Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Appunti del Corso di Costruzioni In Zona Sismica Prof. Ing. Camillo Nuti Università Degli Studi Roma Tre Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 RISPOSTA DINAMICA DELLE STRUTTURE .................................................................................... 4 1.1 L’Oscillatore semplice .......................................................................................................... 4 1.1.1 Soluzione dell’equazione di equilibrio ........................................................................... 6 1.2 Lo spettro di risposta........................................................................................................... 16 1.2.1 Spettri di risposta di accelerogrammi......................................................................... 20 1.2.2 Spettri di risposta ricavati a partire dalle caratteristiche di sismicità regionale ....... 22 1.2.3 Spettri di risposta risposta di norma............................................................................ 26 1.2.4 Confronto tra spettri normativi ed alcune proposte in lettratura ................................ 34 1.2.5 Testo della Ordinanza della Protezione Civile 3274 relativo alla definizione della Azione Sismica ........................................................................................................................... 36 1.3 Oscillatore Semplice: Soluzione nel caso in cui il termine noto è una forza cosinusoidale 42 1.3.1 Valutazione del transitorio........................................................................................... 45 1.4 Oscillatore semplice: Risposta al moto del terreno ............................................................ 49 1.5 Oscillatore semplice: Valutazione della Risposta in Forma Numerica. ............................. 51 1.5.1 Calcolo della risposta dinamica al passo: Metodo di integrazione al passo dell’equazione del moto ............................................................................................................. 51 1.5.2 Metodi espliciti: le differenze centrali ......................................................................... 51 1.5.3 Metodi impliciti: il metodo di Newmark ...................................................................... 55 1.5.4 Riferimenti bibliografici............................................................................................... 55 1.6 Oscillatore Semplice: Stima della risposta massima non lineare ....................................... 56 2 Strutture a Più Gradi di Libertà: Coordinate Generalizzate .................................................... 59 2.1 EQUAZIONI DEL MOTO E MATRICI DELLE MASSE E DELLE RIGIDEZZE .............. 60 2.2 SOLUZIONE CON APPLICAZIONE AD UN TELAIO PIANO ........................................ 61 3 Strutture a Più Gradi di Libertà: Analisi Modale...................................................................... 63 3.1 CALCOLO DELLE FREQUENZE E PERIODI PROPRI DEL SISTEMA ......................... 63 3.1.1 PROPRIETA' DI ORTONORMALITA' DEGLI AUTOVETTORI ................................ 72 3.1.2 CALCOLO ITERATIVO DEI MODI E FREQUENZE PROPRIE ............................... 74 3.2 CALCOLO DELLA RISPOSTA: METODO DELLA SOVRAPPOSIZIONE MODALE ...... 75 3.2.1 ESEMPIO: Calcolo della risposta di un telaio con lo spettro di risposta ................... 79 3.2.2 Criteri di sovrapposizione modale con l’uso dello spettro di risposta ........................ 80 3.3 TELAIO SHEAR-TYPE 2 PIANI ISOLATO ALLA BASE.................................................... 83 3.3.1 MATRICI DEL SISTEMA DI EQUAZIONI DEL MOTO ............................................ 83 3.3.2 CALCOLO DELLE FREQUENZE E PERIODI PROPRI DEL TELAIO .................... 84 3.3.3 CALCOLO DEGLI AUTOVALORI.............................................................................. 86 3.3.4 CALCOLO FATTORI DI PARTECIPAZIONE ............................................................ 89 3.3.5 CALCOLO DELLA MASSE ECCITATE ...................................................................... 89 3.3.6 CALCOLO DELLA RISPOSTA SISMICA : Metodo dello Spettro di Risposta............ 90 4 Le analisi di spinta ..................................................................................................................... 96 4.1 Caratteristiche dell’Oscillatore Equivalente ad una Struttura ........................................... 99 4.2 Valutazione della risposta massima in spostamento dell’oscillatore equivalente. ........... 101 4.2.1 Criterio di equivalenza tra struttura non lineare e struttura elasto viscosa. ............ 103 2 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 5 3 Rappresentazione degli accelerogrammi in serie di fourier: lo spettro di potenza................. 110 5.1 Esercizio ............................................................................................................................ 113 Prof. Camiillo Nuti Diispense di Costruzioni C i Zona Sism in mica 2007 RIS SPOSTA A DINAM MICA DE ELLE ST TRUTTU URE 1.1 Oscillatore e semplice e L’O Una strutttura che laa cui una massa m può schematizza arsi come concentrataa in un pun nto è dettaa “oscillatorre semplicee”. Segue da d tale schhema che lo stato di deformazioone strutturrale è notoo quando è noto n il motoo della masssa, unica fonte fo delle forze f di inerrzia che aggiscono sullla struttura. Esempi di oscillatore semplice soono mostratti in Figura 1. Figura 1 esempi e di strrutture schematizzabilli come un oscillatore o semplice e schema stru utturale Con riferim mento alla figura f si ossserva che le l masse deel ponte e del d serbatoiio sono esseenzialmentee concentratte in sommiità. Nel ponnte si osserrva che le travi t tampoone dell’imppalcato son no ciascunaa appoggiatee da un lato su un carrello c e dall’altro d su u una cernniera, pertaanto il pontte in sensoo longitudinaale può esseere schemattizzato con tanti oscilla atori sempliici (se si asssume nullo l’attrito deii carrelli) costituiti ciaascuno da una pila priva p di ma assa (massaa trascurabbile) e dalla a massa inn sommità, somma s di quella della stampella e della travve tampone collegata aalla stampellla con unaa cerniera. 4 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Le due strutture indicate in Figura 1 possono quindi essere schematizzate come una massa sopportata da strutture elastiche di sostegno prive di massa. Nella figura si è indicato lo schema a portale con trave infinitamente rigida. La rigidezza alla traslazione orizzontale è K (K/2 per ciascun piedritto). E’ possibile scrivere l’equazione di equilibrio alla traslazione della massa. Detta : x; x&; &x& lo spostamento relativo della massa rispetto alla base e le sue derivate prima e seconda rispetto al tempo (velocità ed accelerazione relativa) ed &y& la accelerazione della base rispetto ad un sistema fisso, cioè l’accelerazione del terreno, la forza di inerzia Fi è data dal prodotto della massa m per l’accelerazione assoluta &x& + &y& : Fi = m ⋅ ( &x& + &y&) La forza elastica di richiamo nella posizione di quiete: x=0 vale Fee = k ⋅ x Vi è poi una forza dissipativa, di tipo quindi non conservativo, che è comodo ai fini degli sviluppi per la soluzione elastica in forma chiusa mettere nella forma di dissipazione viscosa: Fd = d ⋅ x& Infine può agire sulla massa una generica forza F. Per l’equilibrio della massa si deve avere che ad ogni istante: Fi + Fd + Fe = F sostituendo si ottiene: m ⋅ ( &x& + &y&) + d ⋅ x& + k ⋅ x = F (1 Naturalmente nella espressione (1) la accelerazione del terreno &y& e la storia della forza esterna F sono note, oltre ad essere note m, k, d, caratteristiche meccaniche della struttura, pertanto si può portare a secondo membro i termini noti: m ⋅ &x& + d ⋅ x& + k ⋅ x = F − m ⋅ &y& ( 2 i termini m ⋅ &x&; m ⋅ &y& hanno le dimensioni di una forza ma non hanno significato fisico, la loro somma è la forza di inerzia. Tuttavia è consuetudine chiamare il secondo “forza di trascinamento” della struttura. 5 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 1.1.1 Soluzione dell’equazione di equilibrio Risolvere l’equazione differenziale ( 2 vuol dire trovare la funzione x(t) che soddisfa l’eguaglianza. La ( 2 è una equazione differenziale a coefficienti costanti. La soluzione si trova come somma dell’integrale generale, che è la soluzione dell’equazione ( 2 con termine noto nullo, che rappresenta l’equazione di equilibrio in assenza di moto del terreno e di forze esterne ed è detta equazione omogenea associata, l’ integrale particolare che soddisfa il caso con il termine noto assegnato, nel caso in questione F − m ⋅ &y& . Si divida la ( 2 per la massa m, si ottiene l’equazione: && x+ d k F ⋅ x& + ⋅ x = − && y m m m (3 si vede quindi che le tre grandezze m, d, k non intervengono nel l'equilibrio in maniera indipendente tra loro, ma legate da un rapporto; si pone allora k d d (4 = ω 2 ; = 2νω ⇒ ν = m m 2ωm ν è detto rapporto di smorzamento, (essendo il rapporto tra il coefficiente di smorzamento d ed il prodotto 2ωm detto smorzamento critico) e vale per le strutture reali tra lo 0.5 ed il 5%, quest’ultimo valore essendo quello tipico degli edifici. Come si vedrà nel seguito, una struttura avente uno smorzamento pari al critico, e quindi ν=1, caso che non si verifica per alcuna struttura dell'ingegneria civile, allontanata dalla sua posizione di equilibrio, vi ritorna asintoticamente senza compiere alcuna oscillazione. 1.1.1.1 SOLUZIONE PER IL CASO DI TERMINE NOTO UGUALE A ZERO (oscillazioni libere) &x& + 2νω ⋅ x& + ω 2 ⋅ x = 0 (5 per ν = 0 L'integrale generale, che rappresenta la soluzione del problema, essendo il termine noto nullo, è del tipo: x = A cosωt + Bsinωt 6 (6 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 in cui le costanti A e B devono essere determinate ponendo le condizioni ai limiti, in questo caso si ha per t =0 x = x0 ; x& = x&0 (condizioni iniziali) : x0 = A cos(ω 0) + Bsin(ω 0) ⇒ x0 = A x&0 = −ωAsin(ω 0) + ωB cos(ω 0); ⇒ x&0 = ωB cos(ω 0) ⇒ B = x&0 ω sostituendo i valori trovati nell'integrale generale si ha: x = x0 cos ωt + x& ω sinωt (7 L’espressione della risposta mostra che la storia degli spostamenti di una struttura priva di smorzamento è periodica, essendo somma di due funzioni periodiche che assumono lo stesso valore dopo per valori dell’argomento ωt che differiscono di un multiplo di 2π. Pertanto ragionando in termini di tempo la risposta assume gli stessi valori quando: ωt = 2π ⇒ t = 2π ω = 2π m =T k (8 Il valore T viene pertanto detto periodo proprio della struttura, ed è una grandezza che dipende dalle caratteristiche meccaniche della stessa. Esso è il tempo che intercorre tra due oscillazioni consecutive di massima ampiezza di una struttura nelle sue oscillazioni libere. Si noti che esso aumenta con la massa e diminuisce con la rigidezza. I valori del periodo delle strutture civili variano in genere tra qualche decimo di secondo ed al più qualche secondo. Ad esempio per gli edifici a telaio vale la regola empirica: T=0.1N ove N è il numero dei piani, col che si capisce che in Italia la gran parte degli edifici ha periodi compresi tra 0.1 e 1 secondo (1-10 piani). Vengono in genere dette “rigide” le strutture con periodo inferiore a 0.2-0.3 secondi, “medie” tra 0.3 e 0.60.7 secondi flessibili al di sopra di 0.8-1 secondo. I terremoti in generale impegnano particolarmente gli edifici con periodo compreso tra 0.1 e 0.6-0.8 secondi, cioè proprio il campo di periodi propri dell’edilizia corrente italiana. Sono meno sensibili i grattacieli, che hanno periodi spesso superiori ai 3 secondi ed i grandi ponti, si pensi ad esempio che il Golden Gate Bridge di S Francisco ha il periodo proprio in senso trasversale di 18.2 secondi ed in senso verticale di 10.2 secondi. 7 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Per 0<ν <l, (le strutture reali hanno sempre ν >0, in genere ν non supera il 5-10%) la soluzione è: x = e −νωt [ A cos ω1t + B sin ω1t ] ; x=e −νωt [ x0 cos ω1t + x& ω sinω1t ] ; (9 ω1 = ω 1 − ν 2 l'espressione tra parentesi è analoga a quella trovata per ν = 0 con la sola differenza la frequenza ω è leggermente minore a causa dello smorzamento. Questa diminuzione della frequenza è trascurabile per i valori di smorzamento tipici delle strutture civili: si tenga presente che se ν = 0.20 ω1=0.98ω. Si hanno pertanto oscillazioni di frequenza e quindi di periodo pressoché uguali a quelli precedenti, ma di ampiezze decrescenti per effetto del termine esponenziale negativo che contiene il rapporto di smorzamento ν. Analogamente a quanto fatto in precedenza si determinano le costanti A e B imponendo le condizioni iniziali e si ottiene l’espressione ( 10: x = e −νωt [ x0 cos ω1t + x& 0 + νωx0 ω1 sinω1t ] ( 10 ; ω1 = ω 1 − ν 2 x = e −νωt [ x0 cos ωt + 8 x& 0 ω sinωt ] ; ( 11 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 7.521 10 5 x( t , 0) x( t , 0.05 ) x( t , 0.20 ) 0 x1( t , 0.20 ) 5 − 7.52 10 0 0.3 0.6 0.9 1.2 0 1.5 1.8 2.1 2.4 2.7 3 3 t Figura 2 Funzioni di risposta x(t,ν), per diversi valori dello smorzamento. La funzione x(.) è valutata con l’espressione approssimata ( 11, la funzione x1(.) con l’espressione esatta ( 10. I valori adottati sono m=25.35 t, k=1000 kN/m. Spostamento iniziale x0 =3 m, velocità iniziale =40 m/sec. Si noti l’influenza di ν. Il prodotto νωx0 è trascurabile rispetto a x& 0 , così come ω1 differisce poco da ω, pertanto dal punto di vista pratico è possibile utilizzare l’espressione della risposta non smorzata moltiplicata per il termine smorzante esponenziale, secondo l’espressione ( 11, come peraltro dimostrato dalla Figura 2. Da questa espressione sembrerebbe che una struttura più rigida (ωgrande) a parità di smorzamento ν, smorzi le oscillazioni più rapidamente; ma in realtà questo non avviene spesso poiché non è esattamente valido che la viscosità sia direttamente proporzionale alla velocità, come è stato assunto nello scrivere la equazione del moto. ν=1 (smorzamento critico) manca il termine oscillatorio e si ha: x = e −νωt [ x 0 (1 + ωt )] ( 12 è un caso che non presenta nessun interesse pratico. Esaminiamo il caso avente condizioni iniziali : spostamento nullo e velocità assegnata. 