Indice Ringraziamenti 3 Introduzione 5 1. La consulenza politica in Germania: nascita, sviluppo e compiti dei diversi attori 11 1.1 Il sistema partitico tedesco 12 1.2 Concetti base, teoria, centralità della consulenza politica 16 1.3 La nascita, lo sviluppo, i compiti e le regole dei vari attori della consulenza in Germania 24 2. L’evoluzione delle campagne elettorali in Germania 39 2.1 Le campagne elettorali in Germania: un’introduzione 40 2.2 Analisi delle campagne “svolta” di Verdi, SPD, Unione e FDP 46 2.2.1 La campagna elettorale del 1987 dei Verdi: il trionfo della non personalizzazione 2.2.2 47 La campagna SPD del 1998: punto di svolta per la nascita di un nuovo partito 52 2.2.3 La campagna elettorale del 2002: l’Unione volta pagina 62 2.2.4 La campagna elettorale del 2002 della FDP: la campagna del 2.2.5 “divertimento” (Die Spaβkampagne) 72 Comparazione: diversità e professionalizzazione 81 2.3 Americanizzazione e spettacolarizzazione della politica 83 2.3.1 Il duello tv: studio del caso del 2005 e del 2009 89 2.3.2 Il duello del 2005: Gerhard Schröder contro Angela Merkel 91 2.3.3 Il duello del 2009: Merkel contro Steinmeier 94 1 3. La campagna elettorale per le elezioni federali del 27 settembre 2009 101 3.1 Il “Superwahljahr” 102 3.2 La campagna della CDU 110 3.3 La campagna della CSU 115 3.4 La campagna della FDP 118 3.5 La campagna della SPD 121 3.6 La campagna dei Verdi 126 3.7 La campagna della Linke 128 3.8 Gli eventi significativi della campagna 133 3.9 Gli aspetti caratterizzanti la campagna elettorale 2009 138 Conclusioni 145 Appendice Documentaria: Trascrizione intervista con Heiko Kretschmer 151 Bibliografia 159 Sitografia 163 2 Ringraziamenti Innanzitutto i miei ringraziamenti vanno alla professoressa Giorgia Bulli che mi ha accompagnato nel percorso di stesura del lavoro di tesi. La sua disponibilità, attenzione, cordialità, gentilezza, impegno ed i suoi continui stimoli, mi sono stati di grande aiuto. In secondo luogo un ringraziamento va a tutti i miei amici “fiorentini”, “laivesotti”, “bolzanini” e del “resto d’Italia e del mondo” che mi sono stati vicini in questi anni. In particolar modo vorrei menzionare Andrea, Clarissa, Francesco B., Francesco C., Giuliana, Luca, Laura, Monica, e Serenella che sono stati compagni di banco e di divertimento nel corso di questi due anni fiorentini e Beatrice, Claudio, Daniele, Giulia, Paola, Sara, Simone, Will e tutti gli altri amici che non ho menzionato, per il loro supporto e la loro vicinanza. Un ringraziamento speciale va inoltre ad Anna Katharina Sievers ed Heiko Kretschmer di Degepol, per la disponibilità e l’aiuto che mi hanno concesso nel corso della mia ricerca sul fenomeno della consulenza politica tedesca, in particolar modo nello studio dei retroscena delle elezioni federali del 2009. Un ringraziamento speciale va a tutta la famiglia Tonini di Paperino/Prato, Elena, Silvano, Sonia, Matteo, Teresa per la loro immensa disponibilità e gentilezza che hanno sempre dimostrato nei miei confronti ed ai piccoli Tommaso, Maila ed Isabel per tutti i bellissimi momenti, sorrisi e parole affettuose che mi hanno saputo regalare. Infine, il ringraziamento più importante è quello per la mia famiglia. Mi ha permesso di proseguire il mio percorso di studi, è sempre rimasta al mio fianco, mi ha appoggiato in ogni mia decisione e saputo aiutare nei momenti di difficoltà. A mia mamma, mio padre ed i miei nonni va un ringraziamento particolare, la loro costante presenza, l’attenzione nei miei riguardi ed i loro insegnamenti, sono stati di fondamentale importanza per il mio percorso universitario e soprattutto per la mia crescita come persona. 3 4 INTRODUZIONE La consulenza politica è oggi uno dei fattori maggiormente rilevanti da tenere in considerazione ogniqualvolta si voglia analizzare una campagna elettorale. Essa ha conosciuto uno sviluppo rapido ed impetuoso, caratterizzato da diversi fattori, tutti interdipendenti fra loro. La Germania, come molti altri paesi, non è stata esente dal processo di affermazione della consulenza politica, che si è sviluppata sempre di più nel corso di questi ultimi anni. Essa ha aiutato partiti politici e singoli candidati ad affrontare in maniera più professionale le contese elettorali grazie ad esperti che hanno fornito le loro expertise nel campo della consulenza, delle pubbliche relazioni, della pubblicistica ed in altri ambiti. Inizialmente, intorno agli anni ’50 e ’60, lo strumento della consulenza politica non venne usato con frequenza, poiché gli esperti del settore erano visti come coloro che “infettavano” il processo politico, cercando di mettere in primo piano aspetti secondari della politica. Essi venivano inoltre criticati per la scelta di non focalizzare più la campagna su classici temi ideologici, come il conflitto est-ovest oppure il liberismo contro lo statalismo, ma di centrare invece tutto sulla figura del candidato, cercando di venderlo come se fosse una qualsiasi “merce da supermercato”. La logica del “sell-candidate”, però, passo dopo passo, è entrata a far parte dei meccanismi di partito, non riuscendo tuttavia a prendere il posto di quella partitocratica (come si vedrà nel corso del secondo capitolo dell’elaborato), propria delle segreterie di partito, che decidevano per i loro candidati i temi che dovevano essere affrontati e quelli che invece dovevano essere messi da parte. Un fattore decisivo per la svolta nel modo di fare campagna è stato il cambiamento, occorso a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, delle condizioni politiche, societarie, economiche e di svariati aspetti di politica estera1. In primo luogo, l’aspetto chiave per lo sviluppo di questa branca della comunicazione è stato il mutamento del sistema partitico. Il passaggio da un sistema a “due partiti e mezzo” (CDU, SPD e FDP) ad uno, prima a quattro (affermazione dei Verdi) e poi a cinque (nascita della Linke), ha aperto spazi importanti per lo sviluppo e l’affermazione della consulenza politica. L’aumento della competizione partitica ha spinto i partiti a rivolgersi a professionisti in grado, con le loro expertise, di dare un 1 Cfr. Yvonne Kuhn, Professionalisierung Deutsche Wahlkämpfe?, pag. 55. 5 contributo decisivo per sconfiggere gli avversari. In secondo luogo, la diffusione della televisione nella maggior parte delle case tedesche, a partire dalla metà degli anni ’60, ha permesso anche la trasmissione di programmi politici, come le “discussioni televisive su ARD” (programma in cui, politici di diversi partiti, discutevano su svariati temi, con un giornalista che faceva da moderatore) o “Giornalisti domandano e politici rispondono” (trasmesso dalla ZDF, dove gli esponenti politici invitati dovevano rispondere alle domande poste da un gruppo di giornalisti esperti di politica); essi hanno avuto subito un grande seguito di pubblico e sono stati usati dai vari candidati come mezzo utile per auto-presentarsi alla popolazione e raggiungere anche gli elettori “non politici”2. Da qui in poi, nel corso degli anni ’70 ed oltre, i dibattiti televisivi sono divenuti uno strumento fondamentale per i candidati tanto che, nel corso del tempo, si sono trasformati in veri e propri appuntamenti fissi del palinsesto televisivo. Il più famoso di questi è stato sicuramente “3 giorni prima delle elezioni”, programma prodotto dalle reti ARD e ZDF dal 1972 al 1987, dove i capi dei partiti presenti in Parlamento prendevano parte ad un dibattito televisivo su temi politici “caldi”, trasmesso ogni giorno alle 20.15 e seguito in media dall’84% della popolazione tedesca. Da questo punto in poi la televisione ha trasformato il modo di fare politica, concentrandosi sempre di più sull’aspetto politico. Contemporaneamente, i politici hanno capito l’importanza di questo mezzo per diffondere il proprio messaggio ad un maggior numero di elettori. Di conseguenza è diventato fondamentale per ogni “Spitzenpolitiker” (politico di punta) saper parlare di fronte alle telecamere, sostenere un dibattito televisivo con uno sfidante e rispondere alle incalzanti domande dei giornalisti. A testimonianza di questo sviluppo si può citare un semplice dato: durante la campagna elettorale per le elezioni del Bundestag del 1987, la televisione pubblica tedesca, l’ARD, ha trasmesso, nel momento chiave della campagna, 812 contributi riguardanti la lotta elettorale in corso durante i suoi notiziari3. Ma non solo l’aspetto mediatico ha spinto alla diffusione sempre maggiore della consulenza politica. In terzo luogo, un altro aspetto da tenere in considerazione, è quello storicopolitico. Il panorama politico tedesco, dopo la fine della seconda guerra mondiale e durante la guerra fredda, era impostato su determinati pilastri, primo fra tutti la polarizzazione del conflitto est-ovest. Questa affermazione è rafforzata se si presta 2 Cfr. Yvonne Kuhn, Professionalisierung Deutsche Wahlkämpfe?, pp. 55- 56. 3 Cfr. Ibidem, pag. 57. 6 attenzione ad alcuni slogan della campagna elettorale del 1976 della CDU: “Freiheit statt Sozialismus” (libertà invece del socialismo), oppure “Die Freiheit wählen” (votare la libertà)4. Oltre al conflitto est-ovest sono emersi altri fattori di scontro politico e la complessità della società ha portato alla nascita di nuovi temi, come difesa della pace, ambiente, emancipazione della donna e dell’uomo e diritti dei cittadini “Die Freiheit wählen. Versöhnen statt Spalten”,5 (“Vota la libertà. Conciliazione invece di divisione”), i quali hanno portato al mutamento delle strategie partitiche e del loro modo di affrontare la campagna. Con la fine della guerra fredda e l’unificazione della Germania in un unico stato, al suo interno non vigono più divisioni e conflitti radicali come in passato. I mezzi televisivi e radiofonici hanno preso nettamente il sopravvento, esperti nel campo delle campagne elettorali e della comunicazione sono sempre più necessari, il politico non cerca più di conquistare l’elettore elencando tutto ciò che ha in programma, nel caso in cui venisse eletto, ma tenta di essere brillante e “vendibile mediaticamente”. L’affermazione del fenomeno della “mediatizzazione della politica” (di cui si parlerà nel terzo capitolo) ha portato alla “nascita” di un nuovo modello di politico, rappresentato perfettamente da Gerhard Schröder. Al giorno d’oggi, la popolazione si sofferma molto di meno su ciò che il/la candidato/a ha in programma e molto di più sul modo in cui ciò viene presentato. Il politico odierno deve essere in grado di “colpire”, “affascinare”, “rimanere nella mente” degli elettori/telespettatori, in modo da ottenere così un alto grado di consenso personale. Tutti questi fattori di sviluppo hanno contribuito ad accrescere l’importanza della consulenza politica. Le moderne campagne sono sempre più incentrate sul leader, sulla sua figura, sulle sue capacità oratorie e sempre meno su aspetti come il programma elettorale o le tradizioni politiche, che per anni sono stati al centro delle lotte politiche. Ciò è testimoniato dal fatto che gli “antichi” mezzi di propaganda come i comizi, oggi non rappresentano più il momento in cui elencare i punti del proprio programma davanti ad un pubblico attento ad ogni singola cifra ed informazione, ma occasioni in cui il candidato scopre il suo aspetto più personale e nascosto, cercando di farsi “voler bene” dalla folla presente. Dopo questo breve excursus storico è necessaria una descrizione del lavoro che verrà svolto di seguito. Si tratterà il tema dello sviluppo della consulenza politica in 4 Op. Cit. Yvonne Kuhn, Professionalisierung Deutsche Wahlkämpfe?, pag. 79. 5 Cfr. Ibidem, pp. 79-115. 7 Germania, analizzando come tale aspetto abbia condizionato e modificato la vita e le tradizioni politiche tedesche nel corso di questi ultimi decenni. Questo tema è stato scelto poiché l’analisi dello sviluppo di questo fenomeno, in un paese come la Germania, che ha vissuto decise svolte sia nella sua struttura politico-istituzionale (una su tutte la caduta del muro di Berlino e la riunificazione dei due stati prima divisi), sia nelle sue tradizioni e stili di vita, può essere di grande aiuto per capire l’effettiva portata che il progresso della consulenza politica ha avuto nel mondo odierno. Progresso che ha portato allo sviluppo, al cambiamento, sia in positivo che in negativo, del modo di fare politica nella maggior parte degli stati democratici. Nell’elaborato verranno analizzati i principali concetti base della consulenza politica e saranno elencati e descritti i motivi che hanno conferito centralità a questa branca della comunicazione nelle campagne odierne. Particolare attenzione verrà prestata alle motivazioni che hanno condotto alla scelta del caso tedesco per questa analisi, esaminando principalmente il cambiamento del suo sistema partitico. Nel corso del primo capitolo verranno trattati la nascita, lo sviluppo, i compiti e le regole vigenti nei diversi attori che sono parte integrante del sistema politico tedesco: partiti, consulenti politici, agenzie di comunicazione politica, pubblicitarie, di public policies e public affairs. Tutto ciò focalizzando l’attenzione soprattutto sulla maggiore società di consulenza politica, e non solo, presente tuttora sul territorio tedesco e cioè la Degepol (Società tedesca di consulenza politica), ed esaminando in particolare il suo statuto ed il suo codice di condotta (Verhaltenskodex) per capire come e con chi lavora e su che basi fonda la sua opera. Nel secondo capitolo invece verrà esaminata dettagliatamente l’evoluzione delle campagne elettorali in Germania. Verrà effettuato un confronto fra le campagne “svolta”, lungo un arco temporale di quindici anni (1987-2002), di quattro dei cinque partiti cardine del sistema politico tedesco (CDU, SPD, FDP e Verdi). La Linke non verrà presa in considerazione poiché nata solamente nel 2007. L’analisi si concentrerà su alcuni aspetti in particolare: le strutture con cui il partito ha affrontato la campagna, le varie fasi della strategia seguita nel corso del periodo ed infine gli strumenti utilizzati al fine di diffondere i messaggi della campagna tra la popolazione. Al termine dell’esame di queste campagne, saranno evidenziati le differenze e gli aspetti in comune fra le varie forze in gioco, unitamente al modo in cui nel corso degli anni le strategie, i mezzi usati e le tecniche si siano evolute, avvicinandosi sempre di più al modello di campagna attuale dominato dalla consulenza e dal marketing politico. Sempre nel corso 8 del secondo capitolo, si farà particolare riferimento all’aspetto della americanizzazione e spettacolarizzazione della politica e dell’infotainment come mezzi di influenza del voto. Questi aspetti saranno descritti tramite l’analisi dello strumento, ormai ampiamente diffuso, del duello televisivo, facendo un confronto fra quello avvenuto nel 2005, con la sfida tra l’allora cancelliere Gerhard Schröder e la sfidante Angela Merkel, e quello molto più recente avvenuto nell’ultima campagna elettorale del 2009, fra la cancelliera Merkel e l’ex ministro degli esteri Frank Walter Steinmeier. Ricollegandoci al tema appena citato, l’ultima parte dell’elaborato tratterà in maniera approfondita delle ultime elezioni del 27 settembre 2009. Sarà effettuata un’analisi della campagna messa in atto dai maggiori partiti in competizione, CDU, CSU, SPD, Verdi, Linke e FDP, esaminando il contesto della contesa, i programmi proposti dalle varie forze in gioco ed i maggiori temi di discussione, quelli sui quali si è incentrata tutta la campagna e su cui la popolazione si aspettava delle soluzioni concrete. Per produrre tale studio è stata utilizzata parte della letteratura specialistica sull’argomento, reperita presso la Staatsbibliothek di Berlino. Inoltre sono stati impiegati, saggi ed articoli di esperti della consulenza politica tedesca presenti nei blog di giornali come “die Zeit” e “der Spiegel” e nei siti Internet di agenzie di consulenza, di public relations e public affairs. Si sono rivelati utili alla stesura dell’elaborato anche numerosi articoli presenti nelle edizioni online di quotidiani e settimanali quali, “Tagesschau”, “Frankfurter Allgemeine”, “Sueddeutsche Zeitung”, “Abendblatt”, “die Welt”, “Bild”, “die Zeit”, “der Spiegel” e “Focus”. Infine si è resa necessaria la lettura di interviste fatte a consulenti, membri dello staff e capi di partito, al fine di avere una testimonianza diretta di come alcune campagne siano state organizzate e vissute. In riferimento all’ultima parte del testo, quella riguardante le recenti elezioni del 2009, sono state svolte anche ricerche sul campo a Berlino, durante il periodo della campagna elettorale, (nei mesi di agosto e settembre 2009), attraverso visite nei diversi quartieri della città. Si è effettuata una osservazione diretta della propaganda elettorale, dei manifesti, dei santini e della cartellonistica delle diverse forze politiche. Sono stati inoltre visitati i gazebo organizzati dai partiti per ottenere informazioni sul programma e sul clima della campagna, e monitorati i programmi di approfondimento televisivi, soprattutto quelli trasmessi dalla ZDF, sui temi della campagna, sul clima elettorale e sulla presentazione delle diverse proposte dei vari partiti da parte dei politici di punta. Infine, per avere una testimonianza diretta e l’opinione di un esperto del mondo della consulenza politica tedesca, è stata realizzata un’intervista con Heiko Kretschmer, 9 direttore della J+K Kommunikation e membro di Degepol. Ciò è stato determinante al fine di comprendere come la consulenza politica si sia sviluppata in maniera notevole negli ultimi decenni e come essa abbia contemporaneamente trasformato il modo di fare politica in Germania. 10 CAPITOLO 1: LA CONSULENZA POLITICA IN GERMANIA: NASCITA, SVILUPPO E COMPITI DEI DIVERSI ATTORI IN GIOCO Gli uomini in universale giudicano più agli occhi che alle mani, perché tocca a vedere a ciascuno, a sentire a pochi. Ognuno vede quel che tu pari, pochi sentono quel che tu sei. (Niccolò Machiavelli) In questo primo capitolo verranno trattati approfonditamente i temi del sistema partitico tedesco e della consulenza politica: si analizzeranno inoltre la nascita e l’evoluzione dei diversi attori del sistema partitico tedesco ed i protagonisti del mondo della consulenza in Germania. Il primo paragrafo si focalizzerà particolarmente sulla descrizione del sistema partitico tedesco: questo è un aspetto fondamentale da tenere in considerazione quando si vuole parlare di un tema come quello della consulenza politica. Infatti, cambiamenti e modifiche nella struttura di un sistema partitico si ripercuotono direttamente anche sul modo di affrontare una campagna e sui problemi ad essa connesse. In secondo luogo saranno introdotti diversi concetti alla base del mondo della consulenza politica. Si parlerà di campagne elettorali in merito alla loro evoluzione ed alle novità che ad oggi si possono in esso riscontrare. Inoltre sarà discusso il tema della comunicazione politica secondo gli aspetti della sua professionalizzazione, delle sue dimensioni di sviluppo ed attraverso la figura del consulente politico. Il terzo paragrafo sarà più specificatamente diretto ad analizzare il caso tedesco. Verranno presi in esame la nascita, lo sviluppo, i compiti e le regole dei vari attori della consulenza politica in Germania. Dopo aver descritto questi aspetti e spiegato l’evoluzione delle agenzie di comunicazione politiche presenti, verrà preso in esame il caso di Degepol, la più rilevante agenzia che si occupa di comunicazione e consulenza politica attualmente operante sul territorio tedesco. Dallo studio del suo regolamento e del suo codice di condotta emergeranno con chiarezza gli aspetti più importanti, utili per capire il modo in cui un’agenzia di consulenza politica e non solo, lavori in Germania. 11 1.1 IL SISTEMA PARTITICO TEDESCO L’importanza del fattore “sistema partitico”, collegato al mondo della consulenza politica è chiaro: il cambiamento, la modifica anche minima di un aspetto di tale elemento porta ad un necessario adattamento, da parte degli attori della consulenza politica, alla nuova situazione, alle nuove tematiche ed ai nuovi bisogni che questo cambiamento ha comportato. In questo paragrafo del primo capitolo verranno descritti i tratti del sistema partitico tedesco e ne sarà ripercorsa brevemente la sua evoluzione storica. Prima di addentrarci nella descrizione del sistema partitico tedesco, è bene citare l’articolo 21 della Costituzione tedesca, la “Grundgesetz”, che si occupa in maniera specifica di definire i compiti, i diritti, i doveri ed i limiti cui devono sottostare i partiti politici nel momento della loro formazione: “(I) I partiti collaborano alla formazione della volontà politica del popolo. La loro fondazione è libera. Il loro ordinamento interno deve corrispondere ai principi fondamentali della democrazia. Devono rendere conto pubblicamente dell'origine e dell'utilizzazione dei loro mezzi finanziari e dei loro patrimoni. (II) I partiti, che per le loro finalità o per il comportamento dei loro aderenti si prefiggono di danneggiare od eliminare l'ordinamento fondamentale democratico e liberale o di minacciare l'esistenza della Repubblica Federale Tedesca, sono incostituzionali. Sulla questione d'incostituzionalità decide il Tribunale Costituzionale Federale. (III) I particolari sono regolati da leggi federali.”6 Dopo questa parentesi, è bene passare alla descrizione dell’evoluzione del sistema partitico tedesco. Essa può essere suddivisa in tre distinte fasi: la prima dal 1949 al 1969 caratterizzato dall’egemonia dell’Unione (CDU/CSU), la seconda dal 1969 al 1982 vede la cancelleria occupata dalla SPD, nel senso che il ruolo di cancelliere era ricoperto da 6 www.bundestag.de 12 un suo esponente, e l’ultima fase dal 1982 al 1990 con il ritorno di un’egemonia dei partiti dell’Unione.7 La prima fase, con il dominio dei partiti dell’Unione, è caratterizzata da poca uniformità. Nelle elezioni del 1949 l’Unione ottenne solamente il 31% dei voti; vi era ancora infatti una grande frammentazione dello scenario politico e per questo motivo la tornata del ’49 è considerata sia come l’ultima elezione di stampo weimariano, vista la grande frammentazione partitica che uscì dalle urne, sia come la prima tornata elettorale della nuova Repubblica tedesca. Furono invece le elezioni del ’53 a segnare il trionfo dell’Unione che ottenne il 45,2% delle preferenze, il che la portò ad avere la maggioranza assoluta al Bundestag. Nel primo governo parteciparono dieci partiti, nel secondo sei, mentre nel terzo solamente quattro. Durante questa stessa fase, la SPD, elezione dopo elezione, proseguì nel suo trend positivo, “Genosse Trend” (trend dei compagni), modo di dire utilizzato per descrivere l’aumento dei consensi per i socialdemocratici, che la portò dal 28,8% del 1953 fino al 39,3% del 1965. Con questi sempre più positivi risultati la ricerca per un partner di coalizione si fece meno pressante. Nel 1966 la SPD divenne partner di minoranza del governo guidato dalla CDU. In questo modo si formò la cosiddetta “Grande coalizione”. Passando alla seconda fase, essa fu caratterizzata dal dominio della SPD su tutti gli altri partiti. Un dato significativo da sottolineare è che solo nelle elezioni del 1972 la SPD ha ottenuto più voti della CDU (45,8 vs 44,9), mentre nelle altre due tornate elettorali, quelle del ’76 e dell’80, la SPD ha sempre ottenuto un numero minore di voti rispetto a quelli della CDU. Dopo i tre anni di grande coalizione, dal ’66 al ’69, la FDP divenne partner della SPD; vennero così formati governi di coalizione social-liberale. In questo periodo, la CDU dovette in ogni tornata elettorale lottare per la maggioranza assoluta in modo così da riuscire ad ottenere il governo del paese.8 La terza fase, dal 1982 al 1990, ripresentò un nuovo dominio della CDU su tutti gli altri partiti. Questa fase è caratterizzata dal fatto che la FDP ritornò nuovamente ad essere partner di coalizione della CDU. Nel 1982 avvenne un cambiamento improvviso. Helmut Schmidt lasciò, non di sua volontà, l’incarico di cancelliere, dopo un voto di “sfiducia costruttiva”, al leader di allora della CDU Helmut Kohl. In secondo luogo la 7 Cfr. Oscar W. Gabriel/Oskar Niedermayer, Parteiendemokratie in Deutschland, pag. 70. 8 Cfr. Ibidem, pag. 73. 13 FDP, che nel 1980 aveva appoggiato un governo guidato dalla SPD, nel 1982 dichiarò di avere, sui temi economici e di politica estera, maggiore affinità con la CDU che con la SPD. Nelle tornate elettorali del 1983, 1987 e 1990, CDU e FDP formarono un’alleanza unita contro la SPD collocata ormai all’opposizione.9 Dopo aver fornito una breve descrizione delle tre principali fasi dell’evoluzione del sistema partitico tedesco, per rendere ancora più chiaro lo sviluppo che tale sistema ha avuto è opportuno fare un approfondimento dei “punti di svolta”, occorsi in questi decenni, che hanno portato il sistema partitico tedesco alla situazione in cui si trova attualmente. Il primo momento di cesura fu quello che iniziò a partire dal 1953 e terminò intorno al 1983. Questo periodo è conosciuto come quello dei “due partiti e mezzo”10. Tale fase, alla quale seguì quella dal ’49 al ’53 di pluralismo moderato, fu caratterizzata dal dominio quasi totale della politica tedesca da parte dei due maggiori partiti di massa, la CDU e la SPD e di una terza forza, i liberali della FDP. Nel 1953 insieme queste tre forze ottennero l’84% dei voti, mentre nel 1965 sempre questi tre partiti raggiunsero persino il 96% dei voti nazionali. Altro tratto caratteristico di questo periodo era senza dubbio l’improvviso rallentamento della frammentazione: il numero dei partiti minori calò rapidamente. Il sistema che in precedenza era stato caratterizzato da instabilità e frammentazione, nel corso degli anni ’60 e dei decenni seguenti divenne tripartitico, con la FDP che giocava un ruolo di ago della bilancia, risultando fondamentale per la formazione di ogni tipo di coalizione governativa . In contemporanea con la presenza del sistema a due partiti e mezzo, si aprì un’altra significativa tappa chiave nel processo evolutivo del sistema partitico tedesco. Tale periodo iniziò negli anni ’70 e si protrasse fino agli inizi degli anni ’80. Fu una fase caratterizzata da uno “sconvolgimento sociale”, formazione di nuove issues (come la protezione dell’ambiente, i diritti delle donne, ecc …) e l’aumento deciso della partecipazione attiva dei cittadini alla politica; condizioni che misero seriamente in pericolo il sistema dei “due partiti e mezzo”11. Partiti nuovi che nacquero in questo periodo, come i Verdi, sono il frutto del diverso clima sociale, delle nuove richieste e bisogni della popolazione tedesca. Essi ebbero un grande successo proprio per la loro 9 Cfr. Oscar W. Gabriel/Oskar Niedermayer, Parteiendemokratie in Deutschland , pp. 73-74. 10 www.abdn.ac.uk, The changing German Party System: Still a Party State G12/2006. 11 Op. Cit. Ivi. 14 capacità di farsi portatori di queste recenti istanze, sorte in seno alla cittadinanza tedesca. L’anno fondamentale fu il 1983, quando i Verdi entrarono per la prima volta in Parlamento. Essi furono il primo nuovo partito a fare ingresso nel Bundestag dal 1953. Storicamente i Verdi, per loro stessa volontà, si definirono un “partito anti-partito”. I suoi membri erano esponenti dell’estrema sinistra attivi nelle proteste anti-nucleari, pacifiste e femministe. Secondo Gregg Kvistad, rettore dell’università di Denver, i Verdi “sono coloro che hanno portato il più forte attacco al sistema partitico tedesco”12. Il loro ingresso sulla scena fu un vero e proprio “terremoto” per il sistema politico, sia dal punto di vista contenutistico che da quello sistemico. Il sistema a due partiti e mezzo nel corso degli anni ’90 rimase un tratto caratterizzante della politica tedesca, anche se nel corso del decennio si indebolì notevolmente. Tale indebolimento portò al termine degli anni ’90 alla sua caduta definitiva. Il sistema partitico tedesco divenne prima, con la definitiva affermazione elettorale dei Verdi, “a quattro” con CDU, SPD, FDP e Verdi, successivamente “a cinque”, con l’aggiunta ai quattro sopracitati della nuova forza di sinistra “Die Linke”, nata nel 2007 dalla fusione della PDS (successore della SED, partito dominatore nella Germania dell’Est) e dello WASG, nato nel 2005 (Alternativa elettorale per la giustizia sociale), movimento risultato della “contrapposizione alla politica riformista della coalizione rosso-verde guidata da Gerhard Schröder.”13 Riassumendo, alla fine di questo processo evolutivo durato diversi decenni, l’attuale sistema partitico tedesco ha raggiunto una sua stabilizzazione. Esso è attualmente fondato su 5 partiti cardine, CDU, SPD, FDP, Verdi e Die Linke e fa del sistema delle coalizioni il mezzo principale per la formazione del governo. In questo scenario i partiti più grandi (SPD e CDU), come dimostrato dai risultati elettorali del 2002, dipendono notevolmente dai risultati elettorali che riescono ad ottenere le forze minori, le loro percentuali di voti, infatti sono criteri fondamentali nel decidere che tipo di coalizione governativa formare.14 Con la comparsa di queste nuove forze, che hanno portato numerosi cambiamenti all’interno del sistema partitico e politico tedesco, la necessità di stare al passo con le esigenze dell’elettorato e di non perdere terreno di fronte a questi nuovi 12 www.abdn.ac.uk, The changing German Party System: Still a Party State G12/2006.. 13 Cfr. Giorgia Bulli, articolo per il XX convegno annuale della Società Italiana di Scienza Politica (SISP) „ Populisti di sinistra? Die Linke e Wasg”, pp. 3-4. 14 Cfr. Oscar W. Gabriel/Oskar Niedermayer, Parteiendemokratie in Deutschland, pag. 67. 15 soggetti politici è diventata sempre più pressante. A causa di questi mutamenti, provocati dalla nuova struttura del sistema partitico, nel paese si sono aperti grandi spazi per l’accelerazione del processo di sviluppo, miglioramento e perfezionamento delle tecniche e degli strumenti di comunicazione politica. Sono infatti questi nuovi mezzi che possono dare un aiuto decisivo ai grandi partiti ad adeguarsi alla nuova logica “mediale” delle elezioni ed ai medio – piccoli per cercare di ottenere, elezione dopo elezione risultati sempre migliori. Nel prossimo paragrafo ci occuperemo in maniera più dettagliata di tutti gli aspetti collegati al concetto di comunicazione/consulenza politica, per capire in modo particolare i suoi tratti caratteristici, il suo percorso verso una sempre maggiore professionalizzazione, ed infine come la consulenza si è sviluppata nel contesto politico, sociale ed istituzionale presente in Germania. 1.2 CONCETTI BASE, TEORIA E CENTRALITA’ DELLA CONSULENZA POLITICA La consulenza politica è un settore, facente parte del più ampio mondo della comunicazione, che si è sviluppato in maniera sempre crescente nel corso di questi anni. La sua crescita, come accennato alla fine del paragrafo precedente, ha toccato l’apice nel corso degli ultimi decenni quando la televisione ed il cambiamento della struttura delle forze politiche e dell’elettorato hanno reso necessario l’impiego di esperti nel campo della comunicazione per aiutare i partiti nella ricerca del consenso elettorale. Nel corso del testo saranno analizzati i contributi dei maggiori esperti del campo, ricavati direttamente da libri redatti da scrittori anglosassoni e tedeschi. Prima di addentrarci negli aspetti che riguardano in maniera specifica la consulenza politica, è necessario fare alcuni accenni alla letteratura per capire quando e perché questo settore si sia affermato. Secondo James A. Thurber, direttore del centro sugli per studi congressuali e presidenziali all’American University e Candice J. Nelson, esperta di elezioni presidenziali e congressuali, con “la crescita delle elezioni centrate sui candidati, i partiti politici sono diventati molto meno importanti […] i consulenti hanno preso il posto dei partiti in diverse aree della campagna elettorale […]”15 Invece, secondo la scienziata politica Pippa Norris, una delle cause principali dell’affermazione della consulenza politica è il “declino della forma tradizionale di campagna di partito, 15 James A. Thurber & Candice J. Nelson, Campaign Warriors: Political Consultants in Elections, pp. 2- 3. 16 fatta di corse locali e canvassing porta a porta e la contemporanea crescita di figure come gli spin doctors ed i consulenti politici, lo sviluppo del marketing politico e l’americanizzazione delle campagne”16. Grandi e Vaccari affermano che la consulenza è nata come “una risposta data dai diversi sistemi politici all’esigenza di competenze diverse, rispetto a quelle tradizionalmente richieste, a causa della complessità delle campagne elettorali odierne”.17 Infine sono da citare il professor Jay Blumler ed il suo collega dell’università di Liverpool Dennis Kavanagh. Essi ritengono che la nascita e l’affermazione della consulenza politica sia avvenuta “nel corso degli anni ’60, quando la televisione divenne il medium dominante della comunicazione politica e contemporaneamente l’attaccamento degli elettori verso i partiti calava sempre di più”18 Queste brevi citazioni, provenienti da diversi autori, ci fanno capire come sia difficile individuare una data precisa in cui fissare la nascita della consulenza politica. Al contrario, si può notare come vi sia una concordanza di opinioni sul fatto che la nascita di questo settore sia una “risposta” a vari cambiamenti, che sono avvenuti nel corso dei decenni e che hanno modificato sistema partitico, il ruolo dei partiti ed il mondo mediatico. Dopo questa breve introduzione sui motivi della nascita del settore della consulenza politica, occorre rivolgere la nostra attenzione al tema della sua professionalizzazione. Questo fenomeno si è concretizzato grazie alla combinazione di due diversi aspetti. Il primo è quello della crescente e sempre più tecnica disponibilità di expertise presenti nel mercato, mentre il secondo è legato al fatto che i candidati ed i partiti hanno compreso la grande importanza che rivestono i consulenti per arrivare al successo finale nella competizione elettorale.19 Prima di entrare nello specifico, è bene indicare cosa si intende con il termine “professionalizzazione”, associata alla consulenza politica. Essa può essere definita come “un processo di adattamento, e conseguenza necessaria di cambiamenti nel sistema politico da una parte e di quello mediatico dall’altra e nella relazione fra questi due sistemi [… ] La professionalizzazione si riferisce ad un processo di cambiamento nei campi della politica e della comunicazione che, implicitamente o esplicitamente, porta una migliore, più efficiente e più riflessiva, 16 Pippa Norris, A Virtuous Circle: Political Communications in Postindustrial Societies, pag. 137. 17 Op. Cit. Cristian Vaccari e Roberto Grandi, Elementi di Comunicazione Politica, pag. 16. 18 Jay G. Blumler & Dennis Kavanagh, The third age of political communication: influences and features, pag. 211. 19 Cfr. Rossana Sampugnaro, Dentro la campagna: partiti, candidati e consulenza politica, pag. 47. 17 organizzazione delle risorse e delle conoscenze al fine di raggiungere gli obiettivi desiderati”20. Per comprendere a pieno questo fenomeno, soprattutto nell’ottica del caso tedesco, è utile citare alcuni aspetti strettamente connessi fra loro. Il primo a cui si deve far riferimento è quello della professionalizzazione della comunicazione politica nei media21. Nel corso dei decenni, la radio prima, ed in seguito la televisione, hanno sviluppato una particolare attenzione nei confronti del mondo della politica e più specificatamente verso quello delle campagne elettorali. La copertura sempre più ampia da parte dei media degli eventi politici ha portato la comunicazione politica a diventare un aspetto primario per le forze politiche. Come vedremo successivamente, in Germania questo fenomeno è evidenziabile a partire dalle elezioni degli anni ’70 ed in particolar modo da quelle del 1976, che sono conosciute come le prime “elezioni televisive tedesche”22. In questo periodo vi fu infatti il sorpasso del medium elettronico su quello stampato.23 Il punto appena citato ci conduce al secondo aspetto da analizzare, la professionalizzazione della comunicazione politica di eletti e candidati24. Questi ultimi hanno immediatamente capito come il fenomeno della professionalizzazione della comunicazione politica debba essere sfruttato al fine di raggiungere migliori risultati nella tornata elettorale. L’aspetto comunicativo non poteva più quindi essere ignorato. A testimonianza di quanto appena detto, e come si vedrà nel proseguimento del presente capitolo, molti dei politici di spicco del panorama politico tedesco, da Willy Brandt a Helmuth Kohl fino a Gerhard Schröder ed Angela Merkel si sono affidati a queste figure, non solo per l’organizzazione delle fasi della campagna, ma soprattutto per la costruzione della loro immagine. Questa crescente attenzione all’aspetto comunicativo ci porta dunque al terzo elemento: quello della professionalizzazione della comunicazione negli staff dei 20 Ralph Negrine, The Professionalisation of Political Communication in Europe, pp. 28-29, in Ralph Negrine, Paolo Mancini, Christina Holtz-Bacha and Stylianos Papathanassopoulos“ The Professionalisation of Political Communication”. 21 Op. Cit. Rossana Sampugnaro, Dentro la campagna: partiti, candidati e consulenza politica, pag. 62. 22 Op. Cit. Christina Holtz-Bacha, Professionalisation of Politics in Gemany, pag. 68, in Ralph Negrine, Paolo Mancini, Christina Holtz-Bacha and Stylianos Papathanassopoulos, The Professionalisation of Political Communication. 23 Ivi. 24 Op. Cit. Rossana Sampugnaro, Dentro la campagna: partiti, candidati e consulenza politica, pag.62. 18 candidati e degli eletti.25 La consapevolezza dell’importanza della comunicazione anche nel contesto elettorale ha portato eletti e candidati a cariche pubbliche ad inserire nei propri staff personalità dotate di determinate expertise, in modo da poterle sfruttare nella fase di pianificazione e progettazione della campagna e, una volta eletti, nella gestione delle attività politiche. Nel contesto tedesco, questo processo si è sviluppato gradualmente dal 1949, con l’assunzione di esperti di PR e di agenzie pubblicitarie con compiti accessori, come l’organizzazione di conferenze rivolte ai membri del partito per aiutarli a comprendere e saper utilizzare i nuovi mezzi a disposizione nel corso della campagna26. Il processo di professionalizzazione della comunicazione politica ha portato, nel contesto americano prima ed in seguito in quello europeo, chiaramente alla luce la figura del consulente oramai non più secondaria, ma anzi posta allo stesso livello del candidato per cui lavora. Ma chi sono questi soggetti? I consulenti sono professionisti dotati di particolari expertise in diversi campi che vanno dalla comunicazione alla pubblicità, passando per i sondaggi, e che lavorano all’interno di staff nell’organizzazione e pianificazione delle campagne. Queste nuove figure professionali sono contraddistinte da particolari elementi che li rendono un tipo di professionisti del tutto diverso rispetto alle altre figure. In primo luogo occorre ribadire l’importanza dell’expertise, cioè l’essere in possesso di particolari competenze, frutto di uno speciale percorso formativo. La seconda caratteristica è quella dell’autonomia; il consulente lavora godendo di un alto grado di autonomia, rispetto per esempio al burocrate che deve sottostare alla supervisione di un’altra persona. Il terzo carattere è quello della mobilità: le competenze di cui il consulente politico è in possesso sono richieste da numerose altre organizzazioni sul mercato, per cui egli gode di una mobilità lavorativa notevole. La regolazione personale è la quarta caratteristica in suo possesso; esso infatti nel rapporto diretto con il suo cliente segue un determinato codice etico. Infine, l’ultima “particolarità” del consulente è quella dell’impegno: visto l’alto grado di autonomia che gode nel suo lavoro, dal consulente ci si aspetta un impegno particolare nel momento in cui è chiamato a svolgere il proprio lavoro.27 25 Op. Cit. Rossana Sampugnaro, Dentro la campagna: partiti, candidati e consulenza politica, pag. 64. 26 Cfr. Yvonne Kuhn, Professionalisierung deutscher Wahlkämpfe?, pag. 66. 27 Cfr. Rossana Sampugnaro, Dentro la campagna: partiti, candidati e consulenza politica, pag. 68. 19 Le caratteristiche appena elencate descrivono quello che si può definire un “idealtipo” di consulente politico. I tratti appena citati non sono applicabili in qualsiasi contesto elettorale in cui il consulente si viene a trovare. In determinate circostanze, infatti, coniugare tutti questi caratteri è impossibile. Soprattutto, l’aspetto dell’autonomia è quello che il più delle volte viene a mancare nel corso del lavoro di un consulente. A questo proposito basta citare due esempi: nelle elezioni del 1953 in Germania, ancora agli albori dello sviluppo della consulenza politica, nelle file della CDU, i consulenti proponevano idee, davano annotazioni su aspetti specifici, ma non potevano prendere alcuna decisione definitiva. Queste infatti erano affidate ad Adenauer. Il secondo riguarda invece la SPD durante le elezioni del ’65. Il partito aveva messo in piedi un’organizzazione, il ZWL, la direzione centrale della campagna (Zentrale Wahlkampfleitung), composta da membri di spicco del partito come Willy Brandt ed Herbert Wehner. Il responsabile era quest’ultimo, ma ogni sua decisione non era del tutto autonoma, poiché essa doveva essere discussa con gli altri membri del “collegio” prima di essere approvata definitivamente.28 Proseguendo l’analisi del contesto tedesco, occorre sottolineare che in molti contributi su questo argomento, si trovano la definizione di consulente, “Berater”, e le caratteristiche che questa figura deve avere. Secondo Schuster, un consulente si contraddistingue dalle altre figure professionali per questi aspetti: “sincerità, chiarezza per i problemi, sensibilità ed intuizione per la cosa sociale e psichica, percezioni differenziate, conoscenza della dimensione dei problemi” .29 Sempre Schuster elenca le “qualifiche” professionali che tale figura deve possedere. La prima è quella che impone al consulente di avere “competenze interpersonali”: il consulente deve essere in grado di creare, organizzare e gestire processi comunicativi. La seconda fondamentale competenza è la “consapevolezza del ruolo del consulente”; egli deve essere pienamente consapevole del ruolo che svolge nel processo di consulenza. La terza qualità è “il possesso di competenze metodiche”. Il consulente deve essere in grado di iniziare, condurre e concludere un processo di consulenza. Altri fondamentali tratti che questa figura deve necessariamente possedere sono le “competenze esplorative”. Queste permettono al consulente, nel momento in cui si trova davanti a situazioni problematiche non strutturate, di arrivare a soluzioni e decisioni che possano risolvere il problema. Infine, come ultima competenza di rilievo, Schuster indica la 28 Cfr. Yvonne Kuhn, Professionalisierung deutscher Wahlkämpfe?, pag. 103. 29 Op. Cit. Christian H. Schuster, Politikberatungsagenturen in Deutschland, pag. 22. 20 “capacità di trasformazione”. Il consulente deve essere in grado di “trasformare” le conoscenze in suo possesso, adattandole ed applicandole alle situazioni che si presentano dinanzi ai suoi occhi.30 Altro aspetto fondamentale per capire a fondo il fenomeno della professionalizzazione della consulenza politica è quello legato all’evoluzione delle campagne elettorali. Le contese elettorali sono il momento culminante del processo democratico. In ogni campagna si registrano momenti di tensione, colpi di scena, eventi dall’alto grado di spettacolarità, polemiche, insulti, litigi. Questo evento è circondato da un alone “drammatico”.31 Le campagne elettorali si possono dividere in tre distinte fasi: quella pre-moderna, moderna e post-moderna.32 La prima va dalla metà del 1800 fino al 1950. La caratteristica principale di questo tipo di campagna secondo Sampugnaro è la seguente: “è una campagna chiaramente identificabile e riconducibile ad un periodo di tempo limitato caratterizzato da una intensificazione dell’attività di comunicazione nei confronti dei potenziali elettori”33. Altri due autori, Blumler e Kavanagh, inseriscono questa prima fase delle campagne elettorali in quella che definiscono “l’età d’oro dei partiti”34: i cittadini avevano molta fiducia nelle istituzioni e nel sistema partitico, di conseguenza il fenomeno della consulenza politica era subordinato alle allora forti strutture di partito che controllavano ancora la maggior parte degli aspetti relativi alla campagna. La seconda fase va dagli anni ’60 fino agli anni ’80. In questo periodo di tempo, come afferma Pippa Norris, le campagne cambiarono radicalmente. Innanzitutto diventano “campagne a lungo termine, centralizzate, coordinate a livello nazionale con il ricorso ad un numero maggiore di specialisti, con il dominio della televisione come mezzo principale della 35 professionalizzazione.” campagna ed un grande aumento del grado di In questa fase, la comunicazione politica ebbe una grande 30 Cfr. Christian H. Schuster, Politikberatungsagenturen in Deutschland, pag. 23. 31 Cfr. Gianpiero Mazzoleni La comunicazione politica, pag. 136. 32 Cfr. Pippa Norris, A Virtuous Circle: Political Communications in Postindustrial Societies, pag. 138. 33 Op. Cit. Rossana Sampugnaro, Dentro la campagna: partiti, candidati e consulenza politica, pag. 47. 34 Op. Cit. Jay G. Blumler & Dennis Kavanagh, The third age of political communication: influences and features, pag. 211. 35 Cfr. Pippa Norris, A Virtuous Circle: Political Communications in Postindustrial Societies, pag. 138. 