Manuale di storia semplificato classe terza media Prof. Stefano Facchini, prof. Eva Riccò, prof. Piera Ferrarini INDICE • • • • • • • • • • Napoleone Bonaparte 1796-1821 Risorgimento Le guerre d’indipendenza: verso l’Unità d’Italia Guerra di secessione americana (1861-1865) Lo statuto Albertino e la costituzione italiana I primi decenni dell’Italia unita (1861-1896) La 2^ rivoluzione industriale 1850-1870 Colonialismo e imperialismo L’età giolittiana Verso la 1^ guerra mondiale: interventisti e neutralisti Anno scolastico 2008-2009 Scuola media Marconi Modena 1 pag. 2 pag. 4 pag. 4 pag. 6 pag. 7 pag. 8 pag. 9 pag. 10 pag. 11 pag. 11 Napoleone Bonaparte 1796-1821 Fu imperatore di Francia dal 1814 al 1821. Per incarico del Direttorio (l’organo che guidava la Francia negli ultimi anni della rivoluzione francese), condusse una strepitosa campagna militare in Italia nel 1796, che passo in gran parte sotto il dominio francese. Pur con un esercito mal equipaggiato, Napoleone portò a effetto un’azione fulminea contro gli austropiemontesi, sconfiggendoli in varie battaglie e diffuse in Italia gli ideali di libertà e uguaglianza della Rivoluzione francese. Conquistate Modena, Reggio, Bologna e Ferrara, le riunì nella Repubblica Cispadana (27 dicembre 1796). Fondò anche la Repubblica Cisalpina e la Repubblica Ligure. Costrinse gli austriaci al Trattato di Campoformio (17 ottobre 1797) con l’Austria. L’accordo prevedeva che l’Austria entrasse in possesso dei territori della Repubblica di Venezia. Piemonte e Toscana furono annessi alla Francia. In seguito le truppe francesi invasero il Lazio e occuparono Roma, fondando la Repubblica Romana (15 febbraio 1798). La Repubblica Partenopea, proclamata il 23 gennaio 1799 dai giacobini napoletani, durò soltanto pochi mesi. Campagna d’Egitto 1798. Napoleone fu inviato in Egitto, allora sotto il dominio ottomano, ma con l’intenzione di danneggiare l’Inghilterra che aveva con quel paese importanti scambi commerciali. Ma dopo la sua vittoria (21 luglio 1798) nella battaglia delle Piramidi (il suo esercito era numericamente inferiore di due o tre volte rispetto agli avversari) subì una terribile sconfitta in mare ad Abukir a opera dell’ammiraglio inglese Horatio Nelson (1° agosto 1798), e la campagna si concluse con la disfatta dell’esercito francese. Dal consolato all’Impero. Rientrato a Parigi, il 9-10 novembre del 1799 (18-19 brumaio) attuò un colpo di stato, che portò all’instaurazione del Consolato. Napoleone si fece nominare console a vita (8 maggio 1802), carica legittimata il 2 agosto dello stesso anno attraverso il voto popolare. Il 18 maggio 1804 venne dal Senato proclamato imperatore ereditario con il nome di Napoleone I: l’atto fu sancito da un plebiscito popolare e seguito dall’incoronazione a Parigi, nella cattedrale di Notre-Dame, da parte del papa Pio VII (2 dicembre 1804). Riorganizzò le finanze, creò licei, la banca di Francia e fece promulgare il codice Napoleonico (civile). Grazie alla gloria conquistata sui campi di battaglia riuscì a 2 raggiungere il potere, fino a costituire il più vasto impero d’Europa. Agli inizi del 1805, tuttavia, si costituì la terza coalizione tra Inghilterra, Austria, Russia, Svezia e Regno di Napoli. Gli inglesi sconfissero la flotta francese a Trafalgar, nei pressi di Gibilterra (21 ottobre 1805), mentre i francesi riuscirono a riportare una vittoria ad Austerlitz sugli austro-russi (2 dicembre 1805). Campagna di Russia 1812. L'invasione della Russia, considerata come l'ultima possibilità per piegare definitivamente la Gran Bretagna, fu il primo passo verso la sconfitta che arrivò a Lipsia nel 1813 e a Waterloo nel 1815. A capo di un esercito decimato dalle battaglie, dalle epidemie e dal gelido inverno russo, Napoleone dovette ordinare la ritirata. Dei 600.000 soldati partiti alla conquista della Russia, ne tornarono in Francia solo poche centinaia. Le nazioni coalizzate invasero la Francia indifesa, il 4 marzo 1814 Parigi venne occupata dalle truppe nemiche, il 6 aprile Napoleone è costretto ad abdicare in favore di suo figlio e poi a rinunciare alla totalità dei suoi poteri andando in esilio all'isola d'Elba il 7 luglio dello stesso anno. Dall'isola d'Elba riuscì tuttavia a fuggire e a riconquistare il potere per 100 giorni. Il suo esercito fu sconfitto definitivamente dalle forze della settima coalizione nella battaglia di Waterloo (18 giugno 1815) e Napoleone, dopo aver abdicato, venne confinato nell'isola di Sant'Elena. Napoleone Bonaparte morì (cancro allo stomaco) a Longwood (Sant’Elena), sotto la sorveglianza degli inglesi, il 5 Maggio 1821. 