9 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 x0 = 0 ⇒ x0 = A = 0 x& 0 = ωB cos(ω 0) ⇒ B = x& 0 ω La legge del moto diviene quindi: x = e −νωt [ x = e −νωt [ 7 x& 0 ω1 x& 0 ω sinω1t ] sinωt ] ; ω1 = ω 1 − ν 2 ( 13 ( 14 ; 7 5.25 3.5 1.75 x( t , 0.10 ) x1( t , 0.10 ) 0 1.75 3.5 5.25 −7 7 0 0 0.25 0.5 0.75 1 t 1.25 1.5 1.75 2 2 Figura 3 Funzioni di risposta x(t,ν), nel caso di spostamento iniziale x0 =0, velocità iniziale =40 m/sec.. La funzione x(.) è valutata con l’espressione approssimata ( 13 la funzione x1(.) con l’espressione esatta ( 14. I valori adottati sono m=25.35 t, k=1000 kN/m. 10 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Il problema fisico e lo studio di una vibrazione provocata da una forza del tipo F(t) applicata per un tempo estremamente limitato. Si definisce impulso la seguente espressione: I = lim Δε → 0 11 t0 +ε ∫ F (t )dt t0 ( 15 ; Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 del moto Riscrivendo l'equazione m&x& + k ⋅ x = F (t ) ( 16 si possono integrare vari membri da t0 t0+Δε calcolarne il limite per Δε che tende a 0: lim Δε → 0 t0 +ε t0 +ε t0 +ε t0 t0 t0 ∫ m&x&dt + ∫ k ⋅ xdt = ∫ F (t )dt t0 +ε lim Δε → 0 lim Δε → 0 ∫ t0 dx& m dt + dt t0 +ε t0 +ε ( 17 ∫ k ⋅ xdt = ∫ F (t )dt t0 t0 t0 +ε t0 +ε t0 +ε t0 t0 t0 ∫ mdx& + ∫ k ⋅ xdt = ∫ F (t )dt SS 12 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Ottenendo, per Il termine noto, l'espressione dl una forza impulsi va. Il primo termine, In cui si è espressa 1’accelerazione come derivata della velocità rispetto al tempo, rappresenta, dopo la semplificazione, l’integrale di un differenziale di una funzione, quindi la funzione stessa. Il secondo termine invece si può risolvere solo esplicitando la funzione x(t), ma essendo lo intervallo infinitesimo possiamo approssimarla con una funzione lineare x(t)=at Si ottiene allora: m[ x& ]tt 00 + ε + k ⋅ a[ x 2 t0 +ε ]t = I 2 0 ( 18 il primo termine è la differenza tra la velocità finale e quella iniziale moltiplicata per la massa, ma essendo la velocità, la velocità iniziale è tuttavia nulla, pertanto essa rappresenta la velocità che ha la massa su cui ha agito l'impulso, e quindi e la velocità del moto che ne deriva. Il secondo termine al tendere dell’intervallo a zero, risulta essere un infinitesimo di ordine superiore e quindi trascurabile; si ha quindi: mx&0 = I ⇒ x&0 = I m ( 19 Sostituendo quindi la legge del moto derivante da una forza impulsiva espressione: x= I 1 −νωt e sinωt mω ; assume la seguente ( 20 chiamata "funzione di risposta a impulso e Indicata con il simbolo h(t). Se l’impulso anziché all’istante t=0 agisce all’istante t=τ, allora lo spostamento x all’istante t dovuto all’impulso dipende dal tempo intercorso Δt=t-τ, pertanto si ha x(t ) = 13 I (τ ) 1 −νω ( t −τ ) e sinω (t − τ ) m ω ; ( 21 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 La generica storia di forze F(t), può essere pensata come successione di impulsi F(τ)dτ 6.718 10 1.232 1.5 1 5 0.5 F ( t) F ( 1) ⋅ h( t , 1 , 0.05 ) F ( 2) ⋅ h( t , 2 , 0.05 ) 0 0 F ( 3) ⋅ h( t , 3 , 0.05 ) − 1.617 0.5 5 0 0 1 2 3 4 5 6 t 1 6 − 1.053 1.5 0 0.9 1.8 2.7 Figura 4 Esempio di forza continua ed effetto all’istante 4.5 di tre impulsi per t=1,2,3 e loro somma (in basso a destra) 1.5 3.6 4.5 t 0 4.5 1.5 1 0.5 ff( t ) 0 0.5 1 − 1.5 1.5 0 0.9 1.8 2.7 t 0 3.6 4.5 4.5 La risposta al tempo t diviene quindi la sovrapposizione degli effetti di tutti gli impulsi che precedono il tempo t, cioè: t x(t ) = ∫ 0 F (τ ) 1 −νω (t −τ ) e sinω (t − τ )dτ m ω ( 22 ; Assumendo come F(τ) proprio il termine noto della equazione di equilibrio ( 2, e sostituendo nella ( 22 si ottiene: − ma(τ ) 1 −νω (t −τ ) e sinω (t − τ )dτ m ω 0 t x(t ) = ∫ t x(t ) = ∫ a(τ ) 0 14 1 ω e −νω (t −τ ) sinω (t − τ )dτ ( 23 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 La espressione ( 23 è detta risposta ad un accelerogramma nel dominio del tempo o anche “integrale di Duhamel”. Volendo eseguire un calcolo approssimato, ma più efficiente dal punto di vista del tempo di calcolo, si può osservare che è sufficiente tener conto degli impulsi che precedono l’istante t di calcolo di un tempo multiplo del periodo di non oltre 10 volte, ad esempio per una struttura con T=0.5, è sufficiente considerare un tempo precedente di non oltre 5 secondi. 15 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 1.2 Lo spettro di risposta Osservando la espressione ( 23 si nota come, dato un accelerogramma, la risposta dipenda esclusivamente dai due parametri, ν ed ω. Pertanto due strutture aventi gli stessi valori di ν ed ω hanno la stessa storia della risposta, ed in particolare la stessa risposta massima. In generale nelle costruzioni civili non si è interessati all’intera storia della risposta ma ai valori massimi delle sollecitazioni e degli spostamenti. Una volta noto lo spostamento massimo Xmax, la sollecitazione massima vale: Fmax = k ⋅ X max ( 24 E’ possibile così dimensionare la struttura se si vuole che resti in campo elastico. In alternativa, noto Xmax, è possibile dimensionare la struttura perché sopporti lo spostamento Xmax. Dal punto di vista del progettista è pertanto molto utile dato un accelerogramma disporre di un diagramma dove in ascisse sono riportati i periodi propri T ed in ordinata il valore di Xmax. Si possono costruire curve per diversi valori del rapporto di smorzamento ν. Si osserva che ricavata lo spostamento massimo, e la relativa forza, è possibile chiedersi quale è la accelerazione che produrrebbe una uguale forza di inerzia: Fmax = k ⋅ X max = m ⋅ Sa ( 25 Invertendo la ( 23 si ottiene: Sa = k ( 26 ⋅ X max ⇒ Sa = ω 2 ⋅ X ma m Se tutta l’energia di deformazione si trasformasse in energia cinetica, cosa che avverrebbe in assenza di smorzamento, si avrebbe: E= 1 1 ( 27 2 2 ⋅ k ⋅ X max ⋅ = ⋅ m ⋅ Svmax ⇒ Svmax = ω ⋅ X max 2 2 Dalla ( 23 e ( 23 si ottiene il legame tra Sa ed Sv: 16 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Sa = ω ⋅ Sv ( 28 EC8 Amax=1 (m/sec^2) 2,50E-01 Xmax(m) 2,00E-01 smorz=0 1,50E-01 smorz=0.05 1,00E-01 smorz=0.10 5,00E-02 0,00E+00 0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 T(sec) V (m/sec) Ec8 Amax=1 (m/sec^2) 8,00E-01 6,00E-01 4,00E-01 2,00E-01 0,00E+00 0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 T (sec) 17 smorz=0 smorz=5% smorz=10% Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Sa (M/sec^2) Ec8 Amax=1(m/sec^2) 8,00E+00 7,00E+00 6,00E+00 5,00E+00 smorz=0 4,00E+00 3,00E+00 2,00E+00 1,00E+00 0,00E+00 0,000 smorz=5% smorz=10% 1,000 2,000 3,000 4,000 T(sec) Figura 5 Spettri di risposta in spostamento, pseudovelocità e pseudoaccelerazione, per diversi valore dello sporzamento. In basso spettro di risposta in scala trilogaritmica. Ec8 Amax=100 (cm/sec^2) 1,00E+04 V (m/sec) 1,00E+03 smorz=0 1,00E+02 smorz=5% smorz=10% 1,00E+01 0,100 1,00E+00 1,000 10,000 T (sec) Figura 6 spettro di risposta in velocità in scala logaritmica. 18 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Sv ed Sa sono dette Pseudovelocità e Pseudoaccelerazione dell’oscillatore, non essendo esattamente la velocità o l’accelerazione assoluta dello stesso. Si osserva in particolare che la accelerazione assoluta deve tendere al valore della accelerazione del terreno per T che tende a zero, cioè per strutture infinitamente rigide che traslano quindi con il terreno, inoltre la velocità relativa deve tendere alla velocità del terreno quando la struttura è infinitamente flissibile, quando cioè T tende all’infinito, poiché la massa in tal caso rimane ferma rispetto al sistema fisso mentre il terreno si muove. Vi sono pertanto deifferenze tra pseudovelocità e velocità relativa della struttura in corrispondenza dedi periodi lunghi, mentre la accelerazione assoluta differisce dalla pseudoaccelerazione in prossimità di T=0. Si osserva infine che, come detto,nel caso di struttura molto flessibile, la massa tende a rimanere ferma, pertanto lo spostamento relativo è pari a quello assoluto del tereno U0, pertanto lo spettro di risposta in spostamento deve tendere a U per T che tende all’infinito. 19 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 1.2.1 Spettri di risposta di accelerogrammi (a) Spettri di risposta su roccia 5 San Rocco5 NS San Rocco5 EW Accelerazione spettrale normalizzata, Se/ag 7 eventi sismici (14 accelerogrammi) Tarc4 NS Tarc4 EW 4 M=5.5-6.0 Robic3 NS Robic3 EW 3 Gebze2 NS Gebze2 EW Hercegnovi2 NS Hercegnovi2 EW Robic4 NS Robic4 EW San Rocco3 NS San Rocco3 EW Media 2 1 0 EC8 - Sott. A 0 1 2 3 Periodo, T (s) Gebze1 NS Gebze1 EW 5 Accelerazione spettrale normalizzata, Se/ag M>6.0 10 eventi sismici (20 accelerogrammi) Hercegnovi1 NS Hercegnovi1 EW 4 Ulcjni1 NS Ulcjni1 EW Bagn1 NS Bagn1 EW Sturno1 NS Sturno1 EW S.G. La Molara NS S. G. la Molara EW Tolm2 NS Tolm2 EW 3 2 1 0 0 1 2 Periodo, T (s) 3 Hercegnovi5 NS Hercegnovi5 EW San Rocco4 NS San Rocco4 EW Robic1 NS Robic1 EW Media EC8 - Sott. A Figura 7 spettro di risposta per accelerogrammi reali a confronto con il loro spettro medio 20 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 e lo spettro normativo su roccia per terremoti intensi (Tipo 1) Gli spettri di risposta sopra illustrati si riferiscono ad accelerogrammi registrati su roccia selezionati (vedi Rey et al. 2002)1 dallo European Strong Motion Database, con particolare riferimento a quelli relativi ai terremoti del Friuli, Montenegro e Izmit. Gli accelerogrammi sono stati normalizzati dividento le ordinate per il picco di accelerazione, pertanto l’ordinata dello spettro di risposta al periodo proprio T=0 vale 1. Una operazione che spesso viene effettuata per ricavare spettri di progetto è quella di fare la statistica di spettri di risposta rappresentativi, con qualche criterio, della situazione di interesse. Una analogia di minimo è quella delle caratteristiche di intensità epicentrale, e di situazione geologica e geotecnica del sito ove si vuol valutare lo spettro. Nelle figure sono mostrati anche gli spettri ottenuti mediando quelli relativi ai diversi accelerogrammi. Si ottengono così forme più regolari di quelle relative ai singoli accelerogrammi. Si noti come a intensità epicentrale maggiori (in magnitudo), riportati nella figura inferiore, corrispondano accelerogrammi con spettri di risposta con la zona di massima amplificazione più estesa. Questa situazione è rilevabile in modo pressoché sistematico. Pertanto è da attendersi che gli spettri su roccia relativi a zone di pericolosità sismica inferiore, cioè quelle ove l’azione sismica attesa è minore, dovrebbero avere una estensione della zona di massima amplificazione minore. 1 Rey J. , Faccioli E., Bommer J. (2002). Derivation of design soil coefficients (S) and response spectra shapes for eurocode 8 using the European Strong Motion Database. Journal of Seismology, 547-555 21 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 1.2.2 Spettri di risposta ricavati a partire dalle caratteristiche di sismicità regionale Dato l’ epicentro di un terremoto di nota intensità sono state messe a punto per via statistica funzioni, dette leggi di attenuazione, che a partire dalle caratteristiche di intensità epicentrale, danno, in base alla distanza del sito ove si vuole valutare lo spettro di risposta, il valore delle ordinate spettrali medie. Con opportune operazioni di media si possono così calcolare, a partire dalle caratteristiche di sismicità locale, spettri di risposta di sito, in genere su roccia, sempre su terreno a superficie orizzontale, che tengono conto delle caratteristiche di sismicità del territorio circostante. A titolo di esempio si riportano i valori ricavati per alcune città Italiane [Nuti, Rasulo & Vanzi, 2005]2. 2 Nuti,C., Rasulo, A., Vanzi, I., (2005) “Proposta per la Valutazione della Classificazione Sismica del Territorio Italiano” Rapporto Tecnico N1/2005 Dipartimento di Strutture Università degli Studi RomaTre. 22 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 0,90 NutiRasuloVanzi 0,80 0,70 ServizioSismico RW Romeo Catania CATANIA CATANIA Messina MESSINA MESSINA Napoli NAPOLI NAPOLI 0,60 0,50 0,40 0,30 0,20 0,10 0,00 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 Messina, Zona 1°, Catania e Napoli, Zona 2°, Confronto tra spettri di risposta T=475 anni ottenuti a partire dalla recente classificazione INGV, ottenuti con la classificazione GNDT 2001 dal SSN, Rivalutati da Sabetta Pugliese da [Nuti, Rasulo& Vanzi 2005] 23 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 0,45 NutiRasuloVanzi ServizioSismico RW Romeo Firenze FIRENZE FIRENZE Genova GENOVA GENOVA Palermo PALERMO PALERMO Roma ROMA ROMA Trieste TRIESTE TRIESTE 0,10 Venezia VENEZIA VENEZIA 0,05 Verona VERONA VERONA 0,40 0,35 0,30 0,25 0,20 0,15 0,00 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 Confronto tra spettri di risposta con periodo medio di ritorno 475 anni ottenuti a partire dalla recente classificazione INGV, ottenuti con la classificazione GNDT 2001 dal SSN, Rivalutati da Sabetta Pugliese, da [Nuti, Rasulo& Vanzi 2005] La tecnica più diffusa per la valutazione statistica a partire dai dati di sismicità del territorio è quella messa a punto da Cornell nel 1969. Per un approfondimento si rimanda a testi più specializzati. Le forme spettrali così ottenute dipendono oltre che dalle leggi di attenuazione dalla definizione delle caratteristiche della sismicità regionale. Si noti ad esempio che gli spettri ottenuti con la recente classificazione dell’INGV 2004, sono più bassi di quelli ottenuti a partire dalla precedente classificazione del GNDT 2001. Si noti come le forme spettrali così ottenute sono anch’esse piuttosto regolari, e presentano una certa analogia con quelle ottenute con operazioni di media di spettri di accelerogrammi naturali. 