21 diffusione all’interno del mondo politico. Questo rapido sviluppo, come affermato da Kavanagh e Blumler, si deve essenzialmente alla comparsa della televisione su larga scala che ha permesso ai mezzi della comunicazione politica di diffondersi e raggiungere così un’audience molto ampia che in precedenza sarebbe stato impossibile contattare. La terza fase, quella postmoderna è iniziata negli anni ’90 e dura tuttora. Sampugnaro individua come carattere distintivo rispetto agli altri due periodi: “la professionalizzazione di tutte le attività di pianificazione e gestione della comunicazione”.36 Secondo Pippa Norris invece, gli aspetti maggiormente rilevanti di quest’ultima fase sono la “frammentazione dell’offerta televisiva, la formazione di nuove fonti d’informazione come la tv satellitare, i talk alla radio ed i notiziari 24 ore su 24”.37 Il modo di “ricevere” la politica è cambiato in maniera evidente in un’era molto più complessa rispetto alle precedenti, affermano Kavanagh e Blumler. La professionalizzazione a livelli mai visti prima, la campagna permanente, la diffusione sempre maggiore della “campagna d’attacco”, l’aumento dei costi per l’organizzazione e la conduzione della campagna, sono solo alcuni dei tratti di questa terza fase, individuati dai due studiosi anglosassoni. La descrizione dell’evoluzione delle campagne elettorali ha condotto fino alla fase detta postmoderna, nella quale si è raggiunto un notevole livello di sviluppo, sotto ogni aspetto, della contesa elettorale. La maggior parte delle operazioni e decisioni legate alla campagna è accentrata e centralizzata.38 Cosa significa tutto questo? Il partito non è più al centro degli organismi decisionali della campagna, non ha più l’ultima parola sulle decisioni da prendere. Oggi questi compiti sono in mano ad un gruppo ristretto di consulenti i quali, prendono tutte le decisioni che poi saranno applicate. Questo aspetto della centralizzazione è fondamentale per capire la situazione tedesca. In seguito, soprattutto nell’analisi delle ultime campagne avvenute in Germania, il tema ritornerà nel momento in cui si parlerà della pianificazione della campagna. Il candidato, infatti, affida, ma non sempre in base al contesto che ha di fronte, al suo gruppo di consulenti personali l’organizzazione, la gestione e lo sviluppo della sua campagna nel contesto locale, senza coinvolgere in alcun modo il partito nelle decisioni riguardanti la sua 36 Op. Cit. Rossana Sampugnaro, Dentro la campagna: partiti, candidati e consulenza politica, pp. 4752. 37 Cfr. Pippa Norris, A Virtuous Circle: Political Communications in Postindustrial Societies, pag. 147. 38 Cfr. Rossana Sampugnaro, Dentro la campagna: partiti, candidati e consulenza politica, pag. 53. 22 immagine. Anche questo punto è molto importante da tenere in considerazione per l’analisi del caso tedesco. Soprattutto dalla fine degli anni ’70, la figura del consulente personale del candidato si è diffusa notevolmente in Germania. A tale proposito, basti ricordare l’assunzione da parte di Helmut Kohl, nel corso della campagna del 1976, del direttore generale della televisione pubblica austriaca ORF, Gerd Bacher, come suo consulente personale.39 Per concludere, è bene sottolineare, poi, come il processo di affermazione della centralizzazione delle decisioni della campagna in poche mani sia il frutto della personalizzazione della politica creata dal mondo dei media, che presenta la campagna elettorale come una sfida, non più fra due partiti con ideologie differenti, ma fra due candidati membri di partiti diversi. L’attenzione è focalizzata totalmente sulla figura del candidato alla carica da assegnare, sulle sue idee, proposte, sugli scandali che lo coinvolgono, sulle sue affermazioni, sulle sue apparizioni pubbliche e così via. La “personalizzazione” della campagna si nota chiaramente anche dall’osservazione dei recenti sviluppi avvenuti nel contesto tedesco. In riferimento a questo, basti pensare ai duelli televisivi, chiaro segnale di una crescente “americanizzazione” delle campagne, fra i due maggiori candidati che, dal 2005 (Merkel contro Schröder) fino al 2009 (Merkel contro Steinmeier), hanno occupato un ruolo di primo piano fra gli eventi elettorali della campagna. Attualmente, i partiti considerano il mezzo televisivo come necessario alla realizzazione della loro strategia comunicativa nel corso della campagna. Per poter sfruttare al meglio i vantaggi che tale mezzo porta con sé, essi sono alla ricerca di persone esperte in questo campo, in grado, con le loro expertise, di portare il partito ed il candidato verso una maggiore e migliore diffusione sul mezzo. Tale aspetto è importante per la comprensione della situazione presente in Germania. L’adeguamento alla logica mediale e lo sfruttamento delle sue possibilità iniziò già nel corso della fase “moderna” delle campagne, per poi proseguire e svilupparsi nel corso dei decenni. A tale proposito è bene citare argomenti che saranno poi ripresi nel capitolo successivo, come tutte le maggiori forze politiche tedesche siano ricorse al mezzo televisivo assiduamente già nel corso degli anni ’60. Come esempio di questo trend basta ricordare che, nel corso della campagna del 1965, la SPD utilizzò come maggior mezzo di propaganda quello della pubblicità televisiva. Il partito produsse ben otto spot 39 Cfr. Ralph Negrine, The Professionalisation of Political Communication in Europe, pag. 69, in Ralph Negrine, Paolo Mancini, Christina Holtz-Bacha and Stylianos Papathanassopoulos, The Professionalisation of Political Communication. 23 pubblicitari da trasmettere sulle reti televisive ARD e ZDF. Tra quelli prodotti, il più importante fu sicuramente “responsabilità per la Germania” (Verantwortung für Deutschland). Tale spot è di grande importanza poiché fornisce una rappresentazione di Willy Brandt sotto ogni aspetto. In primo luogo presenta spezzoni di viaggi del candidato in modo da dipingerlo come un importante uomo di stato. In secondo luogo agli spettatori vengono fornite informazioni sulla vita privata di Brandt, dalla sua gioventù, fino ad arrivare al suo luogo di nascita e dove ha preso il via la sua formazione ed educazione, in modo da dare all’elettore un’ampia panoramica su tutti i tratti della personalità del candidato.40 Per collegarci al tema del prossimo paragrafo, la consulenza politica nel contesto tedesco, a conclusione di questa parte è importante citare l’affermazione di un esponente di rilievo di questo settore, Peter Radunski, consulente politico tedesco che ha lavorato per la CDU in diverse campagne elettorali. Egli ha affermato che “le elezioni possono essere vinte e perse alla televisione”41. Con questa affermazione, Radunski sottolinea in maniera esplicita come il processo di sviluppo di questo settore abbia trasformato l’evento elettorale. Esso infatti è cambiato rispetto a quello che era solamente qualche decennio fa, e cioè un confronto sui contenuti con ampio ricorso a riferimenti ideologici fra partiti protagonisti dello scenario politico di una nazione. 1.3 LA NASCITA, LO SVILUPPO, I COMPITI E LE REGOLE DEI VARI ATTORI DELLA CONSULENZA IN GERMANIA La Germania è uno di quei paesi che ha sentito e vissuto lo sviluppo della consulenza politica in maniera rapida fino ad arrivare ad un livello di specializzazione e professionalizzazione altamente avanzata. Al fine di capire ancora meglio come questo paese sia giunto a questi livelli nel suddetto settore, nel seguente paragrafo l’attenzione sarà concentrata interamente sulla nascita, lo sviluppo e l’affermazione della consulenza politica in Germania, partendo da alcuni cenni storici fino ad arrivare ai giorni nostri, per analizzare e descrivere il “simbolo” di questo sviluppo, che va sotto il nome di Degepol, Società Tedesca per la Consulenza Politica (Deutsche Gesellschaft für Politikberatung). 40 Op. Cit. Yvonne Kuhn, Professionalisierung deutscher Wahlkämpfe?, pag. 120. 41 Op. Cit. Christina Holtz-Bacha, Professionalisation of Politics in Germany, pag. 68, in Ralph Negrine, Paolo Mancini, Christina Holtz-Bacha and Stylianos Papathanassopoulos, The Professionalisation of Political Communication. 24 Per descrivere in maniera accurata l’evoluzione della consulenza politica nel contesto tedesco, è bene mettere in rilievo una prima distinzione concettuale, relativamente a compiti, obiettivi e temi della consulenza, tra consulenza politica di carattere scientifico/pubblico (wiPB, Wissenschaftliche Politikberatung) ed agenzie di consulenza politica (PBA, Politikberatungsagenturen). Queste ultime sono agenzie formate da esperti della comunicazione, pubblicità, sondaggi, retorica, raccolta fondi (funds raising) e Public Affairs, che forniscono ai partiti le expertise che servono in quel determinato momento della campagna per la messa a punto e la realizzazione di alcune sue fasi. Per chiarire questo concetto è opportuno fare riferimento per un attimo al contesto italiano. Attualmente l’associazione di consulenza più importante, presente sul nostro territorio, è l’Aicop (Associazione Italiana Consulenti Politici e Public Affairs), mentre come agenzie di consulenza politica vere e proprie si possono citare la Bloom & Rosenthal con sede a Roma e Bologna e “Running” con sede nella capitale, che forniscono servizi di consulenza politica, di PR e Public Affairs ai soggetti che ne fanno richiesta, soprattutto politici, partiti, gruppi ed organizzazioni. Tornando ora al contesto tedesco ed alla distinzione iniziale, la wiPB non fornisce una consulenza dal punto di vista “comunicativo”, bensì si concentra su una consulenza riguardo ai “contenuti”, al contrario le PBA forniscono una consulenza che privilegia l’aspetto della comunicazione a quello del contenuto. Altra fondamentale differenza fra queste due “branche” della consulenza politica è data dai soggetti che fruiscono della prestazione di consulenza. Per la wiPB si possono individuare due destinatari principali; in primo luogo le istituzioni, le università e vari istituti di ricerca, ed in secondo luogo l’opinione pubblica, la popolazione. Quando invece ci si riferisce alle PBA, il ricevente del servizio è chiaro agli occhi di tutti: non sono università, istituti o popolazione, ma il cliente, il candidato ad una carica pubblica, che richiede l’aiuto di un’agenzia di consulenza per organizzare la campagna comunicativa per la sua candidatura. Il terzo aspetto che differenzia wiPB dalle PBA è quello del momento, in senso temporale, in cui avvengono le consultazioni con i soggetti che richiedono il loro aiuto. La wiPB, può influenzare e modificare i contenuti prima della decisione politica attraverso diversi input, come consigli o relazioni di commissioni specializzate. Le PBA, invece, lavorano dopo che la decisione politica sulla linea del partito durante la campagna è stata presa, il loro compito fondamentale è quello di comunicare, diffondere nel miglior modo possibile le decisioni che sono state prese in precedenza dal mondo politico. Infine, aspetto fondamentale che divide questi due concetti è quello del loro scopo. La wiPB opera per dare al mondo politico consigli, previsioni e perizie; le sue 25 tesi vengono pubblicate su riviste, libri e discusse tra i vari gruppi di interesse che cercano di mettere in atto cambiamenti che possano migliorare il mondo politico. Le PBA, al contrario, sono delle agenzie che forniscono dei servizi ai clienti che ne fanno richiesta. Esse non hanno alcun interesse scientifico, non vogliono promuovere alcun dibattito attorno a tematiche di interesse pubblico.42 Infine è bene sottolineare come la wiPB, a differenza delle PBA, abbia essenzialmente “natura contenutistica”. Tale concetto significa che i consulenti, che facevano parte dei vari Beiräte, non erano solo esperti della politica, ma provenivano da campi diversi del mondo della scienza, come per esempio la medicina, l’amministrazione e la tecnologia.43 Da questa prima parte si capisce come la consulenza in Germania sia nata divisa in due filoni: quello scientifico, concentrato interamente sulla funzione pubblica dello strumento comunicativo (il lavoro dei collegi Beiräte in seno ai ministeri ne è una chiara testimonianza) ed il secondo quello rivolto maggiormente all’utilizzo politico della comunicazione, incarnato dalle agenzie di consulenza politica (PBA). Negli ultimi anni sono venuti alla luce ulteriori cambiamenti che hanno portato la wiPB verso nuove forme. Un primo sviluppo si è avuto con la nascita dei “Think Tanks”. La letteratura tedesca si riferisce a queste nuovi attori della consulenza a partire dalla fine degli anni ’90. Essi vengono definiti come “fabbriche del pensiero” (Denkfabriken)44. Secondo Thunert, i Think Tanks possono essere divisi in quattro distinte categorie: la prima categoria corrisponde ai cosiddetti “TT accademici”, i quali hanno al loro interno una grande specializzazione scientifica, sono apartitici e vengono finanziati da fondazioni. Il secondo tipo di TTs si riferisce a quelli che hanno “Compiti di ricerca”; anche questi sono specializzati nel campo scientifico, ma vengono finanziati grazie ad offerte volontarie oppure da organizzazioni economiche che hanno interessi nella ricerca specifica svolta dal TT. Un terzo tipo è quello degli “TT avvocativi”, essi si occupano soprattutto di comunicazione, dei legami valoriali e basano il loro lavoro su un background scientifico. Questi TT vengono finanziati da persone singole, da aziende e da fondazioni. L’ultimo tipo di TT è quello riferibile ai “TT legati ai partiti ed agli interessi”. Essi lavorano, come intuibile dal nome stesso, prevalentemente nel mondo politico e per i partiti. Essi hanno un retroterra scientifico 42 Cfr. Christian H. Schuster, Politikberatungsagenturen in Deutschland, pp. 57-58. 43 Cfr. Ibidem, pag. 35. 44 Op. Cit. Ibidem, pag. 43. 26 ed ottengono i propri finanziamenti da tasse, imposte e dai contributi provenienti dalle loro “organizzazioni madre”, che sono i partiti per cui lavorano.45 Dopo la nascita dei TT, un altro passaggio importante che ha segnato lo crescita della consulenza politica in Germania è quello che riguarda l’arrivo delle consulenze esterne, (externe PR-Beratung). Tutto questo sviluppo vede come uno dei suoi principali fautori e sostenitori, il cancelliere Konrad Adenauer.46 Con lui l’aspetto delle PR venne immediatamente portato in primo piano. In questo periodo venne infatti creato un ufficio stampa (Presseamt), all’interno del governo ed un’autorità che si doveva occupare delle PR statali. I ruoli del portavoce (Sprecher), dell’addetto stampa (Mediensprecher) del partito e del governo vennero caricati di una grande importanza, ma non si può parlare ancora di “externe Beratung”, poiché coloro che si occupavano della campagna del cancelliere erano membri stessi del partito a cui era stato affidato questo compito. Solamente con il passare degli anni, la figura dei consulenti e delle agenzie esterne prese piede anche in Germania. I partiti politici si affidarono ad agenzie pubblicitarie, una delle più famose fu la “ARE Kommunikation” nata dall’idea di Harry Walter e del collega Harry Lorenz, per la preparazione di tutte le fasi della campagna, la scelta degli slogan, “vota Willy” (Willy wahlen), della campagna del ’72 ne è un chiaro esempio, dei cartelloni pubblicitari dei vari candidati e dell’organizzazione di manifestazioni elettorali. Lo sviluppo impetuoso che ha avuto questo settore è stato aiutato da un processo di professionalizzazione altrettanto veloce. Con l’istituzione di nuovi percorsi formativi nei campi della consulenza politica, del Public Affairs e delle PR, per citare solo qualche esempio che testimoni questo sviluppo, si pensi al DIPA, Istituto Tedesco per gli Affari Pubblici (Deutsche Institut für Publik Affaire) nato nel 2004, oppure l’ESPP, Scuola di Erfurt in Politiche Pubbliche (Erfurt School of Public Policy),47 la professionalizzazione del settore è avvenuta assai rapidamente. Sottolineando l’ultimo aspetto, la diffusione sempre maggiore di corsi di laurea, master e scuole di specializzazione in questi campi segnala come il settore della consulenza, delle PR e dei Public Affairs sia diventato e diventerà ancora di più nel corso dei prossimi anni, di 45 Cfr. Christian H. Schuster, Politikberatungsagenturen in Deutschland, pag. 44. 46 Cfr. Ibidem, pag. 52. 47 Cfr. Ibidem, pag. 71. 27 fondamentale importanza ed occuperà una posizione predominante all’interno della vita delle future generazioni. Prima di entrare nell’ultima parte di questo primo capitolo, quella riguardante la descrizione dettagliata della nascita, dello sviluppo e del funzionamento della più importante associazione di consulenza politica presente sul territorio tedesco, Degepol, è necessario fare un piccolo cenno all’aspetto normativo che regola, in Germania, l’assegnazione e l’esecuzione di incarichi da parte dei ministeri nei confronti delle PBA. Le normative a cui bisogna fare riferimento in questo campo sono due: il VOL, il regolamento per le prestazioni (Verdingungsordnung für Leistungen) ed il VOF, il regolamento per le prestazioni fornite da liberi professionisti (Verdingungsordnung für freiberufliche Leistungen).48 L’obiettivo finale di questi due accordi è quello di avere un processo di assegnazione degli incarichi alle PBA il più trasparente possibile, cercando inoltre di fornire una parità di trattamento a tutte le PBA, aziende che si propongono come esecutori. Tutti i processi di consulenza sono regolati da questi due atti. Il VOL ed il VOF mirano, oltre all’assicurazione di un alto grado di trasparenza, anche a dare la stessa percentuale di chance ad ogni partecipante. Dopo aver trattato sinteticamente i due maggiori atti che regolano i processi di consulenza in Germania, è necessario fare riferimento anche ai tre atti giuridici chiave nel campo del lavoro delle PR quando coinvolte in un processo politico. Tali atti sono fondamentali in quanto hanno posto le basi regolamentari e giuridiche su cui ancora oggi poggia il lavoro di coloro, singoli e/o aziende, società, associazioni che lavorano nel campo della comunicazione. Nel momento in cui è stato creato l’Ufficio stampa federale (Bundespresseamtes), sono state pubblicate tre sentenze dalla Corte costituzionale federale (Bundesverfassungsgericht) in merito ai confini ed agli spazi di libertà di cui potevano godere le PR sul territorio tedesco. La prima sentenza venne emanata dal giudice di Karlsruhe riguardo al campo delle relazioni pubbliche. Il giudice in questo caso tracciò un confine netto tra i compiti statali nei confronti del pubblico e la pubblicità partitica. Il giudice affermò come “Il processo di formazione delle volontà e dei pensieri degli elettori, deve rimanere libero dall’influenza statale”.49 Da questa prima sentenza si evince come il giudice abbia voluto sottolineare la grande importanza 48 Cfr. Christian Schuster, Politikberatungsagenturen in Deutschland , pag. 76. 49 Op. Cit. Ibidem, pag. 81. 28 di fornire ai cittadini un’informazione totalmente neutrale senza alcun tipo di dirigismo da parte di una determinata parte politica. La seconda sentenza (BVerfGE 44, 125) fu promulgata nel marzo del 1977. Essa ebbe grandi effetti soprattutto nel campo della campagna elettorale, nel modo di svolgerla e con quali mezzi condurla. Il giudice affermò infatti, che lo stato non può in alcun modo fare della pubblicità per i partiti, non è compito di nessuna istituzione statale svolgere quest’opera a favore, oppure contro, una determinata forza politica; questa mansione spetta solamente ai partiti stessi ed ai loro candidati. La terza ed ultima sentenza di rilievo è quella emanata nel 1983 (BVerfGE 65,1). Essa afferma che “ con le moderne tecniche di elaborazione dei dati è assicurata, in base agli articoli della Costituzione 2 comma 1 e 1 comma 1, la protezione dei singoli da una non controllata conservazione, uso e trasmissione di propri dati personali […] Sono previste limitazioni a questo diritto nel caso in cui si presentino casi che coinvolgessero l’interesse comune della popolazione”.50 Cuore di questa sentenza è, come si può intuire da quanto sopracitato, la protezione dei dati personali dei cittadini. Tale decisione ha un forte riscontro su ogni professionista e società che lavorano nel campo della comunicazione, in quanto impedisce l’uso di dati “protetti” a meno che non sia coinvolto l’interesse generale (impossibilità di diffondere, nel corso di una campagna, informazioni strettamente personali riguardo ad un politico avendo come unico scopo quello di metterlo in cattiva luce rispetto ad un altro candidato). Dopo esserci occupati delle varie fasi che hanno portato all’affermazione della consulenza politica nel contesto tedesco, ora l’accento va posto sulla società che di questo sviluppo ne è il risultato più evidente, Degepol. Per quest’ultima parte sono state utilizzate anche informazioni ottenute a seguito di un’intervista svoltasi il 18 dicembre 2009 a Berlino presso il Beisheim Center, con l’attuale fondatore della J+K Kommunikation, vicepresidente della GPRA, la Società delle agenzie di pubbliche relazioni, tesoriere ed esperto di etica di Degepol, Heiko Kretschmer. Grazie all’organizzazione in associazioni lavorative, quaranta agenzie sono state riunite in un’unica associazione, la Degepol. La società tedesca per la consulenza politica è stata fondata il 25 maggio del 2002 a Berlino. Essa è la prima associazione che racchiude al suo interno ben 130 consulenti politici di lingua tedesca. I membri dell’associazione si occupano non solo di politica, sono esperti di comunicazione, avvocati, rappresentanti di aziende, di organizzazioni non governative, manager, 50 Cfr. www.fhvr-berlin.de, sentenza della Corte Costituzionale Tedesca 65,1. 29 professori, referenti di partiti, ricercatori e provengono da ogni parte d’Europa. Per entrare a far parte dell’associazione i vari “candidati”, devono aver precedentemente maturato almeno tre anni di esperienza in uno dei settori di cui si occupa Degepol, consulenza per le campagne, consulenza nel campo della politica e Public Affairs (Kampagnenberatung, Politikfeldberatung, Public Affairs). Inoltre, ognuno di essi deve sottoscrivere e rispettare il codice di comportamento (Verhaltenskodex), stilato dall’associazione per tutti i suoi membri.51 Annualmente ogni membro dell’associazione deve pagare un contributo pari a 120 € in modo da rinnovare la membership. L’associazione non è affiliata ad alcun partito, si dichiara autonoma ed i membri, ogni tre anni, votano il direttore. L’associazione lavora con/per altre associazioni, con agenzie internazionali, con partner coinvolti nella sfera sociale e con diverse fondazioni politiche.52 Dopo la sua nascita, la professione della consulenza politica è stata riconosciuta da tutti gli addetti ai lavori come una professione all’interno del campo della politica. Con l’arrivo di Degepol il processo di professionalizzazione di tale “mestiere” ha raggiunto il suo apice. Cosa diede la spinta decisiva alla sua nascita? Tutto ebbe inizio nel 2000, quando a Bonn venne organizzata una riunione fra professionisti del campo per cercare di cambiare l’ambiente delle lobby. L’obiettivo era quello di inserire persone giovani, aumentare il livello di professionalizzazione del campo e la sua scientificità. Ma il fattore che accelerò la formazione dell’associazione e diede una spinta decisiva finalizzata al rinnovamento dell’ambiente della consulenza politica in Germania si ebbe nel 2001, con lo scoppio del cosiddetto “HunzingerAffäre”.53 Moritz Hunzinger è stato dal 1979 fino al 2004 un consulente nel campo delle pubbliche relazioni con diversi contatti anche nel mondo della politica. Lo scandalo balzò agli onori delle cronache solo nel 2001, ma risaliva a qualche anno prima. Nel 1997 il deputato dei Verdi, Özdemir, ottenne da Hunzinger un prestito di circa 80.000 DM, impegnandosi a restituire la suddetta cifra, tramite il pagamento di una rata mensile pari a 2000 DM. Non solo Özdemir fu protagonista di questa vicenda. Infatti due anni più tardi, nel 1999, l’allora membro della SPD Scharping (dal ’93 al ’95 presidente del partito, dal ’97 al ’01 fu uno dei cinque vice-presidenti della SPD ed inoltre ex ministro della difesa dal ’98 al ’02), ottenne in prestito da Hunzinger una somma pari a 140.000 DM, come anticipo per poter scrivere le sue memorie. In seguito, 51 Cfr. Intervista dell’autore con Heiko Kretschmer, Beisheim Center, Berlino, 18/12/2009. 52 Ivi. 53 Ivi. 30 Scharping affermò che tale cifra sarebbe stata usata solamente per scopi caritatevoli e per lavori legati al mondo della politica. Come immediata conseguenza della sua azione, l’allora cancelliere tedesco Gerhard Schröder lo destituì immediatamente dal suo incarico politico.54 Tale scandalo, che coinvolse una delle figure più importanti e di spicco del mondo della consulenza politica e del panorama politico tedesco di allora, mise in discredito questa professione, connotandola negativamente. Fu allora che coloro che volevano mettere in atto un deciso cambiamento nell’ambiente presero ancora più slancio. Proprio allo scopo di migliorare la reputazione e l’immagine di questo settore e per definirne gli standard, nel 2002 nacque Degepol.55 Gli obiettivi dell’associazione sono quelli di portare avanti con decisione il processo di professionalizzazione della consulenza politica e diffondere un chiaro profilo di questo settore. Un aspetto che sta al centro della filosofia dell’associazione è quello del continuo sviluppo degli standard lavorativi, attraverso lo scambio, la cooperazione e la costruzione di una sempre più completa offerta formativa. Passiamo ora al cuore dell’analisi di Degepol. Cosa intende l’associazione con il concetto di “consulenza politica”? In primo luogo essa divide tale concetto in due distinte varianti. La prima è quella che riguarda la consulenza dei decisori politici, delle frazioni e dei partiti, fuori dall’arena politica, mentre la seconda si riferisce alla consulenza dei decisori politici, delle organizzazioni, delle aziende che agiscono all’interno della sfera politica. In Germania, la consulenza politica si occupa di tre distinti campi: “consulenza per le campagne, consulenza politica, Public Affairs.56 Per quanto riguarda il primo aspetto, la consulenza per le campagne, esso riguarda la pianificazione, la realizzazione, la conduzione ed il controllo della campagna elettorale da parte di un team che si occupa del management della stessa. La consulenza nel campo della politica si occupa dell’assistenza strategica di organizzazioni, istituzioni e decisori politici. I consulenti, in questo caso, forniscono ai loro committenti analisi empiriche, interpretazioni di dati e consigli su come poter condurre al meglio una determinata campagna oppure su quale sia la miglior politica da mettere in atto in quel preciso momento. Per quanto riguarda l’ultimo settore della consulenza politica, il Public Affairs, il consulente che opera in questo campo si occupa del management, dal punto di vista strategico, dei processi decisionali che avvengono tra i settori della 54 Cfr. www.manager-magazin.de, Hunzinger Affäre: Schröder feuert Scharping, 18/07/2002. 55 Cfr. Intervista dell’autore con Heiko Kretschmer, Beisheim Center, Berlino, 18/12/2009. 56 Op. Cit. www.degepol.de, brochure What is political consulting? 31 politica, dell’economia e la società. Il consulente ha la capacità di collegare fra loro, in questo iter decisionale, aziende, associazioni, gruppi di interesse ed organizzazioni.57 Passiamo adesso all’analisi dei mezzi che la consulenza politica in Germania utilizza per realizzare i suoi obiettivi. Degepol, nella sua brochure di presentazione, nomina dieci strumenti, individuati come quelli principalmente usati dal consulente politico nel corso del suo lavoro. Il primo strumento di cui parlare è il “ Fundraising”. Nelle campagne di oggi è fondamentale la raccolta di fondi per poter avere a disposizione una quantità di denaro tale da poter sostenere tutti i costi che una campagna post-moderna richiede. Degepol definisce il concetto di Fundraising come: “ strumento per l’acquisizione di donazioni, fondi e sponsorizzazioni. Il Fundraising crea ed assicura una base finanziaria solida per organizzazioni progetti ed iniziative politiche”.58 Il secondo strumento che l’associazione indica come chiave di volta nel processo di consulenza è quello del “management dell’immagine”. Il consulente politico ha il delicato compito di creare, modellare e sviluppare una precisa immagine del politico per cui lavora; compito del candidato è quello di mantenere nel corso di tutta la campagna l’immagine che gli è stata creata in modo che possa ottenere il maggior numero di consensi. Il processo di costruzione dell’immagine è lungo e complesso, esso passa attraverso alcune fasi: “allenamento personalizzato e prove prima delle telecamere, in situazioni di interviste e discussioni, come anche davanti al pubblico”.59 Oltre a quanto detto in precedenza, come sottolineano Cattaneo e Zanetto, la costruzione dell’immagine di un candidato passa attraverso la ripetizione continua nel corso della campagna dei due elementi chiave che la compongono e cioè: il nome del candidato e quello del partito cui appartiene. Questi due elementi sono quelli che rimangono più facilmente nella mente degli elettori e perciò, il consulente deve fare un grande lavoro per sfruttare a pieno tutte le possibilità che nome del candidato, ma soprattutto nome del partito possono portare a favore della campagna.60 Dopo la creazione dell’immagine, viene, come terzo punto dell’elenco, il 57 www.degepol.de, brochure What is political consulting? 58 Ivi. 59 Ivi. 60 Cfr. Alberto Cattaneo – Paolo Zanetto, (E)lezioni di successo: manuale di marketing politico, pp. 173175. 32 “management delle tematiche”. In ogni campagna ci sono sempre particolari tematiche che rivestono una grande importanza sia per la popolazione che dal punto di vista mediatico. Per un candidato è fondamentale individuarle e cercare di porsi di fronte ad esse in modo da poter suscitare sensazioni positive nell’elettorato. Il compito del consulente è quello di: “pianificare e dirigere la comunicazione di queste tematiche presenti sull’agenda politica e pubblica”.61 In questo contesto si parla di agenda setting che, come afferma Donato Bendicenti, giornalista Rai e professore di comunicazione politica all’Università di Teramo, è ciò che “stabilisce una corrispondenza tra le tematiche maggiormente stressate dai media e l’ordine di importanza attribuito alle stesse dai cittadini elettori. Il concetto di agenda setting diventa dunque sinonimo dell’influenza degli organi di informazione sulla percezione pubblica della dialettica politica.”62 Tutto ciò avviene attraverso la pubblicazione di articoli, oppure agendo in modo tale da cambiare l’agenda dei media e far risaltare così gli aspetti positivi del candidato, fenomeno detto dell’agenda building, definito tecnicamente come “ciò che misura l’impatto dell’azione dei media sul sistema politico, attraverso l’influenza che essi esercitano sulla determinazione degli issues, e del peso che essi acquistano nel dibattito e nel confronto tra gli attori politici ed istituzionali.”63 Infine si deve citare un ultimo elemento, quello dell’agenda surfing, definito come “uno sforzo messo in campo al fine di approfittare della popolarità di temi attuali o emergenti”64, in altre parole cavalcare determinate notizie per far risaltare il punto di vista del politico per cui lavora. Il quarto punto di cui bisogna occuparsi ora è la “consulenza politica su Internet”. L’avvento di internet ha modificato notevolmente il modo di ottenere informazioni e di diffonderle. Durante una campagna questo strumento è di fondamentale importanza. Saperlo sfruttare in maniera adeguata permette di aumentare in maniera esponenziale le possibilità di diffusione del messaggio, raggiungendo con ciò un maggior numero di elettori. I consulenti, gli esperti in questo campo, sono figure oramai indispensabili in ogni staff di consulenza. Essi infatti: “usano strategicamente questa tecnologia informativa e la integrano all’interno del loro piano comunicativo […] contattano organizzazioni per migliorare il loro numero di informazioni e così la loro 61 Op. Cit www.degepol.de, brochure What is political consulting? 62 Op. Cit. Donato Bendicenti, Con-Vincere: piccola storia della comunicazione politica nell’era della piazza virtuale, pag. 89. 63 Ivi. 64 Op. Cit. www.agendasetting.com, Strategy and Tactics of Agenda Surfing, pag. 7. 33 produttività”.65 Il quinto strumento rilevante nel lavoro di un consulente è certamente quello di “Lobbying”. Al giorno d’oggi è di notevole importanza il rapporto con altre istituzioni, quali governi, parlamenti ed autorità riguardo al posizionamento di un determinato attore su una particolare politica. Tale lavoro viene svolto soprattutto per cercare di ottenere l’appoggio, sotto forma di finanziamenti, mobilitazione di elettori o aiuti di altro genere, di grandi aziende protagoniste nel panorama economico, sociale ed istituzionale di un determinato paese. Il sesto strumento di cui bisogna occuparsi è quello legato al concetto di Monitoring. Questo strumento corrisponde a ”osservazione continua degli sviluppi, dei campi delle politiche, programmi e dei rapporti dei media che sono rilevanti per un’organizzazione”.66 Grazie a questo continuo monitoraggio, l’agenda, la strategia, la pianificazione della campagna del candidato possono essere adattate continuamente alle varie fasi della lotta elettorale. Il settimo strumento che può essere usato dal consulente nel corso di una campagna è quello della “costruzione del network”. Avere un gran numero di contatti è fondamentale per poter sviluppare con successo una campagna elettorale. Uno dei compiti principali del consulente è quello di costruire, facendo in modo che sia sempre aggiornata, una rete di contatti utili per la realizzazione di ogni fase pianificata. Il consulente politico “processa queste informazioni per un’applicazione strategica. Egli prepara canali migliori per informazioni ed eventi al fine di arrivare al contatto della persona”.67 L’ottavo strumento da tener presente è la cosiddetta “consulenza strategica”. In primo luogo vi è un’analisi generale del panorama politico in cui il consulente si trova a lavorare; egli deve avere ben chiaro l’obiettivo su cui focalizzarsi e quali azioni mettere in atto per poterlo raggiungere. In secondo luogo, il consulente deve continuamente esaminare ed aggiornare la strategia che ha deciso di seguire, egli deve essere in grado di “cambiare in corsa” per potersi adattare a nuove condizioni che gli si presentano.68 Nono punto segnalato da Degepol è quello che riguarda la “ricerca strategica”. Il consulente politico mette in atto analisi di vario genere per poter poi essere in grado di 65 Op. Cit. www.degepol.de, brochure What is political consulting? 66 Ivi. 67 Ivi. 68 Ivi. 34 realizzare una campagna che sia funzionale al raggiungimento di buoni risultati. Egli: “identifica le caratteristiche e gli interessi fondamentali dei competitor e dei gruppi di popolazione al fine di rintracciare le condizioni necessarie per un’efficiente comunicazione”69. Ultimo strumento che segnala l’associazione è quello che si riferisce al “trasferimento delle conoscenze”; il consulente ha il compito fondamentale di “separare l’importante da quello meno importante, e stabilire dei criteri per il da farsi […] Supportano la ricerca e l’allenamento di coloro che raccolgono informazioni e lavorano su di esse”.70 Come accennato in precedenza, Degepol è nata essenzialmente per porre dei limiti, per fissare delle regole per tutti coloro che facevano parte del settore della consulenza politica e soprattutto per portare in questo campo un maggior grado di trasparenza, che fosse capace di allontanare gli spettri che hanno circondato la professione dopo il caso Hunzinger. Per meglio evidenziare questi aspetti, è doveroso analizzare in maniera dettagliata l’innovazione di maggior rilievo che l’associazione ha introdotto nel mondo della consulenza politica in Germania e cioè il codice di comportamento. Nel processo di professionalizzazione della professione, questo codice di comportamento svolge sicuramente un ruolo di spicco. Esso è il primo codice di questo genere che sia mai stato realizzato in questo campo in Germania; è stato creato proprio per dare all’opinione pubblica un’idea di tale mestiere fondata sulla trasparenza, mettendo davanti agli occhi della popolazione il fatto che la consulenza politica non fosse un ambiente selvaggio, senza nessun tipo di regola, ma che anzi si basasse su dei saldi principi di comportamento che ogni membro doveva necessariamente rispettare. Il codice di comportamento (Verhaltenskodex), redatto da Degepol si fonda su sette principi base: la verità (Wahrhaftigkeit); la discrezione (Diskretion); nessun incentivo finanziario (Keine finanziellen Anreize); nessuna discriminazione (Keine Diskriminierung); il rispetto (Respekt); chiara separazione (Klare Trennung); non diffamare la professione (Keine Berufsschädigung).71 Tutti i membri che fanno parte di Degepol devono rispettare tassativamente ognuno di questi sette punti nello 69 Op. Cit. www.degepol.de, brochure What is political consulting? 70 Ivi. 71 Cfr. www.degepol.de, Code of Conduct , German Association of Political Consultants. 35 svolgimento del proprio lavoro. Dopo averli elencati, ora è bene analizzare questi punti uno ad uno per capire bene cosa impongono a coloro che lo sottoscrivono. Il membro di Degepol, inoltre, si impegna ad essere sempre sincero con i clienti, le istituzioni politiche, i media ed il pubblico. Il consulente lavora solamente con informazioni che riflettono la verità. Una grande attenzione è rivolta all’evitare qualsiasi tipo di disinformazione, dovuta all’utilizzo ed alla diffusione di false informazioni. Il consulente ha l’obbligo di non rivelare il nome del cliente per cui lavora fino a che è alle sue dipendenze. Il secondo aspetto del codice è quello della discrezione. Il consulente si impegna a tenere per sé tutte le informazioni che riguardino i suoi passati clienti ed i suoi attuali. Egli renderà pubbliche queste informazioni solamente dopo aver ottenuto espresso consenso da parte del diretto interessato. Per quanto riguarda il terzo aspetto, quello che parla di nessun incentivo finanziario, esso sottolinea come tutti i membri legati a Degepol non eserciteranno mai alcuna influenza disonesta o illegale sui loro clienti, soprattutto attraverso incentivi finanziari diretti o indiretti. Il significato del quarto aspetto del codice è chiaro agli occhi di tutti, nessuna discriminazione. Ogni membro dell’associazione si impegna, nel corso della sua attività professionale, a non mettere in atto alcuna forma di discriminazione di tipo razziale, sessuale, religiosa e di altro genere. La quinta regola presente nel codice è quella del rispetto. I membri dell’associazione trattano i propri clienti ed i colleghi in maniera rispettosa e sono obbligati a mantenere “candida” la loro reputazione personale e professionale. Il sesto punto presente nel codice di comportamento è quello che si riferisce alla chiara separazione. Tutti i membri di Degepol si impegnano a separare nettamente le proprie attività professionali dalle proprie idee politiche, mandati ed altre funzioni. Queste ultime non devono influenzare in alcun modo il lavoro del consulente. L’ultimo punto, ma non per questo meno importante, è quello legato al concetto della non diffamazione del proprio lavoro. Il consulente di Degepol, nello svolgere la propria professione, cerca di evitare qualsiasi tipo di attività che possa danneggiare la reputazione della comunità dei consulenti politici, il campo della consulenza politica in generale e di Degepol.72 72 Cfr. www.degepol.de, Code of Conduct, German Associaation of Political Consultants. 36 Nel corso degli ultimi anni dalla sua fondazione l’associazione ha conosciuto diversi cambiamenti e sviluppi al suo interno. La maggior parte di essi è avvenuta soprattutto riguardo alla trasparenza, grazie alla redazione del sopracitato e descritto “Codice di comportamento”, alla regolamentazione delle lobby ed infine, più in generale, nei comportamenti di tutti gli attori in gioco nella sfera della consulenza politica. Tuttavia, nel corso dell’intervista è emerso che, senza alcun dubbio, proprio la trasparenza ha costituito il nucleo essenziale di questo cambiamento. Oggi, rispetto a qualche anno fa, si può vedere molta più trasparenza nel campo della consulenza, soprattutto grazie ad iniziative, manifestazioni e meeting che sono stati organizzati dalla stessa Degepol per sensibilizzare l’opinione pubblica ed il mondo della consulenza su questa fondamentale tematica. Nonostante ciò, l’intervistato ha sottolineato che tali cambiamenti hanno avuto ed avranno anche in futuro un processo molto lento.73 Per concludere, è importante sottolineare un ultimo aspetto. Degepol è la sintesi, il risultato del processo evolutivo che ha seguito la consulenza politica nel particolare contesto tedesco. Al suo interno, infatti, come si evince dall’analisi appena effettuata, sono presenti entrambe le branche che hanno dato il via alla nascita del settore in Germania. La branca del wiPB è riscontrabile dalla presenza nell’associazione di due distinti elementi. Il primo è collegato al fatto che i membri provengano non solo dal settore della politica, ma anche da quello delle PR, delle agenzie di comunicazione, di marketing, pubblicitarie e dal mondo della scienza. A proposito di questo aspetto si può notare come il comitato scientifico della società sia molto eterogeneo. Ne sono parte direttori di fondazioni politiche, come Ralf Fücks (direttore della fondazione Heinrich Böll), ministri di Länder come nel caso di Matthias Machnig (ministro dell’economia, tecnologia e lavoro della Turingia), professori universitari di grande spessore come Andrea Römmele (docente di comunicazione politica presso l’Università Internazionale di Bruchsal) e professionisti nel campo della comunicazione e della pubbliche relazioni come Peter Radunski (PR professionista), Jürgen Merschmeier (ufficio per la politica e la comunicazione) e Klaus-Peter Schmidt-Daguelle (consulente specializzato nel campo dei media).74 Il secondo è la “funzione pedagogica” che è uno dei capisaldi di Degepol. A riprova di questa affermazione, uno dei compiti fondamentali dell’associazione, come accennato in precedenza, è quello di organizzare eventi, meeting, incontri di sensibilizzazione su varie tematiche, su tutte quelle della trasparenza e dell’etica, per 73 Cfr. Intervista dell’autore con Heiko Kretschmer, Beisheim Center, Berlino, 18/12/2009. 74 Op. Cit. www.degepol.de 37 cercare di avvicinare e di rendere più “trasparente” il mondo della consulenza, delle PR e del Public Affairs agli occhi della popolazione. Per fare qualche esempio, al riguardo basti citare alcuni incontri organizzati da Degepol negli scorsi anni. Il primo, del 22 maggio 2005 dal titolo: “Colloquio sul futuro della consulenza politica: come può la politica comunicare contenuti complessi? C’è un’alternativa al giornale Bild?” (Zukunftskolloquium Politikberatung: wie kann Politik komplexe Inhalte vermitteln? Gibt es eine Alternative zur BILD-Zeitung?). Il secondo, del 29 agosto 2005, “Incontro con FES (Fondazione Friedrich Ebert) sul tema della qualità del management” (Fachtatung mit FES zum Thema Qualitätsmanagement). Il terzo, tenutosi il 27 febbraio 2007, con argomento: “Il coinvolgimento cittadino e la partecipazione sono una via d’uscita contro la riluttanza nei confronti della politica?” (Sind Partizipation und bürgerschaftliche Engagement ein Ausweg aus der Politikverdrossenheit?). Infine per riprendere il tema della trasparenza è necessario citare l’incontro avvenuto il 20 ottobre 2009 “Lobbies e trasparenza- efficienza ed etica” (Lobbying und Transparenz – von Effizienz und Ethik).75 Il settore delle PBA, si ritrova invece in quella parte di associazione che si occupa più da vicino del lavoro di consulenza nel corso di campagne elettorali, fornendo expertise che aiutano il partito a creare e condurre una strategia efficace al fine di ottenere la vittoria elettorale. In questo campo, Degepol è una delle associazioni di maggior rilievo a livello internazionale, grazie anche alla sua presenza ed ai rapporti che intrattiene con numerose altre associazioni “gemelle”, come la “SEAP” Society of European Affairs Professionals (Società degli Affari Europei), la “EAPC” European Association of Political Consultants (Società Europea dei Consulenti Politici) e “ALPAC” Austrian Lobbying and Public Affairs Council (Consiglio Austriaco delle Lobby e degli Affari Pubblici)76, il mondo della consulenza politica si sta dando delle nuove regole nei confronti, non solo dei clienti, ma anche della popolazione, in modo da creare attorno al settore un clima sereno, positivo e di rispetto. 75 76 Op. Cit. www.degepol.de Op. Cit. www.degepol.de, brochure Was ist Politikberatung. 38 CAPITOLO 2: L’EVOLUZIONE DELLE CAMPAGNE ELETTORALI TEDESCHE Un’elezione è come una vendita che duri un solo giorno. (Joseph Napolitan) Nel corso di questo secondo capitolo verrà trattato più da vicino il fenomeno delle campagne elettorali in Germania. Il primo paragrafo sarà utilizzato al fine di introdurre il concetto di campagna elettorale in Germania. Ci si concentrerà sui concetti di cambiamento del contesto sociale e soprattutto cambiamento del sistema mediatico. Questi due punti hanno condizionato e trasformato il modo, da parte degli attori coinvolti nel processo politico, di organizzare e svolgere la campagna elettorale. Nel secondo paragrafo, verranno descritte, sotto tre punti di vista, l’analisi delle strutture della campagna, la strategia messa in atto dal partito ed i mezzi/strumenti utilizzati al fine di diffondere i messaggi, le campagne “svolta” di Verdi, SPD, CDU e FDP. Quest’analisi permetterà di capire come, nel corso del periodo dal 1987 al 2002, mezzi, strutture e strategie siano cambiati. L’analisi dell’evoluzione delle campagne elettorali ci permetterà di introdurre il tema del terzo paragrafo, i concetti di spettacolarizzazione, americanizzazione e infotainment. Come si vedrà di seguito, lo sviluppo continuo che i vari mezzi della campagna hanno avuto nel corso degli ultimi decenni, ha portato al centro della lotta politica l’aspetto dello spettacolo, dell’informazione fatta non più per informare, ma soprattutto per intrattenere lo spettatore ed aiutare il politico/candidato a farsi notare dall’elettore. Infine verrà analizzato lo strumento del dibattito televisivo. Usato per la prima volta negli Stati Uniti, nel corso della campagna elettorale fra Nixon e Kennedy, tale strumento anche in Germania, è diventato uno dei momenti più importanti della campagna, in cui i due candidati devono dimostrare tutto il loro valore, le loro capacità, la loro destrezza, al fine di conquistare l’elettore che da casa lo guarda in televisione. In modo da capire come tale strumento è stato usato in Germania, verrà analizzato il dibattito televisivo avvenuto nel 2005 fra Gerhard Schröder ed Angela Merkel e quello del 2009, tra Angela Merkel e Frank Walter Steinmeier. Da questo confronto si 39 capiranno innanzitutto le differenze e le similitudini che si possono riscontrare fra i due dibattiti ed in secondo luogo se il dibattito televisivo giochi veramente un ruolo decisivo nel determinare il risultato finale di un’elezione. 