrispondente alla nutrizione è un processo continuo che coinvolge tutti i livelli di una catena trofica o alimentare. Il bilancio energetico di un sistema biologico è dato dalla differenza tra energia prodotta (mediante fotosintesi) e l’energia utilizzata attraverso la respirazione, i processi di mantenimento, la crescita e la riproduzione. I processi implicati nella trasformazione dell’energia sono: La respirazione aerobia (alcuni batteri, piante e animali superiori); La respirazione anaerobia (batteri, lieviti); La fermentazione (alcuni batteri e lieviti). Energia produttori Livelli trofici erbivori predatori decompositori Catena alimentare o rete trofica Rapporti intraspecifici Le colonia: si forma quando più individui, rimangono uniti tra loro (Idrozoi, Poriferi, Celenterati). Questa può essere formata sia da individui sessili sia da individui mobili). Aggregazione: è una condotta collettiva che denota associazione in gruppi molto numerosi. Se l’aggregazione è determinata da fattori esterni ambientali (T, U, luce), si parla di “folle”; se invece è originata da forze interne degli individui si parla di società. Mentre le folle mancano di una organizzazione interna, le società presentano spesso una certa organizzazione (insetti sociali). Le aggregazioni generalmente si formano per svernare, per dormire oppure per limitare la disidratazione e per la riunione dei sessi. La formazione della società deriva dalle cure parentali che alcuni animali esibiscono nel corso della loro vita. Rapporti interspecifici Simbiosi: è una forma particolare di associazione tra individui di specie diverse, nella quale le specie coinvolte, traggono vantaggio dalla vita in comune oppure uno dei due ne è avvantaggiato. Gli individui in questa forma di rapporto sono sempre strettamente vicini. Commensalismo: si verifica quando l’associazione simbiontica consiste nell’utilizzazione comune di riserve alimentari con vantaggio per uno dei conviventi senza danno per l’altro. Inquilinismo: si verifica quando la convivenza si riduce all’occupazione di uno spazio. Varie specie di insetti si rifugiano, in parte per le condizioni ambientali adatte, in parte per raccogliere i resti alimentari, nei nidi di uccelli o nelle tane dei mammiferi. Foresìa: consiste nel costume da parte di alcuni animali di farsi trasportare da un altro di dimensioni maggiori; è presente negli insetti sociali e anche nei vertebrati. L’animale trasportato presenta degli adattamaneti morfologici particolari quali uncini o apparati adesivi. Parassitismo: si verifica quando una delle due specie conviventi trae vantaggio dall’associazione a scapito dell’altra. Generalmente l’ospite presenta dimensioni più grandi rispetto al parassita. Si parla di parassitismo facoltativo (alcune specie di ditteri), quando la specie parassita è anche in grado di condurre vita indipendente; di parassitismo obbligatorio, quando questa non può procurarsi direttamente il nutrimento. Parassitoidi = conducono alla morte dell’ospite; Parassiti = generalemnte non portano alla morte dell’ospite. Competizione: può essere intra ed interspecifica. Si ha competizione interspecifica quando due specie attingono alla stessa “risorsa” (Scarites buparius). Predazione: è la situazione estrema della competizione sia intraspecifica (cannibalismo) sia interspecifica; questa interazione porta ad un vantaggio sicuro per una specie ed un netto svantaggio per l’altra. Interazioni interspecifiche L’effetto di un individuo su un altro è detto COAZIONE. Le interazioni tra individui (o popolazioni) di specie diverse possono essere positive (+), negative (-) o indifferenti (0) per una o entrambe le specie. Le possibili combinazioni sono ++, + -, + 0, - -, -0, e 00. Le interazioni negative (- - , - 0) tendono a predominare nelle comunità pioniere o in habitat disturbati, mentre tendono ad essere sostituite da quelle positive (+ +, +0) con l’evolversi della comunità. Dominanti ecologici In una comunità alcune specie esercitano un’attività di controllo sulle altre, in virtù del loro numero, biomassa ecc. Le specie che controllano il flusso di energia all’interno di una comunità sono definiti dominanti ecologici. Se in un’area abbiamo: Graminacee: 50 Leguminose: 25 Composite: 45 Passeri: 20 Merli: 2 Farfalle: 5 Grilli: 55 Dominanti tra i produttori Dominanti tra i consumatori La struttura rappresenta la probabilità con la quale ogni specie è rappresentata nella comunità. Molteplicità: è la misura della ricchezza di specie, ossia del numero di specie presenti nella comunità. Abbondanza: è la misura delle quantità relative di individui appartenenti ad ogni specie. Molteplicità= 4 Abbondanza= 3 Molteplicità= 4 Abbondanza= 9: 1:1:1 Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) ¾ (VIA) individua, descrive e valuta gli effetti diretti ed indiretti di un progetto, sull’uomo, sulla fauna, sulla flora, sul suolo, sulle acque di superficie e sotterranee, sull’aria, sul clima, sul paesaggio e sull’interazione fra detti fattori e/o elementi, nonché sui beni materiali e sul patrimonio culturale, sociale ed ambientale; ¾ valuta inoltre le condizioni per la realizzazione e l’esercizio delle opere e degli impianti. La disciplina si basa sul principio dell'azione preventiva, in base alla quale la migliore politica consiste nell'evitare fin dall'inizio l'inquinamento e le altre perturbazioni anziché combatterne successivamente gli effetti. ¾La procedura di Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) nasce negli Stati Uniti nel 1969 con il National Environment Policy Act. In Europa, tale procedura è stata introdotta dalla Direttiva comunitaria 85/337/CEE concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, successivamente modificata dalla Direttiva 97/11/CE, quale strumento fondamentale di politica ambientale.