24 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 La cosa è d’altronde da attendersi in quanto le leggi di attenuazione sono ricavate per via statistica dalle registrazione degli accelerogrammi naturali. Se invece degli spettri con periodo medio di ritorno 475 anni si valutano quelli con periodo 72 anni, corrispondenti a probabilità di superamento del 50% in 5° anni, si possono ottenere forme spettrali quali quelle della figura seguente: 0,14 Bari 0,12 Bologna Catania 0,10 Firenze Genova 0,08 Messina Milano 0,06 Napoli Palermo 0,04 Roma Torino Trieste 0,02 Venezia Verona 0,00 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 Spettri medi con periodo medio di ritorno 72 anni. 25 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 1.2.3 Spettri di risposta risposta di norma Le normative nazionali ed internazionali definiscono in genere le forme spettrali in relazione alle caratteristiche delle formazioni più superficiali del terreno. Ad esempio l’Eurocodice 8 fa riferimento alle caratteristiche degli strati sino a 30 metri di profondità. Questa profondità non ha un particolare valore scientifico, piuttosto rappresenta un valore sino al quale si spingono i sondaggi che si effettuano per la valutazione delle caratteristiche geotecniche dei terreni di fondazione quando si deve costruire un edificio. Il fondamento scientifico si basa sulla valutazione che spesso a 30 metri di profondità gli strati di terreno divengono molto compatti per cui non ha interesse pratico indagare le caratteristiche a profondità più grandi. Qualora le caratteristiche del terreno siano di qualità scadente a profondità maggiori, è pertanto opportuno fare studi specifici. E’ tuttavia ormai riconosciuto che le forme spettrali attese in un sito specifico dipendono non solo dalle caratteristiche degli strati superficiali, ma anche dalle caratteristiche alla sorgente sismica e dai terreni attraversati. Pertanto si ritiene che sia quantomeno opportuno che le forme spettrali vengano definite a livello regionale attraverso studi specifici che tengano conto di tutti i possibili parametri, non ultimo la morfologia locale. L’ Eurocodice 8 dà la seguente espressione per lo spettro elastico di progetto: ξ: smorzamento spettrale 26 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Spettro elastico dell’Eurocodice 8 27 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Settri elastici per terremoti intensi: Tipo I 28 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Valo ri dei parametri nell’EC8, terremoti intensi: Tipo I 29 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Settri elastici per terremoti deboli: Tipo II 30 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Valo ri dei parametri nell’EC8, terremoti deboli: Tipo II 31 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 La proposta di annesso tecnico nazionale dell’EC8, di gennaio 2005, rporta i seguenti valori dei parametri Zona sismica Categoria S TB TC TD suolo A 1,00 0,10 0,40 4,50 1-2 B 1,15 0,15 0,60 5,00 C-D-E 1,30 0,20 0,80 6,00 A 1,00 0,05 0,35 1,50 3, 4 B 1,20 0,10 0,45 1,50 C-D-E 1,35 0,15 0,60 2,00 Valori dei parametri dello spettro di risposta elastico della componente verticale di accelerazione per lo SLU Zona sismica Categoria S TB TC TD suolo A 1,00 0,10 0,40 4,50 1-2 B 1,15 0,15 0,60 5,00 C-D-E 1,30 0,20 0,80 6,00 A 1,00 0,05 0,35 1,50 3, 4 B 1,20 0,10 0,45 1,50 C-D-E 1,35 0,15 0,60 2,00 Valori dei parametri dello spettro di risposta elastico delle componenti orizzontali di accelerazione per lo SLD Lo spettro di risposta relativo alla componente verticale è generalmente concentrato su frequenze più elevate di quello per le componenti orizzontali. L’Eurocodice 8 dà le seguenti espressioni: I parametri sono dati nella seguente tabella: 32 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Nell’annesso tecnico nazionale si danno i gli stessi valori. 33 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 1.2.4 Confronto tra spettri normativi ed alcune proposte in lettratura Confronti EC8 / Annex Italiano / OPCM 3274/Pitilakis Terremoti Tipo 1 Sottosuolo Tipo B Accelerazione spettrale normalizzata, Se/ag Accelerazione spettrale normalizzata, Se/ag Sottosuolo Tipo A 5 A - EC8 A - Annex Naz. A - OPCM A - Pitilakis 4 3 (a) 2 1 0 0 1 2 3 5 B - EC8 B - Annex Naz. B - OPCM B1,B2 - Pitilakis 4 3 (b) 2 1 0 4 0 1 Periodo, T (s) Accelerazione spettrale normalizzata, Se/ag Accelerazione spettrale normalizzata, Se/ag C - EC8 C1,C2 - Annex Naz. B,C,E - OPCM C2,C3 - Pitilakis 3 2 (c) 1 0 0 1 2 3 4 D - EC8 C3,C4 - Annex Naz. D - OPCM D1,D2 - Pitilakis 4 3 2 (d) 1 0 0 1 Accelerazione spettrale normalizzata, Se/ag 34 Sottosuolo Tipo E E - EC8 C6 - Annex Naz. B,C,E - OPCM E - Pitilakis 2 (e) 1 0 0 1 2 Periodo, T (s) 2 Periodo, T (s) 5 3 4 5 Periodo, T (s) 4 3 Sottosuolo Tipo D Sottosuolo Tipo C 5 4 2 Periodo, T (s) 3 4 3 4 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Confronti EC8 / Annex Italiano / OPCM 3274/Pitilakis Terremoti Tipo 2 Sottosuolo Tipo B Accelerazione spettrale normalizzata, Se/ag Accelerazione spettrale normalizzata, Se/ag Sottosuolo Tipo A 5 A - EC8 A - Annex Naz. A - OPCM A - Pitilakis 4 3 (a) 2 1 0 0 1 2 3 6 B - EC8 B - Annex Naz. B - OPCM B1,B2 - Pitilakis 5 4 3 (b) 2 1 0 4 0 1 Periodo, T (s) Accelerazione spettrale normalizzata, Se/ag Accelerazione spettrale normalizzata, Se/ag C - EC8 C1,C2 - Annex Naz. B,C,E - OPCM C2,C3 - Pitilakis 3 2 (c) 1 0 0 1 2 3 4 D - EC8 C3,C4 - Annex Naz. D - OPCM D1,D2 - Pitilakis 4 3 2 (d) 1 0 0 1 Accelerazione spettrale normalizzata, Se/ag Sottosuolo Tipo E 7 6 5 4 3 (e) 2 1 0 1 2 Periodo, T (s) 2 Periodo, T (s) 8 0 4 5 Periodo, T (s) 35 3 Sottosuolo Tipo D Sottosuolo Tipo C 5 4 2 Periodo, T (s) 3 4 3 4 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 1.2.5 Testo della Ordinanza della Protezione Civile 3274 relativo alla definizione della Azione Sismica Si riporta il testo dell’allegato tecnico alla Ordinanza di Protezione Civile 3274. Si tratta di una formulazione simile a quella dell’EC8 e relativi Annessi tecnici nazionali. Per questi ultimi si veda anche il sito Web: www.coordinatore.it. 36 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 37 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 38 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 39 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 40 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 41 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 1.3 Oscillatore Semplice: Soluzione nel caso in cui il termine noto è una forza cosinusoidale L'espressione d’’equilibrio della massa del sistema, in assenza di smorzamento, è la seguente: m&x& + d ⋅ x& + k ⋅ x = F0 cos Ωt &x& + 2νω ⋅ x& + ω 2 ⋅ x = F0 cos Ωt m ( 29 Ove Ω rappresenta la frequenza della eccitazione esterna. In questo caso la soluzione dell’equazione differenziale è la somma dell 'integrale generale (uguale a quello trovato nel caso di oscillazioni libere) e dell 'integrale particolare che varia nel tempo con la stessa frequenza della eccitazione esterna indipendentemente dalla struttura: x = e −νωt [ A cos ω1t + B sin ω1t ] + [ A1 cos Ωt + B sin Ωt1 ] ( 30 Nella espressione ( 23 il primo termine della addizione è l’integrale generale, esso all’aumentare di t tende a zero, la legge del moto a regime, quindi, sarà rappresentata dal integrale particolare: x (t ) = [ A1 cos Ωt + B1 sin Ωt1 ] ( 31 Basterà allora calcolarsi I valori delle costanti A1 e B1. Si deriva quindi due volte l'integrale particplare ricavando le espressioni di della velocità e accelerazioni relative in funzione delle costanti A1 e B1 incognite. Queste espressioni, sostituite ai vi valori nella equazione differenziale, ci permettono di calcolare lare i valori di A1 e B1 che la soddisfano. F0 ω 2 − Ω2 A1 = m (ω 2 − Ω 2 ) 2 + 4ν 2ωΩ F 2νωΩ B1 = 0 2 m (ω − Ω 2 ) 2 + 4ν 2ωΩ ( 32 Sostituendo queste espressioni nell'integrale particolare si ha la soluzione: 42 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 F0 m x(t ) = 1 (ω 2 − Ω 2 ) 2 + 4ν 2ωΩ cos(Ωt − φ ) F x(t ) = 0 M (ν ,ω , Ω) ⋅ cos(Ωt − φ ) m 1 M (ν ,ω , Ω) = = 2 2 2 (ω − Ω ) + 4ν 2ωΩ B 2νωΩ φ = artg ( 1 ) = 2 A1 (ω − Ω 2 ) ( 33 A12 + B12 Ove la fonzione M(ν,ω,Ω) è detta funzione di trasferimento, φ è l’angolo di sfasamento della risposta. Si vede, quindi, che l'ampiezza della risposta e direttamente proporzionale all’'intensità della eccitazione ma dipende anche, tramite la funzione di trasferimento dalla frequenza dell 'eccitazione, da quella della struttura, dallo smorzamento. Esplicitando la funzione M(.) si ha: M (ν ,ω , Ω) = β= 1 ω 1 2 (1 − Ω 2 ω2 ) + 4ν 2 2 Ω2 ω2 Ω2 ω ( 34 2 M (ν ,ω , Ω) = μ (ν , β ) = 1 1 ω (1 − β ) + 4ν β 2 2 2 2 2 = 1 ω2 ⋅ μ (ν , β ) 1 (1 − β 2 ) 2 + 4ν 2 β 2 sostituendo questa nuova funzione nell’espressione della risposta ( 33 si ottiene: F0 m F x(t ) = 0 m x(t ) = 43 ⋅ ⋅ 1 ω2 ⋅ μ (ν , β ) ⋅ cos(Ωt − φ ) = m ⋅ μ (ν , β ) ⋅ cos(Ωt − φ ) = k ( 35 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 x(t ) = 10 F0 ⋅ μ (ν , β ) ⋅ cos(Ωt − φ ) = xst ⋅ μ (ν , β ) ⋅ cos(Ωt − φ ) k 10 7.5 μ ( 0.01 , β ) μ ( 0.05 , β ) μ ( 0.10 , β ) 5 μ ( 0.20 , β ) 2.5 0.124 0 0 0 0.5 1 1.5 β 2 2.5 3 3 Figura 7 Andamento del coefficiente di amplificazione μ(ν,β) per diversi valori dello smorzamento ν. Dalla terza delle ( 35 si può dare una interpretazione della risposta dinamica. Essa è data essenzialmente dalla stessa espressione della risposta statica, rapporto tra forza e rigidezza k, sfasata rispetto alla applicazione della forza di un tempo t=φ/Ω, ed amplificata di un fattore pari a μ(ν,β) detto per questo "funzione di amplificazione dinamica". La funzione di amplificazione dinamica dipende dallo smorzamento e dal rapporto tra la frequenza eccitatrice e quella della struttura. Se β=0 si ha il caso di forza statica (Ω=O) o di struttura infinitamente rigida (ω=∞). Il valore di μ(ν,β=0) vale 1. Se β=∞, si ha il caso struttura molto flessibile con periodo proprio molto lungo (ω=0) o di eccitazione ad alta frequenza (Ω=∞) (ω=∞). il valore di μ(ν,β=∞)=0. Se β=1, si ha il (ω=Ω) cioè di frequenza propria uguale alla frequenza di eccitazione, il valore di μ(ν,β=1)=1/(2ν), pertanto se lo smorzamento è piccolo il coefficiente di amplificazione diviene molto grande. La situazione è detta di risonanza, ed al limite, dopo molte oscillazioni la struttura può amplificare moltissimo l’effetto dell’azione. 44 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 1.3.1 Valutazione del transitorio Se si vuole valutare il transitorio si deve risolvere l’equazione differenziale ( 23. L’integrale particolare dell’equazione del moto è quello illustrato, si ricava d’altronde sostituendo il secondo termine della soluzione generale, cioè la soluzione particolare nella equazione di equilibrio, ricavando le espressioni di A e B sopra illustrate: x = e −νωt [ A cosω1t + B sin ω1t ] + [ A1 cos Ωt + B1 sin Ωt1 ] ( 36 F0 ω 2 − Ω2 m (ω 2 − Ω 2 ) 2 + 4ν 2ωΩ F 2νωΩ B1 = 0 2 m (ω − Ω 2 ) 2 + 4ν 2ωΩ A1 = ( 37 Derivando la espressione ( 23 si ottiene l’espressione della velocità, si possono così imporre le condizioni iniziali e da queste ricavare le espressini di A e di B in funzione di A1, B1 e dello spostamento e velocità iniziali: x0 = [ A cosω1 0 + B sin ω1 0] + [ A1 cos Ω0 + B1 sin Ω01 ] x&0 = −νωe −νωt [ A cos ω1t + B sin ω1t ] + e −νωt [− Aω1 sin ω1t + Bω1 cos ω1t ] + [− A1Ω sin Ωt + BΩ sin Ωt1 ] x0 = A + A1 x&0 = −νω[ A cosω1 0] + Bω1 cosω1 0 + B1Ω cos Ω1 0] = −νωA + Bω1 + B1Ω A = x0 − A1 x& νω B Ω x& νω BΩ B= 0 + A+ 1 = 0 + ( x0 − A1 ) + 1 ω1 45 ω1 ω1 ω1 ω1 ω1 ( 38 ( 39 ( 40 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 0.184 0.2 0.1 x( t) x1( t) 0 x2( t) 0.1 − 0.108 0.2 0 0.5 1 0 0.18 1.5 2 2.5 t 3 3 0.2 0.1 x( t) x1( t) 0 x2( t) 0.1 − 0.129 0.2 0 0 0.5 1 1.5 t 2 2.5 3 3 Figura 8 Forzante cosinusoidale. In alto: risposta nel caso di periodo proprio T=0.127sec, periodo della forzante Θ=2 sec, coeff. di smorzamento ν=0.05, ampiezza della forzante F=100, massa 0.4 (la rigidezza è quindi pari a 1000).In basso: risposta nel caso di periodo proprio T=0.28 sec e massa 2.0, gli altri parametri sono immutati. x: risposta totale, x1: integrale generale, x2: risposta senza contributo del transitorio Le espressioni ( 40 sono diverse da 0 anche nel caso in cui velocità e spostamento iniziale sono nulli, pertanto il transitorio dà sempre luogo ad una alterazione della risposta, che tende ad annullarsi con le oscillazioni. Ad esempio, in Figura 8 si nota che la risposta totale x(t), è diversa inizialmente dalla sola risposta a regime x2(t), la differenza è data dal contributo del transitorio x1(t). Nella figura è ben evidente il fatto che l’applicazione della forzante già diversa da 0 dà luogo ad un considerevole differenza nella fase iniziale tra forzante e risposta, differenza che tende a ridursi dopo poche oscillazioni. L’effetto del transitorio è più modesto se viene applicata una forzante del tipo Fsin(Ωt) che parte anch’essa dal valore nullo al tempo t=0. Nel caso di forzante sinusoidale le costanti A1 e B1 divengono: 46 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 F0 ω 2 − Ω2 m (ω 2 − Ω 2 ) 2 + 4ν 2ωΩ F 2νωΩ A1 = − 0 2 m (ω − Ω 2 ) 2 + 4ν 2ωΩ B1 = ( 41 Sono pertanto uguali alle espressioni della forzante cosinusoidale ma sono scambiate ed una, la A1 con segno invertito, mentre le A e B dell’integrale generale si ottengono imponendo che la soluzione completa soddisfi le condizioni iniziali, hanno pertanto le medesime espressioni ( 40, ove A1 e B1 hanno le espressioni appena trovate. 47 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 0.103 0.2 0.1 x( t) x1( t) 0 x2( t) 0.1 − 0.102 0.2 0 0 0.5 1 1.5 t 2 2.5 3 3 Figura 9 Forzante sinusoidale: risposta nel caso di periodo proprio T=0.28sec, periodo della forzante Θ=2 sec, coeff. di smorzamento ν=0.05, ampiezza della forzante F=100, massa 2 (la rigidezza è quindi pari a 1000) (tranne la forzante è il secondo caso della Figura 8) x: risposta totale, x1: integrale generale, x2: risposta senza contributo del transitorio 48 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 1.4 Oscillatore semplice: Risposta al moto del terreno Se il moto del terreno è del tipo A(t)=a0 sin ωt, l’equazione di equilibrio è la stessa ( 29 nella quale a termine noto è il termine -m a0 sin ωt, anziché la forzante F sin ωt. La risposta è quindi quella appena vista ove al termine F si sostituisce -m a0. Il rapporto tra la accelerazione assoluta del sistema e la accelerazione alla base, è detto tramittanza del sistema: ( &x&(t ) + a (t )) max 1 + (2νω / Ω) 2 =( )1 / 2 ( 42 a0 (1 − (ω / Ω) 2 ) 2 + 2ν (ω / Ω) 2 Questa espressione è la medesima che si ottiene nel caso di forzante sinusoidale tra forza totale di risposta e forza agente: (dω ⋅ x& + k ⋅ x) max F0 La stessa relazione vale tra spostamento assoluto, somma di quello relativo e quello del terreno, e spostamento del solo terreno. La trasmittanza ha pressoché lo stesso valore del coefficiente di amplificazione, salvo per valori molto elevati dello smorzamento. 