2.1 LE CAMPAGNE ELETTORALI IN GERMANIA: UN’INTRODUZIONE Prima di soffermarci sulla descrizione delle campagne chiave dei quattro maggiori partiti presenti nel panorama politico tedesco, è necessario fare una breve introduzione su come le campagne elettorali in questo paese si siano sviluppate; quali sono stati gli aspetti ed i momenti chiave che hanno portato gli attori politici ad introdurre determinati strumenti, modalità e collaboratori per l’organizzazione, la pianificazione e lo svolgimento della campagna. Come accennato precedentemente, i due fattori che hanno portato la consulenza politica tedesca alla situazione attuale sono i “cambiamenti sociali” ed i “cambiamenti nel sistema mediatico”. Tali fattori, soprattutto facendo riferimento al contesto tedesco, hanno svolto un ruolo chiave nel portare la consulenza politica, gli esperti di marketing, le agenzie pubblicitarie ed altri attori del campo, in primo piano ogniqualvolta i partiti cercavano persone ed agenzie in grado, con le loro expertise, di poter fornire dei vantaggi decisivi ai fini della vittoria finale. Concentrandoci sui mutamenti a livello sociale, bisogna immediatamente introdurre alcuni importanti concetti al fine della spiegazione seguente. Il primo è quello di modernizzazione. Tale termine veniva e viene usato per “descrivere i recenti cambiamenti nelle società occidentali”77. A questo primo concetto è strettamente collegato quello di individualismo. Questa seconda nozione sottolinea come, al giorno d’oggi, si sia notevolmente indebolita la capacità d’influenza di una sola variabile sociale sugli individui; le tradizionali strutture sociali hanno perso importanza agli occhi delle persone. Gli uomini hanno acquistato maggiore libertà nelle loro scelte e nei loro comportamenti, e tutto questo ha ridotto la capacità di previsione del comportamento elettorale della popolazione. Tale incertezza ha condotto le forze partitiche a concentrare gran parte dei loro sforzi nell’assunzione di personale ed agenzie che, con il loro lavoro, potessero in qualche modo fornire una panoramica più chiara del 77 Christina Holtz-Bacha, Professionalisation of Politics in Germany, pag. 63, in Ralph Negrine, Paolo Mancini, Christina Holtz-Bacha and Stylianos Papathanassopoulos“ The Professionalisation of Political Communication”. 40 comportamento dell’elettorato. La “distruzione” delle precedenti strutture sociali ha portato all’abbandono parziale di uno dei maggiori modelli di spiegazione del comportamento elettorale della popolazione prima di una tornata elettorale, il famoso “Michigan Model of Voting Behaviour”. Influenze immediate Influenze a lungo termine Identificazione PPP partitica Temi Immagine Candidato Scelta di voto Immagine Partito Fonte: desart.us/corse/2120/Michigan.html Come si può notare dallo schema sovrastante, attraverso il “Michigan Model”, si capisce come la connessione fra le variabili sociali, le varie strutture ad esse connesse presenti in maniera stabile qualche anno fa e la predisposizione politica/ identificazione partitica, portassero il comportamento politico degli elettori ad un alto grado di prevedibilità. L’identificazione partitica rimaneva stabile nel tempo, faceva da “lente” attraverso la quale l’elettore giudicava i temi discussi e si creava le sue impressioni sul candidato78. Grazie a questo alto grado di inalterabilità e prevedibilità nel comportamento di voto degli elettori, i partiti ed i loro collaboratori che lavoravano alla preparazione e programmazione della campagna, conoscevano la fetta di elettori verso la quale indirizzarsi e come dover parlare ad essa durante la campagna per ottenerne il voto.79 Per questo motivo, sommato alla non “totale affermazione” della televisione come media centrale della campagna, il non ancora raggiunto sviluppo ed affermazione delle tecniche di marketing, consulenza e pubblicità, gli assunti del “Michigan Model” erano alla base dell’azione partitica. Oggi, con il cambiamento radicale della società e 78 web.bvu.edu, Bradley Best, “Models of Voting Behavior”. 79 Cfr. Christina Holtz-Bacha, Professionalisation of Politics in Germany, pag. 64, in Ralph Negrine, Paolo Mancini, Christina Holtz-Bacha and Stylianos Papathanassopoulos“ The Professionalisation of Political Communication”. 41 soprattutto del modo di comportarsi della popolazione, la scelta di voto infatti si basa molto meno sull’appartenenza partitica e maggiormente sul “feeling”, sul “sentimento emozionale”80 che il candidato riesce a suscitare negli elettori e sul cosiddetto “ragionamento di stomaco” (decisione di voto condizionata da “esperienze passate, dalla vita quotidiana, dai media e dal materiale elettorale”81), il “Michigan Model” ha perso gran parte della sua utilità. Il secondo aspetto chiave della nostra analisi è quello riguardante i cambiamenti avvenuti nel mondo dei media. Negli ultimi anni l’offerta televisiva è notevolmente aumentata, il numero di canali e di reti è cresciuto considerevolmente. Tale sviluppo ha permesso alla popolazione di avere maggiore scelta nella decisione di quale programma seguire e di quale tipo di informazione ricevere. In tutto questo processo, la politica è diventata un qualsiasi prodotto televisivo, il cui successo è misurato in base all’audience; più persone seguono il prodotto, più questo rimane al centro della programmazione televisiva. Per queste ragioni, la politica si deve adattare ai nuovi cambiamenti avvenuti nella società ed al sempre più importante mercato dei media. La commercializzazione e la frammentazione dell’elettorato ha costretto il sistema politico a destinare maggiori sforzi, al fine di guadagnare l’attenzione dei media, soprattutto quella della televisione. La politica, adattandosi a questa nuova situazione, si è “mediatizzata” e conseguentemente i media si sono “politicizzati”82 interessandosi sempre più delle vicende politiche e diventando degli attori fondamentali nel “gioco elettorale”, in grado, quindi, di spostare l’ago della bilancia a favore di una forza politica piuttosto che di un’altra. Il fenomeno della “mediatizzazione della politica”, di cui si parlerà più approfonditamente nel terzo paragrafo, è facilmente riscontrabile guardando al comportamento dei politici. Essi, grazie all’aiuto di esperti del campo, tentano quotidianamente di influire sui media in modo che questi presentino le vicende che li riguardano in maniera funzionale agli obiettivi che essi perseguono. I protagonisti della politica hanno capito molto velocemente come il nuovo “potere” che ha invaso in maniera prepotente il loro mondo e ne ha cambiato le regole del gioco, sia di fondamentale importanza per poter ottenere quel successo, quella visibilità in grado di 80 Cfr. Alberto Cattaneo – Paolo Zanetto, (E)lezioni di successo: manuale di marketing politico, pag. 77. 81 Op. cit. Ibidem, pag. 73. 82 Cfr. Christina Holtz-Bacha, Professionalisation of Politics in Germany, pag. 65, in Ralph Negrine, Paolo Mancini, Christina Holtz-Bacha and Stylianos Papathanassopoulos“ The Professionalisation of Political Communication , pag. 65. 42 portarli ad ottenere le vittorie elettorali cui mirano. Il cambiamento del sistema mediatico tedesco nel corso degli ultimi decenni ha conosciuto due momenti chiave. Il primo si è verificato nel corso degli anni ’50 con l’introduzione del mezzo televisivo, che però ha raggiunto la sua piena diffusione in tutto il paese solo durante gli anni ’8083. Il secondo turning point, è avvenuto nel corso degli anni ’80, con l’apertura del mercato televisivo anche alle emittenti commerciali. Tale svolta ha portato a grandi cambiamenti sia tra chi aveva il compito di fornire il prodotto televisivo sia tra quelli che lo ricevevano.84 La Germania, vista la sua numerosa popolazione e la forza del suo settore pubblico, è diventata in poco tempo uno dei maggiori mercati televisivi dell’Europa occidentale. Dal 1984 in poi è avvenuto un duro scontro fra le emittenti private e quelle pubbliche. Le prime miravano a portare in primo piano temi che riguardavano individui e privati cittadini ed il loro comportamento nei confronti del sistema politico era connotato da un grande grado di autonomia. Per quanto riguarda invece il settore pubblico, esso si occupava soprattutto di tematiche ed eventi che riguardavano tutta la società e di problemi di istituzioni o di particolari gruppi di individui. Con lo “sdoganamento” e la proliferazione delle emittenti private si apre anche la fase della presentazione delle “cose” politiche come “infotainment”85, cercare cioè di inserire i soggetti politici e tutte le notizie che li riguardano in una cornice di intrattenimento, di spettacolo. Il 1970 è una data fondamentale per quanto riguarda la nascita delle “nuove campagne elettorali” dominate dalla logica mediale. Infatti sono le elezioni avvenute in quell’anno che segnano il sorpasso del mezzo televisivo su quello della carta stampata nel ruolo di dominatore della contesa elettorale.86 Il 1976 rappresenta un’altra data fondamentale. In questo caso soprattutto perché segna l’accettazione senza mezzi termini della logica mediale da parte degli attori della scena politica, in primis i partiti ed i candidati. Nel corso delle elezioni del 1976 ai 83 Cfr. Christina Holtz-Bacha, Professionalisation of Politics in Germany, pag. 65, in Ralph Negrine, Paolo Mancini, Christina Holtz-Bacha and Stylianos Papathanassopoulos“ The Professionalisation of Political Communication”. 84 85 Ivi. Cfr. Cristian Vaccari, La comunicazione politica negli USA, pp. 146-149. 86 Cfr. Christina Holtz-Bacha, Professionalisation of Politics in Germany, pag. 68, in Ralph Negrine, Paolo Mancini, Christina Holtz-Bacha and Stylianos Papathanassopoulos“ The Professionalisation of Political Communication. 43 partiti, sia quelli “in carica” SPD-FDP, che agli sfidanti CDU-CSU, venne attribuito dai sondaggi più o meno la stessa percentuale di consensi. Nel corso dell’ultimo periodo di campagna però, la coalizione sfidante vide aumentare notevolmente i consensi a suo favore, grazie soprattutto alle presenze delle sue figure di spicco in televisione. Al termine delle elezioni, la coalizione SPD-FDP ottenne la vittoria e tutti gli osservatori affermarono che tale successo fu ottenuto soprattutto grazie al miglior utilizzo del mezzo televisivo rispetto a quello fatto dagli avversari. Qualche anno più tardi, l’analisi di Noelle-Neumann si concentrò, però, sui motivi per cui la televisione aveva creato l’impressione nella popolazione che la vittoria finale sarebbe potuta andare alla coalizione formata da SPD/FDP. Neumann affermò che due furono le ragioni principali di questa “impressione sbagliata”. La prima si riferiva al fatto che nell’ambiente giornalistico le maggiori simpatie fossero rivolte verso il mondo della sinistra-liberale e perciò la televisione tendeva a sottolineare maggiormente i loro successi e molto meno le loro sconfitte o le vittorie degli avversari nel corso delle regionali che precedettero le elezioni federali. La seconda ragione fu individuata nel fatto che: “il clima di opinione trasmesso dai media era alimentato da segni verbali e visivi dell’opinione pubblica”87. A supporto di questa tesi Noelle-Neumann si riferì ad un’analisi effettuata da Kepplinger sui commenti da parte dei giornalisti nel corso della copertura mediatica della campagna. I commenti, che si riferivano ad affermazioni o ad azioni messe in atto da membri dell’opposizione, erano sempre a loro sfavorevoli, miravano a dare un’immagine negativa; mentre quelli che si concentravano sui membri del governo in carica avevano sempre dei connotati positivi e mettevano sempre sotto una buona luce i membri dei partiti della maggioranza. Questi interventi giornalistici diedero l’impressione ai telespettatori che il candidato dell’opposizione, Helmut Kohl, stesse andando incontro ad una sicura sconfitta elettorale e che la coalizione SPD/FDP potesse ottenere una vittoria facile.88 Tutto ciò testimonia il fatto che i media sono in grado, scegliendo di dare un particolare taglio agli eventi/informazioni, di creare uno scenario agli occhi degli elettori che in alcuni casi non corrisponde a pieno alla realtà dei fatti (alla fine la coalizione SPD/FDP non ottenne un successo netto, SPD/FDP 50.5%, Unione 48,6%). Dopo queste elezioni, anche se già negli anni precedenti vennero assunti esperti 87 Cfr. Christina Holtz-Bacha, Professionalisation of Politics in Germany, pag. 68, in Ralph Negrine, Paolo Mancini, Christina Holtz-Bacha and Stylianos Papathanassopoulos“ The Professionalisation of Political Communication 88 Ivi. 44 provenienti dall’esterno del partito per lavorare alla campagna, il ricorso ad agenzie pubblicitarie ed esperti nel campo del marketing politico e della comunicazione si fece molto più evidente. Per citare alcuni esempi, la CDU, nel corso delle elezioni del ’76, assunse sei diverse agenzie pubblicitarie, la SPD nel 1998 affidò la sua campagna pubblicitaria totalmente alla KNSK/BBDO (di cui si parlerà in maniera approfondita nel corso del paragrafo dedicato alla conduzione dell’elezione del ’98 da parte della SPD) ed assunse dagli Stati Uniti consulenti che avevano preso parte, come collaboratori, alla campagna del 1992 di Bill Clinton, mentre la FDP per la campagna elettorale del 2002 assunse l’agenzia ECC (che verrà descritta nel paragrafo concentrato sulla campagna del 2002 della FDP) e circa 60 esperti di PR e pubblicità. Nella condizione di duopolio il sistema mediatico tedesco deve, però, attendere fino alle elezioni del 1998 e successivamente a quelle del 2002, per notare gli effetti che il sistema mediatico a “due teste” impose al modo di pianificare, organizzare e condurre le campagne elettorali. Queste due campagne, che verranno analizzate in maniera approfondita nel prossimo paragrafo, hanno segnato la definitiva affermazione del fenomeno dell’americanizzazione della politica anche in Germania. Le innovazioni che sono state introdotte, dal punto di vista delle strutture, KAMPA ’98 (quartier generale della SPD per la campagna elettorale del ’98) ed ARENA ’02 (centrale della campagna del 2002 dell’Unione), della strategia (personalizzazione sulla figura del candidato89) e dei mezzi utilizzati (televisione, Internet), hanno radicalmente modificato il modo di pensare, organizzare, condurre e concludere una campagna. Il cambiamento delle strutture sociali e soprattutto del sistema mediatico hanno modificato profondamente il modo di “fare” campagna in Germania. A partire dalla fine della seconda guerra mondiale, i maggiori partiti dello scenario politico tedesco hanno assunto figure esterne per avere un aiuto in alcuni aspetti della campagna, ma essenzialmente il modo di fare campagna era ancora quello utilizzato prima dell’avvento del regime nazionalsocialista, e cioè centralizzato negli organi di partito, che pianificavano e conducevano tutte le fasi della campagna. La vera svolta si ebbe con il graduale aumento del potere e dell’influenza del mezzo televisivo, e dell’affermazione della sua logica all’interno del mondo politico. Dal 1970 in poi, partiti e candidati capirono la grande importanza del mezzo e si resero conto che, se non avessero adeguato rapidamente la loro struttura, i loro comportamenti ed il loro modo di fare campagna a questa logica, avrebbero ottenuto pochi successi. Tale consapevolezza ha 89 Cfr. Giancarlo Bosetti, Spin: Trucchi e tele-imbrogli della politica, pag. 45. 45 portato alla situazione odierna, dove più che “campagna di contenuti” si può parlare di campagna dello spettacolo, dell’intrattenimento e del candidate-show. 2.2 LE CAMPAGNE “SVOLTA” DI VERDI, SPD, UNIONE (CDU+CSU) E FDP Nel corso di questo paragrafo l’attenzione sarà concentrata sulle elezioni che hanno segnato una svolta per ciascuno dei maggiori partiti dello scenario politico tedesco. L’analisi delle seguenti campagne elettorali verrà condotta seguendo tre direttrici principali: dopo una delucidazione sulla situazione del partito prima delle elezioni, ci si concentrerà sulla struttura che il partito ha creato per la preparazione e conduzione della campagna (organi, organizzazioni, associazioni, strutture). In secondo luogo si prenderà in considerazione la strategia che ogni partito ha portato avanti come filo conduttore della campagna (le fasi, gli slogan, i temi centrali di discussione, ecc …) ed infine i mezzi utilizzati da ogni forza partitica al fine di “diffondere” i messaggi (agenzie pubblicitarie, annunci, cartellonistica, pubblicità sui media, campagna su Internet). Per i Verdi è stata scelta l’elezione del 1987. Queste furono le seconde elezioni a livello nazionale a cui il partito ambientalista prese parte dopo quelle del 1983 e segnarono un’importante tappa dello sviluppo e rafforzamento del partito a livello nazionale. Facendo un’analisi sul modo di condurre la campagna, sulle strategie adottate, sugli slogan usati si potranno capire meglio quali “novità” questa nuova forza politica abbia portato all’interno del sistema politico tedesco, che tipo di “innovazioni” dal punto di vista della conduzione della campagna i Verdi siano riusciti a mettere in campo. Per quanto riguarda la SPD sarà presa in considerazione la tornata elettorale del 27 settembre del 1998, considerata da tutti come un vero e proprio “turning point” per il partito socialdemocratico, che riuscì a tornare al potere dopo sedici anni di cancellierato Kohl. Inoltre quest’elezione fu contraddistinta da un’importante “svolta” anche sotto il punto di vista della conduzione della campagna e dell’utilizzo dei mezzi di comunicazione. Passando all’Unione, l’elezione che verrà descritta in questo paragrafo sarà quella del 2002. La scelta è ricaduta su questa tornata poiché queste elezioni segnarono un radicale cambiamento nel modo di fare campagna da parte della CDU. Dopo diverse elezioni condotte da “incumbent”, quella del 2002 fu la prima che venne affrontata dalla CDU nel ruolo di partito d’opposizione. Oltre a questo aspetto, anche la strategia fu completamente modificata e “modernizzata” prendendo spunto dal grande successo, di quattro anni prima, delle innovazioni introdotte dalla SPD. 46 Per quanto riguarda anche il partito liberale, la FDP, l’elezione che verrà analizzata nel corso di questo elaborato è sempre quella del 2002. In questo anno, non a caso, il partito affrontò la sfida elettorale avendo come candidato Guido Westerwelle, l’attuale vice cancelliere e ministro degli esteri. La sua è una figura fondamentale per il partito. Egli infatti riuscì a portare innovazioni sia nella struttura interna, modernizzando l’immagine del partito, che nel modo di fare campagna, di rapportarsi con l’elettorato e con le altre forze politiche. Analizzare questa campagna sarà di grande aiuto al fine di comprendere quali siano state le grandi innovazioni che Westerwelle ha portato nel partito, e grazie alle quali sette anni dopo hanno condotto i liberali ad un grande successo con un notevole incremento di voti. Al termine di questa analisi, verrà fatto un confronto per cercare di capire i punti in comune e le differenze intercorrenti fra le diverse forze partitiche tedesche. Si cercheranno di individuare le innovazioni introdotte (nella realizzazione delle strutture usate per la campagna e nella pianificazione della strategia) e che strumenti sono stati privilegiati da una forza piuttosto che da un’altra nel corso della campagna, al fine di raggiungere il maggior numero di voti possibili. 2.2.1 La campagna elettorale del 1987 dei Verdi: il trionfo della non personalizzazione L’arrivo dei Verdi sullo scenario partitico tedesco creò un “terremoto” politico. Il partito fece la sua prima comparsa in una tornata elettorale nel 1980 ottenendo l’1,5% dei voti. Il partito, come viene definito in una lettera rivolta agli elettori per l’elezione del 1987, era ancora un “progetto futuro” (Zukunftsprojekt)90, esso fondava le sue radici in specifici avvenimenti storici che si sono susseguiti nel tempo; nei movimenti anti – energia atomica, nei movimenti studenteschi diffusi in tutta Europa a partire dagli anni ’60, nei nuovi movimenti sociali che si formarono nel corso degli anni ’70, fino ad arrivare alle tematiche ambientaliste e di lotta per la parità di diritti fra uomo e donna. Le elezioni del 1987 si presentano agli occhi dei vertici del partito come una nuova sfida, dopo quella del 1983, per riconfermare la fiducia e l’appoggio al partito da parte di una grande fetta dell’elettorato tedesco. Nel corso dei primi quattro anni di presenza nel Bundestag, i Verdi hanno sempre lottato per mantenere inalterati i loro principi e lavorato per rispettare le promesse fatte, come affermato dallo stesso partito, “all’unico 90 www.boell.de, Die Grünen zur Bundestagswahl 1987: Brief an unsere Wählerinnen und Wähler. 47 potere da cui dipendiamo: i nostri elettori e le nostre elettrici”.91 La preparazione alla campagna non fu affatto semplice per il partito ambientalista. Al suo interno infatti coesistevano, già dalla sua fondazione, due correnti con visioni contrapposte sulle politiche da mettere in atto. La prima, quella dei cosiddetti “fondamentalisti” (Fundamentalisten), formata da membri non disposti a sacrificare i principi su cui il partito era nato solamente per ragioni di “logica politica”. La seconda corrente, invece, è detta dei “realisti” (Realpolitikern), sempre fedeli ai principi fondanti del partito, ma disposti ad adattarli ed in alcuni casi anche a sacrificarli alle logiche prettamente politiche.92 Lo scontro maggiore che avvenne in questo periodo precedente alle elezioni del 1987, fu in merito ad una possibile alleanza elettorale con la SPD. La prima risposta del partito fu favorevole a questa ipotesi, ma dopo aver constatato le grandi proteste ed attriti che questa decisione aveva scatenato all’interno dei vertici del partito, venne deciso di abbandonare questa “ipotetica” alleanza con i socialdemocratici e così venne presa la decisione di affrontare le imminenti elezioni da soli. Come è facilmente intuibile da questa vicenda, la campagna elettorale dei Verdi iniziò in un clima di grande tensione interna, che non aiutò la pianificazione e la conduzione in un ambiente sereno e pacifico. Dopo aver fornito una descrizione di come il partito è approdato alla tornata elettorale del 1987, si tratterà, in primo luogo, della struttura alla quale i Verdi si sono appoggiati per la pianificazione e conduzione della campagna, di seguito l’attenzione sarà spostata sulla strategia vera e propria, messa a punto dal partito per diffondere i suoi messaggi ed ideali agli elettori ed infine vi sarà un accenno sui mezzi/strumenti messi in campo per veicolare e trasmettere i messaggi principali della campagna. La struttura della campagna: un’organizzazione a “tre teste” I Verdi iniziarono la preparazione della campagna elettorale circa un anno e mezzo prima delle elezioni, giugno del 1985, della data fissata per le elezioni. Il partito mise in piedi una struttura formata da tre organi principali: la commissione struttura (Strukturkommission), (Wahlkampfkommission) la e (Wahlprogrammkommission).93 commissione la della commissione Questi tre organi del campagna elettorale programma elettorale avevano 91 un compito “di Op. Cit. www.boell.de, Die Grünen zur Bundestagswahl 1987: Brief an unsere Wählerinnen und Wähler. 92 Cfr. Yvonne Kuhn, Professionalisierung deutscher Wahlkämpfe?, pag. 144. 93 Cfr. Ibidem, pag. 145. 48 preparazione”, dovevano cioè porre le basi strutturali, programmatiche e pubblicitarie, su cui in seguito il partito avrebbe lavorato nel corso di tutta la campagna. Tutte e tre queste strutture erano formate per la maggior parte da membri facenti parte del partito. A questo proposito, basti citare la composizione della “Wahlkampfkommission”. Essa era costituita da rappresentanti della direzione nazionale del partito e da delegati provenienti da diversi Länder. Un momento chiave per lo sviluppo della struttura dei Verdi fu, senza dubbio, il congresso del partito avvenuto ad Hannover nel maggio del 1986. Nel corso di questo incontro, oltre ad essere state poste le basi della campagna, venne creato l’organo più importante, che svolse il ruolo dominante all’interno della struttura decisionale partitica, il cosiddetto “Organisationscrew” (gruppo organizzativo). Anch’esso, come del resto gli altri tre organi sopraelencati, era composto da membri prettamente “politici”: due membri provenienti dalla direzione nazionale, il direttore nazionale del partito, due membri facenti parte della “Wahlkampfkommission” ed un membro rappresentante della frazione dei Verdi al Bundestag. Come raffigurato nello schema sottostante, il lavoro delle tre commissioni era strettamente collegato con quello dell’Organisationscrew. COMMISSIONE PER LA STRUTTURA COMMISSIONE PER LA CAMPAGNA ELETTORALE COMMISSIONE PER IL PROGRAMMA ELETTORALE GRUPPO ORGANIZZATIVO Struttura organizzativa dei Verdi per le elezioni federali del 1987 (elaborazione dell’autore) 49 La strategia della campagna: no alla personalizzazione, si ai contenuti La strategia dei Verdi per la campagna del 1987 è riassumibile in uno slogan: “Politica senza personalizzazione né culto della persona”.94 Il partito decise di mettere al primo posto della propria strategia gli obiettivi politici, le idee, i progetti concreti per risolvere i problemi dei cittadini, mentre mise in secondo piano, a differenza di quanto fatto dalle altre forze partitiche, l’aspetto della personalizzazione, della centralizzazione della campagna sulla figura del candidato (tutto ciò perché nel 1987 i Verdi erano ancora il partito della “rotazione delle cariche”, perciò nessun membro aveva la possibilità di “spiccare” rispetto agli altri. Tale peculiarità terminò con l’arrivo di Joschka Fischer ed il suo “dominio” all’interno del partito per molti anni). Tale strategia venne perseguita con l’organizzazione di diversi congressi, riguardanti tematiche care al partito come la difesa dell’ambiente e la lotta per la parità di diritti tra uomo e donna. Nelle ultime settimane di campagna, poi, i Verdi pubblicarono numerosi annunci su diverse riviste e giornali, tra cui Tageszeitung (l’alternativa), Emma (femminista), Konkret (radicali di sinistra) e Natur (temi ecologici).95 Inoltre il partito produsse, con una tiratura di un milione e mezzo di copie, un proprio giornale elettorale dal nome “Extra – Blatt”. Oltre ad una strategia basata sui contenuti, un altro importante aspetto della campagna dei Verdi, fu il fatto di volersi presentare agli elettori come un “movimento” e non come un partito, cercando così di porsi come antitesi rispetto ai vecchi partiti. Per rafforzare questo concetto vennero creati slogan che ebbero grande diffusione sulla stampa, proprio per il loro carattere antipartitico e scettico nei confronti dell’intera classe politica: “non credere a quelli lassù” (Denen da oben ist nicht zu trauen ). Nonostante il carattere “non personalistico” della campagna dei Verdi, che li distingueva dalle altre forze partitiche, essi non rinunciarono a mettere in atto una forte “campagna negativa” contro gli avversari politici, basata su aspetti emotivi e drammatici. Nel corso della campagna i Verdi attaccarono ripetutamente con slogan, a volte molto forti, tutti i maggiori partiti tedeschi. Le parole “Tod” (morte), “Sterben” (morire) e “Mord” (assassino)96 vennero usate contro i partiti dell’Unione e la FDP. In particolar modo, la CDU venne paragonata per i suoi modi di fare alla NSDAP ed 94 Op. Cit. Yvonne Kuhn, Professionalisierung deutscher Wahlkämpfe?, pag. 146. 95 Ivi. 96 Op. Cit. Ibidem, pag. 147. 50 accusata di diffamazione dal partito per aver raccontato alla popolazione e diffuso sui media falsità sul suo conto. Gli strumenti della campagna Il partito, nel corso di questa campagna, non brillò per grandi capacità organizzative. Esso infatti non riuscì a coordinarsi con i Länder e per questo non si riuscì né a riconoscere una linea pubblicitaria comune né a dare un’immagine univoca di sé agli elettori. Manifesto elettorale dei Verdi (“Riconoscere i colori”) per le elezioni del 1987. Fonte: www.boell.de Ogni Land realizzò cartelloni pubblicitari propri ed utilizzò mezzi differenti per la diffusione dei messaggi della campagna. L’unico punto in comune fu l’utilizzo, su scala nazionale da parte di ogni sezione del partito, della “Umweltpapier” (carta riciclata), utilizzata per la produzione di tutto il materiale pubblicitario, dai cartelloni ai volantini, passando per le brochure informative. I mezzi usati furono quelli classici della campagna: cartelloni, annunci su diversi giornali e quotidiani, lettere agli elettori e l’organizzazione di manifestazioni e congressi su alcuni temi particolarmente cari al partito. Questi ultimi non ebbero un grande riscontro dal punto di vista mediatico, i media infatti diedero poco risalto alle iniziative organizzate dal partito, considerandole di scarso interesse mediatico per la mancanza di elementi di spettacolarità ed intrattenimento, necessari per attirare lo spettatore. Si venne, così, a creare una sorta di 51 “Medienbarriere” (barriere dei media)97. Rafforzato dal fatto che ogni iniziativa dei Verdi venne denotata negativamente sui giornali nazionali. Una campagna “antipartitica” Seguendo una modalità di campagna “sui contenuti” e non sulla personalizzazione (dimostrando però la conoscenza dei concetti strategici di emotività e drammaticità), non venne prodotto alcun manifesto pubblicitario raffigurante un singolo candidato del partito. I Verdi cercarono di dare un’immagine di partito attento soprattutto alle esigenze della popolazione, una forza politica che indirizzò la propria campagna su “argomenti concreti e non su slogan senza senso” (argumentativen statt einen sinnentleerten Slogan – Wahlkampf zu führen).98 Anche nel modo di condurre la campagna i Verdi dimostrarono ancora una volta la loro distanza e differenza dai “vecchi” partiti. In un’epoca che oramai si dirigeva a grandi passi verso la strada della spettacolarizzazione e dell’americanizzazione, i Verdi ebbero il coraggio delle loro idee e, puntando solamente sulla loro forza argomentativa e sui contenuti, ottennero un grande risultato con il minor spreco di risorse. 2.2.2 La campagna SPD del 1998: punto di svolta per la nascita di un nuovo partito Il processo di preparazione della campagna elettorale del 1998 iniziò molto presto. Si possono individuare infatti quattro diverse fasi, tra il 1995 e 1998, che hanno portato la SPD a creare quell’immagine che poi le permise di ottenere la vittoria elettorale. Dopo le elezioni del 1994, che videro nuovamente una vittoria della CDU con Helmut Kohl, il partito presentava problemi al proprio interno. Dopo diverse indagini effettuate da esperti nel campo delle ricerche, balzò agli occhi come alla popolazione il partito socialdemocratico si presentasse come “fuori moda, non moderno e con i tratti tipici di un partito di opposizione”99. Il partito necessitava di un cambio di rotta deciso, di un ammodernamento con l’inserimento di nuove personalità all’interno degli organi di partito. Con questo obiettivo, nel 1996 iniziò la fase detta del “consolidamento”. Scopi principali furono quelli dello sviluppo di un nuovo e più moderno profilo politico, cercare di migliorare il coordinamento fra partito, frazioni e regioni governate e cercare 97 Op. Cit. Yvonne Kuhn, Professionalisierung deutscher Wahlkämpfe?, pag. 148. 98 Ibidem, pag. 147. 99 Cfr. Thorsten Markstahler, www.werbepsycologie-online.de, “SPD-Kampagne”. 52 di strutturare un lavoro programmatico, soprattutto dimostrando un’apertura verso nuovi membri, giovani su tutti. Dal punto di vista programmatico il partito cercò di sviluppare nuovi punti ed un orientamento proiettato verso il futuro, con l’obiettivo di raggiungere un maggior numero di elettori. L’obiettivo della fase di consolidamento fu quello di “rinfrescare l’immagine della vecchia zia SPD”.100 Un anno più tardi, nel 1997, prese il via la fase del “branding” (Profilierung).101 Partendo dal presupposto che il partito aveva un grande “deficit d’immagine”, si cercò di sviluppare un programma chiaro. Nel corso dell’anno venne messa in campo la campagna “Innovation und Gerechtigkeit” (Innovazione e Uguaglianza).102 In questo modo si cercò, dando una nuova immagine di sé all’elettorato, di avvicinare maggiormente i cittadini al partito. Tale campagna ebbe un doppio significato: il primo “programmatico”, con l’introduzione di nuovi aspetti “di contenuto”, mentre il secondo “personale”, con la presentazione delle due personalità del partito: Gerhard Schröder e Oskar Lafontaine. A partire dal 1998, l’anno delle elezioni, si aprì la quarta ed ultima fase di preparazione alla campagna della SPD. Il nome della suddetta fu “fase della decisione” (Entscheidungsjahr). L’evento centrale fu certamente il “Leipziger – Nominierungsparteitag” (il congresso di partito di Lipsia) avvenuto il 17 aprile. Nel corso dell’evento Schröder venne nominato come candidato cancelliere del partito. Illustrato il programma socialdemocratico per i successivi anni di governo, la SPD venne presentata agli elettori come una nuova forza di governo, un partito con un’immagine vincente, non posizionato a sinistra dello scenario politico, ma al centro (Neue Mitte), concetto questo ripreso dal “New Labour” di Blair del 1997. Questo fu un evento creato soprattutto per i media; in riferimento a questo congresso i media tedeschi parlarono di “Krönungsmesse” (incoronazione) o di “Inthronisierung” (messa sul trono) in riferimento al candidato Gerhard Schröder.103 Quest’ultimo venne scelto dopo che all’interno del partito vi era stato acceso dualismo fra Schröder e Lafontaine. Il primo era rappresentante dell’ala “moderna” del partito, egli infatti godeva anche dell’appoggio di alcuni dei maggiori quotidiani e riviste tedesche: Spiegel, Focus, Stern, 100 Cfr. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 134. 101 Op. Cit. Thorsten Markstahler, www.werbepsycologie-online.de, “SPD-Kampagne”. 102 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 135. 103 Op. Cit. Thorsten Markstahler, www.werbepsycologie-online.de, “SPD-Kampagne”. 53 Bild am Sonntag e Die Woche.104 Il secondo invece era il rappresentante della sinistra più tradizionale, legata ai valori “di sinistra” del partito. Il fatto decisivo per la nomina di Gerhard Schröder fu senza dubbio il risultato nelle elezioni regionali in Bassa Sassonia, dove egli era presidente. Nel corso di questa tornata la SPD ottenne una grande vittoria sulla CDU. Questo successo venne interpretato dai vertici del partito come il “segnale” della predilezione dell’elettorato verso Gerhard Schröder rispetto ad Helmuth Kohl. A queste elezioni venne dato un rilevante significato pre-elettorale. Il partito perciò individuò in Schröder l’uomo giusto da presentare come candidato cancelliere, poiché per la SPD fu lo stesso elettorato a sceglierlo: “il popolo ha scelto Schröder” (Das Volk hatte für Schröder entscheiden).105 Dopo aver descritto il processo di preparazione che seguì il partito per le elezioni del 1998, è bene passare al cuore dell’analisi. In primo luogo verrà descritta la struttura che il partito creò per la preparazione e conduzione della campagna, in seguito l’attenzione sarà posta sulla gestione della campagna (Wahlkampfmanagement) e sulla strategia messa a punto dagli strateghi ed esperti che il partito ha seguito nel corso del periodo elettorale. Infine vi sarà un approfondimento sui mezzi utilizzati per diffondere i messaggi della campagna tra l’elettorato. La struttura della campagna: la nascita del Kampa Il KAMPA fu certamente l’innovazione di maggior rilievo messa in campo dalla SPD nel corso della campagna del 1998. Essa fu la centrale operativa della campagna. L’idea del KAMPA venne ripresa dagli strateghi tedeschi, in seguito a diversi “viaggi di conoscenza” negli Stati Uniti ed in Inghilterra, (dalla “War Room” di Bill Clinton, centrale del partito democratico per le elezioni presidenziali del 1992, dalla struttura che fu alla base del partito Laburista inglese nel corso delle elezioni del 1997 e che permise a Tony Blair di ottenere una schiacciante vittoria sul suo avversario).106 A capo della struttura vi era Franz Müntefering il compito di coordinatore generale (Gesamtkoordination) fu affidato a Matthias Machnig (sociologo di 38 anni, ex membro dello Juso della SPD, l’organizzazione giovanile del partito socialista), altri importanti figure erano i direttori di settore Christine Bergmann (senatrice di Berlino, responsabile 104 105 106 Cfr. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 93. Op. Cit. Ibidem, pag. 94. Cfr. Knut Bergmann, Der Bundestagswahlkampf 1998: Vorgeschichte, Strategien, Ergebnis, pag. 136. 54 della zona dell’est della città), Bärbel Dieckmann (sindaco di Bonn), Peter Struck (capo della frazione della SPD nel Bundestag), Bodo Hombach (consulente personale di Schröder) ed Uwe Karsten Haye (portavoce del governo della Bassa Sassonia).107 Il KAMPA era composto da un centinaio di collaboratori, provenienti dall’interno del partito, dalle frazioni, dai governi nazionali controllati dai socialdemocratici, da agenzie esterne, aziende, scuole ed università ed era suddiviso in dieci diversi dipartimenti. Tra i vari dipartimenti, quello con uno dei compiti più importanti, oltre ai “classici” come stampa e media interni, manifestazioni e discorsi, finanze, campagne regionali, segreteria ed agenzie/istituti di ricerca, fu quello del “Gegnerbeobachtung” (osservazione dell’avversario) che doveva “osservare gli avversari politici, cosa fanno, cosa dicono, cosa scrivono, consigliare come si deve reagire, cosa c’è da aspettarsi, che piani hanno”108. Tale struttura aveva molti vantaggi per lo svolgimento della campagna. Innanzitutto vi era una grande velocità decisionale. Le decisioni dalle più alle meno importanti, venivano prese in maniera molto rapida. In secondo luogo, fra i vari organi, vi era una chiara divisione delle competenze. In questo modo ogni componente del team sapeva bene che compiti aveva, quando li doveva svolgere, in modo da non creare confusione nella squadra nel momento in cui veniva assegnato un determinato lavoro da svolgere. Rete di agenzie esterne collegate con il KAMPA. Fonte: Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 114. Il KAMPA, (vedi schema), ha lavorato in stretta collaborazione con un gran numero di agenzie pubblicitarie (Concept Media: agenzia per i media; Polis: istituto per le ricerche d’opinione; Innovatio: analisi dei media; Kirsten Krönig: discorsi, stesura testi; WYSIWYG: agenzia per Internet; Palast Promotion/Cpmpact Team: marketing degli 107 Cfr. Knut Bergmann, Der Bundestagswahlkampf 1998: Vorgeschichte, Strategien, Ergebnis, pag. 138. 108 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pp. 113-114. 55 eventi; Noventa: consulenza e formazione). La principale però è stata sicuramente la KNSK/BBDO. Questa agenzia venne scelta dal partito poiché, prima di allora non aveva avuto alcuna esperienza nel campo politico: “capisce così poco di politica come ogni elettore”109. Con questa convinzione, il partito ritenne l’agenzia collocabile allo stesso livello dell’elettore, in grado, quindi, di creare messaggi comprensibili dal maggior numero di persone. L’agenzia era responsabile per tutta la parte creativa della campagna (manifesti, cartelloni,slogan). Nel corso di tutta la contesa elettorale aveva il compito di cambiare la visione che gli elettori avevano del partito. L’immagine che da molti anni la SPD si portava con sé era quella di un partito di opposizione e perdente. Nel corso di questa campagna doveva essere promossa una “Siegeswillen” (la volontà di vittoria) del partito. A tal proposito, l’agenzia si concentrò su tematiche importanti per gli elettori individuate grazie ad approfondite ricerche. La strategia SPD: “Wir sind bereit” (Siamo pronti) La strategia del partito venne divisa essenzialmente in cinque fasi ben distinte le une dalle altre. La prima, che durò fino alle elezioni regionali della Bassa Sassonia, e la seconda che iniziò a marzo e terminò il 16/17 aprile del 1997, avevano come compito quello di gettare le basi della logistica e dell’organizzazione generale della campagna. Nel corso della prima fase venne messa a punto la preparazione del partito per le elezioni, mentre nella seconda, che terminò con il congresso di Lipsia, si cercò di mettere al centro il più possibile il candidato, di creare un effetto di personificazione attorno alla sua figura. La terza fase che iniziò il 16/17 aprile e durò fino a giugno mirò essenzialmente a pubblicizzare la squadra ed il programma del candidato. La quarta si sviluppò nel corso di tutto il periodo estivo, da luglio fino agli inizi di agosto ed aveva come obiettivo principale quello di segnalare, “far vedere” il candidato in tutta la nazione grazie alla partecipazione a numerosi eventi e manifestazioni di vario genere. La quinta ed ultima fase della campagna, chiamata dagli strateghi del partito, “fase calda” (heiβe Phase), iniziò ad agosto e si protrasse fino a settembre. Nel corso di questo periodo, l’obiettivo principale degli uomini della campagna socialdemocratica fu quello di mettere al centro della discussione politica e mediatica il concetto di “cambiamento politico” (Politikwechsel), sottolineando come dopo sedici anni di 109 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 115. 56 cancellierato cristianodemocratico, il paese avesse bisogno di una nuova forza che riuscisse ad introdurre cambiamenti e novità all’interno del mondo politico tedesco.110 Dopo aver spiegato la periodizzazione della campagna è necessario entrare nella sua struttura vera e propria. In questo senso, la strategia elettorale della SPD è composta da cinque fasi: la prima “Innovationskampagne” (campagna dell’innovazione); la seconda “Doppelkopfkampagne” (la campagna della doppia testa); la terza “Multiplikatorkampagne” (campagna del moltiplicatore); la quarta “Themenkampagne” (la campagna dei temi) e la quinta “Kandidatenkampagne” (la campagna del candidato).111 La “campagna dell’innovazione” come dice il nome stesso concentra la sua attenzione e punta tutto sul concetto di innovazione. Tale termine suscita curiosità ed interesse negli elettori, fa pensare ad altri concetti, come quelli di futuro e confidenza. L’evento centrale di questa fase della campagna è stato il “congresso dell’innovazione”, organizzato nel maggio del 1997 con gli interventi di esperti dell’economia, della ricerca e della scienza in merito alle politiche per l’innovazione, esperti che alla fine del congresso hanno sottoscritto un “manifesto dell’innovazione”.112 Con questo evento il partito cercò di presentarsi agli occhi degli elettori come una forza diretta con decisione verso il futuro. Passando alla seconda fase della campagna, quella della “Campagna della doppia testa”, ci si riferisce ai modi usati dal partito per diffondere i concetti di “innovazione” e “ giustizia”. Il partito ha utilizzato soprattutto annunci su giornali e quotidiani per sponsorizzare la campagna della “doppia testa”. Obiettivo era quello di “personificare” i due concetti. L’annuncio più famoso, riconducibile a questa campagna, è stato quello che vedeva rappresentati Schröder, come “signor” innovazione e Lafontaine, come “signor” giustizia, con la scritta “contro una politica senza testa solo una cosa: nuove teste” (gegen Kopflose Politik nur eins: neue Köpfe)113. Tra la campagna della “doppia testa” e quella del “moltiplicatore” è inseribile la cosiddetta “Offensive ‘98”. La SPD creò 32 circoli elettorali corrispondenti ai 32 territori in cui, nelle ultime elezioni del 1994, aveva perso con uno scarto minimo dalla 110 Cfr. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 136. 111 Op. Cit. Thorsten Markstahler, www.werbepsycologie-online.de, “SPD-Kampagne”. 112 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 184. 113 Op. Cit. Thorsten Markstahler, www.werbepsycologie-online.de, “SPD-Kampagne”. 57 CDU. In queste regioni mise in atto una grande campagna pubblicitaria in modo da poter ottenere la maggioranza dei voti. Questa iniziativa ebbe soprattutto un alto valore simbolico, cercò di diffondere nell’elettorato la volontà di vittoria del partito, chiarendo che la sua era una campagna tutta improntata all’attacco. Con questo piano il partito “voleva far capire la sua politica di attacco a cittadini, cittadine ed avversari politici”114. Dopo “Offensive ‘98” partì la terza fase della campagna, quella della “Multiplikatorkampagne”. In questo periodo vennero prodotti un gran numero di cartelloni, presentati con tempi diversi che riuscirono ad ottenere una grande attenzione da parte del mondo mediatico. I cartelloni vennero appesi sulle pareti esterne della Erich Ollenhauer Haus (quartier generale della SPD a Bonn, dal 1975 al 1999. Il nome venne scelto per ricordare il secondo leader del partito nel dopoguerra, Erich Ollenhauer). Fine di questa campagna fu essenzialmente quello di far acquisire “carattere” al modo di comunicare del partito. Uno dei più famosi e ricordati slogan di questa campagna fu: “Noi auguriamo al cancelliere una bella vacanza al lago Wolfgang. 365 giorni l’anno” (Wir wünschen dem Kanzler einen schönen Urlaub am Wolfgangsee. 365 Tage im Jahr).115 La quarta fase, la “Themenkampagne”, si svolse nel corso dell’estate del 1998. I temi che vennero usati per annunci e cartelloni vennero individuati grazie a due ricerche, le quali segnalarono al partito quelli su cui si doveva maggiormente puntare, poiché centrali secondo l’opinione dell’elettorato. I cosiddetti “Gewinnenthemen” (i temi vincenti), furono: innovazioni nel campo dell’economia, lavoro e società; ricerca di ordine nel mercato del lavoro e nello stato sociale; giustizia nel settore della salute; difesa delle famiglie ed infine giovani, lavoro e futuro”.116Vennero prodotti cartelloni “a tema”, tutti accompagnati dallo slogan principale della campagna: “Wir sind bereit” (noi siamo pronti). Per citare alcuni esempi, riguardo al tema della disoccupazione: un ragazzo in un prato con una scritta che diceva “lui vuole diventare un astronauta e non un disoccupato” (Er will Astronaut werden. Und nicht arbeitslos);117 nel campo dell’economia venne presentato un cartellone che raffigurava un bambino che sorrideva 114 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 187. 115 Op. Cit. Ibidem, pag. 189. 116 Op. Cit. Ibidem, pag. 137. 117 Op. Cit. Ibidem, pag. 190. 58 senza un dente, l’immagine era accompagnata da questa scritta: “noi non vogliamo che nel futuro la differenza fra ricchi e poveri si possa notare da un sorriso”.118 Manifesto della "Annoncement Kampagne" della SPD. Fonte: www.bundestag.de L’ultima fase della campagna, la “Kandidatenkampagne”, prese il via subito dopo la vittoria nelle elezioni regionali svoltesi in Bassa Sassonia e la nomina di Schröder a candidato cancelliere per la SPD con la cosiddetta “Annocement Kampagne” (la campagna degli annunci). Il cartellone principale di questa fase fu quello in cui il candidato venne rappresentato in una foto in bianco e nero con lo slogan “Ich bin bereit” (io sono pronto) accompagnato dal simbolo della SPD.119 Questo slogan, nelle intenzioni del partito, stava a simboleggiare “la prontezza della SPD a guidare il governo dopo sedici anni di opposizione e di superare le differenze al suo interno”120. La seconda parte della “Kandidatenkampagne” prese il via circa quattro settimane prima del voto. Il partito tese a sottolineare i punti di forza, le competenze, l’orientamento al futuro del ruolo di “portatore di speranza” del candidato cancelliere Schröder. Tutto ciò venne messo in atto grazie alla produzione di cartelloni, che furono 118 Op. Cit. Thorsten Markstahler, www.werbepsycologie-online.de, “SPD-Kampagne”. 