Protocollo d’intesa tra Provincia di Modena – Azienda USL – Comuni capi distretto per l’inserimento al lavoro delle persone con disabilità ex L. 68/99 con particolare attenzione alle persone con disabilità psichica e multiproblematicità Premessa Alla luce del quadro di riferimento normativo nazionale e regionale emerge l’esigenza di definire intese fra i diversi soggetti coinvolti per competenza, al fine di garantire percorsi trasparenti e condivisi, snellire le procedure, attivare strumenti in grado di favorire un efficace inserimento lavorativo delle persone disabili in un’ottica di interventi integrati, flessibili e personalizzati. Tra La Provincia di Modena, rappresentata da ______________________________________________ L’Azienda U.S.L. di Modena, rappresentata dal Direttore Generale Dr. Giuseppe Caroli I Comuni capi distretto : CARPI rappresentato dall'Assessore alla Assistenza Sociale - Sanita' -Casa dr.ssa Cinzia Caruso; MIRANDOLA rappresentato da____________________________________________________ SASSUOLO rappresentato da______________________________________________________ PAVULLO rappresentato da_______________________________________________________ VIGNOLA rappresentato da_______________________________________________________ CASTELFRANCO rappresentato da_________________________________________________ si conviene quanto segue: Art. 1 Soggetti, scopi e ambiti di applicazione 1.1 Soggetti interessati I soggetti istituzionali coinvolti nell’attuazione del presente protocollo, in ragione delle competenze specifiche di seguito indicate, anche avendo a riferimento le linee del nuovo Piano Sociale e Sanitario Regionale 2007-2009 della Regione Emilia-Romagna e i Piani di Zona, sono: 1a) La Provincia di Modena in quanto titolare delle competenze dirette per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità derivanti dal D. Lgs. 469/97, dalla L. 68/99 e dalla L.R. 17/05, funzione che esercita in modo integrato con le materie dell’istruzione, della formazione e dei servizi sociali. 1b) I Comuni in quanto titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell’erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali esercitate direttamente o attraverso le forme gestionali definite nei diversi Distretti (delega all’Azienda USL, Aziende di Servizi alla persona, Consorzi, ecc…) e, ai sensi dell’art. 14 della L. 328/00, di predisposizione di progetti individuali, su richiesta dell’interessato, per l’integrazione socio-lavorativa di persone con disabilità. Tali funzioni ai sensi della L.R. 2/03 sono esercitate in modo raccordato con altri soggetti a livello zonale distrettuale e trovano applicazione e specificazione nei Piani di Zona. 1c) L’Azienda U.S.L. di Modena, in quanto titolare delle competenze relative agli accertamenti sanitari previsti dalla L. 68/99, dal DPCM 13/1/2000, nonché su richiesta dell’interessato, per le funzioni di assistenza, riabilitazione e integrazione sociale esercitate attraverso l’Unità Operativa Complessa di Medicina Legale, il Dipartimento di Salute Mentale, i Dipartimenti di Cure primarie (Unità Operative di salute disabili adulti) e i Servizi Sociali con delega articolati a livello dei singoli Distretti L’organizzazione dei servizi degli enti sottoscrittori del presente protocollo, le competenze ed i responsabili dei servizi sono descritti nella scheda n. 1 allegata. 1.2 Ambito di applicazione Gli interventi regolati dal protocollo riguardano l’inserimento lavorativo ex L. 68/99 delle persone con disabilità iscritte nelle liste del collocamento mirato della Provincia di Modena, specie se associata a situazioni complesse e/o multiproblematiche, in particolare le persone con disabilità in condizione di accedere immediatamente ad attività di inserimento lavorativo ovvero per le quali il Servizio di riferimento (sociale e/o sanitario) abbia positivamente concluso eventuali interventi terapeutici-riabilitativi-formativi di specifica competenza. V. scheda allegata n. 2. 