Che cos’è il clonaggio? L’utilizzo della riproduzione asessuale per produrre organismi geneticamente identici tra loro e alla «madre»: nel giardinaggio: propagazione delle piante per talee (es. di cloni) in batteriologia: colture di espansione da una singola colonia Clonaggio applicato ai geni Inserimento di un gene in una cellula qualsiasi (batterio, linea cellulare, cellula uovo): Trasmissione del gene inserito attraverso la replicazione della cellula stessa (gene clonato) Produzione di organismi geneticamente modificati (transgenici) Storia del clonaggio molecolare: le prime molecole di DNA ricombinante sono stati generati e studiati nel 1972 I microbiologi, cercando di comprendere i meccanismi molecolari attraverso i quali batteri limitavano la crescita di un batteriofago: o Isolamento di enzimi di restrizione o hanno dimostrato che gli enzimi di restrizione tagliano le molecole di DNA cromosomico in frammenti di lunghezza in posizioni specifiche o La sezione della molecola di più grandi dimensioni potrebbe essere purificate mediante separazione in base al peso molecolare e purificazione (da gel d’agarosio) o Usando un secondo enzima, la DNA ligase, I frammenti generate per restrizione e purificati possono essere uniti creando un DNA ricombinante. o Ricombinando il frammenti d’interesse col DNA del vettore, ad esempio un batteriofago or plasmidi, che si replicano naturalmente all’interno di batteri o Grandi quantità di molecole di DNA ricombinante possono così essere prodotte in colture batteriche Step nel clonaggio molecolare o Scelta dell’organismo ospite e del vettore per il clonaggio o Preparazione del DNA vettore o Preparazione del DNA da clonare o Creazione del DNA ricombinante con la ligasi o Introduzione del DNA ricombinante nell’organismo ospite o Selezione degli organsmi contenente il vettore ricombinante o Screening dei cloni col DNA d’interesse e con le proprietà biologiche da questo derivate Scelta dell’organismo ospite e del vettore per il clonaggio Vettori plasmidici (A) di E. coli. Sono di uso comune, perché sono tecnicamente abbastanza sofisticati, versatili, ampiamente disponibili, e offrono rapida crescita di microrganismi ricombinanti con attrezzatura minima a disposizione. Se il DNA da clonare è eccezionalmente grande (da centinaia di migliaia a milioni di coppie di basi), è spesso scelto un cromosoma artificiale batterico (B) o di lievito come vettore (C). Applicazioni specializzate possono richiedere sistemi ospite-vettore specializzati (D). Ad esempio, se gli sperimentatori intendono isolare una proteina ricombinante da un particolare dall'organismo ospite, deve essere scelto un vettore di espressione contenente segnali appropriati per trascrizione e traduzione nell'organismo ospite desiderato. Oppure, se la si vuole ottenere la replicazione del DNA ricombinante in diverse specie (per esempio, in applicazioni che richiedono il trasferimento del DNA ricombinante da batteri alle piante), deve essere selezionato un vettore con caratteristiche tali da crescere in una più ampia gamma di ospiti (vettore shuttle). Spesso, gli esperimenti di clonaggio molecolare richiedono, infatti, un clonaggio in un plasmide batterico, seguito da un subclonaggio in un vettore specializzato. (A) (B) (C) (D) Scelta dell’organismo ospite e del vettore per il clonaggio 4 4 segmenti DNA di importanza critica per funzioni ed utilità sperimentale: 2 1. L’origine di replicazione nel vettore adatta per la duplicazione nell’organismo ospite 2. Uno o più siti per enzimi di restrizione per introdurre nel vettore il DNA esogeno (multiple cloning site=MCS) 3. Un gene marker per la selezione genetica delle cellule che hanno internalizzato il VETTORE 4. Un gene tag che può essere usato per individuare le cellule