Modulo di Ecologia Animale
Docente: Dr.ssa Teresa Bonacci
Dipartimento di Ecologia
Laboratorio di Entomologia ed
Ecologia comportamentale
Università della Calabria
¾
¾
L’ecologia è lo studio delle relazioni tra gli organismi e il loro
ambiente (Cotgreave e Forseth, 2004).
Organismi = (piante, animali, funghi e microrganismi).
Le componenti all’interno delle quali un organismo vive, ricadono
in due categorie:
1) componenti fisiche (non viventi)
2) componenti biologiche (viventi)
Tali componenti formano:
l’ambiente fisico o abiotico e l’ambiente biologico o biotico.
L’ambiente abiotico comprende: le rocce, il suolo, l’acqua, la
radiazione solare, i minerali, gli agenti inquinanti.
L’ambiente biotico comprende: il cibo, i parassiti, il partner
sessuale, la prole, i competitori sia intra- che interspecifici ed i
predatori.
L’ecologia inoltre studia la distribuzione e l’abbondanza degli
organismi nei diversi ecosistemi.
Perché alcuni animali vivono solo in determinati habitat?
Perché alcune specie animali sono meno abbondanti che in
passato?
¾Lo studio si focalizza su argomenti specifici e tiene conto di
interi gruppi di organismi non dei singoli individui.
E’ compito dell’ecologia studiare come agisce e come ha agito la
selezione naturale sul singolo individuo (es. adattamenti
morfologici e comportamentali).
La selezione naturale è il processo con cui l’evoluzione ha dato
luogo all’attuale ecologia del mondo e, questa continua a
cambiare man mano che gli organismi vanno incontro a diverse
pressioni selettive in ogni generazione.
Nicchie ecologiche
La nicchia ecologica è il ruolo funzionale di un dato organismo
(popolazione, specie) in un dato ecosistema. Comprende
l’insieme di tutte le interrelazioni dell’organismo con l’ambiente
in cui vive.
Nicchia fondamentale di una specie delimita i luoghi in cui i suoi
membri sono fisiologicamente capaci di vivere. Questa, dipende
fortemente dall’ambiente fisico.
Ma gli animali non vivono in tutti gli ambienti in cui
ipoteticamente potrebbero vivere! Perché?
Rientrano in questo contesto:
a) la geografia del paesaggio
b) l’esclusione per effetto di interazioni
(competizione, predazione, disponibilità trofica).
biologiche
„
La Nicchia realizzata di una popolazione è quella parte della
nicchia fondamentale che la popolazione occupa realmente
e questa non è esclusa da predatori e competitori, da fattori
geografici, dalla sua storia naturale o da altri fattori.
Sia la nicchia fondamentale sia quella realizzata si modificano
al variare dell’ambiente fisico e biologico.
L’evoluzione seleziona quegli organismi che risultano adatti a
vivere nelle condizioni presenti in un dato ambiente.
Airone rosso
Airone cinerino
Airone
Nitticora
Nicchia di quattro specie di uccelli di palude.
Le nicchie di queste quattro specie di uccelli non coincidono
mai perfettamente. In specie fortemente imparentate si
riscontrano differenze nella distribuzione giornaliera
dell’attività, nel ritmo riproduttivo, nella scelta alimentare ecc.
„
Nicchia trofica: equivale alla professione della
specie in questione, alla sua posizione nelle catene
alimentari e quindi al suo ruolo ecologico quale
predatore, erbivoro o parassita di un certo tipo.
Segregazione ecologica: Feeding stations
Foresta
a quercia
Specie di uccelli tassonomicamente affini
Foresta
a pino
„
Principio di esclusione competitiva o Principio di Gause:
La competizione fra due specie è tanto più grande quanto più esse
sono ecologicamente prossime. Se due specie hanno esattamente le
stesse esigenze ecologiche per un’importante e limitata risorsa naturale,
la loro coesistenza non è possibile; una delle due deve necessariamente
essere eliminata in breve tempo.
„
Paramecium aurelia
Paramecium caudatum
Areale di distribuzione della specie Petronia sp.
Spostamento dei caratteri
Le differenze tra specie affini sono spesso accentuate in condizioni di
sovrapposizione dell’areale di distribuzione (simpatria), mentre
sono meno accentuate in condizioni di non sovrapposizione
dell’areale di distribuzione (allopatria).
