VALENZA DI UN ATOMO IN UN COMPOSTO Numero di legami (supposti covalenti) in cui l’ atomo è implicato nel composto NUMERO DI OSSIDAZIONE DI UN ATOMO IN UN COMPOSTO Carica che l’ atomo avrebbe se tutti i legami fossero ionici e tutte le coppie di elettroni di legame fossero attribute all’ elemento più elettronegativo. ESEMPIO: il carbonio ha (quasi) sempre valenza 4, ma il N.O. cambia: in: diamante e grafite (C elementare, N.O. = 0 ), metano (CH 4, N.O. = -4), metanolo (CH3OH, N.O. = -2), aldeide formica (H2C=O, N.O. = 0), acido formico (H-CO-OH, N.O. = +2), ossido di carbonio (CO, valenza 2, N.O. = +2), anidride carbonica (CO2, N.O. = +4) Reazioni di ossido-riduzione implicano un passaggio di elettroni da un atomo ad un altro (se uno si ossida un altro deve ridursi) p.es. CH4 + 2 O2 -> CO2 + 2 H2O C si ossida, O si riduce. CH4 + 4 O2- -> CO2 + 2 H2O + 8 e- (per passare da -4 a +4) 2 O2 + 8 e- -> 4 O2(per passare da 0 a -2) __________________________________ CH4 + 2 O2 -> CO2 + 2 H2O Si può separare la semireazione di ossidazione dalla semireazione di riduzione. Se la reazione è associata a G < 0, si produce un passaggio di corrente (si trasforma energia elettrica in energia chimica) LE PILE Al contrario, si può forzare il rovesciamento di una reazione associata a G < 0 (quindi ottenere la reazione inversa associata a G > 0) imponendo una corrente elettrica in senso opposto. L’ELETTROLISI ELETTROCHIMICA Si può facilmente dimostrare che: G = - (W - PV) = - W’ Siccome PV = lavoro meccanico W - PV = W’ lavoro “extrameccanico” o “lavoro utile”(cioè utilizzabile). Quando è possibile un lavoro elettrico W’ Wel. G - Wel semireazione = ° + ox + n e- -> red ox RT ln LEGGE DI NERNST red nF dove : F = 96400 C/mol costante di Faraday = carica (in Coulomb) di una mole di elettroni E = forza elettromotrice della pila = potenziale d’ elettrodo ° = potenziale standarda d’ elettrodo (concentrazioni unitarie) G = -nFE = -nF (2 - 1) quando 2 - 1 = 0 -> G = 0, la pila è scarica. I METALLI SONO ELETTROPOSITIVI Tendono a restare allo stato ossidato (esclusi i metalli nobili, Au, Ag, Cu, Hg,...) Questo perchè la reazione di ossidazione nM + m O2 -> MnOm/2 è associata a G < 0. DIAGRAMMA DI ELLINGHAM METALLURGIA 1. Riduzione chimica (riducenti C, Si, Al, Mg,...) 2. Riduzione elettrochimica (p.es. dell’ Al, raffinazione del Cu). TIPICA PRODUZIONE ELETTROCHIMICA: produzione Cl2/NaOH (ossidazione Cl-) LE PILE: Daniel, Leclanchè e pile a secco. Pile a combustibile. I sensori di ossigeno delle marmitte catalitiche. GLI ACCUMULATORI. CORROSIONE DEI METALLI Ruggine Passivazione degli acciai inossidabili e dell’ alluminio. Protezione catodica. COMPOSIZIONE DELL’ARIA Azoto Ossigeno Argo N2 O2 Ar 78,08 % v/v 20,95 % 0,93 % INQUINAMENTO DELL’ ARIA Anidride carbonica CO2 non tossico si accumula, effetto serra Ossido di carbonio CO potente veleno blocca l’ emoglobina non si accumula Ossidi di azoto NO, N2O, NO2 (NOx) veleni, irritanti causa secondaria piogge acide smog fotochimico Anidride solforosa SO2 veleno causa primaria piogge acide Anidride solforica SO3 Ozono O3 ossidante irritante smog fotochimico Clorofluorocarburi p.e. CCl2F2 (CFC) non tossici responsabili consumo ozono stratosferico Idrocarburi incombusti CnH2n+2, C6H6 (HC) cancerogeni, maleodoranti smog fotochimico Composti organici volatili VOC cancerogeni maleodoranti smog fotochimico Polveri e particolato cancerogene irritanti cause secondarie piogge acide assorbono e diffondono la luce inquinamento fotochimico + H2O -> H2SO4 piogge acide INQUINAMENTO DELL’ ARIA: a) PIOGGE ACIDE. il pH dell’ aria piovana (distillata) dovrebbe essere 7. Invece ora è, in alcune zone (nord america e nord Europa, tra 1 e 5. Causa: Combustione idrocarburi contenenti S (carbone e olii combustibili) Arrostimento di minerali (solfuri e solfiti) ==> SO2 (di per se è un veleno, se sufficientemente concentrata > 0.3 ppm può portare alla morte) SO2 + ½ O2 -> SO3 reazione lenta (catalizzata da V2O5 a 400 °C per produrre SO3, per poi produrre H2SO4) Catalizzata