OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO GALILEI 28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210 apansuno @ tiscalinet.it www.apan.it BOLLETTINO N. 301 Mercoledì 17 ottobre 2012, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo mercoledì di ogni mese si parlerà di ammassi aperti. Al termine, se sarà sereno, saranno fatte delle osservazioni al telescopio. La Luna sarà di due giorni dopo il novilunio, per cui sarà una sottile falce che non abbaglia e che tramonterà presto. Sarà pertanto possibile osservare le costellazioni autunnali e numerosi oggetti del cielo profondo quali l’ammasso globulare M 13 in Ercole e la nebulosa anulare della Lira M 57, la Dumbell e la Crab Nebula. Giove sarà visibile nella costellazione del Toro. A tarda notte sorgerà Venere nel Cancro. Mercurio sarà visibile alla sera dopo il tramonto del Sole nella costellazione della Bilancia poco più basso all’orizzonte della Luna. Saturno non sarà visibile in quanto in congiunzione con il Sole. Marte sarà visibile in prima sera nella costellazione dello Scorpione poco più alto della Luna. Sarà luminoso ma di dimensioni molto piccole in quanto a 300 milioni di chilometri di distanza. RECENSIONI RICHARD PANEK Il 4% dell’universo La scoperta della materia e dell’energia oscura Codice Edizioni, 2012 - Pagine 288 - € 23.00 «All’inizio – vale a dire nel 1965 – l’universo era semplice. Nacque in un giorno dei primi mesi di quell’anno, intorno all’ora di pranzo, durante una conversazione telefonica». Così Richard Panek inizia il suo viaggio nella ricerca scientifica più avanzata, rivelandoci come ancora oggi la nostra visione del cosmo, nonostante l’astrofisica abbia fatto passi da gigante, sia parziale e frammentaria. La materia che conosciamo rappresenta appena il 4% dell’intero universo, una minuscola frazione persa nella maestosa vertigine di quelle che gli scienziati chiamano materia oscura ed energia oscura. Ma quello di Panek non è il solito saggio di divulgazione. È anche la storia degli uomini che si sono confrontati con un mistero insondabile, la sfida oggi più importante per chi studia i segreti dell’universo; una sfida fatta di conquiste e delusioni che potrebbe sovvertire gli attuali modelli cosmologici. Il 23% dell’universo è qualcosa di misterioso chiamato materia oscura; il 73% qualcosa di ancora più misterioso chiamato energia oscura. Questo significa che la materia che ci costituisce è solo il 4%. Come ama dire uno scienziato durante le conferenze, «siamo solo un po’ di inquinamento». Ricordiamo dello stesso autore il magistrale volume: Vedere per credere recensito il 29.1.2004 (a cura di Silvano Minuto) MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI Orologio Astronomico di CREMONA La cattedrale di Cremona, costruita tra il XII e il XV secolo, è fiancheggiata da una torre campanaria alta 110 m, chiamata “Torrazzo” (fig. n. 1). Nel 1583 Giovanni Battista e Giovanni Francesco Dovizioli (padre e figlio) installaro-no sul “Torrazzo” un orologio astronomico. Nel 1787 Amicino Ravizza eseguì una ripara-zione generale sia dell’orologio sia del quadrante e, in quell’occasione, pubblicò una de-scrizione di tutta l’installazione. Il meccanismo è formato da un ingranaggio per il movi-mento e un ingranaggio per suonare le ore e la loro ripetizione. Tutto l’orologio è in ferro battuto. Figura n. 1: Cremona, il “Torrazzo” (continua) (a cura di Salvatore Trani) CONSIGLI PER L’OSSERVAZIONE La costellazione della Polpetta (Vulpecula) Alfa - 8 Vulpeculae – Anser AR 19h 29m – D + 24° 40’ - Separazione 7’ – mag. 4.4-5.8 – AP° 28 Tre gradi a sud di Albireo (Beta Cygni) si trova una splendida doppia dai colori molto accentuati. La principale di mag. 4.4 viene chiamata Anser, che in latino significa “oca” forse per ricordare il doppio nome assegnato nei secoli scorsi a questa parte del cielo. La compagna (8 Vulpeculae) di mag. 5.8 si trova a 7’ di distanza. Puiò quindi essere un ottimo test visivo come avviene per un altra coppia famosa. Mizar e Alcor dell’Orsa Maggiore – distanza 12’. In questo caso il test è più difficile. I colori sono rispettivamente rossastro (classe M) e rossiccio per la secondaria. Pare non siano legate fisicamente fra di loro ma il contrasto è interessante se visto con un binocolo o un piccolo telescopio. 16 Vulpeculae AR 20h 02m – D + 24° 56’ - Separazione 0.8” – mag. 5.2-6.2 – AP° 115 Stella doppia molto difficile da osservare, costituisce un ottimo test per verificare la bontà dell’ottica di un telescopio. La separazione è teoricamente alla portata di uno strumento di 12/15 cm di apertura. Osservando questa stella si può eseguire un doppio test in quanto un secondo d’arco costituisce, quasi sempre il massimo valore di separazione permesso dalla turbolenza atmosferica che si trova sulla nostra penisola. T Vulpeculae AR 20h 51m – D + 28° 15’ – Cefeidi - m. 5.2 – 6.1 – periodo 4.4. giorni Stella variabile di tipo cefeide che passa dalla mag. 5.2 alla 6.1 in poco più di quattro giorni. Può essere seguita facilmente con un binocolo. Per trovare questa stella bisogna posizionarsi sulla 32 Vul di mag. 5.0, spostarsi di 41’ verso ovest e quindi salire di altri 10’ verso nord. Collinder (Cr) 399 A.R. 19h 25m – D. + 20° 11’ - Dimensione 60’ – m. 3.8 – Tipo Ammasso Seguendo la linea Albireo – Alfa Vul, ad una distanza di circa una volta e mezza quella tra questi due astri, si giunge ad un ammasso stellare, i cui componenti sono vicini solo prospetticamente. Questo asterismo che prende il nome anche di “Ammasso di Brocchi” assomiglia ad un attaccapanni (coathanger per gli inglesi). In un binocolo la sua forma appare rovesciata e per portarlo alle giuste condizioni si può usare un buon cercatore o uno strumento a bassi ingrandimenti. Contiene circa 30 stelle che vanno dalla quinta alla nona magnitudine; ha un’estensione superiore al grado; la stella più brillante del gruppo è la 4 Vulpeculae di mag. 5.15. Delle dieci stelle più luminose sei sono allineate e formano la barra, le altre quattro il gancio. Nel 1976, l’asterismo si modificò per la presenza di una nova di mag. 6.5 visibile nella parte est Ngc 6853 - M 27 AR 19h 59m – D + 22° 43’ - Dimensioni 6x13’ – mag. 7.6 – Planetaria E’ una delle più interessanti ed estese nebulose planetarie di tutto il cielo e rivendita ad M 57 nella Lyra il primato della più bella. Viene chiamata con tanti nomi, ma generalmente la si ricorda come “Dumbbell Nebula” nebulosa manubrio per la forma caratteristica che assume quando viene osservata con strumenti amatoriali. Fu scoperta da Messier nel 1784 e da allora viene attentamente studiata. La stella centrale, di mag. 13.5 è una nana bianca molto calda, con temperatura che raggiunge alla superficie 85.000°. La distanza non è ben conosciuta; si stima tra 400 e 900 anni luce. I calcoli indicano che il processo che ha generato la nebulosa dovrebbero dovrebbe essere avvenuto circa 40.000 anni fa. Per vedere dei particolari di questa planetaria è molto efficace un filtro (Ossigeno