10 10 7.5 Tr ( 0.01 , Ω ) Tr ( 0.05 , Ω ) Tr ( 0.10 , Ω ) 5 Tr ( 0.20 , Ω ) 2.5 0.042 0 0 0 20 40 60 80 Ω 100 100 Figura 10. Andamento della trasmittanza in una struttura con frequenza propria w=10 per diversi valori del coefficiente di smorzamento Si noti che la risposta diviene quindi: ma0 1 x(t ) = cos(Ωt − φ ) 2 2 m (ω − Ω ) 2 + 4ν 2ωΩ x(t ) = a0 M (ν , ω , Ω) ⋅ cos(Ωt − φ ) 49 ( 43 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 1 M (ν ,ω , Ω) = (ω − Ω ) + 4ν ωΩ B 2νωΩ φ = artg ( 1 ) = 2 A1 (ω − Ω 2 ) 2 2 2 2 = A12 + B12 La funzione M() è detta funzione di trasferimento, se si vuole la risposta in accelerazione la funzione va derivata due volte rispetto al tempo, ottenendo quindi la funzione di trasferimento in accelerazione relativa: Ω2M(). M (ν ,ω , Ω) = β= ω 1 2 (1 − Ω2 Ω2 ω ω2 ) 2 + 4ν 2 2 Ω2 ( 44 ω2 M (ν ,ω , Ω) = μ (ν , β ) = 50 1 1 1 ω (1 − β ) + 4ν β 2 2 2 1 (1 − β ) + 4ν 2 β 2 2 2 2 2 = 1 ω2 ⋅ μ (ν , β ) Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 1.5 Oscillatore semplice: Valutazione della Risposta in Forma Numerica. 1.5.1 Calcolo della risposta dinamica al passo: Metodo di integrazione al passo dell’equazione del moto In genere, disponendo di un calcolatore, è conveniente integrare numericamente l’equazione di equilibrio dinamico: m&x&(t ) + dx& (t ) + kx (t ) = − ma (t ) (1 piuttosto che non risolvere l’integrale di Duhamel o la soluzione relativa alla sovrapposizione in frequenza. Si tratta di discretizzare il tempo in intervalli di dimensione costante Δt, sufficientemente piccoli e scrivere l’equazione dinamica non in forma differenziale ma in forma finita. La funzione spostamento e le sue derivate sono calcolate in corrispondenza dei tempi ti, in cui è stato discretizzato il fenomeno. I metodi numerici rappresentano l’unica soluzione per il calcolo della risposta se la struttura entra in campo non lineare. Peraltro stime della risposta non lineare possono essere fatte con metodi approssimati basati su approssimazioni lineari della risposta. Si illustrano nel seguito due metodi di integrazione numerica: il primo delle differenze centrali, nel quale l’incognita di spostamento all’istante i+1, è espressa in funzione dello spostamento e delle sue derivate (velocità ed accelerazione) agli istanti precedenti: i ed i-1, è detto per questo un metodo esplicito; il secondo, chiamato metodo di Newmark, esprime lo spostamento all’istante i+1 in funzione degli spostamenti agli istanti i ed i-1, ma anche della accelerazione all’istante i+1, lo stesso in cui viene calcolato lo spostamento, e che è anch’esso una incognita. Il metodo, almeno in linea di principio, richiede di iterare a partire da un valore di tentativo della accelerazione all’istante i+1, ed è per questo detto implicito. 1.5.2 Metodi espliciti: le differenze centrali La velocità all’istante i può essere espresse come rapporto incrementale tra quelle agli istanti i+1 ed i-1: x − xi −1 x& i = i +1 (2 2Δt L’accelerazione si può ottenere dal rapporto tra l’incremento della velocità tra i+1 ed i , ed i ed i1: 51 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 x& i+ = &x&i = xi +1 − xi − xi − xi −1 ; x& i = Δt Δt xi +1 − 2 xi + xi −1 (Δt )2 (3 (4 Sostituendo la (3 e la (2 nella equazione di equilibrio dinamico (1 si ottiene: x − 2 xi + xi −1 xi +1 − xi −1 m i +1 + d + kxi = −ma(t i ) (5 2Δt (Δt )2 Raccogliendo i termini con lo stesso indice e portando a destra dell’uguale i termini che dipendono da i ed i-1 si ottiene: ⎡ m ⎡ ⎡ m d ⎤ d ⎤ 2m ⎤ x − + ⎥ xi −1 − ⎢k − ⎢ ⎥ xi +1 = −ma(t i ) − ⎢ (6 2 2 2 ⎥ i t t 2 2 Δ Δ ( ) ( ) ( ) t t Δ t Δ Δ ⎣ ⎦ ⎣ ⎦ ⎣ ⎦ La (6 è una equazione ricorrente, all’istante i+1 sono note tutte le grandezze relative agli istanti precedenti, pertanto è possibile ricavare lo spostamento x relativo ad i+1. La (6 può essere vista come la classica Kx=F, in cui la F è il secondo membro. Si noti inoltre come nella (6 compaia il termine Kxi, che rappresenta la forza elastica all’istante i. Qualora la struttura abbia comportamento non lineare l’espressione relativa alla forza di richiamo è f(x), pertanto la (1 diviene : m&x&(t ) + dx& (t ) + f ( x (t )) = − ma (t ) (7 e la (5 diviene: ⎡ m ⎡ ⎡ m d ⎤ d ⎤ 2m ⎤ x − + ⎥ xi −1 − ⎢ f ( xi ) − ⎢ ⎥ xi +1 = −ma(t i ) − ⎢ (8 2 2 2Δt ⎦ 2Δt ⎦ (Δt )2 i ⎥⎦ ⎣ (Δt ) ⎣ ⎣ (Δt ) Si deve osservare come anche la forza di richiamo non lineare sia nota in quanto è proprio quella relativa al passo precedente. Nessuna differenza, nemmeno di complessità di calcolo, vi è in questo caso nel passaggio da una analisi lineare ad una non lineare. Si deve infine osservare che per il calcolo del primo passo t=Δt=i+1, non è possibile definire lo spostamento all’istante i-1 da inserire nella (6 o nella (8. Se si specializzano la (2 e la (4 per t=0, ricavando velocità ed accelerazione al tempo t=0, ricavando dalla (2 la xi+1, e sostituendola nella (4, e ricavando da questa xi-1, si ottiene: 2 (9 xi −1 = xi − Δtx& i − (Δt ) &x&i /2 52 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 È chiaro che le grandezze all’istante t=0 sono un dato del problema, in generale sono nulle. Vi sono due requisiti essenziali cui i metodi di integrazione al passo devono soddisfare: devono essere “stabili”, e devono assicurare la “convergenza” alla soluzione esatta. Il primo requisito è dovuto alla caratteristica che alcuni sistemi di integrazione numerica hanno di divergere indefinitamente se il passo di integrazione non è sufficientemente piccolo rispetto al periodo proprio della struttura. Più precisamente se si calcola la risposta dell’oscillatore semplice non smorzato nel caso di oscillazioni libere il cui risultato esatto è: Acos ωt, nel caso del metodo delle differenze centrali la risposta può risultare non oscillatoria ed anzi cresce indefinitamente se Δt>T/π. Il metodo dà comunque luogo a risposte sinusoidali ma con periodi inferiori rispetto a quello reale, questa tipo di errore, detto di convergenza, si riduce al diminuire del rapporto Δt/T come si vede in figura. 0 (T'-T)/T -0,05 0 0,1 0,2 0,3 -0,1 -0,15 -0,2 -0,25 dt/T Metodo delle differenze centrali, scostamento tra periodo proprio calcolato ed effettivo per oscillazioni libere non smorzate In pratica nel caso sismico la necessità di rappresentare l’azione in modo accurato impone in genere di scegliere un passo di integrazione non superiore a 0.02 secondi, mentre valori tipici vanno da 0.005 a 0.01 secondi. Pertanto, nel caso di strutture civili, ad un grado di libertà, nelle quali il periodo proprio è in genere superiore a 0.1 secondi, il rapporto Δt/T è inferiore a 10, il metodo risulta pertanto stabile (Δt/T<1/π: condizione di stabilità) ed accurato (si veda la figura). Se la struttura entra in campo plastico i due requisiti divengono più facili da soddisfare, in quanto l’effetto globale è equivalente ad un allungamento del periodo. In definitiva i passi da seguire nella programmazione del metodo delle differenze centrali sono i seguenti: passo iniziale: valutazione dell’accelerazione al tempo t=0 (eq.(1, eq.(9, (8: (− dx& (t = 0) − kx(t = 0) − ma (t = 0)) &x&(t = 0) = m (10 53 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 x −1 = x0 − Δtx& 0 − (Δt ) 2 &x&0 2 ⎡ m ⎡ ⎡ m d ⎤ d ⎤ 2m ⎤ x − + ⎥ x −1 − ⎢k − ⎢ ⎥ x1 = −ma(t 0 ) − ⎢ 2 2 2Δt ⎦ 2Δt ⎦ (Δt )2 ⎥⎦ 0 ⎣ (Δt ) ⎣ ⎣ (Δt ) A tutti i passi successivi (eq.(8): ⎡ m ⎡ ⎡ m d ⎤ d ⎤ 2m ⎤ x ma t x − k − x ( ) = − − − + ⎢ ⎥ ⎢ ⎢ ⎥ (11 i + 1 i i − 1 2 2 2Δt ⎦ 2Δt ⎦ (Δt )2 ⎥⎦ i ⎣ (Δt ) ⎣ ⎣ (Δt ) Se si devono calcolare le altre grandezze di passo si utilizzano la (2 e la (4: x − xi −1 x& i = i +1 2Δt (12 xi +1 − 2 xi + xi −1 &x&i = (Δt )2 54 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 1.5.3 Metodi impliciti: il metodo di Newmark Si ipotizzi che si possa approssimare l’accelerazione di risposta (relativa) in ogni passo con una accelerazione costante pari alla media delle accelerazioni di inizio (punto i) e fine passo (punto i+1). In tale ipotesi si possono ricavare le grandezze del moto lungo il passo ed a fine passo: &x& + &x&i &x&i = i +1 (13 2 &x&i +1 + &x&i 2 Δt 2 (&x&i +1 + &x&i ) = xi + x& i Δt + 4 x& i +1 = x& i + Δt (14 xi +1 (15 La (14 può essere scritta come x& i +1 = x& i + [(1 − 0.5)Δt ]&x&i + (0.5Δt ) &x&i +1 [ ] [ ] (16 (17 xi +1 = xi + x& i Δt + (0.5 − 0.25) Δt 2 &x&i + 0.25Δt 2 &x&i +1 Le espressioni (14a ed (14b possono essere generalizzate secondo le due espressioni seguenti dovute a Newmark (1): (18 x& i +1 = x& i + [(1 − α ) Δt ]&x&i + (αΔt ) &x&i +1 [ ] [ ] xi +1 = xi + x& i Δt + (0.5 − β ) Δt 2 &x&i + βΔt 2 &x&i +1 (19 Se i valori di α e β sono rispettivamente 0.5 e 0.25 le due espressioni coincidono con le (16 e (17. Si trova immediatamente che se i valori di α e β sono rispettivamente 0.5 e 1/6, le due espressioni coincidono con la soluzione relativa al caso in cui l’integrazione nel passo si esegua utilizzando una variazione lineare della accelerazione relativa tra inizio e fine passo (secondo la ben nota regola dei trapezi). La (19 può essere utilizzata per ricavare lo spostamento di fine passo. La (18 per ricavare la velocità di fine passo. Si deve utilizzare un criterio iterativo assegnando inizialmente un valore di tentativo alla accelerazione. Se a fine passo, sostituendo i valori trovati nella equazione di equilibrio dinamico (1 si ottiene un valore della accelerazione sufficientemente prossimo a quello di tentativo, si può ritenere di aver raggiunto la convergenza, altrimenti si deve iterare sino a convergenza. 1.5.4 Riferimenti bibliografici Newmark,N.M., 1959, A Method of Computation for Structural Dynamics”, Journal of Engineering Mechanics Division, ASCE 85 55 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 1.6 Oscillatore Semplice: Stima della risposta massima non lineare E’ stato dimostrato che lo spostamento massimo di un oscillatore semplice elasto plastico soggetto ad un accelerogramma, se il periodo proprio è elevato, è circa uguale a quello dell’oscillatore indefinitamente elastico. Pertanto il taglio massimo nella struttura è pari al taglio elastico diviso per la duttilità massima richiesta. Se il periodo proprio è breve, la risposta in spostamento è tale da aver la stessa energia di deformazione massima dell’oscillatore elastico indefinito. Detta Eel=1/2 Kxe2, detta Eep=1/2 Kxy2+1K (xu-xy)= K xuxy-1/2 Kxy2, uguagliando i due termini si ha: xu=0.5(xe2/ xy+ xy)= 0.5(q2 xy+ xy) esprimendo xu normalizzato rispetto ad xy si ha: μ=xu/ xy = 0.5[(xe/ xy) 2+ 1)]= 0.5(q2 + 1) q rappresenta il fattore di riduzione della forza: q=Fe/Fy 56 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 8.5 10 9 8 7 6 μ ( x) 5 4 3 2 1 1 0 1 1 1.5 2 2.5 3 x 3.5 4 4 duttilità richiesta se T con l’ipotesi di ugual Energia in funzione di x= xe/ xy=q In genere se l’azione sismica è rappresentata dallo spettro di risposta elastico di progetto, ed il periodo proprio si trova nella zona a velocità costante: T>Tc , si assume valida l’ipotesi di ugul spostamento, al di sotto di tale periodo l’ipotesi di ugual energia è ragionevolmente cautelativa. Detto q il rapporto tra forza di inerzia massima Fe se la struttura rimane in campo elastico e la resistenza della struttura Fy , qualora il periodo della struttura T* sia inferiore a Tc si può utilizzare l’espressione : * d max d e*,max ⎡ T ⎤ = * ⎢1 + ( q* − 1) C* ⎥ ≥ d e*,max q ⎣ T ⎦ per il calcolo della riposta massima in spostamento, nella espressione data de,max è lo spostamento nel caso di risposta elastica. 57 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 d( q , 0.8⋅ Tc) d( q , 0.7⋅ Tc) d( q , 0.6⋅ Tc) d( q , 0.4⋅ Tc) q 58 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 2 Strutture a Più Gradi di Libertà: Coordinate Generalizzate Si consideri il telaio a 2 piani in figura. Si trascura la deformabilità assiale e per taglio, le travi sono infinitamente rigide (Unità di misura: [F]=[kN], [L]=[m], [m]=[ton]) Caratteristiche geometriche Dimensione pilastri: Altezza di piano: Lunghezza campata: Numero di pilastri: Interasse telai: b ×h hp L n Momento d’inerzia dei pilastri: Ip = =6,75×10-4 m4 Rigidezza dei pilastri: k pp =9×103 kNm-1 Rigidezza di piano: Caratteristiche meccaniche Modulo elastico del cls: Masse Massa impalcato: Massa sulla trave di piano: Massa di piano: kp=n×kpp =18×103 kNm-1 E =30000 MPa (=30000×103 kNm-2) mi mt=mi×in m=mt×L =0,70 ton m-2 =3,5 ton m-1 =21 ton 59 in 1 3 bh 12 EI = 12 3p hp =300×300 mm2 =3,000 m =6,000 m =2 =5,000 m Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 2.1 EQUAZIONI DEL MOTO E MATRICI DELLE MASSE E DELLE RIGIDEZZE Il sistema di equazioni che governano il moto della struttura si possono ricavare utilizzando differenti metodi : 1) Equilibrio alla d’Alambert (scrittura diretta delle equazioni di equilibrio dinamico) 2) Metodo energetico (Principio di Hamilton o della conservazione dell'energia totale del sistema) 3) Elementi finiti Mentre il metodo 3) è utilizzato ampiamente nei programmi di calcolo perchè si presta ad un elevato grado di automatizzazione, i primi due metodi sono il frutto del tradizionale approccio alla dinamica Lagrangiana. Con riferimento al telaio dell'esempio viene ora descritto il metodo 1). Nella figura accanto sono illustrate le sollecitazioni di taglio ad ogni piano (verso ed ampiezza). Il telaio è soggetto ad uno spostamento alla base xg. Effettuando l'equilibrio alla traslazione delle masse di piano possiamo scrivere il sistema di equazioni seguenti, ognuna delle quali mostra come la forza d'inerzia (proporzionale all'accelerazione assoluta della massa) equilibri la reazione elastica (proporzionale alla rigidezza di piano kp e dipendente dallo spostamento relativo di piano). x1 + && xg ) − k p ( x2 − x1 ) + k p x1 = 0 ⎧⎪m( && ⎨ (1 x2 + && xg ) + k p ( x2 − x1 ) = 0 ⎪⎩m( && che si può riscrivere mettendo a fattor comune le incognite x1 e x2 ossia gli spostamento relativi piano (vedi figura). 60 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 ⎧⎪ mx&&1 + 2k p x1 − k p x2 = − mx&&g ⎨ ⎪⎩ mx&&2 − k p x1 + k p x2 = − mx&&g Volendo scrivere le precedenti in forma compatta si può utilizzare la notazione matriciale: x1 ⎫ ⎡ 2k p −k p ⎤ ⎧ x1 ⎫ ⎡ m 0 ⎤ ⎧ && ⎡ m 0 ⎤ ⎧1⎫ xg ⎬+⎢ ⎨ ⎬ = −⎢ ⎥ ⎢ 0 m ⎥ ⎨ && ⎥ ⎨ ⎬ && ⎣ ⎦ ⎩ x2 ⎭ ⎣ − k p k p ⎦ ⎩ x2 ⎭ ⎣ 0 m ⎦ ⎩1⎭ MX&& + DX& + KX = − MI&& xg nella quale M è la matrice delle masse, K è la matrice delle rigidezze, I è il vettore di trascinamento ed X è il vettore incognito degli spostamenti di piano. Il termine a secondo membro rappresenta il vettore delle forze equivalenti al sisma. 