Frumento Triticum sp. pl. Frumento (Triticum sp.pl) – La produzione italiana mediamente non copre il fabbisogno nazionale. – La necessità di importare frumento tenero è dovuta non solo alla produzione nazionale quantitativamente insufficiente, ma anche all’esigenza di integrare la produzione dal punto di vista qualitativo. Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Frumento (Triticum sp.pl) – Genere Triticum – sono riconoscibili quattro genomi: A, B, G, D –A proverrebbe da una specie selvatica del genere Triticum –BeG proverrebbero da specie del genere Aegilops non identificate –D proverrebbe da A. tauschii Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Frumento (Triticum sp.pl) Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Frumento (Triticum sp.pl) Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Frumento (Triticum sp.pl) Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Frumento (Triticum sp.pl) Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Caratteri morfologici della pianta – Radici – – Le radici primarie sono generalmente in numero di 5 ma possono essere anche 7 – restano vitali per tutto il ciclo vegetativo della pianta e contribuiscono all’assorbimento di acqua e di elementi nutritivi Le radici avventizie si originano dai nodi basali – sono fibrose e costituiscono la parte maggiore dell’apparato radicale – oltre che dai nodi del culmo principale si originano in numero di una o due dai nodi basali dei culmi di accestimento. Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Caratteri morfologici della pianta Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Caratteri morfologici della pianta – Fusto – Altezza variabile in funzione – specie – varietà – condizioni ambientali e nutrizionali – Nelle vecchie popolazioni di frumento l’altezza delle piante raggiungeva 180-220 cm – oggi si hanno varietà non più alte di 70-80 cm – L’altezza è correlata inversamente con la sua resistenza all’allettamento Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Caratteri morfologici della pianta – Fusto – – – – eretto cilindrico formato da 5-8 internodi Caratteristica del culmo del frumento e dei cereali affini è la ginocchiatura – consiste in una proliferazione delle cellule meristematiche presenti nei nodi che permette il raddrizzamento del culmo delle piante allettate in corrispondenza di un nodo Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Caratteri morfologici della pianta – Foglia – – – Il numero di foglie per pianta e le caratteristiche come colore, angolo di inserzione del culmo, dimensioni e forma della lamina, variano con la specie e con la varietà Il numero variabile da 5-8 è correlato con la durata del ciclo vegetativo delle piante – ma dipende anche dalle condizioni ambientali e nutrizionali La guaina fogliare avvolge completamente il culmo per buona parte nella lunghezza dell’internodo soprastante il nodo di inserimento della foglia Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Caratteri morfologici della pianta – Foglia – lamina o lembo – forma lineare-lanceolata appuntita, con nervature parallelinervie. – notevole è l’importanza dell’ultima foglia (foglia a bandiera) nella fase di riempimento delle cariossidi Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Caratteri morfologici della pianta – Foglia – – Ligula – è bene sviluppata – abbraccia il culmo – margine frastagliato provvisto di peli sottili Auricole – sempre presenti – bene evidenti – provviste di peli sottili Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Caratteri morfologici della pianta – Infiorescenza – E’ una spiga formata da: – asse principale o rachide sul quale sono inserite spighette solitarie e sessili. la lunghezza del rachide varia da specie a specie e da varietà a varietà. è costituito da nodi ed internodi molto brevi, disposti a zig-zag – spighette inserite una ad ogni nodo del rachide, in posizione alterna su due file opposte nel frumento tenero e duro sono mediamente 1820 per spiga Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Caratteri morfologici della pianta – Cariosside – – – – – parte ventrale parte dorsale Dorsalmente – forma ellittica, ovale, ovoidale Lateralmente – forma regolare, gibbosa Ventralmente – solco ventrale Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Caratteri morfologici della pianta – Cariosside – – Endosperma – struttura farinosa frumenti tenero, turgido, spelta – struttura vitrea e colore ambraceo frumenti duri – struttura semivitrea in alcune varietà di frumento tenero Nelle cariossidi di grano duro si possono individuare zone farinose, biancastre – questo fenomeno, detto bianconatura, costituisce un difetto qualitativo del prodotto Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Caratteri morfologici della pianta – Cariosside – – Peso medio della cariosside – 30-40 mg fumento tenero – 30-55 mg frumento duro Superficie è liscia – Striminzita e grinzosa se la maturazione non avviene regolarmente o è affetta da squilibri idrici Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Caratteri morfologici della pianta – Cariosside – Embrione è posto nella parte dorsale e basale. – la