con il vettore RICOMBINANTE 3 1 Uso di enzimi di restrizione A. Taglio del plasmide B. Taglio del DNA esogeno con gli stessi enzimi di restrizione C. Inserzione del DNA esogeno nel vettore ricombinante Uso di enzimi di restrizione Clonaggio di DNA genomico Per clonare un DNA genomico, questo deve prima essere estratto dalle cellule dall’organsmo d’interesse. Virtualmente ogni tessuto può costituire una sorgente di materiale (anche quelli da animali/piante estinti), basta non sia troppo degradato. Il DNA genomico viene purificato con metodi semplici di estrazione per rimuovere la componente proteica. Sticky-end cloning (clonaggio direzionale) o Per inserire un frammenti di DNA in un plasmide è preferibile usare due diversi enzimi di restrizione per digerire il DNA, generando due diverse estremità. Questo per impedire il ri-annealing del vettore di DNA su se stesso senza l’inserto, ciò permette, inoltre, l’inserimento del frammento ricombinante in un’unica direzione. o Se non è possibile usare due diversi siti per enzimi di restrizione, allora il DNA del vettore deve per necessariamente essere defosforilato per evitare l’elevato grado di ricircolarizzazione del vettore senza l’inserto. Il vettore tagliato col RE può poi essere defosforilato usando la Fosfatasi Acalina: in questo modo le molecole di vettore coi terminali defosforilato non riescono a duplicarsi nelle cellule dell’ospite, e la replicazione può avvenire solo per i vettori con integrato l’inserto nel dito di taglio con l’RE. o fosfatasi alcalina del gamberetto (SAP) o fosfatasi antartica (AP) sono un’adatta alternativa, in quanto possono essere facilmente inattivate dopo la reazione. Blunt-end cloning o La reazione di ligasi su terminali blunt-end non coinvolge l’appaiamento di basi delle estremità di DNA digerito con RE o Il vantaggio maggiore del clonaggio blunt-end è che l’inserimento del DNA esogeno non richiede che ci sia nel vettore un sito di restrizione corrispondente, come quando dobbiamo clonare prodotti di PCR. o La reazione di ligasi su terminali blunt-end è meno efficiente di quella su sticky-end, tipicamente la reazione ha una resa 100X più bassa, perchè dipende dall’incontro casuale tra I blunt-ends. o La concentrazione dell’enzima Ligase è usata più alta (10x o più) è più lunghi sono anche I tempi di incubazione. o Il vettore necessita di essere defosforilato per limitare la selfligation. o Mentre l’inserto deve essere fosforilato. I prodotti di PCR bluntended normalmente mancano del 5'-fosfate, perchè i primers sono sempre sintetizzato non fosforilato. La fosforilazione può essere condotta con T4 polynucleotide kinase. o Usando la Taq polymerase per la PCR, questa può aggiungere un’extra adenine (A) al 3' del prodotto PCR. In questo caso, i terminali blunt del vettore devono essere adattati aggiungendo ai terminali una T. Ciò si ottinene aggiungendo dideoxythymidine triphosphate (ddTTP) con la Terminal Transferase al vettore. Clonaggio di prodotti di PCR La reazione di polimerizzazione a catena (PCR) è spesso usata per produrre frammenti di DNA o RNA (RT-PCR) aventi sequenze specifiche e creare porzioni di DNA esogeno per il clonaggio molecolare. Il DNA per il clonaggio può essere ottenuto da RNA usando la reverse transcriptase (complementary DNA or cDNA cloning), o rappresentato da frammenti di DNA sintetizzato artificialmente (artificial gene synthesis). Uso di linkers attaccati alle molecole di DNA Spesso il DNA è digerito con enzimi di restrizione oppure, ottenuto per PCR usando primer contenente siti per RE Questo per generare frammenti con estremità in grado di essere legate a quelle del vettore. Se necessario, brevi frammenti di dsDNA (linkers) conteneti i siti per RE possono essere aggiunti Per creare strutture