3 Risorgimento E’ il processo che portò alla formazione dello Stato italiano unitario nell'Ottocento. Il Risorgimento cominciò dopo il Congresso di Vienna come reazione alla restaurazione. In Italia i patrioti del Risorgimento lottarono soprattutto contro il dominio dell'Austria nel Nord Italia e contro quello dei Borboni nel Regno delle Due Sicilie. I primi moti risorgimentali, organizzati da società segrete come la carboneria, scoppiarono in Italia fra il 1820 e il 1821 senza ottenere alcun successo. Il Risorgimento come lotta contro l'Austria si sviluppò soprattutto nelle tre guerre di indipendenza. Mentre la liberazione dell'Italia meridionale avvenne grazie alla spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi e Mazzini rappresentò l'anima repubblicana del Risorgimento, Cavour, monarchico e liberale, ne fu la guida e il maggiore artefice su piano politico e internazionale. (vedi mappa concettuale allegata) Le guerre d’indipendenza: verso l’Unità d’Italia Le guerre d’indipendenza furono combattute dal regno di Sardegna, e poi dal regno d’Italia, contro l’Austria per portare a compimento l’indipendenza e l’Unità d’Italia. La prima guerra d’indipendenza fu dichiarata all’Austria, il 23 marzo 1948, dal re di Sardegna Carlo Alberto dopo l’insurrezione di Venezia e le cinque giornate di Milano. L’esercito piemontese, che ebbe l’appoggio di numerosi volontari ottenne alcune vittorie iniziali (Pastrengo) ma fu sconfitto da Radetzsky a Curtatone e Montanara, prima e a Custoza poi. Dopo l’armistizio nel 1949 Carlo Alberto riprese le ostilità ma fu sconfitto a Novara e abdicò (lasciò il trono) in favore di Vittorio Emanuele II che firmò a Milano, la pace con l’Austria. Cavour dopo aver stipulato a Plombieres un’alleanza con la Francia di Napoleone III, nel 1959 provocò l’Austria che dichiarò guerra al Regno di Sardegna. Scoppiò così la seconda guerra d’indipendenza. Piemontesi e francesi sconfissero gli austriaci a Magenta, a Solferino e a San Martino e occuparono tutta la Lombardia. Napoleone III però firmò con l’imperatore austriaco Francesco Giuseppe l’armistizio di 4 Villafranca (11 luglio 1859). Dopo l’armistizio Toscana, Parma e Modena, attraverso plebisciti popolari, decretarono la propria annessione al Piemonte iniziando il processo che porterà all’Unità d’Italia. Il regno d’Italia, proclamato nel 1861, si inserì nel conflitto austroprussiano del 1866 e si alleò con la Prussia con la speranza di ottenere, in caso di vittoria, come compenso il Veneto. Anche se fu sconfitta militarmente sia per terra (Custoza) che per mare (a Lissa), l’Italia grazie alle vittorie prussiane, ricevette ugualmente il Veneto con la pace di Vienna del 3 ottobre 1966, che chiuse la terza guerra d’indipendenza. Restava irrisolta la questione di Roma, in mano al pontefice, che verrà occupata nel 1870 e annessa al regno d’Italia. 