Areale: rappresenta l’area geografica entro la quale è distribuita una
specie (un genere, una famiglia, ecc.)
Il fenomeno dello spostamento dei caratteri:
Riduce la competizione
Accelera il processo evolutivo
Aumenta la complessità della comunità biotica
Zona di
sovrapposizione
(Simpatria)
„
Pattern spaziali utili per la stima delle popolazioni
La distribuzione di una popolazione descrive dove vivono gli
individui di quella data popolazione;
L’abbondanza si riferisce all’abbondanza degli individui e come
sono localizzati gli uni rispetto agli altri.
Fattori ecologici
Un fattore ecologico è ogni variabile fisica, chimica e biologica
dell’ambiente, potenzialmente in grado di influire sulla vita di un
organismo.
I fattori vengono dividi in: fattori abiotici e fattori biotici.
Risposta dell’organismo
La caratteristica di ogni fattore è quella di essere misurabile e di
possedere un certo ambito di variabilità. Ogni organismo possiede nei
confronti di un fattore un ambito di tolleranza, entro il quale può svolgere
le proprie funzioni vitali.
Zona letale
inferiore
Zona di
stress
Zona di
stress
Zona letale
superiore
Risposta di un singolo
individuo o una specie
ad
un
fattore
ecologico
optimum
minimo
Ambito di varianza del fattore
massimo
La maggiore o minore ampiezza della zona vitale di una specie deriva
dalla sua valenza ecologica.
Una specie eurivalente (poco esigente) rispetto a molti fattori (T,
luminosità, tipo di suolo) viene definita euriecìa.
Una specie stenovalente molto esigente nei confronti dei diversi fattori si
considera stenoecìa.
Per esprimere il grado di tolleranza di una specie ad un fattore si
adoperano dei prefissi quali:
Steno: che significa stretto
Euri: che significa ampio
Stenotermo – euritermo
Stenoidrico – euriidrico
Stenoalino – eurialino
Stenofagico- eurifagico
Stenoecio – euriecio
si riferisce alla Temperatura
si riferisce all’acqua
si riferisce alla salinità
si riferisce al cibo
si riferisce alla selezione dell’habitat
Coleotteri elicofagi sono stenofagici
Coleotteri spermofagi sono eurifagici
Fattore limitante: è un fattore ecologico che assume valori che
superano i limiti di tolleranza di un organismo, impedendone la
sopravvivenza, lo sviluppo e la riproduzione.
I fattori ecologici più importanti sono: l’acqua, la luce, la
temperatura, il pH, i nutrienti.
Un complesso di fattori ecologici in armonica presenza, fa nascere
le condizioni ottimali in cui una specie trova il suo optimum di
sopravvivenza.
Temperature
preferenziali di alcune
specie di Coleotteri
Carabidi
da Baccetti et al.,1999
Fattore temperatura
In particolare negli animali distinguiamo due tipi di adattamenti alla
variazione della T ambientale:
Pecilotermia, in cui la Temperatura corporea segue con qualche
minima differenza quella esterna (es. rettili, insetti);
Omeotermia, in cui la Temperatura corporea viene mantenuta
costante anche quando cambia quella dell’ambiente esterno
(adattamento fisiologico, incremento del metabolismo, isolamento
termico) (es. mammiferi);
La temperatura corporea di un organismo sarà diversa a seconda che
questo sia al sole o all’ombra.
Esistono sia nei pecilotermi sia negli omeotermi adattamenti o
comportamenti particolari alla variazione della Temperatura. In
particolare i pecilotermi adottano diverse strategie fisiologiche e
comportamentali quali:
Quiescenza (arresto o diminuzione dell’attività o del ciclo biologico)
Estivazione
Ibernazione
Traspirazione (la Temperatura corporea, viene regolata tramite la perdita
d’acqua dai tegumenti o tramite la respirazione);
Diapausa (in questo caso sono coinvolti la Temperatura e il Fotoperiodo)
Altri comportamenti particolari
- torpore nei pipistrelli,
- i tonni, privi di vescica natatoria, grazie alla notevole energia termica
prodotta dal lavoro muscolare, riescono a mantenere la Temperatura
corporea costante e superiore a quella dell’acqua.
