STELLA POLARE - dreamBOOK edizioni

In copertina: Illustrazione di Sara Angiolini
€ 13,00
Michela Castello
Michela Castello
STELLA POLARE
Michela Castello nasce e
vive a Pontedera (Pisa)
mentre a Cascina svolge la
propria attività lavorativa.
Parallelamente vive il suo
rapporto con la scrittura
misurandosi prima su web
con una serie di racconti e
di riflessioni che la conducono verso questa prima
pubblicazione nella quale mostra le sue carte migliori.
La sua disabilità visiva non le impedisce di “vedere” i
limiti e le aberrazioni del mondo e della società e per
questo suggerisce dei rimedi e delle alternative che
derivano anche dal suo percorso spirituale e trascendentale.
STELLA POLARE
dreamBOOK edizioni
Melissa non ha mai incontrato fisicamente il personaggio filo conduttore di tutti i racconti. Ispirata
dalla sua voce, Melissa compie in ogni racconto un
viaggio dentro se stessa, nei recessi della sua anima,
alla ricerca di un senso da dare alla propria vita. Lui le
appare quasi sempre in momenti cruciali, portandole
conforto e serenità e infondendole nuova linfa vitale,
Luce e speranza con le sue parole intrise di umanità.
Diventa per lei una sorta di guida spirituale, la sua
STELLA POLARE. Ogni racconto racchiude in sé un
messaggio di amore per la vita, instillando nella protagonista una maggiore consapevolezza e una nuova
saggezza.
edizioni
CONTEMPORANEA
Michela Castello
STELLA POLARE
edizioni
Copertina: Illustrazione di Sara Angiolini
edizioni
© 2016
dreamBOOK editore
Via Giosuè Carducci, 62
56017 San Giuliano Terme, Pisa
[email protected]
isbn 9788899830045
Quando l’età declina, quando più la tempesta della vita
infuria con tutti i suoi mali fisici e morali, si ritorni alle
origini, si riguardi al passato per averne un conforto che non
mancherà mai, per trarne quella serenità, caratteristica dei
nostri antichi Padri, per affrontare ogni evento, anche il più
triste, anche la morte. La vita e la morte, per essi, non erano
che due stadi diversi dello Spirito Immortale, sempre vigilante
sui destini della Famiglia e della Patria .
(Cesare De Bernardinis, “MA-TRV”, Amatrice, 1932)
PRESENTAZIONE
Melissa non ha mai incontrato fisicamente il personaggio filo conduttore di tutti i racconti, che ne “La Vendemmia” scritto insieme a “La Luce della Luna”, porta il nome di
fantasia Paolo. Né sa niente sul suo conto. Di lui ha udito solo
la voce. Non ha mai potuto coronare il suo sogno di conoscerlo
di persona. Gli “incontri” che ha con lui sono pura invenzione
e frutto della sua immaginazione.
Ispirata dalla voce di lui, Melissa compie in ogni racconto
un viaggio dentro se stessa, nei recessi della sua anima, alla
ricerca di un senso da dare alla propria vita. Lui le appare
quasi sempre in momenti cruciali, portando in lei conforto
e serenità e infondendole nuova linfa vitale, Luce e Speranza
con le sue parole intrise di saggezza.
Diventa per lei una sorta di guida spirituale, la sua STELLA
POLARE.
Ogni racconto racchiude in sé un messaggio di amore per la
vita, instillando nella protagonista una maggiore consapevolezza e una nuova saggezza.
LA LUCE DELLA LUNA
Era una calda serata estiva quando Melissa si recò, con
una coppia di amici, ad assistere alla seconda lezione rivolta ai
non vedenti organizzata da un’associazione di Astrofili.
La prima, prettamente teorica, aveva avuto luogo la settimana
precedente.
In quell’occasione Melissa, da sempre amante dell’astronomia,
aveva ascoltato con attenzione e curiosità le spiegazioni riguardanti il sistema solare: un’insolita gioia l’aveva accompagnata per
l’intera durata della lezione. Aveva potuto toccare i modelli plastici e in rilievo rappresentanti la struttura del sistema solare con
pianeti, satelliti e i vari crateri ed era rimasta molto colpita da un
modellino raffigurante il pianeta Saturno circondato dagli anelli.
Tutto ciò aveva suscitato in lei molta emozione e commozione.