5 Guerra di secessione americana(1861-1865) Guerra civile combattuta negli Stati Uniti che oppose tra il 1861 e il 1865 gli Stati Uniti d’America (l’Unione) a undici stati secessionisti del Sud, organizzati nella Confederazione degli Stati Uniti d’America. Nella seconda metà del XIX secolo, gli Stati del Nord avevano sviluppato un’economia industriale, mentre nel sud l’economia era agricola e di basava sullo sfruttamento degli schiavi (oltre quattro milioni di schiavi neri impiegati nelle piantagioni di cotone, tabacco e canna da zucchero). La principale causa di contrasto tra le regioni agricole meridionali e quelle industriali del Nord era proprio la schiavitù. Nel 1860 divenne presidente Abramo Lincoln, che era contrario alla schiavitù. L’elezione di Lincoln e l’imposizione nel nord di tasse di importazione sui prodotti agricoli provenienti dagli stati del Sud provocarono la reazione di questi. Rafforzò nel Sud l’opinione che per tutelare i propri interessi non esistesse altra via se non quella dell’indipendenza. Nel marzo del 1861 sette stati (South Carolina, Mississippi, Florida, Alabama, Georgia, Louisiana, Texas) adottarono ordinanze di secessione (atto di separazione di un territorio e della sua popolazione da uno stato al quale politicamente appartiene, al fine di costituirsi in entità statale autonoma) dando vita agli Stati Confederati d’America ed eleggendo Jefferson Davis quale presidente. Ebbe inizio così la guerra che si concluse con la sconfitta del Sud nel 1865 e con l’abolizione della schiavitù su tutto il territorio americano. 6 Lo statuto Albertino e la costituzione italiana Lo Statuto Albertino fu molto importane per la storia d’Italia. Concesso da Carlo Alberto nel 1848, fu esteso al Regno d’Italia nel 1861 e rimase in vigore fino all’avvento del fascismo. Pur con tutti i suoi limiti , Lo Statuto Alberino trasformava il regno di Sardegna da stato assoluto in stato costituzionale. I deputati erano infatti liberamente eletti . Statuto Albertino 1848 1 2 3 Costituzione Italiana 1948 LA RELIGIONE CATTOLICA APOSTOLICA E ROMANA è LA SOLA RELIGIONE DELLO STATO. GLI ALTRI CULTI SONO (VALDESI ED EBREI) TOLLERATI . LO STATO E’ RETTO DA UN GOVERNO MONARCHICO. IL TRONO è EREDITARIO SECONDO LA LEGGE SALICA (SOLO I DISCENDENTI MASCHI POTEVANO DIVENTARE RE). IL potere legislativo sarà esercitato dal RE e da DUE camere: il Senato e LA CAMERA dei Deputati. 4 Tutti gli abitanti del regno sono uguali dinanzi alla legge. Tutti godono i diritti civili e politici e sono ammessi alle cariche civili e militari. 5 La libertà individuale è garantita, nessuno può essere arrestato o portato in giudizio, se non nei casi previsti dalla legge. 6 La stampa sarà libera, ma una legge condanna gli abusi. 7 IL PARLAMENTO è FORMATO DA UNA CAMERA DEI DEPUTATI ELETTA A SUFFRAGIO CENSITARIO (Più RICCHI) E UN SENATO NOMINATO DAL RE 8 IL RE CONTROLLA IL POTERE LEGISLATIVO, ESECUTIVO E GIUDIZIARIO. TUTTE LE CONFESSIONI RELIGIOSE SONO UGUALMENTE LIBERE DAVANTI ALLA LEGGE L’ITALIA È una repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo. La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni politiche e sociali. La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa nessuna forma di detenzione, di ispezione, o perquisizione personale… se non per atto motivato dall’autorità giudiziaria. TUTTI hanno diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta a censura IL POPOLO ELEGGE LA CAMERA DEI DEPUTATI E IL SENATO DELLA REPUBBLICA. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NOMINA I MINISTRI. IL POTERE LEGISLATIVO( FARE LE LEGGI) APPARTIENE AL PARLAMENTO. IL POTERE ESECUTIVO (APPLICARE LE LEGGI) SPETTA AL GOVERNO. IL POTERE GIUDIZIARIO (FARE I PROCESSI) è AUTONOMO (ORGANIZZATO DAI GIUDICI). 7 I primi decenni dell’Italia unita (1861-1896) L’Italia nell’età della Destra storica 1861-1876. Il raggruppamento politico che governò l’Italia dal 1861 al 1876 fu la cosiddetta Destra storica, che raccoglieva gli eredi della politica liberale di Cavour. Dopo l’Unità furono molti i problemi che essa dovette affrontare: • Pochi italiani erano in grado di parlare la lingua italiana; • Bisognava creare un mercato unico (stessa moneta, stesse unità di misura); • Bisognava costruire vie di comunicazione; • Si doveva costruire un esercito nazionale. La Destra adottò una politica fiscale molto severa: la tassa più odiata fu quella sul macinato (introdotta da Quintino Sella) perché colpiva i più poveri. L’Organizzazione e le e leggi piemontesi vennero estese a tutto il paese. • Nel mezzogiorno (il Sud) divampo il