Comune di Perugia
Regione Umbria
RELAZIONE PAESAGGISTICA
AI SENSI DEL D.P.C.M. 12/12/2005
Premessa
L’intervento oggetto della presente relazione riguarda la ristrutturazione e rifunzionalizzazione
dell’edificio denominato Mercato Coperto sito nel centro storico del Comune di Perugia.
La caratteristica dell’intervento è di tipo permanente, con destinazione d’uso sempre a mercato
alimentare, ristorazione e somministrazione (Hub agroalimentare), oltre al mantenimento del parcheggio
esistente ai piani inferiori del fabbricato.
L’edificio, composto da 3 piani fuori terra, costruito a valle del muro medioevale su di un ripiano dove si
trovavano gli orti Brufani. A valle di detto ripiano è presente un muro in pietra sostenuto da contrafforti in
calcestruzzo armato, ben visibile da Via delle Conce.
Inquadramento territoriale
L’edificio è situato nel centro storico della città Identificato catastalmente
al foglio 402, particella n° 277, l’ubicazione dell’intervento è riportata nell’estratto dello stradario,
nell’estratto del CTR regionale in figura.
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Planimetria CTR
La morfologia del contesto paesaggistico di Perugia è caratterizzata da elementi geomorfologici
Si allega anche il PRG dell’area in oggetto:
collinari con versanti a volte dolci, ma a volte abbastanza accidentati, infatti anche gli etruschi li
conoscevano bene, inserendo nel sottosuolo le cosiddette gallerie di drenaggio dell’acqua.
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Partendo dalla cartografia geologia ufficiale redatta dalla regione dell’Umbria in scala 1:10.000,
I sedimenti del Colle di Perugia costituiscono l’apparato deltizio del corso d’acqua del “Paleo
si è cercato, attraverso sopralluoghi ed indagini geognostiche e sismiche puntali, di definire con
Tevere” che sfociava nel lago Tiberino (C.Cattuto & L.Gregori 1988).
maggior dettaglio la situazione litologica locale.
La zona del centro storico di Perugia è contraddistinta dai depositi conglomeratici sabbiosi con
Nel sito oggetto di intervento sono presenti i depositi fluviali Pliocenici ricoperti da una coltre di
schema di sedimentazione di tipo Top set, mentre i sedimenti limo sabbiosi con subordinati
alterazione eluvio colluviale e superficialmente da una copertura antropica costituita da materiale
orizzonti limo-argillosi e ghiaiosi sono caratteristici della zona di Monteluce.
di riporto.
La frazione più fine, rappresentata dai depositi di Bottom Set (Ricci Lucchi 1969), si trova
Quest’ultimo raggiunge anche notevoli spessori soprattutto dove l’originaria morfologia del
soprattutto alla base dei rilievi e nelle aree più depresse della struttura collinare come a
versante costituiva la testata di un fosso, il Fosso dei Bottinelli, oggi denominato Fosso di S.
Fontivegge e nella zona di Piscille.
Margherita, che prendeva origine dalla depressione esistente tra il Colle Landone (attuale
Le successive modifiche (con l'innalzamento dei rilievi, la variazione di tracciato dei corsi
Piazza Italia) ed il Colle del Sole (attuale Porta Sole).
d'acqua e lo svuotamento del lago Tiberino, hanno determinato l'attuale morfologia, che è
Su questi due colli, si svilupparono i primi insediamenti della città storica di Perugia, delimitata
caratterizzata da profonde incisioni, sviluppatesi all'interno dei sedimenti continentali in funzione
inizialmente dal così detto “Sopramuro”.
dell'azione erosiva dei corsi d'acqua che affluiscono al Tevere.
Geologicamente, la struttura collinare di Perugia trae origine dall'azione di sedimentazione,
Dal punto di vista geologico-stratigrafico l'insieme dell'apparato collinare, sul quale è posto il
avvenuta in ambiente deltizio, di un corso d'acqua che possiamo definire Paleo - Tevere (C.
centro storico di Perugia, è caratterizzato da una grande variabilità litologica.
Cattuto, 1986).