2.2 SOLUZIONE CON APPLICAZIONE AD UN TELAIO PIANO Nel caso dell'esempio le matrici delle masse e delle rigidezze assumono le espressioni: ⎡m 0 ⎤ ⎡ 21 0 ⎤ M =⎢ M =⎢ matrice delle masse ⎥ ⎥ ⎣ 0 m⎦ ⎣ 0 21⎦ ⎡ 2k p K =⎢ ⎣ −k p −k p ⎤ k p ⎥⎦ ⎡ 3.6 ⋅ 104 K =⎢ 4 ⎣ −1.8 ⋅ 10 −1.8 ⋅ 104 ⎤ ⎥ 1.8 ⋅ 104 ⎦ matrice delle rigidezze Se si ipotizza di conoscere una soluzione del tipo X=φ y(t), ove y(t) è uno scalare che viene detto la coordinata generalizzata e serve a modulare il vettore φ, quest’ultimo dà la forma della deformazione. Ad esempio: ⎡ 0.115 ⎤ φ1 = ⎢ ⎥ ⎣0.186 ⎦ Spostamenti del primo e secondo piano Per il principio dei lavori virtuali il lavoro delle forze interne ed esterne fatto in uno spostamento virtuale deve essere nullo perché vi sia equilibrio. Sostituendo a X l’espressione dello spostamento X=φ y e le sue derivate temporali, assunto proprio δX=φ δy quale spostamento virtuale, premoltiplicando per φT i termini dell’equazione di equilibrio si ottiene: ∂y ⋅ φ T Mφ && y + ∂y ⋅ φ T MI&& xg + ∂y ⋅ φ T Dφ y& + ∂y ⋅ φ T Kφ y = 0 Dividendo per δy si ottiene: φ T Mφ &&y + φ T MI&& xg + φ T Dφ y& + φ T Kφ y = 0 61 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Che può riscriversi come: φ T Mφ &&y + φ T Dφ y& + φ T Kφ y = −φ T MI&&xg Da cui: φ T Mφ &&y + φ T Dφ y& + φ T Kφ y = −φ T MI&&xg Ponendo: φ T Mφ = m φ T Dφ = d φ T Kφ = k φ T MI = L L’equazione di equilibrio si riscrive: my&& + dy& + ky = − Lx&&g m = massa generalizzata, d = smorzamento generalizzato, k = rigidezza generalizzata. Dividendo per la massa generalizzata si ottiene: && y + 2νω y& + ω 2 y = − px&&g Ove p=L/m, è detto coefficiente di partecipazione. L’equazione è quella di un oscillatore semplice soggetto ad una accelerazione amplificata p volte rispetto a quella effettiva. 62 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 3 Strutture a Più Gradi di Libertà: Analisi Modale 3.1 CALCOLO DELLE FREQUENZE E PERIODI PROPRI DEL SISTEMA Si consideri ora il caso nel quale sia assente la forzante esterna in genere denominato problema delle OSCILLAZIONI LIBERE. && + KX = 0 MX Si può ipotizzare una soluzione di tentativo del tipo X := φ⋅ sinωt Sostituendo la precedente nel sistema di equazioni si ottiene un nuovo sistema nel quale le incognite sono il vettore delle ampiezze φ e la frequenza del moto ω, la determinazione della cui soluzione è detta PROBLEMA AGLI AUTOVALORI (K − ω2M )φ = 0 Eφ = 0 ossia in forma compatta Il sistema così ottenuto è un sistema omogeneo che come ben noto dalla matematica ammette soluzione (autosoluzione) se e soltanto se il determinante della matrice dei coefficienti possiede determinante nullo. Dunque per calcolare le autosoluzioni del sistema occorre imporre la condizione: det[E] = 0 Nel caso del telaio in esame il problema agli autovalori si scrive semplicemente: ⎡⎛ 2kp −kp ⎞ 2⎛ m 0 ⎞⎤ ⎛ φ11 ⎞ ⎛0⎞ ⎢⎜ ⎟ −ω ⎜ ⎟⎥ ⋅ ⎜ ⎟ := ⎜ ⎟ ⎝ 0 m ⎠⎦ ⎝ φ12 ⎠ ⎝ 0 ⎠ ⎣⎝ −kp kp ⎠ ossia ⎛ 2k − ω2m −k ⎞ ⎛ φ ⎞ p ⎟ 11 ⎛0⎞ ⎜ p ⋅⎜ := ⎜ ⎟ ⎟ ⎜ 2⎟ φ ⎝0⎠ kp − ω ⎠ ⎝ 12 ⎠ ⎝ −kp Imponendo l'annullamento del determinante della matrice E si ottiene la seguente equazione algebrica biquadratica nell'incognita ω 63 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 ⎛ 2k − ω2m⎞ ⎛ k − ω2m⎞ − k 2 := 0 ⎝ p ⎠⎝ p ⎠ p 2 4 2 2 m ω − 3mkp ω + kp := 0 le cui soluzioni sono date dalle espressioni seguenti 2 2 2 2 3mkp + ⎛⎝ 9m kp ⎞⎠ − 4m kp 2 ω := 1 2 2m ⎛ 9m2 kp 2 ⎞ − 4m2 kp 2 ⎝ ⎠ 3mkp − 2 ω2 := 2 2m I due valori ω1 e ω2 sono detti FREQUENZE PROPRIE del sistema Calcolo coefficienti Polinomio caratteristico ax2+bx+c=0: 2 a := m b := −( 3⋅ kp ⋅ m) c := kp 2 2 λ1 := −b − b − 4⋅ a⋅ c 2⋅ a λ1 = 327.399 λ2 := −b + 2 b − 4⋅ a⋅ c 2⋅ a 3 λ2 = 2.244 × 10 FREQUENZE PROPRIE PERIODI PROPRI ω1 := λ1 ω1 = 18.094 T1 := 2⋅ π ω1 T1 = 0.347 ω2 := λ2 ω2 = 47.371 T2 := 2⋅ π ω2 T2 = 0.133 - Uso del problema agli autovalori generalizzato implementato in Mathcad 64 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Spesso i programmi di calcolo automatico sfruttano metodi numerici approssimati per la valutazione della frequenze proprie FQUAD := genvals ( K , M ) FQUAD = ⎛ 2.244 × 103 ⎞ ⎜ ⎟ ⎝ 327.399 ⎠ Ω := FQUAD −1 T := 2⋅ π⋅ Ω ⎛ 47.371⎞ Ω =⎜ ⎟ ⎝ 18.094⎠ (FREQUENZE PROPRIE) ⎛ 0.133 ⎞ T=⎜ ⎟ ⎝ 0.347 ⎠ (PERIODI PROPRI) CALCOLO DEGLI AUTOVETTORI 65 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Poichè gli autovettori sono definiti a meno di una costante è possibile scegliere differenti condizioni di normalizzazione 1 ) metodo della componente unitaria Imponendo la condizione che almeno una componente di ciascun autovettore sia 1 e partizionando la matrice del problema agli autovalori si ha Ei⋅ φi := 0 problema agli autovalori autovettore i-mo ⎛ φi1 ⎞ φi := ⎜ ⎟ ⎝ φi2 ⎠ Ei := K − λi⋅ M matrice del problema agli autovalori partizionamento della matrice del problema agli autovalori ⎛ ei1 Ei , 10 ⎞ Ei := ⎜ ⎟ ⎝ Ei , 01 Ei , 11 ⎠ se si pone ad esempio φi1 := 1 dalla seconda equazione si ricava il valore di φ12 poichè gli autovalori hanno reso dipendenti le due equazioni la prima sarà automaticamente soddisfatta. Nel caso di più di due gradi di libertà il termine Ei , 01 rappresenta la prima colonna della matrice dei coefficienti moltiplicato per 1, primo valore dell'autovettore posto =1, esso fa si che i termini noti del problema siano proprio i valori Ei , 01 passiamo al nostro esempio Autovettore φ1 φ11 := 1 E1 := K − λ1⋅ M E11 := E1 1, 1 E01 := E1 0, 1 −1 φ21 := −E11 ⋅ E01 ⎛ φ11 ⎞ ⎟ ⎝ φ21 ⎠ ⎛ 1 ⎞ φ1a = ⎜ ⎟ ⎝ 1.618 ⎠ Autovettore φ2 φ1a := ⎜ φ12 := 1 66 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 E2 := K − λ2⋅ M E22 := E2 1, 1 E02 := E2 0, 1 −1 φ22 := −E22 ⋅ E02 ⎛ φ12 ⎞ ⎟ ⎝ φ22 ⎠ ⎛ 1 ⎞ φ2a = ⎜ ⎟ ⎝ −0.618 ⎠ La forma generale prima ricavata può essere particolarizzata al caso attuale. Ad esempio con riferimento al primo modo la prima equazione del moto si può scrivere: φ2a := ⎜ 67 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 (2⋅ kp − λ1⋅ m)⋅ φ11 − kp ⋅ φ12 := 0 dalla quale si evince, che posto φ11 := 1 φ12 := 2⋅ kp − λ1⋅ m kp φ12 = 1.618 Analogamente per l'autovettore del secondo modo 2 ) metodo della normalizzazione della matrice delle masse In tale caso si impongono le seguenti condizioni: T φi M ⋅ φi := 1 i := 1.. 1..n n=n° piani Raccogliendo gli autovettori φi in un'unica matrice Φ detta matrice modale le precedenti possono scriversi in maniera compatta T Φ M ⋅ Φ := I dove la matrice I è la matrice unità ⎛1 0⎞ I := ⎜ ⎟ ⎝0 1⎠ Per il caso dell'esempio imponendo la precedente al problema agli autovalori prima definito si ottengono le seguenti componenti del i-mo autovettore kp φi1 := 2 m (2kp − λ1⋅ m)2 + kp 2 2 1 − m⋅ φi1 φi2 := m Calcoliamoci dunque le componenti dei singoli autovettori Autovettore φ1 2 kp φ11 := m (2kp − λ1⋅ m)2 + kp 2 2 φ12 := 1 − m⋅ φ11 ⎛ φ11 ⎞ φ1 := ⎜ ⎟ ⎝ φ12 ⎠ 68 m Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 ⎛ 0.115 ⎞ ⎜ ⎟ ⎝ 0.186 ⎠ Autovettore φ2 φ1 = 2 kp m φ21 := (2kp − λ2⋅ m)2 + kp 2 2 φ22 := − 1 − m⋅ φ21 m ⎛ φ21 ⎞ ⎟ ⎝ φ22 ⎠ ⎛ 0.186 ⎞ φ2 = ⎜ ⎟ ⎝ −0.115 ⎠ NB. Una maniera alternativa di imporre la normalizzazione rispetto alla matrice delle masse è quella di utilizzare i vettori normalizzati col metodo della componente unitaria e poi sfruttare la proprietà che gli autovettori sono definiti a meno di una costante per valutare i nuovi vettori. In particolare ponendo le seguenti condizioni φ2 := ⎜ φ1 := C1⋅ φ1a φ2 := C2⋅ φ2a T φ1 ⋅ M ⋅ φ1 := 1 T φ2 ⋅ M ⋅ φ2 := 1 (normalizzazione rispetto alla matrice delle masse) dove i vettori φ1a φ2a sono i vettori ricavati col metodo della componente unitaria si ottengono le soluzioni per i coefficienti C1 e C2 C1 := 1 T φ1a ⋅ M ⋅ φ1a C2 := 1 T φ2a ⋅ M ⋅ φ2a I nuovi vettori φ1 e φ2 risultano ora normalizzati rispetto alla matrice della masse Nel caso dell'esempio si ha: C1 = 0.115 C2 = 0.186 69 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 φ1 := C1⋅ φ1a φ2 := C2⋅ φ2a i := 0 1 0 1 1 2 ⎛ 0.115 ⎞ ⎜ ⎟ ⎝ 0.186 ⎠ ⎛ 0.186 ⎞ φ2 = ⎜ ⎟ ⎝ −0.115 ⎠ che sono esattamente i vettori precedentemente determinati imponendo direttamente la normalizzazione rispetto alla matrice delle masse. Naturalmente per valutare gli autovettori è possibile, come logico, utilizzare anche un comando automatico come quello implementato in Matchad Mathcad usa una normalizzazione differente dalle due esposte precedentemente φ1 = Φ := genvecs ( M , K) ⎛ 0.526 0.851 ⎞ Φ =⎜ ⎟ ⎝ 0.851 −0.526 ⎠ 70 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 2 i 1.5 1 0.1 0.15 0.2 φ1 2 i 1.5 1 0.2 0 0.2 φ2 I° modo di vibrare II° modo di vibrare T1 = 0.347 T2 = 0.133 NB : Come è usuale il primo modo di vibrare risulta lineare mentre il secondo risulta intrecciato con valore negativo dello spostamento in sommità 71 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 3.1.1 PROPRIETA' DI ORTONORMALITA' DEGLI AUTOVETTORI A perscindere dal metodo di normalizzazione adottato si dimostra facilmente che gli autovettori appena ricavati possiedono una importantissima proprietà detta di ortonormalità che si esprime come segue T φi ⋅ M ⋅ φj := 0 se i è diverso da j T φi ⋅ K⋅ φj := 0 se i è diverso da j Se poi si adottasse la normalizzazione degli autovettori rispetto alla matrice delle masse si otterrebbero le condizioni aggiuntive seguenti T φi ⋅ M ⋅ φi := 1 2 T φi ⋅ K⋅ φi := ωi Ossia in forma compatta: T Φ ⋅ M ⋅ Φ := I ⎛1 0 0⎞ I := ⎜ 0 .. 0 ⎟ ⎜ ⎟ ⎝0 0 1⎠ T Φ ⋅ K⋅ Φ := Λ ⎛ω 2 0 0 ⎞ ⎜ 1 ⎟ ⎜ Λ := 0 .. 0 ⎟ ⎜ ⎟ ⎜ 0 0 ωn2 ⎟ ⎝ ⎠ Con le precedenti è possibile rendere le equazioni del sistema indipendenti tra loro (vedi calcolo della risposta col metodo della sovrapposizione modale). Nel caso dell'esempio la verifica dell'ortonormalità degli autovettori è immediata : T φ1 M ⋅ φ2 = 0 T φ1 M ⋅ φ2 = 0 − 14 T φ1 K⋅ φ2 = −2.842 × 10 − 13 T φ2 K⋅ φ1 = 2.274 × 10 Calcolo a posteriori delle frequenze proprie del sistema T A := φ1 M ⋅ φ1 T B := φ2 M ⋅ φ2 72 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 T C := φ1 K⋅ φ1 T D := φ2 K⋅ φ2 C ω1 := A ω1 = 18.094 Frequenza I° Modo ω2 := D B ω2 = 47.371 Frequenza II° Modo 73 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 3.1.2 CALCOLO ITERATIVO DEI MODI E FREQUENZE PROPRIE Si illustra un metodo iterativo per il calcolo di autovalori ed autovettori, utilizzabile con qualsiasi programma statico, utile per il controllo dei risultati dell'analisi dinamica. data l'espressione agli autovalori: (K − ω2M )φ = 0 se si premoltiplica per 1 −1 K (K − ω 2 M )φ = 0 2 ω si ottiene l'espressione: 1 ( 2 I − K −1M )φ = 0 ω che dà luogo alla forma iterativa: 1 1 φ = K −1Mφ 0 2 ω φ n1 = K −1Mφ 0 ; φ n1 = 1 ω 2 φ1 o anche ove con l'apice 0 ed 1 si indica iterazione 0 e iterazione 1. Cioò si assegna una forma di tentativo e si ricava dall'espressione detta una forma successiva. Poiché la frequenza è incognita essa può essere inclusa nel vettore φ che deve essere poi normalizzato. La normalizzazione si può fare a posteriori osservando che il rapporto tra il valore effettivo di un autovettore in un punto e quello ed 2 il suo valore normalizzato è appunto ω . Pertanto eseguite un certo numero di iterazioni è possibile calcolare il quadrato della frequenza come il valore prima dell'iterazione e dopo l'iterazione ma da normalizzare: 1 φ n1 = φ 0 2 ω da questa espressione si ha che il valore della frequenza si può ottenere come rapporto tra i valori che l'autovettore alla iterazione precedente e quello successivo hanno in un punto preciso della struttura. Da punto a punto tale rapporto varia, il valore esatto sarà compreso tra il massimo ed il minimo dei rapporti trovati, ovvero, pesando i valori con la distribuzione delle masse: φ n1′ M φ 0 ω2 = φ n1′ M φ n1 il metodo converge rapidamente, ci si ferma quando a iterazioni successive i valori ottenuti sono simili. ad esempio nel caso in questione si ha, con l'assunzione di un autovettore iniziale unitario ai due piani: 74 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 ⎛ 1. ⎞ ⎟ ⎝ 1. ⎠ φ0 := ⎜ (φn1) := K− 1⋅ M⋅ φ0 ⎛ 2.333 × 10− 3 ⎞ ⎟ φn 1 = ⎜ ⎜ −3 ⎟ ⎝ 3.5 × 10 ⎠ normalizzando a 1 la prima componente si ha: φa1 := φn 1 φn 1 1 φ0 := φa1 −1 φn 1 := K φn 1 = ⋅ M ⋅ φ0 ⎛ 1.944 × 10− 3 ⎞ ⎜ ⎟ ⎜ −3⎟ ⎝ 3.111 × 10 ⎠ ⎛ φn1T ⋅ M⋅ φ0 ⎞ ⎟ ω1 := ⎜ ⎜ φn T ⋅ M⋅ φn ⎟ 1⎠ ⎝ 1 0.5 ω1 = 18.096 1 T1 := 2⋅ π⋅ ω1 T1 = 0.347 se si vuol rendere il vettore normalizzato in modo ortonormale: T c := φn 1 ⋅ M ⋅ φn 1 φ1 := φ1 = φn 1 0.5 c ⎛ 0.116 ⎞ ⎜ ⎟ ⎝ 0.185 ⎠ T φ1 ⋅ M ⋅ φ1 = 1 3.2 CALCOLO DELLA RISPOSTA: METODO DELLA SOVRAPPOSIZIONE MODALE Equazioni modali e fattori di partecipazione Una volta valutati i modi di vibrare e le frequenze proprie del sistema è possibile calcolare la risposta sismica del nostro telaio. Spesso in fase progettuale si adotta quello che viene usualmente denominato metodo della sovrapposizione modale. L'idea base del metodo è legata alla proprietà di ortonormalità degli autovettori e alla normalizzazione degli stessi rispetto alla matrice delle masse che rendono disaccopiate le equazioni del moto. Infatti si ponga: 75 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 X := Φ ⋅ Y dove Y è il vettore delle coordinate normali mentre X è il vettore degli spostamenti di piano e Φ è la matrice modale ( Φ := φ1 φ2 ....... φn ) essendo n il numero dei gradi di libertà Sostituendo le precedenti nelle equazioni del moto e premoltiplicando ambo i membri per il vettore φi trasposto si ottiene un nuovo sistema in Y, composto da n equazioni disaccopiate, la cui generica espressione è la seguente: && + Φ T KΦY = −Φ T MI&x& Φ T MΦ Y g i := 1.. 1..n Con la normalizzazione dei modi rispetto alla matrice delle masse l'i-ma equazione diventa &y&i + ωi 2 yi = − pi &x& g ossia l'equazione di un generico oscillatore semplice di frequenza ωi soggetto ad una accelerazione moltiplicata per il fattore pi. Quest'ultimo è detto fattore di partecipazione ed è definito come segue T p i := φi ⋅ M ⋅ I e rappresenta il lavoro compiuto dalle forze sismiche M⋅ I nel modo φi E' allora chiaro che se pi è alto c'è un forte coinvolgimento del modo φi nel moto imposto dal sisma. E' altrettanto chiaro che più il modo è intrecciato e più c'è la possibilità che il relativo fattore di partecipazione sia piccolo. Smorzamento Strutturale E' usuale considerare il singolo oscillatore smorzato con fattore di smorzamento ξi. In tal caso l'equazione diventa &y& i + 2ξ i ωi + ωi2 y i = −p i &x& g In genere il valore dello smorzamento modale viene determinato immaginando una matrice degli smorzamenti C cosi' definita C := a⋅ M + b ⋅ K Smorzamento alla Rayleigh I parametri a e b vengono definiti sulla base dei due modi più importanti: T T T T T T φi ⋅ C⋅ φi := a⋅ φi ⋅ M ⋅ φi + b ⋅ φi ⋅ K⋅ φi φj ⋅ C⋅ φj := a⋅ φj ⋅ M ⋅ φj + b ⋅ φj ⋅ K⋅ φj Ponendo T φi ⋅ C⋅ φi := 2⋅ ξi⋅ ωi 76 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 si ottengono le espressioni dei coefficienti a e b ⎛ 2⋅ ωi⋅ ωj ⎞ a := 2⋅ ξi⋅ ⎜ ⎟ ⎝ ωi + ωj ⎠ b := ξi⋅ 2 ωj + ωi Massa eccitata NB : la somma dei quadrati dei fattori di partecipazione è, per effetto delle ortonormalizzazione degli autovettori, uguale alla massa totale del sistema: p12+p22=mtot Valutata la risposta del singolo oscillatore è suffciente tornare al vettore X per determinare la risposta in coordinate lagrangiane. Lo spostamento di piano può essere espresso semplicemente come somma dei contributi dei singoli modi (sovrapposizione modale) n x i = ∑ φiJ y J J =1 dove n è il numero dei modi In genere è possibile considerare nella sommatoria solo i modi di vibrare più significativi. A tale scopo è utile definire la massa eccitata dal singolo modo: 2 εi := pi mtot essendo mtot la massa totale dell'edificio Valori bassi sono indice di un modo poco eccitato e che contribiusce poco alla risposta ( valore basso nel termine della sommatoria) . Dunque la massa eccitata è un mezzo per avere un'immediata idea di quanti modi considerare per avere una risposta attendibile. Nel caso dell'esempio si ha: vettore delle incidenze per moto orizzontale, detto anche vettore di trascinamento: ⎛1⎞ I := ⎜ ⎟ ⎝1⎠ Fattori di partecipazione T p 1 := φ1 M ⋅ I p 1 = 6.315 Fattore di partecipazione I° Modo di Vibrare T p 2 := φ2 M ⋅ I p 2 = 1.489 Fattore di partecipazione II° Modo di Vibrare 2 pT := p 1 + p 2 pT = 42.093 77 2 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 2⋅ m = 42 si noti il basso valoredel secondo fattore di partecipazione sintomo del fatto che il secondo modo è relativamente (al primo modo) poco attivato. A tale scopo è utilie anche il calcolo della massa eccitata dei singoli modi di vibrare. 