9-Polit comm

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Politiche commerciali
Insieme delle misure riguardanti il commercio con
l’estero di un paese
{ Politica commerciale “liberista”
{ liberalizzazione dei commerci internazionali al fine di
accrescere l’efficienza statica e dinamica
{ Politica commerciale “protezionista”
{ si propone di aumentare le esportazioni e ridurre le
importazioni (miglioramento del saldo dei movimenti di
beni)
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Alla base del “free trade” il principio dei
Costi/vantaggi comparati (Ricardo)
Bene x
Paese A
20
Paese B
Ipotesi:
10
Bene y
40
Costi comparati x/y
1/2 [x costa 0,5 nel paese A]
30
1/3 [x costa 0,33 nel paese
B]
Costi comparati y/x
2 [y costa il doppio nel
paese A]
3 [y costa il triplo nel paese
B]
- prezzo = quantità di lavoro incorporato
[economisti classici]
- si vende/acquista all’estero al prezzo ivi in vigore
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3
La specializzazione produttiva
z Il paese B produce entrambi i beni ad un costo inferiore. Tuttavia ha
un vantaggio relativo nella produzione del bene x [0,33 < 0,5] Æ B si
specializza in tale produzione
z Il paese A, invece, produce il bene y ad un costo relativo inferiore [2
< 3] Æ A si specializza in tale produzione
z Se ciò avviene:
- il paese B potrà esportare il bene x nel paese A vendendolo
ad un prezzo di 20: per ogni unità venduta di tale bene potrà
acquistare ed importare 1/2 unità del bene y [mentre in patria se ne
sarebbero potute acquistare solo 1/3]
- il paese A potrà esportare il bene y nel paese B vendendolo
ad un prezzo di 30: per ogni unità venduta di tale bene potrà
acquistare ed importare 3 unità del bene x [mentre in patria se ne
sarebbero potute acquistare solo 2]
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Modello di Heckscher-Ohlin (neoclassico)
z I paesi esportano i prodotti che utilizzano in maniera più intensiva il
fattore di produzione di cui sono più dotati ed importano i prodotti
intensivi nel fattore di cui sono meno dotati.
z In base alla legge della domanda e dell'offerta, quanto più un paese
è dotato di un determinato fattore tanto più il costo relativo sarà
basso.
z Ne discende che paesi dotati di un'elevata quantità di forza lavoro
avranno salari bassi e tenderanno a specializzarsi nella produzione
di beni ad alta intensità di lavoro (v. Cina), mentre paesi dotati di
un'elevata quantità di capitali avranno tassi d’interesse più bassi e
tenderanno a specializzarsi in produzioni ad alta intensità di capitale
(v. paesi di più vecchia industrializzazione).
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Krugman e la Nuova teoria del
commercio internazionale
I flussi del commercio internazionale sono
ricondotti alle economie di scala. Ciò consente
di comprendere meglio il commercio tra imprese
dello stesso settore industriale (ad es., magliette
di cotone per vestiti di sartoria) e il commercio di
prodotti intermedi (ad es., componenti per
macchine industriali).
Le ricerche empiriche più recenti, però, non
sembrano supportare l’importanza delle
economie di scala nella spiegazione dei flussi
degli scambi
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Anche la politica industriale ha effetti sul successo
commerciale di un paese, in quanto ne può migliorare la
posizione competitiva attraverso
z Sviluppo dei settori a più veloce crescita della domanda
z Riduzione dell’elasticità della domanda estera al prezzo
(innovazioni di prodotto)
z Sviluppo dei settori strategici (economie esterne strategiche)
z Sviluppo di relazioni tra imprese e settori, investimenti diretti
all’estero
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Protezionismo
zProtezione tariffaria:
• Dazi doganali sull’import
zProtezione non tariffaria:
• Manovra del cambio
• Limitazioni quantitative (contingenti)
• Vincoli su procedure o caratteristiche dei beni
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Giustificazioni del protezionismo
zDifesa delle industrie nascenti
zMiglioramento della ragione di scambio
zDifesa dal lavoro straniero a buon mercato
zAusilio ad una politica per l’occupazione
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