III – OIII) NGC 6940 AR 20h 34m – D + 28° 18’ Dimensioni 20’ – mag. 6.3 – Ammasso aperto Al confine nord della costellazione, 3.7° a ovest della variabile T Vul, si trova questo ammasso aperto di mag. 6.3 e con un diametro di 20’. Occorre un cielo molto scuro e perfettamente trasparente per poterlo vedere con i binocoli; contiene approssimativamente 100 stelle di mag. 11 o superiore. La distanza è di circa 2600 anni luce e l’età dei componenti di 1 miliardo e 100 milioni di anni. CP 1919 – Pulsar E’ interessante ricordare che nel 1968, in questa costellazione, fu scoperto il primo segnale emesso da un “pulsar”, catalogato poi con il nome CP 1919. La posizione è a circa 2.5 gradi a sud ovest della Alfa e si tratta di una stella, invisibile nei telescopi, che ruota vorticosamente e manda ogni 1.33 secondi degli impulsi della durata di 0.3 secondi. Nove e supernovae In questa regione, come in tutte le costellazioni vicine alla Via Lattea, si possono osservare delle stelle nove. E’ un esempio quella apparsa nel 1976 come citato in Collinder 399. Una rimasta famosa fu scoperta il lunedì di Pasqua del 1968 come un astro di mag. 5.6 che risalì in luminosità fino ad arrivare alla mag. 4.5, diventando la seconda stella più luminosa di tutta la costellazione. La Nova Vulpeculae 1968 (come venne chiamata) ridiscese in luminosità molto rapidamente attestandosi ora alla 17’ magnitudine. LUIGI PRESTINENZA NON È PIÙ CON NOI Scomparso il 4 settembre 2012 a Catania lo storico caposervizio dello sport de La Sicilia. Aveva 83 anni. Il cordoglio del mondo dell'informazione siciliana. Il ricordo del governatore Raffaele Lombardo: "Con lui se ne va un pezzo di storia dello sport siciliano" Noi ricordiamo Luigi Prestinenza come astrofilo fondatore del Gruppo Catanese nel 1977 dove è rimasto alla presidenza fino al 2003. Lo ricordiamo come scrittore di libri divulgativi di grande chiarezza e per i suoi articoli sulle riviste degli anni 70 e 80 (specialmente su Scienza e Vita). Aspettavamo con ansia le nuove uscite per poter addentrarci nel mondo dell’astronomia allora avaro di libri e pubblicazioni. Scompare un amico che è stato un fulgido esempio per tutti gli appassionati di astronomia del nostro Paese. IL CENTRO ASTRONOMICO “GIULIANO VANIN” Il Centro Astronomico Giuliano Vanin sorge sulle colline di Feltre, alle porte della frazione di Arson, a 520 mslm, in un sito che presenta caratteristiche favorevoli per l’osservazione astronomica pubblica: giacenza sopra la fascia media di inversione termica con conseguente stabilità atmosferica, atmosfera limpida con scarsa presenza di inquinanti e polveri, basso livello di inquinamento luminoso, facile raggiungibilità L’edificio principale è il planetario, con cupola interna di otto metri di diametro, uno dei più grandi d’Italia, che può ospitare 70 persone. É costituito da un sistema di proiezione completamente digitale, in grado di coprire l’intera cupola garantendo una risoluzione di 1200 pixel in meridiano. La proiezione è gestita tramite un apposito software studiato per sfruttare appieno le potenzialità che la tecnologia digitale offre. Poi vi è il padiglione principale dell’osservatorio, a doppio tetto scorrevole, con i seguenti strumenti: Newton ottica Virgilio Marcon da 360 mm f/5 a puntamento automatico; Newton Marcon ottica Zen da 200 mm f/5; Schmidt-Cassegrain Meade portatile da 200 mm f/10; Rifrattore guida Apogee da 152 mm f/8; Camera Schmidt-Newton Celestron da 140 mm f/3.6; Maksutov MTO da 100 mm