terminali del DNA esogeno che siano compatibili col vettore. Reazione ligasica o La reazione della Ligasi è l’unione, operata da questo enzima, di due frammenti di acido nucleico. É una procedura essenziale per il clonaggio e la creazione di molecole di DNA ricombinante. o La reazione prevede l’utilizzo di un co-fattore, in genere ATP or NAD+. o L’enzima più usato in laboratorio è la T4 DNA ligase. Fattori che influenzano la reazione ligasica o o o o o La concentrazione di enzima • Alta concentrazione di DNA ligase concentration può essere usata in presenza di PEG (polyethylene glycol) per una reazione più rapida La temperature di reazione ed il tempo d’incubazione • L’optimum di temperature per l’attività della DNA ligase è 37°C, ma le estremità possono essere stabilmente legate anche a temperature più basse. Molti protocolli preferiscono I 12-16°C, la temperature ambiente, o i 4°C. La concentrazione di DNA • Una molecola di DNA può ricircolarizzare unendo le sue estremità • Più bassa è la concentrazione di DNA, più bassa la ricircolarizzazione intramolecolare • La concentrazione di DNA totale non deve essere meno di 10 ng/μl • La concentrazione dei frammenti di DNA, così come la loro lunghezza, sono fattori che possono interferire nelle reazioni ligasiche intermoleculari o intramoleculari. La composizione del buffer di reazione • Un eccesso di Na+ può irrigidire la strutture del DNA e favorire le reazioni ligasiche intermolecolari. Tuttavia, alte concentrazione di cationi monovalenti (>200 mM) possono completamente inibire la reazione. Il rapporto molare tra insert e vettore usualmente è circa 3:1 • Rapporti superiori possono causare inserzioni multiple. Il rapport può essere variato in base alla lunghezza dell’inserto. Altri metodi per legare il DNA nel vettore Un elevato numero di kit commerciali per il clonaggio di DNA usa altri metodi e non DNA ligase. Questi metodi servono per aumentare la rapidità di clonaggio. Tuttavia questi metodi richiedono l’uso di vettori appositamente disegnati e specificamente progettati, e mancare per questo di flessibilità. o Topoisomerase-mediated ligation La topoisomerase può essere usata invece della ligase, il clonaggio può essere fatto più rapidamente senza bisogno di RE per digerire il vettore e l’inserto. Col TOPO cloning method un vettore linearizzato è attivato dall’attacco con la topoisomerase I ai suoi terminali, tale "TOPO-activated" vector può poi ricevere l’inserzione di prodotti PCR product rilasciando un vettore circolare ricombinante. o Homologous recombination Un altro metodo di clonaggio senza l’uso della ligase, che si basa sul fenomeno della ricombinazione, usando ad esempio un Gateway cloning system. Con questo Sistema un gene, una volta inserito in un vettore (chiamato clone d’entrata), poi può essere introdotto in una varietà di altri vettori per l’espressione in sistemi specifici. Topoisomerase-mediated ligation in TOPO cloning o Tecnica La TA TOPO cloning technique si basa sulla capacità di creare nel vettore una (T) che può complementarizzare con una una (A) presente su un differente frammento di DNA da inserire. In questo caso l’inserto DNA di è creato per PCR: infatti, la Taq polymerase aggiunge un extra "A" come nucleotide al terminale 3‘ durante la reazione di polimerizzazione, producendo una 3'-adenine protrundente. La DNA topoisomerase I (Vaccinia virus topoisomerase I) riconosce specifiche sequenze sul DNA, come 5´-(C/T)CCTT-3'. Quest’enzima può essere usato per tagliare in particolare il DNA superavvolto in corrispondenza di queste sequenze appositamente inserite in questi vettori per creare I terminali 3' fosfato di (T) che fungono da accettore ed ibrizizzano con la (A) del prodotto PCR. Plasmid 5’-AGTGATTCAACATATTCCGTTCCCTTATTCCGATACTATG-3’ 