brigantaggio, alimentato da motivazioni politiche e sociali. Il governo reagì con estrema durezza e lo stroncò facendo intervenire l’esercito. • Un altro grave problema fu l’ostilità della Chiesa, (infatti dopo il crollo di Napoleone III, l’Italia poté annettere il Lazio e Roma), ma la Chiesa non riconobbe il nuovo Stato Italiano. Malgrado l’emanazione “della legge delle guarentigie”, Pio IX si dichiarò prigioniero in Vaticano e con la bolla chiamata “non expedit” chiese ai cattolici di non prendere parte alla vita politica del regno. La Destra raggiunse il pareggio di bilancio. L’Italia nell’età della Sinistra storica 1876- 1896. Nel 1876 il governo passò nelle mani della Sinistra che comprendeva uomini politici liberali aperti alle idee democratiche. Le principali riforme furono: • La legge Coppino del 1877: scuola elementare obbligatoria e gratuita con l’obiettivo di eliminare l’analfabetismo. • L’abolizione della legge sul macinato • La legge elettorale 1882 per allargare il suffragio universale I governi della Sinistra, guidati dal presidente del Consiglio De Pretis, inaugurarono una politica protezionista nei confronti delle industrie nazionali del Nord per difendere la concorrenza straniera. Questo danneggiò le esportazioni agricole al Sud. Il governo dovette affrontare le opposizioni di cattolici e socialisti (F. Turati diede vita al Partito Socialista dei lavoratori italiani). Nel 1882 Italia, Austria e Germania firmarono la Triplice Alleanza . Di carattere puramente difensivo, tale accordo prevedeva il reciproco aiuto in caso di invasione esterna, con particolare riferimento alla Francia, di uno qualsiasi dei tre firmatari. Dopo De Pretis, salì al governo Crispi, che attuò una politica autoritaria, infatti nel 1894 represse duramente la rivolta dei fasci siciliani. In politica estera rafforzò il legame con la Triplice Alleanza e cercò di ampliare l’espansione coloniale sulla costa orientale dell’Africa. Dopo la sconfitta ad Adua, in Etiopia contro gli abissini, fu costretto a dimettersi. Lo sostituì Di Rudini; gli ultimi anni del’800 furono anni di crisi. 8 La 2^ rivoluzione industriale 1850-1870 La rivoluzione industriale è un processo di trasformazione economica che da un sistema agricoloartigianale-commerciale porta ad un sistema industriale moderno caratterizzato dall'uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica, dall'utilizzo di nuove fonti energetiche. 2° rivoluzione industriale: invenzioni Anno Invenzione Autore 1855 Convertitore Bessemer 1867 Dinamite Nobel 1871 Telefono Meucci 1873 Frigorifero Ferro da stiro 1874 Macchina da scrivere Va fatta una distinzione fra prima e seconda rivoluzione industriale. La prima, iniziata alla fine del settecento, riguarda prevalentemente il settore tessile-metallurgico e comporta l'introduzione della macchina a vapore, mentre la seconda rivoluzione industriale, che prende avvio a metà ottocento circa, si sviluppa con l'introduzione dell'elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio. Nella seconda metà del XX secolo, infine, l'introduzione e l'ampia diffusione dell'elettronica e dell'informatica dà avvio alla terza rivoluzione industriale. Penna stilografica Dal 1850 in poi, si ebbe in Europa e negli Stati Uniti uno 1876 Grammofono sviluppo tecnologico senza precedenti, che assicurò ai paesi Occidentali la supremazia tecnica in tutto il mondo. 1879 Lampadina elettrica Edison I settori in cui si ebbero i maggiori risultati furono quello 1879 Locomotiva elettrica Siemens metallurgico con l'acciaio, quello chimico e quello 1884 Motore a benzina Daimler / Forest elettrico. Lo sviluppo dell'apparato elettrico ebbe un deciso 1897 Telegrafo senza fili Marconi incremento solo dopo il 1870, quando si produssero i 1900 Dirigibile Zeppelin primi generatori (dinamo e motore elettrico).I progressi 1903 Aereo Wright in questo campo permisero la graduale diffusione della rete elettrica ad uso civile per l'illuminazione (e successivamente l'utilizzo dei primi elettrodomestici), nelle case