nell’ atmosfera da NO e dalle polveri. Rimedi. processi di desolforazione - per il carbone: presenza di CaO (a valle) CaO + SO2 + ½ O2 -> CaSO4 (gesso) - per gli olii combustibili: idrodesolforazione (HDS) (a monte) p.e. C4H4S + 3 H2 -> C4H8 + H2S (si lava) b) EFFETTO SERRA. Alcuni gas, sopprattutto la CO2, assorbono fortemente l’ infrarosso emesso dal sole e riflesso dalla superficie terrestre, trasformanodo l’ energia in calore che scalda la superficie terrestre. Se non esistesse l’ effetto serra la temperatura media terrestre sarebbe cirtca -20 °C, e non consentirebbe la vita. Se la concentrazione di questi gas, soprattutto CO2, aumenta, aumenta la temperatura sulla terra. La CO2 si accumula (produzione antropogenica >> produzione e roconversione naturali tramite fotosintesi clorofilliana). Sembra che sia in atto un aumento della concentrazione della CO 2 e un conseguente aumento della temperatura terrestre (analisi degli errori sul dato). Causa: la combustione dei combustibili fossili: petrolio, carbone, gas naturale. la deforestazione Rimedi: fonti energetiche alternative (nucleare, eolica, geotermica, o altro ??) fertilizzazione dell’ antartide (???) c) CONSUMO DELL’ OZONO STRATOSFERICO Le radiazioni di alta enegia ( < 200 nm) provenienti dall’ emissione solare vengono assorbite da N2 e O2 atmosferici, tramite reazioni fotochimiche. in particolare O2 + h -> 2 O ( 242.6 nm) O + O2 -> O3 Così, nella stratosfera (15-45 km d’ altezza) forma uno strato di alta concentrazione di ozono, che a sua volta dà luogo ad un’ altra reazione fotochimica: O3 + h -> O2 + O ( 1150 nm) Questa reazione consente di assorbire quasi totalmente la regione spettrale 200 nm 300 nm. Queste radiazioni (UV B e C) sono fortemente dannose. Si è verificato recentemente che lo spessore dello strato di ozono è diminuito e che nella primavera australe si forma dal 1985 circa un buco nello strato dell’ ozono sopra l’ antartide. Causa: i composti CFC (scelti per la loro non-combustibilità e la loro atossicità) hanno una grandissima stabilità chimica (tempi di vita di parecchi anni) e, una volta emessi nell’ atmosfera, ne raggiungono gli alti livelli dove si decompongono fotochimicamente dando luogo a radicali Cl.. I radicali Cl. sono i “killer” dell’ ozono: Cl. + O3 -> ClO + O2 ClO + O -> Cl. + O2 ClO si blocca come ClONO2 ma si sblocca con il ghiaccio dell’ antartide quando, nel periodo primaverile, le correnti portano particelle di ghiaccio a livello stratosferico (?!) Rimedi: sostituzione dei CFC con composti non alogenati: però sono combustibili, esplosivi e tossici sostitizione dei CFC con i HCFC (un idrogeno) non esplosivi e non raggiungono la stratosfera (più reattivi). Ma sono davvero non-tossici ? d) SMOG FOTOCHIMICO Causa: lo smog fotochimico è un fenomeno che si forma nelle città industriali altamente inquinate in condizioni di alta pressione, a causa dell’ alta concentrazione di NOx, VOC e HC e particolato. Rimedi: Abbattimento degli NOx (processo SCR e marmitte catalitiche per le automobili) Abbattimento di HC, VOC e polveri (pompe di benzina speciali, marmitte catalitiche, processi di adsorbimento e combustione degli effluenti gassosi, filtrazione dei fumi.... ). INQUINAMENTO DELL’ACQUA Qualità dell’ acqua (dipende dall’ uso che se ne vuol fare) parametri: - - pH (in generale dovrebbe essere 7) Residuo secco, torbidità, colore, odore, conducibilità elettrica, BOD (Biological Oxygen Demand): quantità di ossigeno disciolto capace di ossidare i componenti organici presenti, con l’aiuto di microorganismi, in date condizioni) COD (Chemical Oxygen Demand): quantità di ossigeno necessario per ossidare i componenti organici presenti, per via chimica, in date condizioni BOC e COD misurano essenzialmente la quantità di sostanze organiche presenti durezza temporanea: presenza di Ca(HCO3)2 e Mg(HCO3)2; si elimina bollendo: Mg(HCO3)2 -> MgCO3 + CO2 + H2O Ca(HCO3)2 -> CaCO3 + CO2 + H2O durezza permanente: presenza di CaSO4 e MgSO4. La durezza causa la formazione di depositi di MgCO3 