1.3 Scopi Scopi del presente protocollo operativo sono: sistematizzare le modalità di intervento e ridurre i tempi di attuazione attraverso un’ulteriore semplificazione amministrativa; migliorare la qualità degli interventi attraverso una più evoluta integrazione delle attività in capo ai diversi soggetti firmatari; utilizzare al meglio le risorse professionali e finanziarie in capo ad ognuno dei soggetti; valorizzare le molte e positive esperienze presenti sul territorio, anche nella finalità di diffondere e implementare esperienze virtuose, pur all’interno delle diverse peculiarità zonali; garantire la continuità nell’offerta dei servizi per favorire modelli omogenei di intervento a livello provinciale quanto a efficacia, qualità ed efficienza. ART. 2 Impegni assunti dagli enti sottoscrittori I rappresentanti degli enti coinvolti assumono i seguenti impegni. 2a) La Provincia s’impegna, su richiesta, a trasmettere ai servizi territoriali dei Comuni e dell’Azienda U.S.L. informazioni circa la situazione dei soggetti in carico agli stessi enti, con particolare riferimento a: - iscrizione o meno negli elenchi; - inserimento o meno nella graduatoria annuale generale e relativa posizione, posizione nelle graduatorie relative a specifiche offerte di lavoro; - presenza o meno della diagnosi funzionale e della scheda professionale; La Provincia provvede inoltre, nell’ambito della propria attività istituzionale in materia di collocamento mirato: - alla rilevazione dei posti di lavoro disponibili e delle loro caratteristiche; - ad effettuare l’incrocio lavoratore con disabilità-postazione lavorativa; - a realizzare gli avviamenti al lavoro. La Provincia provvede altresì - quando debba procedere all’avviamento al lavoro di persone con disabilità per le quali la competente Commissione, nella formulazione della diagnosi funzionale/relazione conclusiva, abbia suggerito la “necessità di collocamento mirato con interventi di supporto di attività di mediazione” : o ad informare i servizi competenti definiti nella scheda 2 allegata dell’avviamento di persone con disabilità; o a comunicare al datore di lavoro il servizio competente (secondo quanto definito nella scheda due allegata) per la realizzazione delle attività di mediazione. Al fine di consentire ai servizi sociali e sanitari territoriali di verificare la disponibilità dei datori di lavoro all’attivazione di percorsi propedeutici all’inserimento lavorativo di competenza dei servizi stessi, la Provincia s’impegna a fornire ai servizi territoriali informazioni sui datori di lavoro, con riferimento a: - situazione rispetto agli obblighi di assunzione previsti dalla legge 68/99; - posti disponibili e loro caratteristiche, con particolare riferimento ai posti disponibili nell’ambito delle convenzioni per la programmazione degli inserimenti lavorativi stipulate tra Provincia e datori di lavoro ai sensi dell’art. L. 68/99. La Provincia s’impegna altresì a fornire, anche attraverso specifiche azioni formative rivolte agli operatori territoriali, tutte le informazioni sul funzionamento della L. 68/99 e norme attuative, sugli strumenti per l’adempimento dell’obbligo, sulle procedure, sulle modalità di adesione alle offerte di lavoro, sugli accertamenti per il riconoscimento della disabilità e le valutazioni di occupabilità lavorativa e ogni informazione sulle forme di sostegno finanziario di volta in volta disponibili (contributi agli Enti Territoriali, alle Aziende, ecc.) provenienti dal Fondo Nazionale e Regionale ed eventualmente dal FSE. 2b) L’Azienda U.S.L. provvede, attraverso le Commissioni di accertamento di cui all’art. 1, comma 4, della legge 68/99 e all’art. 1 del DPCM 13 gennaio 2000, alla formulazione della diagnosi funzionale /relazione conclusiva della persona con disabilità, volta ad individuarne la capacità globale per il collocamento mirato al lavoro. L’accertamento, da parte delle citate Commissioni, delle condizioni di disabilità di cui all’art. 1 della Legge 68/99, dà diritto all’accesso al sistema del collocamento mirato delle persone con disabilità di cui alla stessa legge. 