piumetta è avvolta da una guaina – la radichetta è avvolta da una specie di cuffia – coleoptile coleorriza unito al fusticino o asse embrionale è il cotiledone del seme o scutello interposto fra l’embrione e l’endosperma Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Semina-emergenza – – – Inizia con la germinazione e procede con lo sviluppo della plantula fino alla fuoriuscita dalla superficie del terreno – emergenza Umidità cariosside 35-40% Dapprima si sviluppa l’apice radicale protetto dalla coleorriza, seguito poco dopo tempo, dall’apice del germoglio, rivestito dalla prima foglia embrionale (coleoptile) Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Semina-emergenza – – – nelle semine profonde in cui l’emergenza è ritardata, lo sviluppo fenologico procede comunque e la prima foglia vera può uscire dal coleottile quando si trova ancora sotto la superficie del terreno, diminuendo la capacità di emergenza delle plantule in condizioni normali, al momento dell’emergenza sono già visibili altri 2-3 primordi di foglie all’apice vegetativo in condizioni ottimali la fase semina-emergenza ha una durata di 10-15 giorni Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Emergenza-inizio accestimento – – – Dopo l’emergenza lo sviluppo procede con l’emissione di nuove foglie Contemporaneamente nuovi primordi di foglie si differenziano all’apice vegetativo – ad un ritmo più veloce dell’emissione delle foglie stesse Quando sono emerse 3 - 4 foglie – tutti i primordi delle foglie sono in genere già differenziati – l’apice tende ad assumere una forma più allungata iniziando la differenziazione della spiga Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Emergenza-inizio accestimento – – – L’emissione delle foglie comunque procede, sovrapponendosi alla fase successiva, ma gli internodi ancora non si allungano All’ascella di ogni foglia, compreso il coleoptile, si sviluppa una gemma che ripete esattamente la struttura dell’asse principale e che, sviluppandosi, può dare origine a un culmo di accestimento – Il primo culmo di accestimento che fuoriesce dal terreno è, di norma, quello situato all’ascella della prima foglia, o raramente, della seconda Figura Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Emergenza-inizio accestimento – – Nelle semine autunnali – l’accestimento inizia in genere prima dell’inverno, quindi rallenta in modo considerevole, per poi riprendere quando la temperatura si alza Durante la fase di accestimento – l’accrescimento dell’apparato radicale procede attivamente Ogni culmo differenzia infatti un proprio apparato avventizio che si aggiunge a quello embrionale Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Inizio accestimento-inizio levata – L’emissione dei culmi di accestimento procede con un ritmo che dipende – essenzialmente – talvolta dalla dall’andamento termico durata del giorno – Ogni culmo di accestimento può a sua volta accestire – Normalmente le gemme ascellari oltre la quarta foglia non si sviluppano Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Inizio accestimento-inizio levata – Durante l’accestimento – ogni culmo continua ad emettere nuove foglie mantenendo però internodi raccorciati le piante hanno perciò aspetto cespitoso con portamento delle foglie eretto, semieretto o prostrato a seconda della varietà – nel frattempo gli apici vegetativi procedono con lo sviluppo con una serie di modificazioni morfologiche differenziazione dei primordi delle spighette, delle glume e delle glumette Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Inizio accestimento-inizio levata – In corrispondenza della differenziazione della spighetta terminale – la pianta entra nella fase successiva – l’accestimento, in condizioni normali tende a cessare – il numero di culmi per pianta presente in questo momento eccede largamente il numero di quelli che verranno portati a maturità rappresenta l’indice di accestimento normali condizioni di coltura varia da 0,5 a 2 Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Inizio levata-spigatura – la differenziazione della spighetta terminale corrisponde con l’inizio dell’allungamento rapido degli internodi che avviene a partire da quelli basali fase di levata – gli internodi raggiungono lunghezze via via maggiori dalla base all’apice portando rapidamente verso l’alto la spiga – contemporaneamente procede l’emissione di nuove foglie Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Inizio levata-spigatura – L’ultima foglia è chiamata foglia a bandiera – per il portamento caratteristico – la guaina è particolarmente allungata contiene al suo interno la spiga che, prima della fuoriuscita, ne determina l’ingrossamento stadio di botticella da questo stadio, la completa fuoriuscita della spiga richiede 10-20 giorni, in funzione della temperatura Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Inizio levata-spigatura – Durante la levata – la spiga continua il suo sviluppo con la differenziazione di glumette stami ovario. – l’accrescimento dell’apparato radicale cessa in genere poco prima della spigatura. Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Fioritura ed impollinazione – – – – La fioritura inizia dalle spighette centrali – procedendo verso l’apice e la base della spiga – è evidenziata dalla fuoriuscita delle antere dalle glumette Al momento della fioritura – le antere sono già aperte – l’impollinazione è già avvenuta Il frumento è pertanto specie autogama e cleistogama La fioritura dura in media 4-8 giorni Dopo la fecondazione inizia lo sviluppo della cariosside Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Crescita e maturazione della cariosside – si può ulteriormente suddividere in tre sottofasi 1. Moltiplicazione cellulare 2. Accumulo di sostanze di riserva 3. Essiccamento Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Crescita e maturazione della cariosside – Moltiplicazione cellulare – Le divisioni mitotiche dello zigote si susseguono e la cariosside aumenta di dimensioni lineari, fino a raggiungere la lunghezza definitiva – Al termine di questa sottofase, spesso indicata come fase lag è stabilito il numero definitivo di cellule dell’endosperma e, quindi, la potenzialità di accumulo delle riserve – La durata della fase varia di norma dai 7 ai 15 giorni in funzione della temperatura Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Crescita e maturazione della cariosside – Accumulo sostanze di riserva – Dura dai 20 ai 40 giorni le divisioni cellulari sono cessate in condizioni favorevoli il rapido accumulo di amido determina un aumento pressoché lineare del peso secco della cariosside – Il peso dell’acqua aumenta fino ad un certo punto, dopo rimane costante Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Crescita e maturazione della cariosside – Accumulo sostanze di riserva – Il massimo quantitativo assoluto di acqua corrisponde allo stadio di maturazione lattea la cariosside è ripiena di una sospensione di amido e sostanze proteiche di aspetto lattiginoso – Alla fine di questa sottofase la cariosside ha raggiunto il massimo peso secco e si trova allo stadio di maturazione latteo-cerosa Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Crescita e maturazione della cariosside – Essiccamento – Nell’ultima fase la cariosside perde rapidamente umidità passando per lo stadio di maturazione cerosa circa 30% di acqua perdita del colore verde e si può intaccare con le unghie Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fasi vegetative e riproduttive – Crescita e maturazione della cariosside – Essiccamento – In relazione alle condizioni atmosferiche l’essiccamento procede fino alla maturazione piena circa 15% di umidità è possibile la raccolta meccanica e la cosiddetta maturazione di morte circa 10-12%di umidità è possibile la conservazione senza essiccamento Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Specie coltivate – Frumento tenero – – – – – T. aestivum ssp. aestivum Il lemma può essere – aristato – mutico – colore paglierino o rossiccio – con glume Il culmo è cavo – tranne che in rari casi Altezza variabile da 70-120 cm La cariosside ha frattura farinosa Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Specie coltivate – Frumento duro – – – – – T. turgidum ssp. durum Le glumette inferiori sono aristate – tranne che in rare eccezioni – le reste sono lunghe fino a 20 cm Il culmo – pieno di tessuto spugnoso nella parte superiore dell’ultimo internodo Altezza variabile da 80-110 cm La cariosside ha frattura vitrea Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Specie coltivate – Spelta o farro maggiore – T. aestivum ssp. spelta – Farro – T. turgidum ssp. dicoccon – Farro piccolo – T. monococcum ssp. monococcum Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Ecologia e fisiologia della coltura – Esigenze ambientali e adattamento – – – – Esigenze termiche: è adattato a svolgere il suo ciclo biologico per gran parte durante la stagione fredda è un cereale microtermo – lo zero di vegetazione prossimo a 0°C nelle fasi comprese tra la germinazione e la spigatura 6°C per quelle di fioritura e maturazione sensibilità al gelo – elevata nelle fasi di germinazione e di emergenza Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Ecologia e fisiologia della coltura – Esigenze ambientali e adattamento – – Esigenze termiche: Rresistenza al freddo – aumenta tra l’emergenza e la quarta foglia e raggiunge il massimo in pieno accestimento – può aumentare notevolmente se la pianta è sottoposta ad un periodo di progressivo adattamento alle basse temperature Indurimento è favorito da basse temperature costanti. non avviene nelle varietà che non necessitano di vernalizzazione, queste sono pertanto meno resistenti al gelo Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Ecologia e fisiologia della coltura – Esigenze ambientali e adattamento – – – – Esigenze termiche: Resistenza al freddo – diminuisce drasticamente all’inizio della levata Alla fioritura – temperature anche di 0°C danneggiamenti agli organi riproduttivi e sterilità pollinica Gli effetti delle alte temperature si manifestano prevalentemente attraverso squilibri fisiologici Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Ecologia e fisiologia della coltura – Esigenze ambientali e adattamento – – Vernalizzazione e controllo fotoperiodico