119 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 191. 120 Op. Cit. Ibidem, pp. 206-207. 59 la rappresentazione grafica della “Themenkampagne”. Il candidato venne raffigurato in diversi manifesti pubblicitari con uno slogan diverso ogni volta, in modo da riferirsi ai diversi “temi vincenti”, presi in esame nel corso della “Themenkampagne”. Inoltre, si cercò di rappresentare Schröder sotto ogni aspetto: come uomo di stato, politico e nel privato, cercando, così, di mostrare a tutti gli elettori le diverse sfaccettature della sua personalità.121 A due settimane dal voto, la campagna sul candidato venne accelerata. Su annunci e cartelloni vi era solo il volto di Gerhard Schröder, l’obiettivo finale era quello di descriverlo come il futuro cancelliere. Gli slogan principali furono “La Germania ha bisogno di un nuovo cancelliere”,122 “La Germania ha bisogno di nuove idee”, “La Germania ha bisogno di nuovo coraggio”, “La Germania ha bisogno di nuova forza”.123 Gli strumenti della campagna Come si può facilmente notare dall’analisi appena svolta sulle cinque fasi della strategia SPD, i mezzi maggiormente utilizzati sono stati quelli dei manifesti, brochure, prospetti riferiti ai singoli candidati, degli annunci su giornali, riviste, quotidiani ed in televisione, con la produzione di tre spot, di cui due rivolti direttamente ad aspetti specifici del programma: lavoro e Germania ed il terzo dedicato interamente alla figura del candidato. Il “Kandidatenspot” (spot del candidato), raffigura Schröder sulla spiaggia sull’isola del mare del nord Borkum. Nello spot, Schröder, spiega perché vorrebbe diventare cancelliere, con come sottotracce: Innovazione (Innovationen), Visione (Visionen) e Lavoro (Arbeit). Infine vi furono gli spot messi in onda nelle sale cinematografiche. Quest’ultimo mezzo, a cui non è stata data grande rilevanza nel corso dell’analisi precedente, ottenne un grande successo. Dai dati raccolti si sa che circa cinque milioni di visitatori di cinema sotto i trent’anni hanno visto questi spot. Il Süddeutsche Zeitung fa notare come tali spot, con una durata media di 44 secondi, furono “44 secondi di grande arte pubblicitaria” (44 Sekunden Eahlkampf, 44 Sekunden grosse Werbekunst).124 La SPD sfruttò anche le possibilità offerte da Internet per diffondere sul web i suoi risultati, le sue idee e per informare tutti gli utenti della rete riguardo alle manifestazioni organizzate nel corso del periodo elettorale. Il partito nel corso dei suoi tour nel paese creò i cosiddetti “Internet Team” che avevano il compito di 121 Cfr. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 192. 122 Op. Cit. Thorsten Markstahler, www.werbepsycologie-online.de, “SPD-Kampagne”. 123 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 192. 124 Op. Cit. Thorsten Markstahler, www.werbepsycologie-online.de, “SPD-Kampagne”. 60 tenere sempre aggiornata la Newsletter del sito, www.spd.de, creata alla fine di maggio del 1997 ed organizzarono degli “Internet Event” con interviste trasmesse in diretta sul web con i loro candidati più significativi, in modo così da poter raggiungere un numero maggiore di elettori. Come affermò Müntefering subito dopo le elezioni, “un partito che fonda la sua immagine sulla parola innovazione, non può prescindere dal non offrire una buona offerta sulla rete”.125 Una campagna innovativa Dopo questa analisi della campagna svolta dalla SPD nel 1998 si può capire la grande importanza della suddetta tornata elettorale per la storia del partito. I socialdemocratici arrivavano da sedici anni di opposizione ad un governo cristianodemocratico guidato con fermezza dal leader Helmut Kohl. Le elezioni del 1998 richiedevano necessariamente un deciso cambio di rotta per poter andare al governo. Negli anni precedenti il 1998 la SPD modificò la sua struttura interna per dare una nuova immagine di sé, puntò su nuove figure che non necessariamente venivano dall’interno del partito. L’aspetto fondamentale però fu quello del “modo” di affrontare la campagna. Il 1998 infatti è ricordato da tutti, poiché la SPD mise in campo una struttura ed un’organizzazione della campagna mai viste prima d’allora. L’assunzione di consulenti stranieri, come Henry Sheinkopf (uomo che ha lavorato per il partito democratico americano per diverse elezioni ad ogni livello di governo), Doug Schoen (analista e sondaggista politico che ha lavorato per le campagne di numerosi esponenti del partito democratico americano) e Peter Mandelson (spin doctor inglese, fautore della trasformazione del partito laburista inglese nel New Labour)126, la creazione di una struttura centralizzata come quella rappresentata dal KAMPA, l’alto livello di professionalizzazione della comunicazione politica con l’assunzione di una rete di agenzie pubblicitarie con compiti nel settore della cartellonistica e degli annunci elettorali e più in generale, come affermato dall’allora vertice del partito Franz Müntefering nel corso di un’intervista, un “nuovo stile di campagna, creativo, scherzoso, ironico ed informativo”127 ripreso dalle esperienze delle campagne elettorali americane ed inglesi, (sotto questo punto di vista basti ricordare la campagna “Offensive 125 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 228. 126 Op. Cit. Knut Bergmann: Der Bundestagswahlkampf 1998: Vorgeschichte, Strategien, Ergebnis, pag. 136. 127 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, intervista con Franz Müntefering, pag. 365. 61 ‘98” la cui idea nacque dopo aver osservato un’iniziativa messa in campo dal partito laburista inglese nel corso della campagna elettorale del 1997), ha portato la SPD alla vittoria elettorale dopo più di un decennio di opposizione ed a ricordare questa campagna come il punto di svolta, come il “nuovo inizio” per il partito socialdemocratico, guidato allora da Gerhard Schröder. 2.2.3 La campagna elettorale del 2002: l’Unione volta pagina Dopo la sconfitta elettorale del 1998 ad opera della SPD, i cristianodemocratici dovevano cercare di mettere in atto un processo di rinnovamento, sia all’interno del partito che nel modo di condurre una campagna, adeguandosi ai nuovi mezzi ed alle nuove tecnologie a disposizione. Fino a quando è stata al potere, dal 1982 al 1998 nel corso delle campagne elettorali, la CDU ha sempre puntato sulle opere, su ciò che il suo candidato cancelliere aveva fatto durante il proprio mandato. Il partito non cercò mai di cambiare i connotati della campagna puntando su altri aspetti. Questa strategia, che è rimasta valida per più di un decennio, dopo la sconfitta del 1998 non era più attuabile. Il partito aveva perso un gran numero di membri, aveva cambiato il suo vertice con l’arrivo di Angela Merkel nell’aprile del 2000 ed era nel pieno di una grande fase di rinnovamento.128La scelta del candidato non fu semplice per la CDU. All’interno, infatti, vi erano due persone adatte per questo ruolo, l’allora vertice del partito Angela Merkel ed uno dei politici di spicco e leader in Baviera Edmund Stoiber. Dopo i risultati del “Kanzler-Frage” (sondaggio sul candidato fatto per capire chi tra Stoiber e la Merkel avesse le maggiori possibilità di vittoria), si capì che il politico della CSU sarebbe nettamente stato il candidato migliore da proporre per le elezioni del 2002; venne considerato il più adatto perché: “in grado di avere l’appoggio sicuro di tutti i membri del partito e di portare avanti una grande mobilitazione degli elettori cardine della CDU/CSU”.129 Anche i sondaggi effettuati dagli esperti del partito davano a Stoiber maggiori possibilità di vittoria in uno scontro contro Schröder rispetto a quante ne avesse Merkel. Riguardo a quanto fatto dalla SPD nel 1998 per la presentazione di Schröder, la CDU nel 2002 scelse un modo molto più “sobrio” per la presentazione del proprio candidato cancelliere. L’11 gennaio del 2002 Angela Merkel incontrò la stampa a Magdeburgo e disse che la mattina aveva incontrato Edmund Stoiber per una colazione nella sua casa e che insieme avevano concordato che il leader della CSU 128 Cfr. Yvonne Kuhn, Professionalisierung deutscher Wahlkämpfe?, pag. 163. 129 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 96. 62 sarebbe stato il candidato migliore da proporre per la sfida contro Schröder.130 Oliver Röseler, collaboratore all’interno dello Stoiber Team, in un’intervista del 2004, spiega la scelta di una presentazione del candidato non sul modello SPD-1998. Egli afferma infatti che “non era necessaria nessuna grande presentazione […] la scelta doveva riguardare solamente l’aspetto contenutistico e seguire un giusto ordine”131. Nel processo di scelta del candidato, le due consorelle CDU e CSU dimostrarono un grande senso di vicinanza, di appoggio fra loro che durò nel corso di tutta la campagna elettorale. Già sotto questo primo aspetto si può notare una grande differenza rispetto a quanto avvenuto nel 1998, dove la scelta di candidare Helmut Kohl non trovò il pieno appoggio di entrambi i partiti (la CSU considerava Kohl un candidato “vecchio”, che aveva già dato molto e necessitava perciò di essere “sostituito”). La scelta di Stoiber portò immediatamente numerose critiche da parte della SPD e mise in risalto diversi pregiudizi e caratterizzazioni negative del candidato cristianosociale. Il Presidente della Baviera era visto come un uomo “ultraconservatore, che difendeva una visione tradizionale della famiglia, dove la donna aveva un ruolo secondario e non paritario rispetto a quello dell’uomo”.132 Questi aspetti condizionarono notevolmente la strategia messa in atto dal partito per la presentazione di Edmund Stoiber all’elettorato. Gli strateghi dell’Unione cercarono, quindi, nel corso di tutta la campagna di dare un’immagine del candidato che allontanasse la sua figura dai tanti pregiudizi a cui era associata. L’obiettivo principale fu quello di presentarlo come “uomo del centro, non estremista, in modo da non mobilitare gli elettori dell’altra parte politica”.133 Dopo aver descritto la nomina del candidato dei cristianodemocratici ed i problemi connessi alla sua figura, ora passiamo prima all’analisi della dettagliata delle strutture che furono parte integrante della campagna della CDU: Arena ’02, Team 40 plus, Kompetenzteam e lo Stoiber Team ed in seguito l’attenzione sarà rivolta alla strategia vera e propria messa in campo dalla CDU nel corso della campagna. 130 Cfr. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 98. 131 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, intervista con Oliver Röseler, pag. 372. 132 Op. Cit. Michael Spreng, Wahlkampf als eiskalte Polarexpedition, pag. 6. 133 Ivi. 63 La struttura della campagna: Arena ’02, Team 40 Plus, Kompetenzteam, Stoiber Team Nel corso di questa tornata elettorale, la strutturazione della campagna da parte della CDU fu molto più sviluppata e all’avanguardia rispetto a quella che mise in campo quattro anni prima. Ci furono principalmente quattro grandi novità: la prima fu certamente la creazione di Arena ’02, in secondo luogo la formazione del cosiddetto “Kompetenzteam”, la terza fu la nascita dello Stoiber Team e l’ultima, ma non per questo meno importante il Team 40 plus. Dopo aver fatto quest’elenco, questi quattro organi verranno analizzati singolarmente. Arena ’02 fu certamente una delle novità di maggior rilievo di questa tornata elettorale. Oliver Röseler afferma come l’idea della creazione di quest’organo direzionale della campagna venne ai vertici del partito prendendo spunto dal KAMPA ’98 della SPD. Il Struttura dell'Unione campagna elettorale del 2002. Fonte: Jochen Voβ, “Symbolische Politik im Wahlkampf” pag. 119. KAMPA venne preso a modello solamente perché “è stato il simbolo che la SPD aveva capito il comparire di una nuova situazione comunicativa”.134 Arena ’02 fu aperta all’inizio di ottobre del 2001 e venne installata al secondo piano della Adenauer – Haus a Berlino (dal 2000, nuovo quartier generale della CDU, ha sostituito la Konrad Adenauer Haus di Bonn che è stata la centrale del partito dal 1972). Le principali funzioni assegnate a quest’organo furono prettamente di carattere tecnico. Le sezioni più importanti furono quelle della “redazione online, i servizi ai candidati, analisi e documentazione e grafica/design”135. Dopo aver parlato di Arena ’02, l’attenzione ora va spostata su un altro organo di grandissimo rilievo all’interno dell’organizzazione della campagna dell’Unione e cioè il Team 40 plus. Esso venne definito da Michael 134 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, Intervista con Oliver Röseler, pag. 376. 135 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 118. 64 Spreng, membro di spicco dello Stoiber Team, come “il condensato dei due presidi dei partiti […] era la guida politica programmatica e strategica della campagna”.136 Dal canto suo, Oliver Röseler sottolinea come la nascita del Team 40 plus fu necessaria al “fine di mettere insieme due partiti” e segnalò come all’interno di quest’organo vi fosse “solamente la presenza di politici”.137 Al suo interno vi erano personalità del calibro di Edmund Stoiber (candidato alla cancelleria), Angela Merkel (il presidente del partito), i due direttori delle frazioni nel Bundestag Friedrich Merz e Michael Glos ed il direttore dello Stoiber Team Michael Spreng.138 Questi nomi chiariscono ancora di più come quest’organo fosse chiaramente di stampo politico, con compiti solamente politici ed organizzativi. Dopo aver parlato del Team 40 plus, ora è di fondamentale importanza spiegare cosa questo sia stato, da chi fosse composto, e soprattutto che compiti avesse nel corso della campagna l’organo che ha avuto “la maggiore attenzione mediatica rispetto a tutti gli altri che hanno preso parte alla campagna dell’Unione”139, lo Stoiber Team. Per avere un’idea più chiara su questo fondamentale organo è bene fare riferimento alle parole di Michael Spreng, il direttore dello Stoiber Team. Tale struttura aveva il compito “di occuparsi della campagna personale del candidato sul piano mediatico, programmare le uscite sui media, preparare le interviste, i cartelloni pubblicitari e l’organizzazione delle manifestazioni”.140 Il team era composto da una decina di persone che provenivano da entrambi i partiti dell’Unione e lavoravano insieme in maniera armoniosa e con grande spirito di collaborazione. Nel corso della campagna, lo Stoiber Team ha cercato in ogni modo di “falsificare” i pregiudizi che la SPD aveva insinuato nelle menti degli elettori, cercando di fare risaltare la “vera persona” del candidato, cioè quella di un uomo che aveva fatto tanto e che avrebbe potuto dare tanto anche come cancelliere. Secondo Oliver Röseler furono due i campi su cui il team si concentrò: il primo fu quello di “cambiare il posizionamento del candidato, da uomo conservatore a uomo del centro”, mentre il secondo fu quello “di proporre Stoiber non solo come politico regionale, ma anche come politico in grado di essere il candidato di 136 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf , Intervista con Michael Spreng, pag. 392. 137 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf , Intervista con Oliver Röseler, pag. 374. 138 Cfr. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 119. 139 Ivi. 140 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf , Intervista con Michael Spreng, pag. 392. 65 tutta la nazione”.141 L’ultimo aspetto di cui ci si dovrà occupare ora è quello del “Kompetenzteam”. Questa struttura, nell’organigramma della campagna, era direttamente collegata alla figura del candidato cancelliere. Questa squadra era composta da membri “politici” sia della CDU che della CSU ed era divisa in sei dipartimenti ciascuno affidato ad una personalità di spicco dei due partiti. Lothar Späth era il responsabile per il settore dell’economia e del mercato del lavoro, Anette Schavan si occupava della formazione, Wolfgang Schäuble era il responsabile del dipartimento sulla politica estera e sulla sicurezza, Friedrich Merz, invece, si occupava di tutto ciò che riguardava tasse e finanze, Horst Seehofer della salute ed infine Harry Peter Carstensen dell’agricoltura.142 La strategia: “Kantig. Echt. Erfolgreich” La campagna della CDU iniziò nel gennaio del 2001. Rispetto a quattro anni prima ci furono numerose differenze di rilievo. Innanzitutto l’assunzione di esperti di comunicazione ed agenzie specializzate portarono il partito ad avere un nuovo stile comunicativo basato sulla freschezza e sulla creatività. A dimostrazione di quanto detto è la campagna “Machen Sie mehr aus Ihrem Typ”143 (Fatela diventare il vostro “tipo”), dove in un annuncio venne messa una brutta foto di Angela Merkel, con la scritta sopracitata. Con questo annuncio, pubblicato su un mensile, la CDU, dimostrando autoironia ed autocritica, iniziò la ricerca di esperti nel campo pubblicitario, da poter assumere per la campagna elettorale144. Il partito, inoltre, affidò gran parte del lavoro “creativo” della campagna alla famosa agenzia pubblicitaria McCann-Erikson. L’agenzia doveva diffondere l’idea di un “partito coeso e mettere al centro della campagna temi quali l’economia ed il mercato del lavoro”.145 Come già accennato in precedenza, la campagna del candidato doveva mirare all’eliminazione dei connotati negativi che gli avversari politici assegnavano loro. Insieme al concetto riferito strettamente al partito di “Neue Mitte” (nuovo centro), cui era associato anche uno slogan (a livello regionale) “chi come Schröder si coalizza con la PDS, non ha nessuno spazio al centro dello scenario politico […] il centro non ha alcun colore. Però il rosso 141 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf , Intervista con Oliver Röseler, pp. 377-378. 142 Cfr. Yvonne Kuhn, Professionalisierung deutscher Wahlkämpfe?, pag. 165. 143 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 140. 144 www.handelsblatt.com, CDU sucht billige Werbefachleute für Wahlkampf, 04-01-2001. 145 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 141. 66 sicuramente non lo è”146, anche il candidato doveva essere “trasferito” da una posizione estremista ad una al centro in modo così da renderlo attrattivo anche per una base elettorale più ampia. La campagna della CDU venne strutturata in quattro distinte fasi: “Angriffskampagne” (campagna d’attacco), “Kandidatenkampagne” (la campagna del candidato), “Kompetenzkampagne” (campagna delle competenze) e l’ultima la “Schlusskampagne” (la campagna di chiusura). Manifesto CDU della "Angriffswahlkampf". Fonte: www.bpb.de La fase della “Angriffswahlkampf” fu incentrata su una “negative campaigning” (campagna negativa)147 contro gli avversari politici della CDU e cioè la coalizione governativa rosso-verde. Una campagna di questo tipo è fondamentale, specialmente per una forza che è stata per quattro anni all’opposizione perché, come afferma Oliver Röseler “l’insoddisfazione è dal punto di vista dell’opposizione la base per una vittoria elettorale”.148 La Cdu si concentrò sul sottolineare i risultati negativi che la coalizione governativa aveva ottenuto nel corso del suo mandato in economia e sulle politiche del mercato del lavoro. Lo slogan principale di questa campagna fu senza alcun dubbio “Versprochen – gebrochen” (promesse non mantenute). Questo messaggio venne diffuso soprattutto attraverso carta stampata tramite annunci, ma anche sui media, sottolineando le promesse mancate e gli scarsi risultati ottenuti dal governo in materia 146 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 144. 147 Op. Cit. Michael Spreng, Wahlkampf als eiskalte Polarexpedition, pag. 6. 148 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf , Intervista con Oliver Röseler, pag. 378. 67 economica. Il cartellone principale della campagna (vedi immagine) fu quello che vedeva raffigurata una giovane donna con il seguente slogan: “se un mio compagno non mantenesse così tante promesse, come ha fatto il cancelliere, lo vorrei buttare fuori” (Wenn mein Freund so viele Versprechen brechen würde wie der Kanzler, würde ich ihn rauswerfen).149 Dopo la “Angriffskampagne” la CDU mise in campo, a partire dai primi giorni di aprile, la “Kandidatenkampagne”. Nel corso di questa fase della campagna il partito creò due slogan che ancora oggi si ricordano: “Kantig. Echt. Erfolgreich” (spigoloso, vero, di successo) e “ Der ernste Mann für ernste Zeiten” (l’uomo serio per tempi seri). Come affermato da Oliver Röseler, questi motivi sono stati creati apposta per distaccare Stoiber da Schröder, diffondendo l’immagine di un “politico duro che si preoccupa solamente dei problemi seri e non di fare dello show” (etwas hölzernen Politiker, der sich aber hier ernsthaft um die ernsten Probleme kümmert und nicht auf Show setzt).150 Al fine di modificare l’immagine che di Stoiber avevano i cittadini, grazie anche ad un viaggio negli Stati Uniti dove incontrò il presidente Bush, Condoleezza Rice ed il vice presidente Dick Cheney e visitò Ground Zero, il partito cercò di presentare Stoiber come uomo di stato e con aperte vedute in modo da cancellare il carattere di uomo tradizionalista ed “antico” che gli aveva associato la SPD dal giorno della sua nomina. I membri dello staff di consulenza cercarono di presentare Stoiber come “avvocato, difensore della gente comune”. 151 Oltre a questo aspetto, si voleva dimostrare l’apertura culturale del candidato, cercando di eliminare il tradizionale pregiudizio sul ruolo della donna nella società spesso accostato al suo modo di pensare.152 A tal fine giocarono un grande ruolo la figlia e la moglie, con cui venne ritratto in diversi cartelloni pubblicitari e che volevano dimostrare la sua tolleranza, apertura verso un ruolo di una donna più al passo con i tempi e meno legato alla tradizione. Un’affermazione di Oliver Röseler ci introduce ad un’altra fase della campagna cristianodemocratica. Egli infatti afferma che da solo l’elemento dell’attacco all’avversario non ha un grande effetto, esso deve essere “sempre combinato con l’elemento delle competenze […] l’unione dell’elemento offensivo con quello delle 149 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 193. 150 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf , Intervista con Oliver Röseler, pag. 383. 151 Op. Cit. Michael Spreng, Wahlkampf als eiskalte Polarexpedition, pag. 6. 152 Op. Cit. Ibidem, pp. 6-7. 68 competenze è, dal mio punto di vista, vecchio come lo sono le campagne elettorali stesse”.153 La fase successiva venne denominata “Kompetenzkampagne”. Cuore di questa campagna fu la forte sottolineatura dei punti di forza dell’Unione rispetto alla coalizione rosso – verde. In questa fase, con l’aiuto di cartelloni e brochure, vennero presentati i membri del “Kompetenzteam” e delle politiche che l’Unione aveva in mente di mettere in atto una volta salita al governo.154 I pregi del partito vennero rimarcati ed allo stesso tempo i difetti e le mancanze degli avversari furono nuovamente portate in primo piano. Manifesto "Gemeinsam für Deutschland" con Stoiber e Merkel. Fonte: www.bpb.de L’ultima fase della campagna dell’Unione fu quella detta della “Schlusskampagne” (campagna di chiusura). Essa ebbe inizio intorno alla metà di agosto e fu concentrata soprattutto attorno allo slogan “Zeit für Taten” (tempo di agire). La campagna si basò su una forte cartellonistica. A testimonianza di ciò vennero prodotti un gran numero di poster, cartelloni, annunci e volantini del candidato. Inizialmente si volle rimarcare ancora una volta la collaborazione fra CDU e CSU stampando cartelloni che ritraevano Stoiber e Merkel insieme con lo slogan: “ La ripresa inizia con le teste” e “Insieme per la Germania” (Der Aufschwung beginnt mit den Köpfen; Gemeinsam für Deutschland).155 Verso la fine della campagna elettorale l’Unione puntò solamente a 153 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf , Intervista con Oliver Röseler, pag. 379. 154 Cfr. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 196. 155 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 196. 69 fare campagna per il candidato Stoiber. Numerosi cartelloni che raffiguravano il leader della CSU in diversi contesti della sua vita, da quello privato a quello lavorativo, insieme a slogan come: “La via è chiara. Andiamo verso l’alto”, oppure “ Competenza per la Germania” (Der Weg ist klar – Aufwärts; Kompetenz für Deutschland).156 Gli strumenti della campagna Nel corso della campagna del 2002 l’Unione ha utilizzato diversi tipi di mezzi per veicolare i messaggi. Il materiale pubblicitario può essere diviso in due gruppi, quello della “carta stampata”, mentre il secondo quello “televisivo e radiofonico”. Per quanto riguarda i mezzi della “carta stampata”, la CDU produsse nel corso della campagna circa sei milioni di brochure da otto pagine ciascuna, contenenti gli aspetti principali del programma, cartoline, i classici cartelloni pubblicitari e numerosi annunci vennero inseriti nelle pagine dei maggiori giornali e mensili nazionali. Dal punto di vista “televisivo”, il partito produsse tre spot che andarono in onda su alcune reti tedesche (ARD, ZDF, SAT.1) ed altri cinque che invece vennero trasmessi su altrettante emittenti private. Gli spot cercarono di unire l’aspetto politico, con la presenza di Merkel e di Stoiber, con quello della “gente normale”, attraverso scorci della vita quotidiana di ognuno. L’Unione non sfruttò solamente il mezzo televisivo, ma la sua campagna, come quella della SPD del 1998, si concentrò molto anche sul cinema e sulla radio. Il partito creò infatti cinque spot che vennero trasmessi nelle sale cinematografiche, mentre quattro spot furono creati solamente per le emittenti radiofoniche, in modo da poter raggiungere anche una fascia di elettorato più anziano che magari non frequentava il cinema.157 Come fece la SPD quattro anni prima, nel 2002 anche la CDU diede una grande importanza al mezzo “Internet”. Nel 2001 prese il via la campagna online del partito. Uno dei siti che ha ottenuto grande successo fu certamente www.wahlfakten.de, al suo interno si parlava di “importanti avvenimenti politici, delle argomentazioni degli avversari politici […] Il sito aveva una funzione simbolica, la CDU fece vedere una nuova dimensione di Internet e, grazie ad un completo archivio dati, dimostrò di essere diventata un partito moderno e competente”158. Dopo questo sito, dedicato prettamente ad una funzione di “rapida risposta” e critica ad ogni affermazione dell’avversario, l’Unione creò altri siti tra cui bisogna ricordare: www.zeit-fuer-taten.de, dedicato 156 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 196. 157 Cfr. Yvonne Kuhn, Professionalisierung deutscher Wahlkämpfe?, pag. 160. 158 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 230. 70 interamente alla descrizione del programma elettorale cristianodemocratico159, e www.stoiber.de, che venne creato totalmente per la campagna del candidato dove, grazie all’utilizzo di immagini, fotografie e video, il partito voleva raccontare al pubblico le altre sfaccettature della personalità del candidato, al fine di cambiare la visione che gli elettori avevano del candidato bavarese. Questa grande campagna sul web, le risorse che il partito ha utilizzato per sfruttare a pieno le potenzialità di Internet, sottolineano uno degli aspetti fondamentali emersi dalla campagna del 2002 e cioè il grande sviluppo e l’affermazione di Internet come strumento chiave di una campagna. Una sconfitta elettorale, ma un grande cambiamento L’analisi delle strutture messe in campo, della strategia seguita e dei mezzi utilizzati per la sua realizzazione porta a dover fare alcune considerazioni. Innanzitutto è facilmente riscontrabile come queste elezioni abbiano segnato un grande punto di svolta per il partito. Dopo sedici anni di cancellierato, queste sono state le prime elezioni che il partito ha dovuto affrontare dopo quattro anni trascorsi all’opposizione. Tale situazione ha spinto l’Unione verso la strada dell’ammodernamento, sia della struttura interna, che nel modo di preparare, condurre e concludere una campagna. L’Unione ha svolto lo stesso percorso che aveva intrapreso quattro anni prima la SPD. La nascita di strutture come Arena ’02, chiaramente ripresa dal KAMPA della SPD del 1998, dello Stoiber Team, del Kompetenz Team, una specie di “governo ombra” e del Team 40 plus ha portato il partito a raggiungere repentinamente un livello altamente professionale e specializzato nella conduzione della campagna. Risultato ottenuto anche grazie a mezzi pubblicitari innovativi come Internet, con la creazione di numerosi siti, ognuno con una specifica funzione, fanno capire come l’Unione abbia, nel corso di questa tornata elettorale, decisamente voltato pagina, abbia imparato la lezione che la SPD gli aveva impartito nel 1998, e che da questa sia riuscita a trarre spunti decisivi per poter raggiungere lo stesso livello di professionalizzazione dei suoi avversari. Nonostante non abbia ottenuto la vittoria finale, è da sottolineare il fatto come queste elezioni siano state fondamentali per ricostruire l’immagine dell’Unione e per porre le basi delle due successive campagne elettorali di Angela Merkel del 2005 e del 2009. 159 Cfr. Yvonne Kuhn, Professionalisierung deutscher Wahlkämpfe?, pag. 161. 71 2.2.4 La campagna elettorale 2002 della FDP: la campagna “del divertimento” (Die “Spaβkampagne”) Dopo la sconfitta elettorale del 1998 ed il conseguente relegamento tra i banchi dell’opposizione, il partito liberale entrò in una fase di crisi d’identità e di contenuti. Al fine di risolvere questi problemi, si decise di porre delle nuove basi programmatiche e di azione, così da riportare il partito in condizioni tali da poter ottenere un buon risultato nelle elezioni del 2002. Per questi motivi nel 1999 la FDP si riunì in un congresso strategico (Strategiekongress: Neue Chancen in einem neuen Wahljahr). Da qui scaturirono due elementi che poi avrebbero fatto da traino alla campagna liberale per il 2002. Il primo venne coniato da Guido Westerwelle “generation @”160. Si voleva sottolineare come il partito, per poter tornare ad ottenere buoni risultati elettorali, dovesse puntare sulla mobilitazione delle nuove generazioni, presentarsi come una forza orientata al futuro ed interessata ai problemi delle giovani generazioni. Il secondo elemento chiave del congresso fu la proposta, dell’allora presidente della FDP nel Länder del Nord Reno – Vestfalia, “progetto 18” (composto da una serie di punti che sottolineavano le caratteristiche della FDP in contrapposizione a quelle degli avversari politici, dando risalto così all’autonomia ed indipendenza da qualsiasi altra forza politica) che fissava l’obiettivo del 18% da ottenere nelle elezioni 2002 (risultato che però fin da subito parve irraggiungibile per la FDP in quelle elezioni). Altre tappe fondamentali che il partito attraversò per la preparazione della campagna furono altri due congressi, di cui si parlerà in maniera approfondita più avanti nel corso della trattazione, quello di Düsseldorf del 2001 dove venne approvata la “strategia 18” ed un piano di autofinanziamento ripreso dal modello americano chiamato “18/2002 Bürgerfonds für Deutschland” (fondi dei cittadini per la Germania)161 e quello svoltosi a Mannheim dal 10 al 12 maggio 2002, dove vennero poste le basi del profilo del partito per le imminenti elezioni e venne nominato Guido Westerwelle come candidato del partito alle elezioni federali. Il paragrafo si concentrerà in primo luogo sulle strutture e le organizzazioni usate dal partito nel corso della campagna per lo svolgimento di diversi compiti, dalla pianificazione della strategia, alla conduzione di campagne su specifiche tematiche. In secondo luogo, si darà una particolare attenzione alla strategia liberale creata per affrontare nel migliore dei modi la campagna elettorale. Infine, verrà posto un accento 160 Cfr. Marco Michel, Die Bundestagswahlkämpfe der FDP 1949-2002, pag. 264. 161 Op. Cit. Ibidem, pag. 265. 72 sui mezzi usati dal partito nel corso della tornata elettorale, al fine di comprendere su quali strumenti la FDP si sia maggiormente appoggiata nel corso della campagna. La struttura: il Team 18/2002 ed il Wahlkampfteam Per le elezioni del 2002, come è avvenuto anche nel corso di altre tornate elettorali, il partito non ha modificato la sua struttura interna. Nel corso della campagna si possono individuare due strutture “portanti”. La prima è quella detta “Wahlkampfteam” (team della campagna). L’organo era formato essenzialmente dai membri più importanti del partito e si occupava prevalentemente della parte politica della campagna. I membri di questa squadra, infatti, erano responsabili ciascuno di uno specifico settore di competenza, che dovevano sviluppare e per il quale avevano il compito di proporre idee e suggerimenti per eventuali manifestazioni, interventi, conferenze. Per comprendere al meglio questo organo è bene elencare le personalità che ne fecero parte, ed i campi di cui ognuno di essi aveva il compito di occupare. I settori erano così suddivisi: economia, politiche interne e salute, politiche sociali, politica estera ed europea, diritti dell’uomo, ambiente e politiche dei trasporti. Per l’economia il responsabile era Rainer Brüderle, per gli interni e la salute Jürgen Möllemann, per le politiche sociali Martin Matz, per il settore riguardante la politica estera e quella europea Wolfgang Gerhardt, per l’area dei diritti dell’uomo Sabine Leutheusser ed infine per l’ambiente ed i trasporti Birgit Homburger.162 Come si può intuire dalla descrizione dell’organo e dei compiti di cui era responsabile, il Wahlkampfteam ha avuto un grande ruolo soprattutto dal punto di vista tecnico/politico nell’aiutare i responsabili della campagna ad avere sempre del materiale pronto da poter utilizzare nel corso di ogni evento organizzato durante la campagna elettorale. Tale organo non aveva alcun potere decisionale sugli aspetti che riguardavano più da vicino l’organizzazione della campagna vera e propria. Questi ultimi compiti erano affidati ad un secondo organo, di cui parleremo fra poco, e cioè del “Team 18/2002”. Questa struttura venne creata dalla centrale della campagna del partito. Alla guida del team fu posto Westerwelle, appoggiato da una parte dal segretario generale Pieper e dal coordinatore della campagna Hans- Jürgen Berrfeltz. Inoltre al suo interno vi era la presenza di diversi consulenti, sia interni che esterni al partito. Il compito principale del Team 18/2002 fu quello di “sviluppare le idee create dalle PR e trovare le 162 Cfr. Yvonne Kuhn, Professionalisierung deustcher Wahlkämpfe?, pp. 173-174. 73 tematiche più importanti per la campagna”163. Esso si occupava in maniera più specifica di “prendere decisioni dal punto di vista strategico e della pubblicità”.164 A fianco di questo organo presero parte alla campagna circa 60 PR ed esperti di pubblicità, così come svolse un grande ruolo, dal 2001, l’agenzia ECC Advertising di Düsseldorf che venne assunta dopo aver partecipato negli anni precedenti ad altre campagne elettorali ad Amburgo e Berlino, ottenendo in entrambi i casi ottimi risultati. Essa si propose di portare avanti una campagna “non convenzionale, creativa e sorprendente”.165 TEAM DELLA CAMPAGNA ELETTORALE TEMI POLITICI E TECNICI TEAM 18/2002 + COMPITI STRATEGICI E PUBBLICITARI Struttura operativa della FDP per la campagna elettorale del 2002 (Elaborazione dell’autore) Come facilmente riscontrabile dalla descrizione delle strutture utilizzate dalla FDP nel corso della campagna, si notano evidenti differenze fra questo tipo di struttura, molto semplice, rispetto a quelle che sono state analizzate nei paragrafi precedenti della SPD e della CDU, decisamente molto più complesse e specializzate. Nelle file della FDP è da sottolineare, però, la presenza di un gran numero di personalità provenienti dall’esterno del partito, anche dagli Stati Uniti, come consulenti, esperti nel campo della comunicazione ed in quello pubblicitario. Come si illustrerà, le particolarità maggiori che si possono riscontrare nella campagna 2002 della FDP sono nella strategia creata per la conduzione della campagna. Alcune idee messe in campo dai liberali sono ricordate tuttora per il grande effetto mediatico e per la loro particolarità ed efficacia che hanno suscitato allora. La strategia: “Strategie 18” ed il partito del divertimento (Die “Spaβpartei”) La strategia della FDP per la campagna del 2002 passa attraverso due fondamentali congressi: il primo svoltosi a Düsseldorf ed il secondo a Mannheim hanno segnato i 163 Cfr. Dominik Schütte, Die Wende im Wahlkampf Wahlkampfführung und ihrer Grenzen, pag. 53. 2002 – Eine Analyse amerikanisierter 164 Cfr. Clemens Kuhne, Politikberatung für Parteien: Akteure, Formen und Bedarfsfaktoren, pag. 107. 165 Op. Cit. Marco Michel, Die Bundestagswahlkämpfe der FDP 1949-2002, pag. 265. 74 punti fondamentali nella formazione e sviluppo della strategia liberale. Dopo essere stato proposto nel congresso strategico del 1999, il “progetto 18” divenne realtà nel corso del congresso di Düsseldorf del 2001 (4-6 maggio). La “Strategie 18”, venne ripresa dall’idea dell’allora guida del partito Jürgen Möllemann, che nel corso delle elezioni regionali del 2000 promosse la campagna “Werkstatt 8” che consisteva nella volontà del partito di raddoppiare la sua percentuale di voti rispetto alle elezioni del 1998 e passare dal 4 all’8%. Tale strategia risultò vincente poiché nelle regionali di quell’anno la FDP arrivò fino al 9,8%. Manifesto della "Strategie 18" della FDP. Fonte: unimut.fsk.uni-heidelberg.de La spiegazione del significato della “Strategie 18”, avvenne proprio nel corso di questo congresso. Infatti il quarto punto dei nove capisaldi su cui fonda le sue radici tale strategia, afferma che: “l’obiettivo strategico della FDP per il 2002 è chiaro: il partito deve diventare così forte in modo che, senza la FDP non sia possibile la creazione di un governo. Il nostro obiettivo è il 18%”.166 Nel corso dell’evento la nuova immagine del partito, “dinamica, moderna ed indipendente”167, venne ufficializzata anche graficamente con la creazione del nuovo logo del partito. Nel corso del congresso Westerwelle, con il suo “Strategiepapier” (foglio della strategia), elencò quelli che dovevano essere nel corso di tutta la campagna, ma anche per gli anni futuri, i tratti caratterizzanti il nuovo partito liberale. La FDP doveva mobilitare, motivare, essere 166 Guido Westerwelle, 18 Mein Buch zur Wahl, pag. 36. 167 Op. Cit. Marco Michel, Die Bundestagswahlkämpfe der FDP 1949-2002, pag. 265. 75 moderna, dinamica, non convenzionale e proporre soprattutto “un nuovo modo di comunicare, un nuovo stile comunicativo”168, non puntando sui tradizionali mezzi usati da tutti i partiti, ma sfruttando tutte le possibilità che il medium del nuovo millennio, Internet, offre. La nuova “faccia” del partito venne simboleggiata da un’altra decisione che venne presa sempre a Düsseldorf, e cioè quella dell’iniziativa “18/2002: Bürgerfonds für Deutschland”. L’obiettivo del partito era quello, “di raccogliere 18 milioni di DM sottoforma di offerte per la campagna prendendo spunto dal modello americano”.169 Per quanto riguarda la seconda fase chiave della campagna liberale, avvenuta con il congresso di Mannheim del 2002, si deve sottolineare come due furono i momenti centrali. Il primo, detto “fase del profilo”, si concentrò sulla creazione di un’immagine del partito come forza lontana ed indipendente dai due maggiori partiti di massa presenti nel paese. La SPD e l’Unione vennero criticati aspramente dai vertici del partito; la SPD venne definita come partito che basava la propria forza sulla “strategia del sorriso del suo cancelliere”, mentre all’Unione venne rimproverato il fatto che “la strategia della campagna del candidato cancelliere fosse troppo debole”.170 La FDP si presentò come una forza preoccupata dei reali problemi della popolazione, che cercava soluzioni concrete per poterli risolvere nel più breve tempo possibile. Lo “statement” più importante del congresso venne pronunciato il 12 maggio, giorno della sua conclusione. In questa data, con un intervento molto breve, il vertice del partito affermò come la FDP avesse intenzione di “partecipare da sola alla competizione elettorale con un proprio candidato cancelliere” e senza fare alcun accordo di coalizione. Il congresso si chiuse con la frase più importante della due giorni liberale: “La FDP vuole ottenere con Guido Westerwelle, nelle elezioni federali del 22 settembre, un grande successo per la Germania”.171 La scelta di Westerwelle come candidato fu significativa. Egli, infatti, rappresentava alla perfezione la nuova immagine che di sé voleva dare il partito, moderno ed orientato al futuro. Dopo Düsseldorf e Mannheim, la fase successiva della campagna fu quella chiamata “fase della mobilitazione e della motivazione” (Motivations und Mobilisierungsphase). 168 Op. Cit. Marco Michel, Die Bundestagswahlkämpfe der FDP 1949-2002, pag. 265. 169 Ivi. 170 Ivi. 171 Op. Cit. Guido Westerwelle, 18 Mein Buch zur Wahl, pag. 225. 76 La "Guidomobil". Fonte: blog.stuttgarter-nachrichten.de Questa fase della campagna venne presentata attraverso la convocazione di una conferenza del candidato. Punto centrale dell’evento fu quello di illustrare a tutti l’iniziativa principale di questa fase: la “Guidomobil”172. Lo stesso candidato spiegò davanti alle telecamere cosa fosse e che significato avesse questa iniziativa: “ La Guidomobil nel corso del viaggio di sei settimane visiterà tutte le stazioni della Germania […] Il candidato organizzerà per tutto il popolo feste estive, manifestazioni sportive e visiterà anche numerose redazioni di giornali”.173 Per fornire maggiori informazioni a tutti coloro che erano interessati all’iniziativa si aprì anche un sito Internet, www.guidomobil.de, dove le persone potevano seguire tutte le tappe della “Guidomobil”. Questa iniziativa ebbe immediatamente un grande successo e grande risonanza sui media. La Guidomobil fu il simbolo della strategia del divertimento messa in campo dalla FDP in quelle elezioni. I media definirono questo nuovo ed innovativo modo di fare campagna attraverso l’espressione “Spaβ Faktor”. Lo stesso Westerwelle sottolineò come questo fattore fosse decisivo per poter raggiungere un maggior numero di elettori, secondo lui “il fattore decisivo è quello di far tornare di nuovo la politica qualcosa di divertente per la gente”.174 Cinque settimane prima del voto iniziò la “fase calda” della campagna. La FDP decise di affrontare questo momento con una campagna di annunci, in modo da far arrivare al maggior numero di elettori lo slogan principale della campagna “Partei für 172 Bus con cui Westerwelle ha attraversato la Germania per il suo tour elettorale. Iniziativa molto simile a quella di Walter Veltroni che fece un viaggio in pullman di 45 giorni, facendo tappa in tutte le 110 province italiane, per la fase finale della campagna elettorale per le nazionali del 2008. 173 Op. Cit. Marco Michel, Die Bundestagswahlkämpfe der FDP 1949-2002, pag. 267. 174 Ivi. 77 das ganze Volk” (partito per tutto il popolo), in modo così da dissociare la propria immagine da quella di un partito clientelare, e sottolineare ancora una volta la sua “Unabhängigkeitstrategie” (strategia dell’indipendenza) dai due partiti di massa dello scenario partitico tedesco.175 Una seconda iniziativa in questa fase fu l’organizzazione, da parte dei membri del “Wahlkampfteam”, di 18 conferenze in ogni Land del paese nei campi di loro competenza. La strategia messa in campo dalla FDP fu certamente caratterizzata da un alto grado di innovazione, imprevedibilità, provocazione e divertimento. Questa strada venne seguita soprattutto, come già detto, per far circolare un’immagine della FDP diversa rispetto a quella degli altri partiti tedeschi. Il partito doveva essere il simbolo della novità, della modernità, della freschezza, di una forza orientata con decisione al futuro. Inoltre, una strategia di questo tipo mirava anche ad attirare una grande attenzione da parte dei media e della cosiddetta “generazione @”. Punti fondamentali per la realizzazione di questo tipo di “campagna del divertimento” furono senz’altro: la concentrazione su temi cosiddetti “tabù” per attirare l’attenzione dei media, una forte personalizzazione sul candidato, presentato come possibile cancelliere, l’introduzione di nuove strategie mediatiche, basti ricordare la presentazione formato “show” dell’iniziativa di raccolta fondi 18/2002 e quella della “Strategie 18” ed infine il grande utilizzo di Internet con la creazione di numerosi siti, come per esempio, www.fdp.de e www.guidomobil.de, al fine di poter raggiungere un gran numero di elettori, soprattutto giovani, e di sottolineare ancora di più la propensione alla modernità ed al futuro del “nuovo partito liberale”. Gli strumenti della campagna Dall’analisi della strategia della campagna, si intuisce come questa sia stata per la FDP un’elezione basata sui concetti di innovazione, modernità, sorpresa e con grande attenzione a come attirare l’attenzione dei media. Gli strumenti principali che il partito liberale ha usato nel corso di questa campagna sono un mix tra mezzi “tradizionali” e nuovi strumenti. Nel primo gruppo si possono inserire cartelloni raffiguranti cittadini comuni, bambini e giovani accompagnati da slogan che sottolineavano la nuova linea “orientata al futuro” del partito ed il simbolo della “Strategie 18”, e manifestazioni in diverse località della nazione su precise tematiche che contraddistinguevano la linea della FDP (stato di diritto, economia sociale di mercato, formazione, politiche europee 175 Op. Cit. Yvonne Kuhn, Professionalisierung deutscher Wahlkämpfe?, pag. 174. 78 ed abbassamento delle tasse), oppure manifestazioni “non politiche”, come quelle organizzate da Westerwelle durante il suo tour a bordo della “Guidomobil”. Manifesto "tematico" della FDP (“Più megaherz per i nostri bambini”) per le elezioni del 2002. Fonte: unimut.fsk.uni-heidelberg.de Tra il secondo, quelli cosiddetti “moderni”, la FDP ha sfruttato le potenzialità di Internet al fine di raggiungere un numero maggiore di elettori ed aprire discussioni sul programma tra gli utenti della rete, come accaduto con il sito www.fdp.de, dove gli elettori potevano contribuire, facendo proposte e discutendo fra loro, alla creazione del programma del partito per le elezioni. Internet fu certamente il mezzo maggiormente usato dal partito nel corso di questa campagna. Infatti la FDP, nella persona del suo leader Westerwelle, nel corso del congresso di Düsseldorf affermò come Internet fosse un mezzo chiave per lo svolgimento della campagna176. Il responsabile della campagna, Beerfeltz, disse: “Internet è un mezzo importante per ogni tipo di informazione, interna come esterna, e lo strumento principale per mobilitare i membri del partito […] dal suo portale elettorale il partito informa gli elettori riguardo ai suoi temi, alle attività della campagna e diffonde materiale pubblicitario”.177 Lo strumento principale usato dalla FDP per simboleggiare e diffondere il suo messaggio è stato, senza alcun dubbio, lo stesso candidato cancelliere Westerwelle. Egli venne posto al centro della campagna ed usato come fattore chiave, come simbolo del partito, come perno attorno al quale far ruotare l’immagine nuova della FDP. L’apice di questo processo di “affermazione del 176 Op. Cit. Guido Westerwelle, 18 Mein Buch zur Wahl, pag. 37. 