Conservatorio di Musica “L. Perosi”. Campobasso Corso Sperimentale “Repertori Vocali da Camera nell’Ottocento” Anno Accademico 2003 - 2004 Elaborato nella disciplina: Storia della Musica dell’Ottocento, Storia della Poesia per musica, Analisi Musicale, I Colori della Musica “Analisi della funzione del colore nella Musica” DOCENTI: Barbara Lazotti, Piero Niro, Luigi Pecchia Allieva: Debora De Luca 1 Quanto segue, è un piccolo caleidoscopio dei colori che fanno parte della Musica e della Pittura, due Arti molto simili. INDICE 1 – I Colori della Musica 2 – La musica a Parigi alla fine dell’Ottocento 3 – Gabriel Fauré 4 – Ernest Chausson 5 – La Mélodie francese 6 – Paul Verlaine 7 – Mandoline: analisi testuale e musicale 8 – Armand Silvestre 9 – Automne: analisi testuale e musicale 10 – Charles Cros 11 – Chanson perpetuelle: analisi testuale e musicale 12 - Bibliografia 2 1 - I Colori della Musica “Analisi della funzione del colore nella Musica” Il colore è un elemento straordinario, stravolgente, vi è un colore visivo, (il colore degli occhi, dei capelli, della pelle, i colori di un quadro o della natura) e uno uditivo, “che sentiamo”, (diciamo che bel colore ha quella voce, ha un suono ricco di colori). I colori della musica, e quelli della pittura, a loro volta si influenzano : non è raro che un bel quadro ispiri un compositore a creare una musica e una musica ispiri un pittore a creare il quadro. “Mi sembrava che l’anima viva dei colori emettesse un richiamo musicale, quando l’inflessibile volontà del pennello strappava loro una parte di vita”. Wassily Kandinsky I suoni e i colori si “armonizzano” tra di loro. In senso più scientifico, le vibrazioni dei suoni e dei colori, vanno ad agire sui nostri sensori percettivi. E’ stato dimostrato che le variazioni del numero d’impatti sull’occhio, influiscono sull’attività muscolare mentale e nervosa. Questo significa che è sufficiente sottoporre una persona ad un dato colore perché la sua attività mentale e muscolare cambi in maniera evidente. Gli Egiziani usavano una 3 stanza dove le persone potevano “attingere” al loro colore “mancante” a scopo di guarigione. E’ indubbia la PSICOLOGIA del colore. Nei grandi negozi prevalgono in genere tonalità di colori scelti che guidano al movimento e all'attivazione dello stato vigile, con sottofondi musicali ritmati che non lasciano spazio a pensieri e ragionamenti, ma solo all'azione. La musica invece deve generare immagini e sentimenti con colori che li stimolano. L’ASCOLTATORE aderisce alle cose che vivono, esattamente come un pittore vive gli oggetti e i toni del colore degli spettacoli naturali, e lo scultore le forme che scorge nei corpi vivi e vitali. Per l’ESECUTORE invece tutta la bontà di un’interpretazione artistica consiste nel mettere in opportuno rilievo e riprodurre con il suo suono fisico effettivo graduato in tutte le possibili intensità le tensioni ed i colori già espresse dal compositore in forma nascosta. Aderendovi con amorosa comunione, il compositore e l’esecutore si immedesimano sempre più con il suono per ricantarlo, riprodurlo, dipingerlo per mezzo della propria voce o delle proprie mani e dei propri colori. Ma ogni grande interprete in realtà fa soltanto questo. Si tratta di dare dinamica e colore alle forze armoniche e melodiche. Quando questo non avviene per mancanza d’intuito o per carenza artistica, la più grande opera, del più grande compositore non riesce a vivere anzi, risulterà maggiormente incomprensibile. L’esecutore come il pittore, dovrà innamorarsi di un’atmosfera fino a dimenticarsi dei propri limiti e godere 4 l’abbandono alla totalità dell’opera. Perciò a volte composizioni in le antiche “virtù” di uno stile “severo” che un certo accademismo eccessivo ha imposto muoiono, non riuscendo a rendere tutta la loro espressività di opere d’arte vive, “anch’esse hanno un cuore che vive nell’apparente “prigione” della forma”. (1) Ricordo un’intervista al pianista Russo Americanizzato Vladimir Horovitz durante la registrazione in Italia del Concerto di Mozart in la maggiore K.488, per pianoforte ed orchestra, con il direttore d’orchestra Carlo Maria Giulini :”I sentimenti all’epoca di Mozart erano gli stessi sentimenti di oggi” diceva Horovitz (2). Ma le scuole non danno “indicazioni” ai sentimenti come se l’espressione, il sentimento musicale non fosse il compito della scuola. “Le scuole non danno alcuna nozione musicale ai giovani, pensando che la musica piova dal cielo” “L’ascoltatore