giovedì 29 agosto 2013 – pagina 31 . Antonino Brosio e Giuseppe D’Agostino hanno lanciato un pallone-sonda che ha raggiunto quota 39.865 metri superando il precedente primato italiano Due rosarnesi portano la Calabria nello spazio Una sfida scientifica che ha permesso di analizzare l’atmosfera terrestre, registrando dati da approfondire Giuseppe Lacquaniti ROSARNO Hanno portato per la prima volta la Calabria nello spazio, compiendo una missione di altissimo livello scientifico, da semplici amatori e senza disporre di mezzi economici pubblici. Protagonisti dell’impresa sono due giovani universitari di Rosarno, Antonino Brosio (25 anni) e Giuseppe D’Agostino (26), i cui risultati conseguiti sono stati proiettati anche a livello nazionale. Quello che il team dei due giovani medmei ha compiuto, costituisce un evento di portata straordinaria, di cui la città e l’intera Calabria devono andare orgogliose. Il 14 luglio scorso, nel contesto del progetto Horus 1, da loro ideato – il primo del genere in Calabria e realizzato in collaborazione con altri due giovani rosarnesi, Gianluca D’Agostino, chimico del gruppo, ed Eduardo Gallucci, progettista dei sistemi elettronici – hanno lanciato da Castel Forte (Latina) un pallone-sonda, alimentato ad elio, che ha raggiunto la quota record di 39.865 metri, superando il precedente primato italiano che era di 39.614 metri. La sonda è stata equipaggiata con video e fotocamere per le riprese della Terra e con apparecchiature sofisticate che hanno L’esperimento si è svolto sotto la direzione dell’astrofisico e studioso di fama mondiale Antonino Scarmato di Briatico permesso di analizzare e studiare l’atmosfera terrestre, registrando grosse quantità di dati, messi a disposizione di scienziati ed astrofili nel sito dell’associazione “Magna Grecia Aerospace”, fondata da Antonino e Giuseppe, la prima in Italia che si occupa di sviluppare anche nella nostra nazione l’industria aerospaziale privata. Il tutto sotto la direzione del presidente onorario, Antonino Scarmato di Briatico, astrofisico e studioso di fama mondiale. Con la sonda è stato lanciato un sistema per lo studio sui raggi cosmici, sviluppato in collaborazione con il professore Tom Bales di Boston. Il pallone-sonda è stato seguito durante il volo con un programma di tracciatura satellitare, che ne ha consentito il recupero dopo l’atterraggio, avvenuto per mezzo di un paracadute e di un sistema di rientro progettato ad hoc. Dopo il successo di Horus 1, Antonino Brosio e Giuseppe D’Agostino hanno portato a realizzazione il progetto Horus 2, allo scopo di riprendere le immagini della Calabria dallo spazio. E così, il 6 agosto scorso, è stata lanciata dalla diga sul Metramo una seconda sonda che dalla stratosfera, a quota 31.000 metri, ha trasmesso foto spettacolari ad alta definizione. L’ulteriore importanza di questi progetti è costituita dal fatto che si è dato vita al primo vettore che immesso e impiegato nella stratosfera, viene fatto rientrare a terra con tutte le apparecchiature annesse per essere riutilizzato in successivi lanci. Il tutto a basso costo. Obiettivo dei giovani scienziati rosarnesi è quello di creare un vettore, denominato Explorer, in grado di trasportare piccoli satelliti nell’orbita bassa (attorno ai 40.000 metri d’altezza) e tornare a terra senza problemi. Antonino e Giuseppe, però, non si sono fermati qui. Stanno pianificando una nuova missione, che potrà rappresentare un punto di svolta per le loro attività. Vogliono inviare nello spazio una strumentazione adatta a studiare una cometa, per acquisire informazioni più approfondite di quanto si possa fare da terra con i telescopi, che devono fare i conti con la barriera costituita dall’atmosfera. Il progetto, denominato Habis (Higth Altitude Balloon Ison Study) sarà presentato alla stampa nel mese di settembre. Nel commentare i risultati, Antonino Brosio, capo del team, ha detto che la missione è stata un successo superiore di gran lunga alle aspettative. «Voglio ringraziare – afferma – tutti coloro che hanno lavorato con me per ottenere risultati così brillanti che dedichiamo a tutti i calabresi, compresi quelli che sono dovuti andare via dalla loro terra. Con la nostra Associazione e i nostri progetti vogliamo dare l’impulso a una nuova rivoluzione culturale, un “rinascimento moderno” per la nostra regione e per Rosarno, perché solo così si può uscire da questo medioevo».3 Una missione di altissimo livello scientifico realizzata senza disporre di finanziamenti pubblici Da tempo si dedicano alla ricerca Quei giovani universitari appassionati di astrofisica Carmen Lacquaniti ROSARNO Due immagini della sonda: lo Stretto di Messina e la piana di Lamezia Antonino Brosio, 25 anni, ha conseguito la maturità classica nel 2006, è attualmente laureando in Scienze dell’ Architettura all' Università Mediterranea di Reggio Calabria. Astrofilo dal 2000, si dedica alla ricerca di comete, asteroidi, supernove extragalattiche e pianeti extrasolari. Ha collaborato al progetto NASA Deep Impact nel 2005. Si occupa della ricerca di comete attraverso le immagini del satellite SOHO. E' stato fondatore-direttore del progetto di ricerca sugli Esopianeti EPRG dal 2008 al 2010. Nel 2010 ha partecipato