177 Op. Cit. Clemens Kuhne, Politikberatung für Parteien: Akteure, Formen, Bedarfsfaktoren, pag. 107. 79 nuovo”, fu toccato dando il via al tour, tra i diversi Länder, del candidato a bordo della “Guidomobil”. Tutto ciò fu fatto poiché “Guido Westerwelle è giovane e con grandi capacità di guida. Egli è sia mentalmente che fisicamente in forma […] La campagna lo presenta come un ottimista”.178 Una campagna “alternativa” La campagna della FDP del 2002 è stata senza alcun dubbio una delle più particolari, innovative e sorprendenti degli ultimi anni nel contesto tedesco. Volendosi staccare totalmente dai due maggiori partiti, la SPD e l’Unione, il partito liberale nella pianificazione della campagna ha inserito elementi innovativi, sorprendenti, ad effetto in modo da poter sottolineare come la svolta avvenuta nel corso dei due congressi di Düsseldorf e Mannheim, fosse stata trasferita anche nel campo della strategia elettorale. Se sotto il punto di vista politico la campagna non portò i suoi frutti, infatti la FDP invece di raggiungere il prefissato obiettivo del 18% dei voti, ottenne il 7,4%, un risultato peggiore al 9,8% ottenuto nelle elezioni regionali del Land della NRW (Nord Reno - Vestfalia) nel 2000, sotto l’aspetto mediatico raggiunse un risultato positivo. Per quanto riguarda questo punto, la campagna liberale ha senza dubbio ottenuto l’obiettivo sperato. I media hanno coperto l’intero arco della campagna, soprattutto determinati eventi, dando loro grande spazio e mettendo in risalto il carattere spregiudicato e provocatorio di ogni azione messa in campo dal partito. Dopo la sconfitta del 1998, i quattro anni di opposizione hanno permesso alla FDP, attraverso un lungo e tortuoso tragitto, di arrivare ad un livello di specializzazione e professionalizzazione nella progettazione di una campagna se non pari, almeno molto vicino a quello dei due maggiori partiti, Unione e SPD. Aspetto negativo di questa campagna è individuabile nel risalto dato dalla FDP al raggiungimento di un obiettivo elettorale (Strategie 18, occorre specificare che l’obiettivo del 18% era una cifra aleatoria), al contrario un marginale accenno è stato riservato agli obiettivi politici. Una delle maggiori critiche portate a questa strategia fu, non a caso, quella secondo la quale una campagna non potesse essere condotta solamente basandosi su obiettivi elettorali, su una propaganda 178 Op. Cit. Yvonne Kuhn, Professionalisierung deutscher Wahlkämpfe?, pag. 176. Il concetto di ottimismo è stato centrale nella campagna della FDP. La figura di Westerwelle ha incarnato alla perfezione questo tema (sempre sorridente, vicino alle persone, rivolto verso le nuove generazioni, attento alle innovazioni della modernità). La campagna del 2002 della FDP può essere paragonata a quella dell’Unione del 2005. In questo caso è accaduto l’esatto contrario. La serietà, la negatività e la pianificazione delle “dolorose riforme” che attendevano la Germania negli anni seguenti sono state al centro della campagna. I numeri e non le emozioni sono stati i protagonisti. 80 “divertente”, sul cercare di “essere simpatici” alle persone, ma dando spazio anche ai contenuti ed a tematiche politiche. Questo secondo aspetto è stato trattato solamente superficialmente dalla FDP. Nelle elezioni successive, quelle del 2005 e del 2009, la FDP è riuscita a rimediare a quest’errore ed a coniugare il grande livello di innovazione e novità delle sue campagne, con un altrettanto alto livello di specializzazione e professionalità nel campo dei contenuti e degli obiettivi politici di lungo corso. 2.2.5 Comparazione: diversità e professionalizzazione Dall’analisi appena svolta su quattro campagne elettorali di “svolta” di Verdi, SPD, CDU e FDP sono emersi aspetti molto interessanti, sia dal punto di vista della strategia che da quello della struttura e dei mezzi utilizzati. Sono emersi, inoltre, alcuni aspetti comuni a tutti i partiti, ma soprattutto aspetti differenti tra una forza ed un’altra. In primo luogo, si nota come vi siano state delle differenze nel modo di pianificare, gestire e condurre la campagna tra i due maggiori partiti (SPD e CDU) e quelli medio/piccoli (FDP e Verdi). Le diversità si riscontrano soprattutto dal punto di vista delle strutture create per la campagna. I Verdi nel 1987 avevano una struttura molto semplice e poco coordinata con gli organi del partito nei Länder, che portarono ad una campagna, se pur di successo, caratterizzata da un livello molto basso di professionalizzazione ed organizzazione. Passando alla SPD, si nota una grande differenza rispetto ai Verdi. Venne creato il KAMPA, una “macchina” operativa di grandi dimensioni, attenta a curare ogni singolo aspetto che potesse influenzare la campagna, mentre quattro anni più tardi l’Unione, che imparò dalle mancanze organizzative e strutturali del 1998, diede vita ad Arena ’02, lo “Stoiber Team”, il “Kompetenz Team” ed il “Team 40 plus” che insieme formarono una struttura solida ed efficace in grado di veicolare nel migliore dei modi i messaggi della campagna. Infine, la FDP nel 2002 affidò la sua campagna al “Team 18/2002” che, per dimensioni e compiti, non poteva essere minimamente paragonato ad una sola delle strutture di SPD ed Unione sopracitate, quello su cui la FDP puntò nella campagna del 2002 era concentrare tutti i suoi sforzi sulla figura del candidato cancelliere e sugli effetti positivi che potevano scaturire dalla sua immagine. Un secondo punto da sottolineare è quello riguardante lo stile della campagna. A questo proposito i ruoli sono invertiti. I partiti di massa puntarono su una campagna “classica” con attacchi all’avversario, manifestazioni formato “show”, iniziative efficaci dal punto di vista mediatico, come la nomina a candidato cancelliere di Schröder durante il congresso di Lipsia, ma senza avere il coraggio di proporre iniziative, 81 spavalde, divertenti e lontane dall’immaginario comune di una campagna, come invece fece la FDP. Al contrario FDP e Verdi, seppur con modalità differenti, riuscirono a mettere in campo strategie efficaci, innovative e sorprendenti. Nel 1987 i Verdi si staccarono totalmente dal trend “americanizzante” dell’epoca e decisero, con coraggio, di fare una campagna sui contenuti e non sulle persone, mentre la FDP nel 2002 puntò tutto su una strategia fondata sul “divertimento”, come definito dagli stessi vertici del partito, cercando di dare un’immagine di sé che si allontanasse il più possibile da quella delle “vecchie” forze partitiche. La stessa scelta di un candidato come Westerwelle ed alcune operazioni della campagna, una su tutte, la “Guidomobil” segnarono di fatto un netto distacco dalle strategie adottate dai due grandi partiti di massa. Un aspetto che accomuna i due partiti medio/piccoli, riscontrabile da quest’analisi, è quello che entrambi, nel corso delle loro campagne, hanno cercato in ogni modo di differenziarsi in maniera netta dai due partiti di massa, sottolineando le loro particolarità e cercando di costruirsi un’immagine che simboleggiasse novità ed innovazione. I due partiti di massa, invece, pur inserendo grandi aspetti innovativi nella struttura e nel modo di condurre la campagna, solo in alcuni casi cercarono di presentarsi in maniera diversa da come la popolazione li percepiva. Questo discorso va fatto soprattutto in riferimento alla SPD, che, nel corso delle elezioni del 1998 era stata attenta a modificare la sua immagine di “Alte Tante”, con l’inserimento di importanti innovazioni, sia nella struttura che nella strategia della campagna. Terzo punto emerso è quello che, nel corso del ventennio analizzato, i partiti abbiano percepito, chi più e chi meno, le novità portate dal processo di americanizzazione e spettacolarizzazione tipici del modello anglosassone di conduzione di una campagna. La “negative – campaign”, la “campagna d’attacco”, messa in atto dai Verdi nel corso delle elezioni del 1987 contro tutte le “vecchie” forze partitiche, l’assunzione da parte della SPD nel 1998, così come dell’Unione e della FDP nel 2002, di consulenti provenienti dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna ne sono chiari esempi. Inoltre, lo studio dei modelli anglosassoni di organizzazione e conduzione di una campagna, la creazione di strutture altamente specializzate, con l’inserimento di interi settori che si occupassero di compiti specifici, uno su tutti l’osservazione dell’avversario, l’utilizzo di strumenti innovativi come Internet e lo sfruttamento totale delle possibilità fornite dalla televisione, la forte personalizzazione della campagna sulla figura del candidato, l’attenzione ad ogni aspetto riguardante il mondo dei media, sono segni che i partiti tedeschi, dai più piccoli a quelli più grandi, hanno recepito a fondo il nuovo modo di fare campagna. 82 Collegato a questo aspetto vi è un’altra riflessione che emerge da questa analisi. Dal 1987 in poi, si è notato un progressivo aumento del livello di professionalizzazione nel campo della pianificazione e gestione della campagna. I partiti, infatti, anticiparono di molto i tempi per l’avvio della loro campagna, (in media un anno e mezzo prima dell’appuntamento elettorale), al fine di poter avere il tempo necessario per ricercare le migliori strutture, le soluzioni più adatte e la strategia più efficace per raggiunger il maggior numero di elettori. Questo processo è stato facilitato anche dal fatto che tutti i partiti presi in considerazione nel corso di quest’analisi, hanno assunto agenzie pubblicitarie, PR e consulenti esterni al partito, per poter avere nelle proprie file personalità in grado di occuparsi nel migliore dei modi degli aspetti più strettamente collegati alla strategia e conduzione della campagna. L’aspetto della sempre maggiore professionalizzazione e del recepimento dei “precetti” dell’americanizzazione è il punto che più risalta da quest’analisi. Proprio per la sua importanza, nel paragrafo seguente verrà trattato il tema dell’americanizzazione e della spettacolarizzazione della politica, soffermandosi in seguito su un’analisi approfondita di uno dei “risultati” scaturiti da questi due fenomeni, il duello televisivo. Seguirà una breve descrizione di che cosa si intende per un duello televisivo, che funzioni ha e che regole deve seguire; in seguito il tema sarà approfondito descrivendo e confrontando il dibattito del 2005 fra l’allora cancelliere tedesco Schröder e la sua sfidante Merkel, e quello del 2009 fra il cancelliere uscente Merkel ed il suo avversario Steinmeier. 2.3 AMERICANIZZAZIONE E SPETTACOLARIZZAZIONE DELLA POLITICA Come già accennato nel corso del secondo paragrafo, dall’analisi fatta sulle quattro campagne elettorali dei maggiori partiti tedeschi, uno degli aspetti che ricorre è quello legato al recepimento da parte di ogni forza politica, a vari livelli, dei nuovi dettami imposti dall’americanizzazione della politica. Nel corso degli anni, le forze politiche hanno capito come i “classici” metodi di fare campagna, comizi, incontri e manifestazioni non fossero più sufficienti a raggiungere un numero elevato di elettori. Ogni partito doveva trovare altre modalità di campagna più efficaci per arrivare anche ad un elettorato che si considerava lontano ed estraneo alla politica. Secondo Sarcinelli, che definisce il concetto di americanizzazione, come “linea di sviluppo della comunicazione della politica all’interno ed all’esterno delle campagne elettorali […] fenomeno caratterizzato dalla mediatizzazione, personalizzazione e fine delle 83 ideologie”179, il fenomeno può essere associato a tre concetti differenti. Il primo si riferisce all’americanizzazione come “diffusione”. Tale interpretazione vede una “assunzione selettiva di modelli americani come linee guida della modernizzazione”. Il secondo concetto è quello che parla di una “standardizzazione globale”. La modernità è vista come “risultato dell’ispirazione reciproca fra gli Stati Uniti e l’Europa”. Il terzo ed ultimo termine associato all’americanizzazione è quello di “modernizzazione”. Tale concetto è definito come “un processo di convergenza universale in tutte le democrazie mediatiche. Gli Stati Uniti come precursori della modernizzazione universale della società”180. Come si comprende da questa serie di concetti associati al termine di “americanizzazione”, tale fenomeno può essere applicato ad una vasta area di campi, non solo a quello della politica. La definizione che si avvicina di più al significato di americanizzazione nel contesto politico è la prima, “assunzione di alcuni modelli americani come linee guida della modernizzazione”. Infatti, quando si parla di americanizzazione in politica, ed in particolar modo nel settore specifico delle campagne elettorali, ci si riferisce “all’assunzione/imitazione da parte degli attori politici nazionali di metodi e tecniche che proprio negli USA sono stati adottati per la prima volta come risposta al cambiamento del contesto”181. Per citare alcuni esempi basta ricordare il carattere “personalizzato” delle campagne, il maggior ricorso alla strategia del “negative campaigning” (“è più facile convincere la gente a votare contro qualcuno, che a favore di qualcuno”182), la diffusione di un nuovo tipo di programmi “politici/intrattenimento” detti talk-show e la struttura professionale e specializzata messa in campo dai partiti ad ogni tornata elettorale (assunzione di consulenti esperti). Ora è opportuno spiegare meglio a cosa ci si riferisce quando si parla di “americanizzazione” nello specifico campo della politica. I tratti caratteristici di questo fenomeno possono essere riassunti in tre concetti. Il primo è quello della “personalizzazione”, il secondo è la “mediatizzazione” ed il terzo va sotto il nome di “professionalizzazione”. Con il concetto di “personalizzazione” ci si riferisce al fatto che il candidato è in primo piano rispetto ai contenuti politici, è il protagonista della campagna elettorale, è 179 Ulrich Sarcinelli, Politische Kommunikation in Deutschland, pag. 203. 180 Op. Cit. Ibidem, pag. 205. 181 Op. Cit. Cristian Vaccari, La comunicazione politica negli USA, pag. 20. 182 Joseph Napolitan, Election Game: Cosa ho imparato in 30 anni come consulente politico, pag. 371. 84 al centro di ogni discussione, dibattito e scontro. Come sottolineato da Paolo Mancini, “perché una campagna risulti efficace al massimo, il concetto di candidato dovrebbe essere utilizzato come tema centrale per la costruzione degli interessi degli elettori e come base per la pianificazione dell’intera campagna”183. Inoltre, Gianni Statera indica che, con il concetto di personalizzazione, vi è “una prevalenza del candidato […] frutto di un’articolata strategia dell’immagine, di una dosata competitività individuale con l’altro candidato, di una netta caratterizzazione di figure personali capaci di raccogliere consenso, di suscitare ammirazione, di stimolare forme d’identificazione divistica”.184 I messaggi hanno poco significato se non vengono associati alla figura di un politico. Questo processo ha trasformato il ruolo dei candidati, dei leader di partito, essi sono diventati “i rappresentanti del messaggio politico”185, sono coloro che veicolano, incarnano un determinato statement, lo diffondono e ne devono rappresentare l’essenza davanti al corpo elettorale. In riferimento al contesto tedesco, il fenomeno della personalizzazione si presentò per la prima volta già con Adenauer, su cui la CDU concentrò l’intera campagna per questa ragione la CDU non era considerata un partito, ma una “associazione elettorale del candidato” (Kanzlerwahlverein).186 Più recentemente, il simbolo dell’affermazione della personalizzazione nel corso delle campagne elettorali tedesche è stato sicuramente Gerhard Schröder. Durante le elezioni del 1998 la SPD, oltre a costruire un’imponente macchina organizzativa, indirizzò la sua campagna sulla figura dell’allora candidato cancelliere, soprannominato per la sua abilità davanti alle telecamere come “Media-Kanzler” e così facendo riuscì a tornare al governo dopo sedici anni di dominio dell’Unione. Il secondo aspetto è quello della “mediatizzazione”. La mediatizzazione nella politica187 è stata preceduta dal fenomeno della mediatizzazione della società. Nelle società post-industriali i nuovi media, soprattutto la televisione, hanno giocato un ruolo fondamentale all’interno della popolazione. Essa infatti “influenza la formazione delle mode e dei gusti, ma anche la diffusione delle idee e delle conoscenze […] entra anche 183 Cfr. Paolo Mancini, Come vincere le elezioni, pag. 111. 184 Gianni Statera, La politica spettacolo: Politici e mass media nell’era dell’immagine, pp. 16-17. 185 Cfr. www.politik.uni-kiel.de, Seminar Bundestagswahl Amerikanisierung des deutschen Wahlkampfes?. 2009: Nutzung 186 Op. Cit. Yvonne Kuhn, Professionalisierung deutscher Wahlkämpfe?, pag. 62. 187 Cfr. Angelo Mellone, Il circuito politico-mediale, pag. 11. 85 neuer Medien: nella politica, grazie alla sua funzione di mezzo di informazione, di osservatrice della lotta politica, e poi di palcoscenico di questa.”188 Con l’arrivo e l’affermarsi del mezzo televisivo, come sostenuto da Marco Cacciotto, “si sono trasformate le regole ed il terreno di gioco della comunicazione politica […] i media osservano il mondo e decidono di quali eventi e di quali persone si debba parlare. L’attenzione dei media può creare tematiche e personalità portandole a conoscenza dell’opinione pubblica, facendole diventare oggetto di discussione politica”.189 Un cambiamento molto importante che ha portato con sé il fenomeno della mediatizzazione della politica è stato quello secondo cui le apparizioni in comizi, manifestazioni ed incontri sul territorio non sono più sufficienti al candidato, ma è necessaria una presenza fissa sui mezzi di comunicazione come la televisione, ed oggi più che mai, Internet. Collegato a questo secondo punto è utile sottolineare come, con la diffusione di nuovi mass media e l’aumento dei canali di informazione, sia cambiato anche il modo di trattare l’informazione politica. In questi ultimi anni si è passati da programmi di informazione classica a quelli che, oltre ad informare, vogliono anche intrattenere. Questo fenomeno è definito “infotainment”. Tale concetto è ricollegabile all’effetto principale che i media hanno avuto in questi anni sulla politica, e cioè la sua “spettacolarizzazione”. Come affermato da Statera, questo fenomeno proviene direttamente dal modello americano. E’ lo “spettacolo politico televisivo che tende ad interagire con lo spettacolo tout-court, il mondo politico entra in contatto con quello della fiction e dell’intrattenimento; sul palcoscenico della stampa popolare compaiono insieme fotomodelle e ministri, attori e segretari di partito, maîtres à penser e signore dei salotti”.190 I simboli dell’affermazione dell’infotainment, sull’informazione classica sono soprattutto i talkshow ed il dibattito televisivo. I talk-show hanno iniziato ad affermarsi negli Stati Uniti a partire dal 1992, durante la campagna presidenziale di Bill Clinton. Numerosi critici televisivi hanno sottolineato che la “campagna perde in dignità ed in sostanza […] Essi rappresentano la possibilità di evitare le domande difficili da parte dei giornalisti politici, poiché offrono ai candidati la possibilità di optare per le più semplici domande del pubblico”191. Al contrario, questi nuovi formati dell’informazione permettono ai 188 Marco Cacciotto, All’ombra del potere: strategie per il consenso e consulenti politici, pag. 79. 189 Op. Cit. Ibidem, pp. 78-79. 190 Op. Cit. Gianni Statera, La politica spettacolo: Politici e mass media nell’era dell’immagine, pag. 33. 191 Op. Cit. Marco Cacciotto, All’ombra del potere: strategie per il consenso e consulenti politici, pag. 86. 86 politici di raggiungere un pubblico più ampio, anche quello che non avrebbe mai seguito una trasmissione politica. In Germania, al riguardo, si parla di “Talkshowisierung” ed “Entertainisierung der Politik”192. Secondo alcuni ricercatori tedeschi questo fenomeno porta vantaggi sia per il personaggio politico, che in questo modo può dare una buona immagine di sé al pubblico, trovandosi come moderatore un intrattenitore e non un giornalista esperto di politica, che per la trasmissione stessa. Infatti, con la visita in studio di politici di spessore, essa ha la possibilità di alzare notevolmente l’indice di ascolto. Alcuni esempi di talk-show politici tedeschi sono “Der heisse Stuhl” (la sedia calda) in onda su RTL193, dove l’ospite deve rispondere alle domande incalzanti del moderatore (colloquio di confronto- konfrontative Gespräch), “Berlin Mitte” e “Sabine Christiansen” trasmessi su ARD. Essi sono dei tipici talk-show politici dove avvengono discussioni su diversi temi fra politici di schieramenti diversi (colloqui litigiosiStreitgespräch) ed infine “Beckmann” su ARD, “Johannes B. Kerner Show” della ZDF e “Harald Schmidt Show” in onda su SAT1, programmi che non concentrano la loro attenzione sull’aspetto politico, ma sottoforma di intrattenimento, cercano di scoprire ciò che si nasconde “sotto” la maschera professionale del politico presente (colloquio cooperativo- kooperative Gespräch). Il fenomeno del “Talkshowisierung” si è affermato definitivamente nel corso della campagna elettorale del 2002. La sfida elettorale è stata inaugurata da due talk-show, “Berlin Mitte” e “Sabine Christiansen”.194 Nel corso di queste trasmissioni, i due leader si sono confrontati soprattutto su temi politici, ma i moderatori hanno indirizzato la discussione anche su argomenti diversi come il cinema, la pittura e la cultura, in modo da poter presentare ai telespettatori tutti i lati della personalità del candidato. Dopo aver parlato del secondo aspetto dell’americanizzazione della politica, ora è bene concentrarsi sul terzo concetto collegato a questo fenomeno: la professionalizzazione195. Nel corso degli ultimi decenni, i partiti hanno sviluppato tecniche e strumenti sempre più sofisticati per affrontare nel migliore dei modi una 192 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 246. 193 In Germania le reti televisive nazionali pubbliche sono la ARD (la prima rete tedesca nata nel 1950) e la ZDF (la seconda rete tedesca nata nel 1963), mentre le maggiori reti private sono RTL (la più grande rete televisiva privata in lingua tedesca, nata nel 1984) e SAT1 (che trasmette soprattutto programmi di intrattenimento, anch’essa è nata nel 1984). 194 Op. Cit. Jochen Voβ, Symbolische Politik im Wahlkampf, pag. 251. 195 Cfr. Angelo Mellone, Il circuito politico-mediale, pag. 31. 87 campagna elettorale. Nella maggior parte dei casi, queste innovazioni sono state riprese direttamente dal modello americano. Alcuni esempi sono: l’organizzazione di congressi di nomina sottoforma di “show”, la produzione di spot televisivi (prima poco diffusi), la presenza di una base logistica esterna per la campagna, l’utilizzo di consulenti provenienti dall’esterno ed il ricorso da parte di tutti i partiti della tecnica del “negative campaigning” contro i propri avversari. Questo cambiamento si nota anche nel caso tedesco. In questo contesto, la professionalizzazione ha raggiunto un livello alto, soprattutto nei settori della comunicazione elettorale, della modernizzazione delle strutture e della pianificazione delle strategie elettorali di ogni singolo partito. Nell’analisi delle campagne elettorali appena svolta, un aspetto che è saltato agli occhi è stato quello che ogni partito, per la preparazione della campagna, abbia assunto figure come scienziati sociali, professionisti nel campo pubblicitario, ricercatori, esperti in giornalismo e nel management di una campagna, al fine di aumentare il livello di professionalizzazione della campagna stessa. A tal proposito basti ricordare l’assunzione di esperti anglosassoni da parte della SPD nel corso della tornata elettorale del 1998. Inoltre le campagne non sono più pianificate da una sola organizzazione, ma insieme al partito collaborano anche diverse agenzie pubblicitarie esterne che vengono assunte per la pianificazione dei mezzi con i quali veicolare i messaggi della campagna e per aiutare il partito nella formulazione della strategia. La professionalizzazione è riscontrabile anche in un secondo aspetto: lo sviluppo delle strutture per la campagna. Esse sono organizzate fino ai minimi dettagli ed attente ad ogni aspetto riguardante la contesa elettorale. In questo caso è necessario citare due esempi. Il KAMPA, la struttura costruita dalla SPD per le elezioni del 1998 e ripresa direttamente dalla “War Room” usata da Bill Clinton per la campagna presidenziale del 1992; e Arena ’02, l’organo creato dall’Unione nel corso delle elezioni del 2002, ripresa dall’idea del KAMPA del 1998 al fine di recuperare il gap organizzativo e strutturale che la divideva dalla SPD. L’americanizzazione è oramai un tratto caratterizzante della politica e del modo di pianificare e condurre una campagna in Germania. Al fine di capire ancora meglio come questo fenomeno abbia influenzato e modificato il modo di condurre una campagna in Germania, è bene concentrarsi su un “simbolo” della conversione “americanizzante” della politica tedesca e cioè il dibattito televisivo. 2.3.1 Il duello tv: studio del caso del 2005 e del 2009 Il duello televisivo, come detto in precedenza, è uno dei “frutti” dell’americanizzazione e spettacolarizzazione della politica. Nel corso degli ultimi anni è diventato uno dei 88 momenti principali della campagna, talvolta il più importante196. Normalmente questo evento viene seguito da un numero elevato di telespettatori, ma qual è il motivo di un così profondo interesse negli elettori? Una possibile risposta a questa domanda è stata fornita da Peter Schrott, professore in comunicazione alla Freie Universität di Berlino, secondo il quale i dibattiti televisivi sono “le sole opportunità di vedere e giudicare i candidati in un contesto faccia a faccia […] Gli elettori hanno la possibilità di verificare le posizioni dei candidati su diverse tematiche, le loro qualità personali ed i loro programmi”.197 Prima di entrare nella descrizione di alcuni tratti caratteristici e delle strategie adottate nei dibattiti televisivi, è utile accennare alla loro evoluzione storica. Nel panorama politico tedesco, il fenomeno del duello televisivo198 ha avuto uno sviluppo assai veloce. Nel corso degli anni ’60, nella televisione tedesca, venivano trasmessi i cosiddetti “Elefantenrunden”199 (termine tedesco riferito alla partecipazione “a turno” dei vari politici alle trasmissioni politiche di approfondimento), dove i leader di tutti i partiti erano invitati dalle varie reti televisive a prendere parte a programmi di approfondimento politico su determinate tematiche. Nel 1969 vi fu un tentativo di organizzare un duello fra Willy Brandt e Kurt Georg Kiesinger (cancelliere dal 1966 al 1969), ma questo fallì proprio per il rifiuto di quest’ultimo, che giustificò il suo diniego affermando che l’elezione “non era un’elezione dei candidati, ma un’elezione federale”200. Da questa data in poi, ci fu una diffusione molto rapida del duello televisivo. Dal 2002, con il duello Schröder - Stoiber, l’organizzazione di dibattiti televisivi fra i due principali candidati cancelliere divenne una prassi consolidata.201 Ora è bene analizzare alcuni aspetti specifici dei duelli televisivi. Il duello è una grande opportunità per i candidati, in quanto essi hanno il potere di controllare ciò che gli elettori possono scoprire. Il vantaggio principale che ricava un candidato dalla partecipazione ad un duello televisivo è quello che “gli elettori possono farsi una loro 196 Cfr. Angelo Mellone, Il circuito politico-mediale, pag. 40. 197 Peter R. Schrott, Electoral Consequences of “winning” televised campaign debate, pag. 567. 198 Il primo duello televisivo, ed anche quello più conosciuto, fu quello tra Kennedy e Nixon nel corso della campagna presidenziale del 1960. Questo evento risultò molto importante ai fini dell’esito dell’elezione che vide la vittoria, con uno scarto minimo di voti, del candidato democratico, grazie anche alla sua perfetta “performance” davanti alle telecamere. 199 200 M. Maurer, C. Reinemann, J. Maier, M. Maier, Schröder gegen Merkel, pag. 13. Cfr. www.politik.uni-kiel.de, Seminar Amerikanisierung des deutschen Wahlkampfes. 201 Bundestagswahl 2009: Nutzung neuer Op. Cit. M. Maurer, C. Reinemann, J. Maier, M. Maier, Schröder gegen Merkel, pag. 13. 89 Medien: immagine del candidato che non può essere falsificata dal lavoro giornalistico”202. Il dibattito porta con sé però anche svantaggi. Il più evidente e chiaro è quello che riguarda direttamente i telespettatori/elettori. Essi infatti “non sono informati sui piani futuri dei candidati, ma assistono solamente ad esposizioni selettive di fatti attraverso una retorica tale che cerca di portarli dalla parte di uno o dell’altro candidato”203. Un secondo aspetto da sottolineare sono le possibili strategie che un candidato può adottare al fine di conquistare il consenso degli elettori. Secondo Cacciotto, sono tre le “tattiche”, riferite all’immagine, che un politico può adottare nel corso del duello. La prima è quella di assumere “uno stile leadership”, che a sua volta si suddivide in due filoni: la leadership “attiva” che consiste nel “fare continuamente riferimento alle proprie azioni, alle proprie iniziative ed al loro effetto sugli accadimenti” e quella “passiva” che si riferisce ad un atteggiamento del politico più tranquillo. Infatti egli “non parla direttamente delle proprie iniziative, reagisce agli accadimenti più che esserne l’artefice”.204 Il primo tipo di leadership si riferisce all’incumbent (il candidato che lotta per la riconferma). Egli basa la sua strategia sulla descrizione e difesa di ciò che ha fatto durante il suo mandato. Il secondo invece si addice maggiormente al politico, incumbent o sfidante, che può essere attaccato riguardo ad alcuni aspetti del suo lavoro/carriera politica e quindi non sottolinea troppo le sue azioni. Le altre due strategie sono quelle che vanno sotto il nome di “personificazione”, (cercare di personificare un determinato ruolo: “brava persona” oppure “manager efficiente”), mentre la terza è quella della “identificazione”, dove il candidato cerca in ogni modo, nel corso del duello, di “simboleggiare le principali aspirazioni dell’elettorato”.205 Come l’analisi dei due dibattiti dimostrerà, la strategia maggiormente utilizzata dai candidati nel corso dei duelli è stata quella della leadership attiva seppur con qualche differenza. Schröder infatti utilizzò anche tattiche offensive nei confronti dell’avversario, mentre Merkel sottolineò le potenzialità di un suo eventuale cancellierato. Un ultimo punto da toccare prima di passare all’analisi dei duelli del 2005 e del 2009 è quello della possibile influenza del duello sul risultato finale dell’elezione. Cacciotto afferma che il risultato di un duello sarà influente sull’esito finale 202 Op. Cit. M. Maurer, C. Reinemann, J. Maier, M. Maier, Schröder gegen Merkel, pag. 33. 203 Op. Cit. Ibidem, pag. 13. 204 Op. Cit. Marco Cacciotto, All’ombra del potere: strategie per il consenso e consulenti politici, pag. 98. 205 Op. Cit. Ibidem, pag. 99. 90 dell’elezione solamente se vi sarà “una sostanziale parità tra i contendenti nelle intenzioni di voto e questioni aperte sul carattere di uno o entrambi i contendenti. […] Il successo o il fallimento dipendono dalla percezione che i telespettatori hanno delle qualità personali dei candidati”.206 Come si vedrà in seguito, queste affermazioni saranno confermate dal fatto che, soprattutto nel 2005 elezione nella quale “la figura del candidato fu molto più rilevante ai fini del voto rispetto a quella del partito”207 l’effetto “modificatore” del duello sulle opinioni dei telespettatori sui due candidati risultò decisivo. 2.3.2 Il duello del 2005: Gerhard Schröder contro Angela Merkel Dopo il successo del duello organizzato nel 2002 fra Schröder ed il suo sfidante Stoiber, nel corso della campagna del 2005 si discusse sulla possibilità di ripetere l’esperienza di tre anni prima. Le trattative fra i delegati dei due candidati, Bèla Anda per Schröder e Willi Hausmann per Merkel, e delle quattro televisioni che avrebbero dovuto trasmetterlo, iniziarono a fine luglio. L’entourage dell’allora cancelliere propose di sostenere due duelli, mentre lo staff della sfidante affermò che non ci sarebbe stato abbastanza tempo per un doppio duello nel corso del periodo di campagna elettorale. Alla fine si giunse ad un compromesso, vista anche la grande riluttanza di Merkel verso il duello si decise di organizzare un solo dibattito. La data scelta fu il 4 settembre, esattamente due settimane prima del voto. Vennero anche stabilite delle regole base per lo svolgimento del confronto televisivo. In primo luogo, si stabilì la durata di 90 minuti, dalle 20.30 fino alle 22.208 In secondo luogo, vennero scelte le reti che avrebbero trasmesso l’evento. Le prescelte furono: ARD, ZDF, RTL e SAT.1. Di seguito si stabilirono le norme da seguire nel corso della discussione. Innanzitutto, furono nominati quattro moderatori con il compito di porre le domande ai due candidati e decisi i tempi di risposta che ogni candidato aveva a disposizione. Entrambi dovevano rispondere alle domande in non più di 90 secondi, in modo da lasciar spazio di risposta anche all’avversario ed in modo da rispettare i tempi televisivi. 206 Op. Cit. Marco Cacciotto, All’ombra del potere: strategie per il consenso e consulenti politici, pag. 101. 207 Op. Cit. M. Maurer, C. Reinemann, J. Maier, M. Maier, Schröder gegen Merkel, pag. 236. 208 Op. Cit. Ibidem, pag. 14. 91 Angela Merkel e Gerhard Schröder nel corso del duello televisivo del 2005. Fonte: www.focus.de Infine, diversamente da quanto stabilito per il duello del 2002, venne data la possibilità ai candidati di discutere fra loro, in modo da rendere il duello più interessante, avvincente e divertente. La struttura si adeguò al minutaggio concesso e perciò venne divisa essenzialmente in tre fasi. La prima fu riservata all’introduzione dei candidati, dove entrambi i politici ebbero la possibilità di presentarsi ai telespettatori e pronunciare uno statement introduttivo. La seconda, il cuore del duello, venne incentrata totalmente attorno alle domande dei moderatori. Nel corso di questo dibattito televisivo i temi che vennero maggiormente toccati furono quelli del prezzo della benzina, le tasse, il mercato del lavoro, la politica pensionistica, le donne, la politica della famiglia, i danni causati dall’uragano Katrina, l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea209, la politica energetica, vi fu infine una grande discussione riguardo al “modello Kirchhof”210, in riferimento alla politica fiscale che il paese avrebbe dovuto adottare. Al termine della discussione “sui contenuti”, e dopo le domande dei moderatori, entrambi i candidati avevano la possibilità di fare un intervento conclusivo rivolto ai telespettatori, attraverso 209 Op. Cit. M. Maurer, C. Reinemann, J. Maier, M. Maier, Schröder gegen Merkel, pag. 38. 210 Il “modello Kirchhof” consiste nella proposta del professore dell’Università di Heidelberg, Peter Kirchhof , di adottare un nuovo sistema fiscale fondato su una tassa costante sui redditi pari al 25% per tutti i cittadini. La SPD attaccò l’Unione su questo punto durante la campagna elettorale, esso portò la coalizione guidata da Angela Merkel a rischiare di perdere le elezioni. Quest’idea fece precipitare la credibilità della CDU nel campo degli affari economici, molti cittadini pensarono infatti che il piano di deregolamentazione proposto da Kirchhof avrebbe portato benefici solamente ai più ricchi. 92 il quale cercarono di racchiudere in poche parole la propria visione del futuro della Germania, e le loro proposte per il miglioramento del paese. Il duello si concentrò alla fine maggiormente attorno a temi concreti, ai problemi del paese ed alle possibili soluzioni che i due candidati proponevano; l’aspetto personale venne toccato solo marginalmente, sia dal cancelliere in carica che dalla sua sfidante. Il duello non riportò un netto vincitore. I media hanno giudicato la prestazione di Merkel positiva, poiché “migliore di quanto ci si potesse aspettare”211, mentre la maggioranza degli spettatori individuò in Schröder il vincitore. SCHRÖDER (IN CARICA) MERKEL (SFIDANTE) Risultati politici del proprio governo; Presentazione delle competenze nei diversi settori di governo; Parlò maggiormente di se stesso e non del partito; Concentrazione sulla riferimenti al partito; Molte critiche allo sfidante ed al suo partito (comportamento evidente soprattutto dalle sue reazioni alle frasi pronunciate dal suo avversario); Nessuna critica all’avversario, pochi commenti negativi su Schröder (critiche potrebbero polarizzare i telespettatori e stringerli ancora di più attorno al loro leader); Discorsi rivolti a sottolineare il bilancio di governo del partito (rivolto al passato); Incentrò il dibattito sulle capacità/competenze personali, pochi riferimenti ai piani per il futuro; Ricorso ad appelli “emozionali” verso il pubblico, per sottolineare il grande lavoro svolto dal suo governo; Pochi appelli, ma uso maggiore di luoghi comuni, soprattutto in riferimento al proprio lavoro; sua persona e pochi Fonte: Elaborazione dell’autore da “Schröder gegen Merkel” (op.cit.) Dalla tabella sovrastante traspaiono alcuni aspetti caratterizzanti il duello. In primo luogo si nota come, a differenza di quanto ci si potesse aspettare, Schröder, pur essendo il cancelliere in carica, usò diverse volte una tattica “offensiva” nei confronti del suo avversario. Normalmente un politico nelle sue condizioni non dovrebbe attaccare, ma basare la sua strategia sulla sottolineatura di tutto ciò che ha realizzato nel corso degli anni di governo. Una tattica di questo tipo si addice maggiormente allo sfidante che non ha azioni da “spendere” agli occhi del pubblico. Nel corso del dibattito, invece, Merkel si comportò come se fosse il cancelliere in carica, non attaccò l’avversario, non sottolineò le sue mancanze o quelle del suo governo, ma si concentrò sull’esposizione delle sue capacità, delle competenze e delle idee in suo possesso. In questo senso il comportamento tenuto da Schröder nel corso del duello fu 211 Schmitt-Beck Rüdiger and Faas Thorsten, The campaign and its Dynamics at the 2005 German General Election, German Politics, 15: 4, pag. 407. 93 molto sorprendente, la sua azione non fu brillante ed efficace come quella del 2002 contro Stoiber. In secondo luogo, l’aspetto “contenutistico” ebbe grande spazio nel corso del confronto. Infatti, vennero trattati dai due candidati numerosi temi di interesse comune, e solo superficialmente gli aspetti delle loro vite private. Grazie a questo aspetto, il duello ebbe un grande “effetto di apprendimento” per la popolazione; i telespettatori hanno imparato e migliorato le conoscenze su determinate tematiche toccate. Tutto ciò porta ad affermare, come questo evento non sia stato solo l’apice della campagna, ma abbia avuto anche un effetto “democratizzante”, in quanto ha diffuso una consapevolezza maggiore nella popolazione riguardo ad importanti temi212. In terzo luogo, un altro punto che emerge dall’analisi è quello della “personalizzazione”. Il duello è stato caratterizzato dalla sottolineatura delle capacità “tecniche” dei due candidati, i partiti sono stati nominati solo poche volte ed in maniera superficiale. Gli stessi temi “concreti” di cui i due politici hanno parlato nel corso dei 90 minuti del duello non hanno avuto alcun effetto di “priming”213, cioè non hanno influito sul giudizio finale degli elettori, al contrario le caratteristiche personali dei candidati, il loro modo di comportarsi, atteggiarsi e parlare sono risultati i fattori determinanti nel formulare un giudizio per gran parte dei telespettatori. Tutto ciò conferma la validità dell’affermazione di Cacciotto, riportata alla fine del precedente paragrafo, secondo la quale gli elettori, per esprimere un giudizio, dopo aver assistito ad un duello televisivo si basano sulle qualità personali dei due candidati; le tematiche concrete trattate ed il partito da cui provengono sono aspetti marginali che godono di poca considerazione da parte dell’elettorato. 2.3.3 Il duello del 2009: Merkel contro Steinmeier Dall’analisi del duello tra Angela Merkel e Gerhard Schröder sono emerse numerose considerazioni sul comportamento dei due candidati, sulle tematiche trattate e sull’influenza del duello sul risultato finale dell’elezione. Ora, per avere un termine di paragone con quello del 2005, l’attenzione sarà rivolta al duello tenutosi nel corso della campagna elettorale del 2009. L’evento elettorale più atteso di tutta la campagna si svolse due settimane prima del voto, come accaduto nel 2005. La data stabilita fu quella del 13 settembre. Il duello di cui stiamo parlando si differenzia da quello avvenuto 212 Cfr. M. Maurer, C. Reinemann, J. Maier, M. Maier, Schröder gegen Merkel, pp. 234-237. 213 Cfr. Cristian Vaccari, La comunicazione politica negli USA, pag. 99. 94 quattro anni prima. I quattro anni di “Grande coalizione” hanno portato i due sfidanti al dibattito in una situazione paradossale: due persone che fino a poco tempo prima avevano lavorato a stretto contatto l’uno con l’altro per il bene del paese, ora si trovano a fronteggiarsi nel corso di un duello televisivo per cercare di conquistare il maggior numero di elettori. Il duello vedeva come protagonisti il cancelliere in carica, Merkel, una donna “calcolatrice, cauta, poco emotiva e bilanciata”214, contro colui che era stato per quattro anni il suo vice e ministro degli esteri, Frank Walter Steinmeier. Quest’ultimo, come affermato anche da Nora Barkin e Manfred Guellner, corrispondenti dell’agenzia d’informazione Reuters, si trovava nella stessa situazione di Schröder nel 2005: i sondaggi lo davano dietro di diversi punti dal suo avversario, ma rispetto all’ex cancelliere Steinmeir “mancava dello spirito di Schröder, uno dei leader post-bellici tedeschi più dotati dal punto di vista della retorica”.215 Merkel e Steinmeier prima del duello del 13 settembre 2009. Fonte: www.bundeskanzlerin.de La struttura del duello era la stessa di quella adottata per quello del 2005: venne organizzato un dibattito della durata di 90 minuti, dalle 20.30 alle 22, trasmesso da quattro reti televisive (ZDF, RTL, ARD e SAT.1), non dalle emittenti radiofoniche a cui 214 Cfr. David Crossland, www.spiegel.de, “You’re are like an old married couple!”, 14-09-2009. 215 blogs.reuters.com, “German Election, Tv Debate Live”, 13-09-2009. 95 fu negato il permesso di trasmettere il duello e moderato da quattro giornalisti professionisti, (Frank Plasberg ARD, Maybrit Illner ZDF, Peter Kloeppel RTL e Peter Limbourg SAT.1), che avevano il compito di porre le domande ai due candidati e strutturato in modo che entrambi potessero esprimere il loro statement iniziale, rispondere alle domande dei moderatori e concludere il dibattito con un intervento finale. Entrando nel cuore dell’analisi, i temi principali del dibattito furono l’economia, la partecipazione della Germania alla missione in Afghanistan, la crisi finanziaria, la giustizia sociale e la politica energetica. In particolar modo la discussione si concentrò attorno all’energia nucleare.216 Nel corso del duello, che doveva rappresentare il punto di svolta di una campagna fino ad allora noiosa, senza emozioni e colpi di scena, non ci fu nessun cambiamento di rotta rispetto all’indirizzo preso dalla campagna elettorale. Per quanto riguarda Merkel, nei suoi interventi la cancelliera sottolineò come i due partiti avessero lavorato molto bene nel corso dei quattro anni di governo. In particolare, rivolgendosi ad un intervistatore, Merkel affermò che “il passato è stato buono e lei non cambierà il mio pensiero riguardo al fatto che abbiamo concluso tanto”217. Nel corso dei suoi interventi, rispetto al 2005 quando pur non essendola, si comportò come cancelliere in carica, fece trasparire una maggiore rigidità e nervosismo. Nonostante tutto questo Merkel concentrò la sua attenzione soprattutto attorno a temi come la diminuzione delle tasse dopo le elezioni, la fissazione di regole per il mercato finanziario e l’energia nucleare. Sottolineò inoltre i risultati positivi ottenuti nel corso dei quattro anni di governo, uno su tutti il calo della disoccupazione dai cinque ai tre milioni di persone. Steinmeier concentrò la sua attenzione su alcuni aspetti in particolare: il reddito minimo garantito, il confronto fra la condizione del manager e quella della gente comune e la politica atomica. L’ex vice cancelliere non attaccò mai personalmente Merkel. L’unico accenno di critica nei confronti della sua avversaria avvenne nel corso della discussione sul reddito minimo quando affermò che “io credo che la democrazia possa vivere solo quando si ha uguaglianza sociale. Questo è quello di cui mi vorrò prendere cura con un governo guidato dalla SPD”218. Inoltre, altri due aspetti su cui i leader si trovarono in disaccordo furono, in primo luogo la proposta di Merkel di una riduzione delle tasse, da attuare subito dopo la fine delle elezioni, che il candidato della 216 Cfr. Thorsten Fass, blog.zeit.de, “Finanzmärkte und soziale Gerechtigkeit: Die Fienerkurve des Duells”. 217 Cfr. David Crossland, www.spiegel.de, “You’re like an old married couple!”, 14-09-2009. 218 Cfr. Fred Pleitgen, edition.cnn.com, “Germany’s Tv-Duel turns friendly as election looms”, 14-092009. 