© Flickr CC L’ibridazione tra lupi e cani Il Progetto LIFE IBRIWOLF e dove si svolge © A.CAMBONE-R.ISOTTI / HOMO AMBIENS i partner Per saperne di più sul progetto LIFE IBRIWOLF e sulle attività previste puoi contattarci al sito www.ibriwolf.it Un problema che mette a rischio il futuro del lupo © Fred F. Hazelhoff / WWF-Canon In quest’ambito il progetto LIFE Ibriwolf, con un contributo finanziario della CE, ha l’obiettivo di mettere in atto delle azioni pilota per il controllo degli ibridi in due aree campione della Toscana (Monte Amiata e Parco della Maremma) in cui la loro presenza è stata registrata negli ultimi anni. Gli ibridi identificati da personale specializzato verranno rimossi e custoditi in aree faunistiche (presso il CRASM di Semproniano), per scongiurare la formazione di ibridi di generazioni successive alla prima. Inoltre si procederà ad avviare una campagna di sterilizzazione dei cani vaganti, al fine di evitare ulteriori incroci con i lupi, e verrà promossa una campagna di sensibilizzazione della popolazione locale sulla problematica dell’ibridazione. Tali attività sono tutte comprese nel Piano d’Azione per la gestione dei lupi in Europa (pubblicato dal Consiglio d’Europa nel 2000) e sono previste dal Piano di Gestione del lupo italiano in fase di sviluppo da parte del Ministero dell’Ambiente. Il progetto LIFE Ibriwolf è coordinato dalla Provincia di Grosseto e realizzato insieme a Università di Roma, Parco Regionale della Maremma, Unione dei Comuni dell’Amiata Grossetano, WWF Italia. L’ibridazione lupo-cane Lupo e cane sono biologicamente la stessa specie (Canis lupus) ma mentre il lupo è una specie biologicamente naturale, il cane è il risultato della selezione artificiale esercitata da più di 14.000 anni. Oggi il rapporto tra lupi e cani è molto complesso: i cani vengono utilizzati per difendere il bestiame dagli attacchi del lupo, i lupi possono uccidere i cani, i cani possono trasmettere malattie ai lupi e cani rinselvatichiti possono competere con i lupi per il cibo. Infine, lupi e cani (sia domestici sia rinselvatichiti) possono incrociarsi e produrre prole fertile (“ibrida”). Recentemente si sono intensificate le segnalazioni di lupi con caratteristiche morfologiche difformi da quelle standard del A sinistra cuccioli di ibrido canelupo e lupo che mangia. In basso un ibrido adulto e un lupo lupo italiano (lupi neri o di colore pezzato, presenza dello sperone, unghie bianche, ecc.). In Toscana esemplari ibridi (ovvero generati dall’incrocio cane-lupo) sono stati confermati nel Mugello, nel Senese, nell’Amiata e nel Parco della Maremma. FOTO DI L.BOITANI Perche’ l’ibridazione e’ un problema A causa degli incroci con il cane, il lupo rischia di perdere la sua identità genetica. Questo può comportare la perdita degli adattamenti acquisiti dal lupo nel corso di milioni di anni attraverso la selezione naturale. Il comportamento degli ibridi è del tutto simile a quello dei lupi. Ma le caratteristiche degli ibridi, spesso simili a quelle di un cane, consentono a questi animali di avvicinarsi a paesi e animali domestici senza destare allarme. In tal modo, gli ibridi hanno un vantaggio sui lupi nell’attaccare il bestiame mostrando un comportamento temerario. I danni causati dagli ibridi e dai cani vaganti sono del tutto simili a quelli causati dal lupo ed è oggettivamente difficile distinguerli; di conseguenza, la gran parte dei danni viene attribuita al lupo anche quando questo non ne è responsabile. Gli ibridi non sono chiaramente identificati nell’attuale quadro normativo: non sono protetti dalla legge quadro sulla caccia (L.N. 157/92), non sono contemplati dalla legge sul randagismo canino (L.N. 281/91), né dai regolamenti per l’indennizzo dei danni, e ciò pone quindi seri problemi legali per la gestione sia degli animali ibridi che dei danni da loro causati. Con la comparsa degli ibridi e il loro assorbimento nella popolazione di lupo scompare il lupo, oggetto della normativa di conservazione. Recentemente la Commissione Europea (Ufficio Biodiversità, Natura 2000) ha confermato che gli ibridi non sono protetti e che la problematica dovrebbe essere affrontata prontamente per garantire la conservazione del lupo. © A.CAMBONE-R.ISOTTI / HOMO AMBIENS I lupi sono ancora in pericolo In Italia si riscontra oggi un elevato numero di lupi abbattuti illegalmente: si stima che ogni anno ben il 15-20% della popolazione totale viene sterminato da fucili, lacci e bocconi avvelenati. Una nuova minaccia fino ad oggi sottovalutata è l’ibridazione con i cani (Canis lupus familiaris), di cui il progetto IBRIWOLF si occuperà nei prossimi anni. FOTO DI L.BOITANI Il comportamento del lupo In Italia il lupo è abituato ad occupare aree con alte densità umane. Assai diffidente, la sua attività è solitamente concentrata nelle ore notturne. Di giorno riposa nelle aree meno disturbate del suo territorio, che ha una dimensione media di 150-250 kmq. Negli anni passati, a causa della scarsa qualità ambientale, i branchi erano rari e si nutriva soprattutto di rifiuti. Oggi il lupo è tornato a cacciare in branco e della sua dieta fanno parte soprattutto gli ungulati selvatici (cinghiali, caprioli, cervi) e solo marginalmente quel bestiame domestico lasciato incustodito. In 14 regioni italiane esistono leggi d’indennizzo per i danni causati dal lupo. © A.CAMBONE-R.ISOTTI / HOMO AMBIENS Il lupo in Italia In passato in Italia il lupo è stato vittima di una vera e propria persecuzione, negli anni ‘70 quando fu lanciata l’Operazione San Francesco era ancora considerata una “specie nociva”. Oggi il lupo è una specie protetta e in Italia si distribuisce oramai lungo l’intera penisola, dall’Aspromonte alla catena alpina, con una popolazione che si è ripresa dal minimo storico raggiunto negli anni ’70 (stimato a meno di 100 esemplari).