3’-TCACTAAGTTGTATAAGGCAAGGGAATAAGGCTATGATAC-5’ Plasmid/Topoisomerase I complex TOPO 5’-AGTGATTCAACATATTCCGTTCCCTT-3’ 3’-TCACTAAGTTGTATAAGGCAAGGGA 3’-A acceptor DNA PCR products 5’- - GGATTGACAACATATTCCGA-3’ 3’-ACCTAACTGTTGTATAAGGC- - 5’ Topoisomerase-mediated ligation in TOPO cloning o TOPO vectors I TOPO vectors contengno la sequenza specifica riconosciuta dalla topoisomerasi 5´-(C/T)CCTT-3' ai due terminali linearizzabili. Sono plasmidi ingegnerizzati per essere linearizzato con una 3‘-deossitimidina (T) sporgente e legata covalentemente dalla topoisomerase I. Il 3‘-A sporgente di un prodotto di PCR è complementare al 3‘-T sporgente del vettore e viene legato in presenza di of the topoisomerase I. Topoisomerase-mediated ligation in TOPO cloning Homologous recombination in molecular cloning Il gene d’interesse è facilmente veicolato in un plasmide come vettore di destinazione. Questa reazione è mediata da mix enzima Invitrogen™ LR Clon ase™, che contiene le proteine necessarie per asportare il gene di interesse dal clone di entrata e integrarlo nel vettore destinazione, che poi diventa il vostro clone di espressione. Questa reazione è semplice: richiede una reazione BP (ricombinazione tra i siti attB e attP) utilizzando una mix di enzima Invitrogen™ BP Clonase™. Vi è una vasta scelta di vettori d’espressione disponibili per applicazioni con Gateway cloning technology, come per l’espressione di proteine in E. coli, lievito, insetti, o cellule di mammiferi per studi di RNAi, o per caratterizzazione cristallografiche di proteine, oppure studi d’interazione proteina–proteina, c’è un vettore di Destinazione adatto per ogni applicazione specializzato e customizzato. https://www.thermofisher.com/it/en/home/life-science/cloning/gateway-cloning.html?gclid=COLht6-xNICFRSeGwodj7kA8w&s_kwcid=AL!3652!3!78852797961!p!!g!!gateway%20cloning&ef_id=WNnprgAA BQ4vba5S:20170328044222:s Homologous recombination in molecular cloning To popularize this method, we tested critical parameters influencing the efficiency of PCR fragments cloning into PCR-amplified vectors by homologous recombination in the widely used E. coli strain DH5α. These results support the idea that homologous recombination in E. coli might be one of the most effective methods for cloning one or two PCR fragments. For its simplicity and high efficiency, we believe that recombinational cloning in E. coli has a great potential to become a routine procedure in most molecular biology-oriented laboratories. Optimal Cloning of PCR Fragments by Homologous Recombination in Escherichia coli Ana Paula Jacobus, Jeferson Gross. PLOS ONE | DOI:10.1371/journal.pone.0119221 March 16, 2015 Cloning using homopolymer tailing reaction catalyzed by Terminal Deoxynucleotidyl Transferase La DNA polimerasi gioca un ruolo essenziale nei processi di replicazione, riparo, e ricombinazione di acidi nucleici. Durante ciascuno di questi processi biologici, la polimerasi estende un filamento di DNA a partire da un primer su uno stampo di DNA (o cDNA). Tuttavia non tutti gli enzimi necessitano di un primer per la reazione di polimerizzazione, ne di un templato. La terminal deoxynucleotidyl transferase (TdT), possiede l’INUSUALE capacità di incorporare nucleotide in modo indipendente dalla presenza di un templato usando solo sDNA (single-stranded DNA) come substrato (esempio B). Cloning using homopolymer tailing reaction catalyzed by Terminal Deoxynucleotidyl Transferase PCR product homopolymeric tail at 3’-OH end homopolymeric tail at 3’-OH end The gap is not a problem when the tail is >20nt homopolymeric tail prevents selfligation of the vector It’s possible recover the insert of DNA using restriction enzymes of the MCS Multiple cloning site (MCS): the pUC18 and pUC19 