96 SPD considerò un progetto irrealizzabile, ed in secondo luogo sul fattore “nucleare”, dove la SPD propose di eliminare tutte le centrali presenti sul territorio tedesco entro e non oltre il 2020, mentre l’Unione voleva proseguire sulla strada del nucleare e prolungare il periodo di prova delle centrali, rinviando la loro eliminazione a dopo il 2020.219 Per il resto, come sottolineato dall’inviato a Berlino del Corriere della Sera Danilo Taino, Steinmeier si trovò d’accordo con la Merkel sulla maggior parte degli argomenti trattati nel corso del duello: l’ottimo lavoro svolto insieme all’Unione nei precedenti quattro anni di governo, la necessità di un forte stato sociale, l’obbligo di diminuire i bonus ai banchieri ed il salvataggio di Opel. Il comportamento “amichevole” dei due candidati, l’assenza di grandi motivi di scontro e disaccordo, insinuò la possibilità, poi non realizzata, che il sodalizio fra l’Unione e la SPD si potesse ripetere per altri quattro anni con la formazione di una nuova “grande coalizione”. Il clima del dibattito, così tranquillo, calmo, familiare ad un certo punto portò uno dei moderatori ad affermare come i due candidati somigliassero molto “ad una armoniosa vecchia coppia sposata”.220 DUELLO 2005 DUELLO 2009 Ha influito sul risultato finale (personalizzazione forte ed attacchi all’avversario); Nessun effetto sull’esito elettorale (duello “piatto”, non ha accorciato le distanze fra i due candidati); Duello seguito da 21 milioni di telespettatori; Dibattito seguito solamente da 14,2 milioni di persone; Presenza di almeno un politico “carismatico”, Schröder grande presenza davanti ai media; Merkel e Steinmeier politici poco emotivi; Unione e SPD avversari, uno al governo, l’altro all’opposizione; Dibattito dopo quattro anni di collaborazione al governo che ha avvicinato le loro posizioni; Fonte: Elaborazione dell’autore su informazioni riportate nel paragrafo precedente e nell’attuale. Alla fine del dibattito fu difficile affermare chi fosse stato il vincitore. Secondo la maggior parte degli studiosi il duello si era concluso senza vincitori né vinti, secondo altri, invece, come per esempio Richard Schütze, consulente strategico, direttore dell’agenzia di comunicazione Strategy @ Communication – Richard Schütze Consult, il vincitore fu Steinmeier perché si era comportato meglio del previsto rispetto alla sua avversaria. Egli infatti “aveva imparato ad abbreviare le proprie frasi ed ad adottare uno 219 Cfr. Danilo Taino, archivio.storico.corriere.it, , “Merkel-Schröder: duello senza stoccate”, 14-092009. 220 Op. Cit. David Crossland, www.spiegel.de, “You’re like a harmonious old married couple”, 14-092009. 97 stile pungente per sostenere i propri punti di vista”221. Anche sondaggi effettuati da alcune reti televisive hanno dato esiti contrastanti. Un sondaggio della ZDF dava come vincitore del duello Steinmeier (31%), un altro della rete ARD metteva i due candidati quasi sullo stesso piano (Steinmeier 43%, Merkel 42%), infine il sondaggio di RTL dava come vincitrice Merkel con il 37% su Steinmeier 35%. Come ben si capisce dalla tabella appena riportata, le differenze fra il dibattito del 2005 e quello del 2009 sono molte e tutte di grande rilievo. La presenza di due candidati, Merkel e Steinmeier, entrambi politici-burocrati e non “mediatici” ed “intrattenitori” come lo era Schröder nel 2005, portò il livello del dibattito lontano da quello precedente, caratterizzato da attacchi, momenti di scontro, discussione e disaccordo ed indirizzandolo maggiormente verso conciliazione, accordo e tranquillità. Il punto centrale che ha condizionato maggiormente lo svolgimento “piatto”, senza eccessi, di questo dibattito fu certamente quello legato al fatto che i due partiti avessero governato insieme nei precedenti quattro anni. Ciò ha portato Merkel e Steinmaier, e di conseguenza i loro due partiti, ad avvicinare notevolmente le loro posizioni e, quindi, a trovarsi nel corso del duello ad avere pochi punti di disaccordo e motivi di scontro. Tutto questo ha condotto ad un “duello-duetto”, come affermato dall’inviato del Corriere della Sera Danilo Taino, ad un dibattito dove “nessuno dei due ha vinto in maniera netta”.222 Lo studio e l’analisi dei dibattiti del 2005 e del 2009 ha sottolineato come i fenomeni dell’americanizzazione, spettacolarizzazione ed “infotainment”, abbiano raggiunto negli ultimi anni anche in Germania un livello molto avanzato. Soprattutto dalla descrizione del dibattito del 2009, si capisce come non sempre un duello abbia un effetto decisivo per l’esito dell’elezione. Se nel 2005 Schröder partiva con un grande distacco dalla candidata Merkel, che alla fine riuscì a colmarlo quasi totalmente, grazie soprattutto alla sua prestazione durante il duello (oltre al passo falso commesso da Merkel e dal suo candidato a ministro dell’economia), nel 2009 Steinmeier, che si trovava nella medesima situazione, non riuscì a trarre giovamento dall’opportunità del duello televisivo. Tutto ciò perché l’evento si rivelò una semplice “discussione” fra ex alleati di governo, piuttosto che un duello fra due candidati alla carica di cancelliere. L’analisi inoltre ci indica come, con l’affermazione del dibattito televisivo (Tv-Duell), gli aspetti 221 Op. Cit. David Crossland, www.spiegel.de, “You’re like a harmonious old married couple”, 14-092009. 222 Cfr. Danilo Taino, archivio.storico.corriere.it, “Merkel-Schröder: duello senza stoccate”, 14-09-2009. 98 del carattere personale del politico (personalizzazione della politica) sono portati in primo piano, rispetto alle idee sulle politiche da attuare per il paese. I telespettatori sono più interessati al “come” piuttosto che al “cosa”. Ciò che più conta è l’immagine che il candidato riesce a dare di sé davanti alle telecamere: migliore sarà e più opportunità avrà di ottenere il consenso di una maggior fetta di elettori. Oltre ad essere uno “spettacolo” mediatico, il duello televisivo ha un’importante funzione: esso contiene, come accennato in precedenza, un grande “potenziale democratico”223, riesce a fornire informazioni preziose agli elettori per aiutarli ad apprendere meglio le tematiche discusse e facilitare in questo modo la loro decisione di voto. Per poter sfruttare a pieno questo potenziale, però, nel corso dei prossimi anni, i duelli dovranno essere “istituzionalizzati”224, le regole del dibattito per i partecipanti, per i partiti coinvolti e per le emittenti televisive che avranno il compito di trasmettere l’evento, dovranno essere decise “alla luce del sole” e non segretamente dietro le mura di una stanza. 223 Op. Cit. M. Maurer, C. Reinemann, J. Maier, M. Maier, Schröder gegen Merkel, pag. 246. 224 Op. Cit. Ibidem, pag. 245. 99 100 CAPITOLO 3: LA CAMPAGNA ELETTORALE PER LE ELEZIONI FEDERALI DEL 27 SETTEMBRE 2009 […] Ciò che ha maggiormente colpito è l’assenza di aggressività, di battibecchi, di scontri frontali, di accuse reciproche […] (Sergio Romano, Una lezione per l’Italia, Corriere della Sera, 28-09-2009) Nel capitolo finale di questa trattazione il tema centrale sarà quello della campagna elettorale per le elezioni federali del 27 settembre 2009. Dopo aver analizzato quattro diverse elezioni collocate lungo uno spazio temporale di vent’anni, dal 1987 al 2002, lo studio delle ultime elezioni federali è necessario per comprendere lo sviluppo raggiunto in Germania di tecniche, strutture e strategie utilizzate nel corso di una campagna. Come vedremo nei paragrafi successivi, il caso del 2009 è molto particolare. Infatti, queste elezioni sono avvenute dopo quattro anni di governo rosso-nero guidato da Angela Merkel, in concomitanza con la forte crisi finanziaria mondiale ed una situazione, all’interno della stessa Germania, non positiva dal punto di vista dell’occupazione e dei salari dei lavoratori. Inoltre, la sfida ha posto di fronte la cancelliera Merkel al suo vice Frank Walter Steinmeier, creando così una situazione paradossale, in cui i due candidati alla carica di cancelliere erano gli stessi che per quattro anni avevano lavorato fianco a fianco, portando avanti politiche comuni. Il capitolo verrà strutturato in quattro paragrafi. Il primo descriverà le tappe del “Superwahljahr”, che hanno condotto fino alle consultazioni federali: le varie elezioni nei Länder, da quella del 28 settembre 2008 in Baviera, passando per quella del 18 gennaio in Assia, fino a quelle del 30 agosto nel Territorio della Saar, in Sassonia ed in Turingia; le elezioni del Presidente della Repubblica, avvenute il 23 maggio, e quelle svoltesi il 7 giugno per l’elezione dei rappresentanti tedeschi al Parlamento Europeo; infine le otto elezioni comunali tenutesi tra il 7 giugno ed il 30 agosto in diversi Länder. Il secondo analizzerà, partito per partito, gli obiettivi della campagna e le strategie utilizzate nel corso di essa, con particolare attenzione rivolta ai congressi di partito ed ai programmi elettorali. Il terzo paragrafo si concentrerà invece sui principali eventi accaduti durante la campagna. Essi verranno descritti ed analizzati, in modo da poter comprendere se abbiano avuto qualche tipo di impatto sul risultato finale dell’elezione. Il capitolo si concluderà infine con il quarto paragrafo, in cui verranno esposte le 101 riflessioni sui vari aspetti emersi dall’analisi svolta nei precedenti paragrafi; si cercherà di capire quali siano stati gli aspetti caratterizzanti le elezioni del 27 settembre 2009. Inoltre, prendendo come fattori di studio i concetti di professionalizzazione, spettacolarizzazione e personalizzazione, cercheremo di inquadrare le elezioni del 2009 all’interno dell’analisi svolta nel secondo capitolo. 3.1 IL “SUPERWAHLJAHR” Nel corso di questo paragrafo verranno ripercorse tutte le tappe di avvicinamento alle elezioni del 27 settembre. Alcuni eventi, che di seguito verranno esaminati, hanno ricoperto un ruolo molto importante, condizionando il modo in cui alcune forze politiche sono arrivate all’appuntamento elettorale, cambiando la propria immagine agli occhi degli elettori, e quello in cui i partiti hanno affrontato le elezioni. DATA EVENTO 28 settembre 2008 Elezioni in Baviera; 18 gennaio 2009 Elezioni nel Land dell’Assia; 23 maggio 2009 Elezione del Presidente della Repubblica Federale Tedesca; 7 giugno 2009 Elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo; Elezioni comunali in Meclemburgo-Pomerania Palatinato, Territorio Baden-Württemberg, occidentale, della Saar, RenaniaSassonia, Sassonia-Anhalt, Turingia; Elezioni regionali in Turingia, Sassonia e Territorio 30 agosto 2009 della Saar; 30 agosto 2009 Elezioni comunali nel Nordreno-Vestfalia; 27 settembre 2009 Elezioni Federali; 27 settembre 2009 Elezioni nel Land del Brandeburgo;225 Il 2009 è stato per la Germania un “Superwahljahr”. Questo termine viene usato quando, nel corso di un anno, si susseguono molte elezioni politiche. In Germania 225 www.spiegel.de, Lexikon: Superwahljahr 2009. 102 questo “fenomeno” accade generalmente negli anni che terminano con 4 o 9 (come per esempio nel 2004 o nel 2009), perché, in coincidenza con questi anni, si tengono contemporaneamente le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, quelle per la designazione del presidente della Repubblica tedesca e le federali. Per la Germania l’anno appena trascorso è stato dunque caratterizzato da numerosi appuntamenti elettorali (vedi tabella): “elezioni federali, elezioni per il Parlamento Europeo, elezioni presidenziali, cinque elezioni nei Länder ed otto elezioni municipali”.226 Il “Superwahljahr” sarebbe dovuto iniziare con le elezioni per il nuovo Presidente della Repubblica del 23 maggio. Invece iniziò un anno prima, con le elezioni regionali del 28 settembre 2008 in Baviera. Prima del voto, la CSU aveva fissato come obiettivo il “50% plus x”227, ma alla fine questa tornata non portò i risultati sperati. Infatti, la CSU ottenne il peggior risultato di sempre, perdendo “per la prima volta dal 1962, la maggioranza assoluta nel Land della Germania meridionale”228. Rispetto alla tornata elettorale del 2003, dove la CSU aveva ottenuto il 60,7% dei voti, nel 2008 il calo del partito fu di 17,3 punti percentuali (43,4%). Diversi leader del partito hanno descritto quest’elezione in maniera molto negativa: il presidente della regione, Günther Beckstein l’ha definita come “la peggiore sconfitta della CSU”, il capo del partito, Erwin Huber, invece ha parlato di un “doloroso e difficile giorno per la CSU”, infine la segretaria generale, Christine Haderthauer, ha descritto questa tornata elettorale come un “giorno nero”229. Oltre alla disfatta cristianosociale, da segnalare è il risultato ottenuto dalla SPD, che con il 18,6%, “ottenne il suo peggior risultato della storia”230. Per quanto riguarda i “partiti minori”, gli elettori liberi231 raggiunsero il 10,2% ed entrarono così per la prima volta nel Bayerischen Landtag, la FDP, che con l’8% ottenne di nuovo, dopo 14 anni, una rappresentanza nel Maximilianeum (Parlamento bavarese), i Verdi che passarono 226 Nikole Dieckmann, www.tagesschau.de, Eine Wahl jagt die nächste. 227 FAZ.NET, www.faz.net, Landtagswahl in Bayern: CSU verliert absolute Mehrheit, 28-09-2008. 228 Beda Romano, www.ilsole24ore.com, Elezioni in Baviera: i cristiano – sociali perdono la maggioranza assoluta, 28-09-2008. 229 FAZ.NET, www.faz.net, Landtagswahl in Bayern: CSU verliert absolute Mehrheit, 28-09-2008. 230 Ivi. 231 In tedesco “Freienwähler”, sono una concentrazione di gruppi di elettori presenti nella maggior parte dei Länder tedeschi. Sul territorio nazionale non c’è una struttura unitaria, ma ogni Land ha la sua. In particolare, gli elettori liberi della Baviera, sono uno dei gruppi più grandi (40.000 membri) e di successo presenti in tutto il paese. 103 dal 7,7% al 9,4% ed infine la Linke che, con il 4,3%, non riuscì ad ottenere rappresentanti nel Landtag bavarese. Il calo della CSU è stato impressionante, secondo Beda Romano, corrispondente de il Sole 24 ore. Questo risultato sarebbe da associare principalmente al fatto che il partito “ha dimostrato di non essere più così rappresentativo di una società bavarese sempre meno tradizionalista e sempre più cittadina”232. Per la prima volta, da cinquant’anni a questa parte, il partito bavarese non è in grado di governare da solo, ma è costretto a cercare un partner per un governo di coalizione. Questa “Waterloo della CSU”233, ed il contemporaneo aumento di voti per FDP e Verdi, ha indebolito notevolmente il partito in vista delle elezioni federali del 2009, e contemporaneamente anche la consorella CDU, che ha sempre potuto contare sui voti bavaresi e sul dominio totale del Land da parte della CSU. Dopo le elezioni in Baviera, il primo appuntamento elettorale dell’anno che doveva condurre alle federali di settembre ha avuto luogo il 18 gennaio nel Land dell’Assia. In questa regione, le elezioni si erano già svolte nel 2008, con la vittoria della candidata SPD Andrea Ypsilanti. Nel corso della campagna elettorale la candidata socialdemocratica aveva “giurato che non si sarebbe mai alleata con gli excomunisti”234, rappresentati dalla Linke, ma dopo la vittoria risicata ottenuta dal suo partito, e l’impossibilità numerica di creare un governo o di destra o di sinistra, Ypsilanti propose la formazione di un governo rosso – verde appoggiato dalla Linke. Con questa decisione, Ypsilanti non mantenne la parola data agli elettori nel corso della campagna elettorale, creando un notevole danno d’immagine al partito e provocando la caduta, sia dell’allora capo della SPD in Assia Kurt Beck, che la propria. Dopo aver perso il sostegno da parte dei suoi stessi collaboratori ed un anno di inutili trattative, non fu in grado di formare un governo né di diventarne presidente.235 Alle successive elezioni, i candidati alla carica di presidente della regione erano Thorsten SchäferGümbel per la SPD e Roland Koch, il precedente presidente del Land, per la CDU. I risultati finali si tradussero in un vero e proprio tracollo per la SPD. La CDU vinse l’elezione con il 37,2% dei voti (+0,4% rispetto al 2008), mentre la SPD ottenne solo il 23,7% (-13% rispetto alla tornata del 2008). Da segnalare inoltre il buon risultato 232 Beda Romano, www.ilsole24ore.com, Elezioni in Baviera: i cristiano – sociali perdono la maggioranza assoluta, 28-09-2008. 233 Berthold Kohler, www.faz.net, Das Waterloo der CSU, 28-09-2008. 234 Danilo Taino, archivio storico.corriere.it, Ypsilanti la rossa si arrende: fatale l’apertura alla Linke, 08-03-2008. 235 www.tagesschau.de 104 ottenuto sia dalla FDP con il 16,2% (+6,8%) che dai Verdi con il 13,7% (+6,2%).236 Nel ruolo di presidente del Land si riconfermò Roland Koch. Come emerge chiaramente dai risultati dell’elezione, l’inizio del “Superwahljahr” non fu di buon auspicio per la SPD. Il partito infatti subì una grave caduta elettorale ed il clima pesante, causato soprattutto dal comportamento di Ypsilanti, insinuò negli elettori un certo malumore nei confronti del partito stesso. Al contrario invece, da quest’elezione, oltre alla CDU, uscirono vincitori i Verdi e la FDP, che registrarono, rispetto alla tornata di un anno prima, un grande aumento di voti. Il secondo appuntamento elettorale di cui bisogna parlare è quello delle elezioni presidenziali avvenute il 23 maggio. I tre candidati in corsa erano Horst Köhler (il presidente uscente, CDU), Gesine Schwan per la SPD ed infine l’attore di fiction tedesco Peter Sodann, proposto dalla Linke. La candidatura di Köhler venne sostenuta, oltre che da CDU e CSU anche dalla FDP; per Schwan invece si schierarono la SPD ed i Verdi, mentre per Sodann solo la Linke. La vittoria finale arrise al presidente uscente che vinse ottenendo immediatamente la maggioranza assoluta dei voti (613); Schwan ottenne 503 voti, mentre Sodann chiuse all’ultimo posto con 91 voti.237. Il capo della SPD Franz Müntefering, non diede grande peso alla sconfitta della candidata della SPD Gesine Schwan nelle elezioni presidenziali, non ritenendolo un segnale negativo in vista delle elezioni federali. Al contrario di quanto affermato da Müntefering, i leader della FDP (Guido Westerwelle) e della CSU (Horst Seehofer), videro nell’elezione di Köhler un segnale positivo per le future elezioni federali. La vittoria di Köhler rappresentò un altro punto a sfavore della SPD e dei suoi alleati, mentre per la coppia CDU-FDP (anche se non erano ancora alleati ufficialmente) si trattò di una vittoria significativa, soprattutto dal punto di vista dell’immagine, in vista delle elezioni federali del 27 settembre. La SPD, contrariamente a quanto dichiarato dal suo presidente dopo la sconfitta nelle presidenziali, subì un grave danno d’immagine. L’appoggio a Schwan, che necessitava dei voti della Linke per vincere, segnalò, come all’interno del partito vi fosse grande confusione. Infatti, al rifiuto a livello federale di collaborare con il partito di Lafontaine (considerando anche che la SPD da sola non avrebbe potuto far eleggere Schwan), la SPD dava segnali opposti nelle elezioni presidenziali, non appoggiando il 236 www.hr-online.de, Risultati elezioni in Assia. 237 www.wahlrecht.de, Risultati finali delle elezioni per il Presidente della Repubblica tedesca. 105 candidato della CDU Köhler238. Tale scelta sarebbe infatti apparsa più logica, perché in sintonia con le politiche della Grande coalizione e più coerente con la linea tenuta dalla SPD nel corso degli anni di governo. Il terzo evento significativo del “Superwahljahr” avvenne il 7 giugno con le elezioni per il rinnovo della rappresentanza tedesca al Parlamento Europeo, in contemporanea alle elezioni comunali in Baden-Württemberg, Meclenburgo-Pomerania occidentale, Renania-Palatinato, Territorio della Saar, Sassonia, Sassonia-Anhalt ed in Turingia. Dopo la sconfitta nelle elezioni presidenziali, le europee rappresentarono per la SPD, nelle tappe di avvicinamento alle elezioni federali, il primo risultato in cui ebbe una perdita di consensi inferiore rispetto a quella subita dalla CDU. Infatti le percentuali, se comparate con quelle del 2004, sottolineavano una netta flessione per la CDU che ottenne solo il 30,7% (-5,8%), pur rimanendo il primo partito tedesco anche al Parlamento Europeo, una conferma del trend elettorale positivo per la FDP che ottenne l’11% (+ 4,9%), per i Verdi con il 12,1% (+0,2%) e per la Linke con il 7,5% (+ 1,4%) ed un risultato stabile al 20,8% (- 0,7%) per la SPD239. Nonostante i due partiti dell’Unione avessero avuto delle perdite considerevoli rispetto alla tornata elettorale del 2004, la SPD non riuscì ad ottenere un aumento di consensi tale da consentire di affrontare le successive sfide verso le elezioni federali con maggior ottimismo. Le elezioni comunali avvenute nello stesso giorno della consultazione europea confermarono il trend negativo della CDU che riuscì ad ottenere solo il 37,7% (-7,4% rispetto al 2004), il modesto miglioramento della SPD 29,5% (+ 0,6%) ed il grande successo dei tre partiti “minori”: la FDP ottenne il 9% (+ 3,1%), la Linke il 2,7% (+ 2,6%) ed infine i Verdi l’8,1% (+ 1%).240 Le elezioni europee e quelle municipali del 7 giugno evidenziarono come i due partiti maggiori, SPD e CDU, non si trovassero in un momento positivo. Sebbene i cristianodemocratici occupassero sempre il ruolo di primo partito, il consenso nei loro confronti non era più quello del 2004/2005, ma risultava in costante calo. Anche la SPD, dopo la netta sconfitta di gennaio in Assia, non era riuscita a risollevarsi e la perdita di consenso nella popolazione appariva sempre maggiore. Al contrario, le forze “secondarie” del Bundestag, FDP, Verdi e Linke, dalla tornata di gennaio, passando per le municipali e le europee del 7 giugno, confermarono 238 Cfr. Giorgia Bulli, Superwahljahr 2009: nonostante tutto, una campagna sonnolenta,in Bolgherini S. – Grötz, F., La Germania di Angela Merkel. Dopo la Grande coalizione 2005-2009. 239 www.europarl.europa.eu, Risultati finali delle elezioni europee in Germania. 240 www.wahlen.rlp.de, Wahlergebnisse Kommunalwahlen 2009 (risultati elezioni comunali 2009). 106 nuovamente il trend elettorale positivo e l’aumento del sostegno da parte della popolazione. Tuttavia, l’appuntamento più importante di questa fase pre-elezioni federali, si realizzò il 30 agosto con le elezioni regionali in tre Länder cruciali del panorama politico tedesco: Territorio della Saar, Sassonia e Turingia. I casi che fecero più scalpore avvennero nel Territorio della Saar ed in Turingia, mentre in Sassonia il risultato elettorale non provocò quel “terremoto” politico che invece si verificò nei due Länder sopracitati. Partendo dal Saarland, regione che prima delle elezioni del 2009 era governata per dieci anni da esponenti della CDU, va detto che il risultato finale portò un vero e proprio cambio del rapporto di forze fra i partiti presenti. La CDU ottenne il 34,5% (-13%) e la SPD il 24,5% (-6,3%). Vero vincitore delle elezioni fu però il leader della Linke Oskar Lafontaine, che raggiunse con il proprio partito il 21,3% (+19%), mentre FDP, con il 9,2% (+4%), ed i Verdi, con il 5,9% (+0,3%)241, dimostravano nuovamente di poter contare sull’apprezzamento ed il supporto della popolazione nei loro confronti. Dopo l’annuncio dei risultati, il candidato della CDU Müller affermò: “questa è una dolorosa sconfitta […] Però la CDU è ancora il partito più forte” 242 . La netta vittoria di Lafontaine ed il contemporaneo crollo della CDU e della SPD segnalavano ancora una volta come, nella fase immediatamente precedente le elezioni federali di settembre, la situazione dei due maggiori partiti non fosse delle migliori, mentre il consenso ed il sostegno nei confronti delle altre forze partitiche cresceva sempre di più. Infatti, la SPD era in calo continuo, la CDU perdeva percentuali considerevoli di voti, anche se riusciva a restare sempre il primo partito; i liberali, i Verdi e la Linke apparivano in costante ascesa. Le elezioni in Turingia portarono invece in primo piano la caduta della CDU in uno dei suoi “feudi” più importanti. Infatti, per dieci anni consecutivi, in questo Land, i cristianodemocratici avevano governato da soli ottenendo sempre la maggioranza assoluta. Tuttavia, nel 2009, il partito ottenne “la sconfitta peggiore dal 1990”243 ed il presidente Dieter Althaus, il 3 settembre, si ritirò dalla sua carica. Rimase però in carica fino al 30 ottobre, giorno dell’elezione del nuovo presidente del Land, l’esponente cristiano-democratica Christine Lieberknecht. La CDU in questa tornata elettorale 241 wahlarchiv.tagesschau.de, Wahlergebnisse Landtagswahlen in Saarland (risultati elettorali delle elezioni nel Territorio della Saar). 242 Thomas Zorn, www.focus.de, Saarland: Müller hadert mit Merkel, 30-08-2009. 243 Op. Cit. Iris Mayer, www.focus.de, Am Ende allein, 03-09-2009. 107 ottenne il 31,2% (-11,8%), la SPD invece raggiunse un buon risultato con il 18,5% (+4%); la Linke riconfermò la sua forza raggiungendo il 27,4% (+1,3%), così come fecero anche la FDP con il 7,6% (+4%) ed i Verdi con il 6,2% (+1,7%). La sconfitta della CDU in Turingia fu tanto netta quanto inaspettata; i cristiano-democratici persero molti voti, soprattutto a favore dei liberali, che risultarono nuovamente, assieme alla Linke di Lafontaine, i veri vincitori di queste elezioni. Nel Land della Sassonia, che dal 2004 è governato dall’esponente cristianodemocratico Stanislaw Tillich in coalizione con la SPD, le elezioni del 2009 confermarono il ruolo di primo partito per la CDU, ma senza la forza necessaria per poter governare da soli. I risultati di questa tornata dimostrarono che, dopo cinque anni di partenariato con la SPD, questo ruolo di “spalla” avrebbe potuto essere ricoperto dalla FDP. La CDU ottenne il 40,2% (-0,9%), la FDP il 10% (+4,1%); la SPD superò di poco il risultato dei liberali ottenendo il 10,4% (+0,6%), il partito di Oskar Lafontaine invece raggiunse il 20,6% con un calo rispetto alle precedenti elezioni del 3%, mentre i Verdi ottennero il 6,4%, incrementando la loro percentuale, rispetto all’ultima tornata, dell’1,3%244. Il “Superwahl-Sonntag”245 (la super domenica delle elezioni) come è stata ribattezzata dai tedeschi, portò quindi alla luce, all’inizio delle ultime settimane prima delle elezioni federali, una situazione complicata per i maggiori partiti, CDU e SPD. La netta vittoria nel Land del Territorio della Saar da parte di Lafontaine fece “tremare” la CDU di fronte al successo avversario; nella Turingia, cioè un Land dove per dieci anni la CDU aveva governato da sola, la debacle cristianodemocratica portò Althaus a rassegnare le dimissioni ed a lasciare il suo incarico. Infine in Sassonia, nonostante la vittoria di Tillich, emerse con chiarezza come la CDU, per governare, necessitasse dell’appoggio della FDP. L’insieme di questi risultati porta a fare considerazioni diverse per ogni partito coinvolto. La CDU ha perso il grande consenso di cui godeva fino a qualche tempo prima a favore dei liberali di Guido Westerwelle. La campagna “leggera” che Angela Merkel aveva condotto fino a queste elezioni regionali, è stata criticata e, soprattutto da parte della CSU è stata avanzata la richiesta di un cambio di ritmo nelle ultime settimane. 244 La coalizione di governo dopo il risultato elettorale è stata costituita da CDU e FDP. I risultati elettorali hanno confermato alla guida del Land Stanislaw Tillich (gabinetto Tillich II). 245 Urlich Scharlack, www.wz-newsline.de, Superwahljahr 2009 mit Superwahl – Sonntag, 29-08-2008. 108 Per la SPD, le elezioni regionali del 30 agosto sono state solamente la sintesi del periodo “nero” che il partito ha attraversato a partire dalle elezioni di gennaio in Assia. Il partito guidato da Müntefering arrivò ad affrontare l’appuntamento elettorale in condizioni negative. In queste tre regioni i socialdemocratici persero voti ed il consenso popolare; l’immagine del partito agli occhi della popolazione era quella di una forza non più in grado di farsi portavoce delle sue istanze e dei suoi problemi, cosa che invece facevano molto bene i Verdi e la Linke. Proprio riguardo alla Linke, queste elezioni hanno sottolineato ancora una volta come la figura del leader Lafontaine sia stato trainante per il partito soprattutto nei vecchi Bundesländern, mentre il grande ed inaspettato successo nel Territorio della Saar ha dato nuova spinta e fiducia in vista delle elezioni federali. Emerge poi in modo evidente il notevole successo ottenuto dalla FDP di Guido Westerwelle; il trend positivo, partito dalle elezioni in Assia e continuato poi per tutte le altre tornate elettorali, ha trovato in queste elezioni regionali il suo epilogo naturale. Il partito infatti è riuscito ad affermarsi anche nei nuovi Bundesländern e grazie a questi ottimi risultati Westerwelle ha potuto continuare a “mettere pressione all’Unione per le prossime elezioni federali”246. Infine, anche i risultati dei Verdi hanno visto un progressivo miglioramento nel corso dei mesi delle varie tornate elettorali; il partito ecologista è riuscito a mettersi in luce, segno questo del grande appoggio e sostegno di cui esso ha goduto tra la popolazione tedesca. Il suo successo in queste elezioni regionali è da ricondurre alla decisione dimostrata, e compresa dagli elettori, nel voler affrontare i loro reali problemi, il forte spirito di autonomia rispetto agli altri partiti, soprattutto Unione e SPD, scaturito dai congressi di Erfurt e Berlino (maggio 2009) ed infine dall’attenzione a temi come ambiente, nucleare, energie rinnovabili, formazione e ricerca considerate dalla popolazione molto importanti. La descrizione degli appuntamenti elettorali del “Superwahljahr”, precedenti alle elezioni federali, ha aiutato a creare un quadro d’insieme di come i vari partiti siano arrivati alla tornata elettorale del 27 settembre. Analizzando i risultati ottenuti è emerso come i due maggiori partiti tedeschi, CDU e SPD, ma soprattutto quest’ultima, siano arrivati all’appuntamento elettorale non in “grandi condizioni”. Al contrario, FDP, Verdi e Linke, ottenendo risultati importanti nel corso delle elezioni di gennaio, giugno 246 Cfr. Nikolaus Blome, www.bild.de, Triumph für Lafo!, 30-08-2009. 109 ed agosto, sono arrivati a ridosso del 27 settembre in condizioni ottimali per poter ottenere un buon risultato. Dopo esserci concentrati sugli aspetti di carattere prettamente politico che hanno preceduto l’elezione, nel secondo paragrafo focalizzeremo l’attenzione sull’aspetto contenutistico/comunicativo della campagna. Di seguito verranno analizzate le strategie che i vari partiti hanno messo in campo ed esaminati i “contenuti”, i temi che ognuno di essi ha posto al centro del proprio programma elettorale. 3.2 LA CAMPAGNA DELLA CDU Le elezioni anticipate del 2005 erano state convocate dalla SPD dopo la sconfitta elettorale disastrosa nel Land più grande di Germania, la Renania Settentrionale – Vestfalia. Proprio per questa ragione, l’Unione, che aveva individuato nella FDP il partner ideale per una possibile coalizione governativa, condusse una campagna basata sul concetto di “coraggio dell’onestà”247. Questa fu infatti una campagna non per conquistare nuovi voti (il partito considerava la vittoria scontata), ma per preparare il terreno alle riforme “dolorose” da mettere in atto negli anni seguenti. Più che sulle emozioni, la strategia elettorale dell’Unione si concentrò sui contenuti e su tematiche che riguardavano direttamente la popolazione (tassazione, flessibilità del lavoro, aumento dell’età pensionabile e salute). Da più parti lo stile adottato dall’Unione venne criticato, poiché imperniato solamente sui “numeri” e su temi concreti, senza che fossero messi in risalto gli aspetti emotivi e “mediatici”, tipici delle campagne elettorali dell’era post-moderna.248 Le elezioni del 27 settembre 2009 arrivavano per i cristianodemocratici dopo quattro anni a capo di un governo di Grande coalizione insieme alla SPD. Come dimostrato dalle prove elettorali di gennaio, giugno ed agosto, il partito, pur subendo una grave sconfitta in Turingia, era riuscito a mantenere il ruolo di primo partito tedesco. La campagna elettorale del 2009 ha seguito una strada diversa rispetto a quella del 2005. Nel corso del congresso dell’Unione tenutosi a Berlino dal 28 al 29 giugno, il partito presentò il suo programma elettorale sotto il motto di “Wir haben die Kraft – Gemeinsam für unser Land” (abbiamo la forza – insieme per la nostra nazione)249. 247 Schmitt-Beck Rüdiger & Thorsten Faas, The Campaign and its Dynamics at the 2005 German General Election, German Politics, 15:4, pag. 399. 248 Cfr. Cristian Vaccari, La comunicazione politica negli USA, pag. 27. 249 www.nachhaltigkeit.info, CDU/CSU – Bundestagswahlprogramm 2009. 110 L’accordo programmatico fra i due partiti dell’Unione era fondato su cinque punti fondamentali: il consolidamento del bilancio, la promozione delle innovazioni, lo sgravo fiscale, la tutela ambientale e la formazione. Al contrario di quanto avvenne per la SPD, l’esperienza della Grande coalizione portò vantaggi all’Unione, in vista delle elezioni del 27 settembre. Il partito, storicamente un “Kanzlerpartei” (partito del cancelliere), usò il ruolo di cancelliere ricoperto dal suo leader, Angela Merkel, come fattore centrale di tutta la strategia della campagna. In altre parole, l’Unione cercò di sfruttare a pieno il “Kanzler/Frauen bonus” dei quattro anni passati a governare il paese. Manifesto CDU "Wir haben die Kraft". Fonte: www.dasauge.de La tattica cristiano-democratica fu quella di non prendere una posizione particolare su temi “spinosi” come quelli dell’Afghanistan, dell’abbandono dell’energia atomica e delle conseguenze della crisi economica e finanziaria, ma al contrario di mettere in atto una campagna totalmente “personalizzata” attorno alla figura di Angela Merkel. L’Unione “usò Merkel come programma”250. La personalizzazione della campagna da parte dell’Unione venne messa in pratica anche per due ulteriori ragioni. La prima era di carattere politico; infatti, tramite le indagini svolte, l’Unione aveva compreso come i temi più sentiti dalla popolazione erano disoccupazione e giustizia sociale, entrambe tematiche dove il partito cristianodemocratico aveva un deficit di competenze rispetto ai 250 Tobias Henke, bundespolitik-deutschland.suite101.de, Wahlkampf 2009: Die kleinen Parteien als Sieger? 22-09-2009. 111 partiti di sinistra (SPD e soprattutto Linke). La seconda era invece più legata a ragioni di immagine. Il candidato della SPD Steinmeier, in ogni sondaggio di popolarità, risultava sempre dietro alla cancelliera uscente Merkel251. Tenendo in considerazione questi due importanti aspetti, gli strateghi dell’Unione decisero di non seguire un piano d’attacco, polarizzante, che, in queste condizioni, avrebbe portato solamente svantaggi e rinvigorito i sostenitori dei partiti concorrenti. Dunque, la campagna dell’Unione fu interamente concentrata sulla figura di Merkel: i fattori emozionali non trovarono alcuno spazio in questa strategia, e quelli contenutistici vennero toccati solo superficialmente; per questo motivo è utile fare un breve approfondimento su come Angela Merkel abbia affrontato questa campagna. La Germania è, come affermato da Gerd Mielke, Professore all’Istituto di Scienza Politica all’Università di Magonza, una “Kanzlerdemokratie” (democrazia del cancelliere), dove il “cancelliere, elemento più importante del suo partito, sfida sulle linee politiche che il paese deve seguire, il più grande partito di opposizione”252. Tutte le campagne elettorali tedesche dal dopoguerra ad oggi sono state segnate da una lotta “polarizzata” tra il cancelliere uscente ed il suo sfidante; per citare due esempi, Schmidt contro Strauss e Schröder contro Kohl. Le due ultime campagne, che hanno visto come protagonista Merkel, sono invece dei casi particolari, cambiando un modo “standard” di affrontare le campagne elettorali da anni utilizzato in Germania. La sua strategia non si è mai fondata su una “negative campaigning” o su una “campagna d’attacco” nei confronti dell’avversario. A dimostrazione di quanto appena affermato ci sono appunto le campagne del 2005, “coraggio dell’onestà” e quella del 2009 definita da Hans Peter Schütz, una “Schlafkampf” (campagna addormentata)253 e dai leader della CSU, soprattutto dopo il duello televisivo Merkel – Steinmeier, una “Valium – Wahlkampf” (campagna elettorale valium)254. Per quale motivo Merkel, nella campagna del 2005, ma soprattutto in quella del 2009, ha seguito una strategia non polarizzante, pacata, quasi assente? Tale comportamento della cancelliera può essere spiegato facendo riferimento, prima di tutto, alla sua grande popolarità fra la popolazione, guadagnata nel corso del 251 www.powi.uni-jena.de, Wandel im deutschen Parteiensystem nach Superwahljahr 2009: Die Wahlkampfstrategie der CDU. 252 Gerd Mielke, Forschungsjournale JSB, The Misfit: Angela Merkel und ihr zweiter Versuch, einen ordentlichen Wahlkampf für die Union zu machen, pag. 12, 22-02-2009. 253 Hans Peter Schütz, www.stern.de, Wahlkampfstrategie der CDU: Merkel will mit Schlafkampf siegen, 04-08-2009. 254 www.spiegel.de, Strategie gegen SPD: CSU – Spitze murrt wegen Merkels Valium – Wahlkampf, 1609-2009. 112 suo mandato, (a riprova di tutto ciò, tutti i sondaggi effettuati durante il governo di Grande coalizione hanno sempre visto vincitrice Angela Merkel, nello scontro contro qualsiasi altro candidato dell’opposizione255), poi al suo non coinvolgimento in conflitti interni al suo partito o esterni al mondo della politica, ed infine alla debolezza dei candidati cancelliere che l’hanno affrontata (caso verificatosi soprattutto nel corso delle elezioni del 2009 con Frank Walter Steinmeier). Tutte queste ragioni hanno spinto la cancelliera a tenere un basso profilo nel corso della campagna che stiamo analizzando, evitando di polarizzare lo scontro, di inserirsi in discussioni su tematiche “pericolose” e sfruttando il prestigio ottenuto come guida del governo negli anni della Grande coalizione. Manifesto CDU con Karl Theodor zu Guttenberg. Fonte: www.sueddeutsche.de La personalizzazione della campagna attorno alla figura della cancelliera si può riscontrare anche nella “Plakatkampagne” organizzata dall’Unione. Rispetto a quanto fatto dalla SPD che seguì una strategia “vicina alla gente comune”, i cristianodemocratici intrapresero, anche in questo settore, la strada della personalizzazione. Anziché puntare a sottolineare tematiche care alla popolazione. La prima serie di manifesti proponeva primi piani di ministri del precedente governo insieme ad uno slogan che sottolineava le loro specifiche competenze; per fare un 255 Gerd Mielke, Forschungsjournale JSB, The Misfit: Angela Merkel und ihr zweiter Versuch, einen ordentlichen Wahlkampf für die Union zu machen, pag. 11, 22-02-2009. 113 esempio, il manifesto di Wolfgang Schäuble (ministro della difesa) raffigurava il politico con lo slogan: “Wir haben die Kraft für Sicherheit und Freiheit” (Noi abbiamo la forza per sicurezza e libertà)256. Oppure il cartellone dell’allora ministro dell’economia della CSU Karl Theodor zu Guttenberg era accompagnato da: “Wir haben die Kraft für Wirtschaft mit Vernunft” (Noi abbiamo la forza per un’economia ragionata). La seconda ondata di manifesti aveva come tema centrale quello della crisi economica, utilizzato perché molto presente sui media nel periodo della campagna. Un cartellone raffigurava il volto della cancelliera Merkel insieme allo slogan “Klug aus der Krise” (Intelligenza per uscire dalla crisi). L’ultima sequenza di manifesti che vennero diffusi, soprattutto nelle ultime settimane di campagna, fu quella concentrata interamente sulla cancelliera Merkel. La sua immagine, in diverse pose, era al centro dei manifesti, accompagnata dal “core-claim” (messaggio centrale) della campagna “Wir haben die Kraft”, dopo le elezioni regionali in Turingia, Sassonia e nel Territorio della Saar, oppure da altri slogan come “Wir wahlen die Kanzlerin” (noi votiamo la cancelliera). La campagna online della CDU ha cercato di copiare quella messa in atto da Obama negli Stati Uniti257. Il sito ufficiale del partito venne rinnovato per le elezioni del 2009, dalla homepage gli utenti avevano la possibilità di collegarsi con la “CDUTV”258 (un canale su Youtube creato dal partito dove venivano trasmessi video sottotitolati riguardanti la CDU ed i suoi candidati), oppure arrivare al sito www.team2009.de (teAM Deutschland), il social network che metteva in contatto tutti i sostenitori di Merkel e del partito (circa 28.000) offrendo loro la possibilità di prendere parte attivamente alle iniziative della campagna elettorale259. Questo “teAM Deutschland” non ha terminato il suo lavoro con la fine della campagna, ma si propone di “aiutare e sostenere Merkel e l’Unione anche negli anni seguenti”260. Inoltre Merkel aveva dei profili su tutti i più importanti social network utilizzati dai giovani (Facebook, StudiVZ e Twitter), grazie ai quali poteva essere raggiunta da tutti coloro che avevano intenzione di contattarla. La campagna elettorale del 2009 della CDU non verrà ricordata sicuramente come una delle più esaltanti, emozionanti e piene di scontri della 256 Kim Jucknat, blog.zeit.de, Personalisierung vs. Volksnähe – Die Plakatkampagne von Union und SPD, 25-08-2009. 257 Laura Weiβmüller, www.sueddeutsche.de, CDU Wahlkampf im Internet: Obama hilf!, 27-02-2009. 258 Ivi. 259 www.team2009.de 260 Ivi. 114 storia tedesca. Secondo Heiko Kretschmer, direttore della J+K Kommunikation, la campagna dell’Unione è stata “ripresa direttamente da quella di Obama […] Il messaggio di tutta la campagna è stato semplice e chiaro da comprendere per la popolazione: Merkel è la donna giusta”261. La grande personalizzazione sul candidato, la sua diffusa e crescente popolarità fra l’elettorato, la discussione minima su tematiche in grado di creare dissensi (Afghanistan, uscita dal nucleare), la debolezza del più grande partito avversario ed il deficit di immagine e popolarità del suo candidato cancelliere Steinmeier rispetto alla Merkel, hanno condotto l’Unione sulla strada di una campagna elettorale pacata, sobria e senza eccessi, che alla fine ha dato i risultati sperati in termini di vittoria elettorale e consenso. 3.3 LA CAMPAGNA DELLA CSU La campagna elettorale della CSU ha nel congresso di Norimberga, del 17 luglio 2009, il suo momento centrale. Durante la due giorni congressuale, il leader del partito Horst Seehofer, ha più volte sottolineato il pieno appoggio alla candidatura di Angela Merkel “noi assicuriamo il nostro pieno appoggio […] Sarà una campagna elettorale concentrata su Merkel […] Lei è la personalità più forte che l’Unione ha al suo interno”262. Manifesto della CSU a sostegno di Angela Merkel. Fonte: www.focus.de 261 Intervista dell’autore con Heiko Kretschmer, Beisheim Center, Berlino, 18-12-2009. 262 www.sueddeutsche.de, CSU – Parteitag: Seehofers Schulterschluss mit der CDU, 17-07-2009. 115 Oltre a Seehofer, anche gli altri vertici del partito hanno rimarcato come la CSU, nonostante piccoli disaccordi (riguardo alla politica europea e quella fiscale), appoggiasse senza indugi la CDU e la candidatura di Angela Merkel: così Peter Ramsauer, il capo del gruppo regionale del partito, sottolineava il grande ruolo che ricopriva Angela Merkel per la campagna elettorale “lei è importante più di ogni altra cosa […] La cancelliera fa sempre un’eccellente figura”263. Anche il ministro dell’economia del governo Merkel, Karl Theodor zu Guttenberg, nel corso del congresso, è intervenuto per sottolineare la linea unitaria del partito per la campagna elettorale. Egli ha affermato che “CDU e CSU sono partiti sorelle”, ma non sorelle gemelle. Dal suo punto di vista, i piccoli disaccordi emersi sulla politica europea e fiscale, non erano importanti, la “CSU sa che per la sua battaglia bisogna marciare assieme alla CDU”264. Nel corso di un’intervista durante il congresso, il leader della CSU, Horst Seehofer, fissò il suo obiettivo per le prossime elezioni federali “nella tornata del 2005 il partito ha ottenuto il 49,2%, anche quest’anno il risultato è possibile”265. La campagna del partito si è concentrata sulla figura della cancelliera Merkel, sostenendola con forza, ma a volte anche criticandola per il suo atteggiamento passivo in alcune fasi della campagna elettorale (soprattutto dopo la scialba performance nel dibattito televisivo del 13 settembre). La CSU ha cercato di adeguarsi al nuovo tipo di campagna, si è concentrata infatti, sulla televisione, sui giornali, sulle riviste e soprattutto su Internet. A tal proposito, venne ammodernato il sito del partito, www.csu.de (al cui interno si potevano visionare video delle manifestazioni ed interviste a diversi membri di spicco) e creata “CSUnity”266, la community online del partito, al cui interno i sostenitori potevano discutere, scambiare opinioni su diversi temi e prendere parte attivamente alle iniziative del partito. Un aspetto interessante da analizzare è la campagna svolta dalle tre “punte” dello schieramento CSU, Seehofer, Guttenberg e Ramsauer. Sotto questo aspetto, si notano infatti delle differenze importanti, soprattutto nello stile e nella strategia adottati. In primo luogo Seehofer: il suo stile è quello che si rifà maggiormente alla vecchia tradizione del partito. La sua 263 www.sueddeutsche.de, CSU – Parteitag: Seehofers Schulterschluss mit der CDU, 17-07-2009. 264 Ivi. 265 Stefan Braun, www.sueddeutsche.de, CSU Parteitag: Seehofer und Merkel der groβe Kuschelfaktor, 17-07-2009. 266 www.csu.de 116 strategia si è fondata sul cosiddetto “Bierzeltritual” (rituale del tendone della birra)267. Il tipico evento pubblicitario per Seehofer è stato quello in cui sale sul palco, accompagnato dalla musica della marcia bavarese e dagli applausi del pubblico presente e pronuncia un discorso in cui sottolinea più volte il suo messaggio centrale: “la forza economica della Baviera ha permesso al Land di non risentire degli effetti della crisi. La CSU vuole solamente una coalizione governativa insieme alla FDP”. Al contrario dello stile tradizionale e “regale” di Seehofer, Guttenberg, definito “Der Hardrocker mit der Allergie gegen Badeschlappen”268, ha adottato una strategia che sottolineasse la sua freschezza, modernità e vicinanza alla popolazione. A testimonianza di tutto ciò basti ricordare l’evento organizzato nella cittadina di Neuburg an der Donau, un misto tra il film festival di Cannes e la festa di Obama a Chicago per la vittoria alle presidenziali. Organizzata come una manifestazione per i giovani dell’Unione, ben presto divenne un “Guttenberg Festival”. Egli salì sul palco, accompagnato da giovani membri della CSU, per tenere il suo discorso ed al termine, indossando una maglietta con le sue iniziali (K.T.) si trasformò in DJ, intonando canzoni ed incitando i presenti a cantare e ballare. Infine Ramsauer, il capo del gruppo della CSU nel Bundestag, ha seguito una strategia “mista”, in parte modello Seehofer ed in parte Guttenberg. Nel suo stile veniva data uguale importanza sia all’aspetto politico che a quello “di contorno”. Un esempio è la “Politischen Jazz – Abend” (la notte jazz della politica)269. Ramsauer, tra un’esibizione ed un’altra di diversi gruppi jazz, teneva discorsi politici e rispondeva alle domande dei presenti su numerosi temi. In questo modo gli ospiti della serata hanno potuto scoprire cosa ha portato nella politica della CSU la figura di Peter Ramsauer. Alla fine, la campagna della CSU non ha condotto ad un risultato elettorale positivo. Infatti il partito bavarese, pur contribuendo alla vittoria finale di Angela Merkel, ha ottenuto il “42,5%, il suo peggior risultato dal 1949 […] Ancora peggio rispetto a quello raggiunto nelle regionali del settembre 2008”270. Il partito non è riuscito ad invertire il trend negativo iniziato con le elezioni regionali del 2008. Tutto ciò porta a dover fare una duplice considerazione. In primo luogo, per quanto riguarda la CSU come partito, la debacle delle federali del 2009 ha sottolineato come il processo 267 Albert Schäffer, www.faz.net, CSU – Wahlkampf: Mit sechs Händen an allen Instrumenten, 16-092009. 