e nei luoghi di lavoro. I trasporti nella seconda metà dell'Ottocento divennero assai più sviluppati e complessi. In alcuni paesi le ferrovie ebbero un incremento del 1000%: negli Stati Uniti si passò da 15000 km di linee ferroviarie a più di 150000 km. Inoltre in alcune delle più importanti città Europee ed Americane, si ebbe la costruzione delle prime metropolitane, fra le quali quelle di Londra e Parigi. Per quanto riguarda il sistema navale, grazie allo sviluppo della metallurgia e all'introduzione dell'elica, si poterono costruire i primi scafi in ferro e successivamente in acciaio, che permisero la costruzione dei robustissimi transatlantici. Nel 1869 venne inaugurato il canale di Suez che collega il Mar Rosso e il Mar Mediterraneo 1 nel 1914 il canale di Panama che collega l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico. L'invenzione della automobile, negli ultimi decenni del XIX secolo, si rivelerà di straordinaria importanza; tali conseguenze, tuttavia, si avvertiranno in modo significativo solo a partire dalla diffusione di massa dell'automobile, che inizierà successivamente, nei primi decenni del XX secolo. Parallelamente ai trasporti, anche le comunicazioni si fecero più veloci e intense. L'invenzione del telegrafo permise le prime comunicazioni intercontinentali. Sarà soprattutto la successiva invenzione del telefono e la sua diffusione su larga scala che porteranno ad una vera rivoluzione nel campo delle comunicazioni. Nei primi anni del novecento, quindi, l'avvento della radio, avvierà una nuova era nel campo della informazione. 9 Fu soprattutto nel periodo della seconda rivoluzione industriale, più che nella prima, che vennero fatte numerose e importantissime scoperte in campo medico e scientifico. Gli studi di Charles Darwin e Gregor Mendel stimolarono l'approfondimento di anatomia comparata, fisiologia, genetica, mentre le fondamentali scoperte di Louis Pasteur, Gerhard Henrik Hansen, Robert Koch, e altri, in campo epidemiologico portarono nel corso del XIX secolo a trovare una difesa contro antichi flagelli come la tubercolosi, la difterite, il colera, la peste, il tifo, la lebbra, la rabbia, la malaria. Questo complesso di scoperte e invenzioni permise nel giro di pochi decenni di migliorare le condizioni igienico-sanitarie di gran parte delle popolazioni dei paesi industrializzati, di abbattere l'alto tasso di mortalità infantile, e di innalzare notevolmente l'età media della popolazione e le aspettative di vita degli individui. Colonialismo e imperialismo Il colonialismo è la politica di conquista di territori stranieri attivata dalle potenze europee a partire dal XV secolo. Lo scopo principale della politica colonialista era trovare nuovi fonti di ricchezza (oro, argento, spezie). I primi imperi coloniali furono quelli del Portogallo e della Spagna: il Portogallo sviluppò soprattutto una rete commerciale in Africa e Asia, mentre la Spagna diede vita ad un impero in America Centrale e Meridionale. Dal XVI secolo al XIX, anche altre potenze europee seguirono una politica di colonialismo soprattutto nell’America Settentrionale; l’Inghilterra ebbe possedimenti sparsi in tutto il mondo, dall’America all’India all’Oceania; i Paesi Bassi fondarono colonie commerciali in Indonesia, nella penisola indiana, nella Nuova Guinea, in Africa e in America Centrale. Nel XIX e in parte nel XX secolo, il colonialismo ha subito una profonda accelerazione, legata allo sviluppo del capitalismo. Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Belgio, e altri stati hanno creato imperi coloniali in Africa. Oggi il colonialismo è scomparso, ma è stato sostituito dal neocolonialismo, una forma indiretta di sfruttamento dei paesi poveri da parte dei paesi ricchi. Con imperialismo si indica la tendenza di uno stato ad estendere il proprio dominio politico ed economico su altri paesi, spesso facendo ricorso alla guerra. E’ stata una politica attuata da alcune grandi potenze europee (Gran Bretagna e Francia su tutte) tra fine Ottocento e inizi Novecento. 