non vuole conoscere un sentimento o una serie di sentimenti : vuole ascoltare una musica piena di sentimento, cioè un corpo sonoro vivo. Nessun amante si contenderebbe di perdere il corpo dell’amata pur restandogli i sentimenti : egli vuole il corpo carico di sentimenti” (3). Anche la NATURA fa la sua parte, a volte è generosa, regala a cantanti e strumentisti colori e mezzi e disposizione tecnica che il gusto poi raffina o non. Suoni e colori sono fattori importanti a controllare le situazioni di tensione dell’organismo, a noi 5 interessano molto le sfumature, quelle piccole e le sensazioni di un colore rispetto ad un altro, a seconda di ciò che si vuole andare a proporre e o raccogliere. All'interno della musica, vive quella particolare pulsione che cerca di riappropriarsi della propria capacità di suggerire colori e quindi di "dipingere" e viceversa, innumerevoli esempi da (Mussorski/Hartman : “Quadri di Una esposizione”) incontro fecondo, di due artisti impegnati in discipline diverse, ma uniti nell'assunto di conferire sinestesia ai lavori (ai colori la magia di far sentire la musica e alla musica di far vedere i colori). Questa affascinante trasmutazione di emozioni, conferma tutto il valore della presenza, nel linguaggio pittorico e musicale, di un elemento comune capace genialmente di evocare una varietà di suggestioni che impegnano la memoria e il godimento estetico del fruitore. Il musicista, possiede le note per esprimere i suoi sentimenti, coglie lo spunto da pitture e disegni, egli così "reattivo" allo stimolo dei colori e alla "provocazione", crea la musica in un magico momento in cui i colori delle tele e i colori delle note si fondono. Saranno così le immagini dipinte e le note liberate a riportarci nei pensieri e nello spirito del pittore e del musicista; e si ha l'ineffabile sensazione che hanno costruito insieme un piccolo tempio di cose grandi la cui visitazione fa crescere in noi, la coscienza di essere in presenza di una esperienza unica nel suo genere e alta nelle sue significazioni. Il musicista è come il pittore : Il pittore fa corrispondere tanti toni di colori, tra linee e cromatismi, riproduce 6 quello che tutti vedono. Il musicista avrà i suoni sulla sua tavolozza di colori, e non può essere immune da quelle sperimentazione del pittore stesso. Eccolo quindi alle prese con i suoi “colori”, alla ricerca di un colore che sia forma, senza essere necessariamente legato alla forma. Quei famosi sette colori che la natura utilizza in modo così magistrale, e solo due, o tre alla volta vengono fusi assieme, perché la ricerca del nuovo colore sia appunto "creata" e quindi viva, e dall'incontro come dal fondersi di due colori ne nasce un terzo altrettanto vivo, che è capace di uno scambio creativo tra le arti. L’Artista ha affidato ai suoni, alle voci del mondo, ai colori della storia, alle voci dell'intimità tutto ciò che voglia prevalga su tutto il resto, avendo queste arti, come quasi tutte, degli oggetti definiti da vivere ed esprimere. In realtà la musica a differenza della pittura, della scultura e della poesia, è privilegiata, non parla di nulla esistente e forse è proprio a causa di questa irrealtà la misteriosa eccellenza sulle altre arti. La musica è l’energia stessa nel momento che si produce, la rappresentazione diretta del momento, il momento stesso, un gioco di tensioni sonore e di colori che producono rafforzamento di melodie e un armonie. Tensioni che tendono a salire o a diminuire con passaggi di grado o di tono, timbri che si fondono con altri strumenti arricchendo la tavolozza del musicista. L’artista è perso nell’oggetto, ha tanti tipi di colore a disposizione, è in comunione con le cose e il godimento raggiunto consiste nel senso stesso di comunione, di totalità unitiva e CREATIVA. 7 ......mi fa piacere citare Edward del Bono (Malta 1933, laureato al “ Chrit Church” di Oxford in psicologia fisiologia e medicina, vive e opera in America) con il suo libro : “Il pensiero laterale”. Ci aiuterà a capire come anche la più bella composizione di Debussy o di Fauré può non rappresentare nulla senza la creatività artistica UNICA di chi la ripropone, e questo indipendentemente dalla più alta preparazione musicale o artistica posseduta : “ Vi sono persone che partoriscono sempre nuove idee e altre che sebbene intelligenti sono del tutto incapaci. Il problema principale è che chi ragiona per logica difficilmente avrà creatività. La creatività è anche il