polylinker A multiple cloning site (MCS), also called a polylinker, is a short segment of DNA which contains many (up to ~20) restriction sites - a standard feature of engineered plasmids. Restriction sites within an MCS are typically unique, occurring only once within a given plasmid. MCSs are commonly used during procedures involving molecular cloning or subcloning. Extremely useful in biotechnology, bioengineering, and molecular genetics, MCSs let a molecular biologist insert a piece of DNA or several pieces of DNA into the region of the MCS. This can be used to create transgenic organisms, also known as genetically modified organisms (GMOs). Replicazione plasmidi - ori o o o o o Sono presenti in copie multiple nella cellula batterica (cellula ospite) Possono essere trasferiti alla progenie quando la cellula batterica si divide Sono in grado di replicarsi all’interno dei batteri Utilizzano per lo più enzimi batterici per la replicazione Contengono solo poche (a volte una proteina) necessarie alla sua replicazione, poste vicino all’ori, il resto può essere «tolto» (non necessario) o ori, origine di replicazione sul plasmide, rappresentata da un singolo nucleotide Replicazione plasmidi - regolato da un RNA antisenso o RNA antisenso (RNAII di 555 bp) un primer d’innesco della replicazione o Lega l’ori formando un ibrido RNA/DNA o L’RNasi H taglia l’ibrido esponendo un 3’-OH per l’inizio della polimerizzazione o L’inibizione della replicazione è invece determinata dall’RNA I (108 bp) complementare all’RNA II, che può con questo formare un ibrido RNA/RNA non tagliabile dall’RNasi H. o Altro regolatore negativo è la proteina plasmidica Rop, che aumenta la formazione dell’ibrido RNA I/RNA II o Nei plasmidi ad ampio spettro vicino all’ori c’è una sequenza detta iterone (17-22 bp) legata dalla proteina repA (unica proteina coinvolta nella replicazione plasmidica il cui gene è situato sul plasmide). E un regolatore trascrizionale: lega il suo stesso promotore e in presenta di numerose copie di plasmide lo inibisce, riattivandolo subito dopo la divisione cellulare quando la sua concentrazione cala. Replicazione plasmidi - ori Plasmidi ingegnerizzati: molte centinaia di copie nella cellula batterica (solo 15 copie per i wild-type): o Produce un’elevata espressione anche del gene clonato o Potrebbe generare instabilità e rallentare la crescita batterica o Effetti tossici sulla cellula ospite o Alcuni plasmidi non possono coesiste insieme nella stessa cellula (incompatibilità) o Alcuni plasmidi si replicano in ampia gamma di specie batteriche, ma quelli impiegati nel clonaggio hanno uno spettro di selettività per l’ospite più ristretto (per evitare rischi per ambiente/salute) o COSTRUZIONE di plasmidi con un’ori funzionale per la specie da usare come ospite; se necessario replicare il plasmide in un ospite e studiare il comportamento del gene clonato in un altro: costruire plasmidi shuttle, con due ori specifiche per le diverse specie. Instabilità segregazionale o Specifica funzione: par, equa ripartizione delle copie ad ogni evento cellulare. Nel plasmide pBR322, la regione genica par è rimossa: in carenza di nutrienti o fattori di stress si possono formare sottopopolazioni batteriche prive di plasmide o Superavvolgimento del DNA: ruolo nella ripartizione plasmidica: assenza di par, inferiore superavvolgimento o TopA, (DNA girasi) stabilizza il superavvolgimento negativo dei mutati par, migliorando la ripartizione durante la divisione cellulare o Formazione di multimeri: ogni plasmide ha un’origine di replicazione, plasmidi multimerici hanno più ori, ma non hanno un numero equivalente di molecole plasmidiche, ciò causa instabilità. o La risoluzione dei multimeri in monomeri, può avvenire quando sul plasmide