2 ε1 := p1 ⋅ 100 2⋅ m ε1 = 94.944 % 2 ε2 := p2 ⋅ 100 2⋅ m ε2 = 5.279 % La risposta del singolo oscillatore può essere determinata in vari modi ad esempio 1 ) Calcolo della risposta istante per istante con l'Integrale di Duhamel 2 ) Calcolo della risposta massima col Metodo dello spettro di risposta Metodo dell'Integrale di Duhamel n t 1 − ξ J ωJ ( t − τ ) x i = ∑ φ iJ ∫ − p J &x& g e sin ω J ( t − τ)dt 0 ωJ J =1 Metodo dello Spettro di Risposta Se in presenza di una accelerazione ag lo spettro di risposta in spostamento è pari ( ) Sd Ω i , ξi la risposta massima del singolo oscillatore modale sottopostoi ad un accelerazione pi*ag sarà ( ) y imax := p i⋅ Sd Ω i , ξi Passando ora in coordinate non normali il vettore degli spostamenti di piano può essere determinato con un opportuna combinazione che in genere viene scelta come segue Xmax := ΦYmax dove il vettore Ymax racchiude i valori massimi delle risposte dei singoli oscillatori modali Sicchè l'i-ma componente di X varrà ximax := ∑φij⋅yimax Usualmente la scelta del numero di modi da considerare dipende dalla % di massa eccitata dei singoli modi. 78 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 3.2.1 ESEMPIO: Calcolo della risposta di un telaio con lo spettro di risposta Spettro di progetto nuova normativa: zona 1 agmax:= 0.35⋅ 9.81 agmax = 3.434 Caratteristiche dello spettro di risposta elastico (Categoria suolo A) S := 1 TB := 0.15 TC := 0.40 TD := 2.0 η := 1 (Smorzamento 5%) q := 4 (Fattore di Struttura) Spettro di risposta elastico in accelerazione agmax ⎡ T Sa( T) := ⋅ S⋅ ⎢1 + ⋅ ( η ⋅ 2.5 − 1)⎥⎤ if 0 ≤ T < TB q T B ⎣ ⎦ agmax ⋅ S⋅ η ⋅ 2.5 if TB ≤ T < TC q agmax ⎛ TC ⎞ ⋅ S⋅ η ⋅ 2.5⋅ ⎜ ⎟ if TC ≤ T < TD q ⎝ T ⎠ agmax ⎛ TC⋅ TD ⎞ ⋅ S⋅ η ⋅ 2.5⋅ ⎜ if TD ≤ T q 2 ⎟ T ⎝ ⎠ Sa( 0.4) = 2.146 Sa( 1) = 0.858 Spettro di risposta in spostamento 2 T ⎞ Sd( T) := ⎛⎜ ⎟ ⋅ Sa( T) ⎝ 2⋅ π ⎠ Nel caso del telaio dell'esempio gli spettri in spostamento e accelerazione dei singoli oscillatori modali varranno: Sd1 := p 1⋅ Sd( T1) Sd1 = 0.041 Spostamento massimo oscillatore modale 1 Sa1 := p 1 Sa( T1) 9.81 Sa1 = 1.381 Accelerazione massima oscillatore modale 1 (in g) 79 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Sd2 := p 2⋅ Sd( T2) −3 Sd2 = 1.325 × 10 Spostamento massimo oscillatore modale 2 Sa2 := p 2 Sa( T2) 9.81 Sa2 = 0.303 Accelerazione massima oscillatore modale 2 (in g) E dunque la risposta massima ai singoli piani varrà Vettore degli spostamenti di piano ⎛ 0.041 ⎞ Y := ⎜ ⎟ ⎝ 0.001325⎠ ⎛ 0.116 0.186 ⎞ Φ =⎜ ⎟ ⎝ 0.185 −0.115 ⎠ X := Φ ⋅ Y ⎛ 5.033 × 10− 3 ⎞ ⎟ ⎜ −3⎟ ⎝ 7.507 × 10 ⎠ X=⎜ In modo formalmente equivalente si può scrivere: u 〈i〉 := Φ 〈i〉 ⋅Y i 1 Xmmax:= ∑ u 〈n〉 n =0 Ove con u(i) si sono indicati i vettori colonna dei contributi dei singoli modi. 3.2.2 Criteri di sovrapposizione modale con l’uso dello spettro di risposta La formulazione sopra riportata è corretta se applicata alla risposta Y(t), è una stima per eccesso della risposta, infatti i massimi delle due coordinate Y non sono contemporanei. Si adotta usualmente uno dei due metodi di seguito indicati: Dove con E è indicato il contributo di ciascun modo alla risposta. il primo criterio si applica come riportato di seguito: 80 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 ⎡ 1 (u〈n〉 )2⎥⎤ Xmax:= ⎢ ⎢ ⎥ ⎣n = 0 ⎦ ⎛ 4.793 × 10− 3 ⎞ ⎟ Xmax = ⎜ ⎜ −3⎟ ⎝ 7.661 × 10 ⎠ 0.5 ∑ Il secondo criterio di sovrapposizione modale è più preciso, tiene conto della correlazione tra i modi, dovuta alla vicinanza delle frequenze ed allo smorzamento. La prima formulazione della correlazione modale è dovuta a Rosemlueth ed Elourdy, così come la formula di combinazione. Qui si mostra la formulazione suggerita da Der Kiureghian : 3 T β := T 8⋅ ξ ⋅ ( 1 + β ) ⋅ β 2 1 ρ := 0 ⎡⎡ 1 (u〈n〉 )2⎤⎥ + ρ ⋅ uv⎤⎥ Xmax1:= ⎢⎢ ⎢⎢ ⎥ ⎥ ⎣⎣n = 0 ⎦ ⎦ −3 2 ρ = 8.856 × 10 (1 − β 2)2 + 4⋅ξ2⋅β ⋅(1 + β )2 ⎛ 4.794 × 10− 3 ⎞ ⎟ Xmax1 = ⎜ ⎜ −3 ⎟ ⎝ 7.66 × 10 ⎠ 0.5 ∑ Mettiamo a confronto i tre risultati ottenuti con i tre criteri di sovrapposizione modale: ⎛ 5.033 × 10− 3 ⎞ ⎟ X=⎜ ⎜ −3⎟ ⎝ 7.507 × 10 ⎠ Xmax = ⎛ 4.793 × 10− 3 ⎞ ⎜ ⎟ ⎜ −3⎟ ⎝ 7.661 × 10 ⎠ ⎛ 4.794 × 10− 3 ⎞ ⎟ ⎜ −3 ⎟ ⎝ 7.66 × 10 ⎠ Xmax1 = ⎜ Si osseva come il primo criterio, eccessivamente cautelativo, dia risultati non particolarmente più gravosi in questo caso. Esso rappresenta una stima per eccesso. Il secondo ed il terzo criterio danno luogo a risultati pressoché coincidenti. Questo fatto è dovuto alla scarsa correlazione modale. Infatti i periodi propri sono piuttosto lontani: 0.35 e 0.14 secondi. La correlazione è sempre pressoché nulla al di sopra di una distanza di 0.1 secondi. 81 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 1 1 0.9 0.8 0.7 0.6 ρ ( β ) 0.5 0.4 0.3 0.2 −4 7.09×10 0.1 0 0 0.1 0.2 0.4 0.6 0.8 1 β 1.2 1.4 1.6 1.8 2 2 Correlazione modale al variare del rapporto tra i periodi: β=T1/T2 82 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 3.3 TELAIO SHEAR-TYPE 2 PIANI ISOLATO ALLA BASE PREDIMENSIONAMENTO SISTEMA DI ISOLAMENTO periodo di progetto struttura isolata Tiso := 2 Massa base isolamento miso := m miso = 21 Massa totale del sistema di isolamento e della sovrastruttura mtot := 2⋅ m + miso mtot = 63 Calcolo rigidezza della base isolata considerando la sovrastruttura rigida 2 kiso := 4⋅ π 2 ⋅ mtot Tiso kiso = 621.785 3.3.1 MATRICI DEL SISTEMA DI EQUAZIONI DEL MOTO ⎛m 0 0 ⎞ M := ⎜ 0 m 0 ⎟ ⎜ ⎟ ⎝ 0 0 m⎠ ⎛ 21 0 0 ⎞ M = ⎜ 0 21 0 ⎟ ⎜ ⎟ ⎝ 0 0 21 ⎠ ⎛ kp + kiso −kp 0 ⎞ ⎜ ⎟ 2kp −kp ⎟ K := ⎜ −kp ⎜ 0 −kp kp ⎟⎠ ⎝ 83 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 ⎛ 1.862 × 104 −1.8 × 104 ⎞ 0 ⎜ ⎟ ⎜ ⎟ 4 4 4 K = −1.8 × 10 3.6 × 10 −1.8 × 10 ⎟ ⎜ ⎜ 4 4 ⎟ 0 −1.8 × 10 1.8 × 10 ⎠ ⎝ 3.3.2 CALCOLO DELLE FREQUENZE E PERIODI PROPRI DEL TELAIO - Uso del problema agli autovalori generalizzato implementato in Mathcad FQUAD := genvals ( K , M ) ⎛ 2.576 × 103 ⎞ ⎜ ⎟ FQUAD = ⎜ 872.073 ⎟ ⎜ ⎟ ⎝ 9.682 ⎠ (FREQUENZE PROPRIE) Ω := FQUAD ⎛ 50.759⎞ Ω = ⎜ 29.531⎟ ⎜ ⎟ ⎝ 3.112 ⎠ −1 T := 2⋅ π⋅ Ω ⎛ 0.124 ⎞ T = ⎜ 0.213 ⎟ ⎜ ⎟ ⎝ 2.019 ⎠ (PERIODI PROPRI) Si noti come la prima frequenza sia prossima alla frequenza del sistema considerando la sovrastruttura rigida e che la seconda frequenza sia relativamente più grande ωiso := kiso 3m ωiso = 3.142 ωbas := kiso m ωbas = 5.441 84 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Nel caso di azione sismica questo fatto risulta estremamente rilevante in quanto l'aumento del periodo proprio della struttura porta la struttura verso zone dello spettro di progetto con ordinate più basse, con conseguenti minori azioni sulla struttura. 85 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 3.3.3 CALCOLO DEGLI AUTOVALORI 1 ) metodo della componente unitaria Imponendo la condizione che almeno una componente di ciascun autovettore sia 1 si ha: Autovettore φ1 φ11 := 1 ( )2 E1 := K − Ω 2 , 0 ⋅ M E11 := submatrix( E1 , 1 , 2 , 1 , 2) E10 := submatrix( E1 , 1 , 2 , 0 , 0) −1 φ21 := −E11 ⋅ E10 ⎛⎜ φ11 ⎞⎟ φ1a := ⎜ φ210 , 0 ⎟ ⎜ ⎟ ⎜ φ21 ⎟ ⎝ 1, 0 ⎠ ⎛ 1 ⎞ φ1a = ⎜ 1.023 ⎟ ⎜ ⎟ ⎝ 1.035 ⎠ Autovettore φ2 φ11 := 1 ( )2 E11 := submatrix( E1 , 1 , 2 , 1 , 2) E10 := submatrix( E1 , 1 , 2 , 0 , 0) E1 := K − Ω 1 , 0 ⋅ M −1 φ21 := −E11 ⋅ E10 ⎛⎜ φ11 ⎞⎟ φ2a := ⎜ φ210 , 0 ⎟ ⎜ ⎟ ⎜ φ21 ⎟ ⎝ 1, 0 ⎠ ⎛ 1 ⎞ φ2a = ⎜ 0.017 ⎟ ⎜ ⎟ ⎝ −0.983 ⎠ Autovettore φ3 φ11 := 1 ( )2 E11 := submatrix( E1 , 1 , 2 , 1 , 2) E10 := submatrix( E1 , 1 , 2 , 0 , 0) E1 := K − Ω 0 , 0 ⋅ M −1 φ21 := −E11 86 ⋅ E10 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 ⎛⎜ φ11 ⎞⎟ φ3a := ⎜ φ210 , 0 ⎟ ⎜ ⎟ ⎜ φ21 ⎟ ⎝ 1, 0 ⎠ ⎛ 1 ⎞ φ3a = ⎜ −1.971 ⎟ ⎜ ⎟ ⎝ 0.983 ⎠ 2 ) metodo della normalizzazione della matrice delle masse C1 := 1 T φ1a ⋅ M ⋅ φ1a φ1 := C1⋅ φ1a ⎛ 0.124 ⎞ φ1 = ⎜ 0.126 ⎟ ⎜ ⎟ ⎝ 0.128 ⎠ C2 := 1 T φ2a ⋅ M ⋅ φ2a φ2 := C2⋅ φ2a ⎛ 0.156 ⎞ ⎜ ⎟ φ2 = ⎜ 2.665 × 10− 3 ⎟ ⎜ ⎟ ⎝ −0.153 ⎠ 1 C3 := T φ3a ⋅ M ⋅ φ3a φ3 := C3⋅ φ3a ⎛ 0.09 ⎞ φ3 = ⎜ −0.178 ⎟ ⎜ ⎟ ⎝ 0.089 ⎠ i := 0 87 1 0 1 1 2 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 3 i 2 1 0.2 0 0.2 φ1 I° modo di vibrare 3 i 2 1 0.2 0 0.2 φ2 II° modo di vibrare NB : Il primo modo è tale che la sovrastruttura praticamente si muova rigidamente sul basamento isolato e che tutta la deformazione sia concentrata negli isolatori. Come si dimostrerà nel successivo calcolo delle masse eccitate ad esso è associata la quasi totalità della massa eccitata e dunque nella sovrastruttura giungono sollecitazioni assai ridotte rispetto al caso non isolato 3 i 2 1 0.2 0 φ3 88 0.2 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 III° modo di vibrare 3.3.4 CALCOLO FATTORI DI PARTECIPAZIONE vettore delle incidenze per moto orizzontale ⎛1⎞ I := ⎜ 1 ⎟ ⎜ ⎟ ⎝1⎠ vettore dei fattori di partecipazione T p 1 := φ1 M ⋅ I p 1 = 7.936 T p 2 := φ2 M ⋅ I p 2 = 0.111 T p 3 := φ3 M ⋅ I p 3 = 0.022 si noti il basso valore del secondo indice di partecipazione sintomo del fatto che il secondo modo è relativamente (al primo modo) poco attivato. A tale scopo è utilie anche il calcolo della massa eccitata dal modo i-mo. verifichiamo che la somma dei quadrati dei fattori di partecipazione sia la massa totale del sistema isolato 2 2 2 pT := p 1 + p 2 + p 3 pT = 63 3.3.5 CALCOLO DELLA MASSE ECCITATE per definizione la massa eccitata del modo i-mo è il rapporto tra il quadrato del fattore di partecipazione e la massa totale del sistema 2 ε1 := p1 ⋅ 100 3⋅ m ε1 = 99.98 NB : la massa eccitata associata al primo modo di vibrare è la quasi titalità della massa eccitata 2 ε2 := p2 3⋅ m ε2 = 0.02 ⋅ 100 2 ε3 := p3 3⋅ m ⋅ 100 −4 ε3 = 7.523 × 10 89 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 si noti come il primo modo rappresenti di fatto il 100% della massa eccitata, questo è abbastanza tipico dei sistemi ben isolati 3.3.6 CALCOLO DELLA RISPOSTA SISMICA : Metodo dello Spettro di Risposta Spettro di progetto nuova normativa: zona 1 agmax:= 0.35⋅ 9.81 agmax = 3.434 Caratteristiche dello spettro di risposta elastico (Categoria suolo A) S := 1 TB := 0.15 TC := 0.40 TD := 2.0 η := 1 (Smorzamento 5%) q := 1 (Fattore di Struttura: deve restare elastica) Spettro di risposta elastico in accelerazione agmax ⎡ T Sa( T) := ⋅ S⋅ ⎢1 + ⋅ ( η ⋅ 2.5 − 1)⎤⎥ if 0 ≤ T < TB q T B ⎣ ⎦ agmax ⋅ S⋅ η ⋅ 2.5 if TB ≤ T < TC q agmax ⎛ TC ⎞ ⋅ S⋅ η ⋅ 2.5⋅ ⎜ ⎟ if TC ≤ T < TD q ⎝ T ⎠ agmax ⎛ TC⋅ TD ⎞ ⋅ S⋅ η ⋅ 2.5⋅ ⎜ if TD ≤ T q 2 ⎟ T ⎝ ⎠ Spettro di risposta in spostamento Sd( T) := ⎛⎜ 2 ⎞ ⋅ S ( T) ⎟ a 2 ⋅ π ⎝ ⎠ Nel caso del telaio dell'esempio gli spettri in spostamento e accelerazione dei singoli oscillatori modali varranno: T ( Sd1 := p 1⋅ Sd T ) 0, 0 Sd1 = 0.024 Spostamento massimo oscillatore modale 1 Sa1 := p 1 ( Sa T ) 0, 0 9.81 Sa1 = 6.216 Accelerazione massima oscillatore modale 1 (in g) 90 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 ( Sd2 := p 2⋅ Sd T ) 1, 0 −3 Sd2 = 1.092 × 10 Spostamento massimo oscillatore modale 2 ( Sa T Sa2 := p 2 ) 1, 0 9.81 Sa2 = 0.097 Accelerazione massima oscillatore modale 2 (in g) ( Sd3 := p 3⋅ Sd T ) 2, 0 −3 Sd3 = 3.787 × 10 Spostamento massimo oscillatore modale 2 Sa3 := p 3 ( Sa T ) 2, 0 9.81 −3 Sa3 = 3.737 × 10 Accelerazione massima oscillatore modale 2 (in g) E dunque la risposta massima ai singoli piani vale Y := Sd1 0 Y := Sd2 1 Y := Sd2 2 ⎛ φ10 φ20 φ30 ⎞ ⎜ ⎟ ⎜ Φ := φ11 φ21 φ31 ⎟ ⎜ ⎟ ⎜ φ1 φ2 φ3 ⎟ ⎝ 2 2 2⎠ φ1 := 0 ⎛ 0.024 ⎞ ⎜ −3⎟ Y = ⎜ 1.092 × 10 ⎟ ⎜ −3⎟ ⎝ 1.092 × 10 ⎠ 0.156 0.09 ⎞ ⎛ 0.124 ⎜ ⎟ Φ = ⎜ 0.126 2.665 × 10− 3 −0.178 ⎟ ⎜ ⎟ −0.153 0.089 ⎠ ⎝ 0.128 Vettore degli spostamenti di piano X := Φ ⋅ Y 91 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 ⎛ 3.193 × 10− 3 ⎞ ⎜ ⎟ ⎜ − 3 X = 2.802 × 10 ⎟ ⎜ ⎟ ⎜ 2.957 × 10− 3 ⎟ ⎝ ⎠ In effetti in generale il sistema di isolamento dà luogo ad uno smorzamento: ξi, superiore al 5%. Se si assume : ξi= 12%, che agisce sul solo modo, la risposta può valutarsi riducendo la risposta spettrale moltiplicando i valori dello spettro di risposta, relativi ai modi interessati dalla distorsione del sistema di isolamento, per la seguente espressione: ξi := 12 η := 10 5 + ξi η = 0.767 Sd1 := η ⋅ p 1⋅ Sd T Sd1 = 0.018 Sa1 := η ⋅ p 1 ( 0, 0 ( 0, 0 Sa T ) ) 9.81 Sa1 = 4.768 E dunque la risposta massima ai singoli piani, nel caso di smorzamento del sistema di isolamento pari al 12% vale Y := Sd1 0 Y := Sd2 1 Y := Sd2 2 ⎛ 0.018 ⎞ ⎜ −3⎟ Y = ⎜ 1.092 × 10 ⎟ ⎜ −3⎟ ⎝ 1.092 × 10 ⎠ 0.156 0.09 ⎞ ⎛ 0.124 ⎜ ⎟ Φ = ⎜ 0.126 2.665 × 10− 3 −0.178 ⎟ ⎜ ⎟ −0.153 0.089 ⎠ ⎝ 0.128 Vettore degli spostamenti di piano con smorzamento dell'isolamento=12% X := Φ ⋅ Y ⎛ 2.512 × 10− 3 ⎞ ⎜ ⎟ ⎜ X = 2.104 × 10− 3 ⎟ ⎜ ⎟ ⎜ 2.251 × 10− 3 ⎟ ⎝ ⎠ 92 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Anche in questo caso valgono le considerazioni fatte per la sovrapposizione modale nel caso del telaio convenzionale. L’applicazione del metodo CQC (composizione quadratica completa) richiede l’uso della espressione della correlazione relativa al caso di smorzamenti differenti ( si veda il file Mathcad per i dettagli e le differenze di risultato. L’espressione completa dovuta a Der Kiureghian è la seguente: 3 ρ 01 := 8⋅ ( ξ⋅ ξ0) (1 − β01 ) 2 2 ⋅ ( ξ0 + ξ⋅ β01) ⋅ β01 0.5 ( + 4⋅ ( ξ⋅ ξ0) ⋅ β01⋅ 1 + β01 ρ 01 = 0.069 2 ) + 4⋅(ξ0 2 2 ) 2 −4 ρ 02 = 5.426 × 10 2 + ξ ⋅ β01 Nella formula β01 è il rapporto tra la frequenza del primo e del secondo modo, ξ0 è lo smorzamento del primo modo, dovuto essenzialmente agli isolatori, pari al 12%. ⎛ 2.413 × 10− 3 ⎞ ⎜ ⎟ ⎜ − 3 Xmmax= 2.298 × 10 ⎟ ⎜ ⎟ ⎜ −3⎟ ⎝ 2.155 × 10 ⎠ ⎛ 2.25 × 10− 3 ⎞ ⎜ ⎟ ⎜ − 3 Xmax = 2.296 × 10 ⎟ ⎜ ⎟ ⎜ −3⎟ ⎝ 2.328 × 10 ⎠ ⎛ 2.281 × 10− 3 ⎞ ⎜ ⎟ ⎜ − 3 Xmax1 = 2.392 × 10 ⎟ ⎜ ⎟ ⎜ −3⎟ ⎝ 2.346 × 10 ⎠ Si veda come in questo caso la correlazione modale sia leggermente più influente per effetto dello smorzamento del 12% del primo modo. L’andamento della correlazione modale ρ al cariare del rapporto tra i periodi è riportato nella figura in basso. Nella successiva è riportata la variazione di ρ se un modo ha smorzamento 5% al variare dello smorzamento dell’altro se il rapporto β tra le frequenze modali vale 0.6 o il reciproco 1.67. Si vede che l’incremento dello smorzamento ha una influenza sensibile. Nel caso dell’isolamento è possibile che i modi isolati abbiano frequenze simili se non addirittura coincidenti. In tal caso il valore di ρ può essere elevato e la sovrapposizione di tipo CQC diviene particolarmente valida se non indispensabile. 