Dall’alto verso il basso, in profondità, si rinviene la presenza di terreni di riporto sia antichi che
Tale genesi ha determinato la presenza di depositi clastici che, per composizione e
recenti; si tratta di accumuli di terreno eterogeneo localizzati soprattutto in corrispondenza delle
caratteristiche litostratigrafiche, differiscono sostanzialmente dalle rocce che costituiscono i rilievi
preesistenti incisioni di versante ad opera dei corsi d’acqua come, nel caso specifico, il fosso di
circostanti, formatesi in epoche precedenti e che si ritrovano quale substrato ai sedimenti fluviali
S. Margherita.
e lacustri del Colle Perugino.
Anche le aree interessate storicamente da imponenti strutture murarie sono interessate dalla
presenza di riporti di terreno come a Piazza del Sopramuro (attuale Piazza Matteotti), gli Arconi
di Piazza della Rupe. Dai dati dei sondaggi geognostici emerge che in alcuni punti lo spessore
dei terreni riporto supera ampiamente i 20 metri di profondità.
Seguono, in profondità, i sedimenti fluviali in posto, appartenenti al Sintema di Perugia – PGU,
del Pliocene superiore p.p. – Pleistocene superiore p.p., costituiti prevalentemente da argille, limi
argillosi, travertini e calcari micritici prevalenti, con rari livelli sabbiosi e ghiaiosi. Nell’area del
Mercato Coperto sono prevalenti i conglomerati (tassello) ed i limi argillosi grigi consistenti.
Dagli scavi e dai rilievi effettuati per la realizzazione della sottostante galleria Kennedy, il
deposito deltizio, ben esposto in occasione della realizzazione dell’opera, presenta una
immersione variabile dei livelli sabbioso conglomeratici tra 200° e 230° Nord ed un’inclinazione
di circa 20°-30°.
I molteplici dati a disposizione consentono, con sufficiente dettaglio, di caratterizzare la
successione geologico-stratigrafica locale.
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Le informazioni raccolte attraverso i dati sia bibliografici, sia geognostici, hanno permesso di
ricostruire l’originaria morfologia dell’area; la testata del fosso di S.Margherita che rappresentava
l’impluvio esistente era localizzata tra l’attuale Piazza Italia (Colle Landone) e l’attuale Porta Sole
(Colle del Sole).
L’andamento morfologico è anche ben ricostruibile sulla base dello sviluppo della cinta muraria
etrusca che si doveva trovare sul margine dell’impluvio su cui erano già in atto fenomeni di
erosione tanto che successivamente, in epoca medievale, le aree depresse venivano colmate
con materiale di riporto.
Dalla relazione della Dott.ssa Geol. Claudia Ribaldi redatta per il “progetto della nuova biblioteca
degli Arconi in Perugia” si riporta la ricostruzione delle varie modifiche succedutesi nel tempo
nella zona.
“ Seguendo l’andamento delle curve di livello, è probabile che l’andamento planimetrico delle
mura etrusche formasse una profonda “V” con apice collocabile dove attualmente è sito Palazzo
delle Poste. Alle due estremità della “V”, dove il pendio si faceva meno ripido, erano collocate
due porte, una ancora visibile a S. Ercolano, l’altra ormai distrutta all’inizio di Via Alessi. Nel
Al di sotto dei depositi fluviali deltizi e lacustri, si rinviene il substrato roccioso miocenico
Medioevo le nuove esigenze urbanistiche della città in espansione si concretizzano in tentativi di
rappresentato dalla formazione della Marnoso Arenacea che affiora lungo alcuni impluvi e
allargamento della pianta urbana, dapprima con la costruzione di un muro di sostegno (1276)
sui bassi versanti nei rilievi collinari limitrofi; la roccia è costituita da un’alternanza di strati
smussando la cuspide del muro etrusco, per aprire una via, poi ampliata in una piazza nel
arenacei e marnoso-arenacei, con interstrati argillitici di ridotto spessore.
trecento (non ancora con la configurazione di quella attuale).
Le numerose indagini svolte dal Comune di Perugia mediante sondaggi a carotaggio continuo
Vista la geomorfologia così accidentata dei luoghi, venne costruito un vero e proprio viadotto
confermano in pieno tale ricostruzione; dalle stratigrafie, si è accertato che il substrato roccioso,
con piloni e volte, di cui si ha notizia di successive costruzioni e ricostruzioni (sostruzioni del
costituito dalla formazione della Marnosa-Arenacea, è posto a oltre i 100 metri di profondità.