è presente una sequenza cer, riconosciuto dalla proteina Xer sintetizzata dall’ospite. Marcatori di selezione – Resistenza agli antibiotici o Necessità dipendente dall’inefficienza della reazione di ligasi e di trasformazione batterica (max efficienza in E. coli 1%) o Prevenire la crescita delle non trasformate (senza vettore) o Geni che contribuiscono alla resistenza ad antibiotici (β-lattamasi, idrolizzante antibiotici β-lattamici, come la penicillina in acido penicillico, AMPR) Non discrimina le cellule batteriche trasformate col vettore plasmidico da quelle col vettore contenente l’inserto genico clonato Inattivazione inserzionale I moderni vettori di clonaggio (ad esempio pUC19 e derivati successivi, tra cui i vettori pGEM) utilizzano il sistema di screening blu-bianco per distinguere le colonie (cloni) delle cellule transgeniche da quelle che contengono il vettore senza sequenza ricombinante inserita. In questi vettori, DNA estraneo viene inserito in una sequenza che codifica una parte essenziale della βgalattosidasi, un enzima che produce una colonia di colore blu nel terreno di coltura. L’inserimento del DNA estraneo nel sequenza codificante βgalattosidasi inattiva l'enzima, in modo che le colonie contenenti DNA trasformato rimangono incolore (bianco) e facilitando l’identificare dei cloni batterici contenenti il plasmide ricombinante. Inattivazione inserzionale Il primo gene in E. coli lac operone è lacZ (β-galattosidasi, β-gal). La forma attiva di β-gal è un tetramero e idrolizza il lattosio in glucosio e galattosio. Eliminazione aminoacidi 11-41 della β-gal produce un enzima FORMANTE UN TETRAMERO NON FUNZIONANTE (processo α-complementazione) potrebbe essere utilizzato per lo screening in colonie di E. coli della presenza di inserti nel sito di clonaggio. Nel bel mezzo della regione codificante l’α-peptide in un plasmide pUC è introdotto un sito di clonazione multipla (MCS). Quando un frammento di DNA viene inserito nel MCS, interrompe l'α-peptide, rendendo la β-gal non funzionale. vettori per lo screening bianco/blu: pGEM-T, pBluescript, pUC18 e pUC19 Inattivazione inserzionale 5-bromo-4-cloro-indolil-β-D-galattopiranoside (X-gal) è un analogo incolore di lattosio. Quando la β-galattosidasi idrolizza X-Gal, si crea un prodotto blu (5,5'-dibromo-4,4dicloro-indaco). In questo sistema di screening, un ceppo di E. coli è trasformato con una reazione ligasica, poi viene fatto crescere su piastre di agar contenenti X-Gal. Una colonia di colore blu indica che l'α-peptide nel plasmide è intatto (senza inserto), mentre una colonia bianca indica che l'α-peptide è interrotta (presenza dell’inserto clonato). Vettori con la regione codificante α-peptide e il MCS: pGEM-T, pBluescript, pUC18 e pUC19. X-gal può essere acquistato disciolto o in polvere. Esso può essere sciolto in DMSO o DMF ad una concentrazione di 20 mg/ml. X-gal deve essere conservato a -20 °C e al riparo dalla luce. Isopropilico β-D-1-thiogalactopyranoside (IPTG) 10 mm è necessario per indurre l'espressione β-gal in E. coli. Preparazione delle piastre per la coltura delle colonie batteriche per lo screening: Preparare alcune piastre di agar LB contenenti l'antibiotico appropriato per selezionare per il plasmide prescelto. Su ogni piastra spargere • 100 µl di 20 mg/ml x-Gal • 100 µl di 10 mM IPTG Stendere la reazione di trasformazione su una piastra contenete IPTG e X-Gal. Incubare la piastra per una notte a 37 ° C. Estrazione DNA plasmidico – Lisi alcalina Coltura batterica liquida o Rimuovere il terreno di coltura e pellettare le cellule batteriche mediante centrifugata (per 1 ml di coltura) o A volte le cellule batteriche possono essere trattate col lisozima, per rompere la parete batterica o Risospendere i batteri in una soluzione