Gli organismi che vivono in ambienti dove esistono forti oscillazioni
stagionali della Temperatura e che rimangono attivi tutto l’anno,
hanno la capacità di acclimatarsi (spostando l’ambito di tolleranza
della temperatura in dipendenza di quella ambientale).
Abete rosso: in inverno sopporta T di -7°C mentre in estate di 38°C.
„
Le piante resistono al gelo attraverso variazioni fisiologiche e
biochimiche e con l’accumulo nei tessuti, di zuccheri e altre sostanze
osmoticamente attive.
Gli animali resistono al freddo aumentando la pressione osmotica dei
liquidi interni oppure attraverso la produzione di sostanze quali la
trimetilamina nei pesci artici e la glicerina negli insetti.
Gli omeotermi rispondono alle variazioni della Temperatura esterna
attraverso:
Letargo
Variazioni del ritmo giornaliero di attività
Migrazioni
Riduzione del metabolismo (riduzione della ferquenza cardiaca e
riduzione del consumo di ossigeno..(pecilotermia momentanea).
I vantaggi ecologici degli omeotermi sono costituiti anzitutto dalla
possibilità di un’attività costantemente elevata sia alle alte sia alle
basse temperature.
Gli svantaggi sono rappresentati dai grandi dispendi energetici.
Numero di lucertole attive in funzione della stagione e
dell’ora del giorno (da Cotgreave & Forseth, 2004).
Termoregolazione
Percentuale di lucertole adagiate al sole al primo
avvistamento (da Cotgreave & Forseth, 2004).
Comportamento di riscaldamento delle lucertole
(da Cotgreave & Forseth, 2004).
2
1
Uova di Lymantria
monacha (boschi)
3
Uova
di
Carabus
creutzeri (montagna e
praterie alpine)
Tempo di sviluppo più breve
(optimum)
Temperatura letale inferiore
Uova
di
Lygus
rugulosus
(prati
caldi e soleggiati)
Durata dello sviluppo delle uova a diverse
temperature, in tre diverse specie di insetti.
Tutti i pecilotermi alle basse temperature, mostrano un notevolissimo rallentamento
di ogni processo, sino all’arresto definitivo che ha luogo al loro zero ecologico.
La pigmentazione e la struttura della superficie cuticolare degli animali è
importantissima nella regolazione della T corporea.
Ammophila sabulosa
Torace nero
Hedychrum nobile
Colorazione metallica
Umidità dell’aria
„
Gli animali terrestri emettono continuamente acqua sotto forma di
vapore dai tegumenti, attraverso gli organi respiratori, le mucose
le vie aeree, con le urine e con gli escrementi.
ƒ Sia negli omeotermi sia nei pecilotermi la perdita maggiore di acqua
si ha attraverso la traspirazione avente come scopo principale la
termoregolazione.
ƒ Le uscite di acqua, con la respirazione e la traspirazione, devono
essere compensate da entrate equivalenti che possono avvenire in
modi diversi:
ingestione diretta;
attraverso la pelle poco spessa (anfibi, gasteropodi, isopodi, acari);
attraverso il sistema respiratorio tracheale (insetti);
con il cibo;
metabolismo ossidativo (ratto canguro, tenebrionidi, rettili).
Adattamenti ad ambienti aridi
Meccanismi di regolazione fisiologici (emissioni di urine
particolarmente disidratate, mancanza di ghiandole sudoripare,
come nei rettili e negli animali deserticoli);
ƒ meccanismi morfologici (tegumenti cerosi epicuticolari formati da
idrocarburi a lunga catena) che diminuiscono la perdita d’acqua;
ƒ meccanismi comportamentali (ricerca dell’umidità ottimale,
appallottolamento degli isopodi; rifugio nelle profondità del terreno;
raccolta della nebbia).
“Raccolta della nebbia” da parte di un insetto,
nel deserto del Namib (Africa sud-occidentale)
Onymacris unguicularis (Coleottero Tenebrionidae)
Adattamenti delle piante all’umidità ambientale
Xerofite: sono piante che vivono in ambienti aridi o particolarmente
secchi (deserti);
Xerofite effimere – persistono sotto forma di seme;
Xerofite aridocaducifoglie – piante che perdono le foglie;
Xerofite succulente – presentano adattamenti fisiologici e morfologici;
Idrofite: sono piante che vivono totalmente o parzialmente nell’acqua;
Idrofite sommerse – piante completamente sommerse (Posidonia);
Idrofite liberamente
galleggianti;
galleggianti
–
piante
completamente
Alofite – piante con radici ancorate nel fango o nella sabbia.