frutto di imprevedibilità. Da qui diciamo che le persone logiche hanno un pensiero verticale e quelli fecondi di idee, un pensiero laterale. Chi è veramente abile nell’uso del pensiero laterale, non ha bisogno di modelli” (4) del resto le scoperte sono appannaggio delle persone irrazionali e la musica appartiene a questo mistero, e come la pittura, è arte assai misteriosa e si presta a numerosi fraintendimenti nel formulare giudizi di valore estetico ed espressivo da parte dei critici competenti, o del pubblico stesso. Bisogna ricordarsi che è differente un giudizio scientifico e tecnico da un giudizio artistico. I critici si occupano oggi molto della fedeltà filologica al testo ed è anche giusto per un obbligo morale al compositore, ma a volte non considerano che l’artista comunque dona all’opera principalmente la sua fedeltà, la sua capacità intuitiva di adesione geniale. Tutti gli artisti si 8 immedesimano nella vita e ne vedono i toni e le vibrazioni. A tanti toni e ritmi vitali, il pittore fa corrispondere vibrazioni cromatiche e ritmi di linee sulla tela, che in parte riproducono ciò che tutti vedono, ma in parte anche cercheranno di tradurre visivamente segrete vibrazioni psichiche, interiori, che l’occhio non vede, ma può simboleggiare in un quadro. Il poeta farà corrispondere parole che in parte riproducono la materialità degli oggetti, ma in buona parte sono già coi loro ritmi, con la loro fonica, con l’arco stesso della loro disposizione nel discorso una traduzione in vibrazioni foniche. Il musicista tradurrà a sua volta tanti e tanti toni e vibrazioni in toni e vibrazioni sonore che possono corrispondere a descrizioni di veri paesaggi, tanto è vero che noi usiamo gli stessi aggettivi per definire un quadro, o un brano musicale : ...immenso...senza fine, incantevole... ti avvolge di una luce..gialla..verde..rosa...indimenticabile...musiche che evocano il buio, quindi il nero. I colori della luna : “Chiaro di luna” I musicisti e i pittori fanno cantare e vivere boschi e foglie agitate dal vento, pronti ad evocare in grande armonia suoni di vita e di natura. Così la voce diviene canto di uccelli, canto umano, fruscio di selve misteriose, ed il connubio del canto e delle note sentimento univoco tanto nell'artista che esegue, quanto nello spettatore che ascolta Canzoni di mare, di vita, di morte e d'amore su testi di poeti, interpretati da voci infinite per colore e sfumature, chiare, scure, ricche di colori e non, ....a rendere forte l’impatto emotivo. Siamo abituati ad esprimerci : è una delle 9 voci più belle, ricca di colori, colori imprevedibili mai uditi prima, ci trasmette grandi emozioni. Amo le melodiè francesi, spesso cantano l’amore perduto, istantanee dai colori a volte acidi, altre caldissimi, dal sogno al ricordo bruciante di ‘quello che è stato’. Ma in questo turbinio interiore, di alti e bassi, di amore e di odio, passione e cinismo, Il ‘veicolo’ con cui vengono portate a destinazione le cascate di emozioni è il : COLORE con il risultato che ogni nota può essere un brivido che fa vibrare le corde vocali quando quelle emotive hanno dato tutto. Non a caso, Goethe che proveniva da una famiglia dove tutti avevano studiato la musica, non trascurava, di occuparsi anche dello studio dei colori in relazione ai suoni per comporre i suoi brani poetico-musicali che accompagnano molti momenti della sua vita e della sua creazione artistica e non dimentichiamo che da bambini, tutti abbiamo sperimentato suoni e colori, abbiamo battuto su pentole e tamburi, impastato colori scarabocchiato con pastelli fogli e fogli, erano le nostre prime esperienze di musica e pittura concrete. Ho voluto fare queste considerazioni perché quando ascolto interpretazioni di cantanti della vecchia generazione, l’impatto emotivo è sempre straordinario nonostante le registrazioni siano più “rudimentali” di oggi. La cosa che maggiormente mi ha colpito sia dei cantanti che dei pianisti, è il colore dei loro suoni, una magia di emozioni che la “modernità” di oggi non riesce più a trasmettere ma nemmeno a concepire se non in rari casi. 10 (1) CITAZIONI da: Giulio COGNI, CHE COSA E’ LA MUSICA, Edizioni Curci 1956 (2) CITAZIONI da: Vladimir HOROVITZ, MOZART Concerto in la maggiore K.488 per pianoforte ed Orchestra HOROVITZ/GIULINI, Video Deutsche Grammophon (3) CITAZIONI da: Giulio COGNI, CHE COSA E’ LA MUSICA, Edizioni Curci 1956 (4) CITAZIONI da: Edward de BONO, IL PENSIERO LATERALE, Edizioni Rizzoli del 1981 11