2c) I Comuni e l’Azienda U.S.L. si impegnano a fornire alla Provincia informazioni di aggiornamento sulle persone iscritte nell’elenco provinciale di cui alla legge 68/99 che siano già in carico ai servizi territoriali, con particolare riferimento a: - eventuali percorsi precedenti all’inserimento lavorativo; - esigenza di particolari azioni di supporto. L’AUSL ed i Comuni in sede distrettuale si impegnano inoltre a fornire alla Provincia le informazioni sulle aziende con cui hanno sviluppato forme di relazioni e collaborazione. In particolare, nei casi in cui si debba procedere all’avviamento al lavoro di una persona con disabilità per la quale la competente Commissione integrata operante presso l’Azienda U.S.L., nella formulazione della diagnosi funzionale/relazione conclusiva, abbia previsto la “necessità di collocamento mirato con interventi di supporto di attività di mediazione”, l’AUSL ed i Comuni sulla base dell’organizzazione distrettuale (vedi scheda allegata n. 2 ) in accordo con le persone interessate, svolgono l’attività di mediazione che può prevedere, in modo differenziato a seconda delle situazioni individuali, i seguenti interventi: 1) 2) 3) 4) 5) presentazione all’azienda della situazione individuale del candidato all’inserimento lavorativo; analisi ergonomica, del clima relazionale ed ambientale, degli aspetti organizzativi e produttivi presenti nell’isola di lavoro individuata/proposta; eventuale ridefinizione del profilo professionale e delle mansioni lavorative; definizione del percorso di inserimento lavorativo e degli aspetti progettuali, gestionali e di verifica che possono prevedere anche forme di supporto dirette ed indirette alla persona con disabilità e all’azienda; informazioni finalizzate a favorire lo sviluppo dei rapporti tra azienda e Servizio politiche del lavoro della Provincia di Modena per quanto attiene al riconoscimento di eventuali agevolazioni economiche. ART. 3 Strumenti operativi 3a) Tavolo Tecnico Provinciale Per la concreta attuazione del protocollo è istituito un Tavolo Tecnico Provinciale, con i seguenti compiti: - definizione delle procedure operative che tengano conto delle specificità distrettuali per la realizzazione omogenea sul territorio provinciale degli obiettivi e delle azioni previste dal protocollo; - definizione delle modalità di scambio delle informazioni, con l’obiettivo di garantire un costante, efficiente e rapido flusso informativo con riferimento alle azioni e agli interventi previsti dal protocollo; - monitoraggio ed analisi degli esiti dell’attuazione del protocollo; - rilevazione delle criticità, al fine di migliorare le procedure e gli strumenti per il conseguimento degli obiettivi del protocollo e di individuare le proposte di modifica del protocollo stesso. Il Tavolo Tecnico Provinciale è formato da uno o più referenti designati dai firmatari del protocollo al fine di garantire la creazione delle condizioni necessarie per l’attuazione del presente protocollo, nonché il successivo monitoraggio. Il Tavolo Tecnico Provinciale è convocato dalla Provincia di norma tre volte l’anno, fatta salva la necessità di incontri più frequenti, qualora si rendano necessari per l’attuazione degli obiettivi del protocollo. Al Tavolo Tecnico Provinciale, nelle occasioni di verifiche generali e scelte d’indirizzo concernenti la gestione del protocollo operativo, partecipano i referenti istituzionali e i Responsabili dei Servizi individuati dagli Enti sottoscrittori del protocollo medesimo. 3b) Tavoli Operativi Distrettuali I firmatari del presente accordo s’impegnano ad attivare in ogni sede distrettuale un gruppo di lavoro al fine di dare operatività concreta in sede decentrata alle azioni e agli interventi concordati dal Tavolo Tecnico Provinciale in attuazione del presente protocollo e in particolare: - progettazione individualizzata nei confronti delle singole persone con disabilità con particolare attenzione alle situazioni con disabilità complessa e multiproblematica; - scambio di informazioni costante sulle situazioni individuali e sui processi in atto; - azioni di consulenza reciproca tra i partecipanti sulle modalità relazionali e operative nei confronti delle singole situazioni in esame; - attivazione di progettazioni nuove al fine di garantire gradualità nelle situazioni di maggiore complessità; - valutazione degli esiti dei percorsi individuali; - gestione coordinata dei rapporti con le aziende. Il Tavolo Operativo Distrettuale è composto dai rappresentanti locali degli enti firmatari del presente protocollo (rappresentanti definiti dai Comuni o loro forme organizzative, dell’Azienda U.S.L. Salute Disabili, Salute Mentale e Medicina Legale e dal responsabile del Centro per l’impiego distrettuale) e può essere integrato sulla base di esigenze specifiche dei singoli territori dagli operatori addetti