Substrato e suolo
Il substrato geologico (roccia madre) fornisce molte sostanze indispensabili alla
vita (C, O, H, N, P, S, Na, Mg, Cl), importanti in molti processi metabolici.
Il cloruro di sodio e lo iodio, presenti nei mari e sulle terre emerse, possono
divenire un fattore limitante, specialmente su suoli granitici (soprattutto per
organismi acquatici o particolarmente legati al suolo);
Gli alci compensano la carenza di Sali, propri dei suoli torbosi, nutrendosi di
erbe acquatiche ricche di sodio;
In europa centrale, gli abitanti dispongono pezzi di salgemma in punti strategici
del territorio, come integrazione della dieta salina degli animali selvatici e del
bestiame.
Il calcio rappresenta l’elemento secondario più importante sulle terre emerse:
-abbonda nelle rocce carbonatiche (calcari e dolomie);
-è carente nei graniti, nelle rocce acide in genere e nelle rocce sedimentarie;
-la mancanza di calcio nel substrato determina la formazione di suoli acidi (ad
opera della pioggia che tende a sostituire gli ioni basici con H+ provocando un
abbassamento del pH).
Da qui la preferenza ecologica da parte di piante e animali di un determinato
substrato.
¾Le specie acidofile che preferiscono suoli acidi (sottobosco di una pineta);
¾Le specie basofile che amano invece suoli basici (prateria sul monte Curcio).
Struttura del suolo
All’effetto della composizione chimica del substrato si
aggiunge quello della vegetazione.
I terreni sotto le latifoglie sono più ricchi di calcio rispetto a
quelli sviluppatosi sotto una copertura di conifere.
In una foresta di faggio e castagno si troveranno molti più
organismi basofili che non in una foresta di pini o abeti.
La calcifilia è spesso mediata da altri organismi o fattori, come
la calcifilia delle piante nutrici o delle prede (relazione predapredatore – elicofagia in C. creutzeri).
Nei vertebrati, la densità delle loro popolazioni è influenza
certamente dalla povertà in Sali delle rocce – che spesso ne
determina la disponibilità trofica (grandi mandrie di erbivori).
La roccia madre agisce sinergicamente sulla fauna come un complesso di fattori
(composizione chimica, proprietà fisiche e strutturali); la presenza o meno di
determinate specie è determinata dalla:
1) composizione chimica del suolo;
2) proprietà fisiche e strutturali del suolo (fessurazione del suolo, granulometria
ecc.)
Bisogna distinguere:
Roccia in posto
Depositi sciolti che danno origine a suoli alluvionali (ghiaie, sabbie e argille)
In questi suoli troviamo specie psammofile che preferiscono determinate
granulometrie;
L’instabilità idrica rappresenta la principale caratteristica ecologica dei suoli
alluvionali che influenza molte specie di invertebrati legati al terreno (ambienti
temporanei, rive di corsi d’acqua);
In questi suoli, abbiamo la presenza di organismi che devono poter resistere a
periodi di sommersione o evitare questi, mediante rapidi spostamenti (insetti
volatori).
Numero medio di uova deposte dalla femmina di un
carabide su torba umida o su torba secca (da Cotgreave &
Forseth, 2004).
1) Il numero di uova deposto dalla femmina è risultato maggiore nella torba umida;
2) La mortalità delle larve è minore sulla torba umida;
3) Gli adulti cresciuti su torba umida sono di dimensioni maggiori rispetto agli altri.
Tipologie di suoli
Se l’acqua piovana viene immediatamente drenata nel sottosuolo dal reticolo
di cavità, questi suoli vengono definiti litomorfi. In questi suoli l’acqua è
distribuita uniformemente e la fauna ha a disposizione una vasta gamma di
cavità di varie dimensioni.
I suoli idromorfi sono caratterizzati da una forte instabilità idrica; con
inondazioni periodiche, acqua di superficie, scarsa permeabilità e
compattazione degli strati profondi (argille e calanchi).