e CaCO3 nei condotti e crea problemi alla detergenza (gli ioni Ca2+ e Mg2+ reagiscono con i detergenti formando sali insolubili). Per questo si usano, nei detersivi, sequestranti di questi ioni: polifosfati o zeoliti. Si può eliminare per distillazione o per scambio cationico su resine a scambio cationico (acqua deionizzata) o per congelazione. Inquinanti dell’ acqua: solidi sospesi inquinanti organici: batteri composti organici: fertilizzanti organici pesticidi detergenti solventi petrolio inquinanti inorganici: metalli tossici: Cd: ind. glavanica e dei pigmenti Cr: tossico Cr6+, da ind. galvanica, conciaria Hg: industria chimica ed elettrica Pb: dai gas di scarico delle automobili Cu: essenziale, tossico ad alte concentrazioni Zn: essenziale, tossico ad alte concentrazioni As: naturale Se: naturale, ind. elettronica e pigmenti Depurazione delle acque reflue: metodi meccanici: eliminazione solidi (filtrazione, sedimentazione, centrifugazione, flottazione, ...) metodi biologici (biofiltri): elim. sostanze organiche metodi chimici: precipitazioni, neutralizzazione, osmosi inversa. ossidazioni chimiche con O3 o NaClO in cond. supercritiche catalitiche e fotocatalitiche Trattamenti dei fanghi: digestione anaerobia (prod. CH4), essiccazione (concimi) incenerimento Potabilizzazione. APPLICAZIONI DELL’ INFORMATICA IN AMBIENTI CHIMICI 1. Chimica teorica e modellazione di fenomeni chimici. La chimica è stata finora una scienza principalmente sperimentale a causa della complessità dei processi chimici che è finora stato impossibile modellare convenientemente. Grazie agli sviluppi dell’ elettronica e dell’ informatica è oggi possibile affrontare problemi anche molto complessi. La chimica teorica ha quindi oggi strumenti di gran lunga più potenti e per questo sta raggiungendo livelli inimmaginabili. Uno dei settori in maggior sviluppo è la biochimica teorica, grazie alla quale è possibile per esempio “progettare” la struttura di farmaci. 2. Applicazioni relative alla protezione ambientale. Le reti di rilevazione degli inquinanti dell’ aria e dell’ acqua e la modellazione dei fenomeni di produzione e di dinamica degli inquinanti sono settori in cui l’ informatica rappresenta uno strumento indispensabile ed in continuo miglioramento. Il controllo automatico della quantità e qualità degli effluenti emessi da impianti industriali implica tecnologie sempre più sofisticate. 3. Sistemi di controllo automatico e di sicurezza in impianti chimici ed impianti di produzione di energia. Gli impianti chimici (es. raffinerie e petrolchimici) e gli impianti di produzione di energia (termica e nucleare) sono tipicamente grandi strutture molto complesse costituite da più unità che normalmente operano in serie ed in continuo (es. un impianto di steam cracking per la produzione di etilene, poi convertito a polietilene per produrre, es. i sacchetti di plastica del supermercato). Il funzionamento ottimale di questi impianti implica una serie enorme di controlli (di temperatura, di pressione, di livello, di portate,…) per ogni singola unità e per tutte le unità che devono operare in continuo. Le variabili in gioco vanno misurate e tenute su valori prefissati o meglio entro certi limiti prefissati per ottimizzare le performances dell’ impianto. D’ altra parte questi impianti sono quasi sempre impianti ad alto rischio. I fluidi utilizzati (es. idrocarburi o altre sostanze organiche) sono spesso altamente tossiche oltre che potenzialmente responsabili di esplosioni. E’ quindi indispensabile che le condizioni di processo siano rigorosamente controllate al fine di evitare situazioni di pericolo o, quando esse accidentalmente si producessero, per limitare i danni e segnalare il pericolo stesso. Questi impianti sono quindi gestiti in continuo da complicatissimi reti di sensori e strumenti di controllo tramite opportuni software. Gli operatori gestiscono il sistema da sale di controllo dove vedono in diretta le condizioni di operazione di tutti gli impianti e possono modificarle opportunamente.