REGIONE PIEMONTE 1 Relazione tecnico-agronomica

REGIONE PIEMONTE
PROVINCIA DEL VCO
COMUNE DI CANNOBIO
OGGETTO: VALUTAZIONE DELLA PRESENZA DI PIANTE DI
PREGIO ALL’INTERNO DI GIARDINO PRIVATO
1 Relazione tecnico-agronomica
COMMITTENTE: CARLINA srl
FEBBRAIO 2011
I TECNICI :
Dr. Agr. Daniele Quaretta
Dr. Agr. Giovanni Morandi
ELABORATO:
ALLEGATI:
1
Dott. Agr. Daniele Quaretta – Via Fontegno, 12. 28896 Quarna Sopra (VB) Cell. 347-1588591
P.I.01846160032 Ordine Dottori Agronomi – Dottori Forestali Novara e VCO. Timbro n° 85
Dott. Agr. Giovanni Morandi Via 42 Martiri 251 Verbania Fondotoce Cell. 349-3613186
P.I. 01846150033 Ordine Dottori Agronomi – Dottori Forestali Novara e V.C.O. Timbro N° 113
1.
PREMESSA
I sottoscritti Tecnici Dott. Agr. Daniele Quaretta e Dott. Agr. Giovanni Morandi ,
iscritti all’Albo dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali delle Province di Novara e
V.C.O. rispettivamente al n° 85 e al n° 113, hanno ricevuto l’incarico da parte della
Società Carlina srl di eseguire dei sopralluoghi tesi a verificare la presenza di piante di
pregio all’interno di un giardino di vecchia formazione nell’ambito di un complesso
immobiliare sito in Comune di Cannobio .
I sottoscritti Tecnici dopo una attenta valutazione visiva della situazione esistente e in
seguito ai rilievi eseguiti relazionano quanto segue.
2.
STATO DI FATTO
Durante il mese di gennaio 2011 sono stati eseguiti dei sopralluoghi presso il giardino di
vecchia formazione inserito nella proprietà identificata al NCT al Fg. Mapp. 6; 197;
495; 539 del Comune di Cannobio. Proprietà denominata “Monastero delle Orsoline”.
Tali sopralluoghi hanno previsto la verifica della presenza di specie e formazioni
vegetali di pregio, compresa la presenza di antiche varietà locali di particolare interesse.
Nel terreno di pertinenza degli immobili presenti nella proprietà sono state osservate
numerose piante: conifere e latifoglie, arboree ed arbustive. Si possono individuare
principalmente due tipologie di zone: la fascia perimetrale caratterizzata da diverse
specie arboree che hanno raggiunto anche dimensioni abbastanza significative, e una
zona interna dove risultano presenti piantumazioni abbastanza regolari.
In particolare si è verificata la presenza di numerosi fruttiferi, principalmente pomacee e
drupacee, disposti in filari con relativi tutori in evidente stato di abbandono da alcuni
anni. Risultano presenti anche alcuni filari di Actinidia chinensis (Kiwi) e alcuni piccoli
frutti (in particolare lamponi) anch’essi notevolmente compromessi dallo stato di
abbandono in cui versano da alcuni anni.
Dott. Agr. Daniele Quaretta – Via Fontegno, 12. 28896 Quarna Sopra (VB) Cell. 347-1588591
P.I.01846160032 Ordine Dottori Agronomi – Dottori Forestali Novara e VCO. Timbro n° 85
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Foto 1 Filari di pomacee con tutori
Il giardino era stato evidentemente sistemato con l’intenzione di farne un frutteto, come
dimostrato dalla presenza di filari ordinati con relativi pali tutori e fili metallici per la
legatura dei rami; era stata anche realizzata una viabilità interna addirittura con asfalto.
Questo genere di soluzione risulta del tutto anomala per un frutteto e, nonostante che
semplifichi ovviamente la percorribilità e riduca la necessità di manutenzione ordinaria,
diventa un elemento del tutto in contrasto con le normali norme di buona tecnica
colturale nei confronti delle piante; tralasciando l’aspetto estetico, del tutto pregiudicato
dall’asfalto, non si può non osservare che la viabilità impermeabilizzata altera
totalmente i rapporti aria-acqua necessari a determinare delle buone condizioni per lo
sviluppo dell’apparato radicale dei filari di fruttiferi posti nelle vicinanze dei passaggi,
inoltre l’asfalto nel periodo estivo diventa elemento di alterazione anche della
temperatura del suolo contribuendo a peggiorare la condizioni di fertilità.