La stabilità idrica è una caratteristica alla quale gli invertebrati terricoli
sembrano adattarsi rapidamente, scegliendo strategie di vita più sedentarie.
Nei terreni fessurati troviamo specie endogee che colonizzano le maggiori
profondità del dominio ipogeo (artropodi).
Gli organismi endogei presentano peculiari caratteristiche morfologiche:
ƒRiduzione alare
ƒDepigmentazione
ƒRiduzione o scomparsa degli occhi
ƒForma del corpo più allungata
ƒAppendici atte allo scavo
Nelle acque continentali, la concentrazione di cationi ne determina la
durezza.
Si considera dura un’acqua contenente più di 25 mg di CaCO3/l;
Si considera molle un’acqua contenente meno di 9 mg di CaCO3/l;
Alcune specie di molluschi e crostacei mostrano una preferenza per
acque di maggiore durezza.
I corsi d’acqua interni presentano spesso condizioni di anossia, deflusso
intermittente e la formazione di pozze isolate. Gli organismi che vi abitano hanno
adottato particolari adattamenti a tali condizioni (scarsità di O2 e acqua).
larva
adulto
Tricotteri: insetti acquatici, le cui larve rappresentano una importantissima
fonte di cibo ed energia. Sono fortemente adattate alle variazioni delle
condizioni dell’ambiente.
Adattamenti particolari riguardano:
Costruzione di involucri (caratteristici di ogni specie)
Realizzazione di reti per la cattura del cibo.
Resti vegetali, ghiaia, sabbia
Flusso d’acqua attraverso l’involucro di un tricottero. Grazie ai movimenti
dell’addome la larva si approvvigiona di ossigeno anche nelle zone a
bassa concentrazione.
Luce
E’ fonte di energia per la fotosintesi, influenza la dormienza, la
fioritura delle gemme, i ritmi riproduttivi, la muta (insetti e rettili), le
migrazioni, la diapausa, il letargo negli animali.
Per gli organismi che possiedono organi visivi, la luce, rappresenta
una componente importante nell’ambiente percettivo (segnali visivi),
in altre è importante per l’orientamento.
Gli organismi adatti a vivere in ambienti privi di luce (afotici),
presentano adattamenti quali la depigmentazione e la
rudimentazione dell’apparato visivo.
Molti animali sono capaci di produrre luce (bioluminescenza). Il
fenomeno è presente tra gli animali marini che vivono in profondità e
negli animali notturni.
La radiazione solare influenza in maniera diversa la T corporea dei
diversi organismi.
La disponibilità della luce varia anche in base alla pendenza del
terreno ed in funzione della copertura vegetazionale.
< irradianza
> irradianza
Struttura della vegetazione e intercettazione della luce
La struttura della vegetazione contribuisce all’efficienza con cui le foglie
di una pianta intercettano la luce incidente.
Ogni comunità vegetale ha una propria architettura con una particolare
disposizione delle foglie e quindi con una determinata capacità di
intercettare la luce.
L’intercettazione della luce dipende:
-dal numero di foglie
-dalla loro inclinazione
-dalla altezza del sole
-dai cambiamenti che lo spettro della luce subisce nel suo passaggio
attraverso la vegetazione
-modo di distribuzione delle foglie
Le foglie degli strati superiori non solo causano una riduzione
dell’irradianza a livello degli strati sottostanti, ma modificano anche la
composizione spettrale della luce (più ricca di radiazione verde).
L’incidenza della luce sui diversi strati di una pianta, determina la
sopravvivenza o la morte dei diversi strati.
La perdita di foglie dai rami più bassi spesso causa la morte del ramo,
attraverso un processo definito autopotatura.
Alcune piante hanno la capacità di modificare l’orientamento,
mantenendosi sempre perpendicolari alla radiazione solare (foglie
diaeliotropiche) (trifoglio, soia, girasole, cotone, lupino) oppure parallele
alla radiazione solare (foglie paraeliotropiche).
Le curve di risposta alla luce nelle piante, sono diverse nelle piante di
habitat ombreggiati (sciafite) rispetto a quelle di habitat soleggiati
(eliofite).
Le variazioni latitudinali della temperatura determinano la distribuzione dei biomi,
mentre le variazioni altitudinali determinano la zonazione altitudinale delle piante e
degli organismi (fasce bioclimatiche); fasce in cui il bioclima risulta uniforme (fascia
planiziare, collinare, montana, alpina).