Sopramuro) nel 1275 negli “Annali Decenvirali del libero Comune di Perugia”, e più tardi nel
1333 nelle “ Memorie manoscritte” di Macinara e Sozzi.
Prende inizio così il complesso intervento urbanistico che si concretizzerà nei due secoli
successivi nella realizzazione del “complesso apparato delle Volte”, indispensabile supporto per
l’area soprastante, destinata a trasformarsi da via a piazza pensile.
È però nella seconda metà del Quattrocento che il complesso giunge a compimento nella sua
interezza, grazie all’edificazione, nella zona nord, del Palazzo del Capitano del Popolo (14731481) sorretto anch’esso da un sistema di volte, sia nella zona sud alla costruzione di una
successione di botteghe dell’Ospedale (1468) e, al di sopra di esse, al Palazzo dello Studio
(1483). Dalla “ Cedola dei quattro voltoni” si evince che nel 1468 i piloni del viadotto erano già
stati costruiti con fondazioni a circa 25 metri sotto il livello della piazza, mentre i voltoni erano
ancora da realizzare.
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Informa inoltre che la spalla sud del viadotto (lato Via Oberdan) è costruita sfruttando una
porzione di muro etrusco che proprio lì devia di circa 90°, disponendosi quasi parallelo ai piloni.
Con la costruzione di questi due palazzi la piazza è chiusa verso est e la voragine posteriore e
sottostante divenne luogo di pubbliche discariche che via via colmarono il dislivello. L’ influenza
antropica sull’assetto geomorfologico generale, esercitata in maniera massiccia fin dai tempi
remoti, è stata finalizzata a controllare e a rendere inattivi i processi naturali che tendevano ad
destabilizzarla, prima tra tutti l’attività erosiva del F.so di S. Margherita.
Opere di contenimento, briglie e la definitiva occlusione del deflusso naturale che persiste a
quote molto profonde entro una coltre di riporto sostanzialmente permeabile, hanno reso l’area,
nella sua configurazione attuale, stabile, anche se i riporti, accumulati via via nel tempo, hanno
creato una scarpata con un angolo di pendenza piuttosto accentuato.”
Quindi, a valle del “Sopramuro”, per contenere i materiali di riporto venne costruito un secondo
muro di sostegno sul cui riempimento insiste attualmente la piazza del Sottomuro destinata a
mercato. Il susseguirsi nel tempo degli eventi antropici nella zona, sono stati finalizzati anche al
controllo dell’azione erosiva che si stava manifestando in testata del fosso di S. Margherita. Tutti
Idrogeologia di area vasta
gli interventi di contenimento e di colmamento hanno modificato in maniera sostanziale la
morfologia naturale e l’andamento del drenaggio sia superficiale che profondo dell’area.
Alle condizioni di sostanziale variabilità dei litotipi presenti nell'area del Mercato Coperto
Per quanto riguarda l’attuale conoscenza sugli aspetti morfologici legati alla dinamica dei
corrispondono caratteri differenziati di permeabilità, i quali influenzano sensibilmente le modalità
versanti, la carta inventario dei movimenti franosi, redatta dall’Autorità di Bacino del Fiume
di circolazione ed accumulo di acqua nel sottosuolo e contribuiscono alla definizione del
Tevere (PAI), approvato con D.P.C.M 10 novembre 2006 e la carta Inventario Fenomeni Franosi
complesso idrogeologico locale.
in Italia (IFFI), rilevano all’interno del bacino idrografico del fosso di S. Margherita, una serie di
L’esatta definizione degli aspetti geologico-stratigrafici e la verifica dei livelli piezometrici hanno
dissesti e movimenti franosi superficiali e profondi (scorrimenti e colate) sia attivi, sia quiescenti,
permesso la ricostruzione delle modalità di accumulo e circolazione idrica nel sottosuolo, in
localizzati a valle delle Briglie di Braccio.
rapporto con la morfologia del sito e le caratteristiche di permeabilità dei terreni.