alla ricerca scientifica della NASA, denominata EPOXI MISSION, sulla cometa 103P Hartley. Dal 2011 collabora con diversi progetti scientifici per la ricerca sui pianeti extrasolari.Ha organizzato ed è stato moderatore e relatore di diversi convegni a tema astronomico: nel 2004 un convegno dal titolo "Alla scoperta dell'Universo" in cui ha relazionato sui Pianeti del Sistema Solare,nel maggio 2008 un simposio in collaborazione con l'osservatorio astrofisico di Catania, dove è stato moderatore della manifestazione. Ha relazionato sui corpi minori del sistema solare il 28 Agosto 2008 nel convegno "La notte delle stelle" il 19 Agosto 2009 nella seconda edizione del convegno dallo stesso titolo, organizzato dal comune di Capistrano, ha relazionato sulle metodologie della fotografia astronomica, e nel 2011 sulla ricerca dei Pianeti Extrasolari. Nel 2009 è stato organizzatore e promotore insieme all'Associazione astronomica San Costantino di Briatico e all' UAI del II° Meeting Nazionale sui Pianeti Extrasolari che si è tenuto dal 10 al 24 luglio 2009. Gestisce dal 2009 la Stazione Meteorologica Rosarno Centro. Nel 2012 insieme ad altri appassionati fonda l'Associazione "Magna Grecia Aerospace" che si occupa di ricerca astronomica e aerospaziale. Giuseppe D’Agostino: 26 anni, ha conseguito la maturità scientifica nel 2006, è attualmente inscritto in Ingegneria dell'informazione, all'Università Mediterranea di Reggio Calabria. Astrofilo dal 2004, si dedica alla ricerca e allo studio in ambito astronomico e cosmologico, oltre ad essere impegnato in studi inerenti alle telecomunicazioni in ambito aerospaziale, robotico e informatico. Si occupa inoltre della ricerca e dello studio della radiazione spaziale (cosmic ray), in particolare nella loro stima sul territorio della Piana di Gioia Tauro. Può vantare conoscenze avanzate dei linguaggi di programmazione orientati agli oggetti e in ambito di sicurezza informatica. 3 Antonino Brosio racconta il suo percorso e l’incontro decisivo con l’amico Giuseppe: «Vorrei introdurre l’industria aerospaziale nella mia regione» «La follia e il coraggio? Al Sud è possibile, studiare fuori è un falso mito» ROSARNO. Chiediamo ad Antonino Brosio, il capo team, quando ha iniziato a interessarsi a queste attività. «Io ero già da bambino appassionato di astronomia e negli anni la passione e l’interesse per i fenomeni dell’Universo è cresciuta sempre di più, finché sono riuscito a realizzare un osservatorio astronomico che mi ha permesso in questi anni di fare ricerche con i maggiori enti di ricerca mondiali e d’incontrare alcuni tra i maggiori ricercatori. A 14 anni iniziai a interessarmi alle scienze spaziali e cominciai a studiare come costruire piccoli vettori che mi permettevano di raggiungere già al- lora quote di oltre 1 km. A distanza di 10 anni ho coronato il sogno che mi porto da adolescente: portare la Calabria nello Spazio!». Come si crea un progetto spaziale? «Beh, credo che innanzitutto ci vogliono le persone giuste, quelle che ci credono nelle imprese “folli”! Credo che tutto questo non sarebbe stato possibile se non avessi incontrato il mio amico e socio Giuseppe D’Agostino con cui appunto, abbiamo lanciato il programma spaziale calabrese, ma soprattutto non dimentichiamo il presidente della Magna Grecia Aerospace, il prof. Antonio Scarmato, astronomo calabrese di fa- Antonino Brosio e Giuseppe D’Agostino ma internazionale, mio maestro scientifico». In tutti questi anni chi è stato a darti maggiore supporto? «Il primo supporto viene sempre dalla famiglia e non mi riferisco solo a quello morale ma soprattutto economico, purtroppo, queste sono attività in cui bisogna investire tempo, coraggio e denaro e senza il supporto dei miei genitori sarebbe stata davvero dura». Qual è stato invece il tuo rapporto con le istituzioni? «Purtroppo viviamo in una realtà in cui è difficile rapportarsi con le istituzioni politiche, ma dovrebbero essere loro a incentivare Pubblicato dall’Ufficio Stampa – Università Mediterranea i giovani a essere produttivi, è quello che succede in America». Quali sono gli obiettivi futuri? «Se parliamo di obbiettivi a lungo termine, il principale è quello di completare lo sviluppo del vettore Explorer, che ci permetterà di portare in orbita strumentazione scientifica o piccoli satelliti, il nostro intento è quello di “fornirlo” a enti o università per lanci a basso costo delle loro attrezzature di ricerca, quando necessario e rappresentare così un’alternativa a basso costo e introdurre l’industria aerospaziale privata in Italia, ma soprattutto in Calabria. Il nostro sogno è quello di coinvolgere le scuole e i docenti degli istituti calabresi». Qual è l’appello che vuoi lanciare ai giovani che pensano che in Calabria non c’è futuro? «Dico di prendere il nostro caso come esempio. Se è possibile andare nello spazio partendo dalla Calabria allora vuol dire che possiamo fare più di quanto pensiamo. Quello di andare a studiare fuori è un falso mito. Il nostro lavoro è finalizzato anche a dimostrare che produrre nel Meridione non è utopia, ma realtà. Tutto quello che ci vuole è il coraggio, il coraggio di restare, di mettersi in gioco, ma soprattutto il coraggio di rischiare!».3(g.l.)