Gli effetti della temperatura sulla distribuzione degli organismi sono evidenti (le
piante che si trovano all’ombra sono spesso popolate da organismi con
caratteristiche ecologiche diverse da quelli che popolano piante esposte al sole).
L’areale del Fagus selvatica si estende dalla Sicilia alla Scandinavia, ma ai
limiti meridionali dell’areale la specie occupa la parte più fresca della fascia
Montana mentre ai limiti settentrionali dell’areale occupa i suoli relativamente caldi
delle pianure (compensazione ecologica).
da 1000 m slm
900 m slm
400 m slm
100 m slm
Nutrimento ed energia
Organismi Autotrofi. Sono quegli organismi capaci di trasformare l’energia
luminosa in energia chimica sintetizzando sostanze organiche complesse
partendo da sostanze inorganiche semplici (piante, funghi e batteri) attraverso il
processo della fotosintesi. Vengono definiti anche organismi produttori.
Fotoautotrofi: sono piante superiori, alghe e batteri.
Chemioautotrofi: Solfobatteri, ferrobatteri.
Organismi Eterotrofi: sono gli organismi che si nutrono di organismi Autotrofi o
altri Eterotrofi.
Questi si dividono in:
Consumatori primari - erbivori
Consumatori secondari e terziari - predatori
Decompositori - organismi che si nutrono di sostanza organica morta o
putrescente.
Gli animali sono tutti organismi eterotrofi e ricavano il cibo necessario alla
sopravvivenza dall’ambiente. Questo può essere disponibile in varie forme e per
ottenerlo, gli animali hanno sviluppato diversi modi.
Le specializzazioni alimentari sono molteplici e coinvolgono aspetti morfologici,
fisiologici e del comportamento.
autotrofi
eterotrofi
Piramide trofica dell’ambiente marino
In base al tipo di nutrimento assunto distinguiamo: fitofagi (fillofagi e
spermofagi); carnivori; parassiti (ectoparassiti ed endoparassiti).
Saprofagi: si nutrono di organismi morti o di detrito organico;
Necrofagi: si nutrono di carogne più o meno fresche;
Coprofagi: si nutrono di deiezioni.
Filtratori: sono organismi dotati di un apparato filtratore che serve per
filtrare il detrito organico fine (bivalvi).
Il passaggio di materia ed energia corrispondente alla nutrizione è un
processo continuo che coinvolge tutti i livelli di una catena trofica o
alimentare.
Il bilancio energetico di un sistema biologico è dato dalla differenza tra
energia prodotta (mediante fotosintesi) e l’energia utilizzata
attraverso la respirazione, i processi di mantenimento, la crescita e la
riproduzione.
I processi implicati nella trasformazione dell’energia sono:
La respirazione aerobia (alcuni batteri, piante e animali superiori);
La respirazione anaerobia (batteri, lieviti);
La fermentazione (alcuni batteri e lieviti).
Energia
produttori
Livelli trofici
erbivori
predatori
decompositori
Catena alimentare
o rete trofica
Rapporti intraspecifici
Le colonia: si forma quando più individui, rimangono uniti tra loro (Idrozoi,
Poriferi, Celenterati). Questa può essere formata sia da individui sessili sia
da individui mobili).
Aggregazione: è una condotta collettiva che denota associazione in
gruppi molto numerosi.
Se l’aggregazione è determinata da fattori esterni ambientali (T, U, luce),
si parla di “folle”; se invece è originata da forze interne degli individui si
parla di società.
Mentre le folle mancano di una organizzazione interna, le società
presentano spesso una certa organizzazione (insetti sociali).
Le aggregazioni generalmente si formano per svernare, per dormire
oppure per limitare la disidratazione e per la riunione dei sessi.
La formazione della società deriva dalle cure parentali che alcuni animali
esibiscono nel corso della loro vita.
Rapporti interspecifici
Simbiosi: è una forma particolare di associazione tra individui di specie
diverse, nella quale le specie coinvolte, traggono vantaggio dalla vita in
comune oppure uno dei due ne è avvantaggiato. Gli individui in questa
forma di rapporto sono sempre strettamente vicini.