La causa principale del dissesto è da ricondurre alle disordinate condizioni di deflusso
La distribuzione lenticolare dei sedimenti fluviali e lacustri, la presenza di una spessa coltre di
superficiale, alle rilevanti pendenze del versante ed alle scarse caratteristiche fisico meccaniche
terreno di riporto antropico, l'esistenza di morfologie sepolte e la variabile composizione
dei terreni affioranti.
granulometrica contribuiscono alla definizione di un modello idrogeologico estremamente
I fenomeni franosi interessano non solo i terreni superficiali, ma anche i sedimenti fluvio- deltizi
complesso. In termini generali, esso può essere così riassunto:
sottostanti.”
 a ll'inte rno de i terreni di riporto, dello spessore variabile compreso tra 13 e 22 metri, distribuiti
su gran parte dell'area oggetto di studio e di intervento, si rinviene una falda freatica di modesto
spessore. L'alimentazione è garantita dagli afflussi meteorici e da condizioni di collegamento con
le falde più profonde. Ciò giustifica la presenza di alcune emergenze alla base del versante, in
corrispondenza della galleria Kennedy e dei vecchi lavatoi presenti in passato. Dalle letture
piezometriche effettuate nei fori di sondaggio, il livello freatico si attesta mediamente attorno ai
15-20 metri dal piano di campagna.
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Vicende morfologiche dell’area
La permeabilità del riporto è molto variabile e indicativamente è di circa 10-4 cm/sec
nella parte sottostante, ove è prevalente la presenza di sedimenti conglomeratici, di origine
Le informazioni raccolte attraverso i dati bibliografici hanno permesso di ricostruire l’originaria
fluviale (delta) l'accumulo e la circolazione idrica si sviluppa in relazione alla distribuzione ed alla
morfologia dell’area; la zona doveva originariamente costituire la testata del fosso di
giacitura delle lenti; l'esistenza di sedimenti a più bassa permeabilità
S.Margherita con i suoi affluenti minori che rappresentava l’impluvio esistente tra l’attuale Piazza
(sabbie molto addensate, limi-sabbiosi) determina locali modifiche a tali condizioni con la
Italia (Colle Landone) e l’attuale Porta Sole (Colle del Sole). L’andamento morfologico è ben
formazione di falde sospese spesso in pressione. La permeabilità risulta indicativamente attorno
ricostruibile sulla base dello sviluppo della cinta muraria etrusca che si doveva trovare sulla
a 10-4 – 10-5 cm/sec.
testata del fosso di Santa Margherita. In particolare, anche in epoca medievale, le aree depresse
in corrispondenza dei sedimenti limo-sabbiosi con argilla (Sintema di Perugia - parte intermedia
venivano colmate con terra e materiale di riporto.
dei depositi fluviali e lacustri Plio-Pleistocenici) le possibilità di circolazione idrica sono
La progressiva espansione urbana verso i margini dell’acropoli è avvenuta attraverso ripetuti
sostanzialmente limitate dal medio-basso grado di permeabilità valutato pari a circa 10-5 - 10-7
livellamenti del terreno prodotti dall’accumulo di riporto o di materiale di scarto e demolizione di
cm/sec.
vecchie strutture. Tali modificazioni si sono verificate dall’epoca etrusca fino ai nostri giorni ed il
loro rinvenimento testimonia la dinamica con cui si è avvenuto lo sviluppo del centro abitato. Non
meno importanti sono le problematiche geologiche, legate alla stabilità dei versanti e alla
regimazione delle acque superficiali e alla canalizzazione di quelle profonde, che nel corso dei
secoli hanno interessato colle perugino e l’antica idrografia periurbana.
Il susseguirsi nel tempo di fenomeni erosivi lineari (ruscellamenti) e di massa (frane), hanno
portato alla costruzione di opere di contenimento ed al controllo del fenomeno erosivo che anche
oggi si manifesta in testata del fosso di S. Margherita.
In tal senso, molteplici sono i riscontri relativi agli interventi di consolidamento e di regimazione
delle acque, alle opere di adduzione e di stoccaggio di acque piovane sia superficiali sia
profonde. Le opere che venivano storicamente eseguite erano rivolte prevalentemente alla
bonifica idraulica; quelle di drenaggio che maggiormente interessano la città storica, sono i
cunicoli ed i pozzi etruschi. Gli etruschi, maestri di idraulica, con la realizzazione di tali opere
hanno contribuito alla regimazione ed al drenaggio delle acque fuori dalle aree in dissesto;
queste avevano una duplice funzione, la captazione delle acque e la regimazione delle stesse al
fine di consolidare i terreni. I pozzi ed i cunicoli sono tutt’oggi funzionanti ed ispezionabili.