Si apprestava dunque ad assistere alla seconda lezione con altrettanto entusiasmo. Il responsabile dell’associazione parlò
degli asteroidi, delle comete e di altre cose per lei molto belle.
Ascoltandolo, ne rimase affascinata.
L’insegnante a un certo punto li condusse dove erano piazzati i vari telescopi e glieli fece toccare uno alla volta affinché
potessero capire come erano fatti. Alcune persone ipovedenti
riuscirono, supportate da un computer, a guardare il cielo.
Lei, per ovvie ragioni, attese che l’intero gruppo potesse far uso,
compatibilmente con le loro possibilità, di quegli strumenti.
Infine, piena di curiosità, chiese anche lei di poter guardare con
uno dei telescopi.
Lui la assecondò senza problemi.
Dapprima le mostrò il pianeta Saturno ma emanava poca luce.
Melissa non percepì quasi nulla.
STELLA POLARE
Le posizionò allora il telescopio in direzione della Luna che era
molto più luminosa. Melissa ebbe a quel punto una piacevole
sorpresa. Quando poggiò l’occhio sulla lente del telescopio, provò
una gioia indescrivibile mista a incredulità e meraviglia nel vedere la luce della Luna che splendeva in tutta la suaregalità. Muoveva continuamente l’occhio sulla lente del telescopio perché non
riusciva a crederci. Provava un’emozione fortissima. Le persone
che erano con lei le dissero in seguito che aveva fatto un gran
salto per la gioia e loro si erano emozionate e commosse con lei.
Estasiata, si lasciò catturare e avvolgere da quella luce fulgida,
brillante e meravigliosa. I pochi attimi si espansero e dilatarono
lo spazio temporale.
Iniziò a fluttuare e a salire sempre più in alto. Si sentiva leggera
e protetta e percepiva un senso di amore e di abbraccio materno. Vagò a lungo avvolta in quella luce splendente come in un
bozzolo. Poi iniziò a discendere.
Si trovò in un prato di primule dai colori vividi e sgargianti
nel pieno della fioritura. Iniziò a camminare su di esso con lo
stupore e la spensieratezza di una bambina.
Giunta al termine di quel prato, si trovò dinanzi a un bellissimo lago dove splendidi fiori di loto si stagliavano in tutta
la loro regalità.
Melissa si sedette sul bordo e restò a contemplarlo, cullandosi
dolcemente nell’ascolto del rumore lieve della sua acqua.
Rimase così a lungo.
Improvvisamente, percepì una presenza accanto a lei. Non le
ci volle molto per capire chi fosse. Rimase pietrificata per lo
stupore e l’incredulità. Fu assalita da un senso di gioia, mista a
commozione. Per un attimo le mancò il respiro. Provò un forte
senso di soffocamento. Fu sul punto di svenire per l’emozione. Lo aveva sentito parlare per la prima volta alla televisione
quando era ancora una bambina e ne era rimasta subito incantata. Era sempre stata affascinata da quella voce di uomo dal
timbro non marcatamente maschile che aveva provocato in lei
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sentimenti, reazioni ed emozioni forti e tra loro contrastanti.
Spesso assumeva un tono duro, autoritario, di minaccia o pareva
celare in sé un qualche mistero. In quelle occasioni lei provava
molta paura, impotenza e imbarazzo e si sentiva completamente
sottomessa e in balia di essa. Altre volte invece era calda, dolce,
suadente, affettuosa. Lei allora l’ascoltava con gioia e commozione, mista però sempre a una soggezione che aveva il potere di
attrarla ancora di più verso di lui. Tante volte si era chiesta come
fosse la persona che possedeva quella splendida voce, per lei così
intrigante e aveva invidiato quel ragazzo nato ottantasette mesi
esatti dopo di lei, per avere un padre così stupendo e prezioso.
Aveva sempre sognato di incontrare quell’uomo tanto affascinante per il quale nutriva un vero e proprio amore platonico.
Si era chiesta cosa sarebbe accaduto se un giorno lo avesse conosciuto di persona. Mai avrebbe osato immaginare che ciò
sarebbe accaduto realmente!
Adesso era lì, accanto a lei. Tutti i sentimenti e le emozioni che
la sua voce aveva sempre suscitato in lei si erano ulteriormente
accentuati, riducendola in un profondo stato di prostrazione.
Seduta immobile e imbambolata, Melissa era davvero accanto
a lui, incapace di proferire parola.