93 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 1 0.9 0.8 0.7 ρ (β ) 0.6 ρ01( β ) 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2 β Funzione di correlazione ρ al variare del rapporto β tra le frequenze modali: ρ- per smorzamento costante nei due modi pari a 0.05, ρ0- per smorzamento pari l 5% in un modo ed al 12% nell’altro. 0.2 0.15 ρ01( ξ0) 0.1 0.05 0 0 0.05 0.1 0.15 0.2 ξ0 Funzione di correlazione ρ per un rapporto β tra le frequenze modali pari a 0.6 :, ρ0 - per smorzamento pari al 5% in un modo ed al 12% nell’altro 94 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 1 0.88 ρ01( ξ0) 0.75 0.63 0.5 0 0.05 0.1 0.15 0.2 ξ0 Funzione di correlazione ρ per un rapporto β tra le frequenze modali pari a 1 : per smorzamento pari l 12% in un modo ed variabile sino al 20% nell’altro 95 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 4 Le analisi di spinta Se si usa il metodo delle coordinate generalizzate, assumendo che il vettore spostamento sia descritto da una deformata φ, un vettore che dà lo spostamento della struttura relativo a ciascun grado di libertà, modulato da uno scalare y(t), l’equazione di equilibrio di una struttura a più gradi di libertà: && + KX = −MI&& MX xg (1 Può essere riscritto come: MΦ&& y + KΦy& = −MI&& xg (2 Che premoltiplicando per la trasposta della deformazione dà luogo alla equazione (principio dei lavori virtuali): & y& = −ΦT MI&& ΦT MΦ&& y + ΦT KΦ xg (3 Si può riscrivere la (3 nella forma consueta: m&y& + ky = L&x&g (4 Si supponga di aver normalizzato ad 1 la deformata in corrispondenza di un grado di libertà di piano. Con tale assunzione il valore di y coincide con lo spostamento del grado di libertà ove il vettore di forma vale 1. Dividendo per la massa generalizzata la (4 assume la usuale forma: &y& + ω 2 y = p&x&g (5 Dividendo per il coefficiente di partecipazione p si ottiene: &y& (6 y + ω 2 = &x&g p p La (6 può essere vista come l’equazione di equilibrio di un oscillatore semplice la cui risposta è data in termini di spostamento relativo: u=y/p. (6 u&& + ω 2 u = &x&g 96 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Il termine L che nella (4 moltiplica l’accelerazione del terreno può essere visto come la massa m* di un oscillatore semplice equivalente: φ T MI = m* = L Moltiplicando primo e secondo membro dell (6 per m* di ottiene: &y& y m* + m*ω 2 = m* &x&g p p (6’ Poiché: ω2 =k/m. sostituendo nella (6’ si ottiene: &y& k y m* + m* = m* &x&g p m p m* &y& y + (kp) = m* &x&g p p (6’’ (7 Il taglio alla base della struttura soggetta alle forze F=Kx =Kφy, è dato da:V= FT I= IT F. Se si usano le forme modali vale la relazione: (8 F = Kφy = ω 2 Mφy Se si premoltiplica la (8 per il vettore IT di trascinamento orizzontale si ottiene, come appena visto, il taglio alla base della struttura: V ( y ) = I T F = I T Kφy = I T ω 2 Mφy = ω 2 I T Mφy = ω 2 Ly = k L ⋅ y = k⋅ p⋅ y m (9 Pertanto sostituendo il risultato della (9 nella (7, si ottiene: (10 V ( y) m&y& + = L&x&g p Sino a che il legame è lineare si ha che V è proporzionale a y, pertanto V(y)/p=V(y/p): L 97 &y& V ( y ) V ( y) y + = L&x&g ; =V( ) p p p p ; (11 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 (12 &y& y + V ( ) = L&x&g ; p p La (12 può scriversi: L L ⋅ u&& + V (u ) = L&x&g ; u = y p (13 Se il legame è lineare tra V ed y vale la (13. Essa rappresenta la equazione di equilibrio dinamico dell’oscillatore equivalente alla struttura. Quando l’oscillatore semplice si sposta di u, la struttura si sposta di y= p u. La forza di richiamo ha il legame tra forza e spostamento della struttura. Pertanto la rigidezza k è proprio quella della struttura. Tuttavia, la forza massima alla base dell’oscillatore equivalente non lineare si ha quando l’oscillatore raggiunge uno spostamento u corrispondente a quello y di snervamento della struttura diviso per p. Ne segue che la massima reazione V che si può avere nell’oscillatore equivalente vale (Vy )/p pari al taglio massimo di snervamento alla base della struttura diviso per p. Se si normalizza a 1 l’autovettore in corrispondenza della copertura, la curva di spinta corrisponde a quella in cui in ascissa è riportato lo spostamento di sommità (ove l’autovettore vale 1) ed in ordinate il taglio alla base. La massa è data dalla somma delle masse pesate ciascuna per il valore dell’autovettore al livello della massa. Il coefficiente di partecipazione p vale p= L/(φ’Mφ). 98 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 4.1 Caratteristiche dell’Oscillatore Equivalente ad una Struttura V Vy yy y Figura 11- Legame elasto plastico perfetto e curva reale Si consideri una struttura, che sottoposta ad un sistema di forze F distribuito in modo proporzionale al prodotto delle masse per un vettore di forma, abbia un legame taglio alla base spostamento in sommità elastico perfettamente plastico, quale quello bilatero di figura. Il il punto yy rappresenta lo spostamento in sommità (se l’autovettore vale 1 in sommità, sennò è il punto dove l’autovettore vale 1) cui corrisponde lo snervamento. Il valore dy* corrisponde a yy /p, il valore Fy* corrisponde a Vy/p. La massa dell’oscillatore è la somma delle masse pesate dall’ampiezza del modo in corrispondenza a ciascuna massa: φ T MI = m * = L = ∑ mi ⋅ φi 99 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Il coefficiente di partecipazione p è dato naturalmente da: φ ′MI m* = p= φ ′Mφ ∑ miφi2 Curva ideale e.p. Curva reale Figura 12 legame dell’oscillatore equivalente, ripreso dalla Circolare esplicativa delle Norme Italiane. Le curve di spinta reali sono difficilmente elastiche perfettamente plastiche. In genere hanno un andamento quale quello in Figura 12. Vi sono vari criteri per ottenere dalla curva non lineare reale quella equivalente elastica perfettamente plastica. La norma Italiana, nella circolare esplicativa, dà il criterio riportato in Figura 12. Detta Fbu la resistenza massima del sistema strutturale reale ed Fbu*= Fbu/p la resistenza massima del sistema equivalente, il tratto elastico si individua imponendone il passaggio per il punto in cui il taglio alla base vale 0,6 Fbu, il punto di plasticizzazione (dy*; Fy), e quindi il valore Fy si individua imponendo l’uguaglianza delle aree sottese dalla curva bilineare e dalla curva di capacità per lo spostamento massimo du* corrispondente ad una riduzione di resistenza ≤ 0,15 Fbu*. Si tratta naturalmente di un procedimento convenzionale, che pretenderebbe di dar luogo ad una struttura che dà la stessa risposta in spostamento della struttura vera. In linea di massima la rigidezza iniziale: k*= Fy / dy* è poco differente da quella elastica iniziale della struttura, ma comunque è minore. Il periodo così determinato vale: T*=2π(m*/k*)1/2 100 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 4.2 Valutazione della risposta massima in spostamento dell’oscillatore equivalente. Vi possono essere vari modi per valutare la risposta dell’oscillatore equivalente. Se si ha a disposizione un accelerogramma si può valutare la risposta per integrazione al passo mediante analisi non lineare dinamica. L’ipotesi di comportamento della struttura è elasto plastica. In realtà le strutture difficilmente hanno un comportamente elastico perfettamente plastico, pertanto la risposta va valutata con il “reale” modello non lineare ciclico della struttura. Esso potrebbe, in linea di principio, essere ricavato con una analisi di spinta ciclica. In generale si fa ricorso a modelli semplificati noti, quali appunto quello elasto plastico perfetto, oppure incrudente (se dopo lo snervamento la retta relativa al legame ha inclinazione diversa da 0, oppure un legame del tipo Tackeda, per strutture in cemento armato, o legami più complessi. Un metodo semplificato per la stima della risposta non lineare, è quello di assumere che, se la struttura è a comportamento perfettamente plastico, lo spostamento massimo sia lo stesso della struttura elastica. . Figura 13 Criterio di uguaglianza tra massima energia di deformazione Fu Eel=1/2Kxu2 Epl=1/2Kxup2-1/2K (xup- xu)2 xup=(xu2-+xy2)/ xy Fy x 101 xu xup Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Questo criterio è valido per le strutture a periodo lungo. Per le strutture rigide in genere è più approssimato il criterio di utilizzare l’uguaglianza dell’energia massima di deformazione tra struttura elastica ed elasto plastica. 6 5 4 Xup/Xu ) 3 2 1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 xu/xy=Fu/Fy Figura 14 legame tra spostamento massimo della struttura elasto plastica ed elastica col criterio di uguale energia Si tratta di capire quando una struttura è flessibile (a periodo lungo) o rigida (a periodo corto). Fishinger [1999] ha suggerito di legare l’individuazione delle strutture a periodo corto o lungo dal confronto con l’ordinata Tc dello spettro di risposta. È l’ordinata ove finisce la zona di massima amplificazione della accelerazione (tratto costante dello spettro di progetto in accelerazione). Se T>Tc la risposta elasto plastica è quindi uguale a quella elastica, pari cioè allo spettro elastico in spostamento. Se T<Tc la risposta è data dalla seguente espressione: 1 102 1 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Se il legame non è elastico perfettamente plastico, l’espressione sopra indicata perde di validità sempre più al ridursi della dissipazione strutturale. Normalmente le strutture dissipoano meno rispetto al legame alasto plastico. Un criterio per capire la differenza è quella di sovrapporre il ciclo di isteresi della struttura a quello elasto plastico perfetto. Il rapporto tra le energie dissipate, ciè tra le areee incluse nei cicli dà una misura della attendibilità delle espressioni sopra riportate. Per ovviare a questo problema si possono utilizzare vari criteri. In alcuni casi sono state fatte analisi di confronto tra strutture che dissipano meno rispetto a quella elastica, trovando dei coefficienti di correzione (incremento) della risposta non lineare, che sono funzione del rapporto delle energie dissipate. Un criterio più fisico, è quello di trovare la struttura elasto viscosa equivalente a quella elasto plastica. Si parte cioè dall’idea che se due strutture dissipano la stessa quantità di energia debbono avere risposte dinamiche simili. Naturalmente questa ipotesi deve essere, ed in effetti, almeno sino a valori non eccessivi della energia dissipata, essa dà risultati ragionevoli. Di questo problema tratta un notevole filone di ricerca noto appunto con il nome di “linearizzazione equivalente”. E’ possibile cercare la struttura lineare equivalente ottimale per ottenere diverse grandezze di risposta. Nel caso qui esaminato si cerca quella che dà la stessa risposta massima in spostamento. Molti autori cercano invece la struttura che minimizza lo scarto quadratico medio tra la storia di spostamento della struttura non lineare e quella della struttura elasto viscosa equivalente. Se ad esempio si pesano maggiormente gli spostamenti massimi, i due obbiettivi tendono a coincidere. 4.2.1 Criterio di equivalenza tra struttura non lineare e struttura elasto viscosa. La storia della risposta di unsistema soggetto ad una forza: Eq. 1 È del tipo: Eq. 2 Eq. 3 Tralasciando la fase φ l’andamento temporale dello spostamento e della velocità di risposta sono dati nella Figura 15. 