Localmente sono state rinvenute modeste falde, per lo più in pressione, all'interno di lenti a
Le acque drenate venivano poi confluite più a valle nei corsi d’acqua o riemergevano sotto forma
granulometria più grossolana. La parte più argillosa rappresenta il limite di permeabilità inferiore
di fonti (sorgenti).
del complesso idrogeologico analizzato. L'elevato stato di sovra-consolidazione, che caratterizza
Numerose sono infatti le fonti che si localizzano negli impluvi dei principali fossi presenti attorno
tali sedimenti, non permette la formazione di accumuli idrici al loro interno, mentre la circolazione
alla città di Perugia. (Fonte di Veggio, Fonte di San Prospero.....)
avviene per lo più al contatto tra queste ed i sovrastanti depositi sabbiosi e conglomeratico-
Oltre alla realizzazione di opere e strutture drenanti sia superficiali che profonde, all’esterno
sabbiosi.
della cinta muraria etrusca e medioevale sono ben conservate le Briglie di Braccio che vennero
In generale, gli assi di deflusso delle acque sotterranee sono correlabili con i principali assi di
costruite allo scopo di limitare l’erosione regressiva del corso d’acqua ed il muro di sostegno sul
drenaggio morfologico.
cui riempimento insiste attualmente la piazza del Sottomuro destinata a mercato.
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Tutti gli interventi di contenimento, regimazione e di colmamento degli impluvi, hanno modificato
Il palazzo del Bargello, unitamente al palazzo della prima sede dell'università perugina, vennero
in maniera sostanziale sia la morfologia originaria naturale del rilievo collinare, sia l’andamento
edificati
del drenaggio superficiale e profondo dell’area.
edificio rinascimentale con connotazioni gotiche. Vi si svolgeva una parte del governo cittadino,
L’analisi degli aspetti geologici è stata articolata principalmente mediante la raccolta di
come sede della figura istituzionale del Capitano del Popolo. Il portale è molto simile a quello del
informazioni relative a progetti, pubblicazioni e documenti storici che hanno interessato, specie
vicino palazzo dei Priori e, nella sua versione originale, l’edificio presentava sulla sommità una
in passato, l’area del versante Est del colle perugino che va dalla Galleria Kennedy, Via XIV
merlatura egualmente simile ed andata distrutta in seguito ad un terremoto nel 1741. Venne in
Settembre; in particolare, sono state consultati gli esiti delle indagini geologiche e geofisiche
seguito asportato il terzo piano. L’edificio fu poi consolidato e ristrutturato ad opera di Luigi
svolte per la riqualificazione urbanistica dell’area del Pincetto-Via Oberdan, il rifacimento muro in
Vanvitelli. Sulla facciata sono quattro bifore contornate da ghirlande; al primo piano è la loggia
Via del Cortone, il Palazzo di Giustizia e la biblioteca degli Arconi.
dei Banditori, sorretta da mensoloni. Il portale ornato di colonnette ritorte è sormontato da due
a
chiusura
della
piazza
medesima.
Si
presenta
come
un
elegante
grifi perugini che artigliano un vitello ed un montone e da una lunetta con al centro un'allegoria
Storia degli edifici più importanti limitrofi al Mercato Coperto
della Giustizia, rappresentata come una donna armata di spada che sorride: allusiva è la scritta
«Iustitia Virtutum Domina» ("Giustizia signora delle virtù") del 1472, posta nella parte inferiore.
a) Il palazzo del Capitano del Popolo
Sito in piazza Giacomo Matteotti, è sede della corte d'appello e della procura generale della
città perugina, oltreché d'altri uffici comunali. Detto anche “Palazzo del Bargello”, fu edificato per
il trasferimento della magistratura tra il 1473 e il 1481, dai lombardi Gasparino d'Antonio e Leone
di Matteo. La storia del palazzo va di pari passo a quella dell'antistante piazza Grande (poi "del
Sopramuro", oggi "Giacomo Matteotti"), in origine un antico terrapieno interamente artificiale e
realizzato nelle seconda metà del XIII secolo in luogo di un’area fortemente scoscesa poco fuori
dalla cinta delle mura etrusche. Il piano della piazza, infatti, poggia sopra un muro di costruzione
(da qui l’antico nome) impostato sul dirupo e retto – ad est – da poderose volte di costruzioni
trecentesca (detti "Arconi"), utilizzate nel Quattrocento come magazzini.