f/10; Binocolo astronomico Apogee 25 x 100 con cavalletto gigante Manfrotto; PST Coronado per osservare il Sole in H-alfa; Camera CCD SBIG STL-11000 M; Lo strumento più grande del Centro è inserito in una copertura su rotaie che viene rimossa per con-sentire l’osservazione in una piazzola di cemento di 50 metri quadrati: si tratta di un telescopio Dobson Obsession da 64 cm di diametro a puntamento automatico con sistema Argo Navis. Infine, fra la piazzola del Dobson e l’osservatorio è ricavato un altro ampio spazio per l’osservazione a occhio nudo della volta celeste, utilizzando anche strumenti quali quadranti verticali, sestanti, astrolabi, notturlabi. SFERUELE SU MARTE Astronomy Picture of The Day (APOD) è un archivio redatto a partire dal 1995 da Robert Nemiroff e Jerry Bonnell. L’archivio APOD contiene la più grande raccolta di immagini astronomiche ed ognuna di esse è corredata da una breve descrizione fatta da esperti. Per visionare l’archivio basta digitare in internet la sigla “APOD” e di seguito l’indice Come sono state prodotte queste sfere sul pianeta Marte? Li ha fotografate il rover Opportunity mentre stava esplorando un luogo chiamato “Kirkwood” vicino al bordo del cratere Endeavour. La ripresa è stata fatta dal “Microscopic imag” che ha rilevato che il terreno è pieno di questi insoliti grumi dal diametro di circa 3 mm. Queste sferule a volte fratturate sembrerebbero simili a quelle viste da Opportunity 8 anni fa. Ma in questo caso le sfere sono molto compattate e hanno poco contenuto di ferro. Rimangono per il momento sconosciuti i processi di formazione, che verranno studiati nel dettaglio per vedere se possono fornire nuovi indizi sulla storia antica della superficie del pianeta rosso. LE COSTELLAZIONI CHE NON CI SONO PIÙ Le costellazioni hanno subito variazioni e modifiche nel corso dei secoli, alcune sono nate in epoche medioevale e altre sono definitivamente scomparse nei secoli successivi. Emisfero australe CENEO e LA SIRENA Periodo sconosciuto: probabilmente 1600-1650 Un recente studio nella collezione Bodel Nijenhuis di mappe e atlanti disegnati e stampati presso l’Università di Leyda in Olanda, ha portato alla scoperta di 2 nuove piccole costellazioni situate nel circolo polare antartico e denominate CENEUS e SIREN, ovvero Ceneo e la Sirena. Esse occupano lo spazio di solito appartenente a Camaleonte, Mosca e Triangolo australe. Non si conosce l’autore della mappa né si hanno altre informazioni su queste antiche costellazioni. Fonte: A Pair of Puzzling Star Maps and Two Unknown Constellations e U.A.I LA COMETA C2012 S1 (ISON) L’hanno annunciata come una super cometa, ma ancora è troppo presto per dire se la cometa denominata C/2012 S1 (ISON) sarà veramente uno spettacolo o sarà una delusione. Nel passato molte comete che promettevano di diventare visibili ad occhio nudo hanno deluso le aspettative, al contrario è anche successo che comete che sembravano a prima vista più "tranquille" hanno offerto uno spettacolo non indifferente. Il problema è che le comete sono degli oggetti piuttosto "imprevedibili" su tempi lunghi. Per la cometa ISON lo sapremo solo quando sarà abbastanza vicina al Sole da esibire una coda e questo non avverrà prima di ottobre-novembre 2013. In ogni caso, se le previsioni più ottimistiche degli astronomi si verificheranno, questa cometa potrebbe diventare un vero spettacolo. Dovrebbe diventare facilmente visibile ad occhio nudo. Il massimo avvicinamento al Sole è previsto per il 28 novembre 