contenente (300 µl): EDTA, che sottrae Mg inibendo le nucleasi che potrebbero degradare il DNA; e RNasi, che alla rottura delle cellule frammenterà l’RNA; Tris pH=8 manterrà invece in soluzione il DNA o Aggiungere una soluzione contenente (300 µl): NaOH e SDS. Le membrane si denaturano per l’SDS causando la lisi delle cellule e il DNA si denatura per il pH alcalino della soda, ma essendo il plasmide superavvolto non si denatura completamente Birnboim and Doly 1979 Estrazione DNA plasmidico – Lisi alcalina Coltura batterica liquida o Aggiungere una soluzione contenente (300 µl): Acetato di potassio pH=5.1, per neutralizzare il pH e il DNA plasmidico tende ad acquistare la conformazione originale, mentre il DNA cromosomico si ingarbuglia o L’elevata concentrazione salina fa precipitare l’SDS insieme a proteine e detriti cellulari e legato alla membrana anche il DNA cromosomale o Il DNA plasmidico resta in soluzione, sarà recuperato col supernatante limpido, dopo centrifugazione o Aggiungere 0.9 volumi di Isopropanolo (720 µl su 800 µl di soluzione), per sottrarre molecole di acqua al DNA e facendolo così precipitare, centrifugare e gettare il surnatante o Aggiungere 500 µl di etanolo 70% al pellet di DNA, per eliminare i sali, esiccare all’aria o Risospendere il DNA in acqua o TE (Tris pH=8 ed EDTA) Estrazione DNA plasmidico – Lisi alcalina Estrazione DNA plasmidico – Purificazione mediante estrazione fenolo/cloroformio o Dopo la precipitazione con Acetato di potassio pH=5.1 e la centrifugazione per eliminare membrane e DNA cromosomico, il supernatante potrebbe essere ulteriormente purificato mediante estrazione con fenolo/cloroformio. Estrazione DNA plasmidico – mediante ultracentrifugazione in gradient di densità EtBr-CsCl o EtBr riduce il superavvolgimento del DNA plasmidico o Rendendolo più cromosomico denso del DNA o Favorendo la sua separazione in gradiente di CsCl mediante ultracentrifugazione Radloff et all. 1967 Estrazione DNA plasmidico – mediante ultracentrifugazione in gradient di densità EtBr-CsCl 1.DNA circolare plasmidico+ 2.DNA lineare plasmidico 3.DNA plasmidico superavvolto Il DNA aggiunto ad una provetta contenente una soluzione concentrata di Cloruro di Cesio (CsCl 6M) viene sottoposto a centrifugazione. In queste condizioni nella provetta si forma un gradiente di densità, dal momento che il CsCl tende a concentrarsi verso il fondo della stessa. Una volta che si è formato il gradiente di densità, il DNA (ma in generale qualunque molecola nella provetta) migra per fermarsi nella regione della soluzione che ha densità uguale alla sua. Il DNA può essere messo in evidenza in seguito all'introduzione di particolari sostanze che si legano ad esso e divengono visibili se illuminate da luce ultravioletta (EtBr). Estrazione DNA plasmidico – mediante ultracentrifugazione in gradient di densità EtBr-CsCl RCF (Relative Centrifugal Force) Rappresenta la forza di sedimentazione sviluppata artificialmente dalla centrifuga viene chiamata ed è indicata con un numero che rappresenta un multiplo della forza di gravità terrestre "x g". rpm (revolutions per minute) sono un'unità di misura della velocità di rotazione, pari al numero di giri o cicli compiuti in un minuto da un oggetto o dagli organi rotanti di una macchina. RCF = (1.12 · 10-5) . r. (rpm)2 Centrifughe a bassa velocià (MAX 3.000-6.000 g) si usano per raccogliere organelli di grandi dimensioni e precipitati grossolani. La velocità massima applicabile dipende anche dal materiale dei porta-campioni (es. i tubi Falcon da 50 ml si deformano con RCF superiori a 4000 g) Microcentrifughe (10.000 g) sono capaci di accelerazioni rapide. Le utracentrifughe, che sviluppano RCF anche superiori a 100.000 g, sono dotate di un sistema di aspirazione che crea