Dott. Agr. Daniele Quaretta – Via Fontegno, 12. 28896 Quarna Sopra (VB) Cell. 347-1588591
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Le specie presenti risultano essere principalmente le comuni specie fruttifere
appartenenti al gruppo delle pomacee (melo e pero) e delle drupacee (pesco, albicocco,
ciliegio) mentre per quanto riguarda i piccoli frutti si tratta principalmente di Lamponi
e Mirtilli. Sono inoltre presenti, oltre ai già citati Kiwi, alcuni soggetti di Nocciolo.
Il totale abbandono delle ultime stagioni vegetative ha portato alla morte di numerosi
soggetti all’interno dei filari e il deperimento dell’intera popolazione vegetale presente;
parallelamente al deperimento delle piante che erano state introdotte, l’incuria totale ha
portato allo sviluppo di numerosi soggetti di alcune specie infestanti molto invasive che
hanno colonizzato ampi spazi in modo molto aggressivo determinando ulteriori danni
alle specie presenti proprio in virtù della loro forte attitudine pionieristica e
colonizzatrice.
Foto 2 Viale centrale con infestanti spontanee sulla destra e Kiwi a sinistra
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Le specie arbustive infestanti riscontrate sono quelle tipiche dei luoghi incolti, come la
Phytolacca americana e la Buddleja L. che hanno grande vigoria vegetativa e grande
capacità di disseminazione, naturalmente non sono specie di particolare pregio.
Anche il Kiwi, pur essendo una pianta che produce un frutto molto apprezzabile,
quando viene lasciato al suo sviluppo naturale diventa una specie molto invasiva in
quanto manifesta una enorme vigoria vegetativa e tende ad allargare la sua chioma a
scapito delle altre specie limitrofe.
La presenza di alcuni soggetti spontanei di Chamaerops humilis (Palma nana) e di
Cinnamomum camphora (canfora) è un altro sintomo di abbandono di un’area verde
infatti queste sono tipiche specie che possono nascere spontaneamente nei luoghi dal
clima mediamente temperato come le nostre zone lacustri.
Nello zone perimetrali della proprietà sono presenti numerosi soggetti arborei anche di
dimensioni medio grandi; evidentemente sono stati piantumati con l’intento di costituire
una sorta di barriera verde tra la proprietà e l’esterno. Le specie arboree presenti sono
principalmente conifere, tra cui alcuni Pinus, alcuni Cedrus, Larix e numerosi
Cupressus oltre ad alcune latifoglie come alcuni giovani Juglans (noce). Non vi sono
specie rare o particolarmente pregiate e nemmeno risultano esserci soggetti da
considerarsi esemplari per le dimensioni raggiunte. In effetti sono piante piuttosto
ammassate e cresciute l’una vicino all’altra per cui in qualche caso sarebbe possibile un
ridimensionamento attraverso potature molto mirate.
Lungo il confine nord è presente un filare di conifere miste che costituisce una vera e
propria barriera verde fino ad una altezza di almeno una decina di metri ma che
naturalmente rappresenta un insieme di soggetti le cui chiome corso dello sviluppo si
sono inglobate l’una nell’altra così come avranno fatto le rispettive radici, sarebbe
quindi necessaria una attenta riflessione su quello che potrebbe essere il futuro di questa
formazione vegetale alla luce del nuovo progetto a verde che andrà a corredare il
progetto architettonico.
Si sono infine osservati dei cortili interni nei
quali sono presenti alcuni arbusti
sopravvissuti all’abbandono delle manutenzioni ma che tuttavia potrebbero ancora
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essere preservati per costituire gli elementi di base nella progettazione dei futuri spazi
verdi fra gli edifici che saranno oggetto di ristrutturazione conservativa.
3.Valutazioni in merito alle piante da abbattere e sostituire
La maggioranza delle piante attualmente presenti all’interno della proprietà risultano
essere ben conservate, altre poste in filare (si tratta di 31 esemplari di Cupressus) si
presentano nel complesso fortemente deteriorate.
Questi esemplari, che inizialmente si pensava di poterli risparmiare, risultano essere
posizionati di fronte all’edificio principale e disposti in filare lungo il confine. Le
chiome, oggi si toccano e si compenetrano come chiara conseguenza di un vizio di
impianto (le piante sono state originariamente poste a dimora troppo vicine fra loro), si
è determinata così l’impossibilità di eliminare solo alcuni soggetti posti all’interno del
filare stesso, senza inevitabilmente compromettere anche quelli restanti.
Infatti eliminando alcune delle piante poste all’interno del filare si determinerebbe uno
spogliamento delle chiome che restano: tutte le chiome nel loro interno risultano essere
prive di nuova vegetazione.
Considerando poi che i Cupressus, sono conifere non in grado di reagire con nuova
vegetazione a tagli o ad ablazioni della chioma o parte di essa, nel caso specifico, il
centro delle chiome risulta essere eccessivamente spoglio e quindi privo di gemme che
possano provvedere alla rigenerazione della chioma.
Inoltre il sito di impianto risulta essere eccessivamente limitante alla crescita di questi
alberi, il cui apparato radicale non è libero di accrescersi a raggiera per la presenza del
muro di recinzione posto nelle immediate vicinanze con chiara conseguenza negativa
per la stabilità dell’intero filare.
Inoltre, all’interno del filare vi sono diversi esemplari che presentano una chioma
fortemente compromessa: alcuni presentano una forte pendenza strapiombante verso
l’edificio, altri presentano una vistosa ginocchiatura a circa 2,5 m da terra che si è
generata in seguito al danneggiamento del cimale quando l’albero era nella sua fase
giovanile, mentre altri esemplari presentano una grossa forcella che ha generato due
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cimali aperti sempre a
circa 2,5 m da terra, conseguenza anche questa del
danneggiamento della parte apicale.
Inoltre sulla parte frontale del filare sono previste delle operazione di scavo a distanza
ravvicinata rispetto al filare stesso (meno di 2 m). Inevitabilmente questi lavori
andranno a interagire negativamente con gli apparati radicali.
Come detto sopra, l’impossibilità di agire con il taglio solo rispetto ad alcuni soggetti
del filare ha determinato la necessità di prevedere l’abbattimento di tutte le piante del
filare.
4.CONCLUSIONI
In base a quanto riscontrato in campo a seguito dei sopralluoghi effettuati è possibile
affermare che nel giardino in oggetto sono distinguibili diversi ambiti con popolazioni
vegetai distinte. Nello spazio più ampio sono presenti quasi esclusivamente piante da
frutto che versano in cattive condizioni sanitarie e di manutenzione ordinaria (potature),
fra queste non sono state riscontrati esemplari di pregio e appartenenti a varietà locali
antiche; nelle zone perimetrali vi sono numerosi soggetti arborei tutt’altro che rari che
non potranno essere preservati con opportuni interventi di cura date le condizioni
sanitarie ormai compromesse e dato che i lavori di scavo previsti interferiranno
pesantemente con i loro apparati radicali.
Infine va ricordato che vi sono delle popolazioni arbustive, nei cortili, che in parte
possono essere recuperate e valorizzate nell’ambito del progetto complessivo previsto.
Pertanto i lavori di scavo e di sondaggio del terreno non interferiranno né con piante
monumentali caratterizzanti il paesaggio né con piante di varietà interessanti dal punto
di vista botanico e/o rare.
Nel successivo progetto di sistemazioni delle parti a verde si terrà conto delle piante
abbattute per necessità di cantiere e in particolar modo il filare di Cupressus verrà
rimpiazzato da un uguale numero di soggetti da collocare a dimora nella medesima
posizione al termine dei lavori di scavo.
Dott. Agr. Daniele Quaretta – Via Fontegno, 12. 28896 Quarna Sopra (VB) Cell. 347-1588591
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