2013 e la cometa gli passerà molto vicino, a soli 1,2 milioni di chilometri di distanza. Ovviamente nei giorni vicini al 28 novembre la cometa non sarà visibile perché troppo vicina al Sole, ma dovrebbe essere facilmente osservabile nei giorni precedenti e successivi. SPENDING REVIEW illuminazione stradale IL GOVERNO SPEGNE LA LUCE Pubblicata il 10/10/2012 | tag: Spending review, disegno di legge stabilita Ieri sera a tarda notte, il Governo ha approvato il cosiddetto disegno di legge stabilità 2013, il provvedimento che una volta si chiamava "Finanziaria". Ebbene, tra le varie misure varate da Palazzo Chigi ce n'è una che farà discutere. Per risparmiare ("contenimento della spesa, risparmio di risorse energetiche e razionalizzazione ed ammodernamento delle fonti di illuminazione in ambienti pubblici") l'esecutivo ha deciso, su suggerimento del commissario straordinario per la spending review Il disegno di legge stabilità 2013 prevede di Enrico Bondi, "meno luce di notte". spegnere o ridurre l'illuminazione pubblica durante le ore notturne Efficienza energetica. In pratica un successivo decreto interministeriale dovrà stabilire "misure di moderazione" dell'utilizzo delle fonti di illuminazione da parte delle regioni e degli enti locali sulla base dei seguenti principi: a) spegnimento dell’illuminazione o affievolimento, anche automatico, attraverso appositi dispositivi, durante tutte o parte delle ore notturne; b) individuazione della rete viaria o delle aree, urbane o extraurbane, o anche solo di loro porzioni, nelle quali sono adottate le misure dello spegnimento o dell’affievolimento dell’illuminazione, anche combinate fra loro; c) individuazione dei tratti di rete viaria o di ambiente, urbano ed extraurbano, o di specifici luoghi ed archi temporali, nei quali, invece, non trovano applicazione le misure al punto b); d) individuazione delle modalità di ammodernamento degli impianti o dispositivi di illuminazione, in modo da convergere, progressivamente e con sostituzioni tecnologiche, verso obiettivi di maggiore efficienza energetica dei diversi dispositivi di illuminazione. Naturalmente si sono sollevate le solite polemiche: diminuisce la sicurezza ecc. In realtà sarebbe opportuno, una buona volta, presentare i documenti tecnici dove si dice che maggior luce = maggior sicurezza. Gli studi internazionali dicono semmai il contrario. Non mi sembra che alle tre di notte si devono contare le formiche in piazza (ad esempio a Oleggio), oppure che la circonvallazione di Novara si veda da Suno (20 chilometri di distanza) oppure che l’illuminazione dei parcheggi delle autovetture in sosta a Malpensa inquinino fino a 100 chilometri di distanza. Poi i monumenti potrebbero essere spendi durante la settimana a mezzanotte e via discorrendo. Come abbiamo sempre detto, si possono realizzare degli impianti di illuminazione rispondenti alle necessità dei cittadini spendendo la metà di quello che si spende ora. AMMASSO GLOBULARE M13 L’ammasso Globulare M13 in Ercole ripreso da Alessandro Segantin in osservatorio FLY ME TO THE MOON Il cratere Sharp Nella parte nord-occidentale del Mare Imbrium possiamo osservare il cratere "Sharp", una formazione di 41Km con versanti scoscesi, alte pareti, fondo tormentato e montagna centrale. La sua formazione risale al periodo Imbriano Superiore (da -3.8 miliardi di anni a -3.2 miliardi di anni). Il periodo migliore per l’osservazione è 3 giorni dopo il primo quarto oppure 2 giorni dopo l'ultimo quarto. Alcuni dati: Longitudine: 40.2° Ovest Latitudine: 45.7° Nord Quadrante: Nord-Ovest Area: Parte Nord-Occidentale del Mare Imbrium Origine del nome: Dettagli: Abraham Sharp Astronomo inglese del 17° secolo nato in Inghilterra Nato nel 1652 Morto nel 1742 Fatti notevoli: Collaboratore di Flamsteed. Autore del nome: sconosciuto Nome dato da Langrenus: Rechbergeri Nome dato da Hevelius: Mons Atlas Minor Nome dato da Riccioli: Nome non assegnato Nelle foto una ripresa del cratere "Sharp" e una ritratto dell'epoca di Abraham Sharp. Lo strumento minimo per poter osservare questo cratere è un rifrattore da 60mm. Davide Crespi RICORDIAMO CAMILLE FLAMMARION Camille Flammarion (1842-1925) , ricordiamolo ! Questa nota è scritta particolarmente per i giovani astrofili, i quali con internet e le tecnologie connesse ( CCD, Web Cam, Telescopi Remoti ecc.) forse hanno lacune in storia dell'astronomia amatoriale, e Camillo Flammarion è stato il tipico astrofilo fai da te, che ha divulgato la scienza astronomica in tutta Europa, tra la fine del XIX secolo ed il principio del secolo XX. Flammarion nasce il 26 febbraio 1842 a Montigny-le-Roi nell'Alta Marna francese, il primo contatto con l'astronomia lo ha avuto il 9 ottobre 1847 quando osserva una Eclisse Anulare di Sole attraverso un secchio d'acqua su indicazione di sua mamma. A undici anni osservò la cometa del 1853 e ne farà un disegno pubblicato poi sulla Astronomia Popolare nell'edizione italiana del 1885. Lavorò dal 28 giugno 1858 all'Osservatorio Astronomico di Parigi alle dipendenze di Urbano Leverrier (1811-1877) che anche con i suoi calcoli, non dimentico John Adams (1819-1892), fu scoperto nel 1846 il pianeta Nettuno. Sin da giovane possedeva una biblioteca astronomica di buon livello, soleva dire che il libro è il prodotto più elevato del pensiero umano e consigliava che i libri siano disposti su scaffali a portata di mano e visibili, non in doppia fila (consiglio da me accolto). Il 5 ottobre 1858 disegna, dalla terrazza dell'Osservatorio la cometa Donati. la più bella cometa di sempre, scoperta il 2 giugno da Giovanni Battista Donati (1826-1873) a Firenze, Flammarion divenne amico del Donati in occasione dell'inaugurazione dell'Osservatorio di Firenze nel 1872. Scrisse numerosi libri tradotti tutti in italiano, ne elenchiamo un esiguo numero di titoli con l'intenzione di sollecitare qualcuno a leggerne alcuni che sono tutti di grande godimento : Le Terre del Cielo, Stella, Fantasie Cosmiche, Urania, La Storia del Cielo, L'Astronomia Popolare, Le Stelle e le Curiosità del Cielo ( tradotto dal francese da Isidoro Baroni ), In Cielo e sulla Terra, I Fenomeni del Fulmine, e molti altri che non cito solo per il ridotto spazio per queste note. Fu grande pacifista e naturalista, meno affascinante è il Flammarion dedito allo spiritismo negli ultimi anni della sua vita. Nel 1882 fondò una rivista astronomica "L'Astronomie ", e nel 1887 diede vita a la "Société Astronomique de France", tuttora esistenti. Chiudo questo breve ed incompleto ricordo con il nido nella finestra del suo studio-osservatorio di Juvisy ,Flammarion non apriva una finestra perché un nido ostruiva l'apertura della stessa e toccando i vetri i piccoli uccellini aprivano i becchi per l'imbeccata della madre. Solo allorquando la nidiata se ne fuggi con le proprie ali definitivamente diede il consenso a che si aprisse la finestra. Uranio Hanno collaborato: Silvano Minuto Salvatore Trani Davide Crespi Sandro Baroni Alessandro Segantin Vittorio Sacco