il vuoto nella camera di centrifugazione, e di un sistema di refrigerazione che limita il surriscaldamento per attrito del rotore e dei campioni. Ultracentrifughe (MAX 600.000 g) possiedono sistemi di vuoto e refrigerazione sofisticati e vengono usate per isolare piccoli organelli come i ribosomi e le vescicole di membrana. Estrazione di DNA plasmidico - con il kit Miniprep QIAGEN PROTOCOLLO: •Centrifugare per 5 minuti a 4000 rpm in centrifuga da banco •Eliminare il surnatente •Risospendere il pellet in 500ul d'H20 e trasferire la sospensione in una provetta Eppendorf d 1.5ml •Centrifugare per 2 minuti alla massima velocità in una microcentrifuga. •Eliminare il surnatante. •Aggiungere 250ul di tampone P1 [50mM Tris-HCl pH 8.0, 10mM EDTA, 100 ug/ml RNasiA •Risospendere le cellule. •Aggiungere 250 ul di tampone P2 [Tampone di lisi alcalina: 200mM NaOH,1%SDS(p/v)] e miscelare capovolgendo per 3-4 volte la provetta (non usare vortex per evitare di frammentare il DNA cromosomale - circa 400Kb - e non superare i 5 minuti a questo stadio). Questo passaggio provoca la denaturazione di DNA e proteine e la solubilizazione delle membrane. •Aggiungere350 ul di tampone N3 [Tampone di neutralizazzione: contenente potassio acetato, acido acetico,pH4.8], miscelare come al punto precedente. Questo passaggio contente la rinaturazione selettiva del solo DNA plasmidico, infatti quello cromosomale, si riassocia male, ingarbugliandosi. •Centrifugre alla massima velocita (13000 rpm) in una microcentrifuga per 10 minuti. Il DNA plasmidico rimane in soluzione. •Aspirare il surnatante (volume di circa 950ul) e trasferirlo in una nuova provetta Eppendorf. Il sedimento contenente pareti, complessi di DNA cromosomale e proteine denaturate viene scartato. •Trasferire il contenuto della provetta su una microcolonna QIA-Prep. •Centrifugare per 1 minuto in microcentrifuga. •Eliminare il liquido che è filtrato attraverso la microcolonna. •Aggiungere alla microcolonna 0.75 ml di tampone PE [Tampone di lavaggio] e centrifugare per 1 minuto. •Scartare il liquido filtrato e centrifugare per un minuto per eliminare il liquido residuo. •Trasferire la microcolonna su una provetta Eppendorf da 1.5 ml. •Per eluire il DNA aggiungere al centro della microcolonna 50 ul di tampone EB [Tampone di eluizione: 10mM Tris-Hl, pH 8.5] •Lasciare assorbire per un minuto e poi centrifugare per 1 minuto. •Tenere l'eluato ed eliminare la microcolonna. •Allestire i campioni per l'elettroforesi, e farla partire. Analysis of plasmid DNA in agarose gel The movement of the DNA may be affected by the conformation of the DNA molecule, for example, supercoiled DNA usually moves faster than relaxed DNA because it is tightly coiled and hence more compact. In a normal plasmid DNA preparation, multiple forms of DNA may be present. Gel electrophoresis of the plasmids would normally show the negatively supercoiled form as the main band, while nicked DNA (open circular form) and the relaxed closed circular form appears as minor bands. The rate at which the various forms move however can change using different electrophoresis conditions, and the mobility of larger circular DNA may be more strongly affected than linear DNA by the pore size of the gel. Ethidium bromide which intercalates into circular DNA can change the charge, length, as well as the superhelicity of the DNA molecule, therefore its presence in gel during electrophoresis can affect its movement. Agarose gel electrophoresis can be used to resolve circular DNA with different supercoiling topology. *Note however that the size of a circular DNA like plasmids cannot be accurately gauged using standard markers unless it has been linearized by restriction digest, alternatively a supercoiled DNA marker may be used.