Lui, percependo il suo disagio, le prese le mani tra le sue e le
strinse forte. Rimasero così a lungo, le mani dell’una in quelle
dell’altro, studiandosi a vicenda.
Pian piano Melissa iniziò a rilassarsi. Cominciò a percepire una
sorta di legame profondo tra lei e l’uomo, forse risalente alla
notte dei tempi. Non riusciva a capire né a ricordare quando aveva avuto origine ma quello ormai non aveva più alcuna
importanza. Ciò che contava per lei era che lui fosse lì, seduto
accanto a lei.
«Sei più tranquilla ora? – le chiese lui dolcemente, rompendo
il silenzio – Come vedi, non sono poi così terribile!»
Melissa scoppiò in un singhiozzo convulso che sembrava non
aver fine, poi si calmò.
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Raccolse tutte le forze e, con un fil di voce, disse balbettando:
«Il fatto è che… ho sempre desiderato di incontrarti e di conoscerti ma non pensavo… che ciò sarebbe avvenuto realmente!».
«Tu mi hai sempre conosciuto. Io sono sempre stato e sono
sempre con te. Non mi hai mai percepito perché non sei mai
stata sufficientemente attenta».
Melissa non capiva.
Allora lui proseguì: «Io sono sempre presente in ogni cosa. Sono
con te in ogni momento e ti parlo, ma tu non sai ascoltarmi. Sono presente quando tu contempli il sole, gioisci della sua luce e
gli parli con dolcezza. Sono in quella luce dinanzi alla quale hai
provato poco fa tanto stupore e che stentavi a credere di poter
vedere. Sono in quel prato pieno di primule nel quale provavi
la gioia e la spensieratezza di una bambina. Sono nell’acqua di
quel lago nella quale ti sei specchiata. Ma soprattutto, io sono
sempre presente nel tuo cuore! Come vedi ci sono sempre e ti
ho sempre parlato. Non cercare risposte alle tue domande all’esterno perché tutto è già dentro di te. Basta solo che tu impari
ad ascoltarti di più».
Melissa fu molto colpita da quelle parole.
«Perché la luce della luna mi ha stregata?» domandò ingenua quasi
a cercare una conferma a ciò che sentiva ma si vergognava di dire.
«Perché quella luce ti appartiene, perché ti contiene e tu la
contieni; perché siamo quella luce e vedendola da vicino ci
riconosciamo in essa…»
«Continua!»
«Vedi? Le mie parole “risuonano” in te in modo così armonico da destare emozioni profonde. Sì Melissa, noi siamo quella
luce anche quando il nostro rivestimento esterno la mette in
ombra, anche quando le tenebre sembrano scendere dentro di
noi e vediamo solo il lato deteriore della vita. Lo so bene io che
ho vissuto tante vite, e lo sai anche tu anche se ora, in questa
di vita, hai un orizzonte limitato. Dobbiamo più spesso cercare
quella luce, non solo negli astri ma, come fai tu, in ogni cosa
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bella che ci ricorda di essere quella luce, che ci restituisce il
desiderio di rimpossessarci di essa».
«E come?»
«Come fai tu quando sei stanca di navigare in questo mondo
di ombre; guardando il cielo o la natura, cercando il silenzio
e imparando ad ascoltarlo; leggendo o semplicemente allontanandosi dal frastuono della quotidianità».
Si abbracciarono con una dolcezza che poco aveva delle sensazioni fino a quel momento provate dalla ragazza.
Quando si destò dall’incantesimo, tutto era scomparso. Non
c’erano più né lui, né il lago con i fiori di loto, né il prato di
primule. Era di nuovo in piedi davanti al telescopio insieme ai
suoi compagni.
Rimase ancora alcuni minuti a contemplare la luce della luna,
colma di gratitudine per lo splendido regalo ricevuto, poi dovette suo malgrado staccarsi dal telescopio. Non seppe mai se
quanto aveva vissuto era accaduto realmente o se si era trattato
solo del frutto della sua fantasia. Eppure tutto le era sembrato
così reale da non farla pensare a un sogno.
Per Melissa vedere la luce della luna era stata una gioia immensa e l’emozione le tenne compagnia per molto tempo. Non
avrebbe mai dimenticato quell’esperienza, l’avrebbe custodita
gelosamente per sempre nel più profondo del suo cuore.
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