Commensalismo: si verifica quando l’associazione simbiontica consiste
nell’utilizzazione comune di riserve alimentari con vantaggio per uno dei
conviventi senza danno per l’altro.
Inquilinismo: si verifica quando la convivenza si riduce all’occupazione
di uno spazio. Varie specie di insetti si rifugiano, in parte per le condizioni
ambientali adatte, in parte per raccogliere i resti alimentari, nei nidi di
uccelli o nelle tane dei mammiferi.
Foresìa: consiste nel costume da parte di alcuni animali di farsi
trasportare da un altro di dimensioni maggiori; è presente negli insetti
sociali e anche nei vertebrati. L’animale trasportato presenta degli
adattamaneti morfologici particolari quali uncini o apparati adesivi.
Parassitismo: si verifica quando una delle due specie conviventi trae
vantaggio dall’associazione a scapito dell’altra. Generalmente l’ospite
presenta dimensioni più grandi rispetto al parassita.
Si parla di parassitismo facoltativo (alcune specie di ditteri), quando la
specie parassita è anche in grado di condurre vita indipendente; di
parassitismo obbligatorio, quando questa non può procurarsi
direttamente il nutrimento.
Parassitoidi = conducono alla morte dell’ospite;
Parassiti = generalemnte non portano alla morte dell’ospite.
Competizione: può essere intra ed interspecifica. Si ha competizione
interspecifica quando due specie attingono alla stessa “risorsa” (Scarites
buparius).
Predazione: è la situazione estrema della competizione sia intraspecifica
(cannibalismo) sia interspecifica; questa interazione porta ad un
vantaggio sicuro per una specie ed un netto svantaggio per l’altra.
Interazioni interspecifiche
L’effetto di un individuo su un altro è detto COAZIONE.
Le interazioni tra individui (o popolazioni) di specie diverse possono
essere positive (+), negative (-) o indifferenti (0) per una o entrambe
le specie. Le possibili combinazioni sono ++, + -, + 0, - -, -0, e 00.
Le interazioni negative (- - , - 0) tendono a predominare nelle
comunità pioniere o in habitat disturbati, mentre tendono ad essere
sostituite da quelle positive (+ +, +0) con l’evolversi della comunità.
Dominanti ecologici
In una comunità alcune specie esercitano un’attività di controllo sulle
altre, in virtù del loro numero, biomassa ecc.
Le specie che controllano il flusso di energia all’interno di una comunità
sono definiti dominanti ecologici.
Se in un’area abbiamo:
Graminacee: 50
Leguminose: 25
Composite: 45
Passeri: 20
Merli: 2
Farfalle: 5
Grilli: 55
Dominanti tra i produttori
Dominanti tra i consumatori
La struttura rappresenta la probabilità con la quale ogni specie è
rappresentata nella comunità.
Molteplicità: è la misura della ricchezza di specie, ossia del numero di
specie presenti nella comunità.
Abbondanza: è la misura delle quantità relative di individui appartenenti ad
ogni specie.
Molteplicità= 4
Abbondanza= 3
Molteplicità= 4
Abbondanza= 9:
1:1:1
Valutazione di Impatto
Ambientale (VIA)
¾ (VIA) individua, descrive e valuta gli effetti diretti ed indiretti di un
progetto, sull’uomo, sulla fauna, sulla flora, sul suolo, sulle acque di
superficie e sotterranee, sull’aria, sul clima, sul paesaggio e
sull’interazione fra detti fattori e/o elementi, nonché sui beni materiali e sul
patrimonio culturale, sociale ed ambientale;
¾ valuta inoltre le condizioni per la realizzazione e l’esercizio delle opere
e degli impianti. La disciplina si basa sul principio dell'azione preventiva,
in base alla quale la migliore politica consiste nell'evitare fin dall'inizio
l'inquinamento e le altre perturbazioni anziché combatterne
successivamente gli effetti.
¾La procedura di Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) nasce negli Stati
Uniti nel 1969 con il National Environment Policy Act.
In Europa, tale procedura è stata introdotta dalla Direttiva
comunitaria 85/337/CEE concernente la valutazione dell'impatto
ambientale
di
determinati
progetti
pubblici
e
privati,
successivamente modificata dalla Direttiva 97/11/CE, quale
strumento fondamentale di politica ambientale.