268 Ivi. („ La Rockstar con l’allergia per coloro che non fanno niente“). 269 Ivi. 270 www.br-online.de 117 di ammodernamento del partito verso le nuove esigenze di una società bavarese oramai cambiata, non è ancora stato completato. In secondo luogo, come emerge dal grande risultato ottenuto da Guttenberg a livello nazionale (68,1% delle preferenze nel suo collegio bavarese)271, lo stile spettacolare, media – oriented e vicino ai cittadini è più adatto ad affrontare le campagne elettorali odierne, rispetto a quello tradizionale e “regale” utilizzato da altri esponenti del partito. 3.4 LA CAMPAGNA DELLA FDP Dopo le elezioni del 2005, la FDP venne “condannata” nuovamente a quattro anni sui banchi dell’opposizione. Il partito ottenne il 9,8% e non riuscì ad entrare a far parte della coalizione governativa. Tuttavia, i quattro anni passati all’opposizione hanno aiutato i liberali a migliorare e sviluppare la loro offerta verso i cittadini. Se in precedenza gli elettori votavano FDP solamente per le loro competenze in materia economica, nel 2009 lo hanno fatto anche perché il programma proposto toccava temi come diritti civili e politica estera, cioè al di fuori del mero aspetto economico272. Tra i tre partiti “minori” dello scacchiere politico tedesco, oggi la FDP è quello, sotto il punto di vista programmatico, che ha aumentato le sue aree di interesse. Come dimostrato dall’analisi delle elezioni precedenti quelle federali, la FDP, da gennaio 2009 in poi, ha ottenuto aumenti di preferenze in ogni elezione in cui si è presentata. Tutto ciò è dovuto all’ammodernamento ed al miglioramento delle tecniche di campagna. I liberali hanno cercato di sfruttare a pieno tutte le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, soprattutto con una grande presenza su Internet (una grande fetta di elettori della FDP costituita da giovani professionisti tra i 24 ed i 34 anni che si informano usando per lo più fonti sul web). La FDP ha messo in moto una grande campagna sul web, in modo da riuscire a coinvolgere maggiormente la popolazione nelle decisioni del partito ed avvicinarsi all’elettorato. Accedendo al sito www.mitmachen.FDP.de, il cittadino poteva interagire direttamente con il partito e viceversa. Qui il sostenitore poteva trovare materiale pubblicitario, i video dei leader e dei candidati, informazioni aggiornate sulle iniziative della campagna e le modalità per diventare membri e volontari. A fianco di questa campagna “tecnologica”, il partito ha messo in campo anche mezzi tradizionali, come incontri, manifestazioni e comizi, poiché la fetta di 271 www.abendblatt.de, Minister in den Wahlkreisen: Wie die Wähler die Promis belohnten und abstraften, 27-09-2009. 272 Rolf Steltemeier, German Politics and Society, Issue 91 Vol. 27, no 2, „On the way back into Government? The Free Democratic Party Gearing Up for the 2009 Elections“, pag. 65. 118 elettorato “anziano” è un importante segmento di coloro che sostengono e votano i Liberali. L’utilizzo di questa doppia strategia porta dunque a definire la campagna 2009 della FDP come una “grandchild-grandparent campaign”273, con come obiettivo principale quello di ottenere il maggior numero di voti possibili da entrambi i “target” utilizzando per ognuno di essi il media appropriato. Nel corso del congresso, svoltosi ad Hannover dal 15 al 17 maggio è stato presentato il programma elettorale ed il leader Guido Westerwelle ha sciolto ogni residuo dubbio sulla scelta coalizionale del partito. Egli infatti ha affermato con decisione che la FDP ha “chiaramente la volontà di formare un governo di coalizione con i cristianodemocratici”. Nel corso della campagna infatti, i Liberali hanno paragonato un possibile governo Linke – SPD e Verdi ad uno “Schreckgespenst” (fantasma terrorizzante)274. La campagna della FDP in parte è stata simile a quella messa in atto nel 2005; anche allora infatti, il partito dichiarò la sua netta propensione ad una coalizione con l’Unione. Nel 2009 il partito ha cercato di fare una campagna “di contenuti”, puntando soprattutto su una semplificazione del sistema fiscale e sull’abbassamento delle tasse sui redditi. Inoltre, a differenza di quanto fatto nel 2002 con la cosiddetta “Fun-Campaign” (campagna del divertimento), che privilegiò l’aspetto spettacolare e “divertente” rispetto a quello contenutistico e programmatico (basti ricordare l’iniziativa della Guidomobil con cui il leader Westerwelle, a bordo di un autobus, ha girato la Germania organizzando manifestazioni di ogni genere in ogni città in cui si fermava), la campagna 2009 si è concentrata anche su temi come: libertà del cittadino, formazione, ricerca, innovazione, benessere, qualità della vita, politica internazionale, sviluppo di tecniche moderne per una migliore politica energetica. Un secondo aspetto da sottolineare è quello della personalizzazione della campagna attorno alla figura del leader Westerwelle. La sua è stata una presenza fissa nella maggior parte degli eventi organizzati dal partito. Tale scelta strategica è confermata anche dalla campagna pubblicitaria messa in atto dal partito. I manifesti elettorali erano concentrati sui punti programmatici come “Bildung ist ein Bürgerrecht” (la formazione è un diritto dei cittadini), accompagnati dallo slogan centrale della campagna “Deutschland kann es besser” (La Germania può diventare migliore) o, sui cartelloni del candidato, da slogan come: “Unsere Stärke ist die Mitte!” (la nostra forza è il centro). 273 Rolf Steltemeier, German Politics and Society, Issue 91 Vol. 27, no 2, „On the way back into Government? The Free Democratic Party Gearing Up for the 2009 Elections“, pag. 69. 274 Tobias Henke, bundespolitik-deutschland.suite101.de, Wahlkampf 2009: Die kleine Parteien als Sieger?, 22-09-2009. 119 Manifesto FDP "Deutschland kann es besser". Fonte: www.dasauge.de Secondo Heiko Kretschmer, la campagna “visiva” della FDP “non è stata entusiasmante, i cartelloni non erano di facile lettura, con slogan troppo lunghi e che rimanevano difficilmente nella mente dell’elettore”275. Nel programma elettorale il partito poneva l’accento su come la Germania “poteva migliorarsi” e su come i Liberali avevano la possibilità di giocare un ruolo centrale nel processo di evoluzione del paese, essendo essi una forza di “centro”, con decisione e grande propensione al cambiamento ed all’innovazione. Nello “statement” conclusivo del programma si affermava: “al partito non manca il coraggio per attuare importanti cambiamenti […] dateci la forza per poterli mettere in pratica”276. Lo sviluppo occorso al partito, soprattutto dopo il quadriennio all’opposizione, si è rivelato un fattore decisivo per il successo dei Liberali nelle elezioni federali del 2009. Heiko Kretschmer, nel corso dell’intervista, ha sottolineato come il successo liberale sia stato dovuto anche ad altri aspetti: “la popolazione ha avuto la sensazione che il partito aveva tanta voglia di fare per il bene del paese, l’immagine di Westerwelle è riuscita a dare all’elettorato la speranza. Il partito si è presentato come garante di numerosi interessi e bisogni cari alla popolazione (abbassamento delle tasse); la FDP si è inserita in un corso, partito con Reagan e Kohl, di politiche liberali che in momenti di crisi sono riuscite ad ottenere risultati positivi e Westerwelle ha cavalcato quest’onda. Infine il partito ha dato la sensazione agli elettori che fosse lì per risolvere i suoi problemi e soddisfare le sue richieste”277. Infatti, a differenza di Verdi e Linke che sono rimasti ancorati alle loro classiche tematiche, la 275 Intervista dell’autore con Heiko Kretschmer, Beisheim Center, Berlino, 18-12-2009. 276 www.FDP-bundespartei.de, „Die Mitte stärken. Deutschlandprogramm 2009“, pag. 77. 277 Intervista dell’autore con Heiko Kretschmer, Beisheim Center, Berlino, 18-12-2009. 120 FDP è riuscita ad andare oltre i temi economici ed a sviluppare competenze ed expertise anche in altri settori. 3.5 LA CAMPAGNA DELLA SPD Dopo quattro anni di governo insieme all’Unione, la SPD si preparava alle elezioni federali in un clima niente affatto facile. Come evidenziato nel paragrafo precedente, i risultati delle elezioni, da quelle dei Länder, passando per le europee e le presidenziali, fino alle municipali, avevano sottolineato la debolezza e la perdita di consenso del partito. Anche quando è capitato che fosse la CDU a subire sconfitte elettorali importanti (come in Turingia), la SPD non è mai stata in grado di recuperare il suo elettorato e superare l’Unione, che è sempre riuscita a mantenere il proprio ruolo di primo partito sia in Germania che in Europa. Come se ciò non bastasse, i socialdemocratici si dovevano preoccupare della grande ascesa di altre due forze dell’emisfero della sinistra tedesca: i Verdi e la Linke dell’ex membro SPD Oskar Lafontaine. Prima di iniziare la descrizione del modo in cui i socialdemocratici hanno affrontato la campagna del 2009, è utile fare un accenno a come la SPD aveva agito nel corso delle elezioni del 2005. La campagna del 2005 venne condotta dalla SPD in maniera molto particolare. Infatti, invece di basare la campagna sulla difesa di ciò che il governo aveva fatto negli anni precedenti e sui programmi per il futuro, gli strateghi socialdemocratici decisero di fare una campagna “di opposizione”, basata cioè su attacchi reiterati agli avversari politici (Unione e FDP), in modo da polarizzare lo scontro e caratterizzare negativamente i partiti dell’allora opposizione. Unione e FDP vennero accusate di “voler smantellare il welfare state tedesco e trasformare il paese in un frigorifero sociale”278. Riguardo proprio a quest’ultima affermazione, il partito la rafforzò affermando che “le politiche nero-gialle erano radicalmente non sociali, diminuivano lo standard di vita delle persone e la sicurezza sociale, a vantaggio solamente dei gruppi più importanti della società”. Al contrario, i socialdemocratici sottolinearono la loro attenzione verso misure più bilanciate, in modo da aiutare anche la “gente normale” (proposta di un aumento delle tasse per i ricchi). La SPD mise inoltre in pratica una strategia di personalizzazione attorno al candidato cancelliere Gerhard Schröder. Nel corso della campagna del 2005 infatti, rispetto a quella del 2002, in cui aveva fatto 60 apparizioni in pubblico, il candidato apparve in manifestazioni, 278 Schmitt-Beck Rüdiger & Thorsten Faas, “The Campaign and its Dynamics at the 2005 German General Election”, German Politics, 15:4, pag. 401. 121 comizi ed incontri elettorali per ben 100 volte. Nel 2009 questo tipo di campagna era però irrealizzabile per una serie di motivi. Dopo quattro anni di governo nella Grande coalizione, la scelta della strategia da seguire per la campagna elettorale divenne assai difficile per gli strateghi socialdemocratici. Nonostante le dichiarazioni “di guerra” di Steinmeier nel corso del congresso SPD “Io voglio diventare il cancelliere di tutti i tedeschi […] Il partito condurrà una campagna fulminante, in contrasto con Unione e FDP riguardo ad importanti temi politici279, una strategia offensiva non era in alcun modo praticabile. Mettersi in contrapposizione con l’Unione, così come mettere in pratica una strategia di “attacco” o una “negative campaigning” come quella del 2005, non sarebbe stato credibile agli occhi degli elettori, dopo che il partito aveva governato insieme all’Unione per quattro anni.280 Inoltre anche una campagna basata totalmente sui contenuti, secondo gli strateghi del partito, sarebbe stata di difficile realizzazione, in quanto i temi centrali della SPD (come ad esempio, la solidarietà), non erano adatti a diventare oggetto di una campagna elettorale, poiché non in grado di dare quello slancio ad un partito che era in fase calante (costante perdita di elettori) e necessitava di presentarsi come partito orientato al futuro. Manifesto SPD del candidato cancelliere Steinmeier. Fonte: www.dasauge.de Alla fine si decise di costruire la campagna mettendo in risalto alcuni punti del programma del partito, come dimostra anche lo slogan “Sozial und Demokratisch. 279 FAZ.NET, www.faz.net, SPD – Wahlparteitag: Steinmeier verspricht fulminanten Wahlkampf, 14-062009. 280 www.powi.uni.jena.de, Auswirkungen des Superwahljahres 2009 aus das deutsche Parteiensystem. 122 Anpacken für Deutschland” (Sociali e democratici. Azzeccati per la Germania), sottoscritto nel corso del congresso di Berlino del 14 giugno, al fine di “recuperare” gli elettori di sinistra persi nel corso della campagna del 2005. Seguendo questa linea strategica, il partito si concentrò su tematiche che lo avvicinavano maggiormente alla sinistra piuttosto che al centro dello schieramento politico: aumento delle tasse fino al 47% per i “ricchi” (cioè per coloro che potevano disporre di entrate annuali uguali o superiori a 125.000 euro), formazione (gli introiti ricavati dall’aumento delle tasse sarebbero stati utilizzati per migliorare i servizi a favore di bambini e dei ragazzi), pensioni (il governo avrebbe sostenuto i pensionati di “lungo corso” sopra i 60 anni, con aiuti economici) ed ambiente (obiettivo della riduzione, fino al 2020, delle emissioni di anidride carbonica al 40%).281 Un ruolo centrale per la realizzazione della campagna venne affidato al cosiddetto “Team Steinmeier”, una sorta di “governo ombra” creato appositamente per aiutare il candidato nel corso della campagna. Questa squadra era composta da importanti personalità del partito provenienti da diversi settori. Un aspetto da sottolineare riguarda la composizione del Team. Esso era infatti composto soprattutto da donne (10), mentre vi era un numero inferiore di uomini (8). La squadra era composta da membri del partito con incarichi governativi all’interno della Grande coalizione (con l’eccezione dell’allora ministro della salute Ulla Schmidt), ma anche da personalità meno conosciute in possesso però di importanti expertise in diversi settori282. Una parte importante della campagna della SPD fu certamente quella detta “Wahlkampfplakate” (campagna dei cartelloni). La linea decisa dal partito non fu diretta verso la personalizzazione, principalmente per il fatto che i politici di spicco socialdemocratici, nelle classifiche di popolarità, risultavano sempre dietro ai politici dell’Unione. Il partito non aveva, nelle proprie fila, personalità con caratteristiche tali da poter condurre una campagna incentrata totalmente sulla loro immagine (Steinmeier ad esempio, era giudicato dalla popolazione un politico “poco tagliente”). A differenza di quanto fatto dall’Unione, la SPD puntò su una campagna “Volksnähe” (vicina al popolo)283, sia dal punto di vista degli slogan e dei contenuti dei manifesti, che da quello della grafica. I messaggi scelti per i manifesti elettorali si concentrarono attorno ai temi principali del 281 Op. Cit. www.tagesschau.de, Hintergrund: Die wichtigsten Punkte im SPD – Wahlprogramm. 282 Veit Medick, www.spiegel.de, No Stars for Team Steinmeier, 31-07-2009. 283 Kim Jucknat, blog.zeit.de, Personalisierung vs. Volksnähe – Die Plakatkampagne von Union und SPD, 25-08-2009. 123 partito (giustizia sociale, energie rinnovabili, solidarietà, giovani, formazione); alcuni dei più significativi erano: “Bildung darf nicht von Konto der Eltern abhängen” (la formazione non può dipendere dal conto corrente dei genitori), “Die SPD kämpft für Arbeitsplätze. Für meinen und auch für Ihnen” (la SPD lotta per i posti di lavoro. Per il mio ed anche per il vostro), “Atomkraft war gestern. Saubere Energie ist die Zukunft” (l’energia atomica era ieri. Le energie pulite sono il futuro)284. Questi slogan vennero ideati per portare in primo piano per sottolineare all’elettore la concretezza e la forza del partito su temi importanti per tutte le classi sociali. Come testimonial della campagna vennero scelte dal partito persone comuni, “della strada”, come studenti, anziani, lavoratori e donne. Manifesto SPD contro l'energia atomica. Fonte: www.welt.de Vennero “usate” queste figure per simboleggiare la campagna socialdemocratica, con la finalità di dimostrare la vicinanza del partito alla popolazione e rimarcare la differenza esistente con la campagna “personalistica” messa in atto dall’Unione. Le persone che apparivano nei manifesti erano ritratte da sole, vicine ad uno slogan, oppure insieme al candidato nel corso di una situazione lavorativa quotidiana. Tutti questi manifesti erano accompagnati dal “claim” della campagna socialdemocratica: “Unser Land kann mehr” (Il nostro paese può fare di più). Oltre alla campagna principale basata sui cartelloni pubblicitari, il partito mise in circolazione anche numerose brochure, volantini, libretti in cui presentava in punti il programma: “8 Ziele, für die wir kämpfen” (8 obiettivi per i quali noi lottiamo), cioè gli obiettivi per il futuro della Germania; al candidato 284 Kim Jucknat, blog.zeit.de, Personalisierung vs. Volksnähe – Die Plakatkampagne von Union und SPD, 25-08-2009. 124 Steinmeier era interamente dedicata una delle brochure in cui, dopo una sua lettera rivolta ai cittadini, veniva descritta la sua vita attraverso immagini personali, fornite direttamente dal candidato, che lo ritraevano in diverse situazioni (con i genitori, a scuola, in gita con gli amici, da solo, a casa con la moglie, sul lavoro) dalla gioventù fino ad oggi. Ognuna di queste immagini era accompagnata da pensieri del candidato che toccavano i punti principali della campagna SPD (famiglia, scuola, formazione, lavoro). La campagna sul web della SPD è stata una delle parti più importanti della strategia socialdemocratica. Questo settore venne interamente affidato al manager Kajo Wasserhövel285. Il sito del partito venne rinnovato, il caratteristico rosso SPD venne sostituito da uno sfondo azzurro (il rosso comunque rimase ugualmente). Da questo sito l’utente poteva collegarsi con la Community della SPD, meinespd.net, “un forum di discussione dove i sostenitori avevano la possibilità di discutere su diversi temi di attualità politica, partecipare ad iniziative della campagna elettorale e visionare foto e video delle varie manifestazioni”286, oppure approfondire la pagina interamente dedicata al candidato Steinmeier ed entrare in contatto con lui tramite mail e messaggi. Oltre alla community, la maggior parte dei politici di spicco del partito, erano presenti con un loro profilo su diversi social network (Facebook, Twitter e StudiVZ), mentre, tramite Youtube e Myvideo.de (canale della campagna elettorale 2009), venivano caricati i video delle manifestazioni, dei discorsi dei membri del partito e quelli dei sostenitori. Tuttavia, la campagna elettorale della SPD non ha portato al risultato sperato; infatti il grande sconfitto delle elezioni del 2009 è stato proprio il partito del candidato Steinmeir: nessuna forza partitica aveva mai perso così tanti voti (11,2%) rispetto alle elezioni precedenti287. Secondo l’opinione di Heiko Kretschmer, questa è “stata la campagna elettorale peggiore fra quelle messe in atto da tutti gli altri partiti in corsa. I cartelloni e gli slogan non avevano alcun aspetto innovativo, è stata una campagna di stampo antico, di qualità molto scadente”.288 Questo esito è da associare, in parte, alla poco incisiva ed efficace campagna condotta dalla SPD, frutto, come detto in precedenza, dell’eredità dei quattro anni di governo in coabitazione con l’Unione, della 285 Falk Schneider, www.welt.de, Neuer Online-Auftritt: Wie die SPD jetzt im Internet Wahlkampf macht, 08-01-2009. 286 287 288 www.meinespd.net www.powi.uni-jena.de Auswirkungen des Superwahljahres 2009 aus das deutsche Parteiensystem. Intervista dell’autore con Heiko Kretschmer, Beisheim Center, Berlino, 18-12-2009. 125 incapacità di mobilitare l’elettorato da parte del partito, ed infine dell’assenza di un candidato forte, amato dalla popolazione ed in grado di rappresentare al meglio gli obiettivi del partito e di lottare alla pari con il cancelliere uscente dell’Unione. 3.6 LA CAMPAGNA DEI VERDI Alle elezioni del 2009 i Verdi sono arrivati dopo cinque anni passati all’opposizione ed essere stati alleati minori di coalizione della SPD per sette anni (1998-2005). Dopo il 2005 il partito è entrato in una fase di rinnovamento, di “re-invenzione delle politiche verdi”289. L’obiettivo principale di questo processo di ammodernamento interno fu quello di rafforzare ed allargare il profilo programmatico del partito, soprattutto nelle aree dell’educazione e delle politiche sociali ed economiche. Tutto avvenne con molta lentezza, poiché il partito, per diverse ragioni, decise di puntare sempre sulle politiche ambientali. In primo luogo, perché le politiche ambientaliste sono sempre state associate da tutti ai Verdi ed in secondo luogo, poiché il partito è considerato più determinato e competente su questo tema, che rispetto ad altre tematiche290. Gli eventi preparatori della strategia dei Verdi per le elezioni federali del 2009 sono stati due congressi. Il primo avvenne ad Erfurt e cuore del congresso fu la decisione, quasi plebiscitaria, di nominare gli ex ministri del governo Schröder, Renate Künast e Jürgen Trittin, come candidati più importanti all’interno del collegio uninominale. I due, subito dopo la nomina, hanno speso parole di elogio l’uno per l’altro. Per Trittin, Künast “è un’esperta manager in situazioni di crisi […] Nella qualità di ministro dell’agricoltura per esempio, ha combattuto contro le lobby agrarie”. Dal canto suo Künast considera Trittin come “un uomo di polso […] Lui è uno che combatte”291. Ad una domanda di un giornalista, che le chiedeva un parere sulle elezioni a venire, Künast rispondeva: “il 2009 sarà verde […] I temi della campagna elettorale dei Verdi saranno: clima, giustizia e libertà”292. Il secondo congresso di partito venne organizzato più a ridosso della scadenza elettorale, cioè dall’8 al 10 maggio 2009 a Berlino. Durante l’incontro, due sono stati i momenti più importanti, che occorre sottolineare. Il primo è stato la presentazione del programma elettorale del partito: “Der grüne Neue Gesellschaftsvertrag” (il nuovo 289 Ingolfur Blühdorn, German Politics and Society, Issue 91, Vol. 27, No. 2, Option Grün: Alliance 90/The Greens at the Dawn of New Opportunities?, pag. 46. 290 Cfr. Ibidem, pag. 48. 291 www.bild.de, Künast und Trittin sind die Spitzenkandidaten, 16-11-2008. 292 Reuters, www.sueddeutsche.de, Parteitag in Erfurt: Grüne wählen Trittin und Künast zu Spitzenkandidaten, 16-11-2008. 126 contratto verde con la società). A questo proposito, la scelta dello slogan centrale della campagna ricadde su “Aus der Krise hilft nur Grün” (per uscire dalla crisi aiuta solo il verde). Esso faceva riferimento a questi quattro concetti fondamentali: clima, lavoro, giustizia, libertà. In tali macroconcetti rientravano poi i temi specifici quali le nuove energie (contro l’atomica), i diritti sociali dei cittadini, la formazione (migliori scuole, finanziamento allo studio e sviluppo della ricerca), la libertà d’informazione, la sicurezza e l’ambiente (protezione climatica, difesa degli animali, salvaguardia della purezza dell’acqua).293 Manifesto dei Verdi contro l'energia nucleare. Fonte: www.gruene-heidelberg.de L’obiettivo centrale dichiarato dal partito era quello di “creare un milione di nuovi posti di lavoro grazie ad investimenti nell’ambiente, nella formazione e nel sociale”294. Il secondo momento centrale del congresso ha riguardato prettamente aspetti politici. I due candidati di punta Künast e Trittin, insieme al capo del partito Claudia Roth, hanno avuto parole di “fuoco” contro tutti gli altri partiti, ma soprattutto, a proposito della crisi finanziaria, contro la SPD. Trittin affermò infatti che la “Grande coalizione non è pronta per questa sfida globale […] Non ha alcuna competenza nel campo economico […] Questo paese è governato da dilettanti”295. Quasi a chiusura del congresso, Claudia Roth 293 www.gruene.de, Wahlprogramm, Der Grüne neue Gesellschafts-Vertrag, pp. 3-9. 294 FAZ.NET, www.faz.net, Grünen – Parteitag: Jamaika bleibt in der Karibik, 10-05-2009. 295 www.stern.de, Parteitag: Grüne rücken nach Links und feiern Schwan, 09-05-2009. 127 sostenne poi che il partito non avrebbe fatto alcuna “dichiarazione di coalizione, […] Noi non siamo il partner di minoranza di nessuno […] La Giamaica rimane nei Caraibi”296. In conclusione, rispetto alla campagna del 2005, dove il partito aveva come finalità quella di continuare la collaborazione con la SPD ed incentrare tutta la pubblicità sulla figura del leader Joschka Fischer, nel 2009, come sottolineato dai vertici del partito, i Verdi hanno seguito una linea di autonomia dai due partiti maggiori, in molti casi criticandoli aspramente. Nonostante le elezioni del settembre 2009 siano state incentrate interamente attorno a tematiche come economia occupazione e politiche fiscali, i Verdi hanno scelto di fare campagna principalmente riguardo a temi sui quali la popolazione gli riconosceva maggiore competenza e professionalità. La campagna del 2009 è stata infatti costruita attorno a questioni come l’ambiente, la lotta contro il nucleare, la protezione del clima ed il cibo geneticamente modificato. Questi aspetti sono stati anche al centro della campagna pubblicitaria del partito. Infatti, alcuni tra gli slogan più famosi creati dai Verdi recitavano “Schwarz-Gelb, Nein Danke” (con un doppio riferimento: il primo al rifiuto di un governo guidato da Unione e FDP ed il secondo, ripreso da un vecchio slogan degli anni ’80, contro l’energia atomica) e “BioBaby” (rifiuto del cibo geneticamente modificato). La scelta di questa strategia è stata determinata dal fatto che i Verdi non erano in grado di attirare la pubblica attenzione quando parlavano di argomenti non strettamente associati a loro (la maggior parte della popolazione percepiva i Verdi come un partito esclusivamente ambientalista e perciò li consideravano poco credibili quando discutevano di tematiche al di fuori dalla loro sfera di conoscenze). Nel corso della campagna 2009 i Verdi tornarono “alle origini”. Dopo gli anni al governo ed il loro parziale allontanamento dal tema “ambiente”, nel corso della campagna 2009, i Verdi sono dunque tornati “alle origini”. La questione dell’energia atomica ed il problema dello smaltimento delle scorie sono stati i carri trainanti di tutta la campagna elettorale. 3.7 LA CAMPAGNA DELLA LINKE Nel 2005, quando il partito si chiamava ancora PDS, la campagna venne svolta nel tipico modo delle forze di opposizione; i vertici dichiararono infatti che “rifiutavano qualsiasi alleanza con la SPD fino a che fosse stata guidata da Schröder e 296 Op. Cit. www.faz.net, Grünen – Parteitag: Jamaika bleibt in der Karibik, 10-05-2009 nicht Juniorpartner von irgendwen […] Jamaika bleibt in der Karibik”). 128 („Wir sind Müntefering”297. Il partito si presentava come “l’unica forza che resiste allo spirito neoliberale […] Con l’obiettivo di creare una nuova forza di sinistra supportata da una grande base popolare”298. L’intenzione era infatti quella di arrivare ad ottenere, dopo il voto, un’importante rappresentanza nel Bundestag. Alla fine il partito ottenne un buon risultato, l’8,7%, e passò i quattro anni di governo sui banchi dell’opposizione, criticando aspramente sia le politiche dell’Unione che quelle della SPD. Così, dopo gli anni di opposizione al governo di Grande coalizione, la Linke, arrivò alle elezioni del 27 settembre cavalcando l’onda dei buoni risultati ottenuti nel corso delle elezioni regionali e di quelle comunali di giugno ed agosto. Soprattutto i risultati positivi del 30 agosto nella Saarland, fecero da stimolo per la campagna elettorale del 2009, aprendo nuove prospettive di successo per il partito guidato da Oskar Lafontaine. La Linke iniziò la preparazione della campagna per le elezioni del 27 settembre 2009 molto presto. Le basi programmatiche e della comunicazione vennero redatte nel corso del congresso del partito (6 settembre 2008 a Cottbus). Nel documento finale approvato dal partito ed intitolato “Wahlstrategie” (strategia elettorale), vennero indicati i criteri fondamentali cui la Linke doveva attenersi nel corso della campagna elettorale ed i punti programmatici da mettere in primo piano. Per quanto riguarda la comunicazione, il criterio da cui il partito non volle prescindere, fu quello della “comprensibilità”. Si affermò infatti che “gli elettori e le elettrici devono poter comprendere l’offerta politica del partito”299. Inoltre venne sottolineata l’importanza di utilizzare un linguaggio “popolare” e non politico nel corso della campagna; tutto ciò per farsi comprendere meglio e manifestare la vicinanza a tutta la popolazione. Al termine del congresso il partito indicò anche quali sarebbero stati i punti centrali della campagna del 2009. Il primo si riferiva al rinnovamento dello stato sociale, che sarebbe consistito nel dare eguali diritti a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro classe sociale. Gli altri punti riguardavano la lotta del partito contro l’estremismo di destra ed infine l’attuazione di una politica estera pacifica per arrivare alla formazione di un’Europa democratica e sociale. Questi obiettivi vennero poi sviluppati circa un anno più tardi dal congresso tenutosi a Berlino (20-21 giugno), presso la Max Schmeling Halle. Il documento finale, intitolato “Eine starke LINKE für ein soziales Land” (una 297 Schmitt-Beck Rüdiger & Thorsten Faas, “The Campaign and its Dynamics at the 2005 German General Election”, German Politics, 15:4, pag. 403. 298 299 Ivi. www.die-linke.de, “Wahlstrategie: Beschluss des Parteivorstandes vom 6. September 2008“. 129 forte sinistra per un paese sociale), conteneva i punti programmatici per le venture elezioni federali ed una comparazione “critica” fra gli obiettivi del partito e quelli degli avversari (soprattutto Unione e SPD). Il “Politische Megathema” del partito fu quello della “giustizia sociale” (Soziale Gerechtigkeit), attorno al quale orbitavano le tematiche del salario minimo, contrario ad un “Hüngerlohne” (salario da fame), che in quattro anni doveva arrivare a 10 euro l’ora, la reintroduzione della tassa sul patrimonio, il ritiro immediato delle truppe tedesche dall’Afghanistan e le possibili soluzioni alla crisi finanziaria mondiale. Soprattutto riguardo a quest’ultimo tema, la Linke sottolineò gli aspetti che la differenziavano da Unione e SPD, cioè dai partiti che “favorivano ricchi e speculatori”300, mentre il partito di Lafontaine proponeva, come soluzione per uscire dalla crisi, le tasse sui milionari, sui grandi patrimoni, sulle eredità e sui fatturati borsistici. L’attacco all’Unione ed alla SPD venne rimarcato nella parte finale del documento, in cui si faceva un confronto tra Linke e gli altri due partiti: “vuoi miliardi per le banche oppure per posti di lavoro e reddito? Ancora più ricchezza in alto e povertà in basso oppure maggiore giustizia sociale? Lasciare andare in rovina le scuole o avere una formazione buona e gratuita per tutti? Proseguire la guerra in Afghanistan oppure il ritorno ad una politica estera pacifica?”301. Infine si spiegava all’elettore che ogni preferenza per la Linke era un voto contro guerra ed ingiustizia ed a favore di una vita “di valore” per il futuro. Gli aspetti principali del programma elettorale della Linke sottolineavano dunque il distacco dai maggiori partiti, dal punto di vista delle politiche da attuare e del modo di attenuare gli effetti provocati dalla crisi economica. Dai punti programmatici appena descritti, si intuisce quindi che l’obiettivo principale del partito, nelle elezioni del 27 settembre, era quello di distanziarsi il più possibile da SPD ed Unione e di cercare di mettere in campo una strategia di campagna basata sia sui contenuti che su un forte attacco a tutto quanto fatto fino ad allora dalla Grande coalizione. Dopo la descrizione dei punti programmatici del partito, è utile spiegare come, e grazie a quali mezzi, la Linke ha affrontato la campagna elettorale. Il 23 gennaio 2009 il partito rese ufficialmente operativo il cosiddetto “Rote Ordner” (il raccoglitore rosso)302. Questo strumento venne diviso in quattro compartimenti: nel primo era descritta la struttura e la strategia della campagna; il secondo conteneva la presentazione 300 www.die-linke.de, Eine starke Linke für ein soziales Land. 301 Ivi. 302 www.die-linke.de, Der rote Ordner. 130 di candidati e candidate con la loro offerta elettorale; il terzo forniva consigli pratici per tutti coloro che avessero avuto dei dubbi su ogni aspetto dell’elezione, mentre nel quarto ed ultimo settore era presente una raccolta, dalla “A alla Z”, di tutti i contenuti e temi centrali per l’anno elettorale 2009. Il “raccoglitore”, con l’utilizzo di Internet, venne aggiornato ed attualizzato continuamente nel corso del periodo di campagna elettorale, rivelandosi un utile strumento per tutti coloro che volevano informarsi sul programma, sulle iniziative elettorali del partito e su tutti gli aspetti riguardanti l’elezione federale. L’obiettivo politico del partito, secondo le parole del suo leader Oskar Lafontaine, era quello di raggiungere un risultato elettorale del “10% plus X”303, cercando di superare la percentuale del 6,1%, ottenuta nel corso delle elezioni federali del 2004, e così riuscire ad influenzare il sistema politico tedesco. Al fine di ottenere questo risultato la Linke mise in piedi un quartier generale (vedi tabella sottostante) per la campagna molto organizzato. Esso venne diviso in tre settori: “Bereich Output” (settore esterno), “Bereich Mobilisierung” (settore per la mobilitazione) e “Bereich Inhalte” (settore per i contenuti). Ad ognuno di questi dipartimenti vennero affidati diversi compiti, per esempio, l’organizzazione di manifestazioni del partito, la stampa del materiale pubblicitario elettorale, l’appoggio ai candidati, il coordinamento generale, la scelta degli argomenti della settimana, la rassegna stampa giornaliera e l’osservazione del comportamento degli avversari (Gegnerbeobachtung). DIPARTIMENTO “ESTERNO” SETTORE “MOBILITAZIONE” AREA DEI “CONTENUTI” Stampa: giornali elettorali, volantini e restante materiale elettorale; Appoggio diretto alle attività dei candidati; Individuazione dell’argomento del giorno e della settimana; Pianificazione, regia degli eventi; Supporto ed orientamento sui “contenuti” per i candidati locali; Posta agli elettori (risposta alle domande poste dagli elettori); Rapporti con i media; creazione della strategia comunicativa del partito; Coordinamento degli appuntamenti elettorali; Osservazione dell’avversario; Manifestazioni: pianificazione, produzione, regia e termine; Chiamata, convocazione agli eventi elettorali su giornali ed Internet; Verifica della copertura mediatica; Elaborazione dell'autore: quartier generale della Linke per la campagna elettorale 2009. Una parte fondamentale della campagna elettorale 2009 del partito fu la cosiddetta “Online – Wahlkampf” (campagna elettorale online). L’obiettivo principale di questa 303 www.die-linke.de, Der rote Ordner: “Wahlstrategie: Beschluss des Parteivorstandes vom 6. September 2008“. 131 importante azione sui nuovi media, fu quello di raggiungere il maggior numero di persone che usano questo strumento, sottolineando l’importanza che Linke dava a questi nuovi mezzi di comunicazione. Manifesto elettorale della Linke per il ritiro delle truppe tedesche presenti in Afghanistan. Fonte: www.die-linke-bornheim.de Nel gennaio del 2009 il partito aprì il suo sito Internet: www.die-linke.de. Al suo interno si potevano trovare documenti di testo, video, podcast, fotografie della campagna, interviste fatte ai leader del partito o a semplici sostenitori e giochi; infine vi era la possibilità di scaricare materiale del partito (programmi, discorsi, interviste e tanto altro)304. Oltre che nel proprio sito, la Linke era presente anche sul sito “Youtube”, dove venivano caricati video di eventi organizzati dal partito, in modo che la popolazione li potesse visionare. Il partito creò sul web una “Linke Community”, grazie alla quale vi era una comunicazione diretta e venivano fornite informazioni sulla campagna elettorale agli elettori che ne avevano bisogno. Sempre a proposito del grande lavoro svolto da Linke sul mezzo Internet è importante segnalare anche la creazione di un team di blogger che aveva il compito di aiutare la conduzione della campagna online, controllando su Twitter tutte le notizie che venivano pubblicate riguardo al partito ed assicurandone la presenza costante nei vari social network. Inoltre, a fianco della campagna online, la Linke mise in atto anche una campagna tradizionale, fatta di manifesti pubblicitari, annunci sui giornali, volantini, brochure sui candidati e materiale informativo cartaceo per gli elettori. Riguardo ai manifesti elettorali, la linea seguita dal partito fu chiara ed esattamente la stessa che era stata decisa nel corso del congresso di 304 www.die-linke.de, Der Rote Ordner, 3.4, “Online – Wahlkampf der Bundespartei“. 132 Berlino. I cartelloni infatti avevano ad oggetto i temi centrali portati avanti dal partito nel corso della campagna (giustizia sociale, reddito minimo, ritiro delle truppe dall’Afghanistan e difficoltà economiche derivanti dalla crisi) e talvolta servirono come strumenti di critica nei confronti delle forze politiche avversarie. La campagna elettorale della Linke, come affermato da Heiko Kretschmer, ha avuto “una linea di condotta chiara fin dal suo inizio, che venne poi portata avanti per tutta la campagna”305. Inoltre essa è stata una tipica campagna di “sinistra”, soprattutto per le tematiche affrontate e difese lungo il suo corso; a testimonianza di quanto affermato, basti ricordare la centralità posta sui temi del reddito minimo e della giustizia sociale. Come già sottolineato, la strategia utilizzata mirava a distanziare il partito dagli altri, ma soprattutto dall’Unione e dalla SPD (attaccati violentemente nel corso della campagna), riguardo ai contenuti, alla trasparenza ed alla scelta di soluzioni concrete alla crisi economica mondiale. In conclusione, l’obiettivo del “10% plus X” venne raggiunto, la Linke infatti ottenne l’11,9% dei voti, diventando il quarto partito dello scenario politico tedesco, dietro a Unione, SPD e FDP. 3.8 GLI EVENTI SIGNIFICATIVI DELLA CAMPAGNA Dopo aver analizzato le strategie utilizzate dai diversi partiti nel corso della campagna elettorale, in questo terzo paragrafo l’attenzione sarà focalizzata sulla descrizione degli eventi di maggior risonanza dal punto di vista mediatico, che hanno contraddistinto la contesa elettorale del 2009. Come emerso più volte nel corso del paragrafo precedente, la campagna elettorale del 2009 non è stata caratterizzata da un alto livello di spettacolarità, aggressività e tensione. Oltre alle già citate elezioni regionali del 30 agosto, che hanno provocato un’improvvisa accelerazione della lotta elettorale a causa del tracollo della CDU e della contemporanea avanzata dei partiti “minori” (FDP, Verdi e Linke), gli eventi “mediaticamente” più significativi sono stati, in ordine cronologico: il “Dienstwagen-Affäre” (fine luglio), “l’affare Ackermann” (fine agosto), la manifestazione di Berlino contro l’energia atomica (5 settembre) ed infine il duello televisivo tra Angela Merkel e Frank Walter Steinmeier (13 settembre). A fine luglio, nei giorni precedenti e successivi alla presentazione del “Team Steinmeier”, tenne banco sulla stampa il cosiddetto “Dienstwagen-Affäre”. Sui media venne a galla la notizia secondo cui la titolare del ministero della salute del governo di Grande coalizione Ulla Schmidt, dal 2004, aveva utilizzato l’auto di servizio, “una 305 Intervista dell’autore con Heiko Kretschmer, Beisheim Center, Berlino, 18-12-2009. 133 Mercedes non assicurata e dal costo di 100.000 Euro”306, per recarsi ad Alicante a trascorrere le vacanze estive. Il caso divenne immediatamente fonte di critica usata dai partiti avversari contro la SPD. In un’intervista al Mitteldeutschen Zeitung, il vice capo del gruppo dell’Unione al Bundestag, Wolfgang Bosbach, affermò che “Steinmeier ha commesso un grave errore ad inserire Schmidt nel suo team”307, mentre il deputato ed esperto di finanza della FDP, Frank Schäffler definì l’accaduto come una “Sauerei” (porcheria)308. Dal canto suo, il ministro, si difese affermando che “l’utilizzo per viaggi di lavoro e personali è stato separato […] In Spagna ho avuto diversi appuntamenti di lavoro, ho incontrato pensionati tedeschi in vacanza discutendo con loro di assicurazioni sanitarie, personaggi politici locali, scuole tedesche e la sede di un giornale tedesco”309. La vicenda rimase sulle prime pagine dei giornali e delle televisioni per molto tempo, contribuendo ad un ulteriore calo dell’immagine, già non positiva, della SPD nella popolazione. Verso la fine di agosto, poco prima delle elezioni regionali del 30, agli onori delle cronache balzò la notizia del cosiddetto “affare Ackermann”, che coinvolse in prima persona la figura della cancelliera Angela Merkel. Prima di addentrarci nella vicenda, è necessario un approfondimento sul protagonista, Josef Ackermann. Egli è un manager bancario svizzero (in testa alla classifica della Dax dei più ricchi: solo nel 2006 ha guadagnato 13,2 milioni di Euro) che ha ricoperto, nel corso della sua carriera, numerosi ruoli di potere all’interno di grandi istituti bancari. In primo luogo egli ha lavorato per l’istituto di credito svizzero, in seguito è passato nelle fila della Deutsche Bank fino a diventarne presidente. Ma la sua figura si ricorda soprattutto perchè coinvolta nel corso del “processo Mannesmann”, in cui venne accusato di aver dato, grazie al suo ruolo all’interno dell’ufficio di vigilanza dell’azienda, premi ed indennizzi milionari, senza alcuna giustificazione, ai manager facenti parte dell’azienda di Mannesmann. Il processo terminò nel novembre del 2006 con l’assoluzione di Ackermann; la sua immagine però ne uscì gravemente danneggiata, tanto che, da quel giorno in poi, egli fu definito come il “simbolo del capitalismo”310. 306 www.stern.de, Dienstwagen-Affäre: Schmidt will Konsequenzen ziehen, 29-07-2009. 307 Thorsten Denkler, www.sueddeutsche.de, Ulla Schmidt Dienstwagen Affäre: Eine Ministerin fährt ins Leere, 17-08-2009. 308 www.stern.de, Dienstwagen-Affäre: Schmidt will Konsequenzen ziehen, 29-07-2009. 309 Thorsten Denkler, www.sueddeutsche.de, Ulla Schmidt Dienstwagen Affäre: Eine Ministerin fährt ins Leere, 17-08-2009. 310 www.spiegel.de, Lexikon: Kurzbiografie Josef Ackermanns. 134 In aprile Merkel organizzò una cena, nei palazzi del governo, per festeggiare il sessantesimo compleanno di Ackermann. La cancelliera, nell’invitare il presidente della Deutsche Bank, diede la possibilità al “festeggiato” di poter fare una sua lista di invitati (30 persone) da portare con sé alla cena311. La notizia venne diffusa sui media solamente nel corso della “fase calda” della campagna elettorale, in modo così da suscitare più scalpore tra la popolazione. Nel corso della suddetta cena, oltre ad Ackermann, erano presenti anche personalità provenienti dal mondo dell’economia, dal mondo degli affari (Jürgen Hambrecht, direttore della ditta tedesca BASF e Werner Wenning, responsabile della ditta farmaceutica Bayer), della cultura e della ricerca. Su diverse testate giornalistiche apparve la notizia che la cena era stata pagata con denaro pubblico (solo il personale di servizio esterno era costato 2100 Euro)312. Immediatamente gli avversari politici dell’Unione, SPD, Verdi e Linke, oltre a personalità del mondo politico ed economico, attaccarono la cancelliera. Renate Künast criticò pesantemente il comportamento di Merkel affermando che “una cancelliera non può offrire a nessuno la possibilità di invitare trenta ospiti per festeggiare un compleanno nei palazzi del governo usando denaro pubblico”313; a ruota arrivarono poi i commenti negativi di Carsten Schneider (portavoce della SPD) che affermò come “l’invito a cena non era accettabile”, di Wolfgang Novak (direttore della società “Alfred Herrhausen”) che sottolineò come la cena potesse essere “un appuntamento di campagna elettorale, oppure un incontro per la formazione di un’organizzazione politica cospirativa”, di Karl Heinz Däke (presidente dell’associazione dei contribuenti tedeschi) secondo cui “quando per un’occasione privata vengono invitate anche altre persone, tutto ciò non può essere pagato con denaro pubblico” ed infine Hubertus Heil (segretario generale della SPD) il quale dichiarò che “al tema non doveva essere data troppa importanza […] Merkel però deve dire cosa c’è sotto a tutto questo e non mandare avanti solamente i suoi portavoce […] L’incontro ha voluto dimostrare la vicinanza della Merkel ad Ackermann”314. Di fronte a tutte queste critiche, che la accusavano di voler creare intrecci di affari fra politica ed economia e che potevano indebolire la sua immagine agli occhi della popolazione tedesca, Merkel rispose 311 www.spiegel.de, Party im Kanzleramt: Ackermann feierte auf Staatkosten, 24-08-2009. 312 www.spiegel.de, Dinner im Kanzleramt: SPD fordert Merkel-Aussage zu Ackermann-Abendessen, 2608-2009. 313 www.spiegel.de, Party im Kanzleramt: Ackermann feierte auf Staatkosten, 24-08-2009. 314 www.spiegel.de, Festessen bei der Kanzlerin: Merkel verteidigt Geburstagsdinner für Ackermann, 26-08-2009. 