Il palazzo è sede di uffici giudiziari dai primi anni dell'Ottocento. Il piano terra con
archi ogivali dell’attigua Università Vecchia fu iniziato nell’anno 1453, mentre nel 1483 papa
Sisto IV decise di spostarvi la sede dello Studium Perusinum e fece aggiungere negli anni 14901520 i due piani successivi con finestre crociate rinascimentali (opera attribuita a Fiorenzo di
Lorenzo).
A sinistra del palazzo del Capitano del Popolo si aprono archi ogivali che conducono alla loggia
dei Lanari.
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b) La Chiesa del Gesù
Sono posti secondo la gerarchia sociale: più in alto è l'Oratorio della Congregazione dei
Nobili, quindi quello degli Artisti e Mercanti, in basso quello dei Contadini.
Venne eretta nella seconda metà del Cinquecento e consacrata dai Gesuiti che ne gestirono le
sorti fino all’800 quando l’edificio di culto passò alla Congregazione dell’Ordine dei Barnabiti.
c) PALAZZO DELLO STUDIUM
Palazzo della Vecchia Università (1490-1514), in piazza Matteotti, attualmente sede del Palazzo
di Giustizia.
Affiancata dal palazzo che ospita il Tribunale ed a poche centinaia di metri da Piazza IV
Novembre, la Chiesa del Gesù è caratterizzata da una facciata divisa in due parti: quella
inferiore che conserva l’originario aspetto del ‘500 e caratterizzata da un portale centrale e due
laterali, e quella superiore, costruita nel 1934 dall’architetto Eduardo Vignaroli che si ispirò ad
una tela che raffigurava le fattezze iniziali.
L’interno in stile barocco, invece, si presenta a tre navate e custodisce pregevoli opere del
XVI e XVII secolo, un bellissimo soffitto in legno intagliato con cornici e rosoni dorati,
restaurato nel 2001 dopo il terribile incendio del 1989, nel presbiterio sono conservati alcuni
affreschi del seicento opera di Andrea Carlone.
Il grande Crocefisso in legno, nella navata principale è opera di Bartolomeo Tronchi fiorentino,
religioso della compagnia di Gesù.
Al di sotto della parte absidale della Chiesa del Gesù si susseguono tre oratori, l’uno sotto
l’altro, a forma di torre, visibili esternamente dalla terrazza del mercato.
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ANALISI DEL SISTEMA ANTROPICO
ESTREMI
DEL
PROVVEDIMENTO
MINISTERIALE
O
REGIONALE
DI
NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO DEL VINCOLO PER IMMOBILI O AREE
Elemento del paesaggio : Viabilità storica
DICHIARATE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO (art.136 – 141 – 157 D.
La viabilità storica si è ormai consolidata in quanto si è legata al centro storico di antica
Lgs. 42/04 e ss.mm.ii.): bellezze panoramiche
formazione nell’ambito del quale si colloca l’edificio oggetto dell’intervento .
Decreto di vincolo n° 48 D.M. n° 11/09/1961 Che si allega di seguito
Sono stati trovati nella Piazza Matteotti reperti archeologici con antichi basolati, ma soprattutto
si evince la traccia ancora visibile del muro etrusco in travertino che faceva da anfiteatro alla
stessa piazza.
Elemento del paesaggio : Insediamenti con case a schiera e edifici specialistici
Il nucleo urbano è caratterizzato da insediamenti antropici che sostanzialmente hanno occupato
tutto lo spazio con caratteristiche di residenza ed in Piazza Matteotti le residenze in alcuni parti
sono state sostituite da edifici specialistici come il palazzo delle poste palazzo capitano del
popolo chiesa del Gesù ecc.
Elemento del paesaggio: manti di copertura in cotto
I fabbricati residenziali e specialistici hanno coperture essenzialmente in coppo tegola in cotto ,
colorazione ormai tipica della città.
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PRESENZA DI AREE TUTELATE PER LEGGE (art. 142 del D.Lgs. 42/04 e ss.mm.ii.):
STATO ATTUALE DELL’IMMOBILE
L’edificio si presenta in condizioni di scarsa manutenzione per quanto riguarda le aree
originariamente adibite a mercato, che sono ad oggi parzialmente in disuso.