all’inserimento lavorativo, alla mediazione e all’accompagnamento al lavoro. Il tavolo Tecnico Operativo Distrettuale è coordinato da un rappresentante del Comune Capo Distretto/Ufficio di Piano. ART. 4 Modalità scambio informazioni e sistema informativo condiviso Essendo prioritaria l’esigenza dello scambio informativo corrente ed aggiornato, il modello cui tendere è quello di un sistema informativo condiviso ed integrato. Nella fase transitoria ogni soggetto individuerà modalità di rapporto e scambio delle informazioni necessarie per snellire le procedure e rendere efficace sin da ora l’intesa (nominativi, referenti, e-mail, ecc.). Le parti firmatarie s’impegnano altresì a promuovere campagne informative congiunte su procedure, percorsi, opportunità offerte dalla normativa nazionale e regionale e dai servizi messi in campo dagli stessi soggetti firmatari. ART. 5 Le risorse Per dare attuazione al presente protocollo i soggetti firmatari utilizzeranno le risorse finanziarie ed umane disponibili nei propri bilanci. In particolare, la Provincia, sulla base di quanto previsto dalla delibera di Giunta provinciale n. 191 del 16.05.2006, come modificata dalla delibera n. 270 del 04.07.2006, mette a disposizione parte delle risorse del Fondo regionale disabili per un massimo di € 100.000,00 per la realizzazione di interventi di sostegno all’inserimento lavorativo e di accompagnamento al lavoro di persone con disabilità, con particolari difficoltà di inserimento. I contributi saranno erogati all’Azienda USL di Modena con riferimento alle attività di mediazione realizzate in ordine ad inserimenti lavorativi promossi dalla Provincia e realizzati nell’ambito delle procedure e degli accordi definiti con il presente protocollo. La Provincia procederà all’erogazione dei contributi a seguito della rendicontazione degli interventi realizzati. Art. 6 Durata Il presente protocollo ha la durata sperimentale di due anni dalla data di sottoscrizione da parte di tutti i soggetti firmatari. Sei mesi prima della scadenza le parti s’impegnano a valutare, attraverso il Tavolo Tecnico Provinciale, la possibilità e l’opportunità di un rinnovo dello stesso e ad esaminare le modifiche e gli aggiornamenti necessari in relazione ad eventuali mutamenti normativi e ai risultati del periodo di prima attuazione. Si conviene di introdurre quanto sopra concordato a partire dal 1 Luglio 2007. Modena, …………2007 Allegato n. 1 SCHEDA n. 1 Questa scheda definisce quale è l’organizzazione dei servizi degli Enti sottoscrittori del protocollo. Si identifica così la presenza del Servizio, le competenze* e il nome del responsabile a) Provincia di Modena COMUNI Servizio Politiche del Lavoro Tutta la provincia Raccordo istituzionale e coordinamento interventi attuativi del protocollo Carpi CPI Carpi Novi Mirandola CPI Mirandola Finale Emilia Cavezzo Concordia Medolla San Prospero San Possidonio Camposanto San Felice Modena CPI Modena Campogalliano Castelfranco San Cesario S.P. Bomporto Bastiglia Ravarino Nonantola Soliera Sassuolo CPI Sassuolo Fiorano Prignano Montefiorino Frassinoro Palagano Formigine Maranello Vignola CPI Vignola Castelnuovo rangone Castelvetro Guiglia Marano S.P. Savignano S.P. Spilamberto Zocca Montese Pavullo CPI Pavullo Lama Mocogno RESPONSABILE Luciana Borellini/ Milena Chiodi Luisa Albergo Ines Vergnanini Davide Battini Ivana Lusoli Elisabetta Righi Giovanna Ronconi Serramazzoni Polinago Sestola Montecreto Pievelago Fiumalbo Riolunato Fanano Ufficio collocamento disabili Tutta la Provincia Maria Cecilia Righi * Descrizione delle competenze: Le funzioni di collocamento mirato vengono svolte dall’Ufficio collocamento disabili, collocato a Modena presso la sede del Servizio Politiche del Lavoro. L’ufficio svolge tutte le attività previste dalla legge 68/99 e dalla lR 17/05 in materia di collocamento mirato (neiconfronti di lavoratori e aziende), ad eccezione di alcune attività di sportello che, nell’ottica favorire l’accesso ai Servizi da parte degli utenti, dal novembre 2003 sono state decentrate presso i centri per l’Impiego dislocati sul territorio. In particolare i CPI svolgono le seguenti attività: Attività di sportello per iscrizioni/reiscrizioni/variazioni, certificazioni, aggiornamento della graduatoria annuale (fino al 2006) Prima informazione agli utenti sulle