103 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Figura 15 esempio andamento dello spostamento e della velocità nel tempo per eccitazione sinusoidale La forza dissipativa viscosa è data da: , la forza elastica da: ku(t), la forza totale dalla somma delle due forze: 1 . I diagrammi forza spostamento e forza totale spostamento sono indicati nella Figura 16 e nella Figura 17. Figura 16 andamento della forza viscosa con Figura 17 andamento della forza totale con lo lo spostamento spostamento Se si fa un esperimento si misura in genere una parte elastica che si somma alla parte viscosa già vista, ottenendo la curva di destra (Figura 17). L’energia dissipata vale 2π / ω ED = 2π / ω ∫ (cu& )u&dt = ∫ cu& 0 2π / ω 2 dt = ∫ c[ωu cos(ωt − φ )] dt = cπωu 02 2 0 Eq. 4 0 0 poiché: c=2νωnm; m=k/(ωn) , lEq. 2’Eq. 4 diviene: ED= 2νωn k/(ωn)2 πωu02 = 2πν(ω/ωn )π k u02 = [4πν(ω/ωn )] [(1/2)k u02]; 2 104 Eq. 5 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Ed= 4πν(ω/ωn )] Eel ; ove Eel= [(1/2)k u02]; Eq. 6 Dalla Eq. 6 si ricava: ν=[1/4π] (ωn/ ω ) Ed /Eel ; Eq. 7 Dato un generico legame forza spostamento non lineare, si può, per un ciclo di assegnata ampiezza ricavare i valori di rigidezza elastica secante K e dello smorzamento equivalente ν. La prima si ottiene unendo l’origine con il punto della curva ciclica forza spostamento corrispondente allo spostamento massimo, mentre lo smorzamento equivalente si ottiene con la Eq. 7. K2 Q K1 K dy d Figura 18. Esempio di legame elasto plastico Se è data una curva elasto plastica incrudente, quale quella in Figura 18, se Q è l’intercetta della curva con l’asse delle ordinate, K1 la rigidezza elastica iniziale, K2 la rigidezza del ramo plastico, d lo spostamento massimo, dy lo spostamento di snervamento, K la rigidezza secante, l’energia dissipata può essere espressa nella forma Ed= 4Q(d- dy) Eq. 8 105 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Pertanto lo smorzamento si ottiene dalla espressione: ν=[1/4π] (ωn/ ω ) Ed /Eel=ν=[1/4π] (ωn/ ω ) 4Q(d- dy)/ [(1/2)k d2] Eq. 9 In genere si assume che il maggior contributo allo smorzamento complessivo è dato dalle frequenze prossime alla frequenza propria della struttura, quando (ωn/ ω )=1, pertanto la Eq. 9 diviene: ν=[1/4π] 4Q(d- dy)/ [(1/2)k d2]; Eq. 10 Nel caso elasto plastico Q=Fy, cioè l’intercetta è uguale alla forza di snervamento della struttura, nonché alla resistenza massima, e la rigidezza secante vale: k= Fy /d, la Eq. 10 diviene: ν=(2/π) (1- dy/ d)= (2/π) (1- 1/μ); Eq. 11 0.6 0.5 0.4 ν ( μ ) 0.3 0.2 0.1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 μ Figura 19 Smorzamento equivalente al crescere della duttilità in spostamento nelle strutture elasto plastiche perfette Si noti che lo smorzamento equivalente si addiziona allo smorzamento che comunque viene sempre associato alla struttura in campo elastico, in genere assunto pari al 5%. Quando la struttura ha un incrudimento positivo dopo lo snervamento, come indicato in Figura 18, k d=Q+k2d da questa si ottiene l’espressione della rigidezza secante: 106 Eq. 12 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 k=Q/ d +k2. Eq. 13 Inoltre, sempre con riferimento alla Figura 18, ed alla Eq. 10 si ha: dy =Q/(k1-k2 ); Q= k1 dy -k2 dy detto: a= Q/ (dyk2) ν=(2/π)[a(μ-1)]/[( μ+a) μ] Eq. 14 Eq. 15 Eq. 16 Quando la derivata rispetto alla duttilità μ della Eq. 16 è nulla, si ottiene il valore di μ per il quale lo smorzamento è massimo: 107 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 μ (νmax)=1+(1+a)0.5 νmax= (2a/π) (1/[2(1+a)1/2 +(2+a)] Eq. 17 Eq. 18 Si vede pertanto che, mentre nel caso elasto plastico perfetto lo smorzamento aumenta sempre all’aumentare della duttilità richiesta, nel caso di una struttura dotata di incrudimento lo smorzamento aumenta sino ad un certo valore della duttilità, oltre la quale lo smorzamento diminuisce.In realtà per le usuali struuture civili, il valore dell’incrudimento è in generale solo di qualche percento. Se si utilizza l’Eq. 17 s ivede, che il valore della duttilità cui corrisponde lo smorzamento massimo è molto grande, per valori di dell’icrudimento α=k2/k1 <0.02. 10 9 8 7 μνmax( α ) 6 5 4 3 2 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 α Figura 20 Duttilità a cui corrisponde lo smorzamento equivalente massimo al variare dell’incrudimento Si può pertanto concludere che sino a valori di incrudimento pari a 0.02 la dissipazione e quindi lo smorzamento equivalente aumentano con l’ampiezza dell’escursione plastica, cioè con la massima duttilità richiesta. Per valori di incrudimento maggiori, lo smorzamento cresce sino ad un certo valore della duttilità per poi diminuire. In particolare occorre controllare con attenzione i casi con incrudimento sinosuperiore a 0.1, valore per il quale la duttilità corrispondente allo smorzamento massimo è pari a 4.16, con uno smorzamento massimo pari a 0.33. 108 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 0.4 0.3 ν1( μ , 0.1) 0.2 0.1 0 0 2 4 6 8 μ Figura 21smorzamento equivalente alla struttura elasto plastica con incrudimento pari al 10% 109 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 5 Rappresentazione degli accelerogrammi in serie di fourier: lo spettro di potenza Dato un accelerogramma, ad esempio Tolmezzo NS del 1976: Accelerogramma del Friuli Questo accelerogramma registrato ad intervalli di 0.01 secondi per un totale di 3728 punti, ha una durata di 37, 28 secondi. Può essere approssimato con una funzione del tipo serie di Fourier: n n 0 1 f (t ) = ∑ An cos ω n t + Bn sin ω n t = A0 + ∑ An cos ω n t + Bn sin ω n t essendo : 110 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 ωn = 2π n D il primo termine della serie è nullo in una funzione a media nulla quale un accelerogramma. Per esprimere l’accelerogramma in serie di fourier, occorre determinare il valore delle costanti An e Bn. Esse vanno scelte in modo che minimizzino lo scarto tra la funzione da approssimare a(t), l’accelerogramma, e la funzione approssimante f(t). Se il numero di termini che si utilizzano è pari al numero di punti della funzione, lo scarto è evidentemente nullo, si potrebbe infatti scrivere un sistema di n equazioni in n incognite, ma il beneficio che si ottiene con la nuova formulazione è nullo. Se il numero di termini che si considera è modesto, si può avere un beneficio reale, riducendo al dimensione del problema da trattare. In realtà, oggi non è tanto interessante questo aspetto, quante la comprensione di alcune alcune caratteristiche del dell’accelerogramma che ci consentono di capire la fisica del problema. Le costanti An e Bn si ottengono cercando i valori che minimizzano lo scarto quadratico medio tra la a(t) e la funzione approssimante f(t): D 1 S = ∫ ( a (t ) − f (t )) 2 dt D0 derivado S rispetto ad An eBn si ottengono le seguenti espressioni: D An = 2 a (t ) cos ω n tdt D ∫0 D 2 Bn = ∫ a (t ) sin ω n tdt D0 il pregio della formulazione è che si può inizialmente scegliere un numero limitato di armoniche approssimanti, valutare graficamente la differenza con la funzione da approssimare, e successivamente aggiungere un certo numero di termini sino a che il risultato non sia soddisfacente. Lo scarto diminuisce all’aumentare del numero di termini della serie. L’espressione di Fourier può ssere riscritta nella forma: 111 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 N f (t ) = ∑ C n (cos ω n t − φ n ) 0 Cn = An + Bn Bn An Poiché si dimostra che, se N=∞, detta W la potenza media dell’accelerogramma: φ n = ar tan g D 1 1 N 2 2 a t dt = Cn ( ) ∑ ∫ 2 1 D0 un criterio per decidere come arrestare il calcolo di nuove armoniche è che la differenza tra la valutazione esatta della potenza e quella approssimata considerando un numero limitato di armoniche, sia modesta: W= D 1 1 N δ = ∫ a(t ) 2 dt − ∑ C n 2 ≤ ε D0 2 1 112 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 5.1 Esercizio Dato il terremoto del Friuli 1976 (Tolmezzo N-S) Cliccando su QBasic si avvia il Basic. Si esegue quindi il programma ACC. Il file accorciato a 16.64 secondi si trova su FR76C.TXT. Si esegua il calcolo senza A0 con sole 10 armoniche. La maggiore è 2Π10/D= 62.8/16.64=3.774 Sullo schermo appaiono l’accelerogramma di input, gli spettri dei Cn, funzione del periodo o della frequenza, il massimo valore f della funzione approssimante ed il massimo valore dello scarto quadratico medio tra funzione approssimante e da approssimare ( cioè l’accelerogramma). Si può quindi chiedere il calcolo della risposta all’accelerogramma. Viene prima calcolata la funzione di trasferimento e quindi data la funzione di risposta. 113 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 Si riporta l’accelerogramma registrato a Tolmezzo (Friuli) nel 1976 in direzione N-S 3728 0.01 1.030 0.242 0.694 3.565 6.524 8.010 6.942 3.628 0.746 -0.470 -1.502 -3.579 -5.915 -7.641 -9.198 -8.822 -4.200 1.570 5.500 8.715 10.109 9.087 8.304 6.543 1.956 -3.093 -7.597 -11.130 -12.400 -12.434 -10.938 -6.852 -2.057 3.275 9.037 11.900 11.359 9.094 5.900 2.958 -1.288 -7.449 -11.520 -14.012 -17.919 -21.512 -23.808 -22.719 -14.914 -4.067 7.137 18.596 23.726 22.734 23.027 19.992 9.692 -0.410 -8.458 -14.894 -15.228 -11.878 -10.072 -9.034 -7.446 -4.173 0.945 5.666 9.853 12.057 8.780 2.090 -3.385 -5.886 -8.094 -14.333 -17.551 -8.021 5.170 12.051 16.835 18.306 13.177 7.741 3.702 -1.142 -5.117 -8.831 -10.205 -6.252 -3.566 -5.923 -9.042 -9.814 -3.580 7.112 9.036 1.656 -7.907 -20.746 -29.110 -25.322 -22.783 -26.936 -24.444 -11.323 9.984 34.131 44.684 40.992 38.523 32.400 16.524 4.267 -4.304 -15.977 -20.198 -15.913 -13.580 -11.055 -7.588 -6.880 -5.316 -4.050 -5.700 -7.657 -10.471 -5.746 13.122 25.450 19.569 10.164 -2.084 -19.398 -23.693 -12.745 -7.488 -13.114 -14.012 -4.032 2.159 -4.796 -17.110 -29.267 -34.623 -26.801 -20.238 -20.662 -10.311 6.171 13.831 22.615 33.643 33.379 26.240 21.035 15.853 8.788 1.659 -0.346 2.381 2.615 1.216 3.411 12.389 26.478 30.348 20.839 15.484 10.354 -3.243 -8.574 -6.752 -13.007 -18.665 -21.996 -28.684 -24.700 -10.525 2.669 25.935 52.653 52.851 29.671 7.693 -8.452 -20.981 -22.691 -14.870 -18.084 -36.712 -36.930 -6.486 16.586 16.162 13.770 7.817 -11.997 -26.636 -24.559 -19.232 -16.271 -12.889 -9.267 0.204 15.200 23.309 25.766 32.235 37.385 37.654 37.457 31.756 20.122 10.557 -0.036 -10.285 -10.196 -5.922 -3.955 -0.579 -2.589 -9.057 -5.477 1.517 1.075 2.177 5.926 4.907 -2.608 -19.491 -30.711 -15.110 5.896 9.479 19.169 38.839 33.837 7.622 -7.080 -11.662 -21.028 -29.407 -31.409 -33.429 -37.394 -36.243 -24.691 -3.850 23.586 47.122 47.625 28.320 19.614 33.306 50.255 52.468 36.537 9.490 -16.238 -26.227 -10.483 13.911 17.059 7.956 9.447 10.907 10.270 22.897 31.555 21.204 13.649 12.321 0.649 -9.303 -4.353 -0.757 -8.296 -16.796 -19.743 -12.997 4.911 18.065 16.670 13.821 12.772 11.311 21.794 33.712 23.551 5.663 -3.674 -12.426 -15.624 -10.225 -10.178 -16.983 -25.309 -29.187 -22.220 -17.469 -18.149 -6.469 9.141 19.921 38.601 47.292 32.653 27.065 34.461 28.741 20.775 25.247 27.587 23.917 26.488 33.026 29.342 14.152 -4.661 -28.850 -53.540 -61.623 -52.552 -33.889 -10.199 -1.791 -16.050 -25.745 -17.516 -6.303 -3.168 -9.614 -22.274 -37.927 -57.761 -75.981 -81.981 -75.387 -65.537 -61.311 -60.733 -57.211 -53.898 -56.571 -65.164 -70.473 -59.406 -44.667 -49.367 -62.878 -73.808 -90.145 -100.937 -99.959 -102.932 -107.037 -107.930 -113.809 -116.545 -112.785 -103.972 -75.167 -39.153 -22.019 -7.475 16.143 37.407 66.002 101.114 121.493 131.876 134.961 115.187 88.189 77.751 69.324 51.187 39.890 40.172 42.913 56.004 85.658 111.202 114 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 115.654 18.892 -11.756 -79.201 327.202 -7.318 -167.418 -171.046 134.479 -28.979 -35.570 197.178 -84.703 -139.795 -58.654 -1.460 -31.081 -11.812 141.744 -141.979 -206.629 174.407 82.161 16.103 -64.624 76.894 -69.375 -192.698 -36.952 103.002 164.892 -23.568 37.208 -128.112 -73.202 -61.781 98.357 57.884 68.733 -35.553 -63.388 -87.706 48.786 70.633 68.833 -47.026 -56.353 -12.508 108.110 14.784 -70.195 115 108.825 18.151 -11.298 -26.897 284.853 -39.496 -185.474 -126.496 135.659 -31.415 1.236 230.309 -87.183 -121.091 -39.138 -6.641 -73.902 35.800 113.780 -153.161 -168.373 171.862 -26.230 14.881 -50.202 93.714 -63.570 -189.265 -22.785 117.865 141.695 -20.968 64.398 -148.863 -50.010 -39.249 84.527 47.980 68.965 -46.500 -84.779 -23.338 43.597 64.283 55.075 -56.243 -60.571 13.872 102.014 4.174 -66.056 99.651 15.435 -14.284 29.415 219.231 -78.712 -198.709 -80.096 125.172 -51.728 35.138 256.519 -62.896 -116.125 -2.349 15.557 -100.272 88.337 88.167 -169.602 -120.294 177.612 -57.095 20.445 -17.752 92.082 -72.129 -167.604 -1.140 124.246 108.386 -18.578 73.704 -163.340 -43.637 -2.217 72.955 45.986 59.851 -47.095 -121.369 20.484 52.716 58.347 36.466 -54.566 -61.913 32.284 89.897 -2.950 -63.224 83.068 10.884 -26.414 96.002 180.607 -117.662 -218.224 -25.073 91.069 -61.176 60.900 248.027 -39.996 -116.749 13.899 47.321 -109.410 117.774 39.292 -169.281 -47.679 212.639 -43.857 22.950 19.380 63.623 -94.143 -142.128 16.277 140.592 53.244 -16.507 49.877 -172.804 -53.347 37.743 60.655 53.630 43.770 -41.343 -157.267 37.821 65.150 55.963 19.536 -50.140 -61.326 46.783 74.697 -10.705 -62.577 61.953 4.653 -39.834 188.305 157.938 -143.519 -249.891 33.397 31.672 -66.416 90.781 218.094 -48.888 -117.086 9.223 60.594 -105.690 133.282 -30.710 -164.690 37.469 250.994 -30.578 4.813 55.268 24.410 -116.380 -115.855 25.469 162.952 13.502 -25.915 23.144 -165.401 -61.082 69.137 56.174 59.113 31.930 -37.867 -181.445 55.766 73.754 55.944 10.964 -49.561 -63.539 66.258 57.702 -24.928 -61.063 46.849 -5.002 -56.093 272.754 120.535 -154.440 -271.794 69.700 -15.172 -76.329 119.302 158.424 -71.780 -114.642 5.590 61.090 -90.759 144.016 -73.801 -179.816 93.639 245.862 6.831 -25.309 77.173 -11.183 -138.752 -89.502 39.864 184.143 -3.381 -22.955 -0.568 -143.883 -55.403 87.685 66.343 59.988 11.848 -31.639 -182.133 62.817 86.079 62.534 1.112 -49.816 -62.099 81.966 43.223 -40.266 -59.076 36.143 -11.033 -83.682 311.470 72.844 -153.364 -258.594 86.748 -36.666 -72.480 146.133 52.415 -101.606 -89.945 7.851 51.634 -64.246 150.367 -98.453 -205.140 128.199 216.527 39.647 -44.030 76.219 -42.362 -160.130 -67.980 58.511 201.364 -21.405 3.350 -40.451 -122.592 -52.387 100.853 74.713 64.717 -15.702 -34.398 -159.393 55.042 89.736 74.929 -15.080 -50.550 -51.120 91.611 32.711 -53.802 -55.068 25.003 -11.414 -101.188 325.965 28.269 -153.573 -217.361 112.313 -39.938 -57.848 172.977 -43.557 -136.068 -64.354 8.371 18.284 -38.512 154.964 -127.017 -220.481 159.785 177.345 31.681 -57.003 68.720 -65.451 -178.738 -50.338 78.800 193.676 -29.996 22.524 -90.285 -100.615 -61.440 106.787 69.328 68.486 -28.726 -49.713 -131.534 52.548 79.681 77.925 -31.739 -52.871 -34.966 102.518 24.399 -66.112 -49.736 Prof. Camillo Nuti Dispense di Costruzioni in Zona Sismica 2007 -45.681 -37.506 -22.178 38.626 52.323 -14.981 28.824 9.619 -2.635 -14.358 -2.366 3.405 -42.714 1.811 -0.849 27.971 2.057 8.059 15.624 34.747 -2.307 -37.475 -24.815 -8.719 21.935 23.356 2.501 -39.698 -13.428 -8.509 -3.292 -4.042 -8.445 14.241 9.151 16.158 7.901 16.258 -2.825 1.356 -3.858 -29.352 8.300 3.570 3.829 2.074 -1.346 8.723 -20.338 -14.091 19.847 116 -42.705 -34.814 -18.962 36.810 51.470 -3.680 22.387 10.467 -7.571 -11.431 -1.476 -4.553 -41.893 13.278 -14.726 22.574 12.467 0.598 27.359 28.703 -9.543 -35.696 -17.635 -7.064 28.032 17.087 -4.145 -39.663 -12.614 -5.141 -8.804 -2.594 -4.770 17.243 11.539 16.823 7.575 11.585 -5.491 -0.135 -6.800 -29.943 15.334 4.772 -1.184 4.476 1.744 3.024 -23.775 -12.513 18.803 -43.446 -33.509 -13.744 31.012 44.354 5.750 16.686 8.839 -11.734 -8.842 -0.717 -12.910 -38.686 24.915 -23.037 13.818 24.301 -7.212 37.319 26.874 -20.084 -35.861 -10.558 -3.693 33.360 11.134 -10.852 -34.337 -11.782 -1.507 -11.964 -2.605 -1.464 18.719 13.903 17.077 7.207 7.602 -8.085 -2.179 -8.855 -28.435 20.834 6.417 -5.867 6.801 6.101 -1.209 -26.610 -10.839 15.931 -48.541 -35.586 -5.492 26.285 28.932 17.326 13.299 7.043 -14.575 -6.499 2.527 -21.867 -35.785 34.065 -10.617 1.877 31.817 -11.666 44.695 25.797 -29.675 -38.473 -6.370 -0.251 37.321 7.074 -18.275 -26.557 -11.435 2.457 -12.248 -3.866 -0.612 19.235 16.395 16.648 6.831 5.516 -8.045 -3.341 -11.241 -24.827 21.776 8.252 -8.161 6.859 11.286 -5.373 -26.961 -6.245 10.696 -51.044 -38.350 3.916 29.120 12.293 29.674 10.702 6.138 -15.106 -4.756 6.644 -28.159 -33.323 39.752 5.156 -4.867 26.670 -14.020 52.443 22.221 -33.711 -39.631 -5.859 3.323 40.056 5.973 -24.845 -19.713 -11.944 6.385 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