135 affermando che “la cena era stata un’occasione di incontro fra rappresentanti del mondo dell’economia, cultura, formazione e ricerca […] Io sono una persona che cerca di unire gruppi che normalmente non lo sono mai […] La cena è stata solamente un segno di apertura alla società e nient’altro”315. Con queste dichiarazioni la cancelliera dimostrò ancora una volta la sua abilità nel trattare con i mezzi di comunicazione, riuscendo a ridurre l’impatto della vicenda Ackermann ed a evitare danni alla propria immagine ed a quella del partito. Il terzo evento che ottenne un discreto seguito mediatico nel corso della campagna elettorale fu la manifestazione tenutasi a Berlino il 5 settembre contro l’energia atomica. Cento associazioni ambientaliste e diversi comitati cittadini organizzarono nella capitale tedesca “la più grande manifestazione degli oppositori all’energia atomica che si fosse mai vista da diversi anni a questa parte”316. L’evento attirò a Berlino approssimativamente 50.000 persone, provenienti da tutta la Germania grazie a treni speciali ed autobus, e circa 300 trattori di agricoltori, che manifestarono pacificamente lungo le strade della capitale, seguendo un tragitto che partiva dalla stazione principale e, passando per la centrale Friedrichstrasse, arrivava fino alla porta di Brandeburgo. La manifestazione ebbe un grande significato politico, poiché riuscì nell’intento di riunire i più importanti leader dei partiti oppositori all’Unione ed alla FDP ed evidenziò il pericolo riguardo ad un possibile governo nero-giallo ed al conseguente sostegno ad una politica favorevole all’energia atomica, a discapito della ricerca sulle energie rinnovabili “Wer wählt Merkel, wählt Atomkraft” (chi vota Merkel, vota per l’energia atomica)317. La dimostrazione anti-atomica ebbe un grande risalto sui media tedeschi per diverso tempo perché, in primo luogo mirava a riportare alla ribalta, a poche settimane dal voto, il tema dell’ambiente e della tutela della natura. In secondo luogo perché fu una manifestazione “folkloristica”, caratterizzata da slogan (“Atomkraft? Nein Danke”), bandiere (gialle con il sole rosso al centro) e costumi tipici delle prime lotte ambientaliste degli anni ’80. In terzo luogo perché vide come partecipanti, oltre a numerosi uomini, donne e bambini, anche diversi politici di primo piano dei partiti di opposizione; per citarne solo alcuni, il vicepresidente della SPD Wolfgang Thierse, i Verdi Renate Künast e Jürgen Trittin, numerosi rappresentanti della 315 www.spiegel.de, Festessen bei der Kanzlerin: Merkel verteidigt Geburstagsdinner für Ackermann, 26-08-2009. 316 www.welt.de, Traktor statt Castor: Tausende demonstrieren in Berlin gegen Atomkraft, 05-09-2009. 317 www.greenpeace.de, 50.000 Menschen demonstrieren in Berlin gegen Atomkraft, 05-09-2009. 136 Linke ed infine il ministro dell’ambiente del governo di Grande coalizione, ancora in carica, Sigmar Gabriel della SPD318. Il quarto ed ultimo evento di cui tratteremo in questo paragrafo è il duello televisivo fra i due candidati cancellieri: Angela Merkel e Frank Walter Steinmeier. La data del dibattito venne fissata per il 13 settembre (due settimane prima del voto). Questo appuntamento sarebbe dovuto essere il momento più importante di tutta la campagna, e trasformare quella che fino a quel momento era stata definita una “campagna addormentata”, in una lotta accesa e spigolosa fra i due concorrenti alla carica più importante dello stato tedesco. Contro ogni aspettativa, invece, il duello non segnò una svolta, ma seguì lo stesso andamento dell’intera campagna. I duellanti si scontrarono solamente in pochi momenti, mentre non persero occasione per rimarcare il grande spirito collaborativo ed il buon lavoro svolto assieme nel corso dei quattro anni di governo nella Grande coalizione. Al termine dei novanta minuti di dibattito, le sensazioni che prevalsero nettamente fra i telespettatori furono quelle della noia e del disappunto, per un duello che non aveva trasmesso alcun tipo di emozione. Nei giorni seguenti i media descrissero il duello, non come un dibattito fra due candidati alla cancelleria, bensì come un “90 minuti di Noi […] Dove il Noi non stava ad indicare l’Unione, ma al contrario la Grande coalizione”319. Esso divenne il simbolo dell’intera campagna elettorale del 2009: uno “scontro-non scontro” fra due ex compagni di coalizione. La descrizione degli eventi maggiormente significativi delle elezioni 2009 ha dimostrato come i mesi della contesa elettorale sono passati quasi inosservati agli occhi dei cittadini che, solo in poche occasioni, si sono sentiti in un clima di “vera” campagna. La strategia adottata dai due maggiori partiti ha finito per condizionare l’andamento del periodo precedente alle elezioni; l’esiguità di eventi significativi che siano riusciti ad attirare l’attenzione dell’elettorato su di esse ne è una chiara testimonianza. A differenza di altre campagne elettorali degli anni scorsi, quella del 2009 non è stata percepita veramente dagli elettori; è “scivolata” via, senza lasciare tracce, eventi, momenti significativi in grado di cambiare un risultato elettorale già chiaro fin dall’inizio. 318 www.welt.de, Traktor statt Castor: Tausende demonstrieren in Berlin gegen Atomkraft, 05-09-2009. 319 Claus Christian Malzahn, www.spiegel.de, Merkel und Steinmeier im TV-Duell: 90 Minuten Wir, 1409-09. 137 3.9 GLI ASPETTI CARATTERIZZANTI LA CAMPAGNA ELETTORALE 2009 L’analisi svolta nei precedenti paragrafi ha portato alla luce alcuni aspetti caratteristici che si sono presentati nel corso della campagna 2009. L’affermazione fatta da Heiko Kretschmer durante l’intervista: “la Germania non sono gli Stati Uniti […] Il metodo Obama in Germania non ha funzionato”320, può essere usata come il punto d’avvio dell’analisi delle particolarità dell’ultima campagna elettorale tedesca. Il primo aspetto da sottolineare è quello della grande importanza rivestita da Internet all’interno delle strategie di tutti e cinque i maggiori partiti tedeschi. Essi hanno cercato di copiare la campagna elettorale organizzata da Obama per le presidenziali del 2008, per esempio, prendendo spunto dallo slogan “Yes we can” (simbolo di speranza e mutamento dopo otto anni di amministrazione Bush): i sostenitori dei Verdi formarono un gruppo sul social network Facebook dedicato ad Özdemir e lo chiamarono “Yes we Cem”. Inoltre, gli stessi slogan di CDU (“Wir haben die Kraft”) e FDP (“Freiheit wählen”), richiamavano in maniera decisa il significato del “claim” principale della campagna di Obama321. Anche l’idea del massiccio utilizzo del web come veicolo principale per la trasmissione dei messaggi elettorali è stata ripresa per il grande successo ottenuto nel 2008 da Barack Obama. In Germania però questo strumento non è stato decisivo ai fini della vittoria elettorale. Come affermato dal consulente Heiko Kretschmer infatti, “Internet è riuscito a coinvolgere solo il 24% degli elettori, e soprattutto il gruppo dei giovani fra i 18 ed i 25 anni”322, a differenza di quanto accaduto negli Stati Uniti, dove la “Internet-campaign” mobilitò un numero imponente di persone ed a coinvolgerle direttamente nella campagna elettorale. Lo sfruttamento di tutte le possibilità offerte da Internet, come la creazione di numerosi siti per la campagna (www.FDP-bundespartei.de, www.die-linke.de, www.SPD.de, www.teamsteinmeier.de, www.frank-walter-steinmeier.de), dove ogni persona interessata poteva trovare diverse informazioni sul partito, sui candidati, sulla strategia e sul calendario degli appuntamenti elettorali; la presenza dei principali candidati sui social network più conosciuti dai giovani (Facebook e Twitter); la creazione di social community, “Futter” per la FDP323, blog e podcast per comunicare con i sostenitori e coinvolgerli in maniera 320 Intervista dell’autore con Heiko Kretschmer, Beisheim Center, Berlino, 18-12-2009. 321 Iris Mayer , www.focus.de, Kampagnen: Was vom Wahlkampf übrig bleibt: Deutschland ist nicht Amerika. 322 Intervista dell’autore con Heiko Kretschmer, Beisheim Center, Berlino, 18-12-2009. 323 Fabian Löhe , www.focus.de, Bundestagswahl: Von Obama lernen, heiβt twittern lernen, 27-02-2009. 138 diretta nella contesa (basti citare la possibilità offerta dalla Community della SPD e non solo, di “tenere collegati fra loro i sostenitori e farli diventare degli aiutanti della campagna”)324 ed infine l’utilizzo di “Youtube” per diffondere le immagini ed i video degli eventi e delle manifestazioni organizzate dal partito, sono tutte dimostrazioni di come, nonostante i toni molto bassi che hanno caratterizzato questa campagna elettorale, i partiti non abbiano fatto alcun passo indietro dal punto di vista del livello di professionalizzazione rispetto agli anni passati. Quest’ultima affermazione è confermata anche se si considera la ricerca sulla misurazione del livello di professionalizzazione delle campagne elettorali effettuata da Rachel K. Gibson, professoressa di scienza politica presso l’Istituto di Cambiamento Sociale dell’università di Manchester ed Andrea Römmele, docente di management della comunicazione all’università internazionale tedesca di Bruchsal. Le due esperte hanno individuato dei criteri che, se riscontrati nel corso di una campagna, le assegnano un diverso grado di professionalizzazione. Fra i più importanti vi è l’utilizzo del telemarketing, delle e-mail (verso propri membri o altri gruppi), la presenza di un sistema interno di comunicazione via Internet, un quartier generale esterno per la campagna, l’utilizzo di consulenti esterni ed esperti di PR, di database computerizzati, di sondaggi d’opinione ed infine dell’opposition research325. Un secondo aspetto che è emerso nel corso dei paragrafi precedenti, è il fatto che il dibattito televisivo del 13 settembre non sia riuscito a “rianimare” una campagna fino a quel momento priva di qualsiasi tipo di emozione. In tutti i paesi dove il dibattito televisivo è utilizzato, pensiamo soprattutto agli Stati Uniti, esso ricopre un ruolo di primo piano, diviene l’appuntamento principale di tutta la campagna elettorale, dove i candidati si giocano le ultime “carte” per arrivare a raggiungere il maggior consenso possibile. Invece, a differenza di quanto ci si potesse aspettare, il duello del 2009 fra Angela Merkel e Frank Walter Steinmeier non ha riservato alcun tipo di apprensione,scontro, litigio, confronto; invece di “un dibattito si è trattato di un duetto”326, in cui i due duellanti, sempre se si può definirli in questo modo, hanno pensato solamente a sottolineare il buon lavoro svolto insieme nei quattro anni di 324 Jan Philipp Burgard , www.focus.de, Netzwahlkampf: Obama-Helfer kämpft für Steinmeier, 21-052009. 325 Rachel K. Gibson – Andrea Römmele, Measuring the Professionalization of Political Campaigning, in Party Politics Vol. 15, No. 3, 2009, pag. 269. 326 Iris Mayer, www.focus.de, Kampagnen: Was vom Wahlkampf übrig bleibt: TV-Duell machen keinen Sinn. 139 Grande coalizione, piuttosto che a scontrarsi sui temi più importanti della campagna. Alla fine, il confronto si rivelò solamente una delle tappe di una campagna condotta senza alcun tipo di energia, decisione e volontà di colpire l’avversario. Il terzo aspetto significativo di questa contesa elettorale è stato il fattore “promesse”. Nel corso della campagna infatti, i vari partiti, chi più e chi meno, hanno cercato di aumentare il proprio consenso fra la popolazione facendo promesse, realizzabili in certi casi ed irrealizzabili in altri. A tal proposito basti ricordare la battaglia condotta dalla “coppia” Unione – FDP sulla diminuzione delle tasse, che ancora oggi non è stata realizzata; quella dei Verdi che nel loro programma elettorale avevano promesso un “Green New Deal”327, cioè la creazione di un milione di nuovi posti di lavoro entro il 2013, proposta in questo caso difficile da realizzare; ed infine la Linke che lottò nel corso dell’intera campagna per l’affermazione di un reddito minimo per i lavoratori e l’eliminazione della norma che fissava a 67 anni l’età pensionabile328. Il manifesto "Wir haben mehr zu bieten" che ha provocato molto scalpore nel corso della campagna elettorale. Fonte: www.wahlkampfblog.ch Il fattore della spettacolarizzazione in questa campagna si è notato molto meno rispetto ad altre (si confronti, ad esempio, con la campagna elettorale 2002, la “Fun-Campaign” della FDP). In una competizione elettorale dove i due sfidanti non hanno dato vita ad un duello acceso fra loro, gli aspetti “di spettacolo” sono pertanto da ricondurre a personalità non di primo piano all’interno dei rispettivi partiti, ma che sono riuscite con le loro azioni, ad attirare l’attenzione dei media ed a risvegliare dal torpore una 327 www.gruene.de, Wahlprogramm “Der Grüne neue Gesellschafts-Vertrag“, pag. 16. 328 Iris Mayer, www.focus.de, Kampagnen: Was vom Wahlkampf übrig bleibt: Mehr Versprechen wagen. 140 campagna fino a quel momento “addormentata”. Protagoniste dei principali episodi in tal senso, sono state due donne e specialmente i loro “particolari” manifesti pubblicitari. L’obiettivo di questi strumenti di campagna è quello di “ottenere il grado maggiore di attenzione possibile”(maximale Aufmerksamkeit gewinnen)329 e queste due candidate sono riuscite ad ottenerne molta. La candidata della CDU Vera Lengsfeld, produsse un manifesto elettorale che la ritraeva in abito da sera “scollato”, insieme alla cancelliera Angela Merkel, anch’essa vestita con un abito elegante con una generosa scollatura (indossato, tra l’altro una sola volta); l’immagine era accompagnata dallo slogan: “Wir haben mehr zu bieten” (noi abbiamo di più da offrire). Tale cartellone venne prodotto in 750 copie ed affisso nei quartieri berlinesi di Friedrichshain e Kreuzberg. L’immagine suscitò immediatamente grande scalpore, sia all’interno del partito (Lengsfeld fu costretta a ritirare il manifesto ed a produrne un altro), che su giornali e media nazionali, dove la notizia rimase sulle prime pagine per diversi giorni, provocando dibattiti fra coloro che lo consideravano un efficace mezzo di campagna ed altri invece che accusarono Lengsfeld di aver creato un manifesto dai chiari richiami sessisti. Manifesto elettorale "Direkt: Halina". Fonte: www.welt.de La seconda “protagonista” fu una candidata della Linke, Halina Wawzyniak, che diffuse un manifesto pubblicitario dove si vedeva solamente il suo “sedere”, su cui si intravedeva un tatuaggio con la scritta “Sozialismus” (socialismo) ed accompagnato dallo slogan “Halina Wawzyniak direkt”330. Anche questo manifesto elettorale diede 329 Iris Mayer, www.focus.de, Kampagnen: Was vom Wahlkampf übrig bleibt: Ein Dekolletè macht mehr Eindruck als ein Labrador. 330 Armin Fuhrer, www.focus.de, Wahlplakate: Die Waffen der Frauen. 141 vita ad un forte dibattito su giornali, riviste e programmi televisivi tedeschi, suscitando scalpore e sdegno in molti cittadini, indifferenza o apprezzamento invece in altri. Un ultimo aspetto importante della campagna del 2009 è quello che riguarda la strategia seguita dalla cancelliera uscente. Nel corso di tutto il periodo elettorale Angela Merkel tenne un atteggiamento distaccato, passivo, quasi assente dagli avvenimenti della competizione elettorale. La sua, come sostenuto da Franz Müntefering, fu una “Beliebtheitswahlkampf” (campagna sulla popolarità)331; dopo quattro anni alla guida di un governo di Grande coalizione, decise infatti che una campagna d’attacco, una “negative campaigning”, non fosse necessaria, visti soprattutto gli alti indici di popolarità di cui godeva, rispetto a quelli mediocri del suo avversario. L’aspetto della personalizzazione è stato molto accentuato; la CDU concentrò interamente la propria strategia elettorale sulla figura della cancelliera Merkel, sottolineando ad ogni occasione le sue qualità di leadership, il suo spessore a livello internazionale e le sue competenze, fondamentali per aiutare la Germania ad uscire dalla crisi, ed evitando in qualsiasi maniera di alzare i toni contro gli avversari. Secondo lo psicologo Stephan Grünewald, la cancelliera si presentò agli occhi della popolazione come “protettrice della nazione ed angelo calmo […] Colei che avrebbe guidato il popolo, senza che quest’ultimo dovesse preoccuparsi di nulla”332. Il suo comportamento venne ripetutamente criticato dai partiti di opposizione, ma anche dai suoi stessi alleati (CSU e FDP). Nonostante la pesante sconfitta elettorale nelle regionali in Turingia, Merkel non cambiò il proprio atteggiamento di “non campagna” e nemmeno le veementi critiche dopo il duello televisivo le fecero cambiare strategia. La campagna elettorale per le elezioni federali del 2009 non verrà sicuramente ricordata come una delle più accese e combattute degli ultimi decenni. L’aver vissuto in prima persona a Berlino la fase calda della competizione, dai primi giorni di agosto fino a metà settembre, mi ha fatto notare come nella popolazione non si sentisse in alcun modo il tipico “clima da campagna”, che ad esempio si respira in Italia prima di ogni consultazione elettorale. La presenza di gazebo e stand dei vari partiti sembrava quasi non importare in alcun modo alle persone; la “non campagna”, la “campagna nell’ombra” della cancelliera Merkel aveva in un certo senso influito anche sulla percezione di essa da parte dei cittadini. Solamente in rari casi, e per un arco di tempo 331 Iris Mayer, www.focus.de, Kampagnen: Was vom Wahlkampf übrig bleibt: Ein Amtsbonus garantiert noch keinen Erfolg. 332 Ivi. 142 limitato, l’attenzione della stampa, della televisione e della popolazione si è concentrata sulle elezioni. Sono stati i partiti “minori” gli unici a cercare di ravvivare la campagna uscendo pubblicamente con temi di discussione, critiche e frasi pungenti nei confronti dei leader dei due maggiori partiti. Unione e SPD però non hanno recepito questi spunti ed hanno proseguito, nonostante il calo del consenso tra la popolazione, in una campagna elettorale “immobile”, dove i due candidati, Angela Merkel e Frank Walter Steinmeier, più che due avversari sembravano “due amici di vecchia data”. 143 144 CONCLUSIONI Alla luce del lavoro svolto, è possibile esprimere alcune considerazioni conclusive. Il nostro obiettivo era quello di spiegare l’evoluzione in atto nel settore della consulenza politica verso una nuova professionalizzazione. Dall’analisi dei cambiamenti avvenuti nel sistema partitico tedesco si è compreso come il mutamento di questo aspetto sia risultato di fondamentale importanza per l’evolversi di questo processo. Il paese, passando da un sistema a due partiti e mezzo, negli anni ’50 (CDU, SPD, FDP), ad uno più ampio, nei primi anni ’90, prima a quattro partiti (con la definitiva affermazione dei Verdi a fianco di CDU, SPD e FDP), ed infine, nel 2007, con l’arrivo del nuovo partito di sinistra die Linke, a cinque, ha visto aumentare il livello di competizione elettorale e quindi la necessità di sviluppare tecniche, strumenti e strategie in grado di aumentare le possibilità di ottenere consenso. A fronte di questi cambiamenti nel sistema partitico, si sono aperti perciò diversi spazi per il miglioramento e lo sviluppo di tecniche riguardanti la comunicazione politica. Dall’elaborato traspare chiaramente, come lo sviluppo e l’affermazione di questa branca nel mondo della politica, abbia avuto delle date che hanno segnato dei “turning point”, delle svolte, nella sua “volata” verso la professionalizzazione. I primi segnali di una “svolta mediatica” nel campo delle campagne elettorali si ebbero già nella tornata del 1953, con l’allora cancelliere tedesco Konrad Adenauer. Il leader cristianodemocratico fu uno dei primi attori della politica a capire l’importanza di applicare e sfruttare le potenzialità di questa branca della comunicazione. Egli infatti creò uffici stampa, la figura del portavoce del partito e dell’addetto stampa con il compito di tenere i rapporti con tutti i media. Dagli anni ’60 in poi, con l’arrivo della televisione in quasi tutte le case tedesche, figure che possedevano le expertise necessarie nel settore della comunicazione, si rivelarono ancora più necessarie. Fu proprio nel corso di questo decennio, grazie soprattutto a Willy Brandt, che il ruolo di consulente politico divenne una figura importante, sebbene non ancora decisiva, all’interno degli staff dei partiti nel corso delle campagne. Paradigmatica in tal senso fu la campagna elettorale condotta da Brandt nel 1965. Questa venne ripresa da quella di Kennedy del 1960 (forte personalizzazione sul candidato, pubblicità televisive, slogan per sottolineare l’orientamento al futuro del partito); per poter conseguire il miglior risultato possibile, i consulenti di Brandt andarono negli Stati Uniti a seguire corsi di aggiornamento tenuti da esperti americani sulle tecniche di “campaigning” e su altri aspetti importanti da 145 tenere in considerazione quando si prepara e conduce una campagna elettorale, al fine di arricchire il proprio bagaglio di expertise e conoscenze. Con l’arrivo degli anni ’70, e successivamente, negli anni ’80 e ’90, si può parlare definitivamente di “campagne mediali”. Nel corso delle elezioni svoltesi in questi decenni, infatti, la televisione divenne il media dominante delle campagne, relegando la carta stampata ad un ruolo secondario. Inoltre, vennero assunte in maniera massiccia da parte della maggior parte dei partiti, agenzie pubblicitarie esterne, ingaggiati esperti, tedeschi o stranieri, di marketing e PR, che si dovevano occupare di tutti gli aspetti riguardanti i manifesti, le brochure, i volantini, i libretti del partito ed altro materiale riguardante la campagna elettorale e la comunicazione esterna del partito. Uno dei momenti importanti, se non quello fondamentale, nella “via” verso la professionalizzazione del settore, fu senza alcun dubbio il 1998. Le elezioni svoltesi in questo anno, infatti, hanno portato alla ribalta una serie di innovazioni nel campo della preparazione, conduzione e conclusione di una campagna elettorale, che hanno fatto da modello per ulteriori sviluppi avvenuti poi negli anni seguenti. Gran parte del merito di questa accelerazione professionalizzante, è da assegnare alla SPD, che creò il KAMPA, la “War Room” tedesca, ripresa direttamente dall’organo creato dal Partito Democratico americano per le elezioni presidenziali del 1992, che aiutò Bill Clinton ad arrivare alla Casa Bianca. La strutturazione, l’organizzazione e la specializzazione di quest’organo erano di un livello mai visto prima; ogni dipartimento del KAMPA si occupava di un preciso ambito della campagna, nulla veniva lasciato al caso. Altro aspetto caratteristico fu l’assunzione di un gran numero di agenzie pubblicitarie esterne (circa una decina), di consulenti provenienti da altri scenari politici, soprattutto anglosassoni (Peter Mandelson, Henry Sheinkopf e Doug Schoen), e l’utilizzo di tecniche “spettacolari” di campagna, personalizzanti sul candidato, che si adeguavano alla perfezione con la nuova “politica mediale”. A tal proposito basti citare l’organizzazione, sottoforma di “incoronazione”, del congresso di nomina a candidato cancelliere di Schröder da parte della SPD e la figura stessa del candidato, che per le sue capacità di “bucare” lo schermo, venne definito “Media-Kanzler” (cancelliere mediatico). Dal punto di vista istituzionale, un segnale della “volontà” di professionalizzazione del settore, fu la nascita nel 2002 di Degepol, la Società Tedesca di Consulenza Politica. Essa ebbe, fin dall’inizio, come scopo principale quello di porre delle regole, dei limiti a tutto il settore, rimasto per troppi anni senza delle norme di comportamento ben definite. Importante in tutto questo processo fu la stesura del 146 “Codice di comportamento” (il primo in questo campo), che impone a tutti i professionisti del settore di seguire queste regole comportamentali ed etiche nello svolgimento del loro mestiere. Grazie al lavoro di sensibilizzazione su particolari tematiche svolto quotidianamente da Degepol, il settore della consulenza politica è riuscito a creare intorno a sé un clima più positivo, eliminando quell’alone di sospetto e circospezione presente prima della nascita della società (a seguito soprattutto del caso Hunzinger). Dall’analisi delle elezioni del 2002 di CDU e FDP, si nota come il processo di professionalizzazione non si sia arrestato, ma al contrario sia proseguito sulla strada tracciata negli anni precedenti. La campagna della CDU “formato SPD ‘98”, con la creazione di Arena ’02, del Team 40 plus, dello Stoiber Team e del Kompetenzteam, ha evidenziato come l’adeguamento alle nuove condizioni imposte dai media fosse necessario per poter competere allo stesso livello delle altre forze partitiche. Invece, la campagna della FDP, ha portato in primo piano soprattutto l’aspetto della spettacolarizzazione. A questo riguardo basti ricordare la “Strategie 18” e la “Spaβkampagne” (campagna del divertimento), messa in atto dal partito per cercare di fare breccia sia nell’elettorato (presentandosi come forza indipendente, lontana dai partiti di massa) che sui media (iniziativa della Guidomobil). Più in generale le elezioni del 2002, ed anche quelle del 2005, hanno segnalato come i più importanti partiti dello scenario politico tedesco avessero recepito gli “insegnamenti anglosassoni” su come pianificare, condurre e concludere una campagna. Infatti, nel corso di queste tornate elettorali, strategie, strumenti, strutture ed eventi della campagna, furono caratterizzati da un alto grado di professionalizzazione e spettacolarità. L’assunzione di consulenti stranieri nei team dei candidati, il ricorso sempre più frequente alla strategia del “negative campaigning”, le strutture ad alto livello di specializzazione, l’uso di strumenti innovativi (Internet, chat, social network, e-mail, podcast, forum online, social community) per raggiungere fette sempre più estese di elettorato e proporre forme di partecipazione attiva alla campagna, la prassi, affermatasi dal 2002 in poi, dei duelli televisivi fra i candidati cancellieri dei due maggiori partiti in corsa a poche settimane dal voto ed infine l’inizio anticipato della campagna al fine di lasciar più spazio alla pianificazione, sono segnali importanti del fatto che il “modus operandi” nelle campagne elettorali tedesche è cambiato notevolmente rispetto a quello in voga qualche decennio fa. L’analisi finale, concentrata sulle elezioni del 27 settembre 2009, ha sottolineato come questa sia stata una tornata “particolare” rispetto alle altre trattate in precedenza. 147 In questo caso lo stile e le strategie adottate dai vari partiti sono stati fortemente condizionati dall’esperienza dei quattro anni di governo della Grande coalizione. La campagna personalizzata della CDU, la “non campagna” della Merkel, la strategia “neutra” e “della vicinanza al popolo” della SPD (impossibilità di strategie offensive dopo quattro anni di governo con l’Unione), il buonismo del candidato Steinmeier nei confronti della Merkel, la campagna “contenutistica” e di critica nei confronti di Unione e SPD della Linke e dei Verdi ed infine una campagna meno spettacolare e più matura (dimostrazione di saper trattare anche temi lontani dall’economia) della FDP, ne sono una chiara testimonianza. Del resto, la scarsità di eventi di rilievo, il fatto che lo stesso dibattito televisivo sia stato condotto dai due sfidanti come una conversazione amichevole, l’assenza totale del clima tipico di un’elezione (tensione, scontri, dibattiti accesi, fermento) e l’indifferenza della popolazione, dimostrata nel corso del periodo elettorale, giustificano gli aggettivi associati a questa campagna: “addormentata”, “sonnolenta” e “campagna valium”. Il quesito a cui questo elaborato voleva dare una risposta è se in Germania si stesse andando nella direzione di una nuova professionalizzazione. La risposta a questa domanda è si. Nonostante il caso delle elezioni federali del 2009, l’analisi svolta nel corso di questo lavoro ha dimostrato come anche in Germania la consulenza politica abbia raggiunto, passando attraverso diversi momenti chiave, un alto livello di professionalizzazione e spettacolarizzazione. Tutto ciò è testimoniato anche dal fatto che, negli ultimi anni, vi è stato un aumento di corsi di laurea, master e scuole di specializzazione nel campo della consulenza politica, delle PR e dei Public Affairs, che testimoniano l’attenzione e l’importanza assegnata alla formazione di professionisti specializzati in queste branche della comunicazione. Quali sviluppi si prospettano nel futuro prossimo per la consulenza politica in Germania? Lo studio dimostra che, l’affermazione della campagna “mediale” su quella “classica” è oramai un dato di fatto nello scenario politico tedesco. Personalizzazione sul candidato, centralità del mezzo televisivo e dei nuovi media, spettacolarizzazione della politica, sono tutti aspetti che sottolineano questo trend. Tale scenario ha portato ad un alto livello di professionalizzazione all’interno dei partiti nel momento dell’organizzazione e pianificazione di una campagna elettorale. Proprio per questi motivi credo che il proseguimento della tendenza professionalizzante sia una diretta conseguenza di quanto appena detto. Nemmeno il presentarsi di campagne “addormentate” come quella del 2009, il cui andamento è stato direttamente condizionato da fattori politici (anni di Grande coalizione), potranno arrestare questo 148 sviluppo, verso una nuova e più “aggiornata” professionalizzazione. Sfruttando appieno le possibilità offerte da uno strumento come Internet, il rapporto sostenitore – partito migliorerà ulteriormente, la campagna sarà sempre più “partecipativa”, “personalizzata”, “mediatica”, “spettacolare” e “professionale”, il partito sarà ulteriormente relegato in secondo piano rispetto ai sostenitori “attivi”, ai “media candidates” ed agli specialisti del mondo della consulenza politica, che diverranno i veri protagonisti, gli attori principali su cui ruoteranno le prossime campagne elettorali in Germania, come lo sono, già da parecchi anni, negli Stati Uniti. 149 150 APPENDICE DOCUMENTARIA 151 152 CENNI BIOGRAFICI SULL’INTERVISTATO Heiko Kretschmer è nato nel 1967. Dal 1987 al 1988: Direttore della scuola regionale di rappresentanza dell’Assia (Geschaftsführer Landesschulvertretung Hessen); Dal 1990 al 1991: Organizzatore e Referente finanziario; Dal 1996 al 1999: Consulente anziano (Senior Consultant) presso APR/Wilkens; Dal 2000 al 2001: Dirigente (Geschäftsleitung) presso BSMG Worldwide; Dal 2001 ad oggi: Direttore (Geschäftsführer) presso J+K Medien - Beratung (Media e Consulenza). Dopo aver terminato i suoi studi, proseguì la sua formazione nel campo delle pubbliche relazioni, per diventare un PR - Consulente. Carriera universitaria presso l’Università “Philipps” di Marburgo. Come membro dello Jusos (associazione giovanile della SPD), dal 1992 al 2001, ha avuto una lunga esperienza nel campo della comunicazione politica ed ha condotto numerose campagne elettorali per il Bundestag. Egli è il fondatore e direttore della Johanssen + Kretschmer, organizzazione che lavora nel campo della comunicazione e delle pubbliche relazioni, con sede presso il Beisheim Center a Berlino. Attualmente ricopre il ruolo di vicepresidente della GPRA, la Società delle agenzie di Pubbliche Relazioni (Gesellschaft Public Relations Agenturen) ed è il tesoriere ed esperto nel campo dell’etica per la Degepol, la Società tedesca per la consulenza politica (Deutsche Gesellschaft für Politikalberatung). Kretschmer è membro anche della DRPR, il Consiglio Tedesco per le Pubbliche Relazioni (Deutschen Rat für Public Relations). 153 Negli anni scorsi è stato anche docente ospite in diverse università tedesche, membro del collegio delle PR di Berlino e del dipartimento di Pubblicistica alla Freie Universität di Berlino. Egli si occupa soprattutto di politica, economia, società, comunicazione politica, consulenza e campagne elettorali. Nel corso della sua carriera ha lavorato per diverse istituzioni, società, ONG ed associazioni di vario tipo. Le organizzazioni a cui è legato professionalmente sono: DPRG, Società Tedesca delle Pubbliche Relazioni (Deutsche PR Gesellschaft), Degepol, Società Tedesca di Consulenza Politica (Deutsche Gesellschaft fü Politikberatung) e GPRA, Società Tedesca delle agenzie di Pubbliche Relazioni (Gesellschaft PR Agenturen). TRASCRIZIONE DELL’INTERVISTA CON HEIKO KRETSCHMER Intervistatore: Luca Nesi Luogo: Berlino, Beisheim Center Data: 18 dicembre 2009 Durata: 40 minuti I: Quali sono stati gli incentivi per la nascita di Degepol? K: La nascita di Degepol è stata determinata da diversi fattori. Nel 2000 a Bonn venne organizzato una riunione per cercare di cambiare “l’ambiente” delle lobby. L’obiettivo era quello di inserire persone giovani, aumentare la professionalizzazione del campo e la sua scientificità. Si volevano avere dei giovani consulenti politici ed un maggior grado di trasparenza. Nel 2001 avvenne il “fatto” che diede una spinta ancora maggiore verso questo movimento di rinnovamento dell’ambiente della consulenza politica in Germania, il cosiddetto “Hunzinger-Affäre”. Egli è stato fino dal 1979 al 2004 un consulente nel campo delle pubbliche relazioni con diversi contatti anche nel mondo della politica. Lo scandalo salì alla ribalta nel 2001, ma ebbe le sue radici qualche anno prima. 154 Nel 1997 il deputato dei Verdi Özdemir ottenne da Hunzinger un prestito di circa 80 000 DM. Egli ebbe bisogno di questo prestito poiché sin dal suo arrivo sui banchi del Bundestag nel 1994, non gli era ancora arrivato l’esonero dalle tasse. L’accordo con Hunzinger fu quello che tale cifra gli doveva essere restituita tramite il pagamento di 2000 DM ogni mese. Successivamente nel 1999 anche il membro della SPD Scharping ottenne un anticipo da Hunzinger di 140.000 DM per scrivere le sue memorie e come onorario per i suoi discorsi. Egli in seguito affermò che questi soldi servirono per scopi caritatevoli e per lavori legati al mondo della politica. Come conseguenza per la sua azione, l’allora cancelliere Schröder destituì immediatamente Scharping dal suo incarico politico. Tale scandalo che, coinvolse uno degli allora più famosi e ricercati consulenti, diede un’immagine negativa di tutto il mondo della consulenza e del lobbysmo. I: Degepol è nata solo per ottenere visibilità, oppure anche per regolare il sistema della consulenza politica? K: La nascita di Degepol non è avvenuta solamente per ottenere maggiore visibilità. In primo luogo l’associazione è nata per portare il mondo della consulenza politica verso il pubblico. In secondo luogo per migliorare la reputazione, non delle migliori, che godeva tale branca dopo lo scandalo di Hunzinger. In terzo luogo essa è nata per definire gli standard di questa professione, per porre dei paletti ai comportamenti che dovevano tenere i professionisti del campo. Infatti l’associazione stilò immediatamente un codice di comportamento (Verhaltenskodex) che ogni membro doveva accettare e rispettare per poterne farne parte. Lo scopo ultimo di questo codice era quello di porre a fondamento dell’associazione regole e principi di etica vincolanti per tutti. I: Da quando Degepol è nata ha notato degli sviluppi? In quale direzione ed in che senso? K: Certamente da quando è nata l’associazione sono avvenuti diversi cambiamenti e sviluppi. Tale processo però è stato ed è tuttora molto lento. I maggiori sviluppi sono avvenuti in tre distinti campi: - Trasparenza; - Regole delle Lobby; - Comportamenti degli attori in gioco. 155 Sicuramente il campo dove sono avvenuti i maggiori sviluppi e mutamenti è stato quello della trasparenza. Oggi, rispetto a qualche anno fa, si può vedere molta più trasparenza nel nostro campo, grazie soprattutto alle iniziative ed alle regole che in questi anni sono state messe in atto. Comunque nel campo della consulenza i cambiamenti avvengono con molta lentezza. I: Degepol lavora per un partito in particolare, oppure per di più? Quali sono le caratteristiche che una persona deve avere per poter diventare un membro dell’associazione? K: Degepol non lavora per nessun partito in particolare, essa è un’associazione apartitica. L’associazione lavora con/per altre associazioni, con agenzie internazionali, con partner coinvolti nella sfera sociale, con diverse fondazioni politiche. Per poter diventare membro di Degepol il “candidato” deve avere almeno tre anni di esperienza in uno dei settori di cui si occupa l’associazione: consulenza per le campagne elettorali, consulenza nel campo politico e public affair (Kampagnenberatung, Politikfeldberatung, Public Affairs). Inoltre deve sottoscrivere e rispettare il codice di comportamento (Verhaltenskodex) stilato dall’associazione per tutti i suoi membri. I: Quali sono stati i caratteri generali ed i punti chiave della campagna elettorale del 2009? K: Bisogna partire da un assunto di base per capire la campagna elettorale: “la Germania non è gli Stati Uniti”, il metodo Obama in Germania non ha funzionato. Internet è stato uno strumento importante, ma non decisivo, come è invece avvenuto negli Stati Uniti, infatti in Germania ha coinvolto solo il 24% degli elettori, soprattutto alcuni gruppi (giovani tra i 18 ed i 25 anni. La SPD tra il 2002 ed il 2005 si è costruita un’immagine positiva tra la popolazione, ma nei quattro anni successivi (primo mandato di Merkel) nella popolazione è subentrata una grande “paura” suscitata da diversi fattori. La SPD a causa di quanto avvenuto negli anni della Grande coalizione ha perso numerosi elettori ed è entrata in crisi (base del partito divisa su diversi punti del programma politico). Durante questa campagna il partito pensava di poter ricoprire un ruolo positivo per il paese e di avere migliori politiche da proporre rispetto agli altri anni, ma invece, tutto ciò si è rivelato sbagliato. 156 I: Come si spiega il grande successo ottenuto, in questa tornata elettorale, dalla FDP di Westerwelle? K: Il partito di Westerwelle ha ottenuto un grande successo in queste elezioni per una serie di motivi. Innanzitutto la popolazione ha avuto la sensazione che la FDP aveva tanta “voglia di fare” per il bene del paese. In secondo luogo il leader Westerwelle è riuscito a dare all’elettorato la speranza, questo tipo di filosofia politica è piaciuta agli elettori. In terzo luogo, la FDP si è ritrovata in un corso, partito con Reagan e Kohl, della durata ventennale, di politiche liberali che si sono inserite in momenti di crisi e sono riuscite ad ottenere risultati positivi. La FDP ha cavalcato quest’onda liberale. In quarto luogo, il partito si è presentato alla popolazione come il garante di diversi interessi che stavano a cuore della gente. La FDP è riuscita, nel corso della campagna elettorale, ad articolare gli interessi degli elettori, un esempio su tutti la battaglia per una riduzione delle tasse portata avanti dal partito nel corso di tutta la campagna. Infine Westerwelle è riuscito a dare una sensazione di vicinanza agli elettori; il partito era lì per il popolo, per soddisfare le loro richieste: “ Wir sind für euch da” (Noi siamo qui per voi). I: Come giudica le campagne elettorali delle altre forze in campo? K: La campagna messa in atto dalla CDU/CSU è stata ripresa chiaramente da quella di Obama negli Stati Uniti. Il messaggio di tutta la campagna è stato molto semplice e chiaro da comprendere agli occhi della popolazione: “Merkel richtige Frau” (Merkel la donna giusta). Quella messa in campo dalla SPD è stata la peggiore. I cartelloni, gli slogan e tutto il resto non avevano nessun aspetto innovativo, è stata di stampo “antico”. La qualità della campagna è stata molto scadente. Nonostante il grande successo ottenuto la campagna organizzata dalla FDP non è stata entusiasmante, soprattutto dal punto di vista “visivo”. I cartelloni non erano di facile lettura, e gli slogan erano troppo lunghi e difficilmente rimanevano impressi nella mente dell’elettore. La campagna della Linke è stata buona. Ha seguito una linea di condotta chiara e semplice fin dall’inizio e l’ha portata avanti per tutto il corso della campagna. Quello che ha colpito maggiormente sono stati i cartelloni che hanno creato. 157 158 BIBLIOGRAFIA - Bendicenti, Donato, Con-Vincere: piccola storia della comunicazione politica nell’era della piazza virtuale, Donzelli Editore, Roma, 2005. - Bergmann, Knut, Der Bundestagswahlkampf 1998: Vorgeschichte, Strategien, Ergebnis, Westdeutscher Verlag, Wiesbaden, 2002. - Bolgherini, S. – Grötz, F. (a cura di), La Germania di Angela Merkel. Dopo la Grande coalizione 2005-2009, Il Mulino Editore, Bologna, in via di pubblicazione. - Bosetti, Giancarlo, Spin: trucchi e tele-imbrogli della politica, Marsilio Editori, Venezia, 2007. - Cacciotto, Marco, All’ombra del potere: strategie per il consenso e consulenti politici, Le Lettere Editore, Firenze, 2006. - Cattaneo, Alberto – Paolo, Zanetto, (E)lezioni di successo: manuale di marketing politico, Edizioni Etas, Bologna, 2003. - Gabriel, Oskar – Niedermayer, Oskar, Parteiendemokratie in Deutschland, Bundeszentrale für Politische Bildung, 1997. - Kuhn, Yvonne, Professionalisierung deutscher Wahlkämpfe?, Deutscher Universitäts-Verlag, 2007. - Kuhne, Clemens, Politikberatung für Parteien: Akteure, Formen und Bedarfsfaktoren, VS Verlag, 2008. - Mancini, Paolo, Come vincere le elezioni, Il Mulino Editore, Bologna, 1988. - Maurer, Marcus – Reinemann, Carsten – Maier, Jürgen – Maier, Michaela, Schröder gegen Merkel, VS Verlag für Sozialwissenschaften, Wiesbaden, 2007. - Mazzoleni, Gianpiero, La comunicazione politica, Il Mulino Editore, Bologna, 2004. - Mellone, Angelo, Il circuito politico-mediale, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, 2002. 159 - Michel, Marco, Die Bundestagswahlkämpfe der FDP 1949-2002, VS Verlag, 2005. - Napolitan, Joseph, Election Game: Cosa ho imparato in 30 anni come consulente politico, M&B PUBLISHING, Milano (1° edizione italiana, traduzione dall’originale: Election Game and how to win it, Doubleday & co. New York, 1972). - Negrine, Ralph – Mancini, Paolo Papathanassopoulos, Stylianos, The – Holtzt Bacha, Professionalisation Christina of – Political Communication, Intellect Ltd, 2007. - Norris, Pippa, A Virtous Circle: Political Communication in Postindustrial Societies, Cambridge University Press, 2000. - Sampugnaro, Rossana, Dentro la campagna: partiti, candidati e consulenza politica, Bonanno Editore, Roma, 2006. - Sarcinelli, Ulrich, Politische Kommunikation in Deutschland, VS Verlag für Sozialwissenschaften, 2008. - Schütte, Dominik, Die Wende im Wahlkampf 2002 – Eine Analyse amerikanisierter Wahlkampfführung und ihrer Grenze, Grin Verlag, 2009. - Schuster, Christian, Politikberatungsagenturen in Deutschland, Polisphere, 2005. - Statera, Gianni, La politica spettacolo: Politici e mass media nell’era dell’immagine, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1986. - Thurber, James – Nelson, Candice, Campaign Warriors: Political Consultants in Election, Brookings Institution Press, 2000. - Vaccari, Christian – Grandi, Roberto, Elementi di comunicazione politica, Carocci Editore, Roma, 2007. - Vaccari, Cristian, La comunicazione politica negli USA, Carocci Editore, Roma, 2007. - Voβ, Jochen, Symbolische Politik im Wahlkampf, Tectum Verlag, Marburg, 2007. 160 - Westerwelle, Guido, 18 Mein Buch zur Wahl, Econ Taschenbuch, München, 2002. BIBLIOGRAFIA SAGGI - Blühdorn, Ingolfur, “Option Grün: Alliance 90/The Green at the Dawn of New Opportunities?”, German Politics and Society, Issue 91, Vol. 27, No. 2 Summer 2009. - Blumler, Jay – Kavanagh, Dennis, “The third age of Political communication: influences and features”, Political Communication, 16: 209-230, 1999. - Mielke, Gerd, “The Misfit: Angela Merkel und ihr zweiter Versuch, einen ordentlichen Wahlkampf für die Union zu machen“, Forschungsjournal NSB, Jg. 22, 2/2009. - Rachel K. Gibson – Römmele, Andrea, “Measuring the Professionalization of Political Campaigning”, Party Politics, Vol. 15, No. 3, pp. 265-293. - Schmitt - Beck, Rüdiger – Faas, Thorsten, “The campaign and its Dynamics at the 2005 German General Election”, German Politics, 15: 4, 393 – 419. - Schrott, Peter, „Electoral consequences of winning televised campaign debates“, Public Opinion Quarterly 54: 567-585. - Spreng, Michael, “Wahlkampf als eiskalte Polarexpedition”, Forschungsjournal NSB, Jg. 19, 1/2006. - Steltemeier, Rolf, “On the way back into Government? The Free Democratic Party Gearing Up for the 2009 Elections”, German Politics and Society, Issue 91, Vol. 27, No. 2 Summer 2009. 161 162 SITOGRAFIA - archivio.storico.corriere.it sito dell’archivio storico del Corriere della Sera - blog.stuttgarter-nachrichten.de blog del quotidiano di Stoccarda “Stuttgarter Nachrichten” - blog.zeit.de blog “Wahlen nach Zahlen” sulle elezioni del quotidiano tedesco “Die Zeit” - blogs.reuters.com blog dell’agenzia d’informazione Reuters - bundespolitik-deutschland.suite101.de sito specializzato in politica e società tedesca - edition.cnn.com sito della CNN International - unimut.fsk.uni-heidelberg.de sito del giornale dell’Università di Heidelberg, “Zeitung an der Uni Heidelberg” - wahlarchiv.tagesschau.de archivio elettorale del quotidiano tedesco “Tagesschau” - web.bvu.edu sito dell’Università americana di Buena Vista - www.abdn.ac.uk sito ufficiale dell’Università di Aberdeen - www.abendblatt.de sito ufficiale del quotidiano tedesco “Abendblatt” - www.agendasetting.com 163 sito della “Agenda setting International conference” - www.bild.de sito ufficiale della rivista tedesca “Bild” - www.boell.de sito ufficiale della fondazione dei Verdi “Heinrich Böll” - www.bpb.de sito per la formazione politica in Germania - www.br-online.de sito ufficiale della radio bavarese, “Bayerischer Rundfunk” - www.bundeskanzlerin.de sito ufficiale del Bundestag di Angela Merkel - www.bundestag.de sito ufficiale del Parlamento tedesco - www.csu.de sito ufficiale del partito tedesco CSU - www.dasauge.de sito che si occupa della creatività in rete - www.degepol.de sito ufficiale della Società Tedesca di Consulenza Politica - www.die-linke.de sito ufficiale del partito tedesco Die Linke - www.die-linke-bornheim.de sito della Linke di Bornheim (città del Land del Nord-Reno Vestfalia) - www.europarl.europa.eu 164 sito del Parlamento Europeo - www.faz.net sito ufficiale del quotidiano tedesco “Frankfurter Allgemeine” - www.fdp-bundespartei.de sito ufficiale del partito liberale tedesco FDP - www.fhvr-berlin.de sito della Scuola di Economia e Legge di Berlino - www.focus.de sito ufficiale della rivista tedesca “Focus” - www.greenpeace.de sito ufficiale di Greenpeace in Germania - www.gruene.de sito ufficiale del partito dei Verdi tedesco - www.gruene-heidelberg.de sito dei Verdi di Heidelberg (città del Land del Baden – Württemberg) - www.handelsblatt.com sito ufficiale del quotidiano tedesco di economia e finanza “Handelsblatt” - www.hr-online.de sito ufficiale della Radio dell’Assia, “Hessischen Rundfunk” - www.ilsole24ore.com sito ufficiale del quotidiano “Il Sole 24 Ore” - www.manager-magazin.de sito ufficiale della rivista tedesca Manager Magazin - www.meinespd.de 165 sito ufficiale della community della SPD per le elezioni 2009 - www.politik.uni-kiel.de sito ufficiale del dipartimento di politica dell’Università di Kiel - www.powi.uni-jena.de sito ufficiale del dipartimento di scienze politiche dell’Università di Jena - www.spiegel.de sito ufficiale della rivista tedesca “Der Spiegel” - www.stern.de sito ufficiale della rivista tedesca “Stern” - www.sueddeutsche.de sito ufficiale del quotidiano tedesco “Sueddeutsche Zeitung” - www.tagesschau.de sito ufficiale del quotidiano tedesco “Tagesschau” - www.team2009.de sito ufficiale della community della CDU “Team 2009” - www.wahlkampfblog.ch sito del blog di Mark Balsiger con discussioni su politica e media - www.wahlen.rlp.de sito dell’ufficio elettorale del Land Renania – Pomerania occidentale - www.wahlrecht.de sito specializzato in diritto elettorale tedesco - www.welt.de sito ufficiale della rivista tedesca “Welt” - www.werbepsycologie-online.de 166 sito che tratta della psicologia della pubblicità, “Psychologie der Werbung” - www.wz-newsline.de sito ufficiale del quotidiano tedesco “Westdeutsche Zeitung” 167