funzionamento del sistema di collocamento mirato, sulle procedure per iscrizione, mantenimento dell’iscrizione, alle modalità di accesso alle offerte di lavoro disponibili, qualifiche individuate dalle aziende soggette all’obbligo Raccolta delle candidature per le offerte di lavoro pubblicate periodicamente (avviamenti numerici e nominativi) In ogni Centro per l’Impiego è stato individuato un referente per le attività relative al collocamento, pur se l’attività di sportello è svolta anche da altri operatori. Con riferimento alle attività decentrate l’ufficio collocamento disabili svolge attività di back office per controllo e archiviazioni della documentazione e consulenza nei confronti degli operatori dei CPI. b) I Comuni capidistretto ed eventuali altre forme organizzative ZONE SOCIALI Carpi Mirandola Modena Sassuolo Pavullo Vignola COMUNI SERVIZIO RESPONSABILE Carpi Campogalliano Settore Assistenza Sociale Dr. ssa Sabrina Tellini Soliera Novi di Sanita' Casa Modena Pavullo nel Frignano Servizio Sociale Dr.ssa Emanuela Ricci ASP SIL (Servizio inserimento Dr. Tiziano Rilei “Giorgio Gasparini” lavorativo) Castelfranco * Descrizione delle competenze: Il SIL gestisce: - interventi formativi/riabilitativi/educativi propedeutici all’accesso al mondo del lavoro; - interventi di supporto all’integrazione lavorativa e di transizione al lavoro; - interventi coordinati condivisi congiuntamente ai servizi sociali e sanitari e alle agenzie del territorio; - interventi di supporto ai percorsi d’accesso al mondo del lavoro. Lo strumento principale degli interventi del servizio si basa sulla “formazione in situazione” (tirocini d’orientamento e formazione nelle normali sedi di lavoro con prevalenza di rapporti con il privato profit). c) Azienda USL di Modena DISTRETTO Servizio di Medicina Legale Dipartimento di Salute Mentale Unità operativa Salute Disabili Adulti Dr.ssa A. De Palma C.S.M. - SERT Dr. Anna Maria Prandi Dr.ssa A. De Palma C.S.M. - SERT a.s. Laura Mirandola Dall’Olio Dr.ssa A. De Palma C.S.M. - SERT Dr. Massimo Modena Marcon Dr.ssa A. De Palma C.S.M. - SERT Dr. Lorenzo Sassuolo Morini Dr.ssa A. De Palma C.S.M. - SERT a.s. Antonella Pavullo Bardani Dr.ssa A. De Palma C.S.M. - SERT Dr. Luisa Obici Vignola Castelfranco Dr.ssa A. De Palma C.S.M. - SERT Dr. Massimo Marcon Carpi Servizio Sociale Disabili Adulti delegato dai Comuni - Dr.ssa Sabrina Tellini a.s. Laura Dall’Olio Dr. Lorenzo Morini - * Descrizione delle competenze omogenee su tutto il territorio provinciale: Medicina Legale: accertamento dello stato di invalidità, cecità e sordità civili, della condizione di handicap ai sensi della L. 104/92 e per il collocamento mirato al lavoro delle persone con disabilità ai sensi della L. 68/99 e DPCM 13/1/2000. In ogni sede distrettuale opera almeno una Commissione a eccezione di quello di Castelfranco Emilia, da sempre associato a Modena per l’erogazione delle prestazioni. Dipartimento Salute mentale: pianificazione, verifica e, in collegamento con gli altri Enti della Comunità, attuazione di percorsi di riabilitazione complessi, personalizzati, finalizzati alla massima inclusione sociale possibile per il singolo paziente. Le attività del DSM vengono svolte in sede Distrettuale dal CSM responsabile dell’istruttoria dei percorsi dei pazienti del bacino di competenza. Analogamente il SERT ha la medesima responsabilità. Unità operative Salute Disabili Adulti: ha il compito di essere l’interfaccia tra i bisogni sanitari e i bisogni sociali; attraverso i suoi operatori partecipa all’unità di valutazione multidimensionale che ha il compito di valutare complessivamente l’utente e di stendere il progetto personalizzato complessivo individuando le risorse che il sanitario mette a disposizione per la realizzazione del progetto stesso. Servizio Sociale Disabili Adulti delegato dai Comuni: la delega è presente nei Distretti di Mirandola e Sassuolo. Ha il compito di gestire i servizi sociali e sanitari rivolti alle persone adulte con disabilità ed in modo particolare gestisce il servizio per l’inserimento lavorativo dei disabili nelle sue diverse articolazioni. Allegato n. 2 SCHEDA 2 Definisce per macro tipologie le disabilità e identifica il servizio/Unità Operativa di riferimento per gli utenti interessati da questo protocollo interessati ad interventi