10 L’età giolittiana 1901-1914 Per età giolittiana s'intende quel periodo della storia italiana che va dal 1901 al 1914, un quindicennio circa che a buon diritto prese il nome dai governi di Giovanni Giolitti che caratterizzarono la vita politica italiana sino alla vigilia della prima guerra mondiale. Operò una politica moderata nei confronti delle rivendicazioni dei lavoratori; si occupò di invalidità, vecchiaia, lavoro femminile e infantile, estese il diritto di voto a tutti i cittadini maggiorenni di sesso maschile. Il periodo del suo governo segnò una profonda modernizzazione e promosse lo sviluppo industriale dell’Italia. La rete ferroviaria, che nel 1970 misurava soltanto 6000 km, ne contava 18000 nel 1914; i trafori alpini, lo sviluppo dell’idroelettricità, le grandi opere di bonifica e d’irrigazione consentirono un notevole incremento della produzione in tutti i settori. Ebbe inizio l’esportazione del cotone; a Torino con la FIAT sorse l’industria automobilistica, la produzione del grano e dei vini raddoppiò. Fra il 1911 e il 1912 promosse inoltre una politica coloniale, conquistando, nel continente africano, la Libia. Nel 1914 allo scoppio della prima guerra mondiale, si dichiarò contrario all’intervento dell’Italia nella guerra, ma fu costretto a dimettersi di fronte al prevalere degli interventisti Verso la 1^ guerra mondiale: interventisti e neutralisti Salandra, che era da poco a capo del governo quando scoppiò la prima guerra Mondiale (28/7/1914), dichiarò che l’Italia sarebbe rimasta neutrale rispettando le clausole della Triplice Alleanza (trattato che legava il nostro paese a Germania e Austria e che prevedeva che i paesi aderenti all’alleanza, erano tenuti ad entrare in guerra solo nel caso in cui uno degli alleati venisse aggredito militarmente). Ma in questo caso era stata l’Austria a iniziare il conflitto. La Triplice Alleanza (in verdone), la Triplice Intesa (in verde) e gli alleati della Russia (in verde chiaro) nel 1914. 11 Interventismo: Movimento di opinione manifestatosi in Italia tra il 1914 e il 1915, che propugnava il disconoscimento della Triplice Alleanza e l’ingresso in guerra dell’Italia a fianco delle potenze dell’Intesa (Gran Bretagna, Francia e Russia). L’obiettivo immediato era quello di far uscire l’Italia dalla posizione di neutralità assunta al momento dello scoppio della prima guerra mondiale (estate 1914) e sostenuta da una larga maggioranza, sia nel paese sia in Parlamento, dove raccoglieva i consensi dei liberali di Giovanni Giolitti, dei socialisti e dei cattolici. Quasi tutti gli Italiani erano contrari (NEUTRALISTI) all'entrata in guerra a fianco dell'Austria, tradizionale nemico, che ancora occupava Trento e Trieste. Buona parte del paese era per la neutralità, ma gli interventisti propendevano a entrare in guerra a fianco di Francia e Inghilterra. I cattolici e buona parte dei socialisti erano contro la guerra. I socialisti sostenevano che la guerra era un affare tra capitalisti che lottavano per il predominio imperialista dell'Europa. Giolitti, che poco tempo prima aveva lasciato la presidenza del consiglio, si era impegnato per mantenere la neutralità italiana. Egli era sicuro che gran parte del territorio italiano ancora occupato dall'Austria poteva essere ottenuto mediante trattative diplomatiche. INTERVENTISTI: Erano per l'intervento italiano a fianco dell'Intesa i nazionalisti che ritenevano importante combattere per inserire l'Italia tra le grandi potenze, il presidente del consiglio Antonio Salandra e i liberali che lo sostenevano, molti democratici e alcuni socialisti riformisti. Il governo confidando in conquiste territoriali aveva avviato colloqui segreti con l’intesa (formata da Francia, Russia, Inghilterra). il 26 aprile 1915 Salandra all’insaputa del parlamento aveva firmato il Patto di Londra. L’Italia s’impegnava ad entrare in guerra a fianco dell’ Intesa con la promessa di ricevere a guerra finita, Trentino Alto Adige, la Venezia Giulia, l’Istria e la Dalmazia. 12