L’edificio necessita di manutenzione ai paramenti murari, agli infissi di facciata, nonché di
interventi di ripristino strutturale e distributivo funzionale.
DESCRIZIONE
SINTETICA
DELL’INTERVENTO
E
DELLE
CARATTERISTICHE
DELL’OPERA CON ALLEGATA DOCUMENTAZIONE DI PROGETTO
Gli interventi previsti in progetto sono:
- la demolizione delle strutture aggiunte nel corso del tempo, finalizzata al ripristino
dell’architettura originaria dell’edificio, nonché degli impianti, infissi, controsoffitti che saranno
oggetto di rifacimento;
- Interventi strutturali (ripristino e consolidamento degli elementi in c.a. e acciaio degradati,
cucitura dei giunti strutturali, cerchiatura pilastri in c.a. e inserimento di controventi metallici,
collegamento plinti di fondazione a soletta, impalcato per ascensori);
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interventi al piano terrazza (impermeabilizzazione e pavimentazione, chiusura della
pensilina esistente, parzialmente ridotta, con specchiature vetrate;
-
allestimento del piano terrazza per attività mercatali alimentari;
-
interventi in facciata (restauro paramenti, rifacimento infissi);
-
interventi
sulle
scale
(impermeabilizzazione
e
ripavimentazione,
modifica
per
compartimentazione);
Saranno, invece, oggetto di appalto/fornitura separata dall’appalto principale di cui sopra, i
seguenti ulteriori interventi:
-
inserimento scale mobili;
-
rifacimento ascensori esterni nonché sostituzione montacarichi esistente;
-
rifacimento copertura lucernario;
-
interventi prevenzione incendi e isolamento pareti;
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RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLO STATO DI FATTO.
PLANIMETRIA DELL’INTERA AREA DI INTERVENTO
ESTRATTO CATASTALE F. 402 P. 277
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RAPPRESENTAZIONE DELLO STATO DI FATTO
ORTOFOTO SATELLITARE
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RAPPRESENTAZIONE DELLO STATO DI FATTO
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FOTO 2
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VISTRA DALL’ALTO
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VISTA PROSPETTICA
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EFFETTI CONSEGUENTI ALLA REALIZZAZIONE DELL’OPERA
La zona interessata dall’intervento rivestenotevole interesse pubblico in quanto offre dei punti di
vista accessibili al pubblico dai quali si può godere lo spettacolo di quadri naturali di non comune
bellezza.
Poiché l’intervento è mirato a migliorare i punti di osservazione (sistemazione terrazza
panoramica, alleggerimento delle coperture esistenti, realizzazione di strutture permeabili alla
vista,…) la realizzazione delle opere sopra descritte non contrasta con le prescrizioni di vincolo,
ma lo enfatizza per la riqualificazione estetica e paesaggistica dell’immobile e quindi dell’area.
MITIGAZIONE DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO
Gli interventi proposti in progetto, che prevedono un semplice restauro delle facciate dell’edificio,
non necessitano di particolari accorgimenti di mitigazione.
CONSIDERAZIONI SULLA SENSIBILITA DEL SITO
Ogni luogo ha diversa sensibilità paesaggistica, ovvero luoghi dove l’equilibrio naturalistico,
morfologico, vedutistico sono tali da non poter sopportare interventi antropici invasivi, luoghi che
hanno subito in modo migliore la presenza della civiltà umana, e quindi da considerare di
maggior pregio o ad alta sensibilità paesaggistica.
Ma è altrettanto vero che ogni luogo, destinato a subire un intervento, debba, essere oggetto di
un’attenta valutazione paesaggistica, al fine di evitare la perdita definitiva di quei valori che,
seppur compromessi, possono sempre essere riconquistati e migliorati.
Dobbiamo ricordare che la compromissione di tutti i luoghi è dovuta solo all’intervento dell’uomo
e quindi solo l’uomo può ricondurre, con una sapiente e costante azione, alla propria migliore
vocazionalità ogni sito.
E’ dunque necessario che ogni luogo d’intervento venga valutato nella sua interezza e per la sua
valenza ove la differenziazione dell’approccio sta nelle difesa dei valori esistenti o nel recupero
dei valori compromessi.
Perugia Luglio 2015
IL TECNICO
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