di mediazione. DISABILITÁ SOMATICA Severe limitazioni dell’apparato locomotore congenite o acquisite, compreso patologie di origine neurologico quali sclerosi, miopatie, malformazioni congenite (es. spina bifida, lussazione dell’anca, etc.), con o senza compromissioni cognitive e/o intellettive. SERVIZIO DI RIFERIMENTO: Unità Operativa Salute Disabili Adulti e Servizio Sociale DISABILITÁ INTELLETTIVA Sindrome di Down, ritardi mentali medio/lievi SERVIZIO DI RIFERIMENTO: Unità Operativa Salute Disabili Adulti e Servizio Sociale DISABILITÁ DI ORIGINE PSICHIATRICA Schizofrenia, Psicosi, Autismo, Disturbi Affettivi Maggiori Dipendenze patologiche SERVIZIO DI RIFERIMENTO: CSM e SERT DISABILITÁ MULTIPROBLEMATICHE Derivante dalla concomitanza di più patologie, per esempio fisiche, internistiche o intellettive con innesti psicologici o psichiatrici, disturbi comportamentali e relazionali in genere. SERVIZIO DI RIFERIMENTO: Il riferimento è l’unità di valutazione multidimensionale presente in ogni Distretto e che svolge la sua attività secondo gli accordi presi in ambito distrettuale. Nel caso sia evidenziata dalla Commissione medica integrata ex L. 68/99 la necessità di un’attività di mediazione e la persona interessata non accetti nessuno degli interventi proposti, dovrà presentare una nuova istanza per una rivalutazione collegiale. Distretto Carpi Mirandola Modena Sassuolo Pavullo Vignola Castelfranco Emilia Articolazione dei Servizi distrettuali per l’attività di mediazione Ufficio di Piano - Distretto di Carpi / Unione terre d’Argine Ufficio di Piano - Distretto di Mirandola / Unione Comuni Area Nord Ufficio di Piano - Distretto di Modena / Comune di Modena Ufficio di Piano - Distretto di Sassuolo / Comune Capofila: Fiorano Ufficio di Piano - Distretto di Pavullo / Comune capofila: Pavullo Ufficio di Piano - Distretto di Vignola / Unione Terre dei Castelli – ASP Ufficio di Piano - Distretto di Castelfranco / Comune capodistretto Allegato n. 3 SCHEDA 3 L’operatore sociale/sanitario nominato e presente all’interno della Commissione medica integrata è un operatore del territorio inserito all’interno di équipes di lavoro composte secondo le diverse declinazioni e l’organizzazione dei servizi socio-sanitari. Il compito specifico è rappresentato dalla compilazione della scheda professionale redatta anche in momenti separati dall’atto della valutazione della Commissione integrata e teso a raccogliere la storia della persona con particolare riferimento alla storia socio-lavorativa e ad identificare aree critiche dell’orientamento lavorativo del soggetto. Il compito specifico in sede di valutazione della Commissione è quello di collaborare secondo la propria competenza e assieme ai medici specialisti presenti, sia alla composizione del profilo professionale, sia alla valutazione di compatibilità tra lo stato invalidante e la tipologia del lavoro, sia alle eventuali necessità di mediazione per il collocamento mirato della persona con disabilità. Si allega la griglia che sintetizza al momento la distribuzione e la presenza dell’operatore sociale esperto nelle Commissioni mediche integrate deputate all’accertamento per il collocamento mirato al lavoro delle persone con disabilità. Distretto Carpi Mirandola Modena Sassuolo Pavullo Vignola Castelfranco Emilia Compilazione della scheda Assistenti Sociali Comune/i Partecipazione alla Commissione 1 operatore SERT ed 1 CSM assistenti sociali ed educatori dei comuni del Distretto Educatori professionali del Servizio sociale delegato all’Az. USL Coordinatore ed educatori del Servizio sociale di base del Comune di Modena Educatori professionali del Servizio sociale delegato all’Az. USL Coordinatore ed educatori del Servizio sociale di base del Comune di Modena Educatori professionali del Servizio Educatori professionali del Servizio sociale delegato all’Az. USL sociale delegato all’Az. USL Educatore professionale della Salute Educatore professionale della Salute Disabili Disabili Educatore professionale del Servizio Sociale del comune Educatori professionali e/o il Educatori professionali e/o il Responsabile del Servizio Responsabile del Servizio inserimento inserimento lavorativo dell’ASP lavorativo dell’ASP Assistenti Sociali Delega agli educatori del Servizio sociale Comune/i di base del Comune di Modena