dello sviluppo: Alcuni genotipi di frumento detti invernali o non alternativi – non attuano la differenziazione riproduttiva dell’apice (viraggio) se la pianta non ha trascorso un periodo a basse temperature (vernalizzazione) – l’efficacia vernalizzante della temperatura è massima tra 3 e 10°C – il frumento non ha fase giovanile essendo sensibile all’azione induttiva di basse temperature già dallo stadio di seme imbibito Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Ecologia e fisiologia della coltura – Esigenze ambientali e adattamento – Vernalizzazione e controllo fotoperiodico dello sviluppo: – Le varietà primaverili o alternative – non necessitano di vernalizzazione – il loro sviluppo procede in funzione della temperatura se seminate presto possono iniziare la levata prima dell’inverno da questo deriva la loro sensibilità al freddo – la differenziazione riproduttiva avviene anche in assenza di vernalizzazione ma è accelerata da un periodo di basse temperature Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Ecologia e fisiologia della coltura – Esigenze ambientali e adattamento – – Vernalizzazione e controllo fotoperiodico dello sviluppo: Il frumento è una pianta longidiurna quantitativa – tipi primaverili e invernali vernalizzati la velocità di sviluppo è in funzione della lunghezza del giorno – tipi invernali non vernalizzati non rispondono al fotoperiodo Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Ecologia e fisiologia della coltura – Esigenze ambientali e adattamento – – – Vernalizzazione e controllo fotoperiodico dello sviluppo: Alcuni tipi alternativi – risposta fotoperiodica molto marcata sufficiente a prevenire la differenziazione fiorale durante l’inverno, in regime di giorno corto, che agisce quindi anche come meccanismo di adattamento alle basse temperature Lo sviluppo dei primordi degli organi (culmi, spighette, ecc.) risponde alla lunghezza del giorno – pertanto, lo stadio fenologico dei culmi differenziatisi più tardi, in regime di giorno lungo, tende a sincronizzarsi con quelli emessi più precocemente Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Ecologia e fisiologia della coltura – Esigenze ambientali e adattamento – Piovosità: – eccessi di piovosità nel periodo invernale dannosi quando determinando asfissia del terreno causano mortalità delle piantine – nella fase finale del ciclo piogge battenti unite a vento forte possono determinare fenomeni di allettamento Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Ecologia e fisiologia della coltura – Esigenze ambientali e adattamento – Piovosità: – nella fase di pre-raccolta se l’embrione ha superato la dormienza una piovosità elevata può determinare l’avvio della germinazione sulla spiga pre-germinazione – carenze idriche provocano la riduzione dell’assimilazione del frumento, con effetti variabili a seconda del momento in cui si verificano es. fenomeno della stretta Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Ecologia e fisiologia della coltura – Esigenze ambientali e adattamento – Esigenze pedologiche: – si adatta ad un’ampia gamma di condizioni pedologiche – trova le condizioni ideali in terreni tendenzialmente argillosi – predilige pH attorno alla neutralità pur adattandosi abbastanza bene a terreni basici o leggermente acidi – tollera discretamente la salinità Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Cenni di fisiologia della coltura – La fotosintesi si svolge secondo il ciclo di Calvin – specie a C3 – Funzionalità e durata dell’apparato fogliare: – la fotosintesi può essere limitata da fattori di stress idrico, nutrizionale e da attacchi parassitari – globalmente, il massimo tasso di assimilazione, nelle migliori condizione di coltura, si ha con valori di LAI di 5-6 – il massimo contributo percentuale è fornito dalle ultime due foglie o, dopo la spigatura, dalla foglia a bandiera e dalla spiga Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Cenni di fisiologia della coltura – Consumo ed utilizzazione degli assimilati: – – – Il tasso di respirazione giornaliero – a 20 °C è pari a circa l’1,5% della biomassa secca presente – è funzione della temperatura raddoppia per ogni 10 °C di aumento Il migliore bilancio tra accumulo e consumo di assimilati si ha a circa 15 °C Per ottenere produzioni elevate è necessario che l’efficienza dell’apparato assimilatore si mantenga il più a lungo possibile Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Cenni di fisiologia della coltura – Consumo ed utilizzazione degli assimilati: – – Nei nostri climi soggetti a siccità precoce – la produzione è generalmente più bassa di quella potenziale In condizioni di grave stress idrico o sanitario – la produzione di granella può essere anche molto bassa 1,5-2 t ha-1 può derivare per gran parte da traslocazione quando non si registrino ulteriori aumenti di biomassa totale dopo la fioritura Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Cenni di fisiologia della coltura – Esigenze idriche: – – – non mostra riduzioni sostanziali della produttività – fino al 50-60% dell’acqua disponibile massima del terreno efficienza d’uso dell’acqua – circa 2-2,5 kg di sostanza secca per mc di acqua – coefficiente di traspirazione 400-500 l kg-1 le fasi di impollinazione e di fecondazione – sono particolarmente sensibili a stress idrici anche di breve durata – in queste fasi un’elevata domanda evapotraspirativa può diminuire la fertilità della spiga Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Ecologia della produzione – La produzione utile del frumento – è rappresentata principalmente dalla granella – la paglia è un sottoprodotto – Indice di raccolto – indica la produzione di granella rispetto alla biomassa totale prodotta – nelle varietà moderne raggiunge valori di 0,5-0,55 – nelle varietà obsolete è pari a 0,3-0,35 producono la stessa quantità di biomassa Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Ecologia della produzione – La produzione di granella è influenzata da diversi fattori: – numero di spighe per unità di superficie – numero di cariossidi per spiga – peso medio delle cariossidi – Il numero di organi dipende da due fattori: – durata della fase in cui avviene la loro differenziazione – flusso di assimilati disponibile durante la differenziazione – Il numero di spighe è influenzato – dall’accestimento – dalla sopravvivenza dei culmi Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Ecologia della produzione – Fattori che influiscono sull’accestimento: – Durata della fase di accestimento – Densità colturale – Carenze nutrizionali e idriche – Attacchi parassitari – mal del piede – Una volta avvenuta la fecondazione, il potenziale produttivo, determinato dal numero di cariossidi per unità di superficie, è in pratica stabilito e risulta correlato alla biomassa epigea presente alla fioritura – Il peso delle cariossidi dipende dal numero di cellule dell’endosperma e dal loro riempimento Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Aspetti generali di coltivazione – La tecnica di coltivazione ha subito notevoli modificazioni in seguito al diffondersi di nuovi mezzi tecnici e di nuove varietà – Sono da considerare in modo particolare quegli aspetti della tecnica colturale che sono in relazione – con il consumo di energia – con l’impatto ambientale – con la qualità del prodotto Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Avvicendamento colturale – Trae notevole vantaggio dall’avvicendamento con altre specie – – Già al primo anno di ritorno sullo stesso terreno (ringano o ristoppio) la riduzione della resa in granella è piuttosto marcata Buone precessioni colturali per il frumento: – le colture da rinnovo in quanto è in grado di utilizzare molto bene il residuo di fertilità che tali colture lasciano nel terreno – le colture foraggere specie quelle poliennali effetti positivi sul controllo delle infestanti, sulle condizioni fisiche del terreno e, nel caso in cui si tratti di specie leguminose, sul contenuto di azoto del terreno Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Avvicendamento colturale – Ottima e tradizionale in ambienti cerealicoli di zone aride o semi-aride è la successione del frumento al maggese – Il frumento è una buona precessione colturale – per le colture da rinnovo – permette, dopo la sua raccolta, di preparare bene il terreno per la coltura successiva Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Semina Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Semina Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Scelta della varietà – Fattore di fondamentale importanza per ottenere le rese migliori – Caratteristiche più importanti: – Resistenza al freddo – Resistenza alle alte temperature, alla siccità, alla “stretta” – Adattamento alle condizioni del terreno – Resistenza all’allettamento – Resistenza alle malattie – Fertilità della pianta – Stabilità di produzione – Qualità del prodotto Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Preparazione del terreno per la semina – Le lavorazioni del terreno sono diverse a seconda di: – Coltura che precede il frumento; – Condizioni climatiche e pedologiche. – La lavorazione ordinaria principale è l’aratura – Oggi sono disponibili seminatrici per la semina su terreno non lavorato – Alla lavorazione principale ne seguiranno altre complementari con lo scopo di – ottenere un letto di semina ben livellato – non zolloso – in cui la cariosside possa trovare buone condizioni per germinare Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Semina – Scelta e “concia” della semente: – la germinabilità non deve essere inferiore al 95% – la semente va trattata con prodotti anticrittogamici – per eliminare eventuali agenti patogeni presenti – Epoca di semina: – nelle condizioni italiane la semina avviene nel periodo autunnale Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Semina – Densità di semina: – – la quantità di semente da impiegare per unità di superficie dipende – dalla densità di piante che si vuole ottenere – dal peso medio delle cariossidi – dai fattori da cui dipende la germinabilità in campo Con buone condizioni climatiche e pedologiche – si punta ad avere 600-700 spighe m-2 ottenibili con una densità di semina di 400-500 cariossidi m-2 Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Semina – Profondità di interramento delle cariossidi e tecnica di esecuzione della semina: – normalmente la profondità di semina varia tra 3-5 cm – è maggiore in condizioni di terreno asciutto e soffice – Oggi la semina viene effettuata – a file impiegando seminatrici – ma può essere eseguita anche a spaglio Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Semina – Profondità di interramento delle cariossidi e tecnica di esecuzione della semina: – La semina a file può essere fatta – a file semplici – distanza 15-18 cm tra le file semplici – binate – distanza di 25-30 cm tra le bine 12-15 cm tra le file della bina – Il lavoro di semina va completato con una leggera rullatura nei terreni soffici o asciutti Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Semina Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione – Esigenze nutritive della pianta – – – La quantità di elementi nutritivi necessari varia in funzione di – fattori genetici – condizioni ambientali (tab 2.6) Ad una maggiore resa corrisponde un maggiore assorbimento di sostanze nutritive L’assorbimento di elementi nutritivi – avviene in quantità notevoli durante la fase della levata al termine di tale fase la pianta ha assorbito non meno del 70-80% delle sue esigenze totali Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione – AZOTO – – contenuto di azoto – nella paglia alla raccolta: max 0,3-0,6% – nelle cariossidi: 1,5-3% con valori più frequenti attorno 2% per frumenti teneri 2,3-2,4% per frumenti duri Tasso di assorbimento dal terreno – raggiunge il massimo durante la levata punte fino ad 8 kg ha-1 per giorno – decresce fino a cessare nel corso del riempimento della cariosside Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione – AZOTO – – – A maturità il contenuto di azoto è così ripartito: – 80% nelle cariossidi – 20% nella paglia Poiché l’assorbimento di azoto dal terreno avviene generalmente per oltre i tre quarti prima della fioritura, l’azoto contenuto nella cariosside deriva in gran parte da traslocazione dalle parti vegetative Influenza dell’azoto sulla produzione: – Ritardo della senescenza dell’apparato fogliare – Aumento della superficie fotosintetizzante – Effetti su accestimento e fertilità della spiga Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione – AZOTO – Colture cresciute con buona disponibilità di azoto fino alla spigatura, in assenza di altri fattori limitanti differenziano un elevato numero di cariossidi per unità di superficie – Rapporti tra disponibilità di azoto e qualità della granella: – Azoto accumulato in prevalenza all’inizio della crescita delle cariossidi – Condizioni che interrompano bruscamente la crescita delle cariossidi (es. stress idrico) cariossidi piccole e ricche di azoto – Correlazione inversa tra produzione di granella e suo contenuto proteico – Se la pianta è in grado di assorbirlo, disponibilità tardive di azoto aumentano il contenuto proteico delle cariossidi Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione – AZOTO – – – – Eccessi di azoto possono essere dannosi per due motivi: Diminuzione della resistenza meccanica dei tessuti – allettamento Aumento della superficie traspirante – in condizioni di aridità può comportare una più intensa traspirazione e più forti condizioni di stress idrico Inoltre un eccesso di azoto causa anche una maggiore tardività – che accentua la sensibilità della coltura al fenomeno della stretta Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione – FOSFORO – Contenuto di fosforo – nella paglia: 0,05-0,10%. – nella granella: 0,3- 0,75% – Le asportazioni dal terreno – variano tra 15 e 30 kg ha-1 espressi in P2O5 corrispondono a circa 34-68 kg ha-1 – Le fasi di maggiore assorbimento – prime tre settimane di vita della plantula – levata Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione – POTASSIO: – – – Contenuto di potassio nella granella – 0,35-0,50 % Le asportazioni variano con le rese – tra i 25 e gli 85 kg ha-1 espressi in K2O corrispondono a circa 30 e 102 kg ha-1 Maggiore assorbimento avviene durante la fase della levata Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione – Altri macroelementi importanti: – Calcio – Magnesio – Zolfo – Microelementi: – Zinco – Manganese – Rame – Boro – Molibdeno Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione azotata – Dose di concime: – – la concimazione è di primaria importanza ed è sempre necessaria per ottenere rese elevate. La quantità di azoto da apportare alla coltura varia in funzione di: – Caratteri genetici della varietà coltivata – Quantità di azoto presente nel terreno – Quota di azoto nel terreno utilizzabile della pianta in funzione dell’intensità di mineralizzazione della sostanza organica Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione azotata – Dose di concime: – La quantità di azoto da apportare alla coltura varia in funzione di: – Condizioni climatiche influenzano l’attività dei microrganismi nel terreno la perdita di azoto per dilavamento – Disponibilità di acqua per la pianta in modo particolare durante le fasi di levata e maturazione delle cariossidi – Costo di acquisto e di distribuzione del concime Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione azotata – La concimazione azotata viene sfruttata al meglio – dalle nuove varietà di frumento duro a taglia bassa (allettamento) – dalle varietà di frumento tenero – La quantità di azoto distribuito deve diminuire al diminuire dell’acqua disponibile nel terreno – Dosi medie di azoto da distribuire sono: – Italia settentrionale e centrosettentrionale: 120-150 kg ha-1 – ma si arriva anche a 200 kg ha-1 – Italia meridionale e isole: 70-100 kg ha-1 – con valori massimi di 100-120 kg ha-1 Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione azotata – Tipo di concime dipende da: – esigenze della pianta – caratteristiche del terreno e del clima – costo dell’unità fertilizzante – spese per il trasporto, distribuzione ed eventuale stoccaggio del prodotto. – La scelta della tipologia di concime azotato ha limitata influenza sulla resa – Più importante è la scelta effettuata in funzione – del costo dell’unità fertilizzante – del titolo – della formulazione fisica Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione azotata – Epoca e tecnica di distribuzione: – – È necessario intervenire in modo da evitare – in ogni momento carenze nella nutrizione azotata – in modo particolare evitarle nelle fasi più critiche Può essere utile distribuire una parte del concime – alla semina o all’accestimento per favorire l’accestimento stesso l’accrescimento delle giovani piantine Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione azotata – Epoca e tecnica di distribuzione: – – – Per la resa in granella – la fase più critica è quella che corrisponde allo stadio di spiga ad 1 cm perciò la distribuzione del concime deve avvenire prima di tale periodo spiga ad 1 cm dal livello del piano di accestimento In relazione al contenuto proteico delle cariossidi può essere vantaggiosa una concimazione che garantisca la nutrizione azotata della pianta durante la maturazione delle cariossidi La tecnica di distribuzione è diversa in funzione della formulazione del prodotto Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione fosfatica – Dose di concime: – Il fosforo è importante nella concimazione del frumento – La dose di concime da distribuire varia in funzione degli stessi parametri visti per la concimazione azotata – Quelli che hanno un’importanza maggiore sono la concentrazione nel terreno dell’elemento in forma assimilabile la temperatura del terreno stesso – Tenendo conto delle asportazioni – le dosi medie possono essere di 70-100 kg ha-1 di fosforo espresso in P2O5 Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione fosfatica – Tipo di concime: – I diversi concimi fosfatici ad elevata solubilità manifestano la stessa efficacia – In terreni acidi l’impiego delle scorie Thomas sarebbe, per la loro alcalinità, da preferire a quello del perfosfato – Come per il concime azotato, la scelta razionale si effettua in base al costo del concime, alla sua formulazione e titolo – Epoche e tecniche di distribuzione: – la distribuzione del concime fosfatico, in modo particolare in terreni poveri di fosforo, viene eseguita prima dell’aratura in modo tale che il concime venga distribuito per tutto lo strato di terreno interessato dall’apparato radicale Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione potassica – Dose di concime: – – Il frumento non è tra le piante a più elevate esigenze in potassio Nelle zone mediterranee i terreni sono generalmente ricchi di potassio assimilabile – per il basso dilavamento – per l’alto contenuto di minerali argillosi ricchi di potassio in queste zone la concimazione potassica non viene generalmente effettuata Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Concimazione potassica – Dose di concime: – È necessario, in ogni caso, considerare la quantità di potassio scambiabile presente nel terreno – in quanto influenzata dalle asportazioni delle colture negli anni – In terreni poveri di potassio – Sufficiente una dose di 100- 150 kg ha-1 d K2O – Tipo di concime, epoca e modalità di distribuzione: – i vari concimi potassici non si differenziano per l’azione che hanno sul frumento – in terreni aridi o salini è consigliabile l’utilizzo del solfato anziché del cloruro Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Fertilizzazione organica – È poco vantaggiosa – a causa del ritardo con cui l’azoto diviene disponibile, provocando anche attacchi parassitari più intensi Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Irrigazione – Il frumento è una caratteristica coltura asciutta nei climi temperati – nel clima temperato-caldo trae vantaggio notevole dall’irrigazione – Durante il ciclo della piana i periodi critici per l’acqua sono: – nascita e prima della crescita delle piantine – inizio levata – fine spigatura – fioritura – fase di riempimento della cariosside – Si hanno gravi condizioni di stress – quando la quantità di acqua consumata supera l’80% dell’acqua disponibile nel terreno Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Raccolta – La maturazione e la raccolta sono influenzate da: – ciclo biologico della varietà coltivata – andamento climatico dell’annata – umidità atmosferica – condizioni del terreno – sua capacità idrica – La raccolta consiste di due fasi di lavoro: – taglio delle piante – mietitura – sgranatura della spiga – trebbiatura – queste possono essere eseguite contemporaneamente tramite mietitrebbiatrice Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Raccolta – La raccolta meccanica viene effettuata – quando le cariossidi hanno raggiunto la maturazione piena – quando hanno un grado di umidità tale da permetterne la conservazione senza essiccazione artificiale – umidità al 12% – La resa in granella varia in funzione delle condizioni atmosferiche della zona di coltivazione: – Italia settentrionale: 6-7 t ha-1 – Italia centrale: 5-6 t ha-1 – Italia meridionale ed insulare: 1,5-2 t ha-1 – La media nazionale è: – 4,63 t ha-1 per il frumento tenero – 2,93 t ha-1 per il frumento duro Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Obiettivi del miglioramento genetico – Resistenza all’allettamento – Resistenza al freddo – Resistenza alla stretta – Resistenza alla siccità – Resistenza alle malattie – mal del piede, ruggini, oidio, carie, carbone, septoriosi – Resistenza agli insetti; – Fertilità della pianta – numero di cariossidi per pianta Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Obiettivi del miglioramento genetico – Qualità – Obiettivi qualitativi nel frumento duro: – Alta resa in semola – Bassa bianconatura – Alto contenuto proteico – Basso contenuto in ceneri – Colore – Attitudine della semola a dar pasta con buona tenuta della cottura Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Obiettivi del miglioramento genetico – Qualità – – Obiettivi qualitativi nel frumento tenero: – Alto contenuto in glutine di media tenacità per panificazione – Grani deboli per produzione di biscotti ecc. Per entrambi è importante: – Peso medio delle cariossidi – Resistenza alla sgranatura in campo – Resistenza del rachide della spiga alla rottura – Resistenza delle cariossidi alla germinazione in campo Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Obiettivi del miglioramento genetico – Metodi di miglioramento: – – – Selezione – massale – per linea pura Incrocio Mutagenesi artificiale Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Produzione e commercio della semente – La purezza genetica assume diversa importanza a seconda della qualità della semente – Si distinguono 4 categorie: – Seme prebase – Seme di base – Seme di prima riproduzione – Seme di seconda riproduzione – In Italia la certificazione è eseguita dall’Ente Nazionale Sementi Elette (ENSE) dopo aver eseguito controlli su purezza genica e germinabilità Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Produzione e commercio della semente – Per legge i limiti sono: – – – – – 85% di germinabilità 98% di purezza meccanica 99,9% di purezza varietale per la semente di base 99,7% di purezza varietale per la prima riproduzione 99% di purezza varietale per la seconda riproduzione Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Composizione e qualità delle cariossidi – La cariosside è così costituita: – Pericarpo e tegumenti seminali (involucri): 14-17% – Embrione: 2-3% – Endosperma: 80-83% – Dopo la macinazione gli involucri danno la crusca. – Composizione media della cariosside: – Amido: 60-70% – Proteine: 8-20% – Zuccheri semplici: 2,5-4% – Fibra: 2-2,5% – Grassi: 1,5-2% Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Composizione e qualità delle cariossidi – Caratteri qualitativi – Il frumento tenero è usato – per la panificazione, – per la produzione di prodotti da forno – in pasticceria – Il frumento duro utilizzato – essenzialmente nell’industria pastaria. – Di conseguenza le caratteristiche qualitative richieste sono differenti Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Composizione e qualità delle cariossidi – Caratteri qualitativi – Possiamo distinguere: – Qualità commerciale – Qualità molitoria – Qualità tecnologica – Qualità dietetica e nutrizionale Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Composizione e qualità delle cariossidi – Caratteri qualitativi – I parametri di qualità commerciale sono: – umidità – impurità – slavatura formazione di microlesioni nel pericarpo – pregerminazione – “massa critica” Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Composizione e qualità delle cariossidi – Caratteri qualitativi – – Qualità molitoria: comprende caratteristiche favorevoli all’ottenimento di una buona resa alla macinazione – peso specifico apparente o peso ettolitrico 76-83 kg hl-1 – peso medio delle cariossidi 35-45 mg nel frumento tenero 45-55 mg nel frumento duro – contenuto in ceneri – bianconatura – volpatura imbrunimento cariossidi La resa di molitura di aggira intorno al 73% Dipartimento di Agraria, Università di Sassari Composizione e qualità delle cariossidi – Caratteri qualitativi – Qualità tecnologiche: – particolare importanza assume la qualità del glutine la quale può essere valutata con metodi diversi in funzione della finalità dell’analisi metodo turbidimetrico (Berliner) test di sedimentazione alveogramma